Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 208686 volte)

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #270 il: 19 Febbraio 2013, 11:58:07 »
ORSON WELLES

segue da seconda


Allo scoppio della seconda guerra mondiale, molti artisti si impegnano in campo politico, o addirittura si arruolano, ma Welles cerca di evitare il servizio di leva; la storica cinematografica Giuliana Muscio ha ritrovato una lettera indirizzata alla MGM e datata 28 aprile 1943, diretta all'Office War Information, nella quale il regista chiede l'esonero dal servizio militare per partecipare a una produzione cinematografica basata su Guerra e pace di Lev Tolstoj, mai però realizzata.

« Non mi piace parlare di cinema, ne ho abbastanza di parlare di film. [...] Se il nostro amato cinema (e naturalmente quando dico "amato" sono serissimo, perché in effetti noi lo amiamo appassionatamente), beh, se il nostro amato cinema smette di essere la grande ossessione contemporanea, allora la creta per le nostre amate statue resterà in mano ai distributori. Cioè, sarà gettata ai cani - e noi dove andiamo a finire? »
(Orson Welles)

La débacle di Terrore sul Mar Nero e di It's all True rappresenta la fine di quella che per Welles era stata preannunciata, poco più di un anno prima, come la folgorante carriera di un genio.
Per alcuni anni, durante il periodo della seconda guerra mondiale, Welles rimane lontano dal mondo del cinema, dedicandosi a trasmissioni radiofoniche di propaganda per la CBS e, in particolare, ad attività di carattere politico quali un ciclo di conferenze sulla natura del fascismo, che egli presiede in tutto il paese, unitamente al sostegno all'amministrazione del presidente americano Roosevelt, per il quale scrive diversi discorsi politici.

Nel frattempo Welles, che nel 1939 ha divorziato dalla prima moglie Virginia Nicholson, e che ha avuto una successiva relazione con l'attrice messicana Dolores del Rio (sua partner in Terrore sul Mar Nero), nel 1943 si risposa con Rita Hayworth, la cui interpretazione in Gilda (1946) ne farà uno dei maggiori sex symbol del dopoguerra.[46] Dal matrimonio con la Hayworth nasce una figlia, Rebecca (1944-2004).
Welles ritorna al cinema grazie al produttore David O. Selznick, che lo scrittura per interpretare il dramma in costume La porta proibita (1944), tratto dal romanzo Jane Eyre, accanto a Joan Fontaine. Con il vigoroso ritratto del protagonista Edward Rochester, l'ombroso eroe romantico nato dalla penna di Charlotte Brontë, Welles può sfruttare al meglio la propria imponente presenza scenica.
Welles e Loretta Young in Lo straniero (1946)

Il successivo impegno cinematografico di Welles rappresenta uno dei momenti più curiosi e affascinanti della sua carriera. Nel film La nave della morte (1944), un tipico prodotto hollywoodiano del periodo bellico, infarcito di sketch e numeri musicali di intrattenimento, Welles ricorre a una sua antica passione, l'illusionismo, producendosi nel Mercury Wonder Show, un famoso spettacolo di magia durante il quale esegue con eleganza alcuni numeri da prestigiatore e si esibisce nel trucco della donna segata a metà, con l'ausilio di una partner d'eccezione, Marlene Dietrich.
Dopo l'interpretazione di un veterano della prima guerra mondiale nel dramma sentimentale Conta solo l'avvenire (1945), accanto a Claudette Colbert, Welles riesce a realizzare ancora tre film a Hollywood: nel primo, Lo straniero (1946), Welles dirige Loretta Young e Edward G. Robinson, interpretando anche il ruolo del protagonista, un ex nazista che tenta di nascondere il proprio passato sotto l'identità di un professore che insegna in un college di un piccolo centro del Connecticut.

Nel 1946 Welles ritorna al teatro con Around the world, un adattamento musicale de Il giro del mondo in ottanta giorni. Lo spettacolo ottiene un grande successo di critica ma lo scarso riscontro di pubblico lascia Welles in disastrose condizioni finanziarie e lo costringe a raggiungere un frettoloso accordo con Harry Cohn, boss della casa produttrice Columbia, per dirigere La signora di Shanghai, un curioso mix di dramma e elementi noir, in cui recita anche nel ruolo del protagonista, il marinaio Michael O'Hara, e affida alla moglie Rita Hayworth il personaggio di Elsa Bannister, una femme fatale falsa e amorale.

Welles ricorre ad alcune originali ambientazioni, come nella scena dell'incontro tra O'Hara e la Bannister tra le vasche di un grottesco acquario, e come la lunga sequenza da incubo in un tentacolare luna park, che culmina nella sparatoria finale all'interno di un labirinto di specchi. Sua è anche la rielaborazione del look della Hayworth, le cui celeberrime chiome lunghe e rosse vengono sacrificate da Welles in favore di un'acconciatura più corta e di un biondo più freddo e più aderente al cliché di spietata dark lady.

L'uscita del film, oggi considerato un "classico", viene bloccata da Harry Cohn, inorridito dalla possibile reazione del pubblico di fronte alla drastica trasformazione dell'immagine della Hayworth. "La signora di Shanghai" verrà distribuito solo nel 1948, all'epoca in cui Welles e la Hayworth avviano le pratiche di divorzio, dopo un matrimonio durato cinque anni. La Hayworth, in seguito, lodò in più di un'occasione la pellicola, sostenendo di aver creduto moltissimo nelle capacità dell'ex marito, affidandosi senza timori al suo genio.

Archiviata l'esperienza nel genere noir, nell'estate del 1947 Welles si dedica alla trasposizione cinematografica del Macbeth di Shakespeare (di cui è regista e interprete), ottenendo dalla casa produttrice Republic Pictures un tempo di soli 23 giorni per terminare la lavorazione, un singolo teatro di posa e un budget così ridotto da costringere il regista a ricorrere a scenari e sfondi di cartapesta. Nonostante i mezzi tecnici limitati e le restrizioni in termini di tempo, la versione del Macbeth realizzata da Welles è da considerarsi parzialmente riuscita, ma non basta ad evitare la conclusione della prima fase hollywoodiana della sua carriera.
 
I primi anni in Europa (1949-1957)
Nel 1948 Welles lascia definitivamente la cittadina californiana e si trasferisce in Europa, dove inizia a concentrarsi su una nuova trasposizione di un dramma shakesperiano, l'Otello, che intende dirigere e interpretare. La necessità di finanziare questo progetto lo costringe ad accettare alcune parti in film americani realizzati in Europa, quali Gli spadaccini della serenissima (1949), Il principe delle volpi (1949) e La rosa nera (1950) (gli ultimi due accanto a Tyrone Power). Si tratta di pellicole in costume, con scenografie ridondanti, in cui Welles si produce in annoiate interpretazioni di personaggi intriganti e appesantiti da eccessivi orpelli.
 
Il terzo uomo : « Odiavo Harry Lime. Non aveva passioni, era freddo: era Lucifero, l'angelo caduto »
(Orson Welles)

Nel 1949, Welles ottiene un ruolo che si rivela di fondamentale importanza per la sua carriera e in cui verrà spesso identificato, quello del bieco Harry Lime ne Il terzo uomo (The Third Man, 1949), diretto da Carol Reed e sceneggiato dallo scrittore inglese Graham Greene, che dal film trarrà successivamente un romanzo di successo.

Ambientato nella Vienna dell'immediato dopoguerra, il film ruota attorno alla misteriosa figura di Harry Lime, un ignobile avventuriero che traffica in penicillina adulterata in una città sconvolta dagli eventi bellici. La trama prevede che il personaggio di Lime compaia solo in un numero limitato di scene, ma il fatto che nel film si continui a parlare di lui (sono state calcolate ben 57 allusioni verbali a Lime, prima della sua entrata in scena), lo colloca automaticamente al centro dell'attenzione dello spettatore.
Il film ottiene un enorme successo di pubblico, e la carismatica presenza di Welles, che appare per pochi minuti ma il cui cinico e sfrontato personaggio è continuamente citato per tutto il film, contribuisce a consolidare la sua popolarità, già nel frattempo rafforzata fin dal pubblicizzato matrimonio con Rita Hayworth.

L'infernale Quinlan :« Quinlan è un personaggio degno di Shakespeare, e può essere considerato la sintesi di molti "cattivi" della carriera di Welles: ha l'energia dittatoriale di Kane, il sarcasmo ironico di Rochester, la mancanza di limiti morali di Macbeth, la brutalità volgare di Renchler ed il sentimentalismo nascosto di Varner. In più, c'è un aspetto di Quinlan che lo rende quasi nobile, perfino degno di stima: il suo amore ossessivo per la giustizia. » (Joseph McBride)

Nel 1958 Welles accetta un incarico dalla Universal Pictures per dirigere e interpretare L'infernale Quinlan, un film inizialmente di ambizioni modeste che si rivela invece, secondo il parere degli storici del cinema e di parecchi estimatori, come un altro capolavoro assoluto di Welles,[57] che qui ritrova la sua inesauribile creatività di regista, ricorrendo a lunghissimi piani sequenza, ad audaci movimenti aerei di gru, e a delicate carrellate senza stacchi per assicurare la continuità dell'azione.
L'ormai celeberrimo incipit de L'infernale Quinlan è costituito da un lungo piano sequenza introduttivo, che Welles dirige in maniera magistrale e per mezzo del quale può coinvolgere immediatamente il pubblico, fornendo un meccanismo narrativo di forte tensione emotiva, dal quale lo spettatore può trarre una molteplicità di indicazioni sulla trama e sui personaggi protagonisti del film, ambientato a Los Robles, una cittadina di confine tra gli Stati Uniti e il Messico.

Di costituzione robusta fin dalla nascita, Welles raggiunge un certo grado di obesità negli ultimi anni di vita, anche a causa di alcune disfunzioni fisiche accumulate con l'avanzare dell'età. In questo periodo compare in numerose campagne pubblicitarie di vini, hot dog e altri prodotti alimentari, consolidando la propria fama di buongustaio (evidente anche nel film-documentario F come Falso) e di viveur.
 
Orson Welles muore nell'amata/odiata Hollywood, per un attacco cardiaco, il 10 ottobre 1985.
Lo stesso giorno della scomparsa di Yul Brynner, altra leggenda del cinema americano.
Solo il giorno precedente, aveva registrato una puntata televisiva del Merv Griffin Show, in cui si era esibito in un abile gioco di prestigio.
 
Le sue ceneri riposano a Ronda (Spagna), nella hacienda (fattoria) che fu residenza del torero Antonio Ordoñez e dove il diciannovenne Welles trascorse qualche mese durante i suoi vagabondaggi giovanili.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #271 il: 19 Febbraio 2013, 12:21:26 »
JAMES WHITMORE

James Whitmore (White Plains, 1º ottobre 1921 – Malibù, 6 febbraio 2009 - 87 anni )

....................................è stato un attore cinematografico e attore televisivo statunitense.


Nato nello stato di New York, Whitmore si laureò all'Università Yale, dove fece parte dell'associazione Skull and Bones, e fu arruolato durante la Seconda guerra mondiale nella Marina statunitense, servendo nella zona del Canale di Panama.
 
Ritornato in patria al termine del conflitto, iniziò a recitare a Broadway proprio nei panni di un militare in Command Decision, con cui vinse un meritato Tony Award nel 1948.
La MGM gli offrì un contratto ma il suo ruolo nella riduzione cinematografica della pièce, trasporta sullo schermo con il titolo Suprema decisione (1948), andò a Van Johnson.
 
Il successo tuttavia non tardò ad arrivare per Whitmore. Dopo il noir d'esordio, Mani lorde (1949), interpretato al fianco di Glenn Ford, l'attore apparve nel suo primo grande film, Bastogne (1949), che gli valse la prima nomination al premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 1950.
 
