Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 208515 volte)

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #210 il: 12 Febbraio 2013, 16:48:43 »
BOYTON PRIESTLEY

John Boynton Priestley (Bradford, 13 settembre 1894 – Stratford-upon-Avon, 14 agosto 1984)

....................... è stato un romanziere e drammaturgo inglese.


Raggiunse la notorietà con il romanzo The Good Companions (I buoni compagni; 1929) scritto sulla linea narrativa di Henry Fielding e Charles Dickens, con cui vinse il James Tait Black Memorial Prize, ridotto poi nel 1931 per il teatro. Seguirono, tra gli altri, Angel Pavement (La via dell'angelo; 1930), The Magicians (I maghi; 1954), Saturn over the water (Saturno sopra le acque; 1961), e altri.
Meno convenzionali i drammi, ispirati spesso ad un vago ideale socialistico, nei quali Priestley, dotato di una felice capacità di rappresentazione di ambienti e situazioni e di una fresca vena umoristica, sperimenta sovente nuove tecniche drammatiche.
Alcuni di essi come Dangerous Corner (Svolta pericolosa; 1932), I Have Been Here Before (Ci sono già stato; 1937), riflettono le teorie seriali di John William Dunne sconvolgendo la sequenza temporale.
 
Nella sua vasta produzione per il teatro, ricordiamo ancora:
 Laburnum Grove del 1933.
 Eden End (I cari inganni; 1934).
 Music at Night (Concerto di sera; 1938).
 An Inspector Calls (Un ispettore in casa Birling; 1946).
 The Glass Cage (La gabbia di vetro; 1957).
 
Ha scritto inoltre una biografia su Charles Dickens nel 1961, un volume di ricordi (Lost Empires, nel 1965) e i romanzi Salt is Leaving del 1966 e It's an old Country del 1967.

da Wikipedia
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John Boynton Priestley nasce a Bradford, nella regione inglese dello Yorkshire, il 13 settembre 1894.
 
Questo scrittore inglese raggiunge la notorietà con il suo primo romanzo best-seller intitolato "The Good Companions" (I buoni compagni) nel 1929. Questo lavoro pur facendo a volte intravedere il tetro sfondo del mondo delle fabbriche, alla fine fornisce soluzioni di spensierata allegria ai problemi dei suoi personaggi e protagonisti.
Scritto nella linea narrativa di Henry Fielding e Charles Dickens, verrà poi ridotto nel 1931 per il teatro.
Il romanzo successivo di Priestley è "Angel Pavement" (La via dell'angelo, 1930), un lavoro più amaro, che racconta una storia incentrata sulla crisi economica; il protagonista è un imbroglione che giunge al porto di Londra per rovinare la vita di alcuni piccoli impiegati di un ufficio della City.
"English Journey" (Viaggio inglese) è il suo libro documentario più toccante; in questo lavoro esprime il senso di rabbia che prova l'uomo dello Yorkshire nel vedere tanta povertà in mezzo a tanta ricchezza.
Quella di Priesley appare come una polemica moderata e benevola nei confronti della società del suo tempo, e a questa contrappone un'umanità pittoresca, descritta in modi umoristici e sentimentali. Queste caratteristiche sono ancor più visibili nelle commedie di sua produzione, dove Priestley mostra una notevole abilità scenica e un dialogo molto brillante.
Meno convenzionali sono i drammi, ispirati spesso ad un vago ideale socialistico, nei quali John Boynton Priestley, dotato di una felice capacità di rappresentazione di ambienti e situazioni e di una fresca vena umoristica, sperimenta sovente nuove tecniche drammatiche.
Alcuni di essi come "Dangerous Corner" (Svolta pericolosa, 1932) o "I Have Been Here Before" (Ci sono già stato, 1937), sconvolgono la sequenza temporale riflettendo le teorie seriali di John William Dunne.
Tra le commedie di Priestley ricordiamo: "Laburnum Grove" (1933), "Eden End" (I cari inganni, 1934), "Time and the Conways" (Il tempo e la famiglia Conways, 1937), "Music at Night" (Concerto di sera, 1938), "An Inspector Calls" (Un ispettore in casa Birling, 1946), "The Glass Cage" (La gabbia di vetro, 1957), "The pavillion of masks" (Il padiglione delle maschere, 1963), "The severed head" (La testa tagliata, 1964), quest'ultima realizzata assieme alla scrittrice inglese Iris Murdoch.
Della produzione letteraria di Priestley ricordiamo invece "The Magicians" (I maghi, 1954), "Saturn over the water" (Saturno sopra le acque, 1961).
Tra i suoi ultimi lavori: "The English way of life" (Il modo di vivere inglese, 1976), "Lost Empires", un volume di ricordi pubblicato nel 1965, e i romanzi "Salt is Leaving" (1966) e "It's an old Country" (1967).
E' inoltre autore di una biografia su Charles Dickens pubblicata nel 1961.

John Boynton Priestley è morto a Londra il 14 agosto 1984 all'età di... 90 anni.

Tratto da Biografieonline.it

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #211 il: 12 Febbraio 2013, 17:32:49 »
ETIENNE DAVIGNON

Étienne (Stevie o Stevy) Davignon (Budapest, 4 ottobre 1932)

........ è un diplomatico, politico e dirigente d'azienda belga.


È stato commissario europeo ed ha avuto un'influenza significativa sull'evoluzione dell'integrazione europea negli ultimi decenni.
Davignon è un visconte e proviene da una famiglia influente, attiva nell'amministrazione pubblica del Belgio fin dalla fondazione dello stato nel 1830.
Il nonno di Davignon fu ministro degli esteri tra il 1907 e il 1916, mentre il padre era un diplomatico, attivo in Ungheria all'epoca della nascita di Davignon e ambasciatore del Belgio a Berlino nel 1939.
Davignon studiò presso il collegio di Maredsous e poi studiò giurisprudenza presso l'Università Cattolica di Lovanio.
Studiò anche filosofia tomistica ed economia.Davignon cominciò la sua carriera come diplomatico in Congo, e fu tra coloro che gestirono la problematica concessione dell'indipendenza al Congo, al Ruanda e al Burundi e le controverse politiche del governo belga nella regione.
Nel 1961 venne nominato membro del gabinetto del ministro degli esteri, poi dal 1964 al 1966 fu capo di gabinetto del ministro degli esteri socialista Paul-Henri Spaak, anche se Davignon era ritenuto vicino al Partito sociale cristiano.
Dal 1966 al 1969 fu capo di gabinetto del ministro degli esteri Pierre Harmel.
Nel 1969 Davignon venne nominato direttore esecutivo per gli affari politici del ministero degli esteri.
Giocò un ruolo significativo nella redazione del Rapporto Harmel sul futuro dell'alleanza atlantica.
Al vertice europeo dell'Aja del 1969 Davignon venne nominato presidente di un comitato incaricato di elaborare proposte per il rilancio della cooperazione europea in materia di politica estera e l'istituzione della Cooperazione politica europea.
Il 27 ottobre 1970 il Consiglio dei ministri delle Comunità europee approvò il Rapporto Davignon, che prevedeva un sistema di informazione e consultazione regolare tra i ministeri degli esteri degli stati membri e di incontri periodici tra i ministri.
Un secondo Rapporto Davignon nel 1973 invitò gli stati membri a non assumere posizioni in politica estera prima di avere consultato gli altri stati membri.Dopo la crisi energetica del 1973 Davignon presiedette la conferenza internazionale che condusse ad un trattato sull'uso delle risorse petrolifere.
Nel 1974 venne nominato primo presidente dell'Agenzia internazionale dell'energia.

