Autore Topic: Invecchiamento del tabacco  (Letto 20368 volte)

Offline Nic Salamandra

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #15 il: 22 Marzo 2017, 14:25:11 »
Mah mi pare che una certa "eternità" caratterizzi la tecnologia americana, trasversalmente ai generi più o meno nobili.

Una nota sulle EM da Major. La loro Tradizione non è reale ma di fama: non compete a una Bottega mettere insieme tabacchi da cinque continenti e farli quagliare perfettamente in bocca. Per questo ci vuole concetto , strategia industriale e approvvigionamemento coloniale. Però, le vulgate su Naturalezza Atavica facilitano il confronto coi vini e puoesse. Per me loro nel farle non pensavano a questo: il vintage sulle EM di Major lo specula il consumatore fine, anch'egli non si sa mai se per fama o fatto. Poi può andare, le mie esperienze sono contrarie, ma cosa argomentare?

Le Major per loro natura tengono recipienti ed emozioni anche anche quando per profitto o congiuntura nella latte ci mettono i cantucci col vinsanto. Poi vogliono riesumare l'emotività d'un vecchio prodotto ed incaricano un produttore dove possono, diciamo tedesco, gli danno i protocolli del vinsanto e il grande Serbatore delle EM vintage scrive che il produttore ha appiattito tutto perché è un mangiapatate fuori dalla Legislazione Britannica... ecco che allora dubito di tutto e mi limito a registrare l'impressione che su queste cose si va molto a culo, per fattori mai facilmente ricostruibili.

Questa storia dei Vintage sulle EM da Major anche avesse un suo fondo di verità, la leggo sempre in uno schema di cose aventi doppio crisma di essere sbagliate e ripetute.... insomma, un po' da forum colorito ma "vecchio". Tirare decisamnte innanzi è cosa già decisamente trattata da poco altrove....
« Ultima modifica: 22 Marzo 2017, 14:29:07 da Nic Salamandra »
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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #16 il: 22 Marzo 2017, 14:27:25 »
Sto con te come costumi, ma comprando sempre tutto posso garantirti che ai flake tradizionali europei di grande Major (i celeberrimi) l'invecchiamento secca e rovina. La 73 come prototipo delle Full Cavendish EM terrei la scatola provando subito se vale la pena fumarla. Se non c'era Cavendish avrei suggerito umidificazione. Tenerla piena come fetticcio può avere anche un mercato, o anche un gusto per te stesso ma non ne partecipo. La cosa mi ricorda quando nonostante le conferme gutab sul Cavendish almeno in London e Nightcap, a inizio millennio qualcuno le immagazzinava in cambusa perché c'era "l'Invasione degli Unni"... nocomment.

Sento questa cosa dei vintage su certi Virginia americani ma non mi pronuncio per saperne poco. A parer mio, delle due l'una: o hanno un metotodo industriale specifico per marurarle nella TIN, o la maturano e vendono come vintage in seguito. I parametri enologici sono molto affascinanti ma non vorrei vi fosse un po' di fuffa. il nuovo Associato dei selfy forse è più edotto sull'argomento. :)