Volto scolpito e fisico massiccio, prototipo dei grandi caratteristi, Whitmore apparve come comprimario in molti film bellici, polizieschi e fantascientifici, lavorando con grandi registi quali John Huston, Raoul Walsh, Anthony Mann, Don Siegel.
Fu nuovamente candidato all'Oscar nel 1976 come miglior attore protagonista per Give 'em Hell, Harry! (1975), film su Harry Truman, e recitò anche in diverse pellicole di produzione europea.
 
Tra i suoi ruoli più conosciuti, va ricordata la figura dolente di Brooks, l'anziano carcerato suicida in Le ali della libertà (1994), oltre a una serie di brevi cameo in altri film degli anni ottanta e novanta. Intensa anche la sua attività sul piccolo schermo, come nella serie Tony e il professore, con Enzo Cerusico, e in episodi di Ai confini della realtà, Gunsmoke, OZ e CSI: Scena del crimine.
 
Ammalato da tempo di cancro ai polmoni, Whitmore si è spento il 6 febbraio 2009 nella sua casa di Malibù, all'età di 87 anni.


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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:41:40 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #272 il: 19 Febbraio 2013, 12:29:58 »
DAVID OGILVY

David MacKenzie Ogilvy (West Horsley, 23 giugno 1911 – Touffou, 21 luglio 1999 - 88 anni )

.................................. è stato un pubblicitario britannico. Nel 1948 ha fondato l'agenzia Ogilvy & Mather.
 
Nel periodo in cui Bill Bernbach dava il via alla cosiddetta Seconda rivoluzione creativa, Ogilvy ridiede visibilità e vigore alla corrente scientifica della pubblicità moderna. Formulò il concetto di Brand image.
David Ogilvy nasce nel villaggio di West Horsley, nei pressi di Guilford, da una famiglia agiata e di nobili origini, il padre è scozzese e la madre irlandese. Trascorre la propria infanzia nella casa che una volta era appartenuta a Lewis Carroll, l'autore di Alice nel Paese delle Meraviglie.
 
Nel 1920, all'età di nove anni, viene iscritto al Dotheboys Hall, college aristocratico di Eastbourne.
A partire dal 1924 frequenta il Fettes College di Edimburgo, prestigiosa scuola che annoverava tra i suoi direttori un prozio dello stesso Ogilvy, ministro di grazia e giustizia scozzese. Qui stringe amicizia con ragazzi che un giorno sarebbero diventati deputati del parlamento inglese (Ian MacLeod, Nial Macpherson, Knox Cunningham).
Successivamente vince una borsa di studio per frequentare i corsi di storia presso la Christ Church, Università di Oxford, ma verrà espulso poco dopo perché ritenuto troppo distratto e irrequieto, e non proseguirà con la carriera accademica.
 
A partire dal 1931, e più o meno fino il 1948, gira il mondo e si cimenta nei mestieri più disparati: è chef nel ristorante dell'Hotel Majestic di Parigi, è venditore porta a porta in Inghilterra, è assistente sociale nei quartieri poveri di Edimburgo, è aiutante di George Gallup negli Stati Uniti d'America, è collaboratore di Sir William Stephenson presso la British Security Coordination, è contadino in Pennsylvania.
 
In particolare, nel periodo in cui è venditore porta a porta di forni AGA a Londra, ottiene un notevole successo, tanto che il suo principale lo invita a scrivere un manuale di vendita. Tale manuale desta l'interesse del fratello maggiore di Ogilvy, Francis, all'epoca account manager dell'agenzia pubblicitaria Mather & Crowther, che lo fa leggere ai propri datori di lavoro. L'impressione ottenuta è più che favorevole, e David Ogilvy viene assunto.
Nel 1938 convince la Mather & Crowther a mandarlo a New York per imparare le tecniche pubblicitarie americane: non ritornerà più a casa.
Trova impiego presso l'entourage di ricerche statistiche di George Gallup, e trascorre i tre anni successivi a girare gli Stati Uniti e a studiare speranze, ambizioni e abitudini del popolo americano negli anni della Seconda guerra mondiale.

Annovera tra i suoi grandi maestri "spirituali" i copywriter Claude C. Hopkins, Raymond Rubicam, George Cecil, James Webb Young e John Caples.
Tuttavia, ad un tratto, inspiegabilmente, decide di abbandonare il mondo della pubblicità e delle ricerche di marketing e di comprare una fattoria Amish per andare a fare l'agricoltore. Rimane a coltivare tabacco in Pennsylvania per circa tre anni, ma gli scarsi risultati lo spingono ad abbandonare tutto un'altra volta e a ritentare col mondo degli affari, consapevole però che a 38 anni non sarebbe mai riuscito a farsi assumere da un'agenzia pubblicitaria americana.
Riesce però a farsi assumere da una inglese, in un certo senso: nel 1948 decide di fondare una propria agenzia pubblicitaria, col sostegno del fratello Francis, che nel frattempo era salito a capo della Mather & Crowther, della agenzia britannica S. H. Benson, e della filiale americana della Wedgwood China.
La nuova impresa sarebbe stata inaugurata nella città di New York, ma solo dopo aver fatto fronte a quell'imposizione dei soci che prevedeva che la direzione fosse affidata ad un americano. Viene così chiamato dagli uffici di Chicago della J. Walter Thompson Anderson Hewitt, e la neonata agenzia viene battezzata col nome di Hewitt, Ogilvy, Benson & Mather.
Da qui in poi la storia di Ogilvy sarà indissolubilmente legata a quella della propria agenzia. Egli diventerà uno dei più importanti e famosi pubblicitari della seconda metà del Novecento.
 
Nell'estate del 1962, sulla falsa riga di quanto aveva già fatto Claude C. Hopkins nel lontano 1927, decide di scrivere un memoriale nel quale raccontare i successi ottenuti nell'arco della propria carriera: Confessioni di un pubblicitario. Il libro ottiene un notevole apprezzamento generale, e vanterà addirittura una seconda edizione (riveduta e corretta) pubblicata nel 1987.
Nel 1983 darà alle stampe anche un vero e proprio manuale del pubblicitario: Ogilvy on Advertising
« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:40:19 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #273 il: 19 Febbraio 2013, 12:39:08 »
PABLO CASALS

Pau Casals i Defilló,  noto anche col nome spagnolizzato Pablo Casals, (El Vendrell, 29 dicembre 1876 – San Juan, 22 ottobre 1973 - 96 ANNI ),


............................................... è stato un violoncellista, compositore e direttore d'orchestra spagnolo.

 Costretto dalle imposizioni delle dittature in Spagna ad utilizzare nei documenti ufficiali il nome spagnolizzato Pablo Casals, divenne famoso con questo nome, pur avendolo ripudiato insieme alla nazionalità spagnola in molte occasioni, sostenendo fieramente la nazionalità catalana e opponendosi al regime franchista. È considerato il fondatore della moderna tecnica violoncellistica, ed è noto per la sua registrazione delle Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach e per l'opera di recupero che compì su di esse.

A 5 anni era soprano del coro della chiesa del suo paese, a 7 suonava il pianoforte, il violino e l'organo, e componeva.
Ribellatosi alla decisione del padre (che pure era stato il suo maestro) che lo voleva carpentiere, Casals si recò a studiare il violoncello a Barcellona, poi a Madrid, quindi a Parigi, suonando nei bistrò e nelle sale da ballo per vivere.
A 23 anni debuttò a Parigi e cominciò una carriera di successi in Europa e nelle Americhe. Nel frattempo si dedicava al progresso della cultura musicale del suo paese, fondando l'Orchestra Pau Casals e la Associazione Concertistica dei Lavoratori.
Allo scoppio della Guerra civile spagnola si schierò contro i rivoluzionari franchisti. Per nove anni visse ritirato a Prada in Francia, e solo dal 1956, trasferitosi a Porto Rico, riprese la sua attività.
Ha insegnato all'Accademia Musicale Chigiana di Siena; fra i suoi allievi diventati celebri vi sono Gaspar Cassadó, Jacqueline du Pré, Angelica May ed anche Leopold Rostropovich, padre e primo insegnante di Mstislav Rostropovich.
 
Morì a Porto Rico a 96 anni, nel 1973.

Opere:
Virtuoso della tecnica violoncellistica, sostenne un approccio allo strumento di Libertà con ordine (in inglese Freedom with Order)
 studiando un equilibrio fra tensione e rilassamento nella mano sinistra del violoncellista, funzionale alla trasmissione dei significati emotivi della musica. Nell'ambito delle sue esecuzioni, è ricordato per le Sei Suites per violoncello solo di Bach, che lui ha riscoperto facendole rientrare nel repertorio violoncellistico trasformando la sua esecuzione nell'apice del virtuosismo violoncellistico del XX secolo.
Dopo la sua registrazione delle suites per violoncello, in molti compositori maturò il riconoscimento del violoncello come strumento solista, tanto che il repertorio per violoncello solo nella prima metà del XX secolo crebbe a dismisura: fra il 1900 e il 1960 furono scritte oltre 160 composizioni per violoncello, di cui molti concerti per violoncello.
Sebbene virtuoso del violoncello, Casals considerava l'orchestra lo "strumento" più completo. Come compositore ha scritto sinfonie, quartetti d'archi, canzoni, sonate per piano e violoncello, pièces per solo violino e violoncello e il monumentale oratorio El Pessebre (Il presepio) per solisti, coro e orchestra sinfonica. Mentre era in vita, comunque, ha permesso che solo alcune venissero pubblicate.
 
Il 1972 ricevette l'incarico di comporre l' Inno delle Nazioni Unite su testo del poeta W. A. Auden

Nazionalità :
Pau Casals è di origine catalana, ma le dittature in Spagna imponevano ai cittadini di utilizzare il loro nome in lingua spagnola. Pau Casals fu costretto così ad utilizzare nei documenti ufficiali un nome spagnolizzato, Pablo Casals, con cui è diventato noto nella sua carriera violoncellistica. Ripudiò manifestamente la nazionalità spagnola e il regime franchista in più occasioni, come quando eseguì nel Palazzo di Vetro un inno per le Nazioni Unite e fu insignito da U Thant della medaglia della pace delle Nazioni Unite per la sua presa di posizione per la pace, la giustizia e la libertà nel regime franchista[4]. In quest'occasione pronunciò un famoso discorso in inglese sulla nazionalità catalana reso noto anche dal suo esordio I am a Catalan (Io sono catalano).

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #274 il: 19 Febbraio 2013, 15:15:12 »
JACK LEMMON

Jack Lemmon, nato John Uhlerin Lemmon III (Newton, 8 febbraio 1925 – Los Angeles, 27 giugno 2001 - 76 anni ),

..............................................è stato un attore statunitense.
 

Era figlio di John Uhler Lemmon Jr. e di Mildred Burgess Larue Noel. Il padre era un uomo d'affari di successo della zona di Boston.
Lemmon studiò all'Università di Harvard. Dopo alcuni anni, tra gli anni quaranta e i cinquanta, passati in televisione, ottenne il primo importante ruolo in La nave matta di Mr. Roberts, del 1955, con il quale vinse il suo primo Oscar, come migliore attore non protagonista per l'interpretazione del pigro ed egoista ufficiale minore Frank Pulver; il secondo lo otterrà 18 anni dopo, questa volta come attore protagonista, per Salvate la tigre.

Lemmon fu uno degli interpreti preferiti del regista Billy Wilder che ne sfruttò con abilità l'innato talento brillante, e con il quale girò diversi film, tra i quali A qualcuno piace caldo (1959), L'appartamento (1960), Irma la dolce (1963), Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? (1972), e Prima pagina (1974).

Assieme a Walter Matthau formò per anni un proficuo sodalizio artistico, iniziato con Non per soldi... ma per denaro (1966), diretto proprio da Wilder, che ebbe la geniale intuizione di farli recitare insieme, e proseguito con diverse pellicole, delle quali forse la più rappresentativa ed emblematica è La strana coppia (1968), che avrà trent'anni dopo un seguito in La strana coppia 2 (1998), rimasto il loro ultimo film: in mezzo titoli di successo quali Prima pagina (1974) e Buddy Buddy (1981), sempre di Billy Wilder, Gli impenitenti (1997) e il dittico Due irresistibili brontoloni (1993) e That's Amore - Due improbabili seduttori (1995). Inoltre i due apparvero, sebbene in scene diverse, nei film drammatici JFK - Un caso ancora aperto (1991) e Storie d'amore (1995), e nella sua unica regia Lemmon diresse proprio Matthau (Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter, 1971).
 