Nel gennaio 1977 Davignon entrò in carica come commissario europeo per il mercato interno, l'unione doganale e gli affari industriali nell'ambito della Commissione Jenkins.
Nel gennaio 1981 Davignon venne confermato come commissario europeo del Belgio, e fece parte della Commissione Thorn come vicepresidente e commissario per l'energia e gli affari industriali.
Svolse l'incarico fino al gennaio 1985.
 
Come commissario agli affari industriali Davignon promosse la ristrutturazione del settore industriale europeo, in particolare dei settori siderurgico e tessile, auspicò una maggiore competitività e una minore regolamentazione del mercato europeo e negoziò accordi di collaborazione con gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina.
Il Piano Davignon del 1981 promosse la riduzione della produzione siderurgica, la fine dei sussidi pubblici al settore e un drastico ridimensionamento del numero degli addetti.
Come commissario alla ricerca definì il primo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, promosse la creazione di uno spazio europeo della ricerca e programmi specifici di collaborazione ed investimento, soprattutto nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
 
Nell'ambito della Commissione Thorn Davignon si affermò come una personalità di spicco, tanto che si racconta che ogni domenica sera Davignon presiedesse riunioni informali in cui si decidevano le principali attivitò della Commissione per la settimana successiva.
Nel 1984 Davignon venne seriamente preso in considerazione come possibile presidente della Commissione europea a partire dal gennaio 1985, ma gli venne infine preferito Jacques Delors.
L'ipotesi di una nomina di Davignon a presidente della Commissione venne ripresa anche nel 1994, ma in quel caso gli venne preferito Jacques Santer.
Davignon è stato uno dei protagonisti principali del mondo degli affari in Belgio degli ultimi decenni. Dal 1985 al 1989 Davignon fu membro del consiglio esecutivo della Société Générale del Belgio e dal 1989 al 2003 ne fu presidente. Dopo la cessione della Societé Générale a SUEZ nel 2001 e la fusione tra Société Générale e Tractabel nel novembre 2003 Davignon venne nominato vicepresidente di SUEZ-Tractabel.
È stato o è inoltre membro del consiglio di amministrazione e direttore di Gilead Sciences, presidente di Recticel, Compagnie Maritime Belge, SN Air Holding, Brussels Airlines e Genfina, vicepresidente di GDF Suez e direttore di Sofina ed Accor.
Davignon presiede la rete per la responsabilità sociale d'impresa CSR Europe, il think-tank "Friends of Europe", la Fondazione P.-H. Spaak, l'Istituto reale per le relazioni internazionali e nel 2008 ha presieduto il Forum delle imprese per il multilinguismo.
Presiede inoltre l'Istituto cattolico di alti studi commerciali e il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles.
Presiede anche il consiglio dello Royal Sporting Club di Anderlecht e dal 2006 presiede la società che organizza il Gran premio del Belgio di Formula 1.
Davignon è stato molto attivo come lobbysta. È presidente del gruppo Bilderberg ed è stato tra i fondatori della Tavola rotonda europea degli industriali, che comprende una quarantina tra i maggiori imprenditori europei e che ha esercitato un'influenza considerevole sulle politiche europee sulla concorrenza, la flessibilità del mercato del lavoro e la creazione del mercato unico. Nel 1991 è stato nominato presidente dell'associazione per l'unione monetaria in Europa, attiva nella campagna per l'adozione di una moneta unica europea.
Davignon è molto vicino a Louis Michel e il loro rapporto venne criticato quando Michel era commissario europeo per lo sviluppo e Davignon dirigente di una multinazionale come SUEZ, fortemente interessata all'apertura di nuovi mercati in Africa.
Davignon è anche vicino al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

Vita Privata :
Davignon è sposato ed ha tre figli.
È legato anche in maniera personale con alcune delle altre famiglie di notabili del Belgio: una sorella sposò un Boël e una figlia uno Janssen.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #212 il: 12 Febbraio 2013, 17:58:06 »
LEO MALET

Léo Malet (Montpellier, 7 marzo 1909 – Parigi, 3 marzo 1996)

................... è stato uno scrittore francese.
 
Insieme a Georges Simenon e ad André Héléna è stato uno dei maggiori rappresentanti del romanzo poliziesco in lingua francese.

Vita:
Entrambi i genitori (la madre è sarta e il padre impiegato) muoiono di tubercolosi tra il secondo e il terzo anno di vita di Leo. Rimasto orfano, viene allevato dal nonno, che lo inizia alla letteratura.
 
A sedici anni si trasferisce a Parigi e incontra André Colomer, che lo introduce negli ambienti anarchici.
Collabora come freelance alle pubblicazioni del movimento (l'En dehors, l'Insurgé, Journal de l'Homme aux Sandales, La Revue Anarchiste).
 
In gioventù esercita diversi mestieri:
commesso, impiegato di banca, magazziniere da Hachette, operaio, lavatore di bottiglie, venditore di giornali e comparsa, soprattutto per i film sceneggiati dall'amico Jacques Prévert.
Vagabonda per Parigi e, nel 1925, debutta come chansonnier al cabaret Vache énragée.
 
Nel 1931, su invito di André Breton, si lega all'ambiente surrealista, facendo amicizia con Dalí, Tanguy, Prévert.
Nel 1932 il suo nome compare nel primo dei dodici manifesti del surrealismo e vi resta legato fino al 1949.
Scrive tra l'altro alcune raccolte di poesie surrealiste: Ne pas voir plus loin que le bout de son sexe (1936), J'arbre comme cadavre (1937) e Hurle a la vie (1940). Viene espulso dal movimento perché accusato di essere diventato "il seguace di una pedagogia poliziesca". Si sposa con Paulette Doucet e insieme fondano il Cabaret du Poète Pendu.
 
Dopo una dura esperienza in un campo di concentramento nazista, nel 1941 inizia a scrivere polizieschi firmandosi con svariati pseudonimi:
Frank Harding, Leo Latimer, Louis Refreger, Omer Refreger, Lionel Doucet, Jean de Selneuves, John Silver Lee. In particolare, con lo pseudonimo di Frank Harding, crea il personaggio del reporter Johnny Métal, protagonista di una decina di romanzi gialli.
 
Nel 1943 pubblica 120, Rue de la Gare, con cui esordisce il suo personaggio più celebre, l'investigatore privato Nestor Burma, che sarà protagonista di una trentina di avventure, inclusa un'interessante "serie nella serie" intitolata I nuovi misteri di Parigi, che va dal 1954 al 1959 e che comprende quindici racconti, ognuno dei quali dedicato a un diverso arrondissement di Parigi. Sarà proprio il personaggio di Nestor Burma a far riscuotere a Malet i primi consensi di pubblico (mentre la critica lo "riscoprirà" parecchi anni più tardi), guadagnandosi l'onore di alcune trasposizioni cinematografiche e di una serie televisiva (1991-1995) di 85 episodi, con protagonista l'attore Guy Marchand.
 
In secondo piano rispetto a quella di giallista, ma comunque degna di nota, è la sua attività di scrittore di romanzi del genere cappa e spada, circoscritta al periodo tra il 1944 e il 1945. Nel 1948 viene insignito del Grand prix de littérature policière. Nel 1958 la serie I nuovi misteri di Parigi viene premiata con il Gran Prix de l'Humour noir.

