Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 205259 volte)

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #255 il: 15 Febbraio 2013, 14:17:03 »
GRAHAM  CHAPMAN

Graham Arthur Chapman (Leicester, 8 gennaio 1941 – Maidstone, 4 ottobre 1989 - 48 anni )

......................................è stato un comico, attore, scrittore, sceneggiatore e medico britannico.


Famoso per la sua appartenenza al gruppo dei Monty Python. È stato anche un attivista per i diritti delle persone LGBT.
Studente in medicina a Cambridge, cominciò a scrivere e recitare nel 1961 nella storica compagnia universitaria Footlights. Qui incontrò un altro futuro Monty Python, John Cleese, oltre ad altri futuri comici di professione.
Laureatosi nel 1962 continuò gli studi all'ospedale St Bartholomew di Londra, partecipando saltuariamente a spettacoli di cabaret.
L'anno successivo lo spettacolo della Footlights A clump of plinths ("Un cumulo di piedistalli") ebbe un tale successo che fu rinominato Cambridge Circus e venne presentato a Londra per quattro mesi. Chapman fu chiamato a sostituire uno degli attori che si era ritirato.
Di fronte alla proposta di un tour dello spettacolo in Nuova Zelanda, si trovò nel dubbio se sospendere per questo il suo corso di studi. In occasione di una visita ufficiale della Regina Madre all'ospedale, provò ad esporle il dubbio e quest'ultima gli rispose: "Oh, bisogna viaggiare!" e così si unì al tour.
Il tour continuò poi a Broadway, New York e lo spettacolo fu trasmesso all'Ed Sullivan Show.
 
Tornato a Londra, Chapman finì il corso di studi e divenne medico, ma la sua attività nello spettacolo divenne presto predominante.
Cleese chiese di nuovo la sua collaborazione quando arrivò la proposta di scrivere e recitare per il programma The Frost Report di David Frost, dove incontrarono per la prima volta gli altri Python Michael Palin, Terry Jones e Eric Idle. Frost poi propose a Cleese un programma autonomo, che questi realizzò assieme a Chapman, Tim Brooke-Taylor e Marty Feldman intitolandolo At Last the 1948 Show. Ancora, scrissero per Sheila Hancock e Peter Sellers e realizzarono lo speciale How to Irritate People.
Nel 1969 la BBC assegnò a Chapman e Cleese, insieme a Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin e Terry Gilliam, la produzione di un programma comico, che divenne il Monty Python's Flying Circus.
Chapman fu co-autore e recitò nel Monty Python's Flying Circus dal 1969 al 1973. Scrisse principalmente con Cleese, anche se il suo contributo nella scrittura consisteva più che altro nell'arricchire il lavoro degli altri con trovate estemporanee e bizzarre. Per esempio, in uno sketch in cui un cliente litigava con un venditore per un tostapane rotto, ebbe l'idea di sostituire il tostapane con un pappagallo, dando vita così al famoso Sketch del Pappagallo. Aveva anche un ottimo intuito nel capire se una cosa fosse davvero comica. Per esempio, nello scrivere lo sketch del Negozio di formaggi, Cleese continuava a chiedere: "Ma è divertente?" e Chapman rispondeva, fumando la pipa: "È divertente. Va' avanti."

Secondo la testimonianza dei suoi colleghi, era una persona esteriormente calma e controllata (lo si vedeva tipicamente con una pipa in mano)
in cui covava costantemente un tarlo di follia stravagante che si manifestava nei momenti più inaspettati.
I personaggi da lui interpretati riflettevano spesso questa personalità. Era il membro del gruppo che più di tutti riconosceva gli schemi sociali e puntava alla loro rottura in senso oltraggioso e scioccante.
Ad opinione del gruppo, comunque, era anche il membro più di ogni altro in grado di interpretare personaggi "umani" ("molto probabilmente il miglior attore di tutti noi" - John Cleese). Per questo ebbe il ruolo di protagonista nei film Monty Python e il Sacro Graal (1974) e Brian di Nazareth (1979).
Fin dai tempi dell'università Chapman soffrì di alcolismo. Questo non ebbe tante ricadute sul suo atteggiamento, sempre controllato, quanto sulla sua memoria, costringendo spesso a ripetere i ciak più volte a partire dalla seconda stagione del Flying Circus. Dalla terza, si cominciò a fare attenzione alle parti da affidargli. Questo problema si fece tanto grave che si paventò la necessità di sostituire Chapman nelle riprese imminenti di Brian di Nazareth. Proprio in quel periodo, tuttavia, successe un fatto che distolse completamente Chapman dall'alcol: per la prima volta perse l'equilibrio e cadde, sbattendo la testa. Da allora il suo recupero fu totale.
Fu uno dei primi personaggi pubblici inglesi a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità presentando il suo compagno, David Sherlock, e diventando un aperto sostenitore dei diritti gay. Chapman raccontava che una fan del Flying Circus scrisse una lettera denunciando di avere sentito dell'omosessualità di uno del gruppo, e aggiungendo che la Bibbia prescrive che ogni uomo che giaccia con un uomo dovrebbe essere lapidato. Essendo il suo orientamento sessuale già noto al gruppo, Eric Idle rispose scrivendo: "Abbiamo scoperto chi era e gli abbiamo fatto sparare." Questo successe poco prima che Cleese lasciasse il programma, e Chapman si chiese cosa potesse pensare la donna della sua scomparsa dopo aver ricevuto la risposta di Idle.
 
Nel 1971 Chapman e Sherlock adottarono un ragazzo di Liverpool scappato di casa, John Tomiczek. Il padre di Tomiczek concordò che Chapman diventasse il tutore legale di John. Più tardi John sarebbe diventato l'agente di Chapman. Tomiczek morì d'infarto nel 1992. Terry Gilliam fu spaventato da come il rapporto tra Chapman e Tomiczek ricordasse Dorian Gray: mentre Graham migliorava in forma, specialmente dopo aver smesso con l'alcol, Tomiczek da bel ragazzo si trasformava in un adulto tarchiato e segnato dall'età, fino ad essere sfregiato da alcune persone che Graham aveva cacciato da una festa.
 
Nel 1983 uscì l'ultimo film dei Monty Python, Monty Python - Il senso della vita. Dopo questo film, i Monty Python praticamente si sciolsero, anche se non ci fu mai un annuncio ufficiale.
Verso la fine degli anni '70, Chapman si trasferì a Los Angeles dove partecipò come ospite a molti programmi televisivi. Tornato in Inghilterra partecipò alle attività del Dangerous Sports Club. Nei primi anni '80 fu occupato in una lunga serie di tour per i college americani, in cui raccontava aneddoti sui Monty Python, sul Dangerous Sports Club e su altri soggetti. Scrisse per un certo tempo con il giovane e ancora sconosciuto Douglas Adams, ma il suo personale modo di lavorare non diede mai i risultati raggiunti con Cleese.
Per diversi anni progettò e cercò fondi per il film Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo, che uscì nel 1983 con scarso successo di critica e di pubblico.
 
La morte prematura :
Nel 1989 Graham Chapman morì di polmonite, complicazione creata da un tumore maligno alla gola.

Le sue ceneri furono disperse nel 2005 dal compagno David Sherlock sulla vetta del Monte Snowdown, in Galles. Nel 2000, tuttavia, la BBC diffuse la notizia che le ceneri fossero state sparate in cielo su un razzo dai membri del Dangerous Sports Club.
I Monty Python non parteciparono al suo funerale per limitare nel possibile la presenza della stampa.
Tennero un memoriale privato all'ospedale St Bartholomew due mesi dopo e John Cleese proclamò un discorso dal tono spensierato e ironico in sua memoria.
Disse tra l'altro: "Ieri sera stavo scrivendo questo discorso e Graham mi ha sussurrato all'orecchio: "Molto bene, Cleese. So che sei orgoglioso di essere la prima persona ad aver detto 'shit' alla TV britannica. Se questo discorso è davvero per me, giusto per cominciare voglio che tu sia la prima persona ad un memoriale britannico ad aver detto 'fuck' ".
 
Anche Palin parlò, e disse che gli piaceva pensare che Chapman fosse lì con loro quel giorno, "o almeno, che ci sarà tra 25 minuti", riferendosi agli abituali ritardi di Chapman ai loro incontri di lavoro. Idle, per non essere da meno di Cleese, disse alla fine della canzone Always Look on the Bright Side of Life: "Vorrei solo essere l'ultima persona a questo memoriale a dire 'fuck'."
Con la morte di Chapman scemarono le speculazioni su una riunione dei Monty Python. Idle disse: "Ci riuniremmo solo se Chapman ritornasse dalla morte. Quindi stiamo negoziando con il suo agente." Negli sporadici incontri dei Monty Python era presente un'urna che si diceva contenesse le ceneri di Chapman. All'incontro di Aspen del 1998 l'urna fu "accidentalmente" urtata da Terry Gilliam e le ceneri si sparsero sul palco, per essere subito raccolte con un aspirapolvere.
Varie opere inedite di Chapman, tra cui quelle scritte in collaborazione con Douglas Adams, sono state pubblicate negli anni successivi, così come CD e DVD contenenti i suoi tour nei college americani. Un asteroide, 9617 Grahamchapman, è chiamato così in suo onore.

