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Topics - samael

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Off topic / Calabash?
« il: 15 Novembre 2010, 12:09:22 »
Qualcuno (Bruno?) sa darmi info sull'improvvisa sparizione del sito del Calabash?
Bollette non pagate?  :)
 ::) ???

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Filtri
« il: 06 Ottobre 2009, 15:21:01 »
FILTRI

Non dare alcuna importanza a questi marchingegni che vengono definiti “filtri”, Se questi sono in metallo sono addirittura deleteri per una buona fumata; provocano, infatti, condensa, impedendo al fumo di percorrere il tratto fornello – bocchino direttamente, cosa essenziale per un buon tiraggio e, di conseguenza, per una minore produzione di umidità.
Se realizzati con altri materiali (legno, carta o assorbenti) possono essere tollerati, a patto che non siano di diametro eccessivamente grosso. Meglio, comunque, che la pipa si presenti sprovvista di filtro.
Si tenga inoltre presente che le più grandi marche generalmente non utilizzano filtri o, se li mettono per contentare l’occhio, sono talmente semplici che la loro eliminazione non arreca alcun inconveniente.

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Grumatura
« il: 06 Ottobre 2009, 15:19:45 »
GRUMATURA

Sulle pareti interne della tua pipa si deve formare uno strato di carbone che, entro certi limiti, deve essere mantenuto, in quanto costituisce una salvaguardia per il fornello.
Non deve però essere di spessore eccessivo (max 1-2 mcm). In caso contrario oltre a ridurre notevolmente la capacità di carico della pipa, può rappresentare un pericolo per la stabilità del legno. Alcune pipe grumate in eccesso possono presentare fenditure lungo il fornello, dovute alla pressione che la gruma esercita, quando è troppo spessa sulla parete.
Per l’operazione di riduzione della gruma in eccesso (detta “sgrumatura”) rivolgiti al tuo venditore di fiducia oppure acquista l’apposito strumento detto “sgrumatore”, avendo l’attenziobne a non grattare tutta la crosta, in quanto, così facendo, esporresti la tua pipa a rischi di bruciature.
Lo strato di carbone che si deposita sulle pareti interne del fornello deve avere un andamento leggermente conico verso il basso.
Non si devono, invece, formare “strozzature” nella parte centrale, che provocherebbero cattiva combustione ed altri inconvenienti.

Pubblicato per gentile concessione di Alessandro Corsellini

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Pulizia
« il: 06 Ottobre 2009, 15:18:31 »
PULIZIA

Al termine di  ogni fumata, togli il residuo dal fornello (se la fumata è stata ben gestita dovrebbe essere in massima parte cenere), inserisci uno scovolino nel bocchino (senza smontarlo dal resto della pipa e comunque  mai a caldo. Nelle pipe diritte o semicurve lo scovolino deve arrivare sul fondo del fornello. Dopo aver tolto lo scovolino, soffia nel bocchino: la pulizia corrente sarà così sufficiente.
Questo tipo di manutenzione “ordinaria” è possibile nelle pipe non provviste di filtro, in quanto questo corpo estraneo fermerebbe lo scovolino, rendendo impossibile la pulizia del cannello in radica.
Ogni 10-15 fumate, occorrerà smontare il bocchino (a pipa fredda, come ho detto) e procedere ad una pulizia più accurata.

Pubblicato per gentile concessione di Alessandro Corsellini – Tutti i diritti riservati all’autore

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Rotazione delle pipe
« il: 06 Ottobre 2009, 15:17:50 »
ROTAZIONE DELLE PIPE

Come ho accennato all’inizio, la pipa, dopo un certo numero di fumate ha bisogno di riposo, durante il quale si asciugherà almeno in parte dell’umidità assorbita nel corso della combustione. Una buona pipa può sostenere fino a 4-5 fumate nell’arco di una sola giornata, senza che il gusto del tabacco si alteri sensibilmente a causa dell’umidità che, oltre un certo limite, non viene più assorbita. Se possiedi una sola pipa non puoi e non devi fumarla più di una volta al giorno.
Possedendo più di una pipa occorre mantenere un rapporto tra il numero di fumate giornaliere ed i giorni che ciascuna pipa deve riposare. Ad esempio, se si possiedono 7 pipe e si fuma 3-4 volte nella stessa giornata si può adoperare una pipa al giorno. Così facendo, ogni pipa riposa una settimana, cosa che ritengo ottimale.
Ma nel caso che si fumi 7-8  volte al giorno è meglio senz’altro adoperare due pipe, riducendo alla metà il periodo di riposo.

