Autore Topic: COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI  (Letto 8785 volte)

Offline Arnaldo da Brugges

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COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« il: 28 Marzo 2013, 14:49:55 »
Allego l'ennesimo lavoretto per le meditazioni pasquali. L'avrei inserito nel corpo del post perché non è molto lungo, però ho notato che se ci sono tabelle (delle quali ammetto di fare abuso), vanno a remengo.

Tengo in serbo altre menate per un giorno di pioggia (un altro ovviamente).




Offline StefanoG

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #1 il: 28 Marzo 2013, 15:01:12 »
Anche questo ottimo davvero, bel lavoro  :)

Onofrio del Grillo

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #2 il: 28 Marzo 2013, 15:02:39 »
Come al solito ottimo!

Considerazioni ulteriori:
La combustibilità è strettamente connessa alla combustione.
Per quello che riguarda la combustione entrano in gioco diversi fattori che hanno a che fare con la pipa (tu alla fine lo accenni) e con il fumatore.

Si potrebbe anche dire che questi due fattori, non trascurabili, possono "livellare" i diversi gradi/caratteri di combustibilità che hai così sapientemente individuato.
O no? 
« Ultima modifica: 28 Marzo 2013, 15:05:01 da Onofrio del Grillo »

Offline Arnaldo da Brugges

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #3 il: 28 Marzo 2013, 15:31:31 »
Grazie a tutti per gli apprezzamenti.

"Considerazioni ulteriori:
La combustibilità è strettamente connessa alla combustione.
Per quello che riguarda la combustione entrano in gioco diversi fattori che hanno a che fare con la pipa (tu alla fine lo accenni) e con il fumatore.

Si potrebbe anche dire che questi due fattori, non trascurabili, possono "livellare" i diversi gradi/caratteri di combustibilità che hai così sapientemente individuato."

Certamente, anzi proprio a quello serve il fumatore (per così dire). Naturalmente la complessità della materia che ci occupa è fondata sull'interazione tabacco-pipa-fumatore. L'una cosa influenza l'altra e la condiziona positivamente o negativamente. Solo il fumatore però, quale causa agente, può adattare il suo comportamento, dopo aver scelto la migliore combinazione tra pipa e tabacco.

Ovviamente, nelle nostre amene discettazioni, ci occupiamo di analizzare un elemento per volta e, solo dopo averlo conosciuto bene (se possibile), cerchiamo d'integrarlo in una teoria generale sistemica.

Sembra che parlo di cose serie?

Offline Nic Salamandra

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #4 il: 28 Marzo 2013, 21:28:51 »
Riscontro 2 problemi: la combustibilità dei singoli elementi della miscela (ad esempio, gli orientali e il perique d'una EM tipo lungo, composito) e l'ambiente, come esterno-interno, e come variabili di umidità-ventilazione, quest'ultima ovviamente in relazione all'esterno..... mha, che dire, le miscele per riuscire devono essere militarmente "omogeneizzate?"

L'ipotesi è scabrosa, identificheremmo quanto ci ha più tradizionalmente "deliziato" con preparati dunque non solo "ruspanti", ma anche già molto manipolati e astuti... in fondo, quanto per noi è storia-mito, datava già secoli di espedienti e di tattiche professionali..... bei problemini, eh!?

Per carità, dal mio punto di vista, gloria in excelis al Sullivan 00, e gloria a qualsivoglia astuzia che oltre all'indubitabile qualità, ha segnato per sempre le ns. ore più intimamente inthopiche di Gioventù :P
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Offline santi bailor

