Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 219232 volte)

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #195 il: 11 Febbraio 2013, 14:43:10 »
Grazie  ;D

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #196 il: 11 Febbraio 2013, 14:50:43 »
CARLO LAZZERINI   filosofo antifascista

7 febbraio 1920 - 02 gennaio 2011

Il toscanaccio se n'è andato a novant'anni, dopo aver insegnato la relatività dell'umana esistenza a centinaia di studenti del liceo classico Carducci, dopo aver partecipato a centinaia di convengi di filosofia e, effettuato ricerche.
Coltissimo, gran fumatore di pipa, raro era vederlo senza una pipa in mano. libero pensatore, antifascista, comunista sì ma sempre indipendente, docente di filosofia, pubblicista, traduttore e studioso di filosofi greci latini e tedeschi, per tre decenni colonna portante del classico bolzanino, tra i fondatori del Centro di cultura dell'Alto Adige, membro del comitato di redazione della rivista Il Cristallo dal 1959, Carlo Lazzerini già a inizio anni Sessanta era stato fra i primi a teorizzare l'importanza di istituire un'ateneo a Bolzano che, necessariamente, sarebbe dovuto essere bilingue. Fu sempre lui a premere affinché i docenti delle scuole superiori altoatesine, seppure amministrati dalla Provincia, rimanessero comunque dipendenti statali per limitare in qualche modo lo strapotere monocratico Svp.  Il professor Lazzerini era nato a Livorno il 7 febbraio 1920. Studente modello, destinato a brillante carriera accademica, era stato ammesso alla scuola Normale di Pisa, dove si era brillantemente laureato in lettere e filosofia nonostante tre anni di guerra combattuti in Grecia e altri due di prigionia nei terribili lager polacchi. L'8 settembre 1943, infatti, lo aveva colto in quel di Corfù. I soldati nazisti, alleati fino al giorno prima, lo catturarono assieme ai compagni e lo deportarono in Polonia a bordo di un treno sigillato. Come i commilitoni Imi - gli Internati militari italiani di cui quasi mai si parla - per due anni venne sballottato da un lager polacco all'altro. Si rifiutò di salvarsi dalla prigionia, tornando in Italia come soldato della Repubblica di Salò. «Non fu eroismo - ha raccontato solo di recente alla figlia Anna - semplicemente, anche chi prima fosse stato fascista, dopo aver visto ciò che avevamo visto nei lager, non avrebbe potuto accettare». Alla fine della guerra, 39 chili di peso e la tubercolosi, Carlo arrivò per curarsi al sanatorio di Merano. Rimasto affascinato dalla bellezza dell'Alto Adige, decise di rimanerci a vita. Vinta la cattedra liceale, insegnò per qualche anno, anche a Bressanone; poi, dal 1958 al 1990, insegnò storia e filosofia al Carducci. Se n'andò in pensione, di gran lunga fuori tempo massimo, a 70 anni suonati. Amatissimo dagli studenti - che affettuosamente lo chiamavano il vecchio, intendendo il vecchio saggio - era capace di perdere un'ora di lezione per spiegare un teorema di matematica o una legge fisica a chi, l'ora successiva, avrebbe dovuto sostenere una interrogazione o un compito in classe di una materia non di sua competenza. La sua onniscienza era talmente vasta da aver alimentato leggende sul numero delle sue lauree. Mito consolidatosi quando, un pomeriggio, venne scovato in biblioteca: avendo terminato i libri, aveva iniziato a leggere sistematicamente l'enciclopedia.

Tratto da un articolo di Davide Pasquali  ( giornale AltoAdige )

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #197 il: 11 Febbraio 2013, 15:39:34 »
WOLFANG PAULI

Wolfgang Ernst Pauli (Vienna, 25 aprile 1900 – Zurigo, 15 dicembre 1958)
.....................è stato un fisico austriaco.
 

Fu fra i padri fondatori della meccanica quantistica. Suo è il principio di esclusione, per il quale vinse il Premio Nobel, secondo il quale due elettroni in un atomo non possono avere tutti i numeri quantici uguali.

Pauli nacque nel quartiere viennese di Döbling da Berta Camilla Schütz e Wolfgang Joseph Pauli; il padre, di origine ebraica, aveva cambiato cognome nel 1898 da Pascheles a Pauli poco prima di convertirsi al cattolicesimo e sposarsi. Il secondo nome di Pauli, Ernst, gli fu dato in onore del suo padrino di battesimo Ernst Mach.
 
Studiò presso il Döblinger Gymnasium di Vienna, dove si laureò nel 1918. Dopo appena due mesi, pubblicò il suo primo articolo sulla Teoria della relatività generale di Albert Einstein. Nel luglio del 1921 conseguì, sotto la guida di Arnold Sommerfeld, presso l'Università Ludwig-Maximilian di Monaco, il dottorato in fisica.
 
Sommerfeld chiese a Pauli di realizzare un articolo sulla relatività per la Encyklopaedie der mathematischen Wissenschaften, un'opera enciclopedica ideata da Felix Klein che avrebbe dovuto raccogliere articoli descrittivi dedicati alla matematica e alla fisica teorica. Due mesi dopo aver ricevuto il suo dottorato, Pauli completò l'articolo, di 237 pagine, ottenendo gli elogi di Einstein: pubblicato come monografia, esso è ancora oggi uno dei riferimenti base sull'argomento.
 
Passò un anno all'Università di Göttingen come assistente di Max Born, e l'anno seguente andò all'Istituto Niels Bohr di Fisica Teorica a Copenaghen. Dal 1924 al 1928 fu docente all'Università di Amburgo, dove contribuì ad elaborare i fondamenti della meccanica quantistica. In particolare formulò il Principio di esclusione che porta il suo nome e la teoria non-relativistica sullo spin.
 
Nel 1928, venne nominato professore di Fisica Teorica all'Istituto Federale di Tecnologia di Zurigo, in Svizzera. Nel maggio 1929, Pauli abbandona la Chiesa Cattolica Romana e in dicembre sposa Käthe Margarethe Deppner, dalla quale divorzia nel 1930, dopo poco meno di un anno.
 
Dal 1930 al 1937 partecipò ai principali congressi di Fisica in Russia, negli Stati Uniti e in Italia (dove incontrò Fermi). Nel 1934, sposa Franciska Bertram, alla quale resterà legato fino alla morte.
 
L'annessione dell'Austria da parte della Germania, avvenuta nel 1938, fa di lui un cittadino tedesco. A causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, Pauli, nel 1940, emigra negli Stati Uniti, dove diventa professore di Fisica Teorica a Princeton. Con la fine delle ostilità, rientra in Europa, a Zurigo.
 
Quindi nel 1945 ricevette il Premio Nobel per la fisica per la scoperta del Principio di esclusione.
Morì il 15 dicembre 1958 a Zurigo per un cancro al pancreas.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #198 il: 11 Febbraio 2013, 15:41:28 »
Wolfgang Pauli: La Resurrezione dello Spirito nel Mondo