Il figlio Chris recitò con lui in Airport '77 (1977), Così è la vita (1986) e Dad - Papà (1989). L'ultima apparizione di Lemmon sul grande schermo fu un cameo, peraltro non accreditato, nel film di Robert Redford, La leggenda di Bagger Vance (2000).
 
Nel giugno 2001 Lemmon scomparve a causa di un cancro alla vescica: aveva 76 anni e fu sepolto al Westwood Village Memorial Park Cemetery di Westwood (Los Angeles), accanto al suo fraterno amico Walter Matthau.

Lemmon si sposò due volte, la prima con Cynthia Stone (1950 – 1956), dalla quale ebbe il figlio Chris (1954) e dalla quale divorziò, e la seconda con Felicia Farr (1962 – 2001). Quest'ultimo fu un matrimonio che durò quasi 40 anni e dal quale nacque la figlia Courtney (1966).


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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 15:29:58 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #275 il: 19 Febbraio 2013, 15:28:29 »
GLENN  FORD

Glenn Ford, nome d'arte di Gwyllyn Samuel Newton Ford, (Sainte-Christine, 1 maggio 1916 – Beverly Hills, 30 agosto 2006- 90 anni ),

................................................ è stato un attore statunitense di origine canadese.
 
Ford è conosciuto per le sue interpretazioni in film di genere western e noir, nei quali ha ricoperto ruoli di uomo comune immerso in circostanze inusuali.Si trasferì con la famiglia a Santa Monica in California in giovane età e venne naturalizzato cittadino statunitense nel 1939. La sua prima interpretazione, ancora accreditato col suo vero nome, fu nel film Night in Manhattan (1937). Nel 1942, la sua promettente carriera cinematografica fu interrotta dalla Seconda guerra mondiale: l'attore partì come volontario con la Marina statunitense. In seguito, sia durante la guerra di Corea che la guerra del Vietnam, si recò a visitare le truppe statunitensi.

Dopo il servizio militare, la carriera di Ford prese slancio e gli consentì di ricoprire ruoli in film memorabili come Gilda (1946), in cui recitò a fianco di Rita Hayworth. Con lei interpretò altri quattro film e in seguito recitò con altre grandi attrici come Bette Davis, Gloria Grahame, Ingrid Thulin.
 
La carriera di Ford proseguì durante gli anni cinquanta e gli anni sessanta, e continuò fino ai primi anni novanta con un maggior numero di ruoli televisivi. Tra le sue interpretazioni più famose in film d'azione, thriller e drammi si annoverano: L'anima e il volto (1946), Il grande caldo (1953), Il seme della violenza (1955), Oltre il destino (1956), Operazione terrore (1962), I quattro cavalieri dell'Apocalisse (1962), Superman (1978), in cui interpretò la parte del padre adottivo del supereroe, western come Il segreto del lago (1951), La pistola sepolta (1955), Quel treno per Yuma (1958) e Cimarron (1960), e commedie come La casa da tè alla luna d'agosto (1956) e Una fidanzata per papà (1963).

Ford si sposò (e divorziò) quattro volte, rispettivamente con l'attrice e ballerina Eleanor Powell, Jeanne Baus, Kathryn Hays e Cynthia Hayward. Da Eleanor Powell ebbe un figlio, Peter Ford, anche lui attore.

Dopo esser stato nominato nel 1957 e nel 1958, Glenn Ford vinse il Golden Globe come miglior attore per la sua interpretazione nel film Angeli con la pistola (1961) di Frank Capra. Per il suo contributo all'industria del cinema, Glenn Ford ha meritato una stella nella Walk of Fame di Hollywood al numero 6933 di Hollywood Boulevard. Nel 1978 fu ammesso alla Western Performers Hall of Fame del National Cowboy And Western Heritage Museum di Oklahoma City. Nel 1992 fu insignito della Legion d'onore per le sue azioni durante la Seconda guerra mondiale.

Nel 1991, a seguito di un attacco cardiaco, si ritirò dalle scene.
Ha vissuto con la famiglia del figlio a Beverly Hills dal 2005 fino alla sua morte, il 30 agosto 2006.
 
Nel 2011 è stata pubblicata una sua biografia, A Life in Film, curata dal figlio Peter Ford insieme a Christopher Nickents

da wikipidia
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Nato in Canada e si è trasferito in California con la famiglia a otto anni. Attore di teatro e poi di cinema, durante la guerra si arruola nei marines.
Da Broadway al grande schermo:
Da Broadway passò al cinema nel 1939 dove esordì in Heaven with a Barbed Wire Fence, di R. Cortez, cui seguirono: Seduzione, 1940, di K. Vidor, che lo vide a fianco di una futura"diva": Rita Hayworth; Così finisce la nostra notte, un film antinazista di J. Cromwell, tratto nel 1941 da un romanzo di E.M. Remarque; Martin Eden, 1942, da J. London. Militare nella Marina dal 1942 al 1946, Ford tornò sugli schermi in Gilda, 1946, di C. Vidorr, ancora accanto alla Hayworth, con la quale successivamente interpretò Gli amori di Carmen, 1948, di C. Vidor e Trinidad, 1952, di V. Sherman.
Re del western e del noir :
Nonostante abbia frequentato un po' tutti i generi, Ford si trova particolarmente a proprio agio nel western e nel noir-poliziesco, con molti film in cui può dar prova delle proprie doti d'attore, trasformando la propria faccia da uomo qualunque nella maschera di pietra del duro che affronta un'impresa difficile. Vediamo questa trasformazione in Il grande caldo (1953), di Fritz Lang, in cui Ford è un poliziotto che spazza via un'organizzazione criminale che gli ha ucciso la moglie. Simpatico, ben portante, attore piuttosto solido e versatile, Ford tratteggiò una vasta galleria di"tipi" tra i quali spicca il personaggio del"duro", ma dotato di una coscienza in nome della quale agisce: La bestia umana, 1954, entrambi di F. Lang; Il seme della violenza, 1955, di R. Brooks; Il ricatto più vile, 1956, di A. Segal; Quel treno per Yuma, 1957, di D. Daves; La legge del più forte, 1958, di G. Marshall. Oltre ai ruoli di duro, Ford dimostra di sapersi calare anche in contesti più leggeri o addirittura comici (Gazebo, 1960; Angeli con la pistola, 1961; Una fidanzata per papà, 1963). Nel 1962 tentò con successo il genere brillante in Angeli con la pistola, di F. Capra, con B. Davis e successivamente interpretò Il granduca e Mr Pimm, 1963; Tre donne per uno scapolo, 1964; Destino in agguato, 1964; La trappola mortale e Gli indomabili dell'Arizona, 1965, entrambi di B. Kennedy. L'ultima interpretazione degna di nota è il piccolo ruolo del padre di Superman, nel film dedicato al supereroe nel 1978. A questo film succedono Stridulum (1979), sempre nel 1979 Day of Assassin, Virus. Ultimo rifugio: Antartide (1980), Compleanno di sangue (1981) , Casablanca Express (1989), Border Shootout (1990) e infine Intuizioni mortali (1991).

Cala il sipario :
 Il 1991, a seguito di un attacco cardiaco, segna il suo definitivo ritiro dalle scene. Da quel momento momento vive con la sua famiglia fino al suo decesso (30 agosto del 2006).

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 15:42:53 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #276 il: 19 Febbraio 2013, 15:39:24 »
JOHN  MILLS

Sir John Mills, pseudonimo di Lewis Ernest Watts Mills (North Elmham, 22 febbraio 1908 – Denham, 23 aprile 2005),

.........................................................è stato un attore britannico.
 
Vinse il premio Oscar al miglior attore non protagonista nel 1971 per la sua interpretazione in La figlia di Ryan.

Nato nella Watts Naval School a North Elmham nel Norfolk, venne educato alla Norwich School High School for Boys.
 
Mills si appassionò fin da giovane alla recitazione, facendo il suo debutto teatrale nel 1929 al London Hippodrome nella pièce The Five O'Clock Girl. La sua prima apparizione cinematografica risale invece al 1932 nella pellicola The Midshipmaid, ma il suo primo ruolo di una certa rilevanza fu nel film Addio, Mr. Chips! (1939), versione cinematografica dell'omonimo romanzo di James Hilton.
 
Nel 1979 interpreta il personaggio del professor Bernard Quatermass, nel quarto episodio televisivo della saga creata da Nigel Kneale, Quatermass conclusion: la Terra esplode, successivamente distribuito anche al cinema in un condensato dal titolo The Quatermass Conclusion (1979).
 
Tra le sue ultime apparizioni, da ricordare quella in Cats (1998), versione filmata del celebre musical omonimo di Andrew Lloyd Webber.
 
È padre delle attrici Hayley Mills e Juliet Mills.


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #277 il: 19 Febbraio 2013, 15:52:00 »
HARRY MANCINI

Henry Mancini, nome d'arte di Enrico Nicola Mancini (Cleveland, 16 aprile 1924 – Beverly Hills, 14 giugno 1994 - 70 anni ),

....................................... è stato un compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore statunitense.

In particolare di musica da film, nonché autore di brani celeberrimi come Moon River e il tema della Pantera Rosa o Baby Elephant Walk (dal film Hatari!).

Henry Mancini nacque a Cleveland, in Ohio, il 16 aprile 1924 figlio di immigrati italiani originari di Scanno (in provincia de L'Aquila)
che si trasferì poco dopo in Pennsylvania. Si avvicinò alla musica a otto anni, grazie al padre Quinto, un lavoratore dell'industria siderurgica con la passione per il flauto che scelse per il piccolo Henry l'ottavino come primo strumento. A dodici anni iniziò a studiare pianoforte, per proseguire poi con la composizione sotto la guida di Mario Castelnuovo-Tedesco.
 
Nel 1942, terminate le scuole superiori, si trasferì a New York per frequentare la scuola musicale Juilliard School. La seconda guerra mondiale gli impedì però di completare gli studi: fu chiamato sotto le armi, e fino al 1945 servì in aeronautica e in fanteria.
 
Finita la guerra fu chiamato come pianista e arrangiatore nell'orchestra di Glenn Miller, in via di riorganizzazione dopo la prematura scomparsa del grande musicista, avvenuta durante il conflitto. Si innamorò della cantante dell'orchestra, Virginia O'Connor, che sposò nel 1947. Dal loro matrimonio nacquero tre figli.
 
Cinema e colonne sonore :
L'ingresso di Henry Mancini nel mondo del cinema avvenne nel 1952, quando fu assunto nel dipartimento di musica della Universal Pictures. Il successo arrivò al suo secondo lavoro con la casa produttrice: il film La storia di Glenn Miller (1954), basato sulla vita del grande musicista, fece guadagnare a Mancini la sua prima nomination all'Oscar.
 
I principali successi di Henry Mancini furono legati alla sua lunga e felice collaborazione con il regista Blake Edwards. Il loro primo lavoro insieme fu la serie televisiva Peter Gunn (1958), il cui tema principale, molti anni più tardi, sarà ripreso e inserito nella colonna sonora di The Blues Brothers.
 
Successivamente Edwards affidò a Mancini la colonna sonora del suo film Colazione da Tiffany (1961): nacque così Moon River, uno dei suoi brani più celebri e amati. Mancini fu premiato con due Oscar. L'anno successivo ottenne un altro Oscar per The Days of Wine and Roses, canzone che dava il titolo all'omonimo film (1962) con Jack Lemmon.
 
Nel 1964 fu la volta di un altro grande successo internazionale, il tema della Pantera Rosa, composto da Mancini per l'omonimo film di Edwards, e poi inserito in tutti i successivi episodi della serie e nei cartoni animati della Pantera Rosa.
 