p.s.: naturalmente il tutto una volta constatata l'assenza di eventuale muffa
Preciso, Paolo, che parlo di invecchiamento post vendita, cioè l'utente compra la tin e la lascia da una parte, non di invecchiamento da parte del produttore. Non so se questo muti il tuo ragionamento, ma non credo. La 73 credo che la aprirò tra 6 anni, per festeggiare il 50° compleanno.
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #17 il: 22 Marzo 2017, 14:28:57 »
argomento moltooooooo interessante dove sono abbastanza preparato perchè alcune cose convergono in una parte della mia attività lavorativa.
come sempre, si dicono tante cose ma senza mai dare una spiegazione scientifica.
qualsiasi cosa a contatto con l'aria (ossigeno) muta e in peggio perchè si ossida.
se il tabacco migliora non mi è dato saperlo ma non credo proprio, una volta su CDT chiesi a Napoletano un suo parere ma senza risposta comprensibile.
si è vero che i grandi vini migliorano ma sono in un contenitore stagno dove c'è una piccolissima presenza di aria (ossigeno), il pelo, e spessissimo quel pelo è in azoto (gas inerte).
il sottovuoto, per quanto spinto possa essere, livello industriale e non casalingo, è sempre legato al materiale che lo racchiude, la latta va bene, il film impermeabile meno perchè, per quanto costoso possa essere, è sempre un pelo permeabile.
Ma se è sotto vuoto, non dovrebbe esserci ossigeno. Prendiamo una latta di Mc Clelland, chiusa sotto vuoto e con coperchio di latta a strappo. C'è aria lì dentro? E se non c'è come può il tabacco variare???
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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #18 il: 22 Marzo 2017, 14:30:03 »
Ho letto l"intervento del fotto Paoloo dopo aver scritto il mio.
Pur non avendo basi ha centrato la problematics.
Ora aspettiamo i kapiscitori con i loro bormioli
i capiscitori non imbormiolizzano, ma lasciano in tin, ricoprendola di pellicola, di quella da cucina, per buona misura.
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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #19 il: 22 Marzo 2017, 14:37:21 »
Bhe certo post vendita che equivale a post scaffale del tabacchino. Di questo parlavo. L'altro lo supponevo sui vintage amerciani di virginia, su cui ragiono ma passo. Cmnq, se liberi da muffa e solo secchi, no i Flake da Major ma sì le EM sempre da Major, umidificando. Recuperi sì, ma evoluzione e pippe, nulla di nulla. Forse meglio lasciarli secchi e condirci una miscela aromatica adeguata, o regular gentile... ;)
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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #20 il: 22 Marzo 2017, 14:42:31 »
argomento moltooooooo interessante dove sono abbastanza preparato perchè alcune cose convergono in una parte della mia attività lavorativa.
come sempre, si dicono tante cose ma senza mai dare una spiegazione scientifica.
qualsiasi cosa a contatto con l'aria (ossigeno) muta e in peggio perchè si ossida.
se il tabacco migliora non mi è dato saperlo ma non credo proprio, una volta su CDT chiesi a Napoletano un suo parere ma senza risposta comprensibile.
si è vero che i grandi vini migliorano ma sono in un contenitore stagno dove c'è una piccolissima presenza di aria (ossigeno), il pelo, e spessissimo quel pelo è in azoto (gas inerte).
il sottovuoto, per quanto spinto possa essere, livello industriale e non casalingo, è sempre legato al materiale che lo racchiude, la latta va bene, il film impermeabile meno perchè, per quanto costoso possa essere, è sempre un pelo permeabile.
Ma se è sotto vuoto, non dovrebbe esserci ossigeno. Prendiamo una latta di Mc Clelland, chiusa sotto vuoto e con coperchio di latta a strappo. C'è aria lì dentro? E se non c'è come può il tabacco variare???

la latta non permette ingresso di aria e quindi il tabacco non varia, ma se ci metti tabacco con muffe queste rimangono, anzio credo si riproducano ma di questo non sono sicuro

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #21 il: 22 Marzo 2017, 14:43:35 »
Ho letto l"intervento del fotto Paoloo dopo aver scritto il mio.
Pur non avendo basi ha centrato la problematics.
Ora aspettiamo i kapiscitori con i loro bormioli
i capiscitori non imbormiolizzano, ma lasciano in tin, ricoprendola di pellicola, di quella da cucina, per buona misura.

i capiscitori quelli veri veri veri bormiolizzano, anche i toscani, figuriamoci ;D

Offline StefanoG

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #22 il: 22 Marzo 2017, 15:01:58 »
mmm...e se invece ragazzi, il tabacco producesse da se le condizioni per maturare e, quindi deperire nel tempo, anche in assenza di aria e, quindi anche sottovuoto ? Non potrebbe essere che, un tabacco anche in assenza di aria, grazie a muffe, batteri o altro presente nel tabacco stesso, sia in grado di maturare ? magari muffe batteri o, altro, in grado di evolvere in assenza di aria ?  magari che la loro proliferazione generi un microclima che agisce sul tabacco stesso ? ....non so, forse la sto davvero sparando grossa, è una idea.