Il dialogo tra la religione e la scienza avviene non solo come dibattito aperto tra due discipline. Wolfgang Pauli, uno dei più importanti fisici del ventesimo secolo.
Pauli nacque nel 1900 a Vienna e pubblicò il suo primo scritto scientifico due mesi dalla fine della scuola superiore. A vent'anni aveva scritto un articolo di 200 pagine sulla teoria della relatività che fu elogiato da Einstein con le seguenti parole, “nessuno che studiasse questo lavoro maturo e magnificamente concepito potrebbe credere che l'autore sia un uomo di 21 anni (sic).
Ci si chiede cosa dovremmo ammirare di più … la comprensione psicologica dello sviluppo delle idee, la sicurezza della deduzione matematica, la profonda visione fisica, la capacità di presentazione.” Le conversazioni di Pauli con Heisenberg spianarono la strada per la teoria quantistica e, ad alcuni mesi dalla scoperta di Heisenberg, Pauli aveva applicato la nuova teoria per calcolare lo spettro dell'atomo di idrogeno. Le sue successive discussioni con Bohr aiutarono a formulare l'interpretazione di quella teoria. Il suo famoso Principio di Esclusione spiega perché c'è struttura nell'universo. Elettroni, protoni ed altre particelle chiamate fermioni sono governate da un principio di asimmetria, che significa che non possono essere tutti nello stesso stato quantistico.
Questa restrizione dà inizio alla differenziazione del mondo materiale in uno di vari elementi chimici. Dall'altra parte, le particelle bosone sono governate dal principio della simmetria che permette loro di aggregarsi in un singolo stato coerente, com'è il caso dei laser, dei superconduttori e dei superfluidi.
La visione di Pauli dell'importantissima simmetria in natura lo portò anche a predire il neutrino, venticinque anni prima che fosse scoperto sperimentalmente. Da parte sua, Max Born, credette che Pauli fosse uno scienziato più grande di Einstein. Però il nome di Pauli non è mai stato molto conosciuto al pubblico in generale come gli altri giganti della scienza degli ultimi trecento anni. Il motivo è che Pauli preferì lavorare dietro le quinte proponendo nuove idee e fornendo commenti critici in conversazioni, lezioni e lettere. Nella sua personalità Pauli fu un po' un paradosso. Mentre alcuni si riferirono a Pauli come “la coscienza della fisica” altri lo soprannominarono “il tremendo Pauli” e “la frusta di Dio” a causa dei suoi commenti brutali e severi durante i seminari. Riferendosi ad un articolo di un collega, ad esempio, disse, “Questo non è corretto. E non è nemmeno sbagliato. Pauli era molto attaccato a sua madre che si suicidò nel 1927 quando scoperse che suo marito aveva una relazione. Da questo punto in avanti la vita di Pauli cadde a pezzi.
Il suo matrimonio con una cantante di nightclub durò solo alcune settimane. Iniziò a bere sempre più e divenne aggressivo nei bar al punto di essere buttato fuori. Finalmente a trent'anni consultò Carl Jung che lo trovò “un individuo estremamente unidirezionale il cui inconscio era divenuto turbato ed attivato; così si proiettava su altri uomini che gli apparivano come suoi nemici … divenne molto solitario … iniziò a bere … litigare … fu picchiato”.
Nella tipologia junghiana, Pauli era il tipo di pensatore la cui funzione dei sentimenti era stata così repressa e non riconosciuta che ora minacciava di esplodere e di travolgerlo. Jung trovò Pauli così “stracolmo di materiale arcaico” che, non volendo influenzare o “contaminare” questo materiale in alcun modo, lo indicò ad un collega, Erna Rosenbaum, per l'analisi dei sogni. La Rosembaum si era appena laureata perciò Jung sapeva che non avrebbe “interferito” col suo paziente. Ed invero durante i cinque mesi di analisi Pauli riportò centinaia di sogni eccezionali. Aveva aperto un dialogo con i più profondi livelli della sua mente inconscia e, a sua volta, aveva iniziato ad insegnargli. L'incontro di Pauli con l'inconscio culminò in una visione di una tale sublime armonia - l'Orologio del Mondo - che produsse qualcosa di simile ad una conversione religiosa nel fisico. Questo sogno espresse la misteriosa armonia del cosmo e nel suo simbolismo unì due mondi - rappresentati da dischi rotanti.
Questo tema di unificazione di due mondi sarebbe ricorso ripetutamente durante la vita da sveglio ed onirica di Pauli. Grazie a questi messaggi dall'inconscio Pauli iniziò ad avere intuizioni sulla sua stessa natura ed avvertì il pericolo della sua personalità nell'oscillare da un estremo all'altro. Si rese conto che era stato freddo, cinico, ateo ed intellettuale. Poteva oscillare, scrisse, dal delinquente e criminale all'eremita non intellettuale che aveva manifestazioni d'estasi e visioni. Verso il 1935 Pauli sognò che Einstein venne da lui e gli disse che la teoria quantistica era unidimensionale ma che la realtà era bidimensionale. Pauli doveva accettare una nuova dimensione della realtà ed egli credette che la dimensione mancante fosse l'inconscio ed i suoi archetipi. Jung aveva proposto gli archetipi come princìpi strutturali della mente inconscia ma Pauli ora affermava che essi erano anche i princìpi sottostanti per le strutture ed i processi nel mondo fisico. A questo proposito intraprese un programma di ricerca per sviluppare quello che definì un “linguaggio neutro”, uno che si fosse applicato ugualmente bene alla fisica come alla psicologia.
Collaborò con Jung sul lavoro di quest'ultimo sulla sincronicità (il “principio di connessione acasuale” di Jung o la “connessione significativa). Indipendentemente iniziò a studiare il modo in cui l'archetipo della Trinità aveva influenzato Keplero nella sua formulazione delle leggi del movimento planetario. Ma Pauli stava ora facendo altri sogni in cui una “donna esotica” gli andava a far visita. Pauli credeva che lei fosse la sua anima. Iniziò a capire che la questione più importante era “la mancanza dell'anima nella moderna concezione scientifica del mondo”. Lo “spirito della materia”, credeva, era stato negato per 300 anni ed ora stava lottando per la resurrezione. Era guidato da una visione del ritorno dell'anima nel mondo. Mentre aveva parlato con pochissime persone del suo nuovo lavoro, una volta disse al suo assistente, H.B.G. Casimir, “Credo di sapere cosa succederà. Lo so esattamente. Ma non lo dico agli altri. Perciò sto facendo piuttosto teoria a cinque dimensioni della relatività benché non ci creda veramente. Ma so cosa succederà. Forse te lo dirò qualche altra volta.”
Contemporaneamente al suo lavoro sulla psiche, Pauli continuò a lottare con i princìpi della simmetria e dell'asimmetria in fisica che, nelle sue numerose conversazioni con Heisenberg, egli definì come un tentativo di riconciliare “Cristo e il Demonio”. Se seguiamo l'ingiunzione di Carl Jung che l'alchimia non era tanto primitiva sperimentazione chimica ma un movimento psicologico verso la completezza, in cui i processi interni della psiche sono proiettati esternamente sulla materia, allora l'opera di Pauli in fisica è tutt'uno col suo tentativo di ottenere un matrimonio mistico tra la materia e lo spirito. Secondo Jung, il sogno di Pauli dell'Orologio del Mondo aveva prodotto qualcosa di simile ad una conversione religiosa ed un cambiamento radicale nella vita di Pauli.
Ciò nonostante nella sua mezza età iniziò a diventare depresso. All'età di 47 anni ebbe il primo di una serie di sogni preoccupanti in cui un “persiano” lo andava a trovare. Nella prima occasione lo straniero arrivò portando delle lettere. Voleva entrare nell'università di Pauli e studiare ma non gli era concesso. Quando iniziò a parlare a Pauli con voce acuta Pauli gli chiese se fosse la sua ombra. “No,” disse lo straniero, “tu sei la mia ombra”. Pauli gli chiese se voleva studiare fisica. Il visitatore disse che non riusciva a comprendere il linguaggio di Pauli e Pauli non avrebbe compreso la fisica nel suo linguaggio. Ma avrebbe aiutato Pauli portandogli una sedia perché non c'era una sedia nello studio di Pauli. Pauli avrebbe dovuto lasciar andare le sue illusioni. “Ha molte donne ma ce ne può essere soltanto una.” Ripensando al sogno Pauli si rese conto che il suo tentativo di un matrimonio mistico era stato troppo accademico.
Malgrado le sue intuizioni psicologiche egli stesso rimase scollegato dalla realtà - il suo ufficio non aveva neppure una sedia. Nonostante questa visione di unificazione continuò a vivere in un mondo dove c'era una chiara divisione tra spirito e materia. Il messaggio del persiano era chiaro, il linguaggio neutrale di Pauli non sarebbe mai stato sufficiente per colmare quel divario. Pauli si rese conto che l'elemento fondamentale nel nostro mondo moderno è la mancanza d'anima nella concezione scientifica del mondo, però ora gli si dice di essere fedele soltanto ad una donna - la sua stessa anima. I sogni di Pauli continuarono a metterlo in guardia. Due anni dopo sognò che era nel dipartimento di fisica di un alto edificio. Lesse un annuncio che ci sarebbe stata una lezione di cucina fatta dal Professor Pauli. Improvvisamente scoppiò un incendio nell'edificio. Pauli riuscì a fuggire e trovò un taxi all'entrata. Il conducente era lo “straniero” che disse “Ti porterò dove appartieni”. Di nuovo Pauli era stato avvisato che aveva perso contatto con la realtà. La cucina lo avrebbe portato alla materia grezza della vita, alla trasformazione alchemica. Credette che lo straniero fosse Ermes o Mercurio che lo tentava ad entrare nel mondo dei sensi. Se Pauli non riuscì a fare questo passo nella sua vita come avrebbe mai potuto trasformare la visione scientifica per includerne l'anima? In una lettera a Jung scrisse che l'elemento mancante era Eros; solo l'amore avrebbe saputo colmare il divario tra la fisica, lo spirito e la psicologia.
Sempre più Pauli si sentì diviso nella sua vita. I suoi sogni avevano mostrato la direzione in cui avrebbe dovuto muoversi, però gli mancava il coraggio di cambiare. Iniziò a far visita all'assistente di Jung, Maria von Franz, e formò una relazione che ebbe un profondo significato spirituale per lui. Perseverò nell'analisi dei suoi sogni però, secondo von Franz, “non voleva arrendersi alle richieste dell'inconscio e soffrirne le conseguenze.” Nella scienza il calore è la chiave di trasformazione. Come metafora si applica ugualmente all'alchimia come pure alla psicoterapia. I processi entro una storta alchemica sono rispecchiati da quelli dell'incontro terapeutico. Solo il calore, che sale con l'amore, scongelerà “gli incidenti ghiacciati della vita” come dice la junghiana Beverly Zabriski. Attraverso questo dialogo con l'inconscio e le sue proiezioni nel mondo della fisica, come pure i suoi tentativi di riconciliare materia e spirito nel mondo, Pauli stesso stava facendo lavoro alchemico. Però l'oro alchemico non apparì mai. Eros era sempre stato assente dalla sua vita. Verso la fine della sua vita al fisico fu concesso un sogno finale. Una donna gli insegnerà a suonare il pianoforte. Lei prende un anello dal suo dito e lo dà a lui. Gli dice che quest'anello unirà i due mondi perché è l'anello della sua scuola di matematica. È “l'anello di i.” Il significato di quest'anello è che in matematica “i” sta per quelli che sono conosciuti come numeri immaginari. Assieme ai numeri reali essi creano un piano bidimensionale.
Ancora il simbolismo ritornava al sogno trasformatore di Pauli dell'Orologio del Mondo, un congegno che univa due mondi nell'armonia più sublime. Ma le figure nei suoi sogni stavano diventando arrabbiate ed iniziarono a perseguitarlo. Aveva perso il suo orientamento ed alla fine abbandonò il suo sogno di unificare il mondo interno e quello esterno. Per qualche tempo continuò con la fisica e con il suo tentativo di riconciliare “Cristo e il Diavolo”. Durante il Natale del 1957, scrisse ad Heisenberg, “Se solo i due divini contendenti - Cristo e il Diavolo - potessero riconoscere che sono diventati molto più simmetrici!” Poco tempo dopo Pauli si recò negli Stati Uniti per spiegare la sua nuova teoria.
Da là Heisenberg ricevette una brusca lettera che gli diceva che lui, Pauli, ritirava il suo lavoro. Alcuni mesi dopo Pauli si ammalò e, a seguito di un'operazione, morì di cancro. Pauli stesso poteva credere che la sua vita era finita in fallimento - il fallimento di unire “Cristo e il Demonio” entro la sua teoria del campo unificato della fisica ed il fallimento di effettuare un'unione di materia e spirito entro il mondo della fisica. Ciò nonostante la validità del suo sogno vive ancora. L'esempio di Pauli è salutare. Ci dice che questo desiderio di un matrimonio tra la materia e lo spirito, la scienza e la religione, rimane unilaterale quando è fatto solo a livello astratto o intellettuale. Eros deve entrare, non si deve solo cercare l'unità all'esterno, nel mondo delle idee, ma all'interno nella propria vita. Quest'ultima, questa ricerca per la completezza interiore, può essere un processo infinito. A dire il vero, il processo stesso potrebbe essere più significativo di qualche fantasia di uno scopo finale.
Questo mi porta ad una considerazione finale, che, spero stimolerà il dibattito. È che la religione in …. che, io credo la scienza (com'è praticata al momento), e la religione si separino, o almeno rivelino un atteggiamento diverso verso la conoscenza e la certezza. La religione tollera il mistero, il vivere con l'incertezza e l'accettazione del dubbio. I filosofi lavorano in una lunga tradizione, rivedendo ed illuminando eterni problemi di verità, morale e comportamento. Scrittori, artisti e compositori aggiungono continuamente, consolidano o trasformano le loro stesse tradizioni. La scienza però, particolarmente la fisica teorica della seconda metà del ventesimo secolo, ha costantemente cercato una chiusura. Vuole raggiungere il livello più fondamentale, l'equazione suprema, la particella “Dio”.
La fisica ha creato questo scopo finale per se stessa e crede che sia un fine raggiungibile. L'incapacità di raggiungere una tale ipotetica meta può perciò essere facilmente vista come un fallimento personale. È vero che il livello o la spiegazione suprema possono effettivamente esistere. Allo stesso modo possono non esistere. È del tutto possibile che, in un certo senso, la fisica possa continuare a dialogare con la natura nell'immediato futuro. È possibile che sia stato a questo livello che Pauli ha confuso il suo fallimento di unificare la simmetria (Cristo e il Demonio) in fisica con l'apertura della sua ricerca per la completezza della materia e dello spirito e con la natura interiore della sua stessa ricerca interiore. Io credo che la vita di Pauli ci insegni che il dialogo tra la scienza e la religione deve anche continuare nella vita di ciascun individuo che si impegni nel dibattito. A questo proposito mi ricordo di una storia che Carl Jung spesso raccontava.
Si tratta della storia di un uomo della pioggia che fu invitato in un villaggio che aveva avuto un lungo periodo di siccità. Dopo essere entrato nel villaggio il vecchio andò in una capanna dove restò per qualche tempo. Finalmente le piogge iniziarono e gli abitanti del villaggio chiesero all'uomo come aveva fatto la pioggia. “Io non ho fatto la pioggia,” fu la sua risposta.
“Quando sono entrato nel villaggio l'ho trovato in grande disarmonia, così i processi della natura non operavano nel modo che avrebbero dovuto. Questo ha prodotto disarmonia anche in me. Perciò sono andato dentro alla capanna per ricompormi finché la mia armonia interna fu ritornata e l'equilibrio ristabilito. Poi iniziò a piovere.”

