Autore Topic: il paradigma SCOTTISH  (Letto 6136 volte)

Offline Nic Salamandra

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il paradigma SCOTTISH
« il: 22 Settembre 2016, 08:55:04 »
Più un Emblema che un tipo definibile di miscela. L'aggettivo SCOTTISH ha qualcosa di intopicamente generico e periferco insieme. Scottish è la tela del Clan e l'aggettivo della miscela più popolare e riuscita della Mac Baren, ma è sempre alle isole britanniche che fa riferimento. Cosa può definirlo, magari negativamente come opzionavano alcuni teologi in riferimento a Dio?.

E qualcosa di divino questo aggettivo ha: primordiale e sempre attuale; ma soprattutto, ritengo, desiderato (non da tutti s'intende): ijn e jang tra "em" e "aromatico". Ma non sempre c'è il Latakia; e allora, senza di quello, diventa Irish (che poi non significa altro che versione antica delle miscele moderne)? No, anche senza Latakia qualcosa deve esserci, a caratterizzare: forse forse, lunghezza di componenti e difformità di tagli? Anfibio tra mixture e flake? Fuochino(?). Em moderna però all'antica? Ineffabile Arlekkino Inthopiko?

Per me, data l'ardita analogia teologica, SCOTTISH è anche il paradigma, spesso inconsapevole, di molti faidate: dunque, della Ricerca in chiave anche individuale.

Se queste fanfaluche vi stimolano, eccovi alcuni spunti. Altrimenti, molto IT parlare delle proprie scottish nel modo più forumistico possibile  :D ;)
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #1 il: 22 Settembre 2016, 12:41:45 »
Forse viziato dai McConnell Scottish Cake e Scottish Flake, mi sono fatto l'idea che la Scottish sia una specie di Em senza Latakia,  magari con Perique...
« Ultima modifica: 22 Settembre 2016, 15:47:27 da RHODESIAN »
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

Offline Cristiano

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #2 il: 22 Settembre 2016, 15:47:18 »
dovrebbe. Ricordo così la Scottish di Davidoff (abbastanza insipida per la verità), che ignoro se esista sempre....
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #3 il: 22 Settembre 2016, 15:58:49 »
dovrebbe. Ricordo così la Scottish di Davidoff (abbastanza insipida per la verità), che ignoro se esista sempre....

Ecco, la Scottish di Davidoff, risoetto alle varie Schottish che ho provato, è in assoluto la meno "caratterizzata", o forse più insipida, come dici tu. La Scottish Mac Baren, invece, pur in una versione più "aromatica" resta abbastanza in linea con l' idea delle Scottish McConnell, che per il modesto parere, sono comunque migliori e con un "carattere" proprio e distintivo.

E' però vero, secondo me, quello che scrive Nic, in quanto il concetto scottish non è così definito, come ad esempio quello delle Em, e sembra che ognuno si faccia la propria idea di Scottish. Così come,  per esempio,  io ho sempre associato, non so perché,  l'idea di Irish ad una aromatizzazione a base di whisky...
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rais

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #4 il: 22 Settembre 2016, 16:11:40 »
Chi scrive scottish e colui che la inventa i famosi blenders o le case produttrici, fa effetto, ammalia e son specchietti per le allodole, le mix di ieri (suore-escudo-BS-759) roba seria quell'aggettivo non sapevano cosa era, oggi è usato ad minchiam

Offline Claudio Villa AldoBrandini CVAB

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #5 il: 22 Settembre 2016, 16:40:06 »
Più un Emblema che un tipo definibile di miscela. L'aggettivo SCOTTISH ha qualcosa di intopicamente generico e periferco insieme. Scottish è la tela del Clan e l'aggettivo della miscela più popolare e riuscita della Mac Baren, ma è sempre alle isole britanniche che fa riferimento. Cosa può definirlo, magari negativamente come opzionavano alcuni teologi in riferimento a Dio?.

E qualcosa di divino questo aggettivo ha: primordiale e sempre attuale; ma soprattutto, ritengo, desiderato (non da tutti s'intende): ijn e jang tra "em" e "aromatico". Ma non sempre c'è il Latakia; e allora, senza di quello, diventa Irish (che poi non significa altro che versione antica delle miscele moderne)? No, anche senza Latakia qualcosa deve esserci, a caratterizzare: forse forse, lunghezza di componenti e difformità di tagli? Anfibio tra mixture e flake? Fuochino(?). Em moderna però all'antica? Ineffabile Arlekkino Inthopiko?