In italiano i libri di Malet sono pubblicati da Fazi.

Fazi Editore di lui scrive :
Léo Malet, l’anarchico conservatore, come amava definirsi, è uno dei padri del romanzo noir francese.
Nato al numero cinque di Rue du Bassin, a Montpellier, figlio di una sarta e di un impiegato, rimane prestissimo orfano. Quando Léo ha due anni muoiono prima il padre e il fratellino e, a distanza di un anno, la madre. Tutti e tre di tubercolosi. Così, è il nonno bottaio e grande lettore che si prende cura del nipote e lo inizia, in modo non certo canonico, alla letteratura. A sedici anni Léo Malet si trasferisce a Parigi in cerca di fortuna. Determinante è l'incontro con André Colomer, disertore e pacifista: Colomer gli dà una famiglia e soprattutto lo introduce in ambienti anarchici. In questo periodo Malet collabora anche a vari giornali e riviste (En dehors, Journal de l'Homme aux Sandales, Revue Anarchiste).
A Parigi abita in molti posti, anche sotto il ponte Sully, vive alla giornata, fa l'impiegato, il manovale, il vagabondo, il gestore di un negozio d'abbigliamento, il magazziniere, il giornalista, la comparsa cinematografica, lo strillone, il telefonista.
Nel 1931 l’incontro con André Breton gli dà accesso al mondo delle case editrici e degli scrittori; Malet entra a far parte del Gruppo dei Surrealisti. Per qualche tempo il suo vicino di casa è Prévert, uno dei suoi migliori amici Aragon.

Si sposa con Paulette Doucet e insieme fondano il Cabaret du Poète Pendu. Dopo una dura esperienza in un campo di concentramento nazista, nel 1941 inizia a scrivere polizieschi firmandosi con svariati pseudonimi: Frank Harding, Leo Latimer, Louis Refreger, Omer Refreger, Lionel Doucet, Jean de Selneuves, John Silver Lee. Con lo pseudonimo di Frank Harding crea il personaggio del reporter Johnny Métal, protagonista di una decina di romanzi gialli. Nel 1943 pubblica 120 Rue de la Gare con cui esordisce la sua creazione narrativa più celebre, l'investigatore privato Nestor Burma. Burma sarà protagonista di una trentina di avventure, inclusa una “serie nella serie” intitolata I nuovi misteri di Parigi, che comprende quindici racconti, ognuno dei quali dedicato a un diverso “arrondissment” di Parigi. Con Nestor Burma, Malet da un lato riscuote i primi consensi di pubblico, anche attraverso successive trasposizioni cinematografiche, una serie televisiva (1991-1995) di 85 episodi e l’adattamento a fumetti. Ma d’altro canto si allontana dal movimento anarchico: nel 1949 il gruppo dei Surrealisti lo espelle con l’accusa di essere diventato “seguace di una pedagogia poliziesca”.
 
In realtà Malet è uno scrittore dai mille volti: accanto al poliziesco, si cimenta nei romanzi di cappa e spada e, soprattutto, nel noir.
La critica gli concede proprio in questo filone i maggiori riconoscimenti: la Trilogie noir, di cui fanno parte Nodo alle budella, La vita è uno schifo e Il sole non è per noi, viene considerato il suo capolavoro.

Malet muore nel 1996.

Tratto da Wikipedia e da Fazi Editore

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #213 il: 12 Febbraio 2013, 18:03:36 »
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« Risposta #214 il: 13 Febbraio 2013, 10:36:26 »
JOHN CROMWELL

John Cromwell (Toledo, 23 dicembre 1887 – Santa Barbara, 26 dicembre 1979)

............... .....è stato un regista statunitense.

Data di nascita: 23 dicembre 1887, Toledo
Data di morte: 26 settembre 1979, Santa Barbara...92 anni.
Altezza: 1,89 m
Coniuge: Ruth Nelson (s. 1946–1979), Kay Johnson (s. 1928–1946)
Figli: James Cromwell, John Oliver Cromwell

È stato presidente della Screen Directors Guild dal 1944 al 1946.
Durante gli anni '50, fu inserito nelle liste del senatore Joseph McCarthy per affiliazione politica ad associazioni comuniste (dal 1951 al 1958).
Cromwell si è sposato quattro volte:
la prima con un'attrice di teatro, Alice Lindhal che morì di influenza nel 1918;
la seconda con l'attrice teatrale Marie Goff da cui divorziò per poi sposare :
l'attrice Kay Johnson nel 1928.
Il matrimonio durò fino al 1946:
la coppia adottò due bambini, uno dei quali, James Cromwell divenne anche lui attore.
L'ultima moglie fu l'attrice Ruth Nelson, con cui fu sposato dal 1946 al 1979, l'anno della sua morte, morì a 92 aqnni.

John Cromwell ha partecipato come attore a due film di Robert Altman, Tre donne, nel ruolo di Mr. Rose e in Un matrimonio nel ruolo del vescovo Martin. Nel film appare in una piccola parte anche Lillian Gish.

Tratto da  Wikipedia

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lungo interprete giovane in teatro, poi, dal 1928, attore cinematografico e, nel giro di un paio d'anni, regista. Fu un autore di buone anche se correnti qualità; non si discostò mai da un cinema tradizionale, di gusto letterarioromanzesco, e in questo ambito firmò la sua opera più ricordata nel 1934: Schiavo d'amore, una delle più belle interpretazioni di Bette Davis. Altri film degni di menzione furono: Il piccolo lord Fauntleroy, 1936; il popolare (ai suoi tempi) Prigioniero di Zenda con Ronald Colman, 1937; Made For Each Other, una delicata commedia intimista, con più d'un tratto realistico con Carole Lombard e James Stewart, nel 1939; un film sulla giovinezza di Lincoln (Abe Lincoln in Illinois, 1940); un racconto antinazista ispirato da un romanzo di Rernarque. Così finisce la nostra notte, 1941; il popolare e lacrimoso melodramma Da quando te ne andasti, 1944, con Jennifer Jones, prodotto dal di lei marito David O'Selznick; infine, nei dopoguerra, un buon film su un riformatorio femminile, Prima colpa, 1955, e un rifacimento non inutile del famoso film gangster di Milestone, The Racket, intitolato in quest'altra versione La gang, 1959. Tornato al teatro e lasciato il cinema alla fine degli anni Cinquanta, muore a Santa Barbara nel 1979 dopo essere comparso a quasi novant'anni in due film di Robert Altman, Tre donne e Un matrimonio.

Tratto da MyMovies

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #215 il: 13 Febbraio 2013, 10:45:16 »

CROMWELL  ‹kròmuël› , JOHN

Enciclopedie on line Treccani :


Cromwell ‹kròmuël›, John. - Attore e regista cinematografico statunitense  -
(Toledo, Ohio, 1888 - Santa Barbara, California, 1979);

dal 1907 attore di teatro, passò nel 1928 al cinema prima come attore, poi come regista.
Oltre al suo film più noto, Of human bondage (Schiavo d'amore, 1934), di particolare suggestione e incisività, ha diretto: The prisoner of Zenda (1937); Abe Lincoln in Illinois (1940); So ends our night (1941); The enchanted cottage (1945); Dead Reckoning (Solo chi cade può risorgere, 1946); Caged (Prima colpa, 1950); The racket (La gang, 1951). Nel 1952 tornò al teatro.
John Cromwell lavorò principalmente come regista a numerosi lavori per il grande schermo.
Tra le sue opere di maggior rilievo: Il prigioniero di Zenda, Il villino incantato e La gang.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #216 il: 13 Febbraio 2013, 11:03:41 »
ANTON WALBROOK

Anton Walbrook, nato Adolf Wilhelm Anton Wohlbrück, (Vienna, 19 novembre 1896 – Garatshausen, 9 agosto 1967),

............................ è stato un attore austriaco.