Pubblicato per gentile concessione di Alessandro Corsellini – Tutti i diritti riservati all’autore

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Scelta della pipa
« il: 06 Ottobre 2009, 15:17:12 »
LA SCELTA DELLA PIPA

Molti sono i modelli classici fondamentali. Scegli quello che preferisci. Presta solo molta attenzione ai modelli i cui fornelli interni siano troppo larghi e bassi o troppo stretti ed alti.
In entrambi i casi daranno problemi. Nel primo stenterai a tenere accesa tutta la superficie a meno che non tirerai molto, alzando così la temperatura di combustione in maniera eccessiva. Ciò ti farà perdere il gusto del tabacco, provocando eccessivo calore sulle pareti e maggior umidità.
Nel secondo caso avrai problemi di grumatura poiché sotto un certo livello ti sarà difficile fumarla nella maniera ottimale; praticamente avrai una incrostazione fino a circa metà altezza del fornello mentre nella parte bassa la pipa rimarrà praticamente senza crosta.
Non dico che questo genere di pipe non vada acquistato ma sarà un acquisto riservato a fumatori già “esperti”.
Tutto ciò premesso, fatti pure consigliare dal tuo rivenditore, ma rivendica per la scelta finale. La scelta personale rafforza il rapporto tra uomo e pipa, indispensabile per un accordo durevole.

Pubblicato per gentile concessione di Alessandro Corsellini – Tutti i diritti riservati all’autore

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INTRODUZIONE ALLA PIPA / Accensione
« il: 06 Ottobre 2009, 15:16:35 »
ACCENSIONE

Con un fiammifero possibilmente di legno, devi accendere tutta la superficie del tabacco tirando abbastanza a fondo. Con il curapipe avrai poi cura di pareggiare il tabacco che si é sollevato. A questo punto probabilmente la pipa si spengerà. Riaccendila e, se tutto é stato fatto secondo le regole (l’esperizna in questo caso é fondamentale), la fumata dovrebbe procedere senza problemi fino alla fine. Perché ciò avvenga é anche necessario trovare il “ritmo” delle tirate. La pipa, tranne che nella fase dell’accensione, non deve produrre molto fumo.
È sufficiente tenerla in vita aspirando piccole boccate ad intervalli regolari. Questo é possibile se gli strati del tabacco sono stati disposti nel fornello nella maniera ottimale, senza cioé pressioni errate.
Nel corso di ogni fumata devi avere sempre a portata di mano il curapipe con il quale presserai con regolarità la cenere rimasta sollevata, ricongiungendola al piano di fuoco. Questo faciliterà il mantenimento della combustione. Con ciò, non é detto che la pipa rimanga accesa fino al termine. È probabile che verso la metà o sul finire della fumata debba essere riaccesa. Mentre a metà fumata eventuali riaccensioni non creano problemi, devi fare molta attenzione quando ciò accade nei momenti finali. Quindi, prima di accingerti a compiere tale operazione, devi verificare che ci sia ancora tabacco. Nel caso vi fosse rimasta solo cenere, una riaccensione in queste condizioni può provocare, specialmente in una pipa nuova, bruciature al fornello.
Nessuna preparazione deve essere fatta a una pipa nuova. Così, per esempio, riempire il fornello di alcoolici allo scopo di evitare cattivi sapori, é sconsigliabile.
Molte pipe hanno una preparazione fatta dalla casa produttrice e l’immissione di liquidi od altro potrebbe disfare tale trattamento. Altri sistemi, pur essendo naturali (meglio) falserebbero comunque il gusto iniziale della radica che, se é stata bollita a lungo e stagionata naturalmente, non ha bisogno di alcun correttivo.
La tradizione di riempire il fornello con alcoolici é cosa vecchissima, nata allo scopo di eliminare i cattivi sapori iniziali dovuti alla alta percentuale di tannino rimasta nel legno, probabilmente in seguito ad una bollitura troppo breve. Ritengo che oggi, se il fabbricante é serio, non ci sia bisogno di ricorrere a tali artifizi. La radica viene bollita così lungamente da espellere la quasi totalità del tannino, causa primaria dei cattivi sapori.
Inoltre, la stagionatura, se effettuata nei tempi e modi necessari, fa il resto. Penso che una pipa, fin dalle pime fumate, mostri le proprie credenziali. Se all’inizio risulta cattiva al sapore potrà in seguito migliorare ma raramente diventerà una buona pipa.

Pubblicato per gentile concessione di Alessandro Corsellini. Tutti i diritti riservati all’autore.