Mancini curò inoltre la colonna sonora di Peter Gunn: 24 ore per l'assassino (1967), ancora diretto da Blake Edwards e ispirato alla serie televisiva a cui aveva già lavorato in precedenza.
 
Sua la colonna sonora del film ufficiale intitolato " Visions of Eight " dedicato ai XX Giochi Olimpici di Monaco di Baviera 1972 e girato da otto registi, tra cui Milos Forman, Kon Ichikawa, Claude Lelouch, John Schlesinger, Mai Zetterling, ...
 
Mancini venne poi insignito del quarto Oscar per le musiche originali di Victor Victoria (1982), anche questo diretto da Blake Edwards.
 Il suo unico musical teatrale è l'adattamento del film che, sempre diretto da Edwards e con Julie Andrews che riprese il suo ruolo cinematografico, debuttò a Broadway nel 1995, poco dopo la morte del compositore.
 
Altro suo successo da menzionare, è la colonna sonora della miniserie TV Uccelli di rovo, in particolare con il brano Meggie's Theme, di grande impatto emotivo.
 
I riconoscimenti :
In oltre quarant'anni di carriera nel cinema, Henry Mancini firmò le musiche di oltre cento film e vinse quattro Oscar su 18 nomination, a cui vanno aggiunti 20 Grammy e due Emmy. Pubblicò più di 50 album, con oltre 300 milioni di copie vendute in tutto il mondo, e compose oltre 500 canzoni.
 
Il 13 aprile 2004 gli Stati Uniti hanno emesso un francobollo commemorativo in suo onore da 37 cents, dove Mancini è ritratto mentre dirige davanti ad una platea di spettatori, con la Pantera Rosa che lo indica da un angolo. Sullo sfondo scorrono i titoli dei film più famosi di cui ha curato le musiche.

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 16:08:03 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #278 il: 19 Febbraio 2013, 16:00:06 »
H.L. MENCKEN

Henry Louis Mencken (Baltimora, 12 settembre 1880 – Baltimora, 29 gennaio 1956 - 75 anni )

..................................................è stato un giornalista e saggista statunitense, nonché curatore editoriale.

Conosciuto come il "Saggio di Baltimora", ed è noto soprattutto per la pungente satira della società puritana del suo Paese e per i suoi studi di linguistica, attività che lo hanno reso uno dei più influenti scrittori americani della prima metà del XX secolo.Mencken nasce da August Mencken, di origine tedesca, proprietario di una fabbrica di sigari. A tre anni, la sua famiglia trasloca in una nuova casa al 1524 Hollins Street, nel quartiere di Union Square, a Baltimora. Tranne che per una parentesi di cinque anni, durante il matrimonio, Mencken vivrà in quella casa per tutto il resto della sua vita.
 
I genitori di Mencken insistono perché la sua educazione superiore verta più sul lato pratico che su quello intellettuale; Mencken allora s'impegna in un corso serale di copista per l'editoria e per il commercio. Quelle lezioni rappresentano tutta l'educazione convenzionale di Mencken nel campo del giornalismo, e in realtà in ogni altra materia, poiché Mencken non frequenterà mai il college.
Mencken diventa reporter del Baltimore Morning Herald nel 1899; si trasferisce al The Baltimore Sun nel 1906. Continua a contribuire al Sun, prima a tempo pieno, poi occasionalmente, fino al 1948, anno in cui smette di scrivere.
Nel giro di pochi anni, Mencken comincia a scrivere gli editoriali e i corsivi grazie a cui diventerà famoso. Al contempo, Mencken scrive racconti brevi, un romanzo e persino dei componimenti poetici – che successivamente disconoscerà. Nel 1908, diventa critico letterario per lo Smart Set, e nel 1924, insieme a George Jean Nathan, fonda e dirige l'American Mercury, pubblicato da Alfred A. Knopf. Il magazie ottiene presto diffusione Nazionale e diventa molto influente nei campus universitari di tutta America. Nel 1933, Mencken si dimette da direttore.
Nel 1930, Mencken sposa Sara Haardt, professoressa di inglese al Goucher College di Baltimora e scrittrice, di diciotto anni più giovane di lui. La Haardt era stata impegnata nella lotta per la ratifica del Diciannovesimo Emendamento in Alabama. I due si sono conosciuti nel 1923, durante una lezione di Mencken a Goucher, a cui fanno seguito sette anni di corteggiamento. Il matrimonio ottiene le prime pagine dei giornali nazionali. Molti si dicono sorpresi che Mencken, che aveva definito il matrimonio come "la fine della speranza" e che era ben noto per farsi beffe delle relazioni tra i sessi, avesse deciso di convolare a nozze. "Lo spirito santo mi ha informato e ispirato", afferma Mencken. "Come tutti gli infedeli, io sono superstizioso e seguo sempre i presentimenti: questo sembra essere superbo". Il matrimonio è ancora più sorprendente perché Mencken sposa una cittadina dell'Alabama, nonostante abbia scritto dei saggi aspramente critici sul Sud degli Stati Uniti.
 
La Haardt soffre di tubercolosi per tutta la durata del matrimonio e muore nel 1935 di meningite, lasciando Mencken nel dolore. Mencken ha sempre supportato gli scritti di sua moglie e, dopo la sua morte, ha fatto in modo che una raccolta dei suoi racconti brevi venisse pubblicata con il titolo Southern Album.
 
La Grande depressione e il New Deal, che Mencken non sosteneva, sono i fattori per cui Mencken esce di moda, nonché per il suo mancato supporto alla partecipazione degli Stati Uniti alla Seconda guerra mondiale e per la sua avversione personale nei confronti del Presidente Franklin Delano Roosevelt. Smette di scrivere sul Baltimore Sun per alcuni anni, concentrandosi sulle sue memorie e su altri progetti da direttore, ma continuando a prestarsi come consigliere per il giornale che gli ha fatto da casa durante tutta la sua carriera. Nel 1948, torna brevemente sulla scena politica, seguendo l'elezione presidenziale che vede il Presidente Harry S. Truman opposto al repubblicano Thomas Dewey e a Henry A. Wallace del Progressive Party (US, 1948). Dopo le elezioni, Mencken è vittima di un colpo apoplettico che lo lascia sveglio e completamente cosciente ma impossibilitato a leggere, scrivere e parlare. Oltre alla sua ultima campagna politica, i suoi ultimi lavori consistono in saggi ironici, aneddotici e nostalgici, pubblicati prima dal The New Yorker e poi raccolti nei libri Happy Days, Newspaper Days e Heathen Days.
 
Dopo l'ictus, Mencken si dedica all'ascolto della musica classica Europea e alle conversazioni con gli amici, ma a volte si riferisce a se stesso parlando al passato remoto, come se fosse già morto. Preoccupato di come sarebbe stato percepito dopo la morte, Mencken mette in ordine le sue carte, le sue lettere, le colonne e i ritagli di giornale, persino le pagelle scolastiche, nonostante sia impossibilitato a leggere. Questi materiali sono disponibili agli studiosi in apposite occasioni (nel 1971, 1981 e 1991) e includono centinaia di migliata di lettere inviate e ricevute - le uniche omissioni sono le lettere "strettamente personali" ricevute dalle donne.

Mencken muore il 29 gennaio del 1956. Viene seppellito nel cimitero di Loudon Park, a Balitmora. Il suo epitaffio recita:
« Se, quando avrò abbandonato questa valle, vi ricorderete mai di me e avrete intenzione di accontentare il mio spirito, perdonate qualche peccatore e strizzate l'occhio a una ragazza bruttina. »
(Epitaffio di H.L. Mencken)
 
Dopo la sua morte, questa frase viene incisa su una placca posizionata nell'atrio del Baltimore Sun. Mencken ha suggerito questo epitaffio per se stesso in un pezzo scritto per lo Smart Set molte decadi prima.
Grazie alle sue capacità di editor e "uomo di idee", Mencken divenne amico intimo delle principali figure letterarie del suo tempo, tra cui Theodore Dreiser che lo presenta a Charles Fort e alla Fortean Society, Francis Scott Fitzgerald, Ben Hecht, Sinclair Lewis, James Branch Cabell, and Alfred Knopf, così come divenne mentore per molti giovani reporter, tra cui Alistair Cooke. Si batté inoltre per i lavori di quegli artisti che considerava meritevoli. Per esempio, affermò che opere come Caught Short! A Saga of Wailing Wall Street (1929), di Eddie Cantor facevano di più per tirare l’America fuori dalla Grande depressione che tutte le misure governative messe insieme. Fu anche mentore di John Fante. In una lettera del luglio 1934, Ayn Rand si riferì a Mencken come "il maggiore rappresentante di una filosofia" a cui desiderava dedicare la sua vita e, negli anni successivi, lo indicò come il suo columnist preferito.
Mencken fu un ammiratore sincero di Friedrich Nietzsche – fu il primo autore di lingua inglese a produrre un’analisi accademica delle opere e della filosofia di Nietzsche – e di Joseph Conrad. Il suo humour e la sua satira erano debitrici di Ambrose Bierce e di Mark Twain. Si schierò in difesa di Theodore Dreiser, ammettendo francamente i suoi errori, affermando in maniera schietta che Dreiser spesso scrivesse male e che fosse un credulone. Mencken espresse anche il suo apprezzamento per William Graham Sumner e il rimpianto per non averlo mai conosciuto personalmente.
Per Mencken, Le avventure di Huckleberry Finn è l’opera migliore della Letteratura americana. Gran parte del libro si riferisce a quanto ingenui e ignoranti siano i "cafoni" (come Mencken li chiamava) che vengono imbrogliati da truffatori come i patetici "Duke" e "Dauphin", gli scagnozzi con cui Huck e Jim viaggiano lungo il Mississippi. I due artisti della truffa raggirano la gente esibendosi in ispirati discorsi sulla temperanza alcoolica (in modo da ottenere denaro per ubriacarsi), come pii uomini "redenti" che cercano fondi per delle lontane missioni evangeliche (e per pirati d'alto mare, nondimeno), e come colti dottori in frenologia (parola che a stento riescono a pronunciare).
Mencken interpretò il romanzo come un’allegra rappresentazione del lato oscuro dell’America, un posto dove la democrazia, seconda la definizione di Mencken, è l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari.
 
Mencken era in cima alla sua professione durante i ruggenti anni venti, quando un backlash contro l’era dell’eccezionalismo americano, successivo alla vittoria nella Prima guerra mondiale, e contro l’espansione del governo (esemplificata dagli attacchi anti-radicali del procuratore Palmer), condusse molti letterati americani a trasferirsi in Europa, o a protestare; Mencken fu probabilmente il più battagliero tra questi ultimi. L’etichetta di antiamericano è un epiteto negativo al giorno d’oggi (e, in forma minore, anche ai tempi di Mencken); ma il termine non veniva usato per diffamare Mencken. Egli sarebbe stato felicissimo di essere chiamato "anti-Americano"; il suo spirito da bastian contrario e la sua ammirazione per la cultura europea (tedesca, in particolare) lo portarono a produrre montagne di aspri attacchi, senza rimorsi, su quasi tutti gli aspetti della cultura americana.
 
Come autore di libri e opinionista noto in tutto il Paese, attaccò soprattutto l’ignoranza, l’intolleranza, le "frodi", il fondamentalismo cristiano, l’osteopatia, la chiropratica e quelli che chiamava i “Booboise” (cafoni), ossia la classe media ignorante. Nel 1926, si fece deliberatamente arrestare per aver venduto un numero del The American Mercury che era stato censurato a Boston a causa della legge Comstock contro le oscenità. Mencken non solo si fece beffe delle figure pubbliche che non gli piacevano, ma anche dello stato in cui versava la stessa democrazia Americana: nel 1931, in Arkansas, passò una mozione che invitava a pregare per l’anima di Mencken dopo che questi aveva definito lo Stato come la "capitale di Moronia" (la terra dei cretini).
 