Tratto da Scienza e Conoscenza .....
....articolo di F. David Peat - 03/05/2006

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #199 il: 11 Febbraio 2013, 16:13:27 »
Sveinbjörn Beinteinsson (Dragháls, 4 aprile 1924 – Dragháls, 24 dicembre 1993)
......è stato un religioso e scrittore islandese, promulgatore della riscoperta della religione

Figlio del fattore Beinteinn Einarsson e di Helga Pétursdóttir, Sveinbjörn fu egli stesso agricoltore per tutta la vita nella tenuta agricola di famiglia a Dragháls presso Borgarfjörður. Qui egli innalzò una statua di Thor alta oltre due metri.
 
Nel 1965 sposò Svanfríður Hagvaag (da cui divorziò anni dopo) e da questo matrimonio nacquero due figli.
 
Morì il 24 dicembre 1993 a causa di un attacco cardiaco.

Nell'inverno tra il 1971 e il 1972 organizzò la prima formazione di Ásatrúar islandesi (circa 12 persone), che nel corso del 1972 prese il nome di Íslenska Ásatrúarfélagið ("Associazione islandese per la fede negli dèi"), l'organizzazione per la fede ancestrale islandese, della quale è stato il góði (letteralmente "invocatore") principale fino alla sua morte. L'organizzazione scelse il termine Ásatrú quale definizione per la propria religione per evitare l’utilizzo dei termini "pagani" o heathens in quanto si tratta di definizioni che possono racchiudere una moltitudine di significati.
 
La nuova organizzazione religiosa nacque in netta antitesi con la diffusione di diverse sette di stampo cristiano nell’isola e pose tra i suoi riferimenti principali l’eredità spirituale degli antichi islandesi sopravvissuta nel sostrato popolare e contadino.
 
Dopo un'accesa battaglia legale, l'organizzazione ottenne nello stesso anno il riconoscimento giuridico e Beinteinsson fu nominato Allherjarsgóði ("invocatore di tutto il popolo"), di fatto il capo della nuova comunità religiosa islandese che in quel momento aveva raggiunto la quarantina di affiliati in tutta l'Islanda.
Parallelamente al suo impegno religioso, Sveinbjörn coltivò l'attività di scrittore e poeta: si distinse nella raccolta e nella creazione di rímur ("rime", cioè poemi epici scritti nella forma definita rímnahættir, "metrica rímur"). Nel 1945 pubblicò il primo libro dei rimur intitolato Gömlu lögin. Sveinbjörn fu anche kvæðamaður ("poeta cantore").
 
Sveinbjörn Beinteinsson è stato inoltre una figura chiave nella protesta contro l'installazione di armi nucleari della NATO in Islanda.

Opere :
Gömlu lögin (Libro dei rimur) (1945).
 Bragfræði og Háttatal (Libro e nastro contenenti raccolta di rimur e carmi eddici) (1953).
 AllsherjargodinnReiðljoð (strofe rimur create da Beinteinsson stesso) (1957).
 Heiðin, libro di poesie (1984.
 Bragskogar (1989).
 biografia di Sveinbjörn Beinteinsson (1992).

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #200 il: 11 Febbraio 2013, 16:32:07 »
Theodorus "Dorus Rijkers"
(28 gen 1847 - 19 aprile 1928)
..... è stato un famoso capitano di salvataggio olandese ed, eroe popolare,  famoso per il suo salvataggio in mare di 487 vittime di naufragi su un totale di 38 operazioni di soccorso, - almeno il 25 prima di entrare nella scialuppa di salvataggio -

Dorus deve il suo soprannome "nonno" (olandese: Opa) quando era ancora giovane: aveva sposato Neeltje Huisman, vedova di un pescatore che aveva già 6 figli. Poco dopo il matrimonio, la più grande delle figlie Neeltje ebbe un figlio, e così a soli 23 anni divenne noto come Dorus Opa a Den Helder dove ha vissuto. Anche se il soprannome era stato dato come uno scherzo, Dorus in realtà aveva un l'aspetto di un nonno,
ma molto probabilmente egli recitava la parte per motivi ignoti,  Dorus guadagnò la maggior parte della sua fama a causa del suo servizio alla en Noord-Zuid-Hollandsche Redding Maatschappij (NZHRM), uno dei delle principali società olandese di salvataggio. Il NZHRM sarebbe poi diventato il Koninklijke Nederlandse Maatschappij Redding (KNRM).
 
Tuttavia i suoi salvataggi in carriera iniziano nel 1872 prima di entrare al NZHRM, mentre era capitano della sua barca. In mare, salvaò tutti i 25 membri dell'equipaggio di una barca Australiana che, stavano annegando in mare. A causa di questo evento, Dorus guadagnato una reputazione come soccorritore che, ha preceduto la sua adesione al NZHRM come volontario. Sulla base della sua reputazione, gli fu concessa la posizione del timoniere al momento dell'adesione NZHRM senza dover dimostrare le sue qualifiche. Il suo rango, di diritto a, timoniere lo condusse a comandare, immediatamente. Ebbe così una propria barca ed ecquipaggio.
 
Dorus aderì al NZHRM come volontario, lavorò tante ore che gli precluse di prendere un altro lavoro ben retribuito. Dorus e tutti i suoi membri d'equipaggio ha ricevuto una somma per ogni prova e ogni servizio.
 
Durante il suo quasi 30 anni di servizio con il NZHRM, Dorus salvò centinaia di persone da annegamento certo in mare, diventando leggendario molto prima del suo pensionamento. Nelle acque dove ha servito, ha salvato un gran numero di persone con tale efficacia che le statistiche di sopravvivenza aumentarono drammaticamente. Alla fine della sua carriera, anche se rimase attivo, il suo ruolo è diventò più di natura simbolica, egli divenne il primo luogo conosciuto con il suo soprannome.

Nel 1911, Dorus andò pensione all'età di 64 anni, ricevette solo una pensione minima.
Lottò per far quadrare il bilancio famigliare, faticava ad arrivare a fine mese a tal punto che arrivò a mangiare solo cibi semplici ed essenziali e, di vivere per lo più all'aperto.
Durante un'intervista 1922 Ottobre con il Dr. LA Rademaker, direttore del quotidiano dell'Aia 'Het Vaderland', Dorus si lamentò della sua situazione. Egli affermò che era stato costretto a vendere la medaglia d'oro d'onore per comprarsi una bicicletta e il cibo per arrivare a fine mese. Il Helden der Zee Fonds 'Dorus Rijkers' (Dorus Rijkers Fondo per gli Eroi del Mare) fu creato dopo che si scoprì questa situazione di Dorus, e quella di altre vite in pensione.

Nel mese di aprile 1928, Rijkers Dorus morì all'età di 81 anni.
Visse una vita semplice, pura e vera, onesta e dura, ed una vita ricca di veri successi umani.
Fù organizzato un funerale così grande che, sembrava un funerale di stato per dimensioni e stile e, adesioni di persone provenienti da ogni ramo sociale, amici e partenti e colleghi, stimato ed amato da tutti, come uomo e professionista. C'era la musica, una grande parata, migliaia di persone che venivano a rendere l'ultimo omaggio tra cui un gran numero di ufficiali della marina, anche alti funzionari del governo rango, tra i quali rappresentanti del Ministero della Marina.
La grandezza del suo funerale dimostrò la grande stima pubblica in cui  visse Dorus, al momento dell'ultimo comiato. Rijkers Dorus era diventato un eroe nazionale ed è stato di gran lunga il più popolare olandese di quegli anni (secondo un sondaggio che ha esaminato molte persone nei Paesi Bassi nel corso del 1920).

Vi è una enorme statua eretta in suo onore, eretta nel 1935. Questa statua è in realtà eretta in onore di tutti i soccorritori e, in onore e memoria dei caduti in mare. Infatti, vi è una statua di Dorus separata, più piccola, eretta nel 1939, ed una imbarcazione di salvataggio del KNRM,  porta ancora il suo nome con orgoglio. Dorus è generalmente riconosciuto come uno dei più grandi soccorritori di tutti i tempi.

tratto e tradotto da Wikipedia

MI SCUSO PER LA TRADUZIONE IN ITALIANO APPROSSIMATIVA

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #201 il: 12 Febbraio 2013, 10:11:17 »
ALFRED LOTHAR WEGENER

Alfred Lothar Wegener (Berlino, 1º novembre 1880 – Groenlandia, 3 novembre 1930)
........ è stato un geologo, meteorologo ed esploratore tedesco.
 