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The Old Toscopipa / Salute
« il: 06 Ottobre 2009, 14:51:58 »
Sull’ultimo numero di Amici della Pipa (il 161 per la precisione) appare uno studio medico circa l’incidenza cancerogena del fumo di pipa.

Nonostante le crociate antifumo, ne è risultato (sorprendentemente per molti, ma coerentemente a quanto da noi sempre sostenuto) che il rischio di cancro alla gola (il più probabile per la tipologia di fumo con la pipa) è assai simile a quello dei non fumatori, ove non si eccedano le tre fumate giornaliere e non si assumano alcolici.

Ecco, di seguito, l’articolo:

Importanti notizie per chi fuma la pipa. Siamo riusciti ad avere i risultati di una recente ricerca americana riguardante vari aspetti della salute dei fumatori di pipa.
Si tratta di uno studio condotto dalla U.S. Cancer Society e pubblicato sul Journal of National Cancer Institute, su quindicimila fumatori di pipa di sesso maschile CHE NON USANO ALTRI PRODOTTI DI TABACCO. E’ una popolazione enorme per gli standard di studi medici e consente ai ricercatori  di trarre dai dati conclusioni di grande importanza statistica.
I ricercatori hanno esaminato le percentuali di mortalità, da tutte le cause e da cancri specifici, nei fumatori di pipa rispetto ai non fumatori. Globalmente, il rapporto di morte è stato di 1,16 rispetto ad uno: questo significa che, durante il periodo di diciotto mesi della ricerca, sono morti 1,16 fumatori di pipa attuali o passati contro 1 non fumatore.
Alcuni interpretano questo dato come una piccola differenza di rischio. Il rischio era minore quando, al giorno, venivano fumate tre o meno cariche di tabacco nella pipa; quando il fumo non era inalato; quando veniva consumato meno di un drink di alcool.
La principale differenza tra fumatori di pia e non fumatori riguardava il momento in cui avveniva la morte piuttosto che per quale causa, Il rischio di cancro alla gola era particolarmente alto se venivano consumati più di tre drink di alcool.
I rischi erano i seguenti. Nei non bevitori il rischio di cancro scendeva da 13 a 2, in quanto non inalavano il rischio di cancro al polmone ed enfisema passava da 3 a 2 rispettivamente.

(…)

Il consiglio generale è di fumare meno di 3 cariche di pipa al giorno, non inalare il fumo, consumare meno di un drink alcolico al giorno.

Da “Amici della Pipa, Roma, n° 161 Luglio/Agosto 2005, pag. 25


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The Old Toscopipa / Vecchi, cari negozi d'Europa
« il: 06 Ottobre 2009, 14:51:34 »
VECCHI, CARI NEGOZI D’EUROPA

L’ultima mazzata è stata la notizia della chiusura del grandioso negozio Larsen di Copenaghen, in Amagertrov, proprio a metà dello Stroget, il corso principale della capitale danese.
Già ero rimasto molto male, quando, passando, a Londra, in Haymarket , vicino a Piccadilly Circus  , trovaim dietro le famose vetrate contornate di ghisa bianca, non più Fribourg and Treyer, l’inclita casa della grattugia coronata, ma un negozio di souvenir gestito da Pakistani. Languiva ancora, al centro della vetrata, una scritta che ricordava come F & T fossero fornitori di tabacchi e vini di Sua Maestà (già, ora spariranno anche le patenti regie, così belle sulle scatole Paul Olsen: ma ve l’immaginate un Re di questa Europa puritana che sponsorizza il tabacco? Vade retro Satana). Ora è un dramma.
Quanti, come  me, hanno sognato, sulle pagine de “Il Grande Libro della Pipa”, con quelle foto straordinarie, di acquistare da Dunhill in St. James, sicuro che sul librone delle My Mixture sarebbe stato inserito anche il proprio nome, tra mille svolazzi di una britannica penna? Ora Dunhill è una gioielleria-pelletteria, dove le pipe sono in un angolino, e il quadro di Sir Alfred chissà dove sarà finito: aveva una pipetta tra le dita il tapinello!
Ma Larsen, con le sue scansie in mogano, le file infinite di pipe (quelle “home” particolarmente caratteristiche, neppure marcate, perché si doveva vedere a distanza che si trattava di una Larsen), gli scaffali con le latte verdi delle misture, i vasi di vetro, nel retro, con i gradi puri…
E sotto, il museo.
Rubo la descrizione a Greymouser, che ne scrisse su Flp: “il leggendario negozio di W. O. Larsen fa bella mostra al n. 9 della bellissima Amagertorv, in pieno centro di Copenhagen. L'esterno è deliziosamente "liberty", con pubblicità di pipe, sigari e tabacchi in stile "retrò", All'interno, pareti tappezzate di pipe Larsen, Jensen, Stanwell, Peterson e - unica presenza italica - Savinelli. Dietro i banchi di vendita file inesauribili di tabacchi danesi e internazionali, e avventori solleciti e disponibili. Al piano inferiore, il museo della pipa e dei sigari, qualcosa di unico, che meriterebbe non una semplice descrizione, ma un catalogo critico e iconografico”.
Lo stesso da Paul Olsen, poco lontano.
E Haagenjus ad Amsterdam, con i commessi in livrea, quanto durerà?
Questo “customer care”, questi templi del buon fumare, che tanto fascino hanno esercitato su di me, tanto da convincermi a fumare la pipa per cultura, oltre che per gusto, dove finiranno?
Perché il fumo si uccide, eliminandone la fascinazione. Le scatole bellissime (i minareti del Red Rapparee, che bellezza!), son sfregiate dalle scritte mortuarie. Ecco, il morto è sulla bara.
I grandi negozi, chiudono. Uno dietro l’altro. Diapede a Torino ne è un esempio. La Civette a Parigi, un altro.
Tieniamoci stretti i nostri cari negozi. Un posto come la Tabaccheria Castellana, per esempio, che vende solo pipe e aborrisce finanche il biglietto del bus, con i suoi armadi stracolmi di pipe, le scaffalature con tutti i trinciati possibili, il salottino con la collezione delle pipe antiche, va apprezzato e preservato. Finchè lo avremo.