Svolse la propria attività principalmente nel Regno Unito, dove prese la cittadinanza nel 1947.
 
Noto attore di area tedesca, cambiò il nome con cui era conosciuto in Germania, Adolf Wohlbrück, in quello anglicizzato di Anton Walbrook, quando, durante il nazismo, fuggì in Gran Bretagna dove divenne uno degli attori più popolari del cinema inglese e uno degli attori preferiti di Michael Powell.
Nacque a Vienna, discendente da una famiglia di attori da dieci generazioni. Il padre, nato ad Amburgo, aveva rotto con la tradizione e lavorava nel circo come clown. Sua madre era Gisela Rosa Cohn, un'ebrea austriaca. Il giovane Adolf studiò in una scuola cattolica nelle vicinanze di Vienna. Finiti gli studi liceali, Walbrook si iscrisse alla scuola teatrale del famoso regista Max Reinhardt il quale, resosi conto del suo talento, gli fece un contratto di cinque anni per recitare al Deutsches Theater.
Durante la prima guerra mondiale, servì l'esercito in un reggimento di granatieri. Catturato dai francesi, durante la prigionia organizzò un gruppo teatrale cui diede il nome Auricher Gefangenschaftstheater.
Nel 1936 soggiornò a Hollywood per rigirare alcune scene di Michele Strogoff (1937), un film di produzione internazionale, e cambiò il proprio nome di battesimo da Adolf in Anton.

La tomba di Anton Walbrook al cimitero di Hempstead .

Con l'ascesa al potere in Germania del nazismo, Walbrook, che era omosessuale e per metà ebreo, riparò in Inghilterra e continuò a lavorare come attore cinematografico.
Tra le sue migliori interpretazioni si ricordano il focoso ed emotivo ufficiale tedesco Theo Kretschmar-Schuldorff in Duello a Berlino (1943), il tirannico impresario di Scarpette rosse (1948) e il presentatore di Il piacere e l'amore (1950). Uno dei suoi film più curiosi è La donna di picche (1949), uno stravagante thriller dalle atmosfere gotiche ispirato ad un racconto di Aleksandr Sergeevič Puškin, in cui Walbrook recitò al fianco di Edith Evans.
Secondo Moira Shearer, la coprotagonista di Scarpette rosse, Walbrook sul set aveva abitudini da solitario e spesso indossava occhiali scuri e pranzava da solo.
L'attore si ritirò dal mondo del cinema verso la fine degli anni cinquanta, continuando però ad apparire saltuariamente a teatro e in televisione. Morì nel 1967 per un attacco di cuore a Garatshausen presso Feldafing (Germania).
Le sue ceneri furono sepolte nel cimitero della chiesa di St. John a Hempstead, rispettando le sue volontà testamentarie.

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« Risposta #217 il: 13 Febbraio 2013, 11:15:24 »
JEREMY CLARKSON

Jeremy Charles Robert Clarkson (Doncaster, 11 aprile 1960)

...........è un giornalista, saggista e conduttore televisivo inglese.
 
Scrive per The Sun e per The Sunday Times su temi che riguardano il mondo dell'automobile ed è conduttore del programma Top Gear in onda sulla BBC nel Regno Unito (il programma ha vinto un Emmy nel 2005) e, tutt'ora in onda in Italia su Dmax.

Fra le sue partecipazioni e produzioni: presentatore di Top Gear dal 1988 al 1999 e ancora dal 2002 quando è stato proposto nuovamente con un nuovo format, attualmente presenta il programma la domenica alle 20.00 UTC; ha condotto gli show Clarkson e Clarkson Meets the Neighbours. È anche co-conduttore dello show motoristico NEC a Birmingham, con Tiff Needell e Richard Hammond. Assieme a James May è stato il primo a raggiungere il Polo Nord magnetico su un'auto, episodio ripreso e trasmesso dalla trasmissione Top Gear il 25 luglio 2007 sul canale BBC Two.
È autore di diversi libri.
 
L'Economist, in merito al pedaggio urbano nel Regno Unito, lo ha descritto come un «abile propagandista al servizio della lobby dei motori»

Curiosità :
La madre di Clarkson, Shirley, ideò e realizzò nel 1972 i primi giocattoli dell'orso Paddington, inizialmente come regalo per i suoi figli Jeremy e Joanna, poi divenuti un business di scala internazionale.
È un grande fan della prog band britannica Genesis; ha scritto le note presenti sul booklet della ristampa dell'album Selling England by the Pound, contenuta nel cofanetto Genesis 1970-1975.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #218 il: 13 Febbraio 2013, 11:25:11 »
LEO GENN

Leo John Genn (Londra, 9 agosto 1905 – Londra, 26 gennaio 1978)

........... è stato un attore cinematografico e teatrale inglese.

Nato al 144 di Kyverdale Road, distretto di Stamford Hill, nel quartiere londinese di Hackney, Genn era figlio del gioielliere Wolfe (William) Genn e di Rachel Asserson. Compì gli studi di giurisprudenza all'Università di Cambridge, iscrivendosi nel 1928 all'Ordine degli Avvocati. Durante i successivi anni di praticantato, scoprì la passione per la recitazione e iniziò a lavorare come attore dilettante, debuttando sui palcoscenici londinesi nel 1930 in A Marriage has been Disarranged. Nel 1933 sposò Marguerite van Praag, responsabile di casting presso gli studi cinematografici Ealing, e apparve nella pièce Ballerina di Rodney Ackland. L'anno successivo entrò a far parte della prestigiosa Old Vic Company, con la quale si cimentò in diversi ruoli shakespeariani, tra cui quello di Horatio nella tragedia Amleto, interpretata nel 1937 a fianco di Laurence Olivier.
 
Nel frattempo Genn fece il suo debutto cinematografico in Immortal Gentleman (1935), una biografia su Shakespeare in cui interpretò il ruolo del mercante Shylock. L'attore apparve successivamente in una serie di piccoli ruoli non accreditati in pellicole quali Il principe Azim (1938) di Zoltan Korda, e Pigmalione (1938), in cui recitò una breve scena nei panni di un giovanotto che balla con la protagonista Eliza Doolittle (Wendy Hiller). Sempre nel 1938, Genn apparve nella pièce The Flashing Stream di Charles Langbridge Morgan, un successo che varcò l'oceano e venne rappresentato a Broadway.
 
Nonostante le crescenti e allettanti scritture, Genn non abbandonò del tutto la carriera forense fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando venne arruolato nella Royal Artillery, con la quale raggiunse nel 1943 il grado di tenente colonnello , guadagnandosi inoltre la Croix de guerre, prestigiosa onorificenza militare francese.

Terminato il conflitto, fu nominato componente della giuria al Processo di Norimberga, durante il quale sfruttò la sua esperienza legale e raccolse le confessioni dei comandanti nazisti del campo di concentramento di Bergen-Belsen..

Malgrado l'impegno sul fronte bellico, Genn partecipò ad alcune prestigiose produzioni britanniche del periodo, tra cui La via della gloria (1944), dramma di Carol Reed ambientato sul fronte nordafricano, ed Enrico V, riduzione cinematografica dell'omonima tragedia shakespeariana, diretta da Laurence Olivier, in cui Genn interpretò il ruolo del Connestabile di Francia.
 