NCH

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #23 il: 22 Marzo 2017, 16:37:08 »
argomento moltooooooo interessante dove sono abbastanza preparato perchè alcune cose convergono in una parte della mia attività lavorativa.
come sempre, si dicono tante cose ma senza mai dare una spiegazione scientifica.
qualsiasi cosa a contatto con l'aria (ossigeno) muta e in peggio perchè si ossida.
se il tabacco migliora non mi è dato saperlo ma non credo proprio, una volta su CDT chiesi a Napoletano un suo parere ma senza risposta comprensibile.
si è vero che i grandi vini migliorano ma sono in un contenitore stagno dove c'è una piccolissima presenza di aria (ossigeno), il pelo, e spessissimo quel pelo è in azoto (gas inerte).
il sottovuoto, per quanto spinto possa essere, livello industriale e non casalingo, è sempre legato al materiale che lo racchiude, la latta va bene, il film impermeabile meno perchè, per quanto costoso possa essere, è sempre un pelo permeabile.
Ma se è sotto vuoto, non dovrebbe esserci ossigeno. Prendiamo una latta di Mc Clelland, chiusa sotto vuoto e con coperchio di latta a strappo. C'è aria lì dentro? E se non c'è come può il tabacco variare???
Cristiano le latte MClelland e le altre simili sono ermetiche ma non sottovuoto, tanté che con gli anni si gonfiano sul fondo per effetto della fermentazione, quando le stappi eventualmente senti che esce aria, mai entra.
Pease scrive nel suo blog, per i suoi tabacchi, fatti da C&D, di lasciarli riposare almeno 2 anni prima di fumarli.

Offline Nic Salamandra

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #24 il: 22 Marzo 2017, 16:52:14 »
Beh, questa cosa americana mi toglie il fiato per quanto mi affasciana. Cmnq un monovitigno pressato e zuccherino su tradizione secolare artigianale ha un discorso suo, anche se un sospetto di tecnologia altra non me lo tolgo. L'estensione alle mixture mi convince di meno, per non dire nulla. Dei pressati europei mi convince anche qui il dispositivo bottegaio, perché accetta che il prodotto, mediante una sorta di mummificazione, divenga impresentabile all'estetica moderna ma presentabilissimo per gli appassionati. Per i grandissimi e ghiottissimi Flake da Major, nada de nada. Per fare nomi, i vari stadi del FVF possono al contrario attestare questo conato al vintage virtuoso, anche all'interno dello smercio "regolare"...., attraverso il modo mai identico di presentarsi. :)
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Offline StefanoG

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #25 il: 22 Marzo 2017, 17:10:18 »
Interessante ciò che scrive NCH

Offline Claudio Villa AldoBrandini CVAB

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #26 il: 22 Marzo 2017, 19:09:32 »
Prendete nota.

I flake di Virginia di ottima qualità migliorano con il tempo se tenuti in umidificatore.
I flake scented no.
I Plug no.
I Twist no.
Le EM no.
Le miscele con Cavendish no.
Gli Aromatizzati no.
I mediterranei/naturali/ecclesiali, o come li volete chiamare, no.

Il Kentucky a doppia fermentazione italiano se ne fo77e, se affumicato se ne strafo77e.
Io studio l'ignoranza, sondo la stupidaggine, anatomizzo la puerilita', faccio la vivisezione di cio' che e' grottesco e imbecille sull'esistenza del prossimo...documento adattissimo per arricchire il museo della cretineria (Petrolini)

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #27 il: 22 Marzo 2017, 22:50:29 »
Mah... sono piuttosto perplesso...

Tendenzialmente trovo molto ragionevoli i dubbi di Nic, ma mi sembra che più o meno tutti, ognuno dal suo punto di vista, dicano cose abbastanza sensate.