CRISTIANO

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TABACCHERIA OLD ENGLAND PIETRASANTA – recensione 2004

Non è detto che le tabaccherie ben munite in fatto di sigari, siano anche competenti in materia di pipe. Classico esempio di ciò è la pretenziosa Tabaccheria Old England di Pietrasanta, sita ad un angolo della splendida piazza del Duomo della bella cittadina.
Sono stati, i gestori, tra i primi ad inaugurare la moda (per me, “purista”, sciagurata ma per altri geniale e grandemente apprezzabile) del Toscano unificato. Il forte, però, sta nella sterminata scelta di Cubani, che vengono venduti anche con lo stick di cedrella per la più perfetta delle accensioni.
Si piccano, però, i suddetti, di essere pure intenditori di pipe e dei loro tabacchi.
Ahimè le promesse del loro depliant son vane parole nel deserto. Assortimento di pipe discreto (Mastro, Savinelli, Brebbia, schiume…). Tabacchi… aaaaarghhhh! Specie per le Em. Il vuoto. Chiedo all’anziano tabaccaio, che dà l’impressione di saperla lunga, di darmi una mix di gusto inglese, dato che sugli scaffali non ne vedo. Questo mi porge una latta di caramelloso Nat Sherman (!). Alle mie rimostranze dice che lui di questi tabacchi non ne tiene perché, a suo dire, non sono buoni. Ripiego su un onesto Cesare Borgia. Intanto c’è da scoprire quanto costa, perché nessuno lo sa. E ci credo… vado ad aprirlo ed era tutto secco e ammuffito da tanto che era lì.

Voto scarso, salvato solo dai sigari.

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The Old Toscopipa / Londra, 2004
« il: 06 Ottobre 2009, 14:48:45 »
LONDRA, 2004

Londra è spesso considerata la capitale mondiale del fumo con pipa. L’immagine stereotipata del gentleman inglese in tweed e dunhill in bocca è, però, appunto, solo uno stereotipo scomparso per sempre.
Mi spiego subito, descrivendo le tappe del viaggio nella capitale britannica.
DUNHILL Le pipe sono in un angolino. Personale irritante per la spocchia. 10,50 sterline a scatola.
FREIBOURG AND TREYER La grande casa di Haymarket ha chiuso. Al suo posto un negozio di paccottiglie per turisti, gestito da indiani, che però ha conservato la scritta. Allego, se riesco, foto.
ASTLEY Chiuso il “tempio” di Jermyn Strett al 109. Forse è in Burlington Arcade ma non l’ho visto.

Altra tragedia. Le scatole, le bellissime scatole delle EM deturpate dal necrologio SMOKING KILLS a ¾ e altre amene scritte.

NOTE POSITIVE
Il negozio Bonds di Oxford Street, ora gestito da pakistani, ha un assortimento incredibile di pipe e tabacchi.

