Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 208280 volte)

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #345 il: 25 Febbraio 2013, 14:19:11 »
DOUGLAS MAC ARTHUR

Douglas MacArthur (Little Rock, 26 gennaio 1880 – Washington, 5 aprile 1964 - 84 anni )

................................................................ fu un militare statunitense.


Personalità di grande prestigio delle forze armate americane del ventesimo secolo, il generale MacArthur dimostrò qualità di comando e notevoli capacità strategiche durante le numerose campagne di guerra a cui prese parte, soprattutto durante la seconda guerra mondiale e la Guerra di Corea.
Non privo di difetti di carattere e dotato di una personalità forte ma a volte eccessivamente egocentrica, rimane un personaggio controverso sia sul piano dell'analisi delle sue qualità di capo militare sia su quello della valutazione delle sue concezioni politiche.
Frequentò l'accademia militare di West Point, dalla quale uscì ufficiale del genio con voti altissimi[senza fonte] nel 1903. Nei successivi 10 anni ricoprì incarichi nell'"U.S. Army Corps of Engineers" nelle Filippine e a Panamá, allora protettorati USA, ed in madre patria.
 
Partecipò con il grado di colonnello alla prima guerra mondiale, combattendo sul fronte francese, [1] dove fu ferito.
 
Nel 1918 fu promosso generale di brigata. Ebbe il comando dell'accademia militare di West Point dal 1919 al 1922.
 
Dal 1930 al 1935, fu Capo di stato maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti. Successivamente, dal 1935 al 1941, fu consigliere militare presso il governo delle Filippine
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, assunse il comando dell'esercito americano operante in Estremo Oriente (luglio 1941); nell'impossibilità di respingere l'invasione giapponese delle Filippine, MacArthur il 12 marzo 1942 si ritirò in Australia con un viaggio in motosilurante assieme alla famiglia, inseguito dalla flotta giapponese.
 
La sua condotta durante la campagna delle Filippine (pur ufficialmente lodata dal Presidente Roosevelt e dalla propaganda americana) in sede storica ha destato critiche legate alla mancata prontezza operativa delle sue forze il 7 dicembre 1941 (impasse che comportò la riuscita dell'attacco aereo giapponese su Pearl Harbor e la conseguente perdita di numerosi bombardieri B17 Flyng Fortress), alla mancata pronta esecuzione dei predisposti piani di ritirata nella penisola di Bataan (che comportò la perdita immediata di posizioni tattiche essenziali alla difesa e di numerosi depositi di rifornimenti e equipaggiamenti), alla sottovalutazione delle forze giapponesi, alla sua decisione di accettare compensi in denaro dal presidente filippino prima di abbandonare le isole (su ordine diretto del Presidente)[2].
 
In Australia assunse il ruolo di Comandante supremo delle forze alleate del Pacifico Sud-occidentale, pronunciando la famosa frase "I came out of Bataan and I shall return" ("Io sono andato via da Bataan ed io tornerò").
 
La strategia del "salto della rana" attraverso il Pacifico fu opera dell'ammiraglio Chester Nimitz che conquistò le principali isole per farne campi d'aviazione da dove far partire i bombardieri B29 per attaccare il territorio metropolitano del Giappone. Fu assegnata a MacArthur la liberazione delle Filippine, che fu un errore strategico in quanto allungò il conflitto[senza fonte]. Nell'arco di dieci mesi, MacArthur riconquistò: Nuova Guinea, Filippine, gran parte dell'arcipelago Indonesiano, spingendosi fino all'isola di Sumatra.
 
Il 2 settembre 1945, MacArthur ricevette a bordo della corazzata Missouri, ancorata nel golfo di Tokyo, la delegazione nipponica guidata dal ministro degli esteri Mamoru Shigemitsu e dal generale Yoshijiro Umezu, i quali firmarono la resa incondizionata del Giappone.
 
Alla fine della guerra il generale dichiarò:
 «Siamo qui riuniti, in quanto rappresentanti delle maggiori forze belliche, per firmare uno storico accordo, grazie al quale la pace verrà ripristinata. È mia grande speranza, e speranza di tutta l'umanità, che con questa solenne occasione, possa emergere un mondo migliore, dal sangue e dalla sofferenza del passato. Un mondo basato su fiducia e comprensione. Un mondo dedito alla dignità dell'uomo e alla realizzazione del suo desiderio più ambito di libertà, tolleranza e giustizia.»Prima ancora della firma della resa, MacArthur ricevette l'incarico di Comandante supremo delle forze alleate in Giappone, con poteri assoluti di controllo sulle istituzioni giapponesi, compreso lo stesso Imperatore Hirohito.
 
Diversi storici criticano l'operato del generale MacArthur e dei suoi collaboratori per esonerare l'Imperatore Hirohito e tutti i membri della famiglia imperiale coinvolti nella guerra, come i principi Yasuhito Chichibu, Tsuneyoshi Takeda, Yasuhiko Asaka, Naruhiko Higashikuni, Kotohito Kan'in e Hiroyasu Fushimi.[3][4]
 
Il 26 novembre 1945, MacArthur confermò all'ammiraglio Mitsumasa Yonai che un'eventuale abdicazione dell'imperatore non sarebbe stata necessaria.[5] Prima che il processo per crimini di guerra fosse aperto, il Comando Supremo delle Forze Alleate ed i funzionari imperiali lavorarono in segreto non solo per evitare che la famiglia imperiale venisse incriminata, ma anche perché al processo non giungessero testimonianze che avrebbero potuto coinvolgerla. Alti funzionari giapponesi collaborarono con gli alleati nel compilare le liste dei possibili criminali di guerra, mentre gli imputati per crimini di Classe A giurarono solennemente di proteggere il loro sovrano contro ogni possibile tentativo di coinvolgimento nelle responsabilità belliche.[6]
 
Lo storico americano Herbert Bix ha scritto che il brigadier generale Bonner Fellers fu inviato in Giappone per "lavorare allo scopo di proteggere Hirohito dal ruolo che ricoprì durante la guerra" e "permise ai maggiori indiziati di coordinare le loro testimonianze affinché l'imperatore non fosse incriminato".[7] Bix sostiene inoltre che "le misure straordinarie adottate da MacArthur per salvare Hirohito dall'essere processato come criminale di guerra ebbero un duraturo e profondo impatto distorsivo sulla comprensione della guerra da parte dei giapponesi", e che "nei mesi dopo che il processo di Tokyo iniziò, i più elevati sottoposti di MacArthur stavano lavorando per attribuire la sostanziale responsibilità per Pearl Harbor a Hideki Tojo".[8] Shuichi Mizota, l'interprete dell'ammiraglio Yonai, ha dichiarato che Fellers incontrò l'ammiraglio il 6 marzo 1946 e gli avrebbe detto: "sarebbe più conveniente se da parte giapponese ci arrivasse la prova che l'Imperatore è completamente innocente. Credo che l'incombente processo offra la migliore opportunità di farlo. Su Tojo, in particolare, dovrebbe gravare il peso di tutta la responsabilità in questo processo".[9][10]
 
Per John Dower, un altro storico americano, "la riuscita campagna per assolvere l'Imperatore dalle responsabilità di guerra non conobbe limiti. Hirohito non fu solo semplicemente presentato come innocente di ogni atto formale che avrebbe potuto renderlo indiziato come criminale di guerra. Egli fu trasformato in una figura quasi santa senza la minima responsabilità morale per la guerra", "con il pieno supporto del quartier generale di MacArthur, l'accusa, in effetti era come una squadra di difensori dell'imperatore."[11]
 
Nei cinque anni successivi, e particolarmente fino al 1948 quando la sua autonomia fu ridotta da interventi politici, MacArthur provò ad incidere sulla tradizionale società giapponese, ritenendo che fosse necessario agli interessi occidentali un forte paese in grado di fare da contrappeso all'avanzata dell'ideologia comunista in Estremo Oriente. Ricevendo alternativamente critiche per essere troppo reazionario o troppo progressista, tutelò in ogni modo la famiglia imperiale evitando che fosse coinvolta nei processi ai criminali di guerra, ma contemporaneamente indusse l'imperatore ad abdicare alla sua asserita origine divina, riducendosi a figura rappresentativa tipica di una Monarchia costituzionale.
 
Cercò di favorire la ripresa industriale del paese, pur smembrando gli immensi Zaibatsu (concentrazioni industriali-finanziarie) che tanto avevano favorito l'ascesa della casta militare responsabile della guerra ed introducendo i primi sindacati della storia giapponese.
 
La stessa Costituzione giapponese, tutt'oggi in vigore, fu redatta dallo staff di MacArthur sotto la sua direzione.
Poco dopo l'inizio della guerra di Corea, nel momento in cui i Nordcoreani avevano invaso la Corea del Sud, il generale MacArthrur fu nominato comandante delle truppe dell'ONU, che dovevano respingere l'attacco Nordcoreano.
 
Nel settembre del 1950 lanciò la controffensiva con un'audace operazione aeronavale, recuperando i territori persi e spingendosi fino ad occupare Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, e proseguendo poi verso nord fin quasi ad arrivare ai confini con la Cina. L'avanzata delle truppe statunitensi verso i propri confini spinse la Repubblica Popolare Cinese ad intervenire in difesa della Corea del nord a metà ottobre. L'offensiva cinese, anche se pagata a caro prezzo, portò a quella che probabilmente (da alcuni) viene ritenuta la peggiore sconfitta militare subita dagli Stati Uniti nel XX secolo.[senza fonte]
 
Pyongyang fu liberata il 6 dicembre e il 4 gennaio 1951 le forze delle Nazioni Unite evacuarono Seoul. Di fronte alla pressione cinese, dagli inizi di dicembre MacArthur iniziò a criticare sempre più apertamente la strategia seguita dalla Casa Bianca.
Esaltato dalla propaganda di guerra americana per la sua rude e carismatica figura di soldato, MacArthur fu tuttavia considerato responsabile di due delle più gravi sconfitte militari mai subite dall'Esercito americano: la caduta delle Filippine nel 1942 (in parte, secondo i critici, dovuta alla sua imprevidenza e eccessivo ottimismo [12]) e la battaglia dello Yalu in Corea nell'inverno 1950-1951 (la più lunga ritirata della storia dell'Esercito americano [13]).
 