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #5 il: 28 Marzo 2013, 22:20:08 »
la ventilazione forzata, nell'influenza è vero del flue cured va bene qualora il flusso dell'aria non sia troppo costante-frammezzato nell'incedere della corrente d'aria destrorsa, viceversa uno stoved, pressed-preecooled, gioverà dei miglioramenti apportati dalla ventilatio ad interim, d'altronde nei burley essiccati-a-forza non saranno mai riscontrabli le note nocciolate come in quello heavy-cared prodotto in zone ristrette del nebraska. un virginia orange, invece,  non possiede la porosità strutturale di un red o di un bright, che loro malgrado virano al dolce-fruttato un pochino-vagamente acidulo, e parzialmente resilenti nella malleabilità, in cariche lasche senza forza espressa dal basso.  Gli orientali costituiscono un capitolo spinoso e talvolta controverso,  in quanto le migliori foglie di smirne o yendije devono essere trattate in ambiente anaerobico, per poi, una volta stabilizzate, essere sottoposte a stadi paralleli di fermentazione in atmosfera di protossido d'azoto. Il latakia cipriota risulta invece migliore, rispetto al siriano, come elemento comburente durante il processo di riduzione.
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Offline Nic Salamandra

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #6 il: 28 Marzo 2013, 22:40:55 »
inthopikomiko notevole.... ;), ma forse la ipotetica fantasia fornisce indicazioni-tipo, non troppo più complicate della realtà.

Con ciò, chiaro imho che sull'umidità "extra acqua" la partita è stata sempre molto giostrata...
« Ultima modifica: 28 Marzo 2013, 22:46:50 da mirkociccio »
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Offline Arnaldo da Brugges

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #7 il: 29 Marzo 2013, 09:09:43 »
Esiti interessanti, la cosa mi garba parecchio. Nell'interazione tabacco-pipa-fumatore, ovviamente, elemento non trascurabile, anzi fondamentale, sono proprio le condizioni esterne: ventilazione (assenza, grado di, tempesta, motocicletta, auto, ecc.), temperatura e umidità relativa. Tali condizioni costringono notoriamente a molti adattamenti e rendono preferibili certe soluzioni piuttosto che altre, pena danni irreparabili.

Dico sempre infatti, estremizzando, che con il caldo umido è preferibile fumare un sigaro cubano, mentre il freddo secco si avvantaggia di una buona pipata di flake, ma sono due esempi di climi estremi. E via con tutte le combinazioni possibili o gli adattamenti del caso.

Senza entrare nello specifico dei trattamenti subiti dal tabacco (peraltro molto ben illustrati da altri illustri al priore di anzio), basandomi sulla mia esperienza posso dire che le miscele più complesse (portate al limite nella mia concezione di misturone-minestrone balsamico o Barrel Mix fatto di avanzi di sfrasi d'ogni sorta) giungono ad un tale livello di medietà compensata da ridurre al minimo gli adattamenti del caso già citati.

Nella pratica, i cosiddetti tabacchi all-day/always/holyday-on-ice risultano infine essere quelle miscele tradizionali complesse e classiche, affermatesi nei secoli localmente e apprezzate generalmente come tali.

A determinati momenti, stagioni, ispirazioni, si riserveranno miscele speciali (con pipa adatta) come si fa con i vini e distillati: (bianco, rosso, rosso da meditazione (su che poi non si sa), distillati, sublimati e variamente tracannati.

Per me, in ogni caso prevale sempre l'elemento evocativo, sicché mi atteggio (almeno nella mia fantasia) in pose plastiche secondo l'ambientazione e lo spirito del luogo: tipo treccia di burley in pipa di pannocchia sotto il portico, con sedia a dondolo, fiaschetta di rum o bourbon e blues nella testa, piuttosto che cicca di toscano ciancicato in pipa di terracotta, canna di canna e scarpe sfondate in crasto siciliano...

Offline santi bailor

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #8 il: 29 Marzo 2013, 09:33:55 »
Nella pratica, i cosiddetti tabacchi all-day/always/holyday-on-ice risultano infine essere quelle miscele tradizionali complesse e classiche, affermatesi nei secoli localmente e apprezzate generalmente come tali.