MERCATINO DI ST JAMES’ esiste davvero e le pipe Milville unsmoked le vendono a cifre da 15 a 38 sterline. Ho preso una standard . Vi farò sapere come va.

HARRODS I grandi magazzini spenna turisti tengono sempre un bello spaccio di pipe e trinciati. Valido.

LE MIX DUNHILL, specialmente la 73. Carissime ma buonissime.

In definitiva, per la mia esperienza, la vera mecca del fumatore di pipa è Copenaghen (anche per la cultura della pipa che lì ancora c’è e a Londra non più) e non Londra.

P.S.
Prese molte mix. Cristiano

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The Old Toscopipa / Dunhill Pipe Tobacco
« il: 06 Ottobre 2009, 14:46:40 »
Data la lunghezza dell'articolo, lo aggiungo in allegato

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The Old Toscopipa / Courrieau: le pipe di Cogolin
« il: 06 Ottobre 2009, 14:42:52 »
COURRIEAU: LE PIPE DI COGOLIN

In molti sono convinti che la produzione francese di pipe sia esclusivamente concentrata a St Claude, la città del Giura dove hanno sede le più grandi e celebri aziende d’oltralpe (Butz Choquin, Chacom ecc.).
In realtà v’è una importante eccezione, costituita da Cogolin, cittadina del Var, nell’entroterra di St Tropez, dove, oltre ad alcune piccole imprese prettamente artigianali, ha sede Courrieau, ovvero “Le Pipes de Cogolin”, alma azienda fondata nel 1802.
La ditta, tuttora florida, ha tre punti vendita: uno, annesso alla fabbrica, a Cogolin, uno nella vicina St Tropez, in un elegante sporto sul lungomare frequentato dal jet set e dagli evasori fiscali accasati nella vicina Montecarlo, ed uno a Parigi, in rue St Honorè (ma mi dice l’amico Marcello Salvi, assai perito di cose francesi, che quest’ultimo ha chiuso di recente).
Nella mia recente scorribanda in Costa Azzurra, m’è capitato (absit iniuria verbis mulieris!) di visitare il negozio di St Tropez, nonché il laboratorio di Cogolin.
Va ammonito il lettore che la pipa francese in genere si presenta all’occhio spartana, e con cure invero non comparibili con gli standard artigianali dei nostri migliori Maestri Pipari.
Ma la strategia complessiva, almeno quella riscontrata da Courrieau, è ben diversa.
Con meno di trenta Euro, da Courrieau si prende una pipa ben costruita, esteticamente dignitosa e che fuma in maniera più che buona. Trovate in Italia dei “primi prezzi” così (con la lodevole eccezione, vivaddio, dei Kit Rtp).
Il mio lettore sa e conosce quanto io subisca il fascino arcano dei grandi negozi di pipe. Anche il negozio Courrieau di St Tropez, tutto di legno, con vetrine scintillanti, miriadi di cassettini che tenevano ascose migliaia di pipe d’ogni genere, foggia e prezzo. E ancora, vasi per tabacco, pigini, borselli che traboccavano, quasi precipiti, dagli scaffali altissimi. E accendini Dupont e set da scrittura delle migliori marche. La commessa di una gentilezza antica e da noi quasi scomparsa.
Una gioia il poter rovistare, con l’occhio cupido e le mani in estasi tattile, tra i mucchi delle belle radiche.
Più spartano, poiché con carattere di spaccio, per l’essere annesso al laboratorio, il negozio di Cogolin, ospitato nell’androne antistante la fabbrica. Già dispone al buonumore, però, il vedere, alla rotatoria posta all’ingresso del paese, come adornamento una siepe potata a forma di pipa curva. Un buon suggerimento, questo, a Bruto Sordini, che potrebbe convincere il Municipio di Cagli a provvedersi di siffatto viridescente monumento, celebrante arti, abilità e tradizioni.
Anche al negozio di Cogolin grandissima cortesia: il Maestro Pipario mi accoglie e mi fa visitare il laboratorio (la produzione prevalente avviene a macchina), il deposito dei ciocchi (provenienti, quasi totalmente, dalla zona dei Maures), illustrandomi tutte le varie fasi (compresa la foggiatura del bocchino), mentre le lavoranti sfornavano le pipe da passare alla verniciatura.
Si tratta, come detto, di pipe senza tanti fronzoli e ispirate ad un certo classicismo delle forme, anche se non è difficile trovare qualche pezzo che imita forme danesi o anche pesaresi. Ma sono pipe molto “maschie”, che hanno come prima pretesa quella di fumare bene, l’estetica, lo si vede chiaramente, viene dopo.
Torno a ribattere sul punto che più mi preme: si offrono pipe dignitose a prezzi abbordabilissimi.
Maestri italiani, forse c’è da imparare qualcosa.
Cristiano Ciani, Gennaio 2006
P.s. taluni passaggi della prosa sono intesi all’omaggio del narrare fluido e dilettoso di Eppe Ramazzotti, grande amante di pipe francesi e insuperato autore, tra tutti quelli che han scritto di pipe.