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:42:35 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #256 il: 15 Febbraio 2013, 15:27:46 »
HUNTER THOMPSON

Hunter Stockton Thompson (Louisville, 18 luglio 1937 – Woody Creek, 20 febbraio 2005 - 67 anni )

......................................... è stato un giornalista e scrittore statunitense.
 
È famoso per aver creato il cosiddetto gonzo journalism, uno stile di scrittura che combina il giornalismo convenzionale, le impressioni personali e gli artifici narrativi del racconto per produrre un personale punto di vista sugli avvenimenti e le situazioni.
Thompson spesso fa riferimento a sé stesso come "Raoul Duke", "Dr. Gonzo" o "Dr. Duke"[1]. Ha ricevuto quest'ultimo titolo (dottore in teologia) per corrispondenza dalla Chiesa della Nuova Verità negli anni sessanta. A lui è ispirato il personaggio di Zio Duke della striscia a fumetti Doonesbury di Garry Trudeau.
Agli inizi Thompson è stato giornalista sportivo per diverse riviste. Ha lavorato per Rolling Stone dalla fine degli anni Sessanta e per tutti i settanta e ha pubblicato diversi libri e numerosi articoli. Lo stile dei reportage di Thompson mescola i fatti alle sue esperienze stupefacenti, ne è un esempio Paura e disgusto a Las Vegas: pubblicato nel 1971, è un resoconto del viaggio che Thompson fece (insieme al suo avvocato Oscar Zeta Acosta) per seguire dapprima la Mint 400, una corsa motociclistica nel deserto, e successivamente i lavori della conferenza antidroga dell'Associazione nazionale dei procuratori distrettuali. In realtà, Thompson e Acosta si mettono alla ricerca del Sogno Americano a Las Vegas, con l'aiuto di notevoli quantità di LSD, etere, adrenocromo, mescalina e numerose altre droghe. A tale vicenda è ispirato il film Fear and Loathing in Las Vegas (tradotto in italiano con il titolo Paura e delirio a Las Vegas), girato nel 1998 da Terry Gilliam, con Johnny Depp nel ruolo dello stesso Thompson e Benicio del Toro in quello del suo avvocato.
 
Gli altri libri di Thompson includono Fear and Loathing on the Campaign Trail '72, un'antologia di articoli scritti per la rivista Rolling Stone durante la campagna elettorale del Presidente Richard Nixon e del suo avversario, il Senatore George McGovern, e Hell's Angels, un resoconto dei suoi viaggi con la famigerata banda motociclistica. Il suo ultimo libro, Kingdom of Fear, è un appassionato commento sulla morte del Secolo Americano. Thompson ha curato una rubrica, dal titolo Hey Rube, per l'edizione in linea una testata sportiva ESPN. Spesso ha intrapreso cicli di conferenze, una volta anche con John Belushi[senza fonte]. Thompson era un devoto simpatizzante delle armi da fuoco ed è risaputo che conservasse un deposito di polvere da sparo in cantina[senza fonte].
 
Una biografia di Thompson è rintracciabile anche nell'edizione italiana di Paura e disgusto a Las Vegas, tradotta da Sandro Veronesi, la quale contiene in appendice la Piccola Enciclopedia Psichedelica, un elenco di oltre 200 voci redatte da scrittori, registi, critici cinematografici e musicali, storici e giornalisti.
 
Thompson è morto con un colpo d'arma da fuoco nella sua abitazione presso Aspen, nel Colorado, il 20 febbraio 2005. Ufficialmente si tratta di suicidio; tuttavia Paul William Roberts, giornalista e amico dello scrittore, sostiene che sia stato ucciso. Roberts afferma infatti che Thompson gli aveva confidato, pochi giorni prima della morte, di lavorare a un'inchiesta sugli attentati dell'11 settembre 2001, che confermava la teoria secondo cui il governo americano sarebbe stato al corrente da tempo dei piani degli attentati ma avrebbe deciso di far sì che avvenissero per acquisire maggior potere. Roberts sostiene anche che lo stesso Thompson temesse che qualcuno lo uccidesse, facendolo passare per suicidio. Thompson inoltre è morto mentre era al telefono con la moglie, e la dinamica non sembra confermare l'ipotesi del suicidio[senza fonte].
 
Hunter Thompson aveva chiesto nel testamento che le sue ceneri venissero sparate nel cielo del Colorado, dove abitava qui. Johnny Depp, grande amico dello scrittore, organizzò una grande festa il 20 agosto 2005 durante la quale le ceneri di Thompson furono sparate in cielo con un cannone. "Hunter era un eroe e il mio migliore amico. Voglio che i suoi desideri siano esauditi", ha detto Depp in un'intervista[senza fonte].
 
Il Biografilm Festival di Bologna del 2008, tra gli altri, è stato dedicato anche allo scrittore.
Il film Paura e delirio a Las Vegas è ispirato al quasi omonimo romanzo di Thompson Paura e disgusto a Las Vegas, in cui lo scrittore usa lo pseudonimo di Raoul Duke, mentre l'avvocato Oscar Zeta Acosta viene chiamato Dr. Gonzo.
 
Gli stessi personaggi erano già stati portati sul grande schermo nel 1980 rispettivamente da Bill Murray e Peter Boyle nella pellicola mai distribuita in Italia Where the Buffalo Roam, basata anch'essa sui testi dello stesso Thompson.
 
Un film tratto dal romanzo di Thompson Cronache del Rum (The Rum Diary) è stato più volte rimandato. Nel 2011 l'attore statunitense Johnny Depp ha prodotto ed interpretato il film ispirato al romanzo di Thompson, The Rum Diary - Cronache di una passione. [2]. I diritti del libro erano stati acquistati dalla Infinitum Nihil, la casa di produzione di Depp, mentre l’adattamento per il cinema è stato affidato alla Warner Bros[3].
 
Alla regia è stato confermato Bruce Robinson[4] alla radio BBC. Il film lo ha visto anche nel ruolo di sceneggiatore.
 
Johnny Depp è stato il primo attore a prendere parte al film nel ruolo del protagonista. In seguito anche Amber Heard è stata confermata nel ruolo di Chenault[5]. Per la parte sono state considerate anche Scarlett Johansson e Keira Knightley, ma si sono tirate indietro a causa delle numerose scene di nudo previste dalla sceneggiatura. Aaron Eckhart, e il candidato all’Oscar Richard Jenkins sono stati confermati nel ruolo di Sanderson, un proprietario terriero convinto che tutto abbia un prezzo, e Lotterman, un responsabile del giornale in cui lavora Kemp[6]. Giovanni Ribisi, attore di origini italiane, è stato l'ultimo attore ad essere confermato nel film[7].
 
In Italia il film viene proiettato nelle sale dal 24 aprile 2012.
Il gruppo indie-rock "The Killers" ha preso spunto da un suo commento in cui affermò che l'America stava crescendo "una generazione di ballerini" inserendo il verso "Are we human or are we dancer?" nel primo singolo estratto dal loro album "Day and age".

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:43:11 da StefanoG »

Onofrio del Grillo

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #257 il: 15 Febbraio 2013, 15:44:18 »
Ammazza Ste' !

Jean Désiré Gustave Courbet (Ornans, 10 giugno 1819 – La Tour-de-Peilz, 31 dicembre 1877) è stato un pittore francese, il più rappresentativo del movimento realista francese del XIX secolo, qui in un ritratto di Joseph Auguste Brunier (1860-1929).
A seguire una famosa opera dell'artista: "L'origine du monde"  del 1866 esposta al Museo d'Orsay, Parigi (come tutti sanno Parigi è una pinacoteca mobile).


Offline bekkaccia

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #258 il: 15 Febbraio 2013, 15:45:35 »
e che pipone!!  :o
nessuno siam perfetti, ciascuno avete i suoi difetti (A.Mingardi/bekkaccia)

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #259 il: 15 Febbraio 2013, 15:52:17 »
grandeee Gialaaa :))

òa piponaa ci volevaa   ;D

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #260 il: 15 Febbraio 2013, 16:01:55 »
WALT DISNEY

Walter Elias Disney, più noto come Walt Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966 - 65 anni ),

............................è stato un animatore, fumettista, imprenditore e cineasta statunitense.