E questi è vero so americani, so forti, so tosti, bruceno bene so coltivati ner kansas city!
HMCIM

Offline Nic Salamandra

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #9 il: 29 Marzo 2013, 09:34:33 »
Non fossimo di Venerdì Santo, lo aprirei un 3d divertente sugli "stili" annessi, come atteggiamenti pittoreschi... che con fantasia ed autoironia fanno una delle bellezze forti di questa materia: il Lord da Rotary, il "Che" da Cavalcavia, l'esistenzialista francese che krepa alla kreperie, il negro col bengio sotto il portico (magari d'Ottavia), etcc...

Belle le combinazioni: Korn Kob con Saint Claude per intellettuale francese che però ha rubato la pipa al negro, Lord makkeronico con l'unica Parker di terza mano ma verettata "Dunhill" aggiro per Corsi (e ricorsi) rotariani, Hiankee scalcinato dal Missisipi tradotto in Senna-Tevere,  con Montagnard al seguito, ma cap da Cowboy...

Quando poi ho capito che stavo miscelando me stesso, sottoponendomi a cervellotiche classificazioni, ho temuto la pazzia impegnando con lei una valorosa lotta.... e come tutti potete costatare, implacabilmente.... persa :'(
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Onofrio del Grillo

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #10 il: 29 Marzo 2013, 09:36:22 »
Sarebbe una grave dimenticanza non menzionare la differenza di altitudine (e di relativa pressione): mare, campagna, mezza collina, collina, montagna, alta montagna. In riva al mare a rimirare le onde e le sirene è consigliato fumare secco e ruvido principalmente trinciati mediterranei. Se però si è invitati ad una gita in barca son consigliati i pressati navali.
Sviluppate voi se vi pare, oggi so' già stanco...

Offline santi bailor

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #11 il: 29 Marzo 2013, 09:45:31 »
Non fossimo di Venerdì Santo, lo aprirei un 3d divertente sugli "stili" annessi, come atteggiamenti pittoreschi... che con fantasia ed autoironia fanno una delle bellezze forti di questa materia: il Lord da Rotary, il "Che" da Cavalcavia, l'esistenzialista francese che krepa alla kreperie, il negro col bengio sotto il portico (magari d'Ottavia), etcc...

Belle le combinazioni: Korn Kob con Saint Claude per intellettuale francese che però ha rubato la pipa al negro, Lord makkeronico con l'unica Parker di terza mano ma verettata "Dunhill" aggiro per Corsi (e ricorsi) rotariani, Hiankee scalcinato dal Missisipi tradotto in Senna-Tevere,  con Montagnard al seguito, ma cap da Cowboy...

Quando poi ho capito che stavo miscelando me stesso, sottoponendomi a cervellotiche classificazioni, ho temuto la pazzia impegnando con lei una valorosa lotta.... e come tutti potete costatare, implacabilmente.... persa :'(

E statte zitto e statte zitto a cicalò!
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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #12 il: 29 Marzo 2013, 09:54:17 »
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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #13 il: 29 Marzo 2013, 09:56:00 »
Sarebbe una grave dimenticanza non menzionare la differenza di altitudine (e di relativa pressione): mare, campagna, mezza collina, collina, montagna, alta montagna. In riva al mare a rimirare le onde e le sirene è consigliato fumare secco e ruvido principalmente trinciati mediterranei. Se però si è invitati ad una gita in barca son consigliati i pressati navali.
Sviluppate voi se vi pare, oggi so' già stanco...

E' stata una MIA grave mancanza, ma è stato solo per brevità e perché sono poco montanaro (mio malgrado ovviamente). Eccellente osservazione, comunque. Lascio dunque alla maggiore competenza agli Alpipisti motteggiare su quale tabacco (e pipa) sarebbe opportuno fumare su una cengia o in un orrido, quanto piuttosto su una morena ...




Offline Arnaldo da Brugges

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Re:COMBUSTIBILITA' DEI TABACCHI
« Risposta #14 il: 29 Marzo 2013, 09:59:32 »
E statte zitto e statte zitto a cicalò!

... questo domani me lo cacci ...