Suoi maggiori risultati in campo militare gli sono riconosciuti a proposito delle manovre effettuate con pieno successo e lievi perdite durante la campagna di Nuova Guinea (tattica del salto della rana [14]) e soprattutto lo sbarco di Inchon che ribaltò completamente la situazione in Corea dopo l'invasione Nord-coreana. Anticomunista, avverso ai bizantinismi ed alle mediazioni della politica, riteneva che quando si era costretti ad imbracciare le armi fosse indispensabile impegnarsi al massimo per annientare il più velocemente possibile il nemico, se non altro per ridurre al massimo la perdita complessiva di vite umane[senza fonte]; di qui i suoi contrasti durante la campagna di Corea con la politica Truman di una "guerra a bassa intensità".

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #346 il: 25 Febbraio 2013, 14:31:56 »
ROBERT TINLEY

GENERALE INGLESE ( II Guerra Mondiale - Africa - )

Dappertutto italiani e inglesi combattevano fianco a fianco, tra can­noni divelti, morti, feriti, finendo spesso per tro­varsi corpo a corpo con i tedeschi. I difensori di Monte Me­raviglia erano stati sopraffatti. Tilney era asse­diato dai paracadutisti te­deschi. La resistenza pa­reva ormai impossibile. Il generale inglese si mi­se in contatto con i Co­mandi Alleati al Cairo, ottenne la promessa che durante la notte la mag­gior parte dei combatten­ti inglesi sarebbero stati evacuati da Portolago. Alle 12,30 parlamentari tedeschi offrirono a Ma­scherpa la vita dei super­stiti « partigiani di Badoglio », se si fossero arre­si immediatamente. L'am­miraglio italiano rifiutò seccamente. Cinque ore più tardi, Til­ney si arrendeva al gen. Muller.
Subito dopo fu accompagnato fino al co­mando di Mascherpa, che ringraziò per lo splendido comportamen­to dei suoi uomini, che combattevano ancora per « far vedere agli in­glesi come sanno morire gli italiani », ma che non riuscì a convincere alla resa immediata. Come s'è detto i combat­timenti di Lero cessarono completamente soltanto la mattina del 17 novem­bre. Nonostante l'inter­cessione di Tilney, i te­deschi massacrarono de­cine di ufficiali e sol­dati italiani. Molti gra­duati furono salvati dal­la truppa, che li spo­gliò dell'uniforme con i gradi per rivestirli con semplici divise da fatica. Per il valore dimostrato nella battaglia di Lero, il Comando Supremo della Marina assegnò sette medaglie d'oro. Il bollettino straordinario del Comando Supremo tedesco il 18 novembre informò da Berlino che: " Dopo quattro giorni di lotta, reparti dell'esercito e dell' aviazione germanica, al comando del tenente ge­nerale Muller, hanno occupato il 16 novembre l'isola di Lero. Alla conquista hanno notevolmente contribuito unità della marina da guerra e dell'aviazione. Esse, nonostante la violenta rea­zione dell'artiglieria costiera [italiana] e delle altre armi (italiane e inglesi) sono riuscite a sbarcare i contingenti di trup­pe necessari a condurre a termine le operazioni. Tremila soldati inglesi e cento ufficiali con alla te­sta il generaJe Summey,(grafia errata per Tilney) come pure cinquemila soldati badogliani e trecentocinquanta ufficiali al Comando dell'ammira­glio Mascherpa si sono arresi ". Naturalmente il bollettino non parlava delle per­dite tedesche, che furono altissime, né dava notzia dei marinai e dei soldati catturati. Per que­sti, imbarcati il 23 no­vembre, iniziava un lungo periodo di detenzione, come prigionieri di guerra i più anzian come lavoratori « forza­ti », in Germania, i più giovani. Diversa e tragica fu in­vece la sorte dell'ammi­raglio Mascherpa. Pro­cessato da un tribunale speciale della Repubblica di Salò, fu condan­nato a morte e fucilato a Parma il 24 maggio 1944, per aver ordinato la resistenza ai tedeschi. Insieme a Mascherpa fu fucilato anche Campioni, l'ammiraglio che all' 8 settembre era Governa­tore del Dodecaneso.

Il generale Tilney a foto sotto, con la pipa in mano, davanti al tenente generale Muller( a sinistra) pochi minuti dopo la resa delle truppe inglesi. Gli ultimi difensori italiani cessarono di combattere la mattina del 17 novembre.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #347 il: 25 Febbraio 2013, 18:11:29 »
ROSA LUXEMBURG

Rosa Luxemburg, pseudonimo di Rozalia Luksenburg (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919),

........................................... è stata una politica tedesca di origini polacche, teorica del socialismo rivoluzionario.
Rosa Luxemburg nacque a Zamość nel Voivodato di Lublino, all'epoca nell'Impero Russo e ora in Polonia, da una famiglia ebraica. Dopo essere fuggita in Svizzera per evitare la detenzione, frequentò l'Università di Zurigo assieme ad altre figure di spicco del socialismo, come Anatolij Lunačarskij e Leo Jogiches. Contro il nazionalismo del Partito Operaio Unificato Polacco creò, nel 1893, assieme a Leo Jogiches e Julian Marchlewski, la rivista Sprawa Robotnicza (La causa dei lavoratori). Riteneva che l'indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e che la lotta contro il capitalismo fosse più importante dell'indipendenza. Negava il diritto di autodeterminazione delle nazioni, in disaccordo con Lenin. Questo disaccordo non impedì però a Lenin di inviare alla Luxemburg una copia del suo libro Materialismo ed Empiriocriticismo che la Luxemburg recensirà l'8 ottobre 1909 su Die Neue Zeit.
 
Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l'anno successivo si iscrisse al Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD). Questo era allora, e fu fino al 1914, il più forte partito socialista d'Europa ed il suo segretario Karl Kautsky era considerato l'erede ed il continuatore di Marx ed Engels, il detentore ed il custode della autentica dottrina marxista, del marxismo più "puro" ed ortodosso.
 
A fianco di Kautsky, Rosa Luxemburg condusse la polemica contro i riformisti, quando nel suo scritto intitolato Riforma sociale o rivoluzione? (1899) prese risolutamente posizione per il secondo termine dell'alternativa.
 
Merita segnalare una curiosità relativa a Rosa Luxemburg: l'univa a Kautsky sia la comune militanza politica (anche se, come detto, non sempre in sintonia) sia una vera e propria amicizia anche con la moglie Luise Kautsky. Di questa amicizia ci è rimasta una sua lettera del 13 giugno 1909 a Luise in cui fa un quadretto bellissimo di Levanto ove si trovava per una breve villeggiatura.
 
Nella sua difesa del marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, Rosa Luxemburg introdusse alcune importanti note personali: interamente suo è l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere o bloccare in una "camicia di forza burocratica". Per Rosa Luxemburg, il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta ad esso, bensì alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale.
 
Fece parte del fronte pacifista all'inizio della prima guerra mondiale e assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il Gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista. Questa fece parte in un primo tempo del Partito Socialdemocratico e poi del Partito Socialdemocratico Indipendente, prima di divenire il nucleo del Partito Comunista di Germania.
 
Il 28 giugno 1916 la Luxemburg, assieme a Karl Liebknecht, venne arrestata dopo il fallimento di uno sciopero internazionale e condannata a due anni di reclusione (dopo essere già stata in carcere per un intero anno a partire dal febbraio 1915). Durante questo lungo periodo scrisse diversi articoli, fra questi: la cosiddetta Juniusbroschüre (1915), che contiene la nota espressione socialismo o barbarie, indicante che nel futuro gli unici sbocchi possibili per l'umanità sarebbero stati l'instaurazione della società socialista o la barbarie[1]; e La Rivoluzione Russa (1918), in cui per prima critica "da sinistra" alcune scelte prese nei primi mesi dal potere bolscevico (limitazione delle libertà democratiche, scioglimento dell'Assemblea costituente, Terrore ecc.), vedendovi già il pericolo di una burocratizzazione precoce del processo rivoluzionario.
 
Partecipò alla Rivoluzione Tedesca del novembre 1918 e contribuì a fondare il Partito Comunista di Germania, tra il dicembre 1918 e il gennaio 1919. Nel corso della "Rivolta di Gennaio", iniziata il 6 di gennaio 1919, il 15 gennaio 1919, venne rapita ed in seguito assassinata, insieme con Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro degli Interni, Noske. Nel 1926, a lei e a Liebknecht venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe, monumento che in seguito fu distrutto dal regime nazista.
 