È stato anche produttore, regista, sceneggiatore e doppiatore di cinema d'animazione. Walt Disney ha inoltre creato Disneyland, il primo e più famoso dei parchi a tema.
Walt Disney è altresì noto per la sua grande abilità nella narrazione di storie, per essere stato una grande star televisiva e uno dei più grandi artisti del XX secolo nel campo dell'intrattenimento; il suo contributo più grande alla settima arte risiede però probabilmente nell'aver portato allo stato dell'arte il rapporto fra immagine e musica. Con i suoi collaboratori ha creato molti dei più famosi personaggi dei cartoni animati del mondo; uno di questi, Topolino, è secondo molti il suo alter ego. Inoltre detiene tutt'oggi il record di nomination di suoi film all'Oscar (59 in totale, di cui 22 vinti più altri 4 alla carriera). È annoverato come uno dei cineasti principali del XX secolo e riconosciuto come il padre dei film d'animazione.
Il cognome di famiglia è l'anglicizzazione di d'Isigny, derivante da Isigny-sur-Mer, villaggio della Francia settentrionale dove viveva Hugues D'Isigny. Questi, insieme al figlio Robert, prese parte all'invasione dell'Inghilterra, dove si stabilirono. Nel 1834 due suoi discendenti da Liverpool si trasferirono negli Stati Uniti, dove, nel 1888, Elias Disney (1859-1941) , loro nipote, sposò Flora Call (1868-1938) : saranno i futuri genitori di Walt.Walter Elias Disney Junior nasce a Chicago (Illinois) da famiglia americana ma di discendenza irlandese-canadese da parte di padre e tedesca da parte di madre, quarto di cinque figli, da Flora Call e Elias Disney. Il secondo nome lo eredita dal padre, mentre il primo proviene dal nome di un suo caro amico, il reverendo Walter Parr, che lo battezzò l'8 giugno 1902 nella St. Paul Congregational Church di Chicago. Nel dicembre 1903 nasce la sorella di Walt, Ruth Flora Disney.
Nel 1906, la sua famiglia si trasferisce in Missouri, vicino allo zio Robert Disney, a Marceline dove acquistano una fattoria di 200 ettari per 3.000 dollari. Walt andrà alla scuola elementare di Marceline solamente all'età di otto anni, in modo da andarci con sua sorella. La fattoria viene poi venduta nel 1909 poiché suo padre si ammala e non può più farsi carico dei lavori. La famiglia vive in una casa affittata fino al 1910, quando traslocano a Kansas City per ricongiungersi con i fratelli maggiori di Walt, Herbert e Raymond. All'epoca Walt Disney ha nove anni e questo cambierà la sua vita.
Walt e suo fratello Roy lavorano nel tempo libero nell'impresa paterna di distribuzione di giornali, per contribuire ogni fine mese alle spese della famiglia. Secondo gli archivi della scuola pubblica regionale di Kansas City, Walt Disney segue i corsi della scuola secondaria di Benton a partire dal 1911, e si diploma l'8 giugno 1917. Contemporaneamente, Walt Disney è iscritto ad uno dei corsi dell'Istituto Artistico di Chicago (Chicago Art Institute). Quando torna dal collegio con la sorella, Roy deve lavorare per un certo periodo di tempo nella fattoria dello zio Robert e, in seguito, in una banca, sempre per poter essere di aiuto alla famiglia.
Sembra che sia stato durante un'estate tra il 1911 e il 1917 che Walt Disney, grazie allo zio Michael Martin, ingegnere delle ferrovie, lavorò come venditore a bordo dei treni della Missouri Pacific Railroad. Il suo compito consisteva nella vendita di giornali, dolciumi, frutta e bibite. Sarebbe stata questa esperienza a fargli scoprire la passione per i treni a vapore
Nel 1917, quando in Europa imperversa la prima guerra mondiale, Elias decide di acquistare una fabbrica di gelatina a Chicago. Walt preferisce invece restare a Kansas City dove, grazie al fratello Roy, trova un lavoro come venditore sui treni che gli permette di viaggiare molto. In autunno raggiunge la famiglia a Chicago approfittando di un trasferimento. Entra quindi nel liceo McKinley dove si occupa delle illustrazioni del giornalino scolastico degli alunni intitolato The Voices. Durante l'estate sebbene distribuisca giornali e corrispondenza per la posta e vada al cinema alla sera con delle ragazze, un pensiero lo assilla: "vincere la guerra".
Nel frattempo, a sedici anni, Walt lascia la scuola e si impegna come autista volontario di ambulanze durante la prima guerra mondiale, dopo aver modificato, con l'aiuto di un amico, la data di nascita indicata sul passaporto in 1900 in modo da poter essere reclutato. Fa parte della divisione delle ambulanze della Croce Rossa americana in Francia fino al 1919. Walt si ricongiunge prima con la famiglia a Chicago nell'autunno di quell'anno, poi a Kansas City con suo fratello Roy, congedato dalla marina militare statunitense.
Walt Disney torna negli Stati Uniti d'America e comincia a cercare lavoro. Ha sempre voluto realizzare dei film e si è persino candidato per lavorare per Charlie Chaplin. Inizia presso l'agenzia pubblicitaria Pesman-Rubin Commercial Art Studio, percependo 50 dollari al mese, dove si occupa del programma settimanale del Newman Theatre.
È durante questa sua prima esperienza lavorativa che incontra un talentuoso animatore suo coetaneo, Ubbe Ert Iwerks, il quale poi cambierà il proprio nome in Ub Iwerks. Con lui nel gennaio 1920 fonda la società Iwerks-Disney Commercial Artists. La società si trova in difficoltà, ma presto i due verranno contattati dalla «Kansas City Film Ad Company», una società di filmati pubblicitari di Kansas City, che commissiona loro delle animazioni pubblicitarie per i cinema locali. Tuttavia, le animazioni della Kansas City Film Ad Company erano tutt'altro che innovative poiché le immagini venivano semplicemente ritagliate su carta. Walt invece iniziò a fare degli esperimenti in un garage per i quali si fece dare in prestito una vecchia cinepresa.
Le animazioni pubblicitarie non bastano più a Walt; nel tempo libero comincia a creare autonomamente dei filmati che vende alla «Newman Theater Company» e che sono chiamati Newman Laugh-O-Grams. Sebbene durino solo un minuto, piacciono molto al pubblico perché trattano problemi locali e criticano i politici locali.
Nel 1922, Disney lancia la Laugh-O-Grams, Inc., che produce dei cortometraggi animati ispirati alle fiabe popolari e alla storie per bambini. Tra i dipendenti vi sono Ub Iwerks, Hugh Harman, Rudolph Ising, Carmen Maxwell e Friz Freleng. I cortometraggi sono ben accolti nella regione di Kansas City, ma i costi superano le entrate. Dopo aver creato un ultimo cortometraggio con la tecnica della live action, il cartone animato Alice's Wonderland, lo studio dichiara fallimento nel luglio 1923. Il fratello di Walt, Roy Oliver, lo invita a venire a Hollywood. Quando Walt riesce a trovare abbastanza denaro per comprarsi un biglietto ferroviario di sola andata per la California, lascia i propri collaboratori ma porta con sé Alice's Wonderland, che era appena stato completato. Si dice che Walt sia partito con soli 40 dollari in tasca e che abbia promesso ai collaboratori di aiutarli a venire in California
Disney si mette in affari con il fratello Roy Oliver nel campo dell'animazione: nascono così nel garage del loro zio Robert i Disney Brothers Studio. Ottengono un contratto con Margaret Winkler, distributore di diritti di New York, fidanzata di Charles Mintz. Winkler e Mintz già distribuivano la serie Felix the Cat.
Virginia Davis, protagonista di un film dal vivo tratto da Alice nel Paese delle Meraviglie, e Ub Iwerks vengono chiamati da Mintz e Winkler e lasciano così il Kansas. Il 16 ottobre 1923 Disney firma con loro un contratto per realizzare dodici film. Nel 1926 i Disney Brothers Studio cambiano nome in Walt Disney Studio, per poi diventare Walt Disney Productions nel 1928. Lillian Bounds, una delle dipendenti dello studio con mansioni di intercalatrice/assistente animatore, sposa Walt Disney il 13 luglio 1925.
Le Alice Comedies hanno un discreto successo. Dawn O'Day e Margie Gay vestono i panni di Alice dopo la defezione di Virginia Davis voluta dai genitori di lei a causa di un assegno a vuoto. Anche Lois Hardwick la sostituisce per un breve tempo. Fino alla fine della serie nel 1927, il soggetto sarà sempre più incentrato sui personaggi animati, soprattutto un gatto chiamato Julius che ricorda Felix the Cat, e meno sul personaggio di Alice. La serie diventa sempre più simile alle altre produzioni che non usano attori reali.
Nel 1927, Charles Mintz sposa Margaret Winkler e assume il controllo della società della moglie. Decide di produrre una nuova serie di cartoni animati che verrà distribuita da Universal Pictures. La nuova serie, Oswald the Lucky Rabbit (Oswald il coniglio fortunato), riscuote un buon successo e il personaggio di Oswald diventa un'icona popolare. Gli studi della Disney vengono ampliati e Walt assume Harman, Ising, Maxwell e Freleng, venuti da Kansas City.