Nella seconda metà degli anni quaranta, Genn si dedicò a tempo pieno alla recitazione, diventando un interprete richiesto sia in patria che negli Stati Uniti. Il suo aspetto distinto e i suoi modi compiti furono apprezzati a Hollywood[1][2], dove Genn interpretò alcuni memorabili ruoli, tra i quali quello dello psichiatra Mark Kik nel dramma La fossa dei serpenti (1948), accanto a Olivia De Havilland, e quello di Petronio, consigliere di Nerone, nel kolossal Quo vadis? (1951), interpretazione che gli valse una nomination all'Oscar quale miglior attore non protagonista.
 
La successiva carriera cinematografica di Genn rimase improntata a ruoli prevalentemente di caratterista, con apparizioni in celebri film come Moby Dick la balena bianca (1956) di John Huston, in cui impersonò Starbuck, il primo ufficiale della baleniera Pequod, L'affare Dreyfus di José Ferrer (1958), nel ruolo del tenace colonnello Georges Picquart, Il giorno più lungo (1962), spettacolare rievocazione dello sbarco in Normandia, e 55 giorni a Pechino (1963), interpretato accanto ad Ava Gardner, Charlton Heston e David Niven. Da ricordare la partecipazione all'intenso dramma bellico Era notte a Roma (1960), per la regia di Roberto Rossellini, in cui Genn interpretò il ruolo di Michael Pemberton, un maggiore americano in fuga dai lager tedeschi.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #219 il: 13 Febbraio 2013, 12:47:11 »
AUBREY SMITH

Sir C. Aubrey Smith, nome completo Charles Aubrey Smith (Londra, 21 luglio 1863 – Beverly Hills, 20 dicembre 1949),

  ........................ è stato un crickettista e attore britannico.


Gli è stata assegnata una stella al 6327 Hollywood Blvd. della Hollywood Walk of Fame.
Data nascita: 21 Luglio 1863 (Cancro), Londra (Gran Bretagna)
Data morte: 20 Dicembre 1948 (85 anni), Los Angeles (California - USA)

Attore inglese. Durante gli studi all’Università di Cambridge diventa campione nazionale di cricket e coltiva la passione per il teatro frequentando i corsi di recitazione. L’esordio sulle scene avviene nel 1892, ad Hastings. Durante un soggiorno negli Stati Uniti è chiamato a recitare per il cinema in The Builder of Bridges (Il costruttore di ponti, 1915) di G. Irving. Inizia così una lunga carriera cinematografica che lo vede dapprima interpretare alcuni film muti e poi raggiungere il successo negli anni ’30 e ’40 al fianco di star come G. Garbo, L. Howard e S. Temple. Nel 1926 si trasferisce stabilmente negli Stati Uniti. Interpreta ruoli di alti ufficiali, ministri, uomini d’affari, conferendo loro un tono di nobiltà e raffinatezza. Tra i moltissimi titoli cui presta il proprio volto, si ricordano Mancia competente (1932) di E. Lubitsch, I lancieri del Bengala (1935) di H. Hathaway, Il prigioniero di Zenda (1937) di J. Cromwell, Le quattro piume (1939) di Z. Korda e l’esordio hollywoodiano di A. Hitchcock Rebecca, la prima moglie (1940). Nel 1943 è nominato sir. Continua a lavorare fino alla morte.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #220 il: 13 Febbraio 2013, 15:51:03 »
NIELS BOHR

Niels Henrik David Bohr  (Copenaghen, 7 ottobre 1885 – Copenaghen, 18 novembre 1962)

..................... è stato un fisico, matematico, filosofo della scienza, teorico della fisica e accademico danese.
 
Diede contributi essenziali nella comprensione della struttura atomica e nella meccanica quantistica.

Bohr nacque a Copenaghen il 7 ottobre 1885.
Suo padre, Christian Bohr, era un fisiologo danese di religione luterana, docente alla facoltà di Fisiologia all'Università di Copenaghen e scopritore di un comportamento dell'emoglobina detto effetto Bohr, e sua madre, Ellen Adler Bohr, era una ricca borghese danese di origine ebraica assai importante nell'ambiente bancario e parlamentare danese. Suo fratello, Harald Bohr, era un matematico e calciatore della nazionale danese, convocato alle Olimpiadi. Anche Niels era un calciatore dilettante, e giocò per un periodo insieme al fratello in una delle squadre di Copenaghen e venendo convocato, pur senza scendere in campo, per la Nazionale. Bohr si laureò all'Università di Copenaghen nel 1911.
Si trasferì poi all'Università di Manchester, in Inghilterra, dove studiò con Ernest Rutherford.
Rutherford aveva proposto un modello di atomo in cui quasi tutta la massa dell'atomo è concentrata in una porzione molto piccola, il cosiddetto nucleo (caricato positivamente) mentre gli elettroni ruotano attorno ad esso con gusci concentrici detti orbitali. In base alle teorie di Rutherford, Bohr pubblicò il suo modello della struttura atomica, introducendo la teoria degli elettroni che viaggiano in orbite ben definite, che corrispondono ai diversi stadi di energia intorno al nucleo dell'atomo. Bohr, inoltre, introdusse l'idea che un elettrone possa cadere da un'orbita di alta energia a una con energia più bassa, emettendo un fotone di energia definita. Questa teoria fu la base della teoria dei quanti.
Niels Bohr divenne professore all'Università di Copenaghen e direttore "dell'istituto recentemente costruito della fisica teorica". Nel 1922 Bohr ricevette il Premio Nobel per la fisica "per i suoi servizi nell'indagine sulla struttura degli atomi e della radiazione che emana da essi". L'istituto di Bohr fu il punto di riferimento per i fisici teorici negli anni venti e trenta.
Bohr sviluppò inoltre il principio di complementarità, secondo il quale nella descrizione della natura dei processi microfisici entrano in gioco aspetti complementari ma mutuamente esclusivi, come l'aspetto ondulatorio e corpuscolare della luce. L'impossibilità da parte dello sperimentatore di tenere conto simultaneamente, nell'atto della misura, delle proprietà quantistiche complementari, è all'origine del carattere aleatorio e probabilistico delle leggi della meccanica quantistica. Il principio di complementarità si propose fin dall'inizio come cornice concettuale della meccanica quantistica, al cui interno veniva inglobato il principio di indeterminazione di Heisenberg come caso particolare del generale carattere complementare dei processi della fisica atomica. Il principio di complementarità e il principio di indeterminazione sarebbero stati i pilastri portanti della grande interpretazione fisica "ufficiale" della meccanica quantistica, l'interpretazione di Copenaghen.
L'interpretazione di Copenaghen fu attaccata da Albert Einstein, il quale non credeva in una natura intrinsecamente probabilistica dei processi fisici, anche su scala atomica. Egli pensava alla natura come un sistema perfettamente ordinato di leggi naturali semplici e deterministiche. Per questo Einstein e Bohr ebbero vivaci discussioni sui fondamenti fisici e filosofici del mondo naturale.
Il più famoso allievo di Bohr, Werner Karl Heisenberg, fu inoltre per due anni alla testa del programma nucleare tedesco, il progetto del regime nazista finalizzato alla costruzione della bomba atomica. Anche se il ruolo effettivamente avuto da Heisenberg nel programma nucleare tedesco è ancora oggetto di discussione, la sua collaborazione con i nazisti mise fine all'amicizia con Bohr.
Niels Bohr e la sua moglie Margrethe ebbero sei bambini. Due morirono giovani. Uno, Aage Niels Bohr (1922-2009), è stato un Premio Nobel per la fisica nel 1975. Nel settembre 1943, durante l'occupazione nazista della Danimarca, Niels Bohr fuggì in Svezia per evitare l'arresto da parte della polizia tedesca e da lì a Londra. Nel novembre dello stesso anno, invece, Bohr e il figlio Aage si trasferirono negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Alamos, dove, oltre alla sua competenza in materia, risultò importante per informare gli altri scienziati del progetto sullo stato di avanzamento dei progetti nucleari tedeschi.
Dopo la guerra tornò a Copenaghen e sostenne l'uso pacifico dell'energia nucleare. Nel 1957, su iniziativa sua e del politico svedese Torsten Gustafsson, nacque il NORDITA, l'Istituto Nordico per la Fisica Teorica, con sede a Copenaghen. Morì nella capitale danese nel 1962.
L'elemento chimico Bohrio è così chiamato in suo onore.
Gli è stato dedicato un asteroide, 3948 Bohr.
Sulla Luna gli sono stati dedicati un cratere di 71 km di diametro e una valle di 80 km di lunghezza.
Nel 1965, tre anni dopo la sua morte, l'Istituto di Fisica all'Università di Copenaghen ha assunto il nome di "Istituto Niels Bohr".
È ritratto sulla banconota da 500 corone danesi.
Il lavoro teatrale Copenaghen, rappresentato a Broadway e poi con successo in tutto il mondo, scritto da Michael Frayn, è un'interpretazione romanzata di quello che potrebbe essere accaduto nel 1941 durante l'incontro tra Heisenberg e Bohr.
Niels Bohr è protagonista anche di un fumetto, la graphic novel Un pensiero abbagliante di Jim Ottaviani e Leland Purvis che ne ripercorre la vita ed espone le teorie sue e dei suoi contemporanei, con uno stile didattico e vivace.