È ricordato soprattutto per aver formulato, nel 1912, la teoria della deriva dei continenti, da cui derivò la teoria della tettonica a placche. Divenne famoso per il suo lavoro come meteorologo e come pioniere della ricerca polare.

Wegener nacque a Berlino nel 1880; egli era il più piccolo di cinque figli, di un Pastore protestante. Il padre, Richard Wegener era teologo ed insegnava lingue antiche al Ginnasio Grauen Kloster di Berlino. L'amore per la natura fu ispirato dal trasferimento definitivo della famiglia Wegener nella dimora estiva di Zechlinerhütte, vicino a Rheinsberg, avvenuto nel 1886 (nella casa ora si trovano un punto di informazione turistica ed un sito memoriale dedicato ad Alfred Wegener). Frequentò il Köllnische Gymnasium sulla Wallstraße - come ricorda una targa ivi affissa - dove fu il migliore della sua classe. Dopo di che egli studiò, dal 1900 al 1904, fisica, meteorologia e astronomia presso le Università di Berlino, Heidelberg e Innsbruck. Durante i suoi studi, dal 1902 al 1903, fu anche assistente presso l'Osservatorio astronomico Urania di Berlino.
Conseguì la laurea in astronomia all'Università di Berlino nel 1905, tuttavia era più interessato alla meteorologia e alla fisica. La sua opinione era che un astronomo non avesse molto da ricercare, ed era costretto a lavorare in un osservatorio senza potersi spostare molto.
Nel 1905 iniziò a lavorare presso l'Osservatorio Meteorologico Lindenberg a Beeskow.
Lavorò all'Osservatorio assieme al fratello Kurt, due anni più vecchio di lui, sviluppando il proprio interesse per la meteorologia e lo studio per l'esplorazione dei Poli.
 
Dal 5 al 7 aprile 1906 i fratelli Wegener fissarono un nuovo record di 52 ore ininterrotte di volo di palloni ad aria usati per l'osservazione meteorologica.

Primo viaggio in Groenlandia e gli anni di Magdeburgo :Wegener in Groenlandia nell'inverno 1912-1913 :
Nel 1906 Wegener partecipò alla prima delle sue tre spedizioni esplorative in Groenlandia.
Egli considerò questa come la decisione più importante della sua vita !
Lo scopo della spedizione, guidata dal danese Ludvig Mylius-Erichsen, era di esplorare l'ultimo tratto della costa nordorientale della Groenlandia. Wegener costruì la prima stazione di osservazione meteorologica in Groenlandia presso Danmarks Havn, dove installò misuratori aerei e palloni aerostatici per l'osservazione meteorologica del clima artico. Fece anche la sua prima conoscenza con la morte nell'artico: durante un viaggio di esplorazione con una slitta, il capo della spedizione e due altri membri della stessa morirono.
Al suo ritorno nel 1908, e fino all'inizio della prima guerra mondiale, Wegener fu docente di meteorologia, astronomia pratica e fisica cosmica a Magdeburgo. Dal 1909 al 1910 egli lavorò al suo libro Termodinamica dell'Atmosfera, per il quale usò anche numerosi risultati ottenuti dalla sua spedizione in Groenlandia.
Gli studenti e i colleghi di Wegener a Magdeburgo stimavano particolarmente il suo talento; riusciva a rendere semplici le questioni complesse e spiegava con chiarezza i risultati delle nuove scoperte. Questi anni segnarono il periodo più creativo di Wegener: il 6 novembre del 1912 egli presentò le sue prime ipotesi sulla deriva dei continenti. Fu in questi anni che conobbe Else Köppen, che divenne sua moglie nel 1913.

Secondo viaggio in Groenlandia :
Prima del matrimonio Wegener partecipò ad una seconda spedizione in Groenlandia. Dopo una sosta intermedia in Islanda, dove furono comperati e testati i pony da carico, la spedizione raggiunse nuovamente Danmarks Havn.
Prima di iniziare ad addentrarsi all'interno della zona da esplorare, la spedizione fu quasi annullata a causa degli esiti infausti di un tentativo di scalata di un ghiacciaio. Cadendo nella crepa del ghiacciaio, il capo della spedizione - il danese Johan Peter Koch - si ruppe un arto, e fu costretto a rimanere fermo per mesi al campo base. Tuttavia la spedizione riuscì a proseguire, nonostante i rischi di assideramento del campo base, passando alla storia come la più lunga traversata a piedi della calotta polare. I partecipanti alla spedizione poterono raccogliere diversi carotaggi da un ghiacciaio in movimento e fecero molte osservazioni meteorologiche.
Nel 1913 Wegener prese il posto del suocero come direttore del dipartimento di ricerche meteorologiche dell'Osservatorio marino di Amburgo, e dal 1924 insegnò meteorologia e geofisica all'Università di Graz, in Austria.

Nella sua terza missione in Groenlandia, nel 1930, Wegener morì, forse per attacco cardiaco.

La Deriva Dei Continenti :
Wegener viene ricordato soprattutto per aver elaborato la teoria della deriva dei continenti.
Iniziò a lavorare a quest'idea nel 1910.
Nel libro La formazione dei continenti e degli oceani, Wegener ricorda che la teoria si sviluppò a partire dall'osservazione della straordinaria concordanza delle coste dei continenti affacciati attorno all'Oceano Atlantico.
Nel 1911 Wegener venne a conoscenza delle nuove teorie che stavano emergendo dallo studio dei fossili, in particolare quella di un antico collegamento fra Brasile e Africa, e quella di Roberto Mantovani che ipotizzava una deriva dei continenti per dilatazione del pianeta. L'anno successivo Wegener annunciò la teoria della deriva dei continenti in una conferenza della Società Geologica di Francoforte sul Meno dal titolo La formazione dei continenti e la geofisica, a cui seguì una seconda conferenza dal titolo "Gli spostamenti orizzontali dei continenti", tenuta presso la Società per il Progresso delle Scienze naturali di Magdeburgo.
La teoria della deriva dei continenti tuttavia non fu accettata dalla comunità scientifica nel corso della vita di Wegener, perché non riusciva a spiegare né come si muovessero i continenti, né il perché. Le sue teorie cercavano la causa di questi movimenti in forze esogene, come la rotazione terrestre e l'attrazione gravitazionale, tuttavia proprio per queste teorie di bassa scientificità ed efficacia non trovò una grande approvazione nel mondo scientifico. Solo alla metà del Novecento grazie alle esplorazioni dei fondali oceanici, si trovarono le spiegazioni che mancavano, che vennero individuate nelle dorsali medio-oceaniche.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #202 il: 12 Febbraio 2013, 10:46:41 »
RODOLFO VALENTINO

Rodolfo Valentino, o Rudolph Valentino, nome d'arte di Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D'Antonguella
     (Castellaneta, 6 maggio 1895 – New York, 23 agosto 1926),

............è stato un attore e ballerino italiano del cinema muto.
 
Fu uno dei più grandi divi cinematografici della sua epoca, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu affibbiato il soprannome di "Latin Lover" . Il suo stile recitativo fu ammirato da altri grandi, tra cui lo stesso Charlie Chaplin.

« La morte di Valentino è una delle più grandi tragedie che abbia mai colpito il mondo cinematografico. Come attore egli possedeva arte e distinzione. Come amico, riscuoteva affetto e ammirazione. Noi che apparteniamo all'arte cinematografica, con la sua morte perdiamo un carissimo amico ed un compagno di grande valore. »
(Charlie Chaplin)