Nel febbraio 1928, Disney si reca a New York per ottenere da Mintz una quota maggiore di guadagni per ogni film. Invece, con suo grande stupore, Mintz gli annuncia non solo di dover al contrario ridurgli la quota versata, ma anche che la maggior parte dei principali animatori di Walt (come Harman, Ising, Maxwell e Freleng, ma non Ub Iwerks) ha un contratto con Mintz. Quest'ultimo aggiunge che avrebbe creato un proprio studio se Disney non avesse accettato di ridurre i costi di produzione.
Oltre a ciò, è Universal e non Disney a detenere il marchio commerciale di Oswald e perciò può produrre film senza Disney. Disney rifiuta l'offerta e perde la maggior parte dei suoi collaboratori. Così, insieme a Iwerks e a pochi fedeli, comincia segretamente a lavorare su un nuovo personaggio che sostituisca Oswald (Topolino). Gli animatori che abbandonano Disney diventano il nocciolo duro dello studio Winkler, diretti da Mintz e dal cognato George Winkler.
Disney non dimenticherà mai questo colpo basso e da allora protegge i propri diritti su ogni sua creazione.
In seguito, gli studi Winkler chiudono dopo la decisione di Universal di far produrre i cartoni animati di Oswald a una divisione interna diretta da Walter Lantz. Mintz concentra la propria attenzione sugli studi che producono i film di Krazy Kat, che diventano poi Screen Gems. Harman, Ising, Maxwell e Freleng decidono di mettersi in proprio e formano la Arabian Nights Cartoon Studio, poi Harman-Ising Studio. Vendono Bosko, un personaggio simile a Oswald, a Leon Schlesinger e alla Warner Bros.. Poi iniziano a lavorare sui primi episodi della serie Looney Tunes.
La Walt Disney Company ha riottenuto i diritti su Oswald The Lucky Rabbit grazie a un accordo del 13 febbraio 2006 dopo che un commentatore sportivo ha lasciato la ESPN per passare al canale NBC, affiliato a Universal. Il coniglio sarà uno dei protagonisti della platform esclusiva Wii Epic Mickey, sviluppato dal nuovo team di Warren Spector
Secondo la leggenda, in viaggio su un treno da New York a Los Angeles Walt disegna un personaggio ispirato a Oswald il coniglio, ma senza orecchie a penzoloni, e quindi più facile da disegnare. Aggiungendo più tardi a matita orecchie tonde e una semplice coda crea un personaggio più simile a un topo: era nato Mortimer Mouse. Ub Iwerks in seguito avrebbe solo leggermente rielaborato il personaggio per giungere al risultato definitivo a tutti ormai noto.
La verità però sembra discostarsi dalla leggenda: sembra che Walt elabori la personalità del personaggio mentre Ub ne sviluppi l'aspetto fisico.
Ribattezzato da Lillian Disney Mickey Mouse perché suonava più carino (liberamente tradotto in Topolino in lingua italiana), il personaggio debutta nel cortometraggio Plane Crazy, che come tutte le opere precedenti di Disney è un film muto.
Non essendo riuscito a trovare un distributore interessato né a Plane Crazy, né al suo seguito The Gallopin' Gaucho, Disney capisce che a questi film manca qualcosa. L'autunno dell'anno precedente, il 1927, la Warner Bros aveva sfornato un film rivoluzionario, The Jazz Singer (Il cantante di jazz), il primo film con il sonoro. Disney allora pensa di creare un cartone animato di Topolino con il sonoro intitolato Steamboat Willie.
Disney deve vendere l'auto per procurarsi il denaro necessario al film. Pat Powers, un uomo d'affari, fornisce a Disney la distribuzione e il Cinephone, un sistema di sincronizzazione sonora ottenuto di contrabbando
Il 18 novembre 1928 al Colony Theater di New York, Steamboat Willie viene proiettato per il pubblico: si tratta del primo cartone animato con il sonoro sincronizzato prodotto da Walt Disney[2]. Questa data sancisce la nascita non solo di Topolino ma anche di Minnie Mouse (Minni in italiano) e di Bootleg Pete (Gambadilegno in italiano). Steamboat Willie riscuote un enorme successo.
Plane Crazy e The Gallopin' Gaucho vengono pubblicati nuovamente, ma con l'aggiunta del sonoro e tutti i successivi cartoni animati di Topolino saranno accompagnati dall'audio. Fino al 1947 è Disney stesso ad interpretare la voce inglese di Topolino nei primi cartoni animati.
Disney autorizza ulteriormente molti prodotti derivati: come i fumetti su Topolino, che da giornali di grande formato diventano poi giornalini.
 Il primo giornale di Topolino viene pubblicato in Italia alla fine del 1931.Dal 1930 aumentano esponenzialmente i successi cinematografici e commerciali di Walt, ma la necessità di ricorrere a nuove tecniche non permette di riassorbire i debiti contratti da Walt e Roy Oliver. Walt cade in depressione nel 1931 e, per ordine del medico, parte in vacanza con la moglie Lilly. Ritorna ben riposato dopo aver visitato Washington ed aver fatto una crociera nei Caraibi.
La passione per lo sport :Una volta tornato si iscrive all'Athletic Club di Hollywood dove pratica equitazione e golf. Nel 1932, spinge i suoi collaboratori a giocare a baseball e alcuni lo seguono nella sua passione, il polo.
Nonostante fosse cocreatore e produttore di Topolino, Disney è tanto celebre quanto il suo topo, mentre la sua vita privata è molto meno nota. Uno dei suoi più grandi desideri era di avere un figlio, possibilmente maschio, come suo fratello Roy Oliver e la moglie Edna, che il 10 gennaio 1930 diventano genitori di Roy Edward Disney. Comunque Walt e Lillian tentarono senza successo. Alla fine, Lillian partorì una bambina, Diane Marie il 19 dicembre 1933 e la coppia decise di adottarne un'altra, Sharon Mae, nata il 21 dicembre 1936.Nel 1947, durante i primi anni bui della Guerra fredda, Walt Disney deve comparire davanti alla Camera del Comitato delle Attività Non-Americane e denuncia vari suoi dipendenti come simpatizzanti comunisti. Alcuni storici[3] ritengono che si tratti solo di animosità che risale agli scioperi del 1941 agli studi Disney; il malcontento e la diffidenza di Disney nei confronti dei sindacati possono anch'essi aver contribuito alle sue testimonianze.
L'ipotesi che Disney avesse simpatie filocomuniste, avanzata dopo un'errata lettura di alcuni dati dell'FBI, si è rivelata inconsistente; è certo invece che nei suoi primi anni di attività fosse vicino al Partito Democratico ed all'amministrazione Roosevelt[3], e che poi si sia gradualmente spostato verso quello Repubblicano. Il padre di Disney, peraltro, era un convinto socialista che ha educato i figli con i suoi principi politici.
Una serie di gravi accuse contro Walt Disney, tra cui quelle di essere stato antisemita, simpatizzante nazista e agente in incognito dell'FBI, furono raccolte e divulgate da un biografo di Disney nel 1993 in un libro che ebbe larga eco[4]. Tali accuse furono tutte smentite da familiari, ex collaboratori di Disney ed ex agenti dell'FBI in un ampio e circostanziato dossier, destinato alla difesa legale della memoria di Walt Disney, preparato dalla moglie e dalla figlia di lui e rimasto finora inedito[5]. Inoltre a smentire l'ipotesi che Disney fosse filo-nazista ci sono cortometraggi di propaganda prodotti dalla Walt Disney Company come "La faccia del Führer", in cui scredita e ridicolizza il nazismo e lo stile di vita nazista o "Education for Death".
All'inizio degli anni sessanta, l'impero Disney è un enorme successo e Walt Disney Productions si è affermato come primo produttore mondiale di intrattenimenti per la famiglia. Dopo decenni di tentativi, Disney alla fine ottiene i diritti del libro di Pamela Lyndon Travers a proposito di una balia magica: Mary Poppins esce nel 1964, diventando il film di Disney degli anni sessanta ad aver riscosso il maggior successo. Molte persone considerano che l'unione tra film d'animazione e live action abbia ormai raggiunto l'apice dello splendore. Lo stesso anno, Disney apre quattro attrazioni nei padiglioni dell'esposizione mondiale di New York 1964-1965, inclusi degli animatronic. In seguito, tutte le attrazioni verranno integrate a Disneyland e confermano a Disney la praticabilità di un nuovo parco sulla costa; Disney prospettò l'apertura di questo nuovo parco già poco dopo l'apertura di Disneyland.
Il 14 settembre 1964 il Presidente Lyndon B. Johnson gli conferisce la più alta onorificenza civile statunitense: la Medaglia presidenziale della libertà.
L'impegno di Walt in Disney World finisce nell'inverno 1966.
Nell'estate di quell'anno gli viene diagnosticato un tumore al polmone sinistro; viene curato nell'ospedale St. Joseph, situato proprio di fronte agli studi Disney di Burbank. In autunno la sua salute peggiora finché Walt lascia i suoi personaggi e milioni di fan sparsi nel mondo a causa di un collasso cardiocircolatorio il 15 dicembre del 1966 alle 9.30 circa (ora locale), due settimane dopo il suo sessantacinquesimo compleanno. Si ricorda spesso il commento dell'allora governatore della California, successivamente Presidente degli Stati Uniti d'America Ronald Reagan: «Da oggi il mondo è più povero». In Italia Epoca mise in copertina Topolino che piangeva in sua memoria.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #261 il: 15 Febbraio 2013, 18:13:30 »
RENE CLEMENT