Non era raro che Mencken, nei suoi scritti, prendesse posizione più col proposito di scioccare che per una convinzione radicata, come nel saggio in cui suggeriva che fosse possibile dimostrare come la razza anglosassone fosse la più codarda nella storia dell’umanità. Mencken lo scrisse in un periodo in cui molti dei suoi lettori consideravano gli anglosassoni come il vertice massimo della civiltà occidentale.
 
Mencken è forse maggiormente ricordato, al giorno d’oggi, per The American Language, uno studio in più volumi su come veniva parlato l’Inglese negli Stati .

Piuttosto che sostenere la superiorità di una razza su un’altra, Mencken credeva che ogni comunità, da quella dei portabagagli, ai neri, ai giornalisti o agli artisti; producesse poche persone di chiara superiorità. Considerava i gruppi di pari come uguaglianze gerarchiche, che conducevano a una sorta di elitarismo spontaneo, a un’aristocrazia naturale. Gli individui "superiori", dal punto di vista di Mencken, sono quelli che vengono ingiustamente oppressi e disprezzati dalla loro stessa comunità; ma che, tuttavia, si distinguono per la loro forza di volontà e per la realizzazione personale; e non certo per la razza o per il censo di nascita. Certamente, basandosi sul suo retaggio culturale, sul successo e sull’etica del lavoro, Mencken si considerava membro di questa categoria.
 
Nel 1989, seguendo le sue istruzioni, Alfred A. Knopf ha pubblicato il “diario segreto” di Mencken col titolo The Diary of H. L. Mencken. Secondo un articolo del 5 dicembre 1989, apparso sul Daily Breeze e intitolato Il diario segreto di Mencken mostra inclinazioni razziste, le opinioni di Mencken turbarono persino Charles A. Fecher di Baltimora, lo "studioso simpatizzante di Mencken che ne ha curato l'edizione". C’era un club a Baltimora chiamato il Maryland Club che aveva un solo membro ebreo e questo membro morì. Secondo l’articolo, Mencken disse: "Non c’è nessun altro ebreo a Baltimora che sembri adatto al ruolo". E il diario riportava, nel 1943, a proposito dei neri: "Non si può trovare niente che somigli a discrezione o giudizio in una donna di colore" Ma la violenza contro i neri faceva imbestialire Mencken. Per esempio, disse a proposito di un linciaggio avvenuto in Maryland:
 

"Non un solo pezzo grosso venne fuori durante l’emergenza, benché l’intera città sapesse cosa stava succedendo. Chiunque, in quel mucchio di cotanti papaveri, avrebbe potuto fermare quel crimine, se solo avesse minacciato di denunciare quelli che lo stavano perpetuando; invece nessuno parlò. Così Williams è stato puntualmente impiccato, bruciato e mutilato".
 
Un’altra accusa sollevata contro di lui riguardava quanto fosse ossessionato dall’importanza dello status sociale o dalle classi sociali. Per esempio, Mencken interruppe una relazione duratura con la sua fidanzata, Marion Bloom, quando stavano per sposarsi. I critici dissero che era successo perché la Bloom non era sufficientemente ricca, di ceto elevato e sofisticata per lui. Mencken, d’altro canto, affermò di aver messo fine alla relazione perché la donna si era convertita alla Christian Science, che lui disprezzava.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #279 il: 19 Febbraio 2013, 16:06:14 »
LIONEL  BARRYMORE

Lionel Barrymore, pseudonimo di Lionel Herbert Blythe (Filadelfia, 28 aprile 1878 – Van Nuys, 15 novembre 1954- 76 anni),

...........................................è stato un attore statunitense celebre sullo schermo e sui palcoscenici teatrali.
 

Figlio di Maurice Barrymore e di Georgiana Drew, appartiene alla cosiddetta Famiglia Reale di Hollywood. Suo zio, era il famoso attore teatrale John Drew. Fratello maggiore degli attori Ethel e John, vinse il premio Oscar al miglior attore nel 1931 per l'interpretazione in Io amo.
Nel 1930 fu inoltre candidato al premio Oscar al miglior regista per Madame X.
Diventò una star di Broadway nel 1918, protagonista di The Copperhead, un lavoro teatrale di Augustus Thomas che, due anni dopo, avrebbe interpretato anche sullo schermo, in The Copperhead, dove fu diretto da Charles Maigne.
Si distinse nel suggestivo Grand Hotel (1932) assieme al fratello John ed a Greta Garbo
Ha recitato in tantissimi film, incominciando la carriera nel cinema muto, ed è ricordato anche per la sua interpretazione del personaggio del Dr. Leonard Gillespie nella serie di film sul Dottor Kildare, girati alla fine degli anni trenta. Memorabile anche la sua interpretazione del ricco ed avaro Potter ne La vita è meravigliosa (It's a Wonderful Life, 1946) a fianco di James Stewart.
 
Nella sua carriera mostrò di sapere affrontare sia ruoli di protagonista che di caratterista. Nell'ultimo periodo della sua vita, una sopravvenuta paralisi agli arti inferiori lo costrinse su una sedia a rotelle, ma l'infermità non gli impedì, comunque, di continuare a recitare. Tra i suoi ultimi film si ricorda Duello al sole (1946), dove ritrovò Lillian Gish, con la quale aveva recitato anche in passato.

Oscar al miglior attore nel 1931 per Io amo (A Free Soul) di Clarence Brown.

Fu anche uno scrittore, musicista e pittore.
 
Era sposato all'attrice Irene Fenwick (1887 – 1936). La moglie morì nel 1936 a causa di un'anoressia nervosa: durante la funzione funebre, l'attore svenne in chiesa. Non si risposò mai.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #280 il: 19 Febbraio 2013, 16:15:04 »
ATHOL  FUGARD

Athol Fugard (Middelburg, 11 giugno 1932)

............................ è un drammaturgo, scrittore, attore e regista sudafricano.
 
Autore in lingua inglese, è conosciuto soprattutto per le sue opere teatrali contro il regime sudafricano dell'Apartheid e per il film del 2005 Tsotsi, tratto dal suo omonimo romanzo e vincitore dell'Oscar come miglior film straniero l'anno successivo. Attualmente, Athol Fugard insegna drammaturgia, regia e recitazione all'Università della California di San Diego.
 
Nel 2005 è stato insignito dell'Ordine di Ikhamanga d'Argento "per i suoi eccellenti contributi e successi nel mondo del teatro" dal governo del Sudafrica, ed è anche Socio Onorario della Reale Società di Letteratura.

Biografia :
Figlio di madre Afrikaner e padre irlandese, Athol Fugard ricevette un'istruzione cattolica nella città di Port Elizabeth, dove la sua famiglia si trasferì a partire dal 1935. Dopo aver frequentato un istituto tecnico locale, si iscrisse alla facoltà di Filosofia e Antropologia all'Università di Città del Capo, ma lasciò gli studi nel 1953, pochi mesi prima della laurea.

Lasciati gli studi, girò l'Africa e l'Asia in autostop con un amico, e trovò lavoro su un battello a vapore in estremo oriente.
Qui iniziò la sua attività di scrittore, celebrata nel 1999 nell'opera autobiografica The Captain's Tiger: a memoir for the stage.

Tornato in Sudafrica sposò nel 1956 Sheila Meiring, anch'essa studentessa a Città del Capo e destinata a una discreta carriera di scrittrice col nome di Sheila Fugard. I due ebbero una figlia, Lisa Fugard, anche lei scrittrice. Due anni dopo si trasferì a Johannesburg per lavorare alla Native Commissioners' Court; l'esperienza gli fece scoprire le ingiustizie dell'Apartheid e lo portò ai primi scontri con l'autorità. Per questo le opere di Fugard trovarono a lungo pubblicazione solamente all'estero. Nel 1984 Athol Fugard ottenne anche una parte nel film Urla del silenzio, in cui interpretò il Dottor Sundesval. Nel 1982 mise in scena a Broadway il suo testo più famoso, Master Harold... and the boys che gli valse una nomination ai Tony Awards di quell'anno. Il testo fu poi adattato alla televisione nel 1985 e per il cinema nel 2010. Nel 2006 il film Tsotsi diretto da Gavin Hood vinse il premio Oscar come miglior film straniero, mentre il 13 giugno 2011 Fugard stesso ha ricevuto il premio alla carriera asseganato annualmente nel contesto dei Tony Awards.

Lui e la moglie vivono oggi a San Diego, in California, dove Athol è professore universitario.

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« Risposta #281 il: 19 Febbraio 2013, 16:27:39 »
GEORGE  GERSHWING

George Gershwin (Brooklyn, 26 settembre 1898 – Hollywood, 11 luglio 1937 - 38 anni )

................................................è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra statunitense.
 
La sua opera spazia dalla musica colta al jazz. È considerato l'iniziatore del musical americano.
 