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The Old Toscopipa / Carlo Scotti
« il: 06 Ottobre 2009, 14:42:12 »
Ritengo interessante riprodurre questa brochure della Castello, peraltro riportata anche nel sito della ditta www.pipacastello.it, poiché vi vengono illustrati, anche con qualche contraddizione, aspetti essenziali nella filosofia generale della pipa. Taluni di questi, come il rapporto tra design e funzionalità, l’aromatizzazione del tabacco, la fascinazione della marca, sono stati ampiamente dibattuti sul forum di toscopipa. L’autorevolezza della fonte, ovvero la più celebre e celebrata marca italiana di pipe, sicuramente fornisce un valido contributo al dibattito.

NB. Alcune notazioni in corsivo sono state aggiunte grazie alle gentili precisazioni di Bruno Longoni.

*** ** ***


Carlo Scotti creò la Pipa Castello nel 1947, come piccolo laboratorio artigianale, con l'obiettivo di produrre pipe tecnicamente ed esteticamente al vertice assoluto del "parametro" qualità. Questa passione, questa qualità, significano tante cose difficili da spiegare. Significa lavorare solo ed esclusivamente la radica migliore, cioè la extra-extra. Saperla lavorare al momento giusto, nè prima nè dopo. Saperla lavorare rispettando canoni precisi di funzionalità, estetica, buon gusto. Saperla concedere solo ai negozi di indiscussa professionalità. E tante altre cose ancora. Così oggi si è creata una "immagine Castello" che rispecchia esattamente ciò che si propose anni fa Carlo Scotti, e ciò che sono realmente le pipe Castello. Oggi il Suo lavoro-passione prosegue immutato sotto la direzione della figlia Savina e del genero Franco Coppo.
Effettivamente, la figura di Carlo Scotti assume contorni mitici, che la accostano a quelle, altrettanto leggendarie, di Alfred Dunhill,  di Sixten Ivarrsson, di W.O. Larsen. L’eleganza, in Scotti, si coniuga con l’estro e l’originalità, con una modernizzazione del canone classico, che mai sfocia nel pacchiano o nell’eccessivo, ma sempre diviene una esaltazione del buon gusto e di una misura innovativa.
Vi sono pipe di marca prodotte e vendute in milioni di pezzi ogni anno. La produzione Castello non arriva invece ai 4.800 pezzi annui. Volendo che ogni Castello sia veramente una Castello non potremmo costruirne de piú. Non potremmo dedicare tutto il tempo che dedichiamo a ciascuna fase di lavorazione per ognuna di esse. Non potremmo controllarle come le controlliamo. In tal modo possiamo concedere le nostre pipe a pochi negozianti in tutto il mondo. Non necessariamente i negozi piú belli. Certamente i piú professionisti e competenti. E a volte dispiace non poter soddisfare le richieste di altri ancora, meritevoli ed interessati a Castello. Cosí come non possiamo fornire ai nostri concessionari ufficiali tutti i pezzi che ci richiedono. É uno scotto che noi per primi dobbiamo pagare per mantenere il nostro standard qualitativo al livello a cui, con costanza e sacrifici, siamo arrivati.
E questo spiega, anche se vi sono talune eccezioni (abbiamo riscontrato tabaccai, esclusivisti Castello, a cui, per la marchiana incompetenza e per la patente scortesia, non si sarebbe dovuto affidare neppure una Gasparini fluorescente), perché una azienda del settore del lusso (così è!) solidifica la propria fama. Venditori esclusivi, competenti, “affascinanti”, comunicano queste doti alla marca, dando la sensazione di far parte di un club di alto livello. Allo stesso modo, viceversa, la marca nobilita il venditore.

FINISSAGGI CLASSICI
Sea Rock Briar (sgorbiato)
Questo particolare finissaggio sgorbiato a mano nasce nel 1947 per intuizione di Carlo Scotti che affascinato dai disegni che la continua erosione delle onde del mare creava sugli scogli, volle riproporli sul vaso delle sue pipe.
Con sapiente e segreta lavorazione, dopo vari tentativi, siamo orgogliosi di presentare sempre in evoluzione questo finissaggio che prende il nome di "Sea Rock Briar", "Old Sea Rock" per la lavorazione sfumata, "Natural Vergin" per la finitura naturale.
 