Nel maggio 2009 il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha pubblicato notizia del ritrovamento del cadavere di Rosa Luxemburg. Secondo il settimanale, le spoglie attualmente sepolte in un cimitero di Berlino, non sarebbero i reali resti della Luxemburg, che invece si troverebbero presso l'Istituto di medicina legale dell'ospedale Charité di Berlino. Prova ne sarebbe la presenza di una malformazione femorale di cui la Luxemburg soffriva, del tutto assente invece nei resti finora ritenuti autentici[2]. Rosa Luxemburg fu infatti assassinata durante il suo trasporto in carcere. Il suo corpo fu gettato in un canale e in seguito recuperato, ma subito sorsero molti dubbi circa l'autenticità del riconoscimento a causa delle discordanze anatomiche.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #348 il: 25 Febbraio 2013, 18:19:58 »
SIMONE DE BEAUVOIR

Simone-Lucie-Ernestine-Marie Bertrand de Beauvoir, o più semplicemente Simone de Beauvoir
...............................(Parigi, 9 gennaio 1908 – Parigi, 14 aprile 1986),

..........................è stata un'insegnante, scrittrice, saggista, filosofa e femminista francese.

Simone de Beauvoir nacque a Parigi alle quattro del mattino del 9 gennaio 1908, figlia di Françoise e Georges, in una famiglia alto-borghese, segnata presto dalla bancarotta del nonno paterno Gustave Brasseur. Il triste evento costrinse i genitori di Simone e di Henriette-Hélène, la sorella di due anni più giovane, ad abbandonare l'appartamento del Boulevard Montparnasse per uno più piccolo sito in Rue de Rennes.[1]
 
Simone e Hélène vissero lunghi anni di disagi e ristrettezze economiche: «usavamo i vestiti fino alla corda, e anche oltre». La famiglia riusciva a stento a rinunciare alle consuetudini borghesi cui era stata abituata: continuarono i soggiorni a Meyrignac dai nonni paterni e a La Grillère presso la zia. Dimostrò sin dall'infanzia una grande passione per la natura. A Meyrignac si avventurava nei campi con Henriette e scopriva con stupore le meraviglie del paesaggio.[2] Altrettanto precoce fu la passione per lo studio. Iscritta al cattolico Istituto Cour Désir, diventò un'allieva esemplare, e decise – fatto allora insolito – di continuare a studiare e di dedicarsi all'insegnamento, allontanandosi allo stesso tempo dalla religione. Qui conobbe Elisabeth Lecoin, detta Zaza, che diventò subito sua grande amica.
Si iscrisse nel 1926 alla Sorbona, laureandosi con una tesi su Leibniz e ottenendo nel 1929 "l'agrégation" (idoneità all'insegnamento riservata ai migliori allievi francesi) in filosofia. Gli anni dell'università coincidono anche con il primo amore: il cugino Jacques Champigneulle. Simone si innamora di lui e al tempo stesso viene introdotta in un nuovo mondo: si appassiona infatti ad autori quali Gide, Radiguet e Proust, interessandosi quindi ad una letteratura ribelle ed anticonformista. Il cugino spegne però presto i sogni matrimoniali della fanciulla, e si lega a un'altra donna. Simone, ferita nei propri sentimenti, attraversa nell'estate del 1927 un periodo di depressione.[3]
 
Nel frattempo l'amica Zaza si era fidanzata con un collega di università di Simone: Maurice Merleau-Ponty. Quest'ultimo apparteneva però a una famiglia cattolica della buona borghesia, e dell'unione extra-coniugale con Elisabeth nessuno era a conoscenza a La Rochelle, suo luogo di provenienza. Madame Lecoin minacciò di far scoppiare uno scandalo e Merleau-Ponty, impaurito, scappò, lasciando la ragazza sola e disperata. Era l'inverno; la giovane, fuori di sé per il dolore, trascorse una notte al gelo completamente nuda, morendo per la polmonite conseguente.[4]
 
Simone non perdonò mai Madame Lecoin per l'accaduto, prendendo coscienza, in seguito al drammatico episodio, dell'ipocrisia borghese che da quel giorno avrà definitivamente in odio.
 
All'università incontrò, nel luglio 1929, colui che, senza matrimonio né convivenza, sarebbe diventato il compagno della sua vita, il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre. Sono, questi, gli anni in cui conosce, oltre a Merleau-Ponty, Lévi-Strauss, Raymond Aron, Paul Nizan.
Inizia a insegnare nel 1930, prima a Marsiglia, poi a Rouen, infine a Parigi, dove chiuderà la propria carriera di docente nel 1943 per diventare scrittrice a tempo pieno. Molto importanti sono le sue esperienze di viaggio in vari continenti per la sua formazione intellettuale. Con Sartre compie i suoi primi viaggi, in Spagna, in Italia, in Grecia, in Marocco; nulla sfugge a questi due intellettuali degli eventi culturalmente significativi di questo periodo, si appassionano al cinema e al jazz e vivono con partecipazione i grandi rivolgimenti politici di quegli anni: il nazismo in Germania, la guerra civile spagnola del 1936, la seconda guerra mondiale. Durante la guerra, Simone de Beauvoir rimane a Parigi, occupata dai nazisti, e condivide con Sartre la breve esperienza del gruppo di Resistenza "Socialismo e Libertà".
 
Dopo la Liberazione lascia l'insegnamento ed entra a far parte del comitato di redazione della rivista Les Temps Modernes, insieme a Sartre, Leiris, Merleau-Ponty e altri.
Nel 1947 si reca negli Stati Uniti per una serie di conferenze e incontra lo scrittore Nelson Algren, con cui stabilisce un intenso rapporto d'amore. Compie altri viaggi significativi (Brasile, Cuba, Cina, Russia) e ritorna molto spesso in Italia con Sartre. Dopo Il secondo sesso (1949), ormai famosa in tutto il mondo, Simone de Beauvoir, per le particolari posizioni assunte come scrittrice e come donna, è oggetto di grande ammirazione ma anche di aspre polemiche. Allo scoppio della guerra di liberazione algerina, prende posizione a favore di questa lotta, cosa che renderà il suo isolamento ancora più pesante.
 
Simone de Beauvoir è considerata la madre del movimento femminista, nato in occasione della contestazione studentesca del maggio 1968, che seguirà con partecipazione e simpatia.
 
Gli anni settanta la vedono fervidamente in prima linea in varie cause: la dissidenza sovietica, il conflitto arabo-israeliano, l'aborto, il Cile, la donna (è presidentessa dell'associazione Choisir e della Lega dei diritti della donna).
 
Nell'ultimo periodo della sua vita, Simone de Beauvoir affronta con coraggio un altro problema sociale, quello della vecchiaia, cui dedica un importante saggio, La Terza Età (1970).
 
Nel 1981, in seguito alla morte di Sartre, scrisse La cerimonia degli addii (La Cérémonie des adieux), cronaca degli ultimi anni del celebre pensatore.
 
Lei stessa si descrisse così:
« Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza, un'eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; una comunista raccontava, nel '45, che a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti; ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale, ecc.
 Con i tacchi bassi, i capelli tirati, somiglio ad una patronessa, ad un' istitutrice (nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei boy-scout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...] Nulla impedisce di conciliare i due ritratti. [...] L'essenziale è presentarmi come un'anormale. [...]
 Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente. »
 (S. de Beauvoir, La forza delle cose, pag.614)

Simone de Beauvoir morì il 14 aprile 1986 e venne seppellita nel cimitero di Montparnasse di Parigi accanto al suo compagno di una vita Jean-Paul Sartre, morto sei anni prima, il 15 aprile 1980.
 Radicalmente atea proprio come Sartre del resto, in La Cérémonie des Adieux, aveva scritto al riguardo della morte di colui col quale aveva condiviso gran parte della sua esistenza e delle sue idee: «La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto concedersi così a lungo».

L'invitata (1943) è il primo romanzo pubblicato da Simone de Beauvoir, quello che la rivelò come scrittrice. Vi è affrontato con coraggio un tema difficile: l'inserimento nell'ambito di una coppia di un terzo personaggio, che ne muta l'intero equilibrio, costringendo ognuno a svelarsi sotto lo sguardo dell'Altro. La tematica della responsabilità ritorna nel suo secondo romanzo, Il sangue degli altri (1945): durante la seconda guerra mondiale, nella Francia occupata, coloro che si erano accostati alla Resistenza si erano trovati di fronte a una duplice assunzione di responsabilità: quella di lottare contro l'oppressione nazista e quella di spingere gli altri (spesso le persone più care) a rischiare la vita. Di fronte allo strazio di queste morti, Simone de Beauvoir riafferma che non c'era altra via possibile, e che ognuno è sempre responsabile in prima persona delle proprie scelte, della propria libertà.
 
Dopo il suo viaggio negli Stati Uniti, pubblica Il secondo sesso (1949), un saggio fondamentale che da un lato fa il punto sulle conoscenze biologiche, psicoanalitiche, storiche, antropologiche esistenti sulla donna, e dall'altro apre la strada a quella discussione radicale sulla condizione femminile che avrebbe caratterizzato i decenni successivi
La cerimonia degli addii (1981) è l'ultimo suo grande lavoro letterario; descrivendo la morte per lei più straziante, quella di Jean-Paul Sartre, conclude in qualche modo la sua autobiografia.
Il pensiero di Simone de Beauvoir si forma in comunione con quello di Sartre e con il suo esistenzialismo: i due scrittori sono soliti discutere le loro idee così come i loro scritti, e tengono in massima considerazione la reciproca critica. Le opere della scrittrice sono densamente intessute di considerazioni filosofiche ed esistenzialiste comunque personali, rivolte in modo particolare ad approfondire il tema del ruolo e della condizione della donna nella società moderna. Nella sua attività intellettuale hanno ovviamente avuto una notevole rilevanza le sue origini alto-borghesi e la presa di una qualche distanza "politica" da queste in anni successivi, così come l'abbraccio di un certo tipo di socialismo e d'attivismo politico di concerto con Sartre (pur condividendo molti dei principi del comunismo i due non vi aderiranno mai completamente per varie ragioni, alcune delle quali si possono evincere ad esempio dalla lettura del romanzo "I mandarini"). Il suo ateismo è ben reso da espressioni come: "Dio è diventato un'idea astratta, che una sera io ho cancellato" (cit. da "Memorie d' una ragazza perbene"). Per lei ateismo non è disimpegno dalla morale, ma la fondazione di una nuova etica atea non meno impegnativa e innovativa della coscienza e del costume.

da wikipedia

seguono immagini    ( una foto la ritrae con Rosa Luxenburg ed Emma Goldman )

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #349 il: 25 Febbraio 2013, 18:23:31 »
EMMA GOLDMAN

Emma Goldman (Kaunas, 29 giugno 1869 – Toronto, 14 maggio 1939)

..........................................è stata un'anarchica russa.
 
« Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione »
(Emma Goldman)


Nata nella provincia russa di Kovno (ora Kaunas, Lituania) e trasferitasi poi ancora fanciulla con la famiglia a San Pietroburgo, Emma conobbe un'infanzia difficile. L'ambiente familiare era dominato dalla figura autoritaria e conformista del padre, mentre il contesto sociale era caratterizzato da una latente ostilità nei confronti degli ebrei (la sua famiglia era di origine israelita). A soli quindici anni emigrò negli Stati Uniti, dove piena di entusiasmo ed alla ricerca di se stessa, ebbe occasione di interessarsi tramite la stampa alle vicende giudiziarie seguite agli incidenti avvenuti a Chicago (4 maggio 1886) fra lavoratori in sciopero e polizia. Infatti, in seguito alla morte di alcuni poliziotti, erano stati arrestati cinque esponenti anarchici, particolarmente noti e combattivi, con l'evidente scopo di colpire il movimento di emancipazione dei lavoratori. La Goldman fu sconvolta dalla tragica fine dei cinque rivoluzionari che furono impiccati nella piazza di Haymarket (11 novembre 1887). L'episodio fu una della più indegne montature giudiziarie di quel periodo negli Stati Uniti. Emma sentì crescere in lei l'ammirazione per quegli uomini, per il loro comportamento coerente e fiero, per le loro idee. Le loro idee divennero le sue.
 
Entrò in contatto dapprima con Johann Most, un anarchico tedesco che curava la pubblicazione del periodico Freiheit (Libertà). Fu lui a scoprirne l'abilità oratoria ed a spingerla a tenere le sue prime conferenze in russo ed in tedesco. In quel periodo Emma incontrò quell'Alexander Berkman (o Sasha, come lei amava spesso chiamare) che le fu compagno di lotta e d'amore per molti anni.
 
Nel 1892 Henry Clay Frick, padrone di alcune fabbriche siderurgiche a Homestead (Pennsylvania), senza riconoscere alcun sindacato od organizzazione del lavoro, minacciò il licenziamento di diversi operai e dichiarò il suo potere decisionale sui salari. Persino la stampa conservatrice lamentò i suoi metodi drastici e arbitrari. Durante uno sciopero numerosi lavoratori, tra cui un ragazzino, furono uccisi da crumiri armati fino ai denti, protetti dalle guardie di Pinkerton e guidati da Frick. La Goldman e Berkman decisero di vendicare la morte di quegli operai. Emma procurò la pistola e discusse con il suo compagno l'azione. Il 23 luglio di quello stesso anno Alexander Berkman entrò nell'ufficio di Frick e gli sparò a bruciapelo. Non riuscì però ad ucciderlo, anche se Frick rimase gravemente ferito. Il ventunenne attentatore anarchico fu arrestato, processato e condannato. Le reazioni del movimento anarchico negli Stati Uniti di fronte all'attentato di Berkman furono contrastanti. Ci fu chi addirittura arrivò a rifiutare solidarietà politica a Berkman. Fra questi Johann Most. Emma Goldman sempre decisa nel suo comportamento, troncò i rapporti con lui ed il suo gruppo.
 
La Goldman divenne da allora oggetto delle pericolose attenzioni della polizia, a causa della sua instancabile attività come oratrice e come conferenziera, chiamata ora in uno stato ora in un altro a sostenere scioperi, ad informare sul fazioso sistema capitalistico, a diffondere lo spirito ribelle. Collaborò anche con riviste anarchiche. Nel 1894 fu condannata ad un anno di carcere sotto l'accusa di aver "incitato alla sovversione" un gruppo di disoccupati nel corso di un comizio. Da allora in poi anche la stampa cominciò ad occuparsi regolarmente di lei, delle sue attività, delle sue vicissitudini giudiziarie e le fu applicato il soprannome di Red Emma.
 
È impossibile anche solo dare un'idea della vitalità mostrata da questa rivoluzionaria giovane, entusiasta e, a detta di chi la conobbe, affascinante. Tutti i principali centri degli Stati Uniti e del Canada la ebbero veemente oratrice: teatri stracolmi di gente a Boston, a New York, a Montreal, così come ovunque la chiamassero gruppi di lavoratori in lotta. La polizia le impedì più di una volta di parlare, altre volte irruppe nella sala interrompendo il suo discorso e cercando di disperdere i partecipanti. I padroni dei teatri furono diffidati dal concedere i locali in occasione delle sue conferenze.
 
Nel 1906 Emma Goldman insieme con Alexander Berkman, appena uscito di galera, iniziò la pubblicazione del giornale anarchico Mother Earth (Madre Terra). L'anno successivo partecipò al Congresso Internazionale Anarchico tenutosi ad Amsterdam ed in quell’occasione conobbe molti militanti anarchici di primo piano provenienti da tutto il mondo. Particolare impressione esercitò su di lei la figura di Errico Malatesta.
 
Nel decennio successivo continuò la collaborazione con Berkman. Insieme si opposero al militarismo ed al fanatismo che accompagnò lo scoppio della Prima guerra mondiale ed a tal fine costituirono una Lega Anti-Coscrizione che intendeva spingere i giovani a rifiutare la cartolina-precetto ed a disertare. Naturalmente furono arrestati e condannati tutti e due ed espulsi dagli Stati Uniti. Fu così che si imbarcarono alla volta della Russia rivoluzionaria.
 
Sull'onda del loro entusiasmo, ed a causa delle scarse e confuse notizie che finora avevano avuto sul movimento rivoluzionario in Russia, Berkman e la Goldman si illudevano che i bolscevichi altro non fossero che la punta di diamante del proletariato in lotta. Le stesse differenze fra la concezione anarchica e quella bolscevica della rivoluzione non erano ben chiare a loro. Fu un grave abbaglio. È la stessa Goldman a raccontare nella sua autobiografia, con la consueta onestà, la gelida accoglienza riservata ad alcune sue affermazioni invitanti alla collaborazione con i bolscevichi, nel corso di un'assemblea (già allora tenuta clandestinamente) degli anarchici di Pietrogrado. La Goldman rimaneva scettica, quasi non credeva a quanto le andavano raccontando i compagni sulla vera situazione della Russia rivoluzionaria, parlando delle persecuzioni di Lenin e dei suoi seguaci contro gli anarchici ed i socialisti rivoluzionari. Rivelatore fu per lei il colloquio con Lenin, che ebbe la spudoratezza di "fare il tonto" quando Berkman gli chiese perché tanti anarchici si trovassero in galera: - noi abbiamo in galera solo banditi e machnovisti, non veri anarchici - gli rispose Lenin. Al di là della formale cordialità, la stima che Emma aveva conservata per i bolscevichi fino a quel momento cominciò a vacillare.
 
Ben più significativo fu invece il colloquio da lei avuto con il vecchio ed ammalato Pëtr Kropotkin. Il vecchio rivoluzionario le confermò quanto le avevano già detto tanti altri anarchici: la rivoluzione non era ancora stata sconfitta, c'erano ancora speranze, bisognava lottare. Ma non solo contro i nemici esterni, anche contro lo strozzamento che dall’interno i bolscevichi stavano effettuando contro le loro stesse parole d'ordine della prima ora.
 
Dopo la rivolta di Kronstadt (3-18 marzo 1921) repressa dall'Armata Rossa di Lev Trotsky, i due anarchici decisero di lasciare la Russia e di continuare altrove, in migliori condizioni, la lotta anarchica. Da allora l'attività della Goldman riprese pur tra molte difficoltà, espulsioni, noie ed arresti. Fu a Stoccolma, a Monaco, in altre città finché si stabilì per un periodo a Londra. Nel 1936 fu a Barcellona, nella capitale dell'anarchismo catalano ed iberico, in occasione del comizio internazionale anarchico di solidarietà con la rivoluzione spagnola in corso.
 
Accanto ai rivoluzionari ed ai lavoratori accorsi da ogni dove c’era anche lei. La stessa che mezzo secolo prima aveva pianto la morte dei "martiri di Chicago" e si era ripromessa di continuare la lotta. Si stabilì poi definitivamente in Canada, dove morì nel 1939 in seguito ad un malessere che la colse durante una conferenza.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #350 il: 25 Febbraio 2013, 18:32:20 »
EDWARD FOX

Edward Charles Morrice Fox (Londra, 13 aprile 1937) è un attore inglese.
 
Edward Fox è figlio d'arte: il padre, Robin, era agente teatrale e la madre, Angela Worthington, attrice; i fratelli germani James e Robert, sono rispettivamente, attore e produttore cinematografico. Inoltre è attore anche il fratello consanguineo Daniel Chatto. L'attrice inglese Emilia Fox è sua figlia. Il nonno materno era il drammaturgo Frederick Lonsdale.
Fox frequentò la Harrow School e svolse il servizio militare nelle Coldstream Guards, uno dei reggimenti della Guardia Reale.
 