Le composizioni di Gershwin hanno attraversato i generi blues e musica classica, e le sue melodie più popolari sono ampiamente conosciute. Tra le sue opere più note sono le composizioni orchestrali Rapsodia in blu (1924) e Un americano a Parigi (1928), così come l'opera Porgy and Bess (1935). 
Ha scritto la maggior parte delle sue opere vocali e teatrali, tra cui più di una dozzina di spettacoli teatrali di Broadway, in collaborazione con il suo fratello maggiore, paroliere Ira Gershwin. George Gershwin compose la musica sia per Broadway, sia per le sale da concerto europee, così come per il grande pubblico che ha portato la sua opera ad un pubblico ancora più ampio. Le sue composizioni sono state utilizzate in numerosi film e in televisione, e molte sono diventate standard jazz registrati in numerose varianti. Innumerevoli i cantanti e musicisti che hanno registrato le canzoni di Gershwin.
George Gershwin nacque a Brooklyn, con il nome di Jacob Gershvin, da due emigrati ebrei. Il padre Moishe cambiò il suo nome in Morris Gershwin qualche tempo dopo essere emigrato da San Pietroburgo. Quattro anni dopo l'emigrazione conobbe un'altra immigrata russa, Rose Bruskin, e la sposò. Gershwin cambiò il suo nome in George dopo essere diventato un musicista professionista.
George Gershwin era il secondo di quattro figli. Cominciò a interessarsi alla musica all'età di dieci anni, quando cominciò a suonare, senza metodo, il pianoforte. La prima persona della famiglia che cominciò a guadagnare con la musica fu Frances, sorella di George, che però rinunciò alle promesse del ballo e del canto per diventare una moglie e una madre rispettabile (a quei tempi era ancora ritenuto sconveniente che una donna sposata si dedicasse ad attività ricreative).
Gershwin prese lezioni di pianoforte solo per due anni in maniera molto dilettantistica, senza particolari cure accademiche, cercando di riprodurre le melodie che sentiva ai concerti per orchestra e studiando il metodo classico dei grandi maestri europei.
A quindici anni lasciò la scuola e trovò il suo primo lavoro: George doveva suonare il piano e scrivere canzoni sotto la Jerome H. Remick and Co., un'azienda della fiorente industria musicale newyorkese, allora nota come Tin Pan Alley. Guadagnava quindici dollari alla settimana.
La sua prima composizione ad essere pubblicata fu When You Want 'Em You Can't Get 'Em, che non riscosse successo immediato ma vendette comunque bene. Così, nel 1916, a soli diciotto anni, Gershwin venne nominato compositore per i grandi musical di Broadway e cominciò a ricevere 35 dollari alla settimana.
Nel 1917 compose Rialto Ripples, un ragtime che ottenne un discreto successo commerciale, e nel 1919 Swanee fu la sua prima composizione ad ottenere uno spessore nazionale. Contemporaneamente, George registrava pezzi di pianoforte, di sua composizione o non. In questo periodo usò diversi pseudonimi, finché non si focalizzò sul definitivo George Gershwin.
Nel 1924, assieme al fratello Ira, collaborò ad un musical teatrale intitolato Lady Be Good, che fu seguito da molti altri fino al 1931 anno nel quale realizzò Of Thee I Sing, che valse al fratello Ira il Premio Pulitzer per i testi.
George compose un'operetta dal titolo Blue Monday, che gli valse l'attenzione di Paul Whiteman, uno dei premièr più importanti dell'epoca, che gli commissionò una canzone di jazz sinfonico da eseguire all'Aeolian Hall di New York. Era il 1924, e, si dice in meno di tre settimane, Gershwin compose il suo lavoro più apprezzato: Rhapsody in Blue, per pianoforte e orchestra; una composizione classica che combina cinque melodie differenti e alterna il classicismo al jazz e che fu eseguita il 12 febbraio.
La Rapsodia in Blu (vedi blue notes) è tuttora uno dei pezzi più eseguiti dalle orchestre di tutto il mondo. Fa anche da colonna sonora ad un episodio del film animato della Disney, Fantasia 2000.
In questo periodo Gershwin cominciò a intrattenere una relazione piuttosto stabile con una compositrice dell'epoca, Kay Swift. Il musical Oh, Kay! di Gershwin ha preso il suo nome. Si dice che George la consultasse spesso per chiederle pareri riguardo alle sue canzoni.
Nel 1928 George e Ira si stabilirono per un breve periodo a Parigi, dove George si dedicò principalmente allo studio della composizione. Numerosi compositori, tra i quali anche Maurice Ravel, rifiutarono però di insegnare loro, temendo che il rigore della classicità potesse reprimere la sfumatura jazz di Gershwin.
« Perché volete diventare un Ravel di seconda mano, quando siete già un Gershwin di prim'ordine? »
(Maurice Ravel a George Gershwin)
Mentre era in Europa Gershwin scrisse Un americano a Parigi, un'opera che inizialmente, alla sua prima esecuzione alla Carnegie Hall il 13 dicembre 1928, ottenne un successo non globale, ma che poi si trasformò in uno standard. Poco tempo dopo si stancò della scena musicale europea e tornò negli Stati Uniti.
In quel periodo Gershwin scrisse anche altri musical, come Girl Crazy nel 1930, che conteneva canzoni celeberrime come I Got Rhythm e Embraceable You.La composizione più ambiziosa di Gershwin resta comunque Porgy and Bess, uno dei pochi esempi moderni di melodramma, andata in scena per la prima volta il 30 settembre 1935 a Boston. Con lo stile generale della commedia, quest'opera contiene alcune delle arie più famose di Gershwin, prima fra tutte Summertime, con testo di Ira Gershwin e DuBose Heyward.
Porgy and Bess è tuttora generalmente considerata la più grande opera americana del XX secolo, sia per la sua innovatività (i personaggi sono quasi tutti neri) che per la qualità delle canzoni che presenta.
Il principale motivo per cui le composizioni di Gershwin sono ancora apprezzate è, infatti, la loro trasversalità: combinano elementi che dimostrano grandi conoscenze delle tecniche classiche, come una fuga e vari cambi di tonalità, con le sonorità tipiche della musica popolare, e, in particolare, del jazz.
Gershwin ricevette solo una nomination all'Oscar per una canzone che scrisse insieme al fratello Ira, They Can't Take That Away from Me, tratta dallo show Voglio danzar con te (Shall We Dance?, 1937).
Nel 1936 si trasferì a Hollywood per comporre colonne sonore. La sua celebrità ormai toccava le vette del firmamento musicale, anche se adesso era costretto a dividerla con gli altri grandi musicisti del tempo, Cole Porter e Irving Berlin.
Frequentò anche la famosa attrice Paulette Goddard.

Già all'inizio del 1937 Gershwin cominciò ad avvertire i sintomi di quello che si rivelerà un tumore al cervello:
mal di testa lancinanti e una costante impressione di puzzare di gomma bruciata. Sul set di The Goldwyn Follies, l'11 luglio 1937 Gershwin si accasciò al suolo.
George Gershwin morì al Cedars of Lebanon Hospital dopo un inutile intervento d'urgenza.
Per ironia della sorte, anche il suo idolo Maurice Ravel morì pochi mesi dopo, durante un intervento simile al cervello.
Secondo le lettere di Fred Astaire alla sorella Adele, Gershwin mormorava il nome di Astaire quando morì.
 
Nel 2005 il Guardian stilò una stima dei guadagni accumulati da Gershwin e stabilì che George era il più ricco compositore di tutti i tempi. Gershwin fu introdotto nella Long Island Music Hall of Fame nel 2006. Il George Gershwin Theatre di Broadway oggi porta il suo nome.

Gershwin compose più di 700 brani, la maggior parte dei quali assieme al fratello Ira. Possiamo limitarci a fornire un quadro completo delle categorie di composizione musicale esplorate dal compositore e segnare le maggiori opere.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #282 il: 19 Febbraio 2013, 16:33:49 »
P.W. LEWIS

Percy Wyndham Lewis (18 novembre 1882 – 7 marzo 1957)

...................................................... è stato un pittore e scrittore britannico.

 
Nato in Canada e co-fondatore del movimento vorticista, viene ricordato per i suoi dipinti a soggetto bellico e, per l'antisemitismo delle sue opere letterarie.

È opinione comune che Lewis sia nato su una nave al largo della regione canadese della Nuova Scozia da madre inglese e padre americano. Educato in Inghilterra presso la Rugby School e la Slade School of Art di Londra, passò il primo decennio del nuovo secolo in viaggio attraverso l'Europa e nelle scuole d'arte di Parigi.

Dopo aver trasferito quasi definitivamente la sua residenza in Inghilterra nel 1908, l'anno successivo pubblicò il suo primo pezzo, una raccolta di appunti dai suoi viaggi, nell'English Review di Ford Madox Ford.
Fu membro fondatore del Camden Town Group nel 1911 e nel 1912 espose le sue illustrazioni a Timon of Athens, a metà tra il cubismo e il futurismo, oltre a tre dipinti ad olio alla seconda esposizione post-impressionista. La sua attività lo portò ad avere maggiori contatti con il Bloomsbury Group, che già frequentava, e in particolare con Roger Fry e Clive Bell, ma la loro amicizia non durò molto.

Tra il 1913 e il 1915, Wyndham Lewis trovò il proprio stile pittorico congeniale in una forma particolare che il suo amico Ezra Pound avrebbe poi etichettato vorticismo.
Lewis trovava attraente la pittura cubista, ma la trovava "morta" rispetto a quella futurista che invece mancava di strutturazione. Il vorticismo nasceva quindi con l'ambizioso scopo di unire i pregi di entrambe le correnti in un movimento nuovo, fondato su una violenta critica alla modernità: nel 1914 e l'anno successivo, Lewis diede alle stampe anche una rivista vorticista dal titolo BLAST.

Nelle sue prime opere, particolarissime scene di vita nella campagna britannica con danzatori (1910-12), Lewis potrebbe essere stato influenzato dal filosofo Henri Bergson, che teneva seminari a Parigi proprio durante la permanenza dell'artista. Nonostante sarebbe poi stato fortemente criticato da Bergson, in una lettera a Theodore Weiss (19 aprile 1949) ammise di aver iniziato proprio dal suo pensiero. Dopo una breve attività presso l' Omega Workshops, Lewis ebbe dei diverbi con il fondatore Roger Fry e abbandonò l' atelier con numerosi altri artisti: insieme a loro fondò uno studio concorrente chiamato The Rebel Art Centre.
 
Dopo l'unica esposizione del vorticismo nel 1915, il movimento si sciolse anche a causa della prima guerra mondiale: Lewis fu trasferito al fronte occidentale e servì come luogotenente d'artiglieria. Dopo la Battaglia di Passchendaele (1917), venne dichiarato artista ufficiale di guerra dal Canada e dalla Gran Bretagna per i suoi meriti, iniziando le sue manzioni a dicembre dello stesso anno. Per il Canada dipinse A Canadian Gun-Pit (1918, ora alla National Gallery of Canada di Ottawa), tratto da alcuni schizzi presi a Vimy.
Per la Gran Bretagna dipinse la sua opera più nota, A Battery Shelled (1919, Imperial War Museum di Londra), basato sulla sua esperienza personale a Passchendaele. Lewis espose i suoi schizzi di guerra ed alcuni dipinti nel 1918, in occasione dell'esposizione 'Guns'. Il suo primo racconto dal titolo Tarr, ambientato a Parigi prima della guerra, fu pubblicato in quell'anno ed è considerato uno dei testi chiave del modernismo. Lewis scrisse inoltre alcune memorie di guerra, che raccolse nel volume Blasting and Bombardiering (1937). Tra i suoi romanzi successivi ha un ruolo importante la trilogia The Human Age, ambientata nell'aldilà e composta da The Childermass (1928), Monstre Gai e Malign Fiesta' (entrambi del 1955). Un quarto volume, The Trial of Man, venne iniziato nel 1957 ma lasciato incompiuto alla morte dell'autore.
 
Dopo la guerra, Lewis riprese l'attività di pittore partecipando alle grandi esposizioni Tyros e Portraits alla Leicester Gallery, nel 1921: in Tyros venivano esposte caricature di personaggi che stigmatizzavano la cultura post-bellica. A Reading of Ovid e Mr Wyndham Lewis as a Tyro sono gli unici dipinti ad olio rimasti di cui è certa l'appartenenza al gruppo esposto in queste occasioni. All'interno dello stesso progetto, Lewis lanciò inoltre la sua seconda rivista The Tyro, anch'essa pubblicata per due anni soltanto. Il secondo numero del 1922 conteneva un importante saggio estetico di Lewis, An Essay on the Objective of Plastic Art in our Time. Negli anni '20 riprese l'attività di scrittore e avviò un'altra rivista, The Enemy (che pubblicò tre numeri tra il 1927 e il 1929), in gran parte scritta da lui e riguardante argomenti bellici. Scrisse inoltre pezzi importanti di critica in The Art of Being Ruled (1926) e Time and Western Man (1927), un saggio culturale e filosofico che trattava anche alcuni aspetti della letteratura e del pensiero di James Joyce. Sul piano filosofico, Lewis si trovava in profondo disaccordo con Henri Bergson, Samuel Alexander, Alfred North Whitehead e altri della stessa corrente. Nel satirico The Apes of God (1930), invece, Lewis attaccava il panorama letterario londinese tra cui Osbert Sitwell e la sua famiglia: l'attacco gli valse numerosi nemici e un'insofferenza generale da parte del pubblico di Londra, che da quel momento in poi gli causò non pochi problemi.

Il suo libro Hitler (1931), in cui difendeva Hitler definendolo un innocuo vegetariano i cui piani pacifici venivano minati dal comunismo, gli fece guadagnare anche l'antipatia di liberali e antifascisti, soprattutto dopo la salita al potere del dittatore nel 1933. Scrisse successivamente The Hitler Cult (1939) in cui rivedeva con veemenza le proprie posizioni, ma valse a poco. Nel 1930 Wystan Hugh Auden lo definì "quel vecchio solitario vulcano della destra". Tra il 1934 e il 1937 scrisse The Revenge for Love, ambientato durante la guerra civile spagnola e considerato il migliore dei suoi romanzi. Allo stesso periodo appartiene anche l'interessante raccolta di saggi critici Men without Art (1934) contenente uno dei primi brani su Faulkner ed il famoso saggio su Ernest Hemingway. I dipinti tra il 1930 e il 1940 furono probabilmente le sue opere migliori: si tratta principalmente di ritratto, tra cui quello a Edith Sitwell, T.S. Eliot e Ezra Pound.
 
Lewis passò la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti e in Canada: appartengono a questo periodo i suoi acquerelli sul tema della creazione realizzati a Toronto. Tornò in Inghilterra nel 1945 e nel 1951 divenne completamente cieco. Nel 1950 pubblicò la sua opera autobiografica Rude Assignment e nel 1952 un'altra raccolta di saggi contenente scritti su autori come George Orwell, Jean-Paul Sartre e André Malraux intitolato The Writer and the Absolute (Lo scrittore e l'assoluto). Gli succedette il romanzo semi-autobiografico Self Condemned (1954): Lewis morì nel 1957 senza convertirsi a quel cattolicesimo cui era sempre stato interessato.
 
