Autore Topic: Courrieau: le pipe di Cogolin  (Letto 7132 volte)

Offline samael

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Courrieau: le pipe di Cogolin
« il: 06 Ottobre 2009, 14:42:52 »
COURRIEAU: LE PIPE DI COGOLIN

In molti sono convinti che la produzione francese di pipe sia esclusivamente concentrata a St Claude, la città del Giura dove hanno sede le più grandi e celebri aziende d’oltralpe (Butz Choquin, Chacom ecc.).
In realtà v’è una importante eccezione, costituita da Cogolin, cittadina del Var, nell’entroterra di St Tropez, dove, oltre ad alcune piccole imprese prettamente artigianali, ha sede Courrieau, ovvero “Le Pipes de Cogolin”, alma azienda fondata nel 1802.
La ditta, tuttora florida, ha tre punti vendita: uno, annesso alla fabbrica, a Cogolin, uno nella vicina St Tropez, in un elegante sporto sul lungomare frequentato dal jet set e dagli evasori fiscali accasati nella vicina Montecarlo, ed uno a Parigi, in rue St Honorè (ma mi dice l’amico Marcello Salvi, assai perito di cose francesi, che quest’ultimo ha chiuso di recente).
Nella mia recente scorribanda in Costa Azzurra, m’è capitato (absit iniuria verbis mulieris!) di visitare il negozio di St Tropez, nonché il laboratorio di Cogolin.
Va ammonito il lettore che la pipa francese in genere si presenta all’occhio spartana, e con cure invero non comparibili con gli standard artigianali dei nostri migliori Maestri Pipari.
Ma la strategia complessiva, almeno quella riscontrata da Courrieau, è ben diversa.
Con meno di trenta Euro, da Courrieau si prende una pipa ben costruita, esteticamente dignitosa e che fuma in maniera più che buona. Trovate in Italia dei “primi prezzi” così (con la lodevole eccezione, vivaddio, dei Kit Rtp).
Il mio lettore sa e conosce quanto io subisca il fascino arcano dei grandi negozi di pipe. Anche il negozio Courrieau di St Tropez, tutto di legno, con vetrine scintillanti, miriadi di cassettini che tenevano ascose migliaia di pipe d’ogni genere, foggia e prezzo. E ancora, vasi per tabacco, pigini, borselli che traboccavano, quasi precipiti, dagli scaffali altissimi. E accendini Dupont e set da scrittura delle migliori marche. La commessa di una gentilezza antica e da noi quasi scomparsa.
Una gioia il poter rovistare, con l’occhio cupido e le mani in estasi tattile, tra i mucchi delle belle radiche.
Più spartano, poiché con carattere di spaccio, per l’essere annesso al laboratorio, il negozio di Cogolin, ospitato nell’androne antistante la fabbrica. Già dispone al buonumore, però, il vedere, alla rotatoria posta all’ingresso del paese, come adornamento una siepe potata a forma di pipa curva. Un buon suggerimento, questo, a Bruto Sordini, che potrebbe convincere il Municipio di Cagli a provvedersi di siffatto viridescente monumento, celebrante arti, abilità e tradizioni.
Anche al negozio di Cogolin grandissima cortesia: il Maestro Pipario mi accoglie e mi fa visitare il laboratorio (la produzione prevalente avviene a macchina), il deposito dei ciocchi (provenienti, quasi totalmente, dalla zona dei Maures), illustrandomi tutte le varie fasi (compresa la foggiatura del bocchino), mentre le lavoranti sfornavano le pipe da passare alla verniciatura.
Si tratta, come detto, di pipe senza tanti fronzoli e ispirate ad un certo classicismo delle forme, anche se non è difficile trovare qualche pezzo che imita forme danesi o anche pesaresi. Ma sono pipe molto “maschie”, che hanno come prima pretesa quella di fumare bene, l’estetica, lo si vede chiaramente, viene dopo.
Torno a ribattere sul punto che più mi preme: si offrono pipe dignitose a prezzi abbordabilissimi.
Maestri italiani, forse c’è da imparare qualcosa.
Cristiano Ciani, Gennaio 2006
P.s. taluni passaggi della prosa sono intesi all’omaggio del narrare fluido e dilettoso di Eppe Ramazzotti, grande amante di pipe francesi e insuperato autore, tra tutti quelli che han scritto di pipe.