Fece il suo esordio in teatro nel 1958 e la sua prima apparizione cinematografica come comparsa nel film Io sono un campione (1963), per la regia di Lindsay Anderson. Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta ricoprì ruoli nei film inglesi di maggior successo dell'epoca, quali Oh, che bella guerra! (1969), di Richard Attenborough, I lunghi giorni delle aquile (1969), di Guy Hamilton e Messaggero d'amore (1970), per la regia di Joseph Losey.
 
Ma fu Il giorno dello sciacallo (1973), diretto da Fred Zinnemann, nel quale rivestiva il ruolo di protagonista, il killer incaricato di uccidere il generale De Gaulle, che lo rese famoso in tutto il mondo. Da quel momento divenne piuttosto richiesto e comparve in film quali Quell'ultimo ponte (1977), diretto da Richard Attenborough, e Forza 10 da Navarone (1978), con Robert Shaw e Harrison Ford, diretto da Guy Hamilton. Nel 1977 recitò anche una piccola parte nell'esordio cinematografico di Ridley Scott, I duellanti e nel 1978 interpretò Edoardo VIII nel film televisivo a puntate Edoardo e la signora Simpson.
 
Nel 1982 interpretò il controverso personaggio del brigadiere-generale Reginald Dyer, responsabile del Massacro di Amritsar in India, nel kolossal Gandhi (1982), diretto da Richard Attenborough. Due anni dopo, ricoprì un piccolo ruolo anche ne Il Bounty (1984) di Roger Donaldson. Oltre ai numerosi altri film, egli consolidò la sua fama di attore di teatro recitando sui palcoscenici londinesi del West End. Fu particolarmente apprezzato nella trasposizione teatrale di Quattro quartetti, i poemetti di T. S. Eliot, rappresentati nei maggiori festival in Inghilterra e all'estero, accompagnati da musiche di Johann Sebastian Bach.
 
Nel 2003 fu nominato Officer of the British Empire ed è membro del Savile Club.
Edward Fox si sposò due volte:
 dal 1958 al 1961 con l'attrice inglese Tracy Reed, dalla quale ebbe una figlia, Lucy, da cui ebbe due nipoti gemelli nel 1990.
 dopo una lunga relazione, nel 2004 si risposò con un'altra attrice inglese, Johanna David, dalla quale ebbe una figlia, l'attrice Emilia Fox (che gli diede una nipote nel 2001) ed un figlio, Freddie Fox, che gli diede un altro nipote nel 1997.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #351 il: 25 Febbraio 2013, 18:43:20 »
FRED  ZINNEMANN

Fred Zinnemann, nato Alfred Zinnemann (Vienna, 29 aprile 1907 – Londra, 14 marzo 1997),


.................................................................è stato un regista austriaco naturalizzato statunitense


Da giovane studia violino e si laurea in giurisprudenza, ma il suo amore per la fotografia lo spinge a conoscere il cinema.
Si reca a Los Angeles dove firma vari lavori come documentarista. Il suo esordio alla regia avviene all'età di 35 anni con Delitto al microscopio (1942) con Van Heflin.
Avrà più successo La settima croce (1944), che otterrà ben 9 nomination agli Oscar, ma non avrà nessuna statuetta. Dirige Montgomery Clift, all'esordio sul grande schermo, in Odissea tragica (1948), che invece vinse un Oscar per il miglior soggetto (scritto da Richard Schweizer e David Wechsler). Farà esordire anche Marlon Brando, in Uomini - Il mio corpo ti appartiene (1950), mentre il western Mezzogiorno di fuoco (1952) ottiene 4 Oscar (miglior attore protagonista, colonna sonora, canzone e montaggio; ad affiancare Gary Cooper, che ottiene il suo secondo Oscar, c'è la semisconosciuta Grace Kelly, che con questo film viene definitivamente lanciata, entrando nei sogni degli uomini come contraltare a Marilyn Monroe.
Nel 1954 vince l'Oscar al miglior regista con Da qui all'eternità sull'attacco a Pearl Harbour, e costituito da un cast di prim'ordine: Burt Lancaster, Montgomery Clift, Deborah Kerr, Frank Sinatra e Ernest Borgnine, pellicola superpremiata che vince anche altri 7 premi Oscar.
Dopo Un cappello pieno di pioggia (1957), nel quale renderà famoso Anthony Franciosa, gira un altro film, spesso sottovalutato dalla critica, La storia di una monaca (1959), con una radiosa Audrey Hepburn. In ...e venne il giorno della vendetta (1963) esalta l'interpretazione di Gregory Peck. Nel 1966 dirige uno dei suoi migliori film, Un uomo per tutte le stagioni, tratto dall'opera teatrale omonima di Robert Bolt, con il quale vince il suo secondo oscar.
Trae ispirazione dall'omonimo libro di Frederick Forsyth per Il giorno dello sciacallo (1973), con un cast di attori semisconosciuti, e vince tre premi Oscar con il film Giulia (1977), interpretato da Vanessa Redgrave, Jane Fonda, Jason Robards, un grandioso Maximilian Schell e l'esordiente Meryl Streep.
 
Il suo ultimo film è Cinque giorni un'estate (1982), con Sean Connery. Nel 1989 gli viene conferito l'Oscar alla carriera. Nel 1992 scrive un'autobiografia e muore il 14 marzo 1997 all'età di 90 anni.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #352 il: 26 Febbraio 2013, 18:03:42 »
EDWIN HUBBLE

Edwin Powell Hubble (Marshfield, 20 novembre 1889 – San Marino, 28 settembre 1953)

..........................................è stato un astronomo e astrofisico statunitense.


È noto principalmente per la scoperta, assieme a Milton Humason, nel 1929, della legge empirica redshift/distanza, oggigiorno universalmente nota come legge di Hubble, la cui interpretazione in termini di velocità di recessione è coerente con le soluzioni di Alexander Friedman e Georges Lemaître delle equazioni di Einstein per uno spaziotempo omogeneo isotropo e in espansione.
 
I primi studi di Hubble presso l'Università di Chicago si concentrarono su matematica e astronomia. Si diplomò nel 1910; passò i tre anni seguenti come borsista Rhodes presso il The Queen's College ad Oxford, dove studiò legge e ricevette un diploma Master.
Tornò all'astronomia presso l'Osservatorio Yerkes dell'Università di Chicago, dove conseguì il dottorato nel 1917, e George Ellery Hale gli offrì un posto nel suo staff. Hale era il fondatore e direttore dell'Osservatorio di Monte Wilson della Carnegie Institution, vicino a Pasadena. Hubble rimase con la Carnegie fino alla sua morte per infarto nel 1953.
Il suo arrivo all'Osservatorio di Monte Wilson fu all'incirca contemporaneo al completamento del Telescopio Hooker da 100 pollici, allora il più potente del mondo. Le osservazioni di Hubble condotte tra il 1923 e il 1924 con l'Hooker stabilirono, senza ombra di dubbio, che gran parte delle cosiddette nebulose a spirale, prima osservate con telescopi meno potenti, non facevano parte della nostra galassia come si credeva, ma erano esse stesse galassie, poste al di fuori della Via Lattea. Ciò fu possibile dopo che Hubble osservò per la prima volta la stella V1, una variabile cefeide nella Galassia di Andromeda, determinandone la distanza con sufficiente precisione e smentendo le precedenti teorie dei colleghi Harlow Shapley e Heber Curtis. L'annuncio di questa scoperta rivoluzionaria, fu dato il 30 dicembre 1924.
 
Il telescopio Hooker fu usato da Hubble anche per misurare i redshift delle galassie. Unendo le sue misure delle distanze delle galassie e le misure dei redshift scoprì una proporzionalità tra le due misure. Hubble ottenne un valore di proporzionalità di 500 km/s/Mpc,[1] che è molto superiore al valore attualmente accettato di 71 km/s/Mpc. L'errore era dovuto agli errori di calibrazione della distanze.
Nel 1929 Hubble, assieme a Milton Humason, formulò la legge empirica di distanza di redshift delle galassie, oggi nota come legge di Hubble, che portò al concetto di universo in espansione. Se il redshift è interpretato come misura di velocità di allontanamento, allora esso indica uno spazio in espansione omogenea. Questa scoperta successivamente ha portato alla formulazione della teoria del Big Bang da parte di George Gamow. Nel 1917 Albert Einstein aveva avuto gli stessi risultati nella Teoria della relatività generale ma, non volendo accettare le implicazioni cosmologiche che potevano conseguirne, introdusse nelle equazioni una costante cosmologica. Quando Einstein venne a conoscenza della scoperta di Hubble, disse che quella costante era stato l'errore più grande della sua vita.
 
Poco prima della sua morte, il Telescopio Hale da 200 pollici dell'Osservatorio di Monte Palomar venne completato. Hubble fu il primo ad usarlo.
 
Hubble, inoltre, inventò un sistema di classificazione per le galassie, raggruppante secondo contenuto, distanza, forma, dimensione e brillantezza.
Nel 1940 ricevette la Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society.
 
Il telescopio spaziale Hubble è chiamato così in suo onore.
 
Gli è stato dedicato un asteroide, il 2069 Hubble, ed un cratere lunare di 80 km di diametro

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #353 il: 26 Febbraio 2013, 18:20:12 »
HAROLD WILSON

James Harold Wilson  (Huddersfield, 11 marzo 1916 – Londra, 24 maggio 1995)

.................................................è stato un politico britannico, esponente del Labour Party,


Ricoprì due volte discontinue la carica di Primo Ministro del Regno Unito, dal 1964 al 1970 e dal 1974 al 1976.