Secondo di tre figli (Alberto e Maria erano i suoi fratelli), era nato a Castellaneta, in provincia di Taranto, da padre italiano, Giovanni Guglielmi di Valentina D'Antonguella, un veterinario ex capitano di cavalleria originario di Martina Franca appassionato d'araldica (i suoi studi lo convinsero d'essere imparentato a certi nobili papalini e decise, di conseguenza, di aggiungere al proprio cognome il titolo "di Valentina D'Antonguella"), e da madre francese, Marie Gabrielle Bardin, dama di compagnia della marchesa del posto. La madre nata in Francia, da genitori nobili di origine piemontese al servizio dei Savoia, poi, per lavoro, trasferitisi in Francia. Il cognome italiano della madre non è altro che Bardini, poi francesizzato per motivi pratici e di costume.A Castellaneta frequentò le classi elementari per proseguire gli studi dapprima (1904) a Taranto, dove si trasferì con la sua famiglia, in un appartamento sito in via Massari 16 sul lungomare e poi (1906) a Perugia, anche in seguito alla difficile situazione che si ebbe dopo la prematura morte del padre, presso l'O.N.A.O.S.I. (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani), dove rimase tre anni. Il caso vuole che in collegio fu ricordato come bruttarello e fu spesso preso in giro per l'accentuata forma a punta delle sue orecchie. Dal collegio fu radiato a causa della sua indisciplina. Nel 1909 tentò di entrare nell'Accademia della Marina a Venezia, ma fu scartato per problemi fisici e di vista. Si diplomò a Genova in agraria, nell'istituto Bernardo Marsano di Sant'Ilario ed infine tornò a Taranto.
Dopo qualche mese a Taranto partì in vacanza per Parigi. Qui si diede alla vita frivola, ben presto rimase senza denaro e fu costretto a chiedere alla famiglia del denaro per poter tornare a casa. Questa esperienza non fu poi così negativa, poiché affinò le sue doti di ballerino. Ritornato a Taranto decise di partire per l'America per avverare il suo sogno. Ad aumentare il fascino dell'America su Rodolfo contribuirono anche i racconti dei successi del musicista tarantino Domenico Savino che anni addietro, era partito per l'America. I Guglielmi conoscevano bene la famiglia Savino e la sorella di Domenico talvolta raccontava a Rodolfo della fama del fratello.
Nel 1913 si imbarcò sul mercantile Cleveland e raggiunse New York il 23 dicembre dello stesso anno. Nuovamente Rodolfo rimase in breve tempo "al verde" e quindi iniziò ad intraprendere mestieri di fortuna come il cameriere e il giardiniere. Grazie all'amico Domenico Savino, che gli regalò un tight, si presentò al Night-Club Maxim dove riuscì a fare una buona impressione e venne immediatamente assunto come Taxi-dancer. Con le mance cospicue ricevute dalle signore riuscì a superare il periodo di crisi economica nel quale era incappato. Nel frattempo ebbe dapprima una relazione con la nota ballerina Bonnie Glass, che si era appena separata dal compagno Clifton Webb. Da questa "relazione" Rodolfo ebbe anche vantaggi economici, poiché fu ingaggiato dalla stessa per cinquanta dollari alla settimana. In seguito Valentino fece coppia con un'altra ballerina, Joan Sawyer, con la quale lavorò per sei mesi. Valentino dopo queste esperienze si trasferì sulla costa occidentale degli Stati Uniti, a San Francisco, dove venne ingaggiato da una compagnia teatrale di operetta. Qui incontrò Norman Kerry, vecchia conoscenza newyorkese che lo convinse a trasferirsi a Hollywood. Qui girò una serie di film di secondo piano da comparsa, prima di interpretare I quattro cavalieri dell'Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse, 1921) il film che gli diede il successo a lungo sognato. Al successo arriva anche e soprattutto grazie anche alla sua bellezza e al magnetismo che la sua figura sprigionava; fu forse uno dei primi sex symbol maschili portati alla ribalta dal cinema; divenne in breve – forse anche in conseguenza della sua morte precoce – un'icona destinata ad entrare nella memoria collettiva.
Valentino (come lo chiamavano le sue fan in delirio) recitava e dettava la moda (gli abiti alla, i capelli alla, gli stivali alla Valentino, e soprattutto lo sguardo alla Valentino). Fu il primo "divo" – o meglio, "iperdivo" maschile del cinema degli albori. Altri suoi film importanti sono Lo sceicco (The Sheik, 1921), Sangue e arena (Blood and Sand, 1922), Aquila nera (The Eagle 1925) e Il figlio dello sceicco (The Son of the Sheik, 1926), in cui impersonava l'eroe romantico e mascalzone, che col suo fascino magnetico ipnotizzava l'attraente protagonista.
Si dice che il suo sguardo magnetico incantasse senza possibilità di scampo il pubblico, specialmente quello femminile, che per Valentino stravedeva. Subito dopo la morte della madre (1918) Valentino conobbe la sua prima moglie, Jean Acker, in occasione di una festa danzante organizzata dal suo amico Douglas Gerrard (direttore del Circolo Atletico di Los Angeles). Si sposarono il 5 novembre 1919. Dopo appena un mese i due però si separarono. Grazie al film Camille Valentino incontrò Natacha Rambova che sarebbe diventata la sua seconda moglie.
La Rambova fu molto importante sia per la sua vita sentimentale che per la sua carriera artistica. A Hollywood era molto apprezzata per gli scenari e i costumi che disegnava. La Rambova era molto ambiziosa e si indignava quando il marito veniva impiegato in ruoli di scarso valore qualitativo. Valentino sposò la Rambova, ma otto giorni dopo il matrimonio, fu arrestato con l'accusa di bigamia, per non aver rispettato una legge californiana che obbligava i divorzianti a non contrarre matrimonio prima di un anno dalla sentenza di divorzio. Un anno dopo i due si sposarono definitivamente. La delusione del film "The Young Rajah", portò alla rottura definitiva di Valentino con la Paramount. Fu ingaggiato poi dalla United Artists che vietò per contratto alla Rambova di intervenire sulle scelte artistiche del marito. Anche per questo motivo i due si separarono. Nell'ultimo periodo della sua vita Valentino ebbe una relazione con l'attrice Pola Negri.
La sceneggiatrice June Mathis intuì per prima il fascino che Rodolfo Valentino esercitava sulle donne e fu, in sostanza, l’artefice del suo mito. La Metro le aveva affidato il compito di sceneggiare “I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse” di Vicente Blasco Ibáñez, un romanzo di successo, considerato, tuttavia, poco adatto allo schermo, dal quale, contro ogni previsione, riuscì a trarre un’eccellente sceneggiatura. Richard Rowland, direttore dello Studio, decise allora di ricorrere al suo intuito per la scelta del regista e del protagonista maschile. June Mathis indicò Rex Ingram per la regia, e impose Rodolfo Valentino per il ruolo di Julio, malgrado le resistenze dello Metro, riluttante ad affidare il ruolo di protagonista ad uno sconosciuto. Il sei marzo 1921 il film uscì nelle sale di New York, riscuotendo un enorme successo. Rodolfo Valentino entrò a passo di tango nella storia del cinema mondiale e nell’immaginario femminile, consolidando il mito dell’amante latino, del cavaliere senza macchia e senza paura che muore giovane, come tragicamente accadde, a soli trentuno anni, all’apice di un successo per molti versi ancora insuperato. Nemmeno il genio dissacrante di Ken Russell (Valentino, 1977, interpretato da Rudolph Nureyev) riuscì a scalfire il suo mito.June Mathis contribuì alla sua folgorante e breve carriera, anche dopo il successo dei Quattro Cavalieri. Firmò, infatti, la sceneggiatura di “Camille” (La signora delle Camelie) dove Valentino interpretava il ruolo di Armand, al fianco di Alla Nazimova, regina della Metro e stella delle scene teatrali. Valentino, conscio del richiamo commerciale legato al asuo nome, decise, malgrado il diverso parere della Mathis, di firmare un contratto con la Famous Players-Lasky (futura Paramount) che gli proponeva un considerevole aumento retributivo per interpretare “Lo Sceicco”, un film che avrebbe immortalato l’immagine esotica dell’attore, connotandolo, tuttavia, in modo non sempre positivo. L’anno successivo sceneggiò “Sangue e Arena”, un altro romanzo di Vicente Blasco Ibáñez intriso d’amore, di fatalità e di morte. Il soggetto calzava molto bene con il temperamento di Valentino che riuscì a trasformarsi realisticamente nel torero Gallardo. Un'interpretazione che lo confermò attore di talento oltre che divo di successo, agevolato in questo dalla duttile regia di Fred Niblo che assecondò la sua recitazione.Dopo aver girato “L’Aquila”, nel 1925, diretto da Clarence Brown, considerata una delle sue migliori interpretazioni, Valentino ritornò ad interpretare lo “Sceicco”, il ruolo che tanto aveva contribuito alla sua immagine. Il figlio dello sceicco amplificato dalla sua scomparsa, a soli trentuno anni, all’apice del successo, diretto da George Fitzmaurice, con Vilma Banky come attrice protagonista, usci nelle sale il sei settembre 1926, pochi giorni dopo la morte del suo protagonista, scatenando scene d’isteria collettiva che non hanno più avuto uguali nella storia del cinema statunitense.

La Morte :
Nessun interprete maschile prima di lui era diventato così famoso a livello mondiale grazie alla settima arte. La sua stella era però destinata a non durare a lungo: si spense infatti all'età di trentuno anni al Polyclinic Hospital di New York dove era stato ricoverato per un malore dovuto ad un'ulcera gastrica di cui soffriva e ad una infiammazione dell'appendice; era destinato a non percorrere alcun "viale del tramonto", fu colpito da un attacco di peritonite. L'intervento chirurgico a cui venne sottoposto si rivelò inutile ed alle 12:10 del 23 agosto, un lunedì, Valentino morì, senza nemmeno poter vedere sugli schermi il suo ultimo film (Il figlio dello Sceicco).
Due Cortei Funebri :
Scene di isteria e fanatismo, oltre che una trentina di suicidi – non si sa quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi funerali, a New York. Nello stesso giorno furono organizzati due cortei funebri, uno appunto a New York, l'altro a Hollywood; quando, il 30 agosto, il corteo funebre attraversò un quartiere di New York, furono decine di migliaia le persone che vi parteciparono. C'era anche una corona con nastro che si diceva inviata da Mussolini e quindici giovanotti in camicia nera, ma un giornale scoprì che la corona era una trovata del capoufficio stampa delle pompe funebri, il quale aveva anche provveduto a mascherare almeno due dei quindici giovanotti.
Le sue spoglie furono sepolte nel Mausoleo della Cattedrale all'Hollywood Memorial Park (ora Hollywood Forever Cemetery ) di Los Angeles, California.
Negli anni a seguire, una misteriosa donna, velata di nero, continuò a portare dei fiori sulla sua tomba il giorno dell'anniversario della morte dell'attore. Nonostante in molte siano professate come la "Donna in Nero", nessuna ha poi saputo comprovare la veridicità delle sue parole e questa figura è tuttora avvolta nel mistero. Mistero che ha lanciato una sorta di tradizione, ancora viva adesso, che vede parecchie figure femminili velate di nero portare fiori sulla tomba di Valentino.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #203 il: 12 Febbraio 2013, 11:00:51 »
ERWIN SCHRODINGER

Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger (Vienna, 12 agosto 1887 – Vienna, 4 gennaio 1961)
................ è stato un fisico e matematico austriaco.
 
È famoso per il suo fondamentale contributo alla meccanica quantistica, in particolar modo per l'equazione di Schrödinger, per la quale vinse il Premio Nobel nel 1933. Propose l'esperimento mentale del gatto di Schrödinger ed ebbe da sempre un interesse per i Vedānta.