Old Antiquari (Sabbiato)
Nasce dalle esigenze, questo classico finissaggio sabbiato, di offrire al fumatore esperto, una pipa leggera e fresca che possa divenire perfetto strumento da fumo in ogni occasione. Dopo svariati esperimenti e con profondo studio sulle diverse composizioni dei minerali usati per la sabbiatura, siamo giunti a questo perfetto equilibrio tra incisione sulla radica ed esaltazione degli splendidi disegni che la natura può offrire.
Questa particolare lavorazione prende il nome di "Old Antiquari" ed è ottenuta mediante un potente getto di aria miscelata con polvere di corindone. Viene proposta nei quattro classici colori: nero, noce, naturale, rosso.
Personalmente adoro le sabbiate Castello, specie le loro magnifiche ring grain. La leggerezza è incomparabile, la resa eccezionale. Il rapporto qualità-prezzo talmente buono da chiedersi il motivo per cui si vada a comprare altre pipe (e il motivo è uno solo: il desiderio compulsivo della conquista collezionistica, che non ti fa accontentare mai, anche se hai trovato l’ottimo).
Lucido
Finissaggio ottenuto da un lungo e paziente lavoro di abrasione sulla superficie della radica, che pur mantenendo la naturale porosità del legno, la fa apparire brillante e ben levigata al tatto.
Collection, "Castello", Trade Mark, sono le gradazioni che Castello usa per questo finissaggio lucido, che si presenta nelle quattro tinte; naturale, noce, piombo, rosso.
MARCATURE
Castello Sea Rock
Il Castello Sea Rock (Marchio Registrato) fu il primo finissaggio utilizzato da Carlo Scotti nella produzione delle sue pipe, sin dal 1947. Nacque grazie al tentativo di riprodurre sul vaso delle pipe i disegni che la continua erosione delle onde del mare creava sugli scogli.
 
Castello Natural Vergin
Nacque agli inizi degli anni '60, per accontentare la richiesta di numerosi clienti che desideravano una pipa sgorbiata a finissaggio naturale.
Castello Old Antiquari
Castello Old Antiquari (Marchio Registrato) è un finissaggio nato insieme all'azienda. Ha subito molte modifiche nel corso degli anni, da una sabbiatura molto sottile ad una più marcata e profonda, utilizzata attualmente. Per questo tipo di finissaggi vengono utilizzate solo pipe fiammate.
Castello Trade Mark
Castello Trade Mark (Marchio Registrato) è il nome che ha sempre contraddistinto le pipe con il classico Rosso di Castello. La tonalità del colore è variato nel corso degli anni, ma la sua origine è naturale, dalla cocciniglia, che la Castello si procurava direttamente dall'India fino a circa il 2000.
Castello "Castello"
Castello "Castello" nacque nel 1947 e fu il primo marchio utilizzato per le pipe chiare, bionde prodotte.
 