 
Dopo essere stato docente di economia a Oxford, dal 1945 fu deputato del Partito Laburista; dal 1947 al 1951 fu ministro del commercio con C.R. Atlee e nel 1963 sostituì Hugh Gaitskell alla guida dei laburisti.
Vinte le elezioni dell'anno seguente divenne Primo Ministro del Regno Unito mantenendosi in carica fino al 1970 e poi ancora dal 1974 al 1976, quando decise di ritirarsi a favore di James Callaghan.
 
In politica estera Wilson fu sostanzialmente contrario alle istituzioni europee; di fronte alla crisi dell'economia britannica cercò di preservare il benessere e la stabilità sociale del Welfare State applicando una politica deflazionistica e il "controllo sociale" dei redditi concertato con le Trade Unions. I costi elevati del Welfare State e l'eccessivo peso politico concesso ai sindacati forumularono tuttavia le premesse alla crisi del Partito laburista e, quindi, dei successivi trionfi di Margaret Thatcher.
 
Wilson fu il Primo Ministro inglese che fece nominare dalla Regina Elisabetta II i Beatles come "baronetti".

da wikipedia

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Wilson, Harold. - Uomo politico inglese (Huddersfield, Yorkshire, 1916 - Londra 1995)

Uomo politico inglese (Huddersfield, Yorkshire, 1916 - Londra 1995).
Laburista, dal 1945 al 1947 segretario parlamentare al ministero del Lavoro, presidente del Board of trade (1947-51), leader del Partito laburista dal 1961, fu primo ministro dal 1964 al 1970.
La sua politica deflazionista e di riduzione della spesa pubblica, e le sue richieste di limitazione delle rivendicazioni salariali e degli scioperi lo posero talvolta in contrasto con le trade unions. Senza risultato furono i suoi tentativi di accordo con la Rhodesia indipendentista di I. Smith. Ostile all'ingresso della Gran Bretagna nella CEE, fu capo dell'opposizione durante il gabinetto conservatore di E. Heath (1970-74).

Nuovamente alla guida del governo dal 1974 al 1976, si dimise di fronte alle persistenti difficoltà economiche e finanziarie del paese.

da Inciclopedia Treccani

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #354 il: 27 Febbraio 2013, 10:55:05 »
INGVAR KAMPRAD

Ingvar Feodor Kamprad (Ljungby, 30 marzo 1926)

..................................... è un imprenditore svedese fondatore (nel 1943) di IKEA.
 
Secondo la rivista Forbes è uno dei 15 uomini più ricchi del mondo. Al 2012 risulta essere, sempre secondo la rivista Forbes, il sesto uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 36,9 miliardi di dollari USA[senza fonte]. La maggior parte del suo patrimonio è tratto da IKEA.
Kamprad ha cominciato a costruire il suo business fin da ragazzo, vendendo fiammiferi ai vicini con la sua bicicletta. Successivamente scoprì che poteva acquistare i fiammiferi ad un prezzo molto basso presso un fornitore di Stoccolma, in modo da poter trarre maggior profitto nella vendita abbassando leggermente i prezzi. Dai fiammiferi, si espanse vendendo pesce, decorazioni per alberi di Natale, semenze da giardino e successivamente penne a sfera, matite.
 
Quando compì 17 anni suo padre gli diede dei soldi come regalo per i buoni risultati che ottenne con gli studi. Kamprad usò questi soldi per costruire e fare crescere uno stabilimento, che chiamò IKEA. L'acronimo IKEA è composto dalle iniziali del suo nome (Ingvar Kamprad) o IK più Elmtaryd, la fattoria di famiglia dove è cresciuto, e Agunnaryd, un piccolo villaggio nella provincia di Småland.
 
Ha ammesso che la sua dislessia ha giocato una larga parte del lavoro iniziale della compagnia. Per esempio i nomi in svedese dei mobili IKEA sono stati scelti da Kamprad perché aveva difficoltà nel ricordare i numeri.
 
Kamprad ha vissuto a Epalinges fin dal 1976. Come ha dichiarato in un'intervista per la televisione svizzera di lingua francese TSR, Kamprad guida una macchina vecchia di 15 anni, vola in classe economica e incoraggia i dipendenti IKEA a scrivere sempre su tutti e due i lati di un foglio.
 
Kamprad ha anche ammesso il suo alcolismo, ma ha dichiarato che ora il suo "bere" è sotto controllo. I media comunicano il 17 settembre 2012 che Ingvar Kamprad ha lasciato la guida della multinazionale dei mobili in favore dei suoi tre figli: Peter, Jonas e Mathias.
Nel 1994 le lettere personali dell'attivista fascista Per Engdahl sono state rese pubbliche dopo la sua morte ed è stato rivelato che nel 1942 Kamprad entrò a fare parte del gruppo filo-nazista Nuovo Movimento Svedese (svedese: Nysvenska Rörelsen) di Engdahl, e che contribuì al reclutamento di nuovi membri fino al tardo settembre del 1945, quando uscì dal gruppo rimanendo amico di Engdahl fino all'inizio degli anni '50.
 
Dopo quella rivelazione pubblica, Kamprad ha dichiarato di provare rammarico per quella parte della sua vita, definendola il più grande errore che abbia mai fatto, e ha scritto una lettera di scuse rivolta a tutti i suoi impiegati ebrei. Al gruppo appartenevano Engdahl e Sven Olov Lindholm, leader del movimento filonazista svedese.
 
È risaputo che IKEA è uno dei pochi rivenditori ad avere un deposito all'interno dello stato di Israele: questo riflette un tentativo di eliminare questa polemica.
Secondo il settimanale svedese Veckans Affärer[4], Kamprad è la persona più ricca del mondo. Tuttavia, IKEA nega questa asserzione: Kamprad non è più il proprietario dell'azienda (in una sua dichiarazione spiega di aver dato le dimissioni perché desiderava pagare meno tasse), quindi IKEA non dovrebbe essere inclusa nel computo dei suoi possedimenti. Forbes magazine, riporta al primo posto Carlos Slim Helú mentre Kamprad si trova ora in undicesima posizione - prima dell'articolo sul Veckans Affärer si trovava al settimo posto.
 
Secondo il provider tedesco T-Online, Kamprad è il più ricco del mondo, con 53 miliardi di dollari americani.
 
A partire dal marzo 2005, la perdita di valuta del dollaro americano ha messo Kamprad in testa alla classifica delle persone più ricche del mondo. Nel 2010, Forbes magazine ha stimato la sua fortuna a 23 miliardi di dollari americani.

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« Ultima modifica: 27 Febbraio 2013, 11:08:25 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #355 il: 27 Febbraio 2013, 11:06:45 »
AVRAM CHOMSKY

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928)

................................................ è un linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense.


Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.
 
La teoria della grammatica generativa, alcuni dei cui elementi essenziali sono già presenti nell'opera Syntactic Structures del 1957, si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale, elemento distintivo dell'uomo come specie animale, superando la concezione della linguistica tradizionale incentrata sullo studio delle peculiarità dei linguaggi parlati. L'influenza del pensiero di Chomsky va ben al di là della stessa linguistica, fornendo interessanti e fecondi spunti di riflessione anche nell'ambito della filosofia, della psicologia, delle teorie evoluzionistiche, della neurologia e della scienza dell'informazione.
 
A partire dagli anni sessanta, grazie alla sua forte presa di posizione contro la guerra del Vietnam e al suo notevole impegno politico e sociale, Chomsky si è affermato anche come intellettuale anarchico e socialista libertario[1]. La costante e acuta critica nei confronti della politica estera di diversi paesi e, in particolar modo, degli Stati Uniti, così come l'analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale americana e mondiale. A partire dalle proteste per la guerra in Vietnam, l'attivismo di Chomsky lo ha portato a prendere parte attiva a numerosi incontri e dibattiti sui più disparati temi sociali, da problematiche di politica internazionale alla critica al neoliberismo (tema centrale dei suoi incontri e dei suoi scritti), inteso come dottrina economica basata sulla radicalizzazione della centralità del mercato che, secondo Chomsky, ha portato a vari disastri sociali, come il crescente divario tra ricchi e poveri (in particolar modo nei paesi dell'America latina) e la perdita di controllo sul potere statale da parte dei cittadini. Tali temi sono affrontati in vari scritti di attivismo chomskiano, spesso nati da trascrizioni di registrazioni d'interviste e incontri pubblici. Oltre a vari libri incentrati sul pensiero politico di Noam Chosmky, sono stati realizzati un documentario e un'opera di teatro musicale: Manufacturing Consent (1992) di Mark Achbar e Peter Wintonick e Conversazioni con Chomsky (2010), "talk-opera" del compositore Emanuele Casale.