Curiosità :
Albert Einstein fu amico di Bohr, ed è in una lettera a lui indirizzata nel 1926, nella quale Einstein fece la sua famosa osservazione sulla meccanica quantistica, spesso parafrasata come "Dio non gioca a dadi con l'universo", a cui lui rispose "Non dire a Dio come deve giocare". Più tardi, in una discussione dove John Wheeler proponeva la sua (e di Richard Feynman) interpretazione sui positroni, Einstein ripropose la famosa frase "Non riesco ancora a credere che Dio giochi a dadi", aggiungendo anche "Ma forse mi sono guadagnato il diritto di commettere degli errori".

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #221 il: 13 Febbraio 2013, 16:02:14 »
R.A. FISHER

Ronald Aylmer Fisher (Londra, 17 febbraio 1890 – Adelaide, 29 luglio 1962)

............è stato uno statistico, matematico e biologo britannico.

Viene considerato colui che ha fatto della statistica una scienza moderna, in quanto ha fondato i concetti di riferimento della statistica matematica moderna.

Dal 1919 al 1933 è stato docente presso la stazione sperimentale di Rothamsted, poi, dal 1933 al 1943 a capo del dipartimento di eugenetica all'University College di Londra e infine, dal 1943 al 1957 titolare della cattedra di genetica a Cambridge.
Nel 1918 dimostrò matematicamente che i caratteri genetici (argomento di forte interesse per il neodarwinismo) seguono le regole indicate da Mendel e che si distribuiscono secondo una curva di Gauss.
È stato tra i primi a comprendere l'importanza del campionamento casuale per poter generalizzare i risultati, in opposizione ai campionamenti fatti secondo criteri vari di opportunità.
Nel 1925 perfezionò il metodo ideato da William Sealy Gosset (alias Student) per confrontare due medie, ideando il test "t di Student" attualmente usato e introducendo il concetto di gradi di libertà.
Importante sua innovazione è stata la cosiddetta analisi della varianza, ma è un suo allievo (George W. Snedecor) a utilizzare una distribuzione diversa da quella gaussiana, introducendo la variabile casuale F di Snedecor, dove la F è in onore al maestro (Fisher).
Con The Design of Experiments (1935) introdusse la regola che gli esperimenti devono essere programmati (designed, progettati) prima di essere effettuati, affinché i test statistici possano avere una loro validità. In questo ambito coniò i concetti di ipotesi nulla (H0) e ipotesi sperimentale (H1).
Ha affermato (e si tratta di una grande novità in ambito del metodo scientifico) che nessuna ricerca sperimentale può dimostrare l'ipotesi sperimentale, ma solo "accettare" o "respingere" l'ipotesi nulla, anche se effettuare tanti esperimenti in cui si rigetta l'ipotesi nulla aumenta la credibilità che l'ipotesi sperimentale sia vera.
Nel 1930 propose la Teoria genetica della selezione naturale (The genetical theory of natural selection) nella quale studiava in maniera innovativa diversi concetti nel campo dell'evoluzione, come la selezione sessuale e il mimetismo, arrivando ad enunciare il teorema fondamentale della selezione naturale che afferma che in presenza di selezione naturale la fitness media di una popolazione tende ad aumentare.
Parte di questo lavoro fu volta ad applicare la teoria evoluzionistica alla specie umana secondo i metodi dell'eugenetica. In base al fenomeno per cui una popolazione prolifica ha più probabilità di sopravvivere in virtù della sua maggiore variabilità genetica, Fisher postulò che la tendenza delle classi agiate ad avere pochi figli avrebbe portato al declino la specie umana, e propose quindi di favorire economicamente solo quelle famiglie che avessero un alto numero di figli.
Richard Dawkins ha definito Fisher «il più grande biologo dopo Darwin».
Nonostante la sua abbondante produttività scientifica, è stato presidente della Royal Statistical Society, primo presidente della International Biometric Society, presidente della Société de Biométrie e presidente dell'Istituto Internazionale di Statistica (IIS).
Il fatto che, in seguito alle divergenze con il proprio maestro Karl Pearson, divenne direttore della stazione agraria di Rothamsted, alimenta tutt'ora la leggenda che la statistica moderna e la sua metodologia sia nata in ambito agrario, mentre in realtà Fisher come i suoi predecessori si forma nell'ambito della biometria, psicologia sperimentale o eugenetica. Infatti dopo aver diretto per 14 anni la stazione sperimentale gli venne assegnata la cattedra di eugenetica fondata da Galton e appartenuta a Pearson, e successivamente la Cattedra di Genetica all'Università di Cambridge.
Nel 1936 introdusse con The use of multiple measurements in taxonomic problems l'analisi discriminante (nella fattispecie quella lineare).

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #222 il: 13 Febbraio 2013, 16:13:15 »
RAYMOND ARON

Raymond Claude Ferdinand Aron (Parigi, 14 marzo 1905 – Parigi, 17 ottobre 1983)

.........................è stato un sociologo, filosofo e giornalista francese.
 