Per me, data l'ardita analogia teologica, SCOTTISH è anche il paradigma, spesso inconsapevole, di molti faidate: dunque, della Ricerca in chiave anche individuale.

Se queste fanfaluche vi stimolano, eccovi alcuni spunti. Altrimenti, molto IT parlare delle proprie scottish nel modo più forumistico possibile  :D ;)

To be, or not to be: that is the question.
Io studio l'ignoranza, sondo la stupidaggine, anatomizzo la puerilita', faccio la vivisezione di cio' che e' grottesco e imbecille sull'esistenza del prossimo...documento adattissimo per arricchire il museo della cretineria (Petrolini)

Offline Chauncey Gardiner

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #6 il: 22 Settembre 2016, 17:30:54 »
scott-ish, cos'è più scott-ish di questo?
forse l'haggis?

your smoking as it has ever been, is over.
from this time forward, you will smoke black cavendish.

Offline Nic Salamandra

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #7 il: 23 Settembre 2016, 08:36:10 »
SCOTTISH è anche cosa anfibia tra ciò che dice il Capo (escamotage commerciale), e un po' no. In effetti, una volta che le Major hanno definito all'Inglese i potenti ed elaborati dispositivi con tabacco di sigaretta (leggasi orientali) che amammo e conoscemmo, "Scozzese" ha un po' raccolto quanto di arcaico e fortemente navale stava dietro quella genitura, per cui:Flake particolarmente floreali ed eccentrici e miscele dolci ed umidastre, con quello che c'era nel convento, tranci di pressatura, ribbon vari, tabacco nero di condimento, alternativamente o insieme BC e-o Latakia. La Westmorland SG è SCOTTISH? In effetti l'allocazione di quel contado è parecchio settentrionale. E badate bene queste BM (British Mixture) hanno qualcosa a che vedere con quella leccornia che fu il Benson Mellow, cioè il Sogno Erotico rimembrante di molti della mia generazione in Su. Hai voglia a metafore effettose ma incongruenti su accoppiamenti gastronomici pacchiani e disgustosi. L'effetto "norcineria zuccherina navale-mixture" se lo porta dietro anche un'altra leccornia come la SKIFF. E dato che SCOTTISH mutua un po' quanto di tradizionale è pure dell'Inglese, io direi che molto paradigma SCOTTISH agita
molta eccitazione
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rais

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #8 il: 23 Settembre 2016, 08:44:32 »
Ma lo Skiff non lo considerano (loro professori) un balkan ? Che ci scoppa con lo scottish ?  ::) ::)

La leccornia era proprio quella tin con i colori dell'Atalanta

Offline Nic Salamandra

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #9 il: 23 Settembre 2016, 08:47:15 »
(segue) agita molta della eccitazione che sta spingendo ai G&H, particolarmente arcaica nei suoi nastri striati e caramellosi, i coccholade flakes, i celeberrimi "soapy".... Insieme al "represso" aromatico cui molti daranno la stura perché "inglese è legittimo".

Avete citato Dawidoff e MC Connel. Scottish Cake è una miscela sostanzialmente binaria VK, che viene fatta frantumando un "pane" piuttosto caramelloso, che non è un Flake, ma piuttosto simile alla Corda (spun) o a un panetto di Plug. Ma proprio il Flake (si parla di Mc Connel)  ha la caratteristica della composizione lunga, e mi risulta vi fosse (stato) anche del tabacco da sigaro. Non si direbbe ma composizione lunga e taglio difforme ha anche la MC Baren.... V e B infatti sono di molte gamme, e direi che in parte viene ricavata trinciando la corda e in parte aggiungendo ribbon allotrio, ma sempre delle proprie piantagioni. il BC di Kentucky è il classico (dei classici) proto britannico (segue...)
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #10 il: 23 Settembre 2016, 10:32:00 »

 E badate bene queste BM (British Mixture) hanno qualcosa a che vedere con quella leccornia che fu il Benson Mellow, cioè il Sogno Erotico rimembrante di molti della mia generazione in Su.

Benson & Hedgest Mellow Mixture: forse il mio preferito, da quando l'ho scoperto, fino a quando è stato imoortato...

Allora non ragionavo in questi termini, ma in effetti potrebbe essere un esmpio di Scottish...
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Offline Claudio Villa AldoBrandini CVAB

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #11 il: 23 Settembre 2016, 12:21:11 »
Bellissime riflessioni  ;D.