I romanzi di Lewis sono noti soprattutto per il loro approccio satirico e ostile alle minoranze degli ebrei e degli omosessuali: la pubblicazione del saggio T.S. Eliot, Anti-Semitism, and Literary Form di Anthony Julius, nel 1995 e successivamente nel 2003, in cui l'antisemitismo di Lewis veniva descritto come "essenzialmente triviale" è stato probabilmente l'apice della disistima critica. La posizione dei critici moderni sembra essere più incline a riconoscergli alcuni meriti, pur senza rinnegare completamente molti validi punti della condanna di Julius. I principali elementi di antisemitismo nell'opera letteraria di Lewis sono il romanzo Tarr, nella cui seconda edizione del 1928 venne aggiunto il personaggio chiave di un ebreo che causa il dissidio all'interno dei protagonisti anglosassoni, e The Apes of God del 1930, che contiene numerose figure negative di ebrei tra cui l'autore ed editore modernista Jamesjulius Ratner, in cui si riconoscono stereotipi e parodie a personaggi esistenti quali John Rodker e James Joyce.


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #283 il: 19 Febbraio 2013, 16:44:42 »
ALEISTER CROWLEY

Aleister Crowley, il cui vero nome era Edward Alexander Crowley (Leamington Spa, 12 ottobre 1875 – Hastings, 1º dicembre 1947 - 72 ANNI )

.........................è stato un artista, poeta, mistico, romanziere, alpinista, pensatore, critico sociale, mago cerimoniale e occultista.
 
Figura assai controversa, è da alcuni considerato il fondatore del moderno occultismo e da altri come una fonte di ispirazione per il satanismo. Uomo di vasta cultura, è considerato una figura chiave nella storia dei nuovi movimenti magici. A Crowley è attribuito il maggior tentativo di creare una «religione magica» per l'epoca contemporanea e la sua influenza sul coevo ambiente magico è stata notevole.
Edward Alexander Crowley nacque al 36 di Clarendon Square a Royal Leamington Spa, Warwickshire, Inghilterra, tra le 23 e mezzanotte del 12 ottobre 1875.
 
Il padre, Edward Crowley, studiò da ingegnere ma non esercitò mai la professione limitandosi a dedicarsi alla lucrosa attività familiare di fabbricante di birra. Entrambi i suoi genitori erano membri di un raggruppamento di Cristiani evangelici,[6] ma nonostante questo il giovane Edward Alexander ebbe modo di conoscere e apprezzare i lavori grafici di Aubrey Beardsley.
 
Crowley crebbe in un contesto fortemente religioso, al punto che i bambini della famiglia potevano avere contatti solamente con coloro che condividevano la fede religiosa dei coniugi Crowley. In particolare il padre predicava incessantemente la sua dottrina, era autore di diversi testi di divulgazione e studiava quotidianamente le sacre scritture, obbligando il figlio a partecipare alle sue attività.
 
Il 29 febbraio 1880 i coniugi Crowley diedero alla luce una bambina di nome Grace Mary Elizabeth, ma sfortunatamente la sorella del futuro Aleister si spense dopo solo cinque ore dal parto. Crowley vide il corpo inerme della sorella e anni dopo ricorderà così l'evento (scrivendo in terza persona):« L'avvenimento ebbe un curioso effetto su di lui. Non capì perché dovesse esserne disturbato così inutilmente. Egli non avrebbe potuto fare alcunché di buono; la bambina era morta; non erano affari suoi. Questa disposizione d'animo persistette nella sua vita. Egli non assistette mai a nessun funerale, eccetto quello di suo padre, di cui non gli importò di farlo, giacché sentiva essere se stesso il vero nucleo dell'interesse. »

Il 5 marzo 1887 Edward Alexander perse il padre per via di un cancro alla lingua. Questo fu un punto cruciale della vita di Crowley, il quale dopo questo evento comincerà a scrivere in prima persona nelle sue memorie.
 
Dopo la morte del padre, Crowley si chiuse in sé stesso, cominciò a distaccarsi sempre più dagli insegnamenti religiosi e i continui tentativi della madre di farlo tornare sui suoi passi servirono solo ad aumentare il suo scetticismo. Emily Bertha Bishop cominciò a rimproverare il figlio per i suoi continui atteggiamenti ribelli arrivando anche a chiamarlo Bestia (dall'Apocalisse di Giovanni, un soprannome che il futuro Aleister farà suo). In questo periodo Crowley si rese conto che molte di quelle attività che la madre chiamava «peccaminose» in realtà lo attraevano.
Dopo aver frequentato il Malvern College e la Tonbridge School, nel 1895 si iscrisse al Trinity College dell'Università di Cambridge con l'intento di studiare filosofia, ma in seguito scelse (dietro consiglio di un tutor) appartenente ai filomati, di studiare letteratura inglese. I tre anni trascorsi a Cambridge furono particolarmente piacevoli e allegri, anche per via del fatto che Crowley poteva godere della consistente eredità paterna.
 
In questo periodo ruppe definitivamente con la religione; scrisse:
« La Chiesa Anglicana […] era sembrata un'opprimente tirannia, tanto orribile quanto quella dei Confratelli di Plymouth: meno ragionevole e più ipocrita. »
« Quando scoprii che (frequentare) la cappella era obbligatorio reagii immediatamente. Il decano più giovane mi richiamò perché io non frequentavo la cappella, cosa che certamente non avevo intenzione di fare, poiché ciò comportava alzarsi presto. Mi giustificai sulla base del fatto che io ero stato educato presso i Confratelli di Plymouth. Il decano mi chiese di venire a visitarlo occasionalmente ed a discutere dell'argomento, ed io ebbi la sbalorditiva impudenza di scrivergli che "il seme piantato da mio padre, annaffiato dalle lacrime di mia madre, avrebbe potuto dimostrarsi una pianta troppo difficoltosa da estirpare persino con la sua eloquenza ed i suoi insegnamenti". »Nel dicembre 1896 Crowley cominciò ad interessarsi di occultismo e misticismo. In breve tempo si dedicherà sempre più assiduamente alla lettura di libri di alchimia e misticismo, oltre che libri di magia e paranormale.[4] In questi anni ebbe anche la sua prima esperienza omosessuale.[8] Nel 1897 Crowley si iscrisse al club di scacchi del college ottenendo grande successo. In ottobre fu colpito da una malattia che lo porterà a riflettere molto sull'esistenza umana e lo convincerà a mettere da parte la carriera diplomatica che aveva inizialmente pianificato.[9]
 
Un anno dopo pubblicò il suo primo libro di poesie: Aceldama; poi lasciò Cambridge, incontrando Julian L. Baker (Fratello D. A.) che lo presentò a Samuel Liddell MacGregor Mathers, introducendolo nell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata (Golden Dawn)
A 23 anni Crowley entrò a far parte dell'Hermetic Order of the Golden Dawn, studiò le opere di William Butler Yeats e Arthur Edward Waite, criticandole aspramente sul The Equinox e diventando un nemico degli autori.
 
Nel 1899 acquista e si trasferisce nella celebre Boleskine House.
 
Un amico ed ex-membro della Golden Dawn, Allan Bennett, lo introdusse alle idee del Buddhismo[14] mentre Samuel Liddell MacGregor Mathers lo istruiva sulla magia del mondo occidentale. Mathers e Crowley in seguito cominceranno a distaccarsi e Crowley perderà rapidamente fiducia nel suo maestro. Nell'ottobre 1901, dopo aver studiato la Raja Yoga, affermò di aver raggiunto il dhyana, descrivendone lo stato nel suo libro Magick.[15]
 
Ufficialmente Crowley e Mathers continuarono a coesistere nella Golden Dawn fino al 1904, tuttavia i primi attriti tra i due risalgono almeno al 1900 (se non prima)[16]. In seguito alla scissione all'interno del movimento Crowley lasciò il suo paese e andò a vivere per un breve periodo in Messico con la moglie (Rose Edith Kelly, sposata nel 1903), abbandonando la Golden Dawn. Diversi anni dopo Mathers reclamò la paternità (e i conseguenti diritti) su alcuni dei rituali e delle idee di Crowley.
 
In Messico Crowley continuò i suoi studi isolato dal resto della comunità esoterica, in questo periodo scoprì e cominciò ad usare con frequenza la parola Abracadabra. Terminata l'esperienza in centroamerica ritornerà a Boleskine House
Nel 1904, durante una vacanza a Il Cairo, fu protagonista di un evento mistico che lo spinse a fondare il culto di Thelema, successivamente praticato poi nella confraternita chiamata Ordo Templi Orientis (O.T.O.). La moglie di Aleister cominciò a trovarsi in uno stato anormale, e questo convinse il marito che c'era una entità sovrumana che si era messa in contatto con lei. Il 20 marzo Crowley seguì le indicazioni dettate dalla moglie in stato di trance ed eseguì (con successo, secondo quanto scrisse in seguito) un rito di invocazione al dio egiziano Horus. Il dio gli avrebbe comunicato l'imminente inizio di un nuovo eone magico, e gli affidava l'incarico di profeta. L'8 aprile e i due giorni successivi Crowley affermò di aver udito una voce che gli dettava un testo che lui trascrisse e in seguito pubblicò con il nome The Book of the Law. Secondo Crowley la voce proveniva da uno spirito di nome Aiwass (o Aiwaz), il ministro di Horus. Una buona parte del testo è composto da un cifrario numerico che lo stesso Crowely affermava di non essere in grado di decifrare.
 
Nel giugno del 1904 Rose e Aleister ebbero una figlia a cui fu dato il nome Nicole Ma Ahathoor Hecate Sappho Jezebel Lilith Crowley; la bambina morirà nel 1906 al ritorno da un viaggio in Cina. Nell'estate dello stesso anno la coppia ebbe un'altra bambina, che essi chiamarono Lola Zaza. Aleister elaborò un nuovo rituale per ringraziare della sua nascita.[17] In seguito riprenderà ed elaborerà più volte questo ed altri rituali della sua dottrina.
 
Nel 1907 accaddero due importanti eventi nella vita di Crowley. Diede vita all'ordine dell'Argenteum Astrum (A∴A∴) e cominciò a scrivere gli Holy books of Thelema, ovvero i testi sacri del culto di Thelema.[18]
 
Aleister e Rose divorziarono nel 1909.
 
Nel 1910, Crowley eseguì insieme ai membri dell'A∴A∴ una serie di riti detti Riti di Eleusis.
Con le prime brezze della imminente Prima Guerra Mondiale, Crowley preferì trasferirsi negli Stati Uniti, a New York City dove poté tranquillamente praticare la magia da maestro dell'Argenteum Astrum (A∴A∴).
 
Nel giugno del 1915 fu introdotto dall'amica Jeanne Foster e dalla giornalista Hellen Hollis nelle alte sfere fashion della Grande Mela. In particolare, ebbe poi una relazione con la Foster, dalla quale pretese un figlio maschio. Ma, a dispetto di una serie di operazioni e riti magico-sessuali, non rimase incinta.
 
A novembre dello stesso anno Crowley si recò a Vancouver, in Canada, per incontrare il membro della loggia O.T.O. (Ordo Templi Orientis, che faceva parte del suo progetto Thelema, tale Wilfred Smith (e che aprirà una sede della setta in California, nel 1930). Al suo ritorno a New York, Crowley dapprima praticò della magia sessuale con la prostituta tedesca Gerda Von Kothek, e poi ebbe una relazione con la mezzosoprano Ratan Devi, al secolo Alice Richardson, moglie dello storico d'arte Ananda Coomaraswamy. La cantante rimase incinta di Crowley, ma durante un viaggio in Inghilterra ebbe un aborto spontaneo.
 