Noam Chomsky nasce il 7 dicembre 1928 a Filadelfia, da una famiglia ebraica dell'Europa orientale. Il padre, William (Zev) Chomsky è un rispettato studioso di ebraico, immigrato negli Stati Uniti dalla Russia nel 1913, di cui si ricorda l'opera Hebrew, the Eternal Language (1957).
Noam studia linguistica alla University of Pennsylvania sotto la guida di Zellig Harris, fondatore del primo dipartimento di linguistica in una università americana. Qui ottiene il Bachelor (B.A.) nel 1949 e il Master (M.A.) nel 1951 con la tesi Morphophonemics of Modern Hebrew. Nel 1949 sposa la linguista Carol Schatz. Sempre alla University of Pennsylvania discute la tesi di dottorato, Transformational Analysis (1955), benché dal 1951 al 1955 svolga la sua attività di ricerca come Junior Fellow presso l'Harvard University a Cambridge, presso Boston, Massachusetts.
Nel 1955 inizia la sua carriera come "assistant professor" al Massachusetts Institute of Technology (MIT), nella stessa Cambridge, istituzione dove tuttora opera e insegna.
Il 16 aprile 2004 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Lettere dall’ateneo fiorentino, “quale riconoscimento allo studioso eminente nel campo delle scienze del linguaggio e delle capacità cognitive e all’intellettuale da sempre impegnato in difesa della libertà di pensiero”.[2]
Il 1º aprile 2005 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Psicologia dall'Università di Bologna.[3]
Il 17 settembre 2012 ha ricevuto un PhD honoris causa in Neuroscienze conferitogli dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste
La posizione di Chomsky nel campo della linguistica è tuttora quella di un innovatore radicale che ha fatto scuola in tutto il mondo, ma il suo pensiero non si è limitato alla linguistica. Chomsky è anche molto noto per le sue prese di posizione politiche, nelle quali ha duramente denunciato l'ingiustizia e la profonda immoralità su cui si fondano i sistemi di potere americani ed internazionali, la strumentalizzazione della totalità dei mezzi d'informazione statunitensi, da parte delle potenti lobby economiche esistenti in quel Paese, e la politica imperialista e militarista delle amministrazioni USA, da Roosevelt in poi (American power and the new mandarins 1969, At war with Asia 1970, Human rights and american foreign policy 1978).
Chomsky ha affermato di essere riuscito, grazie ad un minuzioso lavoro di studio e interpretazione di un'immensa mole di ogni tipo di documenti, a smascherare numerosi casi di utilizzo fraudolento delle informazioni, nonché a evidenziare la piattezza conformistica dei media.
Il meccanismo attraverso cui si attua questo livellamento, è costituito dalla "fissazione delle priorità": esiste un certo numero di mezzi di informazione che determinano una sorta di struttura prioritaria delle notizie, alla quale i media minori devono più o meno adattarsi a causa della scarsità delle risorse a disposizione. Le fonti primarie che fissano le priorità, sono grandi società commerciali a redditività molto alta, e nella grande maggioranza sono collegate a gruppi economici ancora più grandi. L'obiettivo è quello che Chomsky definisce come la "fabbrica del consenso", ossia un sistema di propaganda estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell'opinione pubblica (Manufacturing consent: the political economy of the mass media 1988, Understanding power: the indispensable Chomsky 2002).
Noam Chomsky ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
La strategia della distrazione - Creare problemi e poi offrire le soluzioni- La strategia della gradualità - La strategia del differire -
Rivolgersi al pubblico come ai bambini - Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione - Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità - Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità - Rafforzare l’auto-colpevolezza - Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.

Chomsky, dopo qualche articolo, pubblica nel 1957 il volume Syntactic structures (Le strutture della sintassi), che contiene in nuce la sua teoria rivoluzionaria sulla grammatica generativo-trasformazionale.
 
Nel 1959 pubblica una lunga e ormai classica recensione del volume di Burrhus Skinner, allora il più noto esponente del comportamentismo, Verbal behavior: lo scritto contiene una critica esplicita e argomentata del comportamentismo, dal quale Chomsky aveva preso le distanze.
Tra il 1965 e il 1966 escono le due opere che fissano in maniera quasi definitiva sia le posizioni specificamente linguistiche, sia le posizioni e le ascendenze filosofiche generali dell'autore: Aspects of the theory of syntax nel 1965 e Cartesian linguistics nel 1966.
 
Una ulteriore precisazione di tali posizioni è proposta in Language and mind, del 1968. Chomsky, a questa data, è ormai il più influente studioso di linguistica sia nel suo paese, sia in gran parte del mondo. Lo studioso non cessa di approfondire e difendere le sue teorie, nei dibattiti frequenti e vivaci dei successivi anni, in numerosi articoli e saggi, talvolta raccolti in volume. Alcuni fra i più significativi sono: The logical structure of linguistic theory del 1975, Reflections on language del 1976, Language and problems of knowledge del 1988.
 
Nelle opere del 1957 e del 1965 Chomsky offre una descrizione formalizzata, di un livello e di una strutturazione quasi matematici, della grammatica e delle strutture sintattiche del nostro linguaggio.
 
La creatività viene considerata come una delle caratteristiche fondamentali del modo di usare il linguaggio: rispetto al numero limitato di parole e di regole esistenti, noi tendiamo a creare qualcosa di nuovo, non riducibile in maniera meccanica alle regole grammaticali, anche se da esse, in qualche modo, "generato". La grammatica quindi, "genera" enunciati, nel senso che sta alla loro base, ma non li produce in maniera meccanica una volta per tutte. Poiché la conoscenza di una lingua è per Chomsky capacità di produrre e comprendere un numero virtualmente infinito di frasi, cioè anche frasi nuove, mai prodotte o udite prima, di questo deve dar conto una grammatica.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #356 il: 27 Febbraio 2013, 11:29:13 »
DENIS RYAN

Denis Ryan è un irlandese-canadese musicista folk, meglio conosciuto come membro del Fancy il popolare irlandese-Terranova banda trio di Ryan, e come cantante.

Denis è nato a Newport, Co.Tipperary, Irlanda. Emigrato in Canada nel 1960. Nel 1971, con Fergus O'Byrne e Dermot O'Reilly ha formato Fancy la folk band di Ryan.
 
Nel 1983 il gruppo si sciolse e Denis si trasferisce a Halifax, Canada, dove è diventato impiegato nel settore degli investimenti.
Alla fine del 1980, è diventato il titolare di birra Highland Classic, che divenne popolare nella parte orientale della Nova Scotia per un breve periodo.
Egli possedeva anche un bar a Halifax.
 
Tuttavia, egli rimase nella musica, pubblicando due album da solista e che ospita la mostra CBC Television "Up on the Roof".
 
Nel 1994 ha ricevuto una laurea honoris causa, Dottore in Lettere, presso l'Università di St. Mary a Halifax.
 
Nel corso degli anni si è dedicato molto ad attività benefiche, di volontariato o, come presentatore per molte funzioni benefiche.
E continua a contribuire a creare consapevolezza e raccolta fondi per organizzazioni quali il presidente D'Arcy McGee di Studi irlandesi presso l'Università di St. Mary.
La sua ultima registrazione è stata "Città Newport" con il suo primo cugino Denis Carey.

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Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #357 il: 27 Febbraio 2013, 11:55:05 »
Lucas Lanthier

Lucas Lanthier, alla voce, ha dato vita al progetto solista parallelo Deadfly Ensemble - cinema strange.
Cinema Strange sono un gruppo death rock statunitense attivo sin dal 1994.
Dopo vari cambi di formazione si è recentemente stabilizzato come quartetto. Grazie a loro il movimento deathrock ha ripreso vita in America ed Europa, anche se a livello strettamente musicale la loro formula è notevolmente più eterogenea dei "compagni di genere", ponendoli su un piano qualitativamente superiore, soprattutto considerando l'ondata di gruppi che hanno inflazionato la scena negli ultimissimi anni.
Tra Sex Gang Children, Christian Death e classicismi, invece di declamare le solite storie da horror movie, preferiscono narrare favole nelle loro canzoni. Macabre, ma come potevano essere quelle originali per bambini.
Lucas Lanthier, alla voce, ha dato vita al progetto solista parallelo Deadfly Ensemble.

Membri : Lucas Lanthier, alias "Zampano": è uno dei fondatori dei C.S.; Lucas scrive e compone le canzoni per il gruppo. Inoltre è il fondatore del suo side project The Deadfly Ensemble . Michael Ribiat, alias "Lafitte": suona la chitarra e altri strumenti, collabora con Lucas nella composizione della musica per i C.S. Daniel Ribiat, alias "Yellow": è un altro dei fondatori dei C.S.; Daniel suona il basso assieme ad altri strumenti ed anche lui collabora con la stesura della musica. Danny Walker, alias "Ted": suona la batteria.

Paese d'origine :  Stati Uniti
Genere : Death rock
Periodo di attività : 1994–in attività
Album pubblicati : 4
Sito web : nightmarezone.de/cinemastrange

da wikipedia

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Da un noto sito del fumo lento, leggo e riporto :

Lucas Lanthier, cantante dei Cinema Strange, solista del progetto Deadfly Ensemble.
Incontrato al TNT club di Milano con Peterson in bocca e fumante tabacco aromatizzato al whisky.
S'è avvicinato incuriosito dalla mia pipa in schiuma e dal forte che stavo gustando.
Ragazzo simpatico ed appassionato del nostro "vizio".
Purtroppo dopo il concerto non siamo riusciti ad incontrarci per assaporare insieme il tabacco italico.
E' il signore nella foto, a sinistra.

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Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #358 il: 27 Febbraio 2013, 12:05:20 »
ENNIO FLAIANO

Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972 - 62 anni - )

.......................................................... è stato uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinema


Nato il 5 marzo del 1910, ultimo di sette figli, da Cetteo Flaiano (1859-1943) e Francesca Di Michele (1873-1938), il giovane Ennio passa un'infanzia di viaggi e spostamenti continui tra Pescara, Camerino, Senigallia, Fermo e Chieti, tra scuole e collegi.
 
Nel 1922 arriva a Roma (viaggiando il 27 ottobre in treno, per fortuita coincidenza, in compagnia di fascisti della Marcia su Roma, più tardi ne racconterà gustosi aneddoti). Nella capitale compie gli studi secondari superiori nel Convitto nazionale fino al liceo artistico (diplomato nel 1929) e si iscrive alla Facoltà di architettura, senza però terminare gli studi universitari.
 