Fu noto al grande pubblico per l'amicizia di lunga data con Jean-Paul Sartre (anche se i due non si risparmiarono critiche reciproche) e per la sua analisi critica della popolarità che riscosse l'ideologia marxista in Francia nella seconda metà del XX secolo.
Frequenta il Liceo «Hoche» a Versailles, poi il Liceo «Condorcet» a Parigi; nel 1924 consegue il diploma di maturità.
Dal 1924 al 1928 studia filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Parigi. Conosce Jean-Paul Sartre: i due si legheranno a un rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita.
Terminati gli studi, si iscrive al concorso per la cattedra di insegnamento della filosofia nella scuola superiore e lo vince.
 Nel 1930 inizia un periodo di perfezionamento degli studi che lo porta in Germania. Studia all'università di Colonia (1930-31), poi a Berlino (1931-33).
Per nove anni, Raymond Aron gestisce un circolo privato che si interessa del pensiero storico e sociale.
Tornato in patria, inizia la professione di insegnante al liceo di Havre (1933-34). Poi si trasferisce a Parigi. Nella capitale lavora e studia: è professore presso l'École Normale Supérieure (dove svolge anche l'incarico di segretario del centro di “Documentation sociale” dell'istituto) e studia Lettere. Nel 1938 si laurea; nello stesso anno pubblica i suoi primi due libri: una Introduzione alla filosofia della storia ed un saggio sulla teoria della storia nella Germania contemporanea.
 Nel 1939 decide di cambiare università: è professore incaricato di filosofia sociale presso la Facoltà di lettere di Tolosa.
 Dal 1939 al 1940 partecipa al secondo conflitto mondiale nell'esercito francese. Dopo la presa nazista di Parigi (23 giugno 1940) si trasferisce in Inghilterra. A Londra, rincontra Charles de Gaulle. Durante il periodo inglese è impegnato nelle Forze francesi libere.
 Nel 1945 ritorna a Parigi, dove si stabilisce definitivamente.
Il suo primo incarico accademico è svolto alla Scuola nazionale d'amministrazione di Parigi (1945-47). Dal 1948 al 1954 insegna all'Istituto di studi politici della capitale.
Prosegue l'insegnamento come professore incaricato; dal 1958 insegna presso la Facoltà di lettere e scienze umane della Sorbona. Tra i suoi assistenti spicca Pierre Bourdieu (1930-2002). Aron tiene principalmente corsi su Karl Marx, ciò che ne fa un marxologo giudicato "neutrale" (poiché non-marxista). Dal 1970 alla morte è professore di sociologia della cultura moderna al Collège de France.
La carriera giornalistica di Aron inizia in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale: Aron è redattore capo del giornale La France Libre (giornale in lingua francese con sede a Londra).
 Tornato in Francia, fonda con Jean-Paul Sartre la rivista Les Temps Modernes. Nel 1946 dà vita, insieme ad Albert Camus al giornale Combat . Dal 1947 al 1977 è editorialista al quotidiano Le Figaro .
Dal 1977 fino alla morte scrive per L'Express , di cui è anche presidente del comitato direttivo del giornale . Aron scrive anche per due quotidiani italiani: Corriere della Sera e Il Giornale.
 Durante lo stesso periodo, Aron è stato cronista radiofonico all'emittente Europe numéro 1 (dal 1968 al 1972).
Dopo aver vinto la cattedra in filosofia, Aron assiste agli autodafé organizzati dai nazisti, appena saliti al potere, nel maggio del 1933: questa disfatta del pensiero gli ispira un profondo disprezzo per i regimi totalitari.
 Nel resto degli anni Trenta si dedica quasi totalmente all'attività accademica. Nel 1939 scoppia la seconda guerra mondiale; nel maggio 1940 i nazisti avviano la Campagna di Francia. Dopo nemmeno due mesi, il 24 giugno 1940 la Francia viene sconfitta. Aron sceglie di non compromettersi col regime di Philippe Pétain e parte per Londra seguendo Charles de Gaulle. In Inghilterra si impegna nelle “Forces Françaises Libres”.
Dopo la Liberazione, lavora per un certo periodo al ministero dell'Informazione, diretto dall'amico André Malraux. In più, s’impegna al fianco del "Raggruppamento del Popolo Francese" (RPF), il primo partito fondato da de Gaulle, nel 1947.
Militante negli anni ’50 per l'indipendenza dell'Algeria con il suo opuscolo La tragedia algerina, Aron colpisce l'opinione pubblica francese, che si divide tra lui e Jean-Paul Sartre, l'ideologo della sinistra. Il dibattito tra Aron e Sartre costituisce l'immagine del dibattito intellettuale dell'epoca. I due si ritroveranno, per una volta, a metà degli anni Settanta, per denunciare il regime vietnamita, responsabile del fenomeno dei cosiddetti “boat people”. Scelse Giscard d'Estaing nel 1981. Aron rimane per alcuni il simbolo dell'ideologia tecnocratica e l'immagine della polemica contro gli intellettuali di sinistra.
Molti sono coloro che seguirono il suo insegnamento: Pierre Bourdieu, Pierre Manent, Albert Palle, Jean-Claude Michaud, Jean-Claude Casanova, André Glucksmann, Pierre Hassner, Raymond Boudon e Dominique Schnapper.
 La maggior parte di essi collabora, o ha collaborato, alla rivista Commentaire, fondata insieme a Raymond Barre ed altri allievi. Commentaire può essere considerata una "rivista aronniana". La rivista è anche il punto d'incontro della scuola di pensiero aronniana, fondata su un liberalismo moderato, venato di conservatorismo, con un occhio verso la cultura anglo-sassone.
 È attivo un centro di studi di filosofia politica che porta il nome Centre Raymond Aron presso la Scuola di alti studi e scienze sociali (EHESS) a Parigi.
La cultura francese ha spesso contrapposto Raymond Aron a Jean-Paul Sartre. Considerati tra i massimi intellettuali del secondo dopoguerra, amici nella vita, furono gli epigoni di due stili diversi: Aron l'intellettuale «controcorrente», Sartre la personificazione del «maître à penser».
 Nati nello stesso anno, i due effettuarono un percorso culturale comune. I differenti stili intellettuali emersero presto e le loro vicende si separarono nel 1940, quando Parigi fu occupata dai nazisti. Aron seguì Charles de Gaulle a Londra, mentre Sartre rimase nella capitale occupata dai nazisti.
Dopo la fine della guerra Aron denunciò i crimini del totalitarismo comunista. Quindi si schierò contro l'ideologia marxista, venendo a scontrarsi più volte con Sartre.
 Durante gli anni della contestazione, quando le piazze erano infiammate, Aron prese le distanze dai movimenti. Nel 1968 coniò il termine groupuscules per bollare la tendenza volta all'esasperazione ideologica dell'estrema sinistra.
Nel 1975 denunciò lo scandalo dei «boat people», i rifugiati vietnamiti scappati con ogni mezzo dall'inferno della guerra. Il ruolo di intellettuale scomodo, in questo caso, risultò vincente: lo stesso Sartre riconobbe la correttezza della sua valutazione .

Il Pensiero : Il Totalitarismo :
Definizione di totalitarismo: «Mi sembra che i 5 elementi principali siano i seguenti:
 1.Il fenomeno totalitario sopraggiunge in un regime che concede ad un partito il monopolio dell'attività politica.
 2.Questo partito è animato o armato da un’ideologia alla quale conferisce un'autorità assoluta e che, di conseguenza, diventa la verità ufficiale dello stato.
 3.Per diffondere questa verità ufficiale, lo stato si riserva a sua volta un doppio monopolio: il monopolio dei mezzi per l'uso della forza e quello dei mezzi di persuasione. L'insieme dei mezzi di comunicazione, radio, televisione, stampa, viene diretto dallo stato e da coloro che lo rappresentano.
 4.La maggior parte delle attività economiche e professionali sono subordinate allo stato e vengono, in un certo qual modo, integrate nello stato stesso. Così come lo stato è inseparabile dalla sua ideologia, la maggior parte delle attività economiche e professionali viene “colorata” dalla verità ufficiale.
 5.Essendo ormai tutte le attività attività di stato, ed essendo tutte le attività subordinate all'ideologia, un errore commesso nell'ambito di un’attività economica o professionale diventa al contempo un errore ideologico. Ne scaturisce, in ultima istanza, una politicizzazione, una trasfigurazione ideologica di tutti gli errori che è possibile commettere e, in conclusione, un terrore al contempo poliziesco ed ideologico. (...) Il fenomeno è perfetto allorché tutti questi elementi si realizzano insieme in maniera compiuta».
R. Aron, Démocratie et Totalitarisme, Folio Essais, Gallimard, 1965.