Schrödinger nacque nel 1887 a Vienna (Erdberg), da Rudolf Schrödinger (produttore di tela cerata e botanico) e da Georgine Emilia Brenda (figlia di Alexander Bauer, Professore di Chimica, alla Technische Hochschule di Vienna).
Nel 1898, frequenta l'Akademisches Gymnasium. Tra il 1906 e il 1910, Schrödinger studia a Vienna con Franz Serafin Exner (1849 - 1926) e Fritz Hasenöhrl (1874 - 1915).
Egli inoltre, conduce dei lavori sperimentali a Kohlrausch. Nel 1911, Schrödinger diventa assistente di Exner.Nel 1914, Schrödinger consegue l'abilitazione (venia legendi). Dal 1914 al 1918, viene coinvolto dalla partecipazione austriaca alla prima guerra mondiale (Gorizia (Görz), Duino, Sistiana, Prosecco, Vienna). Nel 1920, il 6 aprile, Schrödinger sposa Annemarie Bertel. Sempre nel 1920, diventa assistente di Max Wien a Jena, e nel settembre dello stesso anno ottiene la posizione di "Ausserordentlicher Professor" a Stoccarda. Nel 1921, diventa "Ordentlicher Professor" (ovvero professore a pieno titolo), a Breslavia (attualmente in Polonia).
Nel 1922, passa all'Università di Zurigo. Nel 1926, Schrödinger pubblica negli Annalen der Physik lo scritto "Quantisierung als Eigenwertproblem" (Quantizzazione come problema agli autovalori) dove espone la sua equazione. Nel 1927, segue Max Planck a Berlino, all'Università Humboldt. Nel 1933, Schrödinger finito il termine, diventa Fellow del Magdalen College, all'Università di Oxford, e riceve il Premio Nobel per la fisica assieme a Paul Adrien Maurice Dirac. Nel 1934, Schrödinger tiene lezioni all'Università di Princeton (dove non accetterà una posizione permanente).
Nel 1936 tornò in Austria all'Università di Graz.
Nel 1938, dopo che Hitler ebbe occupato l'Austria, ebbe dei problemi per aver lasciato la Germania nel 1933 e, per la sua nota opposizione al nazionalsocialismo,  fu sottoposto a perquisizioni e investigazioni. In seguito rinnegò la propria opposizione al regime (gesto di cui si pentì negli anni successivi) e poté lasciare l'Austria per ritirare la nomina a membro della Pontificia Accademia delle Scienze.
Abbandonò quindi definitivamente il suo paese natale: passò per l'Italia e la Svizzera e giunse a Oxford, sebbene il Reich gli avesse sconsigliato di lasciare il paese. All'Istituto di Studi Avanzati di Dublino divenne direttore della Scuola di Fisica Teorica.
Scrisse altre 50 pubblicazioni su vari argomenti, che si possono considerare un tentativo in direzione di una teoria di campo unificata.
 
Nel 1944, scrisse What is Life? (che contiene Negentropy, concepts for genetic code).
Questo libro è molto importante in ambito biologico in quanto contiene la definizione di vita dal punto di vista fisico.
Secondo le memorie di James D. Watson, DNA, The Secret of Life, il libro del 1944 di Schrödinger, diede a Watson l'ispirazione per ricercare il gene, che portò alla scoperta della struttura a doppia elica del DNA.
Schrödinger rimase a Dublino fino al suo pensionamento.
Nel 1955, fece ritorno a Vienna (cattedra ad personam). All'importante Conferenza sul Potere Mondiale, si rifiutò di parlare dell'energia nucleare, a causa del suo scetticismo sull'argomento (tenne invece una conferenza filosofica).

Nel 1961, Schrödinger morì a Vienna, all'età di 73 anni, per via della tubercolosi.
Venne sepolto ad Alpbach (Austria).

Tratto da Wikipedia

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #204 il: 12 Febbraio 2013, 11:09:33 »
MARCEL DUCHAMP

Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968)
 .........è stato un pittore, scultore e scacchista francese, naturalizzato statunitense nel 1955.
 
"Fontana", un esempio di ready-made
Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, nella sua lunga attività si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu animatore del dadaismo e del surrealismo, e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio.

Biografia :
Nell'anno 1912 incontrò il fotografo e pittore americano Man Ray: la loro amicizia durerà tutta la vita. L'anno successivo fondò con i mecenati Katherine Dreier e Walter Arensberg la Society of Independent Artists.
Nel 1918 si trasferì a Buenos Aires dove rimase fino alla metà dell'anno seguente; nel 1923 tornò a Parigi. A partire dal 1923, Duchamp diradò progressivamente la produzione artistica, e per dieci anni si occupò quasi esclusivamente di scacchi, arrivando ad alti livelli (fu capitano della squadra olimpica francese, nella quale giocava anche il campione del mondo Alexander Alekhine). Decise di stabilirsi definitivamente a New York nel 1942 dove, nel 1951, fu indagato da Joseph McCarthy ma rimase al sicuro grazie a suoi «amici potenti»[1]. Nel 1954 sposò Alexina "Teeny" Sattler Matisse, che gli rimarrà accanto per tutta la vita.

L'Opera : Il poeta messicano Octavio Paz ha mirabilmente riassunto l'essenza dell'attività di Duchamp: «le tele di Duchamp non raggiungono la cinquantina e furono eseguite in meno di dieci anni: infatti abbandonò la pittura propriamente detta quando aveva appena venticinque anni. Certo, continuò "a dipingere", ma tutto quello che fece a partire dal 1913 si inserisce nel suo tentativo di sostituire la "pittura-pittura" con la "pittura-idea". Questa negazione della pittura che egli chiama olfattiva e retinica (puramente visiva) fu l'inizio della sua vera opera. Un'opera senza opere: non ci sono quadri se non il Grande Vetro (il grande ritardo), i ready-mades, alcuni gesti e un lungo silenzio.

La Pittura :
« Il futurismo era l'impressionismo del mondo meccanico. [...] A me questo non interessava. [...] Volevo far sì che la pittura servisse ai miei scopi e volevo allontanarmi dal suo lato fisico. A me interessavano le idee, non soltanto i prodotti visivi. Volevo riportare la pittura al servizio della mente [...] Di fatto fino a cento anni fa tutta la pittura era stata letteraria o religiosa: era stata tutta al servizio della mente. Durante il secolo scorso questa caratteristica si era persa poco a poco. Quanto più fascino sensuale offriva un quadro - quanto più era animale - tanto più era apprezzato.
 La pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva; dovrebbe aver a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva [...] Per approccio retinico intendo il piacere estetico che dipende quasi esclusivamente dalla sensibilità della retina senza alcuna interpretazione ausiliaria.
Gli ultimi cento anni sono stati retinici. Sono stati retinici perfino i cubisti. I surrealisti hanno tentato di liberarsi da questo e anche i dadaisti, da principio. [...] Io ero talmente conscio dell'aspetto retinico della pittura che, personalmente, volevo trovare un altro filone da esplorare. »
Se Duchamp avesse realizzato solo le tele dipinte prima del Grande Vetro, si sarebbe abbondantemente guadagnato un ruolo di primo piano nella storia delle avanguardie storiche. Dopo una giovinezza influenzata dall'impressionismo, nel 1911, a ventiquattro anni realizzò i notevoli Corrente d'aria sul melo del Giappone, Giovane e fanciulla in primavera e Macinino da caffè, di gusto fauve. I celebri dipinti del 1912: Nudo che scende una scala, Il passaggio dalla vergine alla sposa, Sposa, La sposa messa a nudo dagli scapoli, segnano un passaggio importantissimo nella storia del cubismo e del futurismo, per lo studio del movimento, e allo stesso tempo chiudono definitivamente l'esperienza di Duchamp con la pittura comunemente intesa. Le tele "in movimento" (culminate nel Nudo che scende una scala, n. 2) potrebbero essere etichettate come futuriste, ma il contatto di Duchamp con questi artisti fu nullo, e l'unica ispirazione dichiarata era la cronofotografia di Eadweard Muybridge. Il trattamento del movimento nel futurismo era infatti ben lontano dagli obiettivi di Duchamp, che virò ben presto verso la Sposa e il suo mondo. Il resto dell'opera grafica sarà rivolto a schemi, disegni e studi per elementi del Grande Vetro, o variazioni sullo stesso tema (la Macinatrice di cioccolato (1913), Cols alités (1959), Il Grande Vetro completato (1965), ai disegni degli ultimi due anni, e a clamorosi gesti di "ritocco" come i baffi affibbiati alla Monna Lisa di L.H.O.O.Q. (1919).
 Un'esperienza emblematica del valore della casualità nel pensiero dell'artista potrebbe considerarsi 3 stoppages étalon (3 rammendi tipo) del 1913 che esprime appunto l'uso pianificato e incondizionato di un procedimento aleatorio. In essa 3 fili di un metro ciascuno vennero fissati per sempre, mediante lacca, nelle tre diverse curve che essi assunsero, naturalmente e casualmente, una volta lasciati cadere da un metro d'altezza su di una superficie di stoffa blu. Quelle tre curve costituirono il profilo di altrettante sagome in legno conservate come "campioni" metrici: una unità di misura fissata per sempre da un evento istantaneo e casuale.
 Come sempre, il più vasto e completo materiale interpretativo su Duchamp è fornito da Duchamp stesso, che durante la sua vita lavorò spesso a stretto contatto con i critici impegnati nel decifrare le sue opere, dispensando indizi e suggerimenti ambigui. A questi si aggiungono, nelle interviste, numerose prese di posizione estremamente nette riguardo al concetto di arte e alla pittura: tra le più famose, il rifiuto della pittura "retinica" o "olfattiva" (con riferimento all'odore di trementina) puramente superficiale, nata dall'impressionismo e proseguita con le avanguardie storiche cubiste e futuriste.

Marcel Duchamp muore il 2 ottobre 1968 a Neuilly-sur-Seine e viene sepolto nel cimitero di Rouen.

 Sulla sua tomba si può leggere l'epitaffio, composto da lui stesso:
      «D'ailleurs c'est toujours les autres qui meurent» ("D'altronde sono sempre gli altri che muoiono").

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #205 il: 12 Febbraio 2013, 11:24:15 »
GERALD FORD
                                                                                        UN AMANTE DELLA PIPA

Gerald Rudolph Ford Jr., nato Leslie Lynch King, Jr.
 (Omaha, 14 luglio 1913 – Rancho Mirage, 26 dicembre 2006),
...... è stato un politico statunitense, 38º presidente degli Stati Uniti d'America.
 
È stato l'unico a divenire Presidente senza essere stato eletto nemmeno come vicepresidente. Infatti venne nominato da Nixon alla seconda carica dell'Unione, dopo le dimissioni del vicepresidente eletto con Nixon, Spiro Agnew.

Gerald Rudolph Ford nasce il 14 luglio 1913 con il nome di Leslie Lynch King Jr. a Omaha, cittadina dello Stato americano del Nebraska. I genitori sono Dorothy Ayer Garner e Leslie Lynch King. Presto la madre e il padre divorziano e il piccolo prende il nome del patrigno Gerald Rudolph Ford Sr, poiché la madre si risposa. Gerald vive nello Stato del Michigan e frequenta l'Università del Michigan. In questi anni tra l'altro il giovane gioca nella squadra di football americano dell'Università. E' un buon atleta, ma decide di non avere un futuro sportivo, perché si vuole dedicare agli studi. Nel 1935 ottiene l'incarico di assistente allenatore presso l'Università di Yale. In quell'anno, Gerald prende la decisione di studiare giurisprudenza. Nel 1938, dopo avere lasciato l'Università del Michigan, inizia i suoi studi presso l'Università di Yale in cui è stato ammesso come studente di giurisprudenza a tempo parziale. Nel 1939 ottiene il consenso dell'Università per poter studiare a tempo pieno. Nel 1941 Ford si laurea. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, apre uno studio legale insieme al collega universitario Buchen. Dopo solo un anno però lo studio chiude a causa del coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. In occasione del conflitto si arruola nell'esercito americano, assumendo il grado di tenente. Sul finire del 1945 Ford viene congedato e torna negli Stati Uniti, iniziando a militare in politica. Nel 1947 il padre adottivo eredita il 27% delle quote del gruppo industriale di suo zio Henry Ford, per cui Gerald Rudolph Ford Jr. diventa il nuovo direttore legale di una delle più grandi imprese americane. Il 17 marzo 1948 però uno scandalo colpisce il gruppo e Ford deve lasciare la carica assegnatagli. Il gruppo industriale è accusato di corruzione, per cui finisce in bancarotta. Nel 1948 si dedica alla sua carriera politica candidandosi alle elezioni primarie del partito repubblicano, che poi però perde. L'8 novembre 1948 viene eletto in seno alla Camera dei Rappresentanti e presto diventa uno dei leader di spicco del partito repubblicano.
Resta alla Camera dei Rappresentanti dal 1949 al 1973. Nel 1949 conosce Richard Nixon all'interno del gruppo Chowder Marching Club. I due si scambiano le loro idee politiche; l'influenza di Nixon su Ford sarà forte, condizionando così la sua carriera politica. Nel 1960 valuta l'idea di sostenere la candidatura di Richard Nixon alle elezioni presidenziali. L'anno seguente il politico repubblicano è designato Presidente della Camera dei Rappresentanti. In quell'anno viene anche nominato Uomo del Congresso dall'American Political Science Association. Nel 1965 Ford viene eletto leader della minoranza repubblicana.
Egli non ha mai sostenuto la campagna militare americana in Vietnam e si è opposto a molte decisioni politiche del Presidente statunitense Lyndon Johnson. Nel 1972 lo scandalo Watergate colpisce il Presidente Richard Nixon, che però riceve il sostegno morale di Ford. In seguito alle dimissioni del vicepresidente Spiro Agnew, Nixon nomina vicepresidente Ford. Dopo lo scandalo, Nixon rassegna le dimissioni e l'8 agosto 1974 Gerald Ford Jr. assume l'incarico di (trentottesimo) Presidente degli Stati Uniti d'America.
Nel corso del suo mandato presidenziale Ford aumenta le tasse, diminuisce la spesa, deregolamenta le industrie e cerca di tenere sotto controllo i prezzi energetici per cercare di far riprendere la produzione, abbattere l'inflazione e stroncare la disoccupazione.
In politica estera invece il Presidente americano deve affrontare le conseguenze che si ripercuotono nel suo Paese a causa della crisi internazionale che ha comportato l'aumento dei prezzi petroliferi e l'acutizzarsi della crisi mediorientale. Riesce a sopravvivere in occasione di due attentati alla sua vita: nel settembre 1975 un uomo appartenente alla setta di Charles Manson tenta di ucciderlo in California, così come Sara Jane Moor a San Francisco.
Il Presidente perdona Richard Nixon per ciò che ha commesso, perdendo così le elezioni presidenziali del 1976 che decretano la vittoria del candidato repubblicano Jimmy Carter.
Con la fine del suo mandato presidenziale Ford continua a operare per il suo Paese sia nel settore pubblico sia nel settore privato e nel 1979 scrive la sua autobiografia. Il politico repubblicano continua a presentarsi nelle reti televisive americane, partecipando a interviste politiche molto interessanti in cui analizza la geopolitica mondiale.
Nel 2000 Ford partecipa alla Convenzione repubblicana. Il 14 gennaio 2006 il vecchio Presidente è ricoverato nell'ospedale Eisenhower Medical Center nel sud della California a causa di una polmonite. Non si riprende fisicamente del tutto e nell'ottobre 2006 viene nuovamente ricoverato.

Rudolph Gerald Ford muore all'età di novantatre anni il 26 dicembre 2006.

Il 30 dicembre 2006 viene svolto il suo funerale di Stato. Dopo la sua morte numerosi dei suoi avversari politici lo definiscono come un leader politico che ha fatto tanto per gli Stati Uniti, servendo sempre la patria che ha amministrato politicamente in tempi difficili.

Tratto da Biografie It
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Il 15 ottobre 1948 sposò Elizabeth Ann Bloomer da cui ebbe 4 figli.
Membro del Congresso dal 1949 e per 24 anni per il Partito Repubblicano, dichiarò più volte di non aver mai voluto correre per la Nomination presidenziale: il suo maggiore sogno politico era, infatti, quello di diventare Speaker della Camera.
Fece parte della Commissione Warren, che indagò sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963.
Era il leader del partito repubblicano alla Camera dei Rappresentanti, carica che detenne dal 1965 al 1973. Dopo le dimissioni di Spiro Agnew, il 6 dicembre 1973 venne scelto da Nixon come vicepresidente.
Divenne presidente il 9 agosto 1974, allorquando Nixon dovette rassegnare le dimissioni a seguito del cosiddetto scandalo Watergate. In seguito ricordò che dovette accettare controvoglia quel gravoso incarico.
Circa un mese dopo la sua entrata in carica, concesse il Perdono presidenziale a Nixon: utilizzando un potere previsto dalla Costituzione degli Stati Uniti d'America cancellò ogni addebito penale per quanto l'ex presidente poteva aver commesso di illegale.
Fu un provvedimento molto discusso, tanto che Ford è ricordato come "The man who pardoned Nixon", l'uomo che perdonò Nixon.
Fu presidente dal 1974 al 1977, e scelse quale vicepresidente il Governatore dello Stato di New York, Nelson Aldrich Rockefeller.
Dick Cheney era il suo Capo di gabinetto.
Onesto e dal carattere mite, ma decisamente privo di carisma, il nuovo presidente scelse di mantenere un profilo basso.
Oppose il veto a molte leggi promosse dal Congresso a maggioranza democratica.
Alle elezioni presidenziali del 2 novembre 1976, in cui ebbe come candidato vicepresidente Bob Dole (futuro sfidante di Clinton nelle elezioni del 1996), fu sconfitto da Jimmy Carter.
Lyndon Baines Johnson, suo acerrimo rivale, aveva coniato una frase perfida su Ford, che rimase celebre e che venne ricordata dalla stampa all'indomani di una clamorosa caduta dalle scalette dell'aereo presidenziale, all'arrivo all'aeroporto di Vienna:
Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente.
Cadde poi in pubblico una seconda volta suscitando perplessità (anche in campo repubblicano) sul suo stato di salute.
 
È morto all'età di 93 anni a Rancho Mirage (Los Angeles), rivalutato da molti dei suoi avversari, che riconoscono in lui un servitore dello Stato in tempi difficili, maturati per colpe non sue, un servitore dello stato ecquilibrato e prudente, accorto e mite.

da Wikipedia

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« Ultima modifica: 12 Febbraio 2013, 11:32:30 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #206 il: 12 Febbraio 2013, 14:36:02 »
CLAUDE BROSSET

Claude Brosset, nato  24 décembre 1943 à Juvisy-sur-Orge, morto a 63 anni il 25 juin 2007 a Pontoise.

......attore francese....

Claude Brosset è conosciuto per i suoi ruoli di supporto ed interprete in film per la televisione francese.
 
Si rivolge a inizio carriera di attrice. Diplomato presso Drama Centre Street e bianco Conservatorio Nazionale di Arte Drammatica, dove è stato allievo di Fernand Ledoux, ha vinto il primo premio per la commedia classica, moderna commedia 1 ° premio e il 2 ° premio della tragedia.
A 20 anni, ha interpretato il suo primo ruolo nella soap opera Le allegre comari di Windsor Lazzaro Iglesis. Sarà quindi interprete in più di un centinaio di film per il cinema e, la televisione, tra cui intrepreta l'agenti di polizia, Jean-Paul Belmondo, era un amico.
 
Claude Brosset è uno dei pochi attori in grado di destreggiarsi in una carriera nel cinema e, in televisione. Nei primi anni 1990, è diventato il proprietario di un ristorante chiamato "Le Cyrano" a Carcassonne, una città che aveva scoperto con Philippe Noiret e Pierre Richard.
Sul piccolo schermo, ha preso parte alle avventure dei primi grandi saghe come re maledetti, nel 1972, di semi di ortica nel 1973, nessuna famiglia nel 1983, La Rivière Espérance nel 1993. Si gioca con il suo amico Sylvain Joubert nel cuore fedele Ardèche nel 1974 e Félicien Grevèche nel 1986.
Cerca di commedia in The Carapate, The Ripoux, si gioca contro i ruoli di tipo fianco di Jean Yanne in Ti ho preso, tu mi tieni per la barba, Cayenne Palace e La zattera della Medusa.
La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film A mort l'arbitre! (1984) di Jean-Pierre Mocky dove ha interpretato la parte di Albert.
Nel 1996 ha inoltre lavorato con Bertrand Tavernier per la realizzazione del film Capitan Conan.
Claude Brosset ci lascia all'eta di 64 anni spegnendosi in una triste giornata del 25 Giugno 2007 a Pontoise (Francia).

Della filmografia di Claude Brosset si ricorda:

Il Cadavere del mio Nemico (1976) di Henri Verneuil
Capitan Conan (1996) di Bertrand Tavernier

Da MyMovies e da Wikipedia

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #207 il: 12 Febbraio 2013, 16:00:53 »
BARRY FITZGERALD

Barry Fitzgerald, pseudonimo di William Joseph Shields
(Dublino, 10 marzo 1888 – Dublino, 14 gennaio 1961),

.......... è stato un attore irlandese.


Vinse l'Oscar al miglior attore non protagonista nel 1945 per l'interpretazione del vecchio Padre Fitzgibbon in La mia via (Going My Way).
Per lo stesso ruolo ricevette anche la nomination come miglior attore protagonista, caso unico nella storia degli Academy Awards.
 
Ha interpretato altri numerosi film di successo, fra i quali Com'era verde la mia valle (1941), Dieci piccoli indiani (1945), Un uomo tranquillo (1952). Morì per infarto 3 mesi dopo l'elezione di John Kennedy.

Attore irlandese. Acquisita una certa notorietà come attore di punta dell’Abbey Theatre di Dublino, esordisce nel cinema in Giunone e il pavone (1930) di A. Hitchcock.
Notato da J. Ford durante una tournée statunitense dell’Abbey, viene scritturato, insieme ad altri colleghi, per interpretare L’aratro e le stelle (1936), sulla rivolta di Dublino del 1916.
Del 1938 è la partecipazione a uno dei capolavori di H. Hawks, Susanna!, mentre nel 1942 gira ancora con Ford, il celebre film
 " Com’era verde la mia valle" .
 Nel 1944 ottiene l’Oscar come migliore attore non protagonista per La mia via di L. McCarey, in cui ricopre il ruolo a lui congeniale dell’anziano burbero, qui alle prese col giovane e brillante padre O’Malley impersonato da B. Crosby.
Sotto la regia di R. Clair interpreta quindi Dieci piccoli indiani (1945), adattamento intriso di umorismo nero di un romanzo di A. Christie.
 È ancora protagonista nei panni di un anziano poliziotto di origini irlandesi nel celebre noir di J. Dassin La città nuda (1948) e dell’ubriacone amico di J. Wayne nella briosa commedia di J. Ford Un uomo tranquillo (1952).
Attore longevo e sempre molto ricercato, conclude la carriera in Irlanda con due film di G. Pollock, Rooney (1958) e A Broth of a Boy (Una perla di ragazzo, 1959).

Da quello è più facile farsi rompere i denti che farsi dire buongiorno.
..... dal film Un uomo tranquillo (1952) Barry Fitzgerald è Michaleen Oge Flynn .

Da Wikipedia e MyMovies

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Fitzgerald, Barry. - Nome d'arte dell'attore cinematografico statunitense William Joseph Shields (Dublino 1888 - ivi 1961); dapprima attore teatrale, partecipò a moltissimi film come caratterista, acquistando vasta popolarità; ricordiamo: The long voyage home (1940); Going my way (1944); And then they were none (Dieci piccoli indiani, 1946); Welcome stranger (1947); The naked city (1947); The quiet man (1950).

da inciclopedia treccani

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #208 il: 12 Febbraio 2013, 16:16:31 »
MAX PECHSTEIN

Max Pechstein (Zwickau, 31 dicembre 1881 – Berlino, 26 giugno 1955)

.................... è stato un pittore e incisore tedesco.

Figlio di un operaio tessile specializzato, Hermann Max Pechstein nasce a Eckersbach, non lontano da Zwickau, il 31 dicembre 1881.

 Malgrado provenga da una famiglia umile – motivo per il quale è costretto già a quindici anni a lavorare come imbianchino –, il padre decide di appoggiare il suo talento artistico e gli permette di iscriversi all’Istituto di Arti applicate di Dresda nell’ottobre del 1900; nel 1902 passa all’Accademia di Belle Arti.
 Per guadagnarsi da vivere esegue lavori di grafica pubblicitaria, disegna lampade e poltrone e si esercita in esperimenti di ornamenti parietali decorativi e monumentali, distinguendosi per l’abilità artigianale.

 Proprio grazie a uno di questi dipinti murali per la Saxon House, progettata da Wilhelm Kreis, nel cui studio lavorava Erich Heckel, nel 1906 è accettato all’interno del gruppo della “Brücke”.
Dopo aver frequentato la scuola d’arte di Zwickau, dal 1902 al 1906 studiò all’accademia d’arte di Dresda.
 Nel 1906 incontrò Erich Heckel, uno dei fondatori del gruppo espressionista Die Brücke (Il Ponte).
 Nel 1907 fece un viaggio in Italia, poi visitò Parigi, dove ebbe modo di ammirare da vicino le opere dei Fauves, di Matisse e di Van Gogh.
Anche se in Pechstein si ritrovano i medesimi temi degli altri artisti della “Brücke” – nudi, ritratti, scene di bagnanti, paesaggi – diverso è per lui, il modo di stendere il colore e l’uso dei contrasti, nei ritratti, caratterizzati ancora dall’influenza del modello naturalistico, da una rappresentazione anatomicamente corretta del corpo e da un’impostazione prospettica dello spazio.Tutto questo gli deriva dalla sua solida formazione accademica: le sue opere evidenziano una notevole abilità artigianale, la tecnica sicura e la padronanza della prospettiva. Per questi motivi non fu facile per Pechstein adeguarsi all’approccio immediato alla pittura analogo a quello degli altri membri della “Brücke”.
I dipinti più vicini allo stile della “Brücke”, con paesaggi e bagnanti, sono quelli realizzati durante i mesi estivi trascorsi insieme a Heckel e a Kirchner, soprattutto quelli realizzati nell’estate del 1910, sui laghi di Moritzburg.I corpi, in questi quadri, sono rapidamente abbozzati e i volti accennati con poche linee.Le forme del paesaggio sono contornate con tratti neri, ma più morbidi e decorativi; Pechstein rinuncia ai forti contrasti creati dai colori complementari stesi in modo piatto.È il primo artista del gruppo a trasferirsi a Berlino, ma non per trovare nuovi stimoli pittorici; il mondo del varietà, le scene urbane, i locali da ballo entrano raramente nella sua opera. La sua decisione è dettata da motivi economici: lì avrebbe trovato più facilmente committenti per i suoi lavori di decorazione e così avrebbe potuto dedicarsi liberamente alla pittura.
 In questi anni il suo stile cessa di rifarsi all’impressionismo per evolvere verso un "espressionismo dal cromatismo acceso" ma allo stesso tempo temperato: a differenza di molti altri espressionisti, Pechstein ha uno stile con minore violenza drammatica.
 
Dopo essersi trasferito a Berlino nel 1908, si fece promotore della Nuova Secessione, per poi avvicinarsi al gruppo del Blaue Reiter.
 Nel 1913 tornò in Italia per un lungo soggiorno a Firenze e in Liguria e nel 1914 si recò alle isole Palau, nel Pacifico del sud; questo mondo totalmente nuovo, senza le costrizioni delle convenzioni europee, sarà da lui romanticamente idealizzato come un paradiso terrestre.
 In questi anni, ispirato dai suoi viaggi, crea i suoi lavori migliori, pieni di violenta sensualità, di fascino per l’esotico e di ideali di comunione con la natura.

 Le sue opere tendono a diventare sempre più primitive, in cui la componente decorativa finisce per prevalere su quella puramente emotiva.
 Il colore è ricco e modulato, ma più morbido rispetto ad altri pittori espressionisti, ed incorpora spesse linee nere che bloccano le forme in una strana immobilità, carica di stupore e contemplazione.
 
Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale si guadagnò un considerevole successo, ottenendo anche numerose commissioni per mosaici e vetrate; nel 1922 fu nominato membro dell’Accademia di Berlino.
 In questi anni la sua pittura si fa più naturalistica, senza però raggiungere i picchi artistici e gli slanci emotivi del passato.
 
Nel 1933, con l’avvento dei nazisti, Pechstein fu destituito dall’Accademia e le sue opere furono rimosse dai musei tedeschi; molte di esse furono mostrate nella mostra d’arte degenerata del 1937.

 Dopo la seconda guerra mondiale fu reintegrato all’Accademia.
 
Morì a Berlino il 26 giugno 1955.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #209 il: 12 Febbraio 2013, 16:31:27 »
CESAR DOMELA

Notizie biografiche :
Cesar Domela-Nieuwenhuis nasce ad Amsterdam il 15 gennaio 1900.
Inizia a dipingere nel 1918 e decide di dedicarsi interamente all arte nel 1919 dopo la morte del padre, il pastore luterano e celebre leader politico Ferdinand Domela-Nieuwenhuis.
Si trasferisce in Svizzera, ad Ascona, dove entra a far parte della comunità del Monte Verità.
Nel 1920 iniziano le sue ricerche sulla geometrizzazione.
Partecipa con alcune opere astratte all'esposizione del "Novembergruppe" a Berlino nel 1923.
L'anno seguente, a Parigi, conosce Mondrian e Theo Van Doesburg e aderisce a De Stijl.
Dal 1925, tuttavia, si allontana dalle regole troppo rigorose del movimento e introduce nella composizione la diagonale ed in seguito la terza dimensione ( primi reliefs a Berlino nel 1928).
D'ora in poi nelle sue composizioni accosta i materiali più diversi:
legno, ottone, rame, vetro, plexiglas, che gli permettono di giocare con la trasparenza dei piani e dal 1932 impiega la linea curva.
Dal 1927 al 1933 la sua molteplice attività d'avanguardia nel campo della pittura, della fotografia e della grafica si svolge tra Parigi e la Berlino prenazista; aderisce al "Ring Neue Verbegestalter" fondato da Schwitters che riunisce, tra gli altri, Lissitzky, Heartfield, Moholy-Nagy, Richter .
Collabora alle riviste "Cercle et Carré" e "Abstraction Création". A seguito delle sue ricerche sul mezzo fotografico organizza nel 1931 per la Staatliche Kunstbibliothek di Berlino l'esposizione "Fotomontage".

Nel 1933, con l'avvento del nazismo in Germania, si stabilisce definitivamente a Parigi dove ritrova molti amici artisti tra cui Mondrian, Delaunay, Arp e Pevsner e dove continua la sua attività di ricerca e la sua partecipazione a movimenti d'avanguardia fondando, tra l'altro, nel 1937, insieme a Sophie Tauber ed Hans Arp, la rivista "Plastique".

A partire dagli anni 30 partecipa a tutte le principali manifestazioni internazionali di arte astratta.

Muore a Parigi il 31 dicembre 1992.

tratto da martini-ronchetti

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Domela ‹dóomëlaa›, César (propr. César Domela Nieuwenhuis). -
Pittore e scultore olandese (n. Amsterdam 1900 - m. 1992). Partecipò a Berlino all'esposizione della Novembergruppe (1923), poi a Parigi conobbe Mondrian (1924) e si unì al gruppo De Stijl. Dopo un periodo di permanenza a Berlino, di nuovo a Parigi fece parte del gruppo Cercle et carré, di AbstractionCréation, di Réalités nouvelles. Allontanandosi sempre più dal neoplasticismo, il suo stile si è arricchito con l'introduzione della curva, che si svolge in arabeschi complessi ed eleganti, e con l'uso di materiali diversi, dal ferro al rame al legno al vetro.

Tratto da inciclopedia Treccani

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