René Clément (Bordeaux, 18 marzo 1913 – Principato di Monaco, 17 marzo 1996 - 82 anni )

............................. è stato un regista francese.

Da giovane studia architettura alla Scuola di Belle Arti e in questo periodo realizza la sua prima opera, il film d'animazione Cesare fra i galli (1934) e inizia delle collaborazioni come aiuto regista ed operatore. Gira anche documentari in Arabia e nell'Africa del Nord dove si ammala di tifo e viene più volte arrestato durante le riprese del cortometraggio, L'Arabia proibita (1937).
 
In Francia lavora con il fotografo Henry Alekan e nel 1946 realizza il suo primo lungometraggio, Operazione Apfelkern: film di stile realistico si rivelò un successo di pubblico e di critica, premiato con il Premio della giuria al Festival di Cannes. In seguito, Clément collabora con Jean Cocteau per La bella e la bestia (1946).
Torna alla regia con I maledetti (1947), seguito da Le mura di Malapaga (1949), che vince il Prix de la mise en scène a Cannes e l'Oscar al miglior film straniero. Nel 1952 Clément gira il suo terzo film ambientato durante la guerra: Giochi proibiti, che vince il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e l'Oscar come migliore film straniero. Con Le amanti di Monsieur Ripois (1954), si aggiudica il terzo Premio speciale della giuria a Cannes.
 
Tra gli altri film: Gervaise (1956), La diga sul Pacifico (1958), Delitto in pieno sole (1959), Che gioia vivere (1961), Il giorno e l'ora (1963), Parigi brucia? (1966), La corsa della lepre attraverso i campi (1972), Babysitter - Un maledetto pasticcio (1975).

DA WIKIPEDIA

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René Clément
Regista francese. Abbandonati gli studi di architettura, nel 1933 comincia la carriera di professionista come sceneggiatore di filmetti comici (scritti a quattro mani con J. Tati) e operatore di documentari, uno dei quali, Arabie interdite (Arabia proibita, 1937), diretto personalmente. Passa subito dopo a un film a soggetto, Soigne ton gauche (Cura il tuo sinistro, 1937), cosceneggiato con J. Tati, che ne è anche il protagonista. Alla fine della seconda guerra mondiale, alla quale partecipa come soldato semplice, si trasferisce a Nizza; lavora ancora come operatore, poi come aiuto-regista, e dirige quindi il suo primo lungometraggio, Operazione Apfelkern (1946), che porta sullo schermo la vicenda di un attentato ferroviario durante l'occupazione nazista della Francia. Girato sui veri luoghi della vicenda e con autentici operai delle ferrovie, il film imprime una virata al cinema francese innestandovi una dose di asciutto realismo, e ottiene il Gran premio della giuria per la miglior regia a Cannes. Nel frattempo collabora con J. Cocteau alla regia di La Bella e la Bestia (1946) e subito dopo realizza I maledetti (1947), Le mura di Malapaga (1949), ambientato a Genova, che vince l'Oscar come migliore film straniero, e L'amante di una notte (1950). Segue il suo film più famoso, Giochi proibiti (1952), che vince il Leone d'oro a Venezia, il premio della critica a Cannes e l'Oscar. È un'opera che tenta di scrutare, senza morbosità, il fondo oscuro che la tragedia della guerra ha sedimentato nella psiche di due bambini, i quali per i loro giochi si sono costruiti un finto cimitero. Quasi per contrappasso, il film successivo è una brillante e arguta commedia, Le amanti di Monsieur Ripois (1953), interpretato da un incontenibile G. Philipe, che vince il premio speciale della giuria a Cannes. Ritorna al realismo drammatico con Gervaise (1956), tratto da Zola, mirabile equilibrio di regia e interpretazione, che vale alla protagonista M. Shell il premio a Venezia. Fino al 1975, quando si ritira, gira un'altra decina di film, tra i quali, La diga sul Pacifico (1957, dal romanzo di M. Duras), Che gioia vivere! (1961), Parigi brucia? (1967, dal best seller di D. Lapierre e L. Collins sugli ultimi giorni dell'occupazione nazista), L'uomo venuto dalla pioggia (1970), Unico indizio: una sciarpa gialla (1971).

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #262 il: 18 Febbraio 2013, 11:13:35 »
FRANCHOT  TONE

Franchot Tone (Niagara Falls, 27 febbraio 1905 – New York, 18 settembre 1968)

.................................... è stato un attore cinematografico e teatrale statunitense.


Il suo nome completo era Stanislas Pascal Franchot Tone. Nacque a Niagara Falls, nello stato di New York, da Frank Jerome Tone, presidente della Carborundum Company (produttrice del carborundum o carburo di silicio) e Gertrude Franchot.
 
A differenza di suo fratello maggiore Jerry, Tone non manifestò interesse per gli affari e per una carriera nell'impresa industriale di famiglia, preferendo seguire la propria vocazione artistica e dedicarsi alla recitazione teatrale.ù
Durante gli studi presso la Cornell University fu infatti il presidente del Club Drammatico di quell'ateneo e, dopo la laurea, si trasferì nel Greenwich Village e ottenne il primo ruolo a Broadway nel 1929, nella produzione di Katharine Cornell de L'età dell'innocenza.
 
L'anno seguente si unì al Theatre Guild e in seguito divenne uno dei membri fondatori del celebre Group Theatre, il collettivo teatrale che sarebbe poi divenuto l'Actor's Studio, assieme a Harold Clurman, Cheryl Crawford, Lee Strasberg, Stella Adler, Clifford Odets e altri. Questi furono per lui anni intensi e produttivi: tra gli allestimenti teatrali del Gruppo si possono ricordare Green Grow the Lilacs (in seguito divenuto il famoso musical Oklahoma!) (1931), 1931 (1931), e Success Story (1932), tutte produzioni grazie alle quali Tone venne universalmente considerato dai critici come uno degli attori più promettenti della sua generazione.
 
Quello stesso anno, tuttavia, Tone fu il primo del gruppo a voltare le spalle al teatro e a tentare la via di Hollywood, quando la Metro-Goldwyn-Mayer gli offrì un contratto; ciò nonostante, egli manifestò sempre una maggior considerazione nei confronti del teatro, ricordando gli anni passati sul palcoscenico con nostalgia (ed effettivamente, dopo gli anni quaranta, egli tornò sporadicamente sulle scene).
 
Il suo debutto sul grande schermo fu nel film Il sesso più astuto (1932), ma la celebrità giunse nel 1933, anno in cui comparve in ben sette film, tra cui Rivalità eroica (1933), da una sceneggiatura di William Faulkner, sul set del quale incontrò per la prima volta la sua futura moglie Joan Crawford, Argento vivo (1933), con Jean Harlow (con la quale recitò in altri tre film), e la commedia musicale di grande successo La danza di Venere (1933), sempre con la Crawford e con Clark Gable. Nel 1935, probabilmente il suo anno più fortunato, recitò ne La tragedia del Bounty (1935), che gli fece ottenere una nomination all'Oscar per il miglior attore protagonista, I lancieri del Bengala (1935) e Paura d'amare (1935), assieme a Bette Davis, con la quale si vociferò avesse una relazione [senza fonte].
 