Relazioni Internazionali :
Raymond Aron è un teorico del realismo, fortemente influenzato da Clausewitz e Alexis de Tocqueville.
Per Aron, le relazioni internazionali hanno una loro specificità, essendo ben distinte dalla politica interna degli stati. Nelle relazioni internazionali, vi è una certa «legittimità e legalità nel ricorso per primi alla forza armata»: «Max Weber definiva lo stato come colui che detiene il monopolio della violenza legittima. Noi diciamo che la società internazionale è caratterizzata dall'assenza di un’istanza che detenga il monopolio della violenza legittima. » (Qu'est-ce qu'une théorie des Relations Internationales ? RFSP 1967)
Egli considera impossibile una teoria generale delle relazioni internazionali, rifiutando la concezione causale (esplicativa) in favore di una concezione comprensiva emergente dall'analisi sociologica degli scopi che gli stati possono perseguire. È questo indirizzo "pratico" delle relazioni internazionali che Aron tenterà di sviluppare Paix et guerre entre les nations (1962).
Ogni stato può ricorrere alla guerra per tre motivi: la potenza; la sicurezza; la gloria.
 Aron definisce i sistemi internazionali come degli «insiemi di unità che interagiscono regolarmente, suscettibili di essere implicati in una guerra generale». «La caratteristica di un sistema internazionale è la configurazione dei rapporti di forza».
Egli distingue tra sistemi multipolari e bipolari, così come distingue tra sistemi omogenei (quelli costituiti da stati di uno stesso tipo, che hanno cioè la stessa concezione della politica), e sistemi eterogenei (quelli in cui gli stati sono organizzati secondo principi diversi ed esigono valori contrastanti).
Infatti, la condotta di uno stato non è soltanto governata dai rapporti di forza. Gli interessi nazionali non possono essere definiti senza tener conto dell'ideale politico di uno stato. Il sistema internazionale è determinato dai valori che esistono in seno agli stati, e questi valori influenzano la stabilità del sistema. Aron appartiene alla tradizione del realismo classico delle relazioni internazionali, quello di Edward Carr, Hans Morgenthau e Henry Kissinger. Questo orientamento verrà rimesso in discussione negli anni seguenti, al sorgere delle teorie sistemiche come il neorealismo di Kenneth Waltz (Theory of international politics, 1979).
Nell'opera Pace e guerra tra le nazioni (tr. it. Edizioni di Comunità, Milano, 1970), sulla base di Quincy Wright, distingue quattro tipi di guerra (ivi p. 413): 1) Guerre meramente difensive; 2) Guerre sociali per vendicare un'ingiuria; 3) Guerre economico-politiche per raggiungere obiettivi materiali; 4) Guerre aristocratiche di puro prestigio.

Aron e Marx
Aron studiò a lungo Marx. La sua ammirazione per il filosofo Karl Marx fu ampia soltanto quanto il suo disprezzo per il pensiero marxista-leninista. Aron si dichiarava "marxiano" piuttosto che marxista.
«Sono giunto a Tocqueville partendo dal marxismo, dalla filosofia tedesca e dall'osservazione del mondo attuale... Mi appassionano più i misteri del Capitale che la prosa limpida e triste della Democrazia in America. Le mie conclusioni appartengono alla scuola inglese, la mia formazione viene dalla scuola tedesca», ha scritto. Tutto ciò perché «ho letto e riletto i libri di Marx per 35 anni» (Les étapes de la pensée sociologique, Introduction).

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« Risposta #223 il: 14 Febbraio 2013, 10:25:43 »
DOUGLAS BADER

Sir Douglas Robert Steuart Bader (Londra, 21 febbraio 1910 – Londra, 5 settembre 1982)

................................ è stato un aviatore britannico, asso della Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale.

Accreditato di 20 vittorie aeree, quattro vittorie in comune, sei probabili, una condivisa probabile e 11 aerei nemici danneggiati.

Bader si arruolò nella RAF nel 1928 e ottenne la nomina ad ufficiale nel 1930.
Nel dicembre del 1931 durante delle acrobazie aeree cadde con il proprio aeroplano e perse entrambe le gambe.
Dopo essere stato sul punto di morte, riuscì a guarire, riprese l'addestramento aereo e chiese la riabilitazione come pilota. Malgrado l'assenza di norme specifiche applicabili alla sua situazione, fu messo a riposo per motivi medici. Tuttavia, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, a Bader fu permesso di tornare a far parte della RAF. Mise a segno i primi abbattimenti sui cieli di Dunkerque, durante la battaglia di Francia nel 1940. Prese quindi parte alla battaglia d'Inghilterra e divenne amico e sostenitore di Trafford Leigh-Mallory e della tattica aerea da lui proposta, nota come Big Wing.
Nel mese di agosto 1941 Bader venne catturato dai tedeschi in Francia.
Incontrò e divenne amico di Adolf Galland, un asso dell'aviazione tedesca di primo piano.
Le circostanze nelle quali Bader venne abbattuto nel 1941 sono controverse e recenti ricerche suggeriscono che il suo aereo fu vittima di fuoco amico. Nonostante il suo handicap, Bader tentò numerosi tentativi di fuga e alla fine fu inviato al campo di prigionia del castello di Colditz.
Rimase lì fino a quando il campo non venne liberato dalla Prima Armata del United States Army nell'aprile 1945.
 
Bader lasciò definitivamente la RAF nel febbraio 1946 e in seguito lavorò nel settore petrolifero.

Bader promosse alcune campagne per i disabili, per le quali fu nominato Knight Bachelor nel 1976, e continuò a volare fino a quando la cattiva salute lo costrinse a fermarsi nel 1979. Morì tre anni dopo, il 5 settembre 1982, per un improvviso attacco di cuore.

Curiosità:
La sua vita e la sua carriera nella RAF fino alla fine del conflitto furono il soggetto di un libro, scritto da Paul Brickhill (egli stesso pilota di Spitfire durante la guerra) da cui fu tratto un film di successo negli anni cinquanta: Bader il pilota (Reach for the Sky)

Capitano Sir Douglas Robert Steuart Bader
21 febbraio 1910 - 5 settembre 1982
Nato a Londra
Morto a Londra
Cause della morte infarto
Dati militari : Nazione servita - Regno Unito
Forza armata Royal Air Force
Anni di servizio 1928–1933  1939–1946
Grado Capitano di gruppo
Guerre Seconda guerra mondiale
Campagne Campagna di Francia - Battaglia d'Inghilterra - Fronte occidentale
Decorazioni : Knight Bachelor  Ordine dell'Impero Britannico  Distinguished Service Order  Distinguished Flying Cross
 

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #224 il: 14 Febbraio 2013, 10:28:09 »
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