Essendo "scottish" un aggettivo qualificativo che nel nostro caso tutto fa tranne che qualificare la miscela di tabacco, come regola generale da sempre mi tengo lontano.
Detto questo, la davidoff non è per me, la Mac Baren è mediocre, il flake Peretti lo trovo ottimo.
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #12 il: 23 Settembre 2016, 12:49:46 »
(segue) agita molta della eccitazione che sta spingendo ai G&H, particolarmente arcaica nei suoi nastri striati e caramellosi, i coccholade flakes, i celeberrimi "soapy".... Insieme al "represso" aromatico cui molti daranno la stura perché "inglese è legittimo".

Avete citato Dawidoff e MC Connel. Scottish Cake è una miscela sostanzialmente binaria VK, che viene fatta frantumando un "pane" piuttosto caramelloso, che non è un Flake, ma piuttosto simile alla Corda (spun) o a un panetto di Plug. Ma proprio il Flake (si parla di Mc Connel)  ha la caratteristica della composizione lunga, e mi risulta vi fosse (stato) anche del tabacco da sigaro. Non si direbbe ma composizione lunga e taglio difforme ha anche la MC Baren.... V e B infatti sono di molte gamme, e direi che in parte viene ricavata trinciando la corda e in parte aggiungendo ribbon allotrio, ma sempre delle proprie piantagioni. il BC di Kentucky è il classico (dei classici) proto britannico (segue...)

Non so se il flake contenga effettivamente tabacco da sigaro; certamente è meno dolce  del Cake.  inoltre, per me,
 più che binaria, sembra una composizione  "ternaria" in quanto il perique si sente bene, pur in un'ottica di grande
equilibrio (sempre per il mio gusto) che rende i McConnell decisamente preferibili a composizioni simili, tipo St.
James Flake S.G., per intenderci (anche per la "fumabilità" decisamente migliore).  Può essere che l'idea del tabacco da sigaro sia legata alla presenza più o meno "importante" del kentucky?
Non sono in grado ne di distinguere ne di sapere quanto il diverso taglio possa incidere sul gusto in queste miscele, ma trovo le scelte di McConnel particolarmente azzecxate, così come quella di MacBaren , soprattutto rapportandola al prezzo di quest'ultima. Trovo infatti che chi apprezza gli Scottish McConnell può trovare gradevole, come scelta economica, anche la Scottish mixture di Mac Baren. Sempre secondo il mio modesto e personale parere.
« Ultima modifica: 23 Settembre 2016, 13:26:30 da RHODESIAN »
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rais

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #13 il: 23 Settembre 2016, 15:47:33 »
Bellissime riflessioni  ;D.

Essendo "scottish" un aggettivo qualificativo che nel nostro caso tutto fa tranne che qualificare la miscela di tabacco, come regola generale da sempre mi tengo lontano.
Detto questo, la davidoff non è per me, la Mac Baren è mediocre, il flake Peretti lo trovo ottimo.

Se parliamo di SCOTTISH FLAKE PERETTI c'è solo da scappellarsi, pertanto invito coloro i quali usano impropriamente tale aggettivo di verificare; a differenza di altri colossi del tabacco o le Major, nella lista dei Peretti infatti, compare solo una scottish, tutto il resto come scritto precedentemente è pura fantasia o illusion. (Imagination)  ;D
« Ultima modifica: 23 Settembre 2016, 15:49:27 da caporaiss »

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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #14 il: 26 Settembre 2016, 13:38:19 »
Certo che la Skiff-Capo-non è Scottish; ma se per Balkan intendiamo il massimo della globalizzazione inthopica delle Major, per cui tabacchi di 5 continenti venivano "adattati" se non sofisticati (anche in senso buono) per fare un coro perfetto, anche merceologicamente, la Skiff è l'esatto rovescio. Lì si avverte chiaramente una cottenna casareccia dolce self made che fa gusto con Orientale e Cipro, assai succosa ma senza malizia mercelogica. Una EM no-scottish con questa valenza bottegaia, rimanda alla categoria in oggetto molto estensivamente-per quanto detto-ma IMHO rimanda.