Ho qualche perplessità soprattutto riguardo al fatto che le condizioni di conservazione sono troppo variabili indipendentemente dall'essere sotto vuoto o meno: esposizioni pluriennali su scaffali di tabaccai illuminati da faretti che ne aumentano la temperatura in modo considerevole, non possono portare allo stesso risultato di latte acquistate e riposte in armadi al buio e magari al fresco...
Inoltre, mi sembra che la variabile conservanti venga davvero ben poco considerata; la diversa quantità di additivi chimici (glicerolo, glicole propilenico, ecc.), per non parlare dello zucchero, presente in quantità doppie o triple in una miscela rispetto ad un'altra, sono fattori che hanno la loro incidenza sul risultato finale. Almeno secondo quanto mi è stato dato di capire fino ad oggi.
Inoltre, credo che nel tempo le cose siano molto cambiate dal punto di vista produttivo: nei primi anni '80, aprivi una latta di Dunhill o qualsiasi altro tabacco e, se non ti sbrigavi a finirlo, in due o tre giorni era secco come la paglia; oggi apri una qualsiasi latta e dopo 4 o 5 giorni sembra ancora appena aperto... se poi la chiudi in contenitori "a tenuta" dura molto più tempo
Inoltre, per quanto mi consta, per gli oli essenziali presenti nella miscela, di per se estremamente volatili, non c'è sotto vuoto che tenga: nel tempo la loro presenza può tendere ad attenuarsi, soprattutto se, come già detto, le latte sono state sottoposte a fonti di calore non indifferenti, come lampade, faretti, ecc.
Trovo poi il paragone con gli alcolici un po' azzardato visto che l'alcol è di per se un conservante naturale e, per quanto ne so, non vino e company non vengono additivati con conservanti che possono bloccare, o rallentare, le reazioni enzimatiche proprie dei vegetali, ancorché lavorati...
Forse le mie elucubrazioni sono frutto della mia preparazione approssimativa, ma sono comunque perplesso di fronte a chi sostiene che una miscela conservata in una latta sotto vuoto per dieci o più anni possa migliorare le sue caratteristiche organolettiche...
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

Offline Nic Salamandra

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #28 il: 23 Marzo 2017, 08:44:28 »
Forse si può essere tasssativi sulla fuffa nella "maturazione" delle EM? Mi pare che le motivazioni dei maturologi stessi non siano adattabili a un coro di tabacchi allo stesso modo, dunque buon senso dice, anche prescindendo da argomentazioni per me ovvie su prodotti studiati ed amalgamati per una funzione merceologica precisa, che il fattore non esiste.

Non parlerei di flake di qualità ma anche qui di programmi: io fumerei mille volte l'Escudo fresco piuttosto del St James, e altrettante mille volte questo piuttosto di quello, se secchi. La ragione sta nella filiera merceologica arcaica del secondo, che "tiene" e si trasforma-più che evolve-più come una salciccia di cinghiale quando asciuga, pittosto che come vino. La chiave è nei processi di lavorazione e nelle sostanze allotrie (che sui flake di Virginia vengono stranamente ignorati da certa capiscitoria) che vengono adottate, in ispecie sciroppi.

E qui veniamo alle "meraviglie" dei Virginia-Malvasia... quando parliamo di zuccheri credo che tra l'uva e il tabacco vi sia una enorme voragine. Io supporrei che se succede qualcosa di simile a quanto descritto (e la cosa resterebbe meravigliosa) dovrebbe-dico dovrebbe-il processo essere accompagnato-protetto-conservato da un mix di zuccheri aggiunti (che a volte servono persino per il vino per non farlo decadere) e conservanti più o meno naturali. Insomma, qualcosa evolve senza "ipazzire" o infettarsi in base a ricette tipiche di una cultura secolare, non mutuata in Europa (dove avrebbe  attecchito l'opzione norcina)  . IMHO 
« Ultima modifica: 23 Marzo 2017, 10:44:24 da Nic Salamandra »
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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #29 il: 23 Marzo 2017, 12:57:13 »
Prendete nota.

I flake di Virginia di ottima qualità migliorano con il tempo se tenuti in umidificatore.
I flake scented no.
I Plug no.
I Twist no.
Le EM no.
Le miscele con Cavendish no.
Gli Aromatizzati no.
I mediterranei/naturali/ecclesiali, o come li volete chiamare, no.

Il Kentucky a doppia fermentazione italiano se ne fo77e, se affumicato se ne strafo77e.


la classe non è acqua. ben riletto mio carissimo amico