Nel giugno del 1916 Crowley quindi si stabilì in una casetta del New Hampshire, dove continuò i suoi studi ed esperimenti magici. Nel 1917 si ritirò presso una isoletta del fiume Hudson. Dopo l'acquisto di grandi quantità di vernice rossa al posto del cibo, dipinse la frase "Fai ciò che vuoi" sui grandi scogli di entrambi i lati dell'isola, ricevendo doni da parte dei visitatori curiosi.
 Per ultimo, eseguì poi un rito magico-sessuale con la pittrice Leah Hirsig, dopodiché ritornò in Europa.
Nei primi anni venti, mentre i suoi amici frequentavano il Monte Verità (presso Ascona, in Svizzera), Crowley diede vita ad un esperimento sociale a Cefalù dove, nel marzo del 1920, in una villa presa in affitto, creò la leggendaria Abbazia di Thélema, ispirata a quella omonima che François Rabelais, nel Cinquecento, aveva fatto erigere da uno dei suoi più celebri personaggi, il gigante Gargantua, con l'unica regola: "Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge, Amore è la legge, amore sotto la volontà"[19] "perché le persone libere e colte, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio, inteso come religione". La villa che ospitò l'Abbazia di Thelema, in Contrada Santa Barbara, è tuttora esistente, ma versa in condizioni fatiscenti. A fine anni Novanta si tentò, invano, di valorizzarla come bene culturale.
 
Fu proprio in Sicilia che Crowley, che si definiva «l'uomo più cattivo che sia mai esistito», conquistò buona parte della sua fama di «uomo perverso»: il suo soggiorno fu anomalo e scandaloso per gli abitanti del luogo e ben presto cominciarono a diffondersi voci insistenti e preoccupanti sul conto suo e della comunità con cui viveva.
 
Li si accusava, tra l'altro, di praticare cerimonie magiche che comportassero il sacrificio di bambini. La circostanza non è provata; certo è invece che lui utilizzasse il riferimento a riti consimili come espediente letterario per coprire riferimenti alla magia sessuale in Magick, il suo magnum opus di istruzione magica. Al tempo era infatti illegale scrivere di riti sessuali e dell'utilizzo dei fluidi sessuali per scopi magici, mentre, paradossalmente, era invece permesso fare riferimenti a riti di "sangue".
 
Con l'avvento del fascismo, fu espulso dall'Italia da Benito Mussolini alla fine del mese di aprile del 1923, ufficialmente per sospette attività antifasciste, in realtà a causa di ciò che si diceva accadesse all'interno del suo tempio.
Nel febbraio 1924, Crowley visitò l'Institute for the Harmonious Development of Man di Georges Ivanovič Gurdjieff, ma non incontrò il fondatore; nei suoi scritti privati Crowley criticherà molti aspetti delle pratiche e degli insegnamenti di Gurdjieff. Quest'ultimo, dal canto suo, non tardò a reagire in modo sdegnato alla visita di Crowley.[20]
 
Il 16 agosto 1929 Crowley sposò Maria de Miramar a Lipsia, la donna proveniva dal Nicaragua. I due si separarono di fatto nel 1930 ma non divorziarono mai ufficialmente.[21]
 
Nel settembre del 1930, Crowley giunse a Lisbona in compagnia di una misteriosa donna. Qui incontrò il grande poeta portoghese Fernando Pessoa, esperto e cultore dell'occultismo. I due si erano conosciuti tramite corrispondenza, dopo che Pessoa (oltre ad avere tradotto "Inno a Pan" in portoghese) aveva corretto un oroscopo fatto da Crowley, inviandogli la spiegazione dell'errore. Il mago inglese rimase colpito da tale gesto e da tanta perizia e volle incontrarlo durante la sua visita. La storia di questo incontro sfiora il paradosso. Sta di fatto che Crowley scomparve alcuni giorni dopo alla Boca do Inferno di Cascais, lasciando un porta sigarette e un misterioso messaggio. Sia Pessoa che il suo amico giornalista e occultista Ferreira Gomes furono a lungo interrogati dalla polizia, ma di Crowley nessuna traccia. Egli ricomparve a Londra alcuni giorni dopo: si trattò, probabilmente di una farsa ordita dal mago, Pessoa e da Ferreira Gomes e perfettamente riuscita. Le dichiarazioni di Pessoa al Diario de Noticias sull'argomento sono raccolte in "Ultimatum e altre esclamazioni".
 
Crowley incontrò a Berlino lo psicoanalista austriaco di idee socialiste Alfred Adler nell'agosto del 1930 e del 1931. Vi sono testimonianze di prima mano secondo le quali Crowley avrebbe introdotto Aldous Huxley, autore dei celebri Le porte della percezione e Il mondo nuovo, all'uso della mescalina, a Berlino, negli anni precedenti al 1933. Crowley, che rifiutò categoricamente le accuse di essere un artefice della magia nera, fu uno dei tanti maghi ed esponenti di società segrete perseguitati da Hitler in quanto avversari della sua scuola iniziatica di nuova istituzione.[senza fonte]
 
Nel 1934 fu soggetto di una dichiarazione di bancarotta, infatti perse la causa legale con cui aveva citato l'artista Nina Hamnett, accusandola di averlo diffamato nel libro del 1932 Laughing Torso.
 
Durante la seconda guerra mondiale, alcuni personaggi illustri (tra cui lo scrittore Ian Fleming) affermarono che Crowley aveva aiutato l'MI5 in alcune operazioni riguardanti l'ufficiale nazista Rudolf Hess,[22] che in seguito verrà catturato dall'esercito inglese.
 
Nell'aprile 1945 viene ammesso nell'ordine di Crowley Lafayette Ronald Hubbard. Non è chiaro se i due si siano mai incontrati personalmente ma è certo che i due inizialmente erano affascinati dalla reciproca opera, ed è probabile che si siano contattati tramite lettere e carteggi. Tuttavia in seguito Hubbard comincerà a distanziarsi parecchio dall'ideologia comune (arrivando a fondare Dianetics e poi Scientology) e questo porterà Crowley a disprezzarlo e a giudicarlo un ciarlatano arrivando a definirlo «zoticone rubasoldi» in una lettera.[23] Hubbard sostenne in più occasioni di essere stato un grande amico personale di Crowley, tuttavia la citata lettera sembra provare il contrario e smentire le affermazioni di Hubbard.
Aleister Crowley morì di degenerazione del miocardio e bronchite cronica ad Hastings la notte del 1 dicembre 1947 all'età di 72 anni.[24] Nel corso della sua vita aveva fatto largo uso di eroina ma aveva smesso da alcuni anni per cominciare a fare uso in grandi quantità di morfina per curare asma e bronchite.[25] Il suo ultimo dottore, un medico di nome Thomson, morì il giorno dopo di lui e questo permise ai giornali di speculare sulla eventualità che Crowley avesse lanciato una maledizione sul medico.[26]
 
Crowley fu cremato il 5 dicembre 1947 a Brighton.
Nel mondo della magia cerimoniale contemporanea Crowley è ritenuto un'indiscussa autorità, in quanto uno fra i principali codificatori e divulgatori delle scienze occulte nel XX secolo. Nel passato gli è stata erroneamente attribuita la fama di satanista, a causa del suo comportamento provocatorio e sicuramente fuori dagli schemi morali dell'epoca in cui è vissuto, ma è sufficiente leggere le sue principali opere per dedurne che non è mai stato un satanista e con il satanismo non ha in realtà mai avuto nulla da spartire, al punto da dichiararsi egli stesso totalmente contrario a simili pratiche deviate verso il Lato Oscuro, come si può evincere dal ventunesimo capitolo della sua opera più importante, Magick. Egli intendeva l'Ars Regia – la magia – come una via iniziatica verso superiori stati di coscienza. D'altronde era ateo e le forze occulte che intendeva mobilitare non vengono affatto identificate con il diavolo della Bibbia: egli stesso affermò che «il diavolo non esiste», che per lui «non c'è altro dio che l'uomo» e che Satana è semplicemente un nome inventato dalle religioni per i loro fini.
 
Crowley definì la magia come «la Scienza e l'Arte di causare cambiamenti in conformità con la Volontà» e, nel corso della sua vita, divulgò progressivamente tutti i rituali e gli insegnamenti della Golden Dawn, di cui egli era a conoscenza, pubblicandoli sul suo giornale The Equinox. Fu, probabilmente, la prima volta che apparvero in stampa i genuini insegnamenti operativi d'una società ermetica, e non soltanto semplici testi cerimoniali o traduzioni in un linguaggio simbolico esoterico, incomprensibile ai "profani".
 
La stampa underground (come rivela l'International Times) ha descritto Crowley come l'eroe sconosciuto degli hippie. Timothy Leary s'identificò interamente con la corrente iniziata da Crowley e considerava una delle sue aspirazioni il completamento dell'opera ch'egli aveva iniziato per preparare il mondo alla coscienza cosmica. Anche L. Ron Hubbard, prima di fondare Scientology, si ispirò alle pratiche di Crowley
Lo scrittore William Somerset Maugham si ispirò a lui per il suo romanzo Il mago (The Magician), da cui deriva l'omonimo film di Rex Ingram del 1926. Una versione personale dell'espulsione di Crowley dalla Sicilia è data da Leonardo Sciascia nel suo racconto Apocrifi sul caso Crowley.
 
In tempi recenti Crowley è apparso come personaggio nel libro di Vincenzo Consolo Nottetempo casa per casa. Crowley viene menzionato nel romanzo Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac (1991) come ispiratore di una setta dedita a riti con violenze su minori.
 
Umberto Eco lo cita più volte nel Pendolo di Foucault parlando dei riti iniziatici di adorazione della Bestia. In molte sue opere Mauro Cascio tenta una ricostruzione filosofica del suo pensiero, nell'ambito dell'idealismo magico. Nel romanzo L'isola dell'angelo caduto di Carlo Lucarelli (1999), uno dei personaggi è un seguace di Crowley.
 
Crowley è anche il nome di uno dei due personaggi principali del libro Buona Apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman. Come personaggio secondario, Crowley compare anche nel romanzo Notizie sul giocatore Rubašov dello scrittore svedese Carl-Johan Vallgreen.
« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 16:47:37 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #284 il: 19 Febbraio 2013, 16:52:56 »
ALAN  SILLITOE

Alan Sillitoe (Nottingham, 4 marzo 1928 – Londra, 25 aprile 2010 - 81 anni )

..................................................................è stato uno scrittore inglese.


Alan Sillitoe nasce a Nottingham il 4 marzo 1928. È il secondogenito di cinque figli in una famiglia numerosa che da diverse generazioni appartiene alla working class, il ceto operaio. Nel 1942, ad appena quattordici anni, Sillitoe lascia gli studi per andare a lavorare come tornitore alla “Raleigh Bicycle Factory”.
 
Pur essendo ancora molto giovane, Alan possiede già una forte passione per i libri ed è fortemente determinato a scrivere e pubblicare un romanzo. Il suo primo “sforzo letterario”, andato perduto, si ispirava alle avventure dei suoi cugini, la famiglia Seaton.
A soli sedici anni, Sillitoe si sentiva “in every respect a fully integrated workman” ("da ogni punto di vista un lavoratore perfettamente integrato"). L’autore sostiene che per un operaio era quasi normale nutrire degli ideali socialisti.
 
A diciassette anni Sillitoe si arruola volontario nella Royal Air Force e, dal 1946 al 1947, vive nello Wiltshire, dove lavora come operatore radiofonico, mansione che poi svolgerà per diciotto mesi in Malesia. È qui che l’autore inizia a leggere opere di vario genere e sviluppa la sua passione per la letteratura. Mentre si trova ancora in Malesia gli viene diagnosticata la tubercolosi e viene ricoverato in un ospedale militare dove rimane per un lungo periodo. L’isolamento contribuisce a rafforzare la sua vena artistica; sono di questi anni, infatti, le sue prime opere letterarie di vario genere.
 
Il contenuto e lo stile dei suoi testi lo fanno collocare tra i giovani "arrabbiati" della letteratura e del cinema inglese degli anni sessanta, sebbene egli sia sempre stato poco incline alle etichette. Il romanzo che lo rivela al grande pubblico è Sabato sera, domenica mattina (1958), da cui è tratto l'omonimo film di Karel Reisz.

da wikipedia

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