Circa stefanino e la Scottish MacB, bilancio la sua mediocrità (parlo del giudizio) con la mia eccezionalità: di storia, indispensabilità non solo simbolica per tantissimi fumatori anche esperti ed attempati.... ed essendo noi tutti una totale minoranza, al di là di bilanciare un giudizio con un'altro per equilibrio di informazione, suggerirei a chi fuma i quartetti di Beethoven un giudizio relativamente più generoso, che so, sul "reperetorio napoletano". Mediocre si direbbe d'una pera durettta e insipida ma edibile.  Adattando, IMHO ciò equivale a dire che Reginella, Era de Maggio, sono pizza mandolino e ammore.  ;)
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #15 il: 26 Settembre 2016, 21:41:34 »
effettivamente la macbaren scottish è l'esenpio più longevo di fedeltà alla linea, anche quando quest'utlima risvlta mal tracciata.
la componente vettoriale di quel cavendish-tipo, che io ramment0 da cinqve lustri immutato, è di fatto storia.
la mediocrità originale, translata paro-paro ai giorni nostri, perde quel tono laconico-esiziale e il di-allora artifizio diviene cristallina pecvliarità.
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #16 il: 27 Settembre 2016, 08:38:32 »
Sono molto d’accordo con questa impostazione, con qualche chiosa sulla natura di questa miscela. Il KY Cavendish è una specie di Perique dei poveri, Mr Jensen stesso parlò (in inglese) di una faccenda di costi. Ma allora (2003) non capii bene se c’era mai stato in precedenti versioni, ché i pareri degli Antichi a riguardo non si risparmiavano. Dunque, definire questa miscela all’apparenza solo semplice e schietta (un capolavoro di “pop kultur” che corre verso il suo Secolo, restando “alla mano” e inconfondibile ad un tempo), non è semplice. Il suo pardigma specifico è il navale-universale VBP, ma il punto d’espressione-acuminato in quella formula- si allarga in un cerchio che diluisce certo l’orgasmo, ma prolunga indefinitamente il piacere andante della fumata. A ciò contribuisce il fattore più specificamente “scottish” (e siamo in un ganglio nodale): la “complessità uniforme” (qui data da tanti V e altrettanti B), quella che il Komm ravvisa nella Dawidoff come “insipidezza”, quella che nel CLAN (non si dimentichi la tela scozzese della confezione) potrebbe dirsi “mitezza espressiva”. Insomma, un Arlecchino che spalma le chiazze per farsi Bianco, un Arcobaleno che si volatilizza in un raggio.

Perique dei poveri a parte, il resto della Scottish ultima siscussa richiede un nome, che non è senz’altro Cavendish: non c’è stagionatura, non c’è fermentazione, ma c’è cottura in fornace senza tostatura e con induzioni alimentari che ricalcano le specificità dei tabacchi. La “corda precotta” che se ne ricava, una volta affettata e osservata come un pezzo di salame, è un ordigno appetitoso e affascinante: la Fonte del “modern regular taste”, che certo interessa direttamente poco chi ama i tabacchi scuri meno trattati, ma che senza dubbio è un ganglio motore centrale della Pipa di radica moderna, per quanto ha più di specifico e dunque lontanissimo dalle altre somministrazioni di fumo lento 
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Re:il paradigma SCOTTISH
« Risposta #17 il: 29 Settembre 2016, 10:10:32 »
Prima Sintesi:

Il Paradigma SCOTTISH, definito periferico ma anche Centrale, ha in effetti attinenza con le due realtà più connotanti dell’universo ithopico pipario: la forte manifatturizzazione agroalimentare e il mischio (che poi dentro la Pipa si possa e magari si auspichi fumare un sigaro monovitigno, è un altro paio di maniche).
Filosofeggiando un po’: IDENTITA’ (Flake) e DIFFERENZA (mixture). Certo che nella realtà si danno casi, e non pochi, di flakes misturosi e trinciati monovitigno. Col paradigma Scottish, però, intanto possiamo escludere questi casi estremi e direi persino non solo il monovitigno, ma anche il semplice mono componente nei Flakes. Forse non è poco, anche se qui si sta adottando il procedimento “per negazione” di certa teologia di cui a un post precedente.

Una definizione possibile potrebbe essere: interpretazione navale del concetto continentale di melange, in specie Olandese; anche se nei fatti, è il secondo che parrebbe ispirarsi al primo, vista la confezione del Clan. Ma questo è possibile perché il paradigma olandese è Continentale non ecclesiale, e dunque la pulsione internazionale e coloniale si è agganciata singolarmente al format del melange ecclesiastico. Un’ altra definizione forse proponibile: Navalità Misticata. Un Paradigma, in definitiva, che può, almeno per un aspetto, definire la Scottish come EM antanica.

Riguardo i dispositivi latakiati, avremmo un tipo “mild” per riduzione di Latakia e maggiore influenza navale (V-B -BC rr), piuttosto che orientale (coloniale spinta e sigarettosa).

Riguardo i dispositivi a-latakiati, un paradigma di maggiore complessità rispetto lo IRISH, e appunto, rispetto quest’ultimo, lo sconfinamento, fino in parte comprenderlo, con le latakia mixture. Paradigma di identificazione per opposizione (tra parenti): BALKAN (segue)
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