Castello Collection
Castello Collection nacque nel 1947 e fu il marchio utilizzato per le pipe chiare, bionde di qualità superiore alle "Castello".
Castello Collection Occhio di Pernice
Il marchio "Occhio di Pernice" nacque durante  i primi anni '80. Negli anni precedenti le pipe caratterizzate da questo particolare taglio, venivano catalogate come "Collection". Dal 2003 anche "Occhio di Pernice" vengono graduate secondo la scala classica Castello dei "K".
Castello Collection Fiammata
Nacque nei primissimi anni '60 e contrassegnava le pipe caratterizzate da una radica particolarmente bella e appunto fiammata.
Castello Collection Greatline
Vede origine, insieme al marchio "Bigline" (ora abbandonato), a metà degli anni '70.
Castello Collection Greatline Fiammata
E' un marchio di estrema rarità. Viene utilizzato su pipe eccezionali, su pochissimi pezzi ogni anno.
Castello Perla Nera
Castello "Perla Nera" (Marchio Registrato) fu il sogno di Carlo Scotti; sottoposta a diversi esperimenti, attualmente il marchio contraddistingue una pipa lucida di colore nero.
Castello "Preziosa"
Castello "Preziosa" (Marchio Registrato) venne introdotto per la marcatura di alcune pipe sulle quali erano montate pietre dure semi-preziose, come innesti o più comunemente flock (A/M). I primi utilizzi sono del 1990, mentre il brevetto risale al 1993.
Castello Epoca
Castello "Epoca" è ormai una marchiatura storica di Castello. Ad oggi abbandonata, Epoca fu un classico a partire dagli anni '60, con vari studi ed evoluzioni, che vide il moccolotto di candela trasformarsi in goccia di candela sempre più definita
Castello Flame
Il primo utilizzo del marchio Castello "Flame" è del 2000 e contraddistingue quelle particolari crezioni, evoluzione della classica Epoca, in serie limitata e numerata prodotte da Castello negli anni 00/01/02
FUNZIONALITA’ E FILOSOFIA CASTELLO
Naturalmente, dando per scontato quello che abbiamo detto in precedenza, c'é chi predilige forme classiche o forme libere. Dritte, semicurve, curve. Medie o grandi.
Ogni fumatore ha giustamente le sue magari a seconda della situazione. Castello, anche nella progettazione e lavorazione delle forme classiche, ha apportato un suo contributo creativo, per migliorarne la fumabilitá.
Nelle forme libere poi ha potuto veramente creare pezzi di assoluta eccezione. Si parla della bellezza di una Castello, della stupenda fiammatura, della sua eleganza, dell'equilibrio delle proporzioni. Ma mai questi risultati sono stati ottenuti a scapito della funzionalitá della pipa. Al contrario, prima si é tenuto conto del problema tecnico, poi della bellezza.
Spesso si parla di pipe italiane nel senso di un asservimento della funzionalità al design (e certo talune produzioni marchigiane depongono in tal senso). Qui si predica il contrario. Il bello è che la coniugazione design-funzionalità, risulta, nelle Castello, quasi sempre equilibrata e perfetta, nella assoluta originalità.
In tanti incontri con fumatori Castello, che a volte non fumano piú altre pur valide marche, ci siamo resi conto che chi fuma Castello ha ben compreso il concetto base che ha sempre guidato la realizzazione di ogni nostra pipa. Offrire una pipa che fin dalle prime fumate sia in grado, se ben utilizzata, di garantire una costante, elevata qualitá di fumata. Cioé permette di assaporare ogni piú piccola sfumatura di gusto e aroma, caratteristico del tabacco fumato. Senza voler entrare nel merito di questo o di quel tipo di tabacco, possiamo solo dire che quelli troppo pesantemente aromatizzati non solo non permettono di gustare una fumata naturale, ma le essenze artificiali con cui é stato "profumato" il tabacco, penetrano troppo profondamente nelle fibre della radica, cosí da impedire la degustazione "assolutamente neutra" di altri tabacchi piú naturali.
Non si capisce, allora, di dove venga fuori il tabacco Castello Optimo che, ancorché atipico, è assai aromatizzato. Non fumatelo nelle Castello, dunque!
 
IMMAGINE DI MARCA
L'immagine di marca é un valore aggiunto al prodotto. Impalpabile, immateriale, che accompagna e rafforza la qualitá stessa del prodotto, della distribuzione, del packaging, del prezzo.
Alla Castello siamo orgogliosi di aver raggiunto un'immagine cosí specialistica. Non abbiamo voluto certamente creare o rafforzare "qualcosa di up-to-date", di "snob", "á la page".
Riteniamo invece giusto che, per chi fuma Castello, vi sia una comprensibile gratificazione nell'acquisto di ogni nostra pipa. Siamo lieti che esse vengano collezionate sia per la loro bontá di fumata, sia per la loro bellezza.
Bontà di fumata e bellezza. Carisma del fondatore. Intrinsecità del messaggio. Ecco, la fascinazione della marca!

 
Non pensavamo certamente di fornire una panoramica completa della Castello.
Volevamo invece dare semplicemente una sensazione epidermica, ma veritiera di quello che é realmente ciascuna pipa castello. Di che cosa significa per noi che la progettiamo e realizziamo, ma soprattutto cosa potrebbe significare e sovente significa per Voi che le fumate e le collezionate. Perché Voi possiate essere fieri delle Vostre scelte e pienamente soddisfatti delle Vostre fumate. Indipendentemente dalla forma, dimensione, rifinitura manuale della radica. Della miglior radica extra-extra esistente, stagionata ben oltre 10 anni.
E sappiamo – dato confermato anche da grandi esperti come Italo Turchi – che Castello è una delle rare fabbriche che può permettersi questi rigorosi canoni di stagionatura.
 

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Off topic / Auguri Cristiano!
« il: 01 Giugno 2009, 18:24:58 »
Auguri al sempreverde Segretario!  ;D

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