All'inizio degli anni trenta mentre divide una stanza in viale delle Milizie con il pittore Orfeo Tamburi, e collabora come scenografo con Anton Giulio Bragaglia, conosce Mario Pannunzio[1], Telesio Interlandi, Leo Longanesi e altre firme del giornalismo italiano, iniziando a collaborare per le riviste L'Italia Letteraria, Omnibus, Oggi e Quadrivio.
 
Dal 1933 al 1936, dopo un soggiorno a Pavia per frequentare la Scuola Ufficiali, partecipa alla Guerra d'Etiopia.
 
Tornato a Roma, frequenta l'Antico Caffè Greco e le trattorie dove si incontra spesso con personaggi della vita letteraria e artistica romana quali Aldo Palazzeschi, Carlo Levi, Libero de Libero, Sandro Penna, Vitaliano Brancati, Vincenzo Cardarelli, ma anche Irving Penn, Orson Welles ecc.
 
Nel 1940 sposa Rosetta Rota (1911-2003), insegnante di matematica nata a Vigevano e zia di Giancarlo Rota. Nel 1942 nasce la figlia Luisa, soprannominata Lelè, la quale all'età di otto mesi inizia a dare i primi segni di una gravissima forma di encefalopatia che le comprometterà tragicamente la sua vita. Splendide pagine su questo drammatico evento si trovano ne La valigia delle Indie.
 
All'inizio degli anni quaranta collabora anche a diversi altri giornali, come critico teatrale, recensore letterario e cinematografico (anche con pseudonimi come Patrizio Rossi, Ezio Bassetto o Ennio Di Michele) come «Cine Illustrato", "Cinema", "Storia di ieri e di oggi", "Mediterraneo", "Documento" "Il Popolo di Roma", "Italia".
 
Dal 1943 inizia a lavorare da sceneggiatore per il cinema. Al cinema lo legherà per sempre un rapporto di amore-odio.
 
Nel 1945 è capocronista del quotidiano "Risorgimento liberale", poi passa a "Il Secolo XX" (alcuni articoli li firma con lo pseudonimo Pickwick), ma scrive anche su "Star", "Mercurio" (rivista appena fondata da Alba de Céspedes), "Domenica" e "Città" e "La città libera". Seguono le collaborazioni a "Cinelandia" (settimanale da lui fondato che dura cinque mesi del 1946), "Omnibus" (l'edizione diretta da Salvato Cappelli, successiva a quella ormai chiusa prima della guerra), "Film Rivista", "Giornale di Sicilia", quindi "L'Europeo", "La Voce Repubblicana", "Corriere di Milano", "Bis" (rivista diretta da Giuseppe Marotta) ecc.
 
Nel 1947 vince il primo Premio Strega con Tempo di uccidere, appassionato romanzo sulla sua esperienza in Etiopia, scritto in appena tre mesi dietro espressa richiesta di Leo Longanesi. L'attività giornalistica a questo punto si concentra solo su "Il Mondo" di cui è caporedattore (fino al 1951).
 
Tra il 1947 e il 1971 scrive alcune tra le più belle sceneggiature del cinema del dopoguerra, collaborando a film di registi quali Federico Fellini (10 film), Marcello Pagliero e Alessandro Blasetti (4 ciascuno), Luigi Zampa, Luciano Emmer e Gianni Franciolini (3 ciascuno), Romolo Marcellini, Alberto Lattuada, Camillo Mastrocinque, Mario Soldati, Mario Monicelli, Dino Risi e Gian Luigi Polidoro (2), ma anche Renato Castellani, Roberto Rossellini, William Wyler, Domenico Paolella, Michelangelo Antonioni, Antonio Pietrangeli, Eduardo De Filippo, Pietro Germi, Elio Petri ecc.
 
All'attività di giornalista si dedica con la rubrica "Diario notturno" (su "Il Mondo", poi raccolta in volume da Bompiani, 1956), e con articoli sul "Corriere della Sera", "Tempo presente", "L'Illustrazione Italiana", "Corriere d'Informazione" e "l'Espresso", poi (dal 1964) con "L'Europeo".
 
Negli anni sessanta inizia un periodo di viaggi e relazioni internazionali[3], si reca in Spagna (dove collabora con il regista Luis Berlanga), a Parigi (dove scrive per Louis Malle un film poi non realizzato) e ad Amsterdam (per La ragazza in vetrina), a Zurigo (per incontrare la vedova di Thomas Mann, sul cui Tonio Kröger sta scrivendo un film) e a Hong Kong (per un film di Gian Luigi Polidoro), quindi negli Stati Uniti (per l'Oscar a 8½), di nuovo a Parigi (dove scrive una sceneggiatura tratta dalla Recherche di Proust per René Clément, film che non si riuscirà a fare), a Praga (dove incontra Miloš Forman) e in Israele (viaggio raccontato sulle pagine dell'"Europeo" nel 1967). Altri progetti coinvolgono George Cukor, Rex Harrison, il Canada (per il film Le voyager, non realizzato), arriva persino a immaginarsi regista di un film americano che non riesce a fare[4].
 
All'inizio di marzo 1970 viene colpito da un primo infarto. "Tutto dovrà cambiare", scrive tra i suoi appunti. Va a vivere da solo in un residence, portandosi pochissimi libri. Nello stesso tempo inizia a mettere ordine tra le sue carte, per dare alle stampe una versione organica della sua instancabile vena creativa: appunti sparsi su fogli di ogni tipo vengono lentamente catalogati. Ma gran parte di questo corpus di scritti è destinato a essere pubblicato postumo.
 
Il 5 novembre 1972 pubblica sul Corriere della Sera il suo ultimo articolo, di tipo autobiografico.

Il 20 novembre dello stesso anno, mentre è in clinica per alcuni semplici accertamenti, viene colpito da un secondo, questa volta fatale, infarto.
 
La figlia Lelè morirà nel 1992.
La moglie Rosetta si è spenta alla fine del 2003.
La famiglia è riunita nel cimitero di Maccarese, vicino Roma.

ografico e drammaturgo italiano. Specializzato in elzeviri, Flaiano scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate
Il nome di Flaiano è legato indissolubilmente a Roma, città amata e odiata. Testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, Flaiano ha saputo vivere la capitale in tutti i suoi aspetti, tra cantieri, locali della "dolce vita", strade trafficate
Ne La solitudine del satiro Flaiano ha lasciato numerosi passi riguardanti la sua Roma. In particolare va ricordato un lungo articolo (apparso su Il Mondo nel 1957) nel quale viene descritta la nascita del quartiere Talenti, nella zona nord-est di Roma, segno della frenetica crescita urbanistica, che lentamente inghiottiva la campagna. Nella zona limitrofa (il quartiere Montesacro), Ennio Flaiano visse dal 1953 e qui una targa commemorativa (posta dalla Compagnia Teatrale LABit) ricorda il suo passaggio.
Sembra quasi confermare il difficile rapporto di Flaiano con Roma il fatto che la tomba dell'autore si trovi a Maccarese (Fregene), zona marittima alle porte della capitale, dove Flaiano visse diversi anni.
Fine ed ironico moralista – ma anche acre e tragico al tempo stesso – produsse opere narrative e varie prose tutte percorse da un'originale vena satirica ed un vivo senso del grottesco, attraverso cui vengono stigmatizzati gli aspetti paradossali della realtà contemporanea. Creava continuamente mottetti e aforismi, molti dei quali ancora in uso comune.
 
Fu il primo vincitore del Premio Strega, nel 1947, con il suo più famoso scritto, Tempo di uccidere.

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« Ultima modifica: 27 Febbraio 2013, 12:26:17 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #359 il: 27 Febbraio 2013, 12:22:09 »
NOLAN BUSHNELL

Nolan Bushnell (Clearfield, 5 febbraio 1943)

........................................ è un ingegnere e imprenditore statunitense.

 
Ha fondato diverse società tra cui Atari e la catena di pizzerie Chuck E. Cheese's Pizza-Time Theaters. È considerato uno dei fondatori dell'industria videoludica. Nel giugno 2008 è stato annunciato un biopic nel quale Bushnell dovrebbe essere interpretato da Leonardo DiCaprio.
 
Il 19 aprile 2010 Bushnell è rientrato nel Consiglio di amministrazione di Atari, Inc

Dopo essersi laureato in elettrotecnica nel 1968 alla Università dello Utah, Bushnell si interessò ai videogiochi dopo avere visto girare Spacewar! su un PDP-1. Nel 1971 fondò la Syzygy insieme a Ted Dabney, per produrre un clone di Spacewar! chiamato Computer Space; il risultato commerciale non fu esaltante, anche per la complessità sopra la media del gioco, che scoraggiava l'avventore medio. Dopo una dimostrazione del Magnavox Odyssey di Ralph H. Baer, Bushnell (che nel frattempo aveva modificato il nome dell'azienda in Atari, un riferimento al gioco Go) chiese a Allan Alcorn di realizzare PONG. Come dichiarato in una intervista, Bushnell non crede di avere inventato i videogiochi, ma di averli messi in commercio.[3]
 
Dopo avere ceduto la società alla Time Warner per 28 milioni di dollari, Bushnell si è dedicato ad altre attività imprenditoriali, in particolare di ristorazione, la più recente delle quali è la catena UWink.
 
Attualmente Bushnell è impegnato con Anti-AgingGames.com,[4], un servizio online di giochi che aiutano a stimolare la memoria e la concentrazione ed a tenere attivo il cervello nelle persone over 35. I giochi sono realizzati da Bushnell con il supporto di medici specialisti.

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