Dopo un tormentato corteggiamento, l'11 ottobre 1935 si sposò nel New Jersey con Joan Crawford, ma i due divorziarono nel 1939.
Dopo Rivalità eroica e La danza Venere, la coppia comparve insieme in altri cinque film: Tormento (1934), Non più signore (1935), Troppo amata (1936), Amore in corsa (1936) e La sposa vestiva di rosa (1937).
 
Tone continuò a lavorare assiduamente durante gli anni quaranta, ma senza mai riuscire veramente a sfondare come star di prima grandezza.
I ruoli che gli venivano offerti erano prevalentemente quelli di playboy dell'alta società, e ben pochi dei film di questo periodo sono degni di ricordo. L'eccezione è costituita da I cinque segreti del deserto (1943), il terzo film diretto dall'allora giovane regista Billy Wilder, una brillante storia di guerra e di spionaggio, interpretata anche da Erich von Stroheim, nel ruolo del feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel, Akim Tamiroff e Peter van Eyck.
 
Dopo il divorzio da Joan Crawford, Tone si sposò e divorziò altre tre volte: dal 1941 al 1948 con la modella Jean Wallace, divenuta poi attrice, dalla quale ebbe due figli. Dopo il divorzio, lei si risposò con il collega Cornel Wilde. Tone si risposò con l'attrice Barbara Payton (1951-1952) (prima del matrimonio Tone venne aggredito fisicamente dall'amante della Payton, Tom Neal[senza fonte]), mentre l'ultimo matrimonio fu con la molto più giovane attrice Dolores Dorn (1956-1959).
 
Negli anni cinquanta, Tone passò alla televisione e tornò al teatro di Broadway, dove aveva iniziato la carriera. Partecipò al medical drama Ben Casey dal 1965 al 1966 nel ruolo del superiore di Casey. Inoltre, interpretò, diresse e produsse il suo primo film, un adattamento dell'opera teatrale Zio Vanya di Anton Čechov (1957) con l'allora moglie Dolores Dorn.
 
Morì di cancro ai polmoni nel 1968 a New York, all'età di 63 anni.
Secondo una biografia dell'ex moglie Joan Crawford, con la quale era rimasto sempre in buoni rapporti di amicizia, stava nell'appartamento di lei, e Crawford lo accudiva nonostante a sua volta fosse malata. Una volta, un visitatore chiese chi fosse quell'uomo anziano sulla sedia a rotelle, e Joan replicò: "Quello? È Franchot". Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri disperse.
 
Franchot Tone ha la sua stella nella Hollywood Walk of Fame al n. 6558 dell'Hollywood Blvd.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #263 il: 18 Febbraio 2013, 11:23:51 »
ROBERT MONTGOMERY

Robert Montgomery (Beacon, 21 maggio 1904 – New York, 27 settembre 1981- 77 anni )

................................ è stato un attore e regista statunitense.

Nato a Beacon, nello stato di New York, da Henry Senior (presidente di un'importante azienda che operava nel campo della gomma) e Mary Weed. In seguito alla morte del padre, la famiglia ebbe un tracollo finanziario e il giovane Robert si trasferì a New York per intraprendere la carriera di attore e regista cinematografico.
 
Nel 1929 debuttò sul grande schermo nel film Fatemi la corte di Sam Wood e divenne famoso al grande pubblico due anni più tardi allorquando fu partner sulla scena di Norma Shearer in Vite private; nel 1933 ebbe un ruolo nella prima versione cinematografica di Quando le signore si incontrano.
 
Nel 1935 divenne Presidente del sindacato di attori Screen Actors Guild, carica per la quale fu rieletto nel 1946.
Nel 1937, per la sua interpretazione di uno psicopatico in Notturno tragico (tratto dal lavoro del drammaturgo Emlyn Williams), ricevette la nomination agli Oscar come miglior attore (la statuetta sarà vinta poi da Spencer Tracy). Fu nuovamente nominato come miglior attore agli Oscar nel 1942 per L'inafferrabile signor Jordan, ma la statuetta fu poi vinta da Gary Cooper.
 
Arruolatosi in Marina durante la Seconda guerra mondiale, rientrò ad Hollywood nel 1945 per debuttare come regista, dirigendo alcune scene de
I sacrificati, in sostituzione del regista John Ford, ammalato. Ma la sua prima vera regia fu quella del giallo Una donna nel lago del 1947, in cui si ritagliò un ruolo non convenzionale, quello del protagonista che, voce narrante, praticamente non appare mai sullo schermo.
Fu impegnato anche in politica, attivista del Partito Repubblicano.
 
Nel 1949 fu chiamato a presentare la cerimonia dei Premi Oscar tenutasi quell'anno a Hollywood e negli anni '50 presentò la popolare serie televisiva americana Robert Montgomery Presents.
 
Nel 1960 diresse e co-produsse, con il suo amico James Cagney, il film Guadalcanal ora zero
 
Morì di cancro all'età di 77 anni a New York, nel 1981.
 
Sua figlia, Elizabeth Montgomery, scomparsa nel 1995 a soli 62 anni, fu un'apprezzata attrice.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #264 il: 18 Febbraio 2013, 11:38:40 »
ROBERT MONTGOMERY

Robert Douglass Montgomery (October 29, 1907 – July 23, 1966)

.................................was an American film actor.


Figlio di un gioielliere, usò il nome d'arte di Douglass Montgomery .
Appariva sulle scene come, robusto bello e biondo, spesso un po' ingenuo, il classico belloccio. Ha iniziato la sua carriera a Hollywood, spesso giocando nel secondo ruolo maschile. Montgomery si trasferì in Gran Bretagna nel 1940 dove girò vari film.
 
Nel 1933 girò un film importante nel ruolo di, Laurie in Piccole donne (1933), al fianco di Katharine Hepburn Jo March.
Ha anche interpretato il Hollis Johnny ("Johnny-in-the-Clouds") in The Way to the Stars (1945).
 
Montgomery tornato negli Stati Uniti si dedicò ad una serie di programmi televisivi.

Douglass Montgomery sposò l'attrice britannica Kay Young (Kathleen Tamar giovane) il 14 marzo 1952 a Betlemme federati Chiesa di Betlemme, nel Connecticut.  Per lei, fù il suo secondo marito. 

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Piccole donne  (1933) di George Cukor dove ha interpretato la parte di Laurie.
Nel 1939 ha inoltre lavorato con Elliott Nugent per la realizzazione del film Il fantasma di mezzanotte.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #265 il: 18 Febbraio 2013, 15:06:57 »
WRIGHT MILLS

Charles Wright Mills (Waco, 28 agosto 1916 – West Nyack, 20 marzo 1962 - 45 anni )

................................................ è stato un sociologo statunitense.


 È ricordato soprattutto per aver studiato la struttura del potere negli Stati Uniti nel suo libro Le élite del potere.
Tale struttura secondo Mills è costituita dalla triade della élite economica, di quella politica e di quella militare.
 

C.W.Mills era un convinto sostenitore della responsabilità degli intellettuali nella società successiva alla seconda guerra mondiale. Secondo lui erano necessari prese di posizione ed impegno al posto di un disinteressato interesse accademico, in modo da costituire un "apparato di comprensione pubblica" e di "coscienza collettiva" in grado di contrastare le politiche delle elites istituzionali, espresse nella triade economica, politica, militare.
Dal 1941 al 1945 è professore associato di sociologia alla University of Maryland di College Park (Maryland). Dal 1945 al 1948 è direttore del Labor Research Division del Bureau of Applied Social Research (BASR) della Columbia University di New York City, N.Y. coordinato da Paul F. Lazarsfeld (1901-1976). Dal 1945 al 1962 lavora al dipartimento di sociologia della Columbia University prima come lettore (1945-1946), poi come professore assistente (1946-1950), poi ancora come professore associato (1950-1956), infine come Full Professor (1956-1962). Dal 1954 al 1956 è anche lettore esterno al William Alanson White Institute of Psychiatry, Psychoanalysis, and Psychology in New York. Morì prematuramente nel marzo 1962 di un attacco cardiaco.
Sociologo di fama internazionale, considerato da alcuni uno dei maggiori del nostro tempo, ogni sua opera sollevò accese polemiche e scandalo specialmente negli Stati Uniti, la cui società fu esaminata con grande profondità nella sua analisi. Mentre i conservatori lo bollavano come "uomo di sinistra", i liberal si stupivano non avesse tenuto nella debita considerazione l'importanza politica ed istituzionale della Corte Suprema. D'altro canto l'ex Unione Sovietica, pur pubblicando il suo libro Le élite del potere come critica della società americana, concludeva nell'introduzione che l'autore era comunque schierato "nelle speranze e nelle simpatie dalla parte del mondo occidentale".
In realtà l'analisi di Mills prendeva in considerazione i profondi cambiamenti maturati nella società americana anche e soprattutto a causa della seconda guerra mondiale, al punto di arrivare a definirla "post-moderna". Tali cambiamenti spazzavano via le illusioni settecentesche di una possibile divisione dei poteri e vedevano anzi crescere in modo irresistibile la concentrazione dei poteri politico, militare, industriale. Concentrazione che si sarebbe poi chiaramente manifestata in quello che lo stesso presidente Eisenhower definì nel suo ultimo discorso "il pericoloso complesso militare-industriale".
Le élite del potere fu attentamente studiato da Fidel Castro e Che Guevara nelle prime fasi della rivoluzione cubana, che all'epoca Mills vedeva con simpatia come possibile terza alternativa tra capitalismo e comunismo. Per dare un'idea dell'importanza di C.W. Mills, si pensi che alcuni studiosi (John H.Summers che insegna storia delle idee ad Harvard) [1] sostengono che: "In relazione ai movimenti di rivolta globale del sessantotto, la CIA identificava C.W. Mills come uno dei più influenti intellettuali della Nuova Sinistra a livello mondiale, nonostante fosse morto già da sei anni".
I suoi libri sui nuovi leader, The new men of the power: America's Labor Leaders (1948), e sulla classe media americana, Colletti bianchi (1951), nonché quelli sulle strutture di potere USA, Le élite del potere (1956) e Politica e Potere (1960), esaminano le contraddizioni di questa società in cui l'uomo si crede libero, mentre sta diventando sempre più uomo-massa, strumentalizzato dall'alto attraverso la burocrazia, l'informazione, l'industrialismo, l'urbanesimo. C.W.Mills rimette totalmente in discussione l'idea che le cosiddette democrazie siano regimi di effettiva libertà. Altri importanti lavori sono: The Causes of World War Three (1958), Listen, Yankee: The Revolution in Cuba (1960), e The Marxists (1962). Il romanzo The Death of Artemio Cruz (1962), del romanziere messicano Carlos Fuentes, è a lui dedicato. La dedica dice: " A C.Wright Mills, vera voce del Nord America, amico e compagno di lotta dell'America Latina".The new men of the power: America's Labor Leaders) Vi si studia la Labor Metaphysic e la dinamica secondo cui i leader sindacali collaborano con gli industriali e i finanzieri. C.W.Mills conclude che il lavoro, come attività sociale, viene servito su un piatto d'argento, trasformandosi da sfida strutturale in comodo ingranaggio del sistema. Attraverso questa incorporazione nel sistema i leader sindacali giocano un ruolo, per quanto subordinato, nella élite di potere degli USA.(White Collars: The American Middle Classes) del 1951 ristampato come Colletti bianchi da Edizioni di Comunità, Torino 2001, pagg.XXI+472. Sostiene che le varie burocrazie esercitano una tale sopraffazione sul singolo lavoratore cittadino da privarlo del suo pensiero indipendente e ridurlo ad una specie di robot che sia allo stesso tempo sfruttato ma contento di ciò.(The power elite) (1956), trad. it. L'élite del potere, Feltrinelli, 1986. Descrive il nesso sociale e psicologico tra le élite politica, militare ed economica, intendendo come élite il gruppo organizzato di persone che si trovano ai vertici di queste tre istituzioni. Queste persone condividono una comune visione del mondo:
 la metafisica militare: una definizione militare della realtà
 la identità di classe: si riconoscono separati e superiori al resto della società
 la interscambiabilità: si muovono all'interno e attraverso le tre strutture istituzionali mantendendo comitati direttivi di collegamento
 la cooptazione / socializzazione: l'assimilazione o socializzazione di nuovi membri candidati della élite avviene solo in base al successo della loro immedesimazione o autoclonazione all'interno di tali élite.
Queste élite organizzate negli ordini istituzionali dei "tre grandi" (big three) si appoggiano su un'alleanza "precaria" basata sulla loro "comunità di interessi". Tale precaria comunità è comunque saldamente guidata dalla metafisica militare che ha trasformato l'economia in una permanente economia di guerra. Per il lettore italiano tale struttura sociale può presentare singolari affinità con il fenomeno mafioso.(The Sociological Imagination) 1959 tradotto da Q.Maffi per Il Saggiatore 1995 collana Il Saggiatore Economici pag.256 ISBN 8842801550. Si tratta di un atteggiamento mentale che porti ad una sociologia capace di collegare le esperienze individuali e le relazioni sociali. Le tre componenti della immaginazione sociologica sono:
 La storia: come una società viene in essere, come cambia e come fluisce in essa il processo storico
 La biografia: il carattere della "natura umana" in una determinata società; quale tipo di persona vive in una particolare società
 La struttura sociale: come operano i vari ordini istituzionali in una società, quali sono dominanti, che rapporti hanno tra loro, come appare la loro evoluzione, ecc.
 
La immaginazione sociologica dà a chi la possiede l'abilità di vedere, al di là del suo proprio ambiente e della sua individuale personalità, le più ampie strutture sociali e la relazione tra storia, biografia, struttura sociale. Alcuni ritengono che sia questa l'opera più importante di C.W.Mills.

C'è stato un lungo dibattito sulle vere posizioni teoriche di Mills. Mills viene visto spesso come un marxista ortodosso per via dell'enfasi che pone sulle classi sociali e sul loro ruolo nel processo storico. Altrettanto spesso altri deducono che Mills si identifica più strettamente con il lavoro di Max Weber, cui molti sociologi guardano come ad un esponente del liberalismo moderno decisamente contrario al marxismo, positivo, sofisticato e di adeguato spessore intellettuale.
 
Mills non ha mai accettato l'etichetta di marxista, ma confidava ai suoi più stretti collaboratori che si sentiva più vicino alle migliori correnti di un marxismo flessibile ed umanistico che ai loro oppositori. In una lettera del 3 novembre 1956 ai suoi amici Harvey and Bette Swados, Mills dichiarava "...ma non dimentichiamo che ci sono più elementi utili nel marxismo di Sweezy [2] che in tutti i tirapiedi di J.S.Mill messi assieme" (gli intellettuali liberali).[3] Nella stessa lettera manifestava l'intenzione di esporre in modo chiaro e diretto la sua posizione. Una frase interessante è quella abbozzata nel seguente passaggio in nota, dalle Lettere a Tovarich(autobiographical essay) datata Fall 1957 con il titolo "On Who I Might Be and How I Got That Way".[4] Queste due citazioni sono consigliate da Kathryn Mills per una migliore comprensione delle sfumature esatte del pensiero di C.W.Mills[5]
 
Sulla questione se Mills avesse o no coscienza della sua posizione come più vicina a quella di Marx che a quella di Weber, sebbene sicuramente debitore ad entrambi a livello teorico, è conclusiva l'argomentazione di Stanley Aronowitz in A Mills Revival? [6] Questa ipotesi si basa sulla visione di Mills di una società in cui si contrappongono, in modo antagonistico e secondo una logica di dominio, strati sociali sottomessi e ordini istituzionali che impongono le loro regole nelle più nascoste fessure della società.
 
Mills argomenta che i livelli di micro e di macro analisi si possono fondere nella immaginazione sociologica, che permette una profonda comprensione del senso storico dell'esperienza di una varietà di individui, riflessa nei vari aspetti e significati della loro vita intima e delle loro attività esteriori. Gli individui possono pienamente capire le loro esperienze solo se si collocano nel periodo storico all'interno del quale vivono. Il fattore decisivo è la combinazione di problemi privati e di questioni pubbliche: la combinazione di attività personali, legate al vissuto immediato dell'individuo ed alle sue relazioni con gli altri, con elementi che invece hanno a che fare con le istituzioni e con la società come unità complessiva in quel certo periodo storico.
 
Mills condivide con la sociologia marxista ed altri teorici del conflitto l'idea che la società americana sia drammaticamente divisa e sistematicamente forgiata dalle continue interazioni tra chi detiene il potere e chi ne è totalmente privo. Condivide con loro pure l'interesse per l'alienazione, per gli effetti della struttura sociale sulla personalità, per la manipolazione della gente comune realizzata dalle élite e dai mass media. Mills è riuscito a combinare queste prospettive tipicamente marxiane con un'attenta osservazione delle dinamiche psicologiche dell'individuo e delle motivazioni dei piccoli gruppi di persone, elementi nei quali i seguaci di Weber sono particolarmente dotati. Soprattutto Mills intendeva la sociologia, propriamente vissuta, come un'impresa squisitamente politica al servizio del processo democratico.
 
Ne L'immaginazione sociologica Mills scriveva che: "è compito politico dello scienziato sociale, come di qualsiasi altro educatore liberale, tradurre continuamente le questioni personali in problemi pubblici e questi nei termini del loro significato umano per una varietà di individui. È suo compito dimostrare nel lavoro - e come educatore altrettanto nella vita - questo tipo di immaginazione sociologica. È suo obbiettivo coltivare questa attitudine mentale tra gli uomini e le donne con cui viene a contatto pubblicamente. Per raggiungere questi obbiettivi si deve seguire la ragione e la propria individualità e farne i valori principali di una società democratica".

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« Risposta #266 il: 18 Febbraio 2013, 15:13:14 »
ZYGUMUNT  BAUMAN

Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925)

.......................................... è un sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche.

Nato da genitori ebrei a Poznań, città in Polonia, nel 1925, Bauman fuggì nella zona di occupazione sovietica dopo che la Polonia fu invasa dalle truppe tedesche nel 1939 all'inizio della seconda guerra mondiale, e successivamente divenuto comunista si arruolò in una unità militare sovietica. Dopo la guerra, egli iniziò a studiare sociologia all'Università di Varsavia, dove insegnavano Stanislaw Ossowsky e Julian Hochfeld. Durante una permanenza alla London School of Economics, preparò la sua maggiore dissertazione sul socialismo britannico che fu pubblicata nel 1959.
 
Bauman collaborò con numerose riviste specializzate tra cui la popolare Socjologia na co dzien ("La Sociologia di tutti i giorni", del 1964), che raggiungeva un pubblico più vasto del circuito accademico. Inizialmente, egli rimase vicino al marxismo-leninismo ufficiale; si avvicinò in seguito ad Antonio Gramsci e Georg Simmel soprattutto dopo il 1956 e la destalinizzazione..
 
Nel marzo del 1968, la ripresa dell'antisemitismo, utilizzato anche nella lotta politica interna in Polonia, spinse molti ebrei polacchi a emigrare all'estero; tra questi, molti intellettuali distaccatisi dal regime. Bauman, che aveva perso la sua cattedra all'Università di Varsavia, fu uno di questi. Egli dapprima emigrò in Israele per andare a insegnare all'Università di Tel Aviv; successivamente accettò una cattedra di sociologia all'Università di Leeds, dove dal 1971 al 1990 è stato professore. Dal 1971 ha quasi sempre scritto in lingua inglese. Sul finire degli anni ottanta, si è guadagnato una fama internazionale grazie ai suoi studi riguardanti la connessione tra la cultura della modernità e il totalitarismo, in particolar modo sul nazismo e l'Olocausto. Ha assunto anche la nazionalità inglese.

Bauman ha focalizzato le sue ricerche sui temi della stratificazione sociale e del movimento dei lavoratori, prima di elevarsi ad ambiti più generali come la natura della modernità, ecc. Il periodo più prolifico della sua carriera iniziò dopo il ritiro dalla cattedra di Leeds, quando si guadagnò una vasta stima fuori dal circolo dei sociologi del lavoro con un libro sulle connessioni tra l'ideologia della modernità e l'Olocausto. Le sue più recenti pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio dalla modernità alla post-modernità, e le questioni etiche relative. Con una espressione divenuta proverbiale Bauman ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità rispettivamente allo stato solido e liquido della società.Nei suoi ultimi lavori, Bauman ha inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori [1]. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via.
 
L'esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo o sul non poter comprare l'essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. La critica alla mercificazione delle esistenze e all'omologazione planetaria si fa spietata soprattutto in Vite di scarto, Dentro la globalizzazione e Homo consumens.
Secondo Bauman, l'"omogeneizzarsi" indica, relativamente ai rapporti tra i soggetti, un processo affine all'omologazione, all'assorbimento passivo dovuto ad usi e consuetudini, a modelli culturali e di condotta prevalenti in un dato contesto sociale. Oppure si può riferire anche a comportamenti o valori che aprioristicamente ed in maniera dogmatica vengono accettati e tramandati tra le generazioni di individui, senza alcuno spirito critico o alcuna capacità riflessiva. Passo successivo a ciò sono processi quali la spersonalizzazione e l'alienazione.Secondo Bauman, nella modernità la morale è la regolazione coercitiva dell’agire sociale attraverso la proposta di valori o leggi universali a cui nessun uomo ragionevole (la razionalità è caratteristica della modernità) può sottrarsi. Non si può invece parlare della morale post-moderna, perché la fine delle "grandi narrazioni" del Novecento, cioè le ideologie, ha reso impossibile la pretesa di verità assolute, e quindi ci possono essere tante morali.
 
Bauman propone un tipo di morale: la morale nasce come (ed è sostanzialmente) il consegnarsi totalmente dell’io al tu (ovvero di me all’altro). È un fatto assolutamente e totalmente individuale e libero. Poiché non può esistere un terzo che mi dice se la mia azione sia morale oppure no, non c’è più società, la quale necessita sempre di almeno tre persone. Ma come si traduce questa definizione individuale nella concreta pratica sociale? Bauman specifica che questa libertà di donarsi è sempre dentro a certi vincoli e costruzioni dati da una struttura che è, appunto, la società.
 
L’impulso ad essere per l’altro, a donarsi all’altro, indipendentemente da come l’altro si atteggia nei suoi confronti (questo impulso è stato formulato da Emmanuel Lévinas, filosofo francese contemporaneo) non è razionale; per questo per Bauman la morale (originata da tale impulso) è del tutto irrazionale. L’origine della morale è sempre un atto individuale, implica necessariamente un io (è la mia decisione), mai un noi (non è un atto collettivo, né l’esito di un accordo, perché è sempre la scelta del singolo di atteggiarsi in un certo modo nei confronti dell’altro). Se non c’è l’io l’atto morale non c’è. La morale quindi è un atto del tutto individuale, ma crea la società. La società nasce da una scelta etica individuale, l’atto etico individuale va fatto da me e non da altri, e però crea un vincolo: viviamo in società, siamo in società, solo in virtù del nostro essere morali. Per Bauman solitamente si incontra l’altro "non come persona": Bauman usa il termine “persona” nel senso in cui viene usato dall’interazionismo simbolico, per cui il concetto di persona è inteso nel senso di una maschera che ricopre un ruolo. L’identità di ogni individuo è la somma di tutti i ruoli che copre, per questo si parla solo di persone, cioè di attori che ricoprono ruoli. L’atto morale ci permette di incontrare l’altro non come persona/maschera, ma come volto, cioè nella sua vera identità e non nel ruolo. Con l’atto morale mi consegno a una debolezza assoluta (l’atto morale è l’antitesi del potere o della sua logica, che è forza) perché riconosco all’altro la possibilità di comandarmi, accetto di consegnarmi a lui.
 
Il paradosso della morale per Bauman è che da un lato crea disordine, dall'altro è necessario come atto fondante della società (senza l'impulso di aprirsi all'altro non ci sarebbero le relazioni sociali). Tuttavia, essendo l'impulso della morale irrazionale e libero, è in antitesi all'ordine sociale, e pertanto la morale rischia di non avere molto spazio in una società sempre più complessa che ha bisogno di regole sempre più sofisticate. Bauman non risolve questo paradosso del ruolo della morale, pur essendo cruciale nella sua visione.
A giudizio di Zygmunt Bauman, l'autoassoluzione della memoria storica tentata dai negazionisti è [2] un segno di cecità pericolosa e potenzialmente suicida, che si sviluppa attraverso due processi:

 1. Il processo di ramificazione, per cui
« mentre la quantità, lo spessore e la qualità scientifica dei lavori specialistici sulla storia dell'Olocausto crescono a un livello impressionante, lo spazio e l'attenzione ad essa dedicati nelle opere di storia generale non fanno altrettanto »
(Z. Baumann, Modernità ed Olocausto)

2. Il "processo di sterilizzazione dell'immagine dell'Olocausto sedimentata nella coscienza popolare". Le cerimonie commemorative e le solenni dichiarazioni non portano avanti nessuna analisi dell'esperienza dell'Olocausto, anche se sono di estrema importanza perché mantengono viva l'attenzione della gente comune, non specializzata sull'argomento, e cercano di sensibilizzare quanti non si sono mai posti il problema della memoria storica collettiva dell'intera enormità dell'evento "shoa".

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #267 il: 18 Febbraio 2013, 18:34:51 »
VITTORIO ARRIGONI

« Restiamo Umani »
(Adagio con il quale Vittorio Arrigoni terminava ogni suo articolo, a volte ripetuto nella forma inglