Autore Topic: Invecchiamento del tabacco  (Letto 20396 volte)

Offline Cristiano

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Invecchiamento del tabacco
« il: 22 Marzo 2017, 11:34:44 »
Taluni blog tra i più quotati (13 pipe e il connesso diario di un pigro) sostengono che i grandi Virginia, lasciati invecchiare per circa un decennio, ben chiusi e protetti, sviluppino zuccheri e quindi, un po' come i vini, migliorino. Ora, è possibile che, sotto vuoto, un tabacco possa variare struttura? Voi avete mai provato? Io no perchè quando vedo una latta la apro. Ho solo qualche barattolo di gloriose Em che non ci sono più e che non ho coraggio di violare (Four Square e Dunhill 73).
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Offline Nic Salamandra

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #1 il: 22 Marzo 2017, 12:04:35 »
Sto con te come costumi, ma comprando sempre tutto posso garantirti che ai flake tradizionali europei di grande Major (i celeberrimi) l'invecchiamento secca e rovina. La 73 come prototipo delle Full Cavendish EM terrei la scatola provando subito se vale la pena fumarla. Se non c'era Cavendish avrei suggerito umidificazione. Tenerla piena come fetticcio può avere anche un mercato, o anche un gusto per te stesso ma non ne partecipo. La cosa mi ricorda quando nonostante le conferme gutab sul Cavendish almeno in London e Nightcap, a inizio millennio qualcuno le immagazzinava in cambusa perché c'era "l'Invasione degli Unni"... nocomment.

Sento questa cosa dei vintage su certi Virginia americani ma non mi pronuncio per saperne poco. A parer mio, delle due l'una: o hanno un metotodo industriale specifico per marurarle nella TIN, o la maturano e vendono come vintage in seguito. I parametri enologici sono molto affascinanti ma non vorrei vi fosse un po' di fuffa. il nuovo Associato dei selfy forse è più edotto sull'argomento. :)

p.s.: naturalmente il tutto una volta constatata l'assenza di eventuale muffa
« Ultima modifica: 22 Marzo 2017, 12:09:44 da Nic Salamandra »
siamo inthopici fino in fondo

toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #2 il: 22 Marzo 2017, 12:06:09 »
argomento moltooooooo interessante dove sono abbastanza preparato perchè alcune cose convergono in una parte della mia attività lavorativa.
come sempre, si dicono tante cose ma senza mai dare una spiegazione scientifica.
qualsiasi cosa a contatto con l'aria (ossigeno) muta e in peggio perchè si ossida.
se il tabacco migliora non mi è dato saperlo ma non credo proprio, una volta su CDT chiesi a Napoletano un suo parere ma senza risposta comprensibile.
si è vero che i grandi vini migliorano ma sono in un contenitore stagno dove c'è una piccolissima presenza di aria (ossigeno), il pelo, e spessissimo quel pelo è in azoto (gas inerte).
il sottovuoto, per quanto spinto possa essere, livello industriale e non casalingo, è sempre legato al materiale che lo racchiude, la latta va bene, il film impermeabile meno perchè, per quanto costoso possa essere, è sempre un pelo permeabile.

Offline samael

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #3 il: 22 Marzo 2017, 12:09:58 »
ho di recente aperto un st. Bruno di più di 10 anni fa (in busta, preso in Francia o Spagna intorno al 2006) e - una volta dolcemente lasciato riumidificare - lo sto fumando con lieve disgusto, tanto quanto lo ricordavo buono ai tempi. Poi certo, non si tratta di grande virginia e vabè. D'altronde avevo del Full Virginia in un bormioli lasciato altrettanto (o poco meno) e rifumato di recente mi pare buono, ma buono com'era allora (e non come quello più recente che mi pare di molto peggiore).
A occhio direi, con Nic, che si tratta di fuffologia lanacaprinesca, ma non mi considero un sommelier tabagico, quindi sbaglierò di certo

toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #4 il: 22 Marzo 2017, 12:11:54 »
Ho letto l"intervento del fotto Paoloo dopo aver scritto il mio.
Pur non avendo basi ha centrato la problematics.
Ora aspettiamo i kapiscitori con i loro bormioli

NCH

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #5 il: 22 Marzo 2017, 12:22:14 »
Taluni blog tra i più quotati (13 pipe e il connesso diario di un pigro) sostengono che i grandi Virginia, lasciati invecchiare per circa un decennio, ben chiusi e protetti, sviluppino zuccheri e quindi, un po' come i vini, migliorino. Ora, è possibile che, sotto vuoto, un tabacco possa variare struttura? Voi avete mai provato? Io no perchè quando vedo una latta la apro. Ho solo qualche barattolo di gloriose Em che non ci sono più e che non ho coraggio di violare (Four Square e Dunhill 73).

I virginia in generale migliorano, poco quelli sotto vuoto, di più quelli sigillati ma non sotto vuoto, come molti americani, poi piano piano, così come i grandi vini, decadono, i tempi non sono standardizzabili, ma dalle mie esperienze direi non più di una ventina d'anni per i virginia e la metà per i latakiati.
Gli aromatizzati in genere non migliorano, anzi peggiorano prima degli altri per i componenti di sapore aggiunti, sia chimici che naturali.
La tenuta nel tempo  dipende anche dalle aggiunte non aromatiche o dai processi di lavorazione perché ho notato, per esempio, che i Sobranie si conservano molto meglio dei Dunhill.
Leggendo in giro si apprende da recensori generalmente affidabili, che certe volte i tabacchi peggiorano già dopo pochi anni, per cui fu coniato il detto:
se ti piace fumalo adesso perchè non saprai come diventerà (fumeursdepipe)

toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #6 il: 22 Marzo 2017, 12:27:25 »
fonte? spiegazione scientifica?
niente, solo chiacchiericcio

Offline samael

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #7 il: 22 Marzo 2017, 12:31:52 »
la latta più vecchia che ho è un Dunhill Standard (ancora produzione inglese), avrà una 15ina d'anni: che dite, meglio aprirla?  ??? ::)

toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #8 il: 22 Marzo 2017, 12:35:34 »
la latta più vecchia che ho è un Dunhill Standard (ancora produzione inglese), avrà una 15ina d'anni: che dite, meglio aprirla?  ??? ::)

se ha tenuto il sottovuoto è come era una volta

NCH

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #9 il: 22 Marzo 2017, 12:45:01 »
la latta più vecchia che ho è un Dunhill Standard (ancora produzione inglese), avrà una 15ina d'anni: che dite, meglio aprirla?  ??? ::)
Aprila, le mie Murray, finite, erano peggiorate, soprattutto quelle al latakia.
In ogni caso meglio delle attuali.

Offline StefanoG

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #10 il: 22 Marzo 2017, 12:46:15 »
Condivido quel che scrive NCH, concordo.
Però non concordo sui tempi di maturazione e deperimento citati dal buon NCH, detto ciò potrei sbagliarmi e di tanto visto che, come scrive anche il nostro buon Toscano f.e., non abbiamo certo tra le mani dati scientifici.
Per quel che vale, è un puro per parlare, ritengo che i Virginia maturino assai velocemente e, deperiscano altrettanto velocemente, certo rispetto a ben altri prodotti durano maggiormente nel tempo.
Faccio un esempio per fare capire qualcosa ulteriormente :
Ho tra le mani delle scatolette di Univeristy Flake Peterson anno 1989, comprate nel 2010-12, alcune latte fumate di recente fanno bella mostra sul tavolo e scaffali,  altre ancora intonse da fumare, son passati ben 27/28 anni e a parere mio è ancora bel fumare, anche se il prodotto è un po decisamente asciutto ma, fumabile, non è secco ne tanto meno paglia, ha perso l'eccedenza marcata e marcante di aromatizzazione ma, un certa buona parte è ancora presente e ben percepibile, impossibile non riconoscere questo prodotto per chi lo fumava anni fa, non ha nulla delle attuali caratteristiche delle produzioni Peterson, è ancora un bel fumare senza di dubbio, ma certamente ha perso molto di quello che deve essere stato quando era giovane e fresco. Detto ciò e, do po di ciò, non posso che dire che a mio mero avviso, i Virginia in latta sottovuoto si conservano davvero molto a lungo. Io ho però la convinzione che,  i virginia conservati in latta non sottovuoto maturino velocemente a tal punto che, dopo 12 mesi sono al massimo della maturazione e che già, siano notevolmente più asciutti a tal punto che, nei mesi occorre verificare lo stato di umidità e tenerla al corretto stato previo, rischio di giungere dopo 8/12 mesi con un tabacco maturo ma, anche assai asciutto, quasi secco. E ovviamente tutto ciò non ha nulla di scientifico.
Per parer mio in fine, le Em è meglio fumarsele quando son ancora giovani e fresche, non portarle ad un protratto stato di maturazione nel tempo, anno dopo anno, non trovo che migliorino, ancor peggio capita agli aromatizzati che per nulla sopportano la conservazione, la maturazione non giova ad essi.
« Ultima modifica: 22 Marzo 2017, 12:53:42 da StefanoG »

toscano f.e.

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #11 il: 22 Marzo 2017, 12:49:20 »
c'è un  altro importantissimo aspetto da valutare.
il sottovuoto mantiene quello che c'è dentro, se dentro metti un tabacco ammuffito, sempre ammuffito sarà.
la maturazione dovrebbe avvenire pre confezionamento ma l'immobilzzo di capitale è anti profitto, vedi MST che ha tolto il tempo di stagionatura 8)
« Ultima modifica: 22 Marzo 2017, 12:52:02 da toscano f.e. »

Offline Nic Salamandra

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #12 il: 22 Marzo 2017, 12:54:57 »
Sottovuoto: o sono stato sfigato io, ma non mi ha tenuto mai e-o seccano anche con tenuta di esso. Cmnq non è sulle eccezioni che si può fare metafisica  sui vintage da Major europea.... Sui Traditionals da Bottega a filiera navale arcaica anche sterminata, immagino una "mummificazione" che "plugghifica" il Flake. Presumo. Il problema sta tutto nelle vie di mezzo. Nel polo africano fumano direttamente le marmellate che tengono il tabacco in confetturazione. Le vie di mezzo tra polo africano e nordico riguardano l'Industria.... con note molto specifiche riguardo quella americana popolare: ricevetti venti anni fa aromatici da benzinaro americani e li ho buttati 17 anni dopo (3 anni fa) che erano identici in tutto, sempre  in una busta di plastica semi aprta. Li ho buttati perché non mi piacevano. Circa quelli europei, partono in busta dove reggono meglio delle EM proprio perchè torrefazione e confetturazione a semi secco consentono quello smercio lì. I generi in cui entra o meno la chimica, più o meo letale, è discorso complicato che si dà troppo spesso appurato in termini sommari... ::) :)
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Offline StefanoG

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #13 il: 22 Marzo 2017, 13:03:04 »
Paolo, a parere mio, non sei tu sfigato è la norma. Secondo me, il sottovuoto non riesce a mantenere il tabacco in uno stato inerte per sempre o, per un periodo di tempo lungo, diciamo dieci anni ed oltre, a mio parere anche se sottovuoto il tabacco inevitabilmente e, in modo più lento matura e, con calma ma in modo inesorabile deperisce, secca...probabilmente, e questa è la mia mera idea che vale come una cippa di niente, ciò accade poichè il tabacco è un qualcosa di vivo che, crea e modifica ed evolve, se c'è aria tutto avviene in tempi celeri in assenza il tutto si rallenta ma, non si ferma, è solo un fatto di tempo.

NCH

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Re:Invecchiamento del tabacco
« Risposta #14 il: 22 Marzo 2017, 13:44:12 »
Condivido quel che scrive NCH, concordo.
Però non concordo sui tempi di maturazione e deperimento citati dal buon NCH, detto ciò potrei sbagliarmi e di tanto visto che, come scrive anche il nostro buon Toscano f.e., non abbiamo certo tra le mani dati scientifici.
Per quel che vale, è un puro per parlare, ritengo che i Virginia maturino assai velocemente e, deperiscano altrettanto velocemente, certo rispetto a ben altri prodotti durano maggiormente nel tempo.
Faccio un esempio per fare capire qualcosa ulteriormente :
Ho tra le mani delle scatolette di Univeristy Flake Peterson anno 1989, comprate nel 2010-12, alcune latte fumate di recente fanno bella mostra sul tavolo e scaffali,  altre ancora intonse da fumare, son passati ben 27/28 anni e a parere mio è ancora bel fumare, anche se il prodotto è un po decisamente asciutto ma, fumabile, non è secco ne tanto meno paglia, ha perso l'eccedenza marcata e marcante di aromatizzazione ma, un certa buona parte è ancora presente e ben percepibile, impossibile non riconoscere questo prodotto per chi lo fumava anni fa, non ha nulla delle attuali caratteristiche delle produzioni Peterson, è ancora un bel fumare senza di dubbio, ma certamente ha perso molto di quello che deve essere stato quando era giovane e fresco. Detto ciò e, do po di ciò, non posso che dire che a mio mero avviso, i Virginia in latta sottovuoto si conservano davvero molto a lungo. Io ho però la convinzione che,  i virginia conservati in latta non sottovuoto maturino velocemente a tal punto che, dopo 12 mesi sono al massimo della maturazione e che già, siano notevolmente più asciutti a tal punto che, nei mesi occorre verificare lo stato di umidità e tenerla al corretto stato previo, rischio di giungere dopo 8/12 mesi con un tabacco maturo ma, anche assai asciutto, quasi secco. E ovviamente tutto ciò non ha nulla di scientifico.
Per parer mio in fine, le Em è meglio fumarsele quando son ancora giovani e fresche, non portarle ad un protratto stato di maturazione nel tempo, anno dopo anno, non trovo che migliorino, ancor peggio capita agli aromatizzati che per nulla sopportano la conservazione, la maturazione non giova ad essi.
Io parlavo delle tin americane sigillate non sotto vuoto, il tabacco matura prima, ma non si secca, dove potrebbe andare l'umidità?
Inoltre sono sigillate in modo più razionale di quelle sottovuoto nostrane dove la guarnizione si secca e spesso il sottovuoto va a farsi benedire, di quelle americane ne ho aperte che avevavo 20 anni ed il tabacco non era per nulla secco, tenendo conto che non lo inscatolano zuppo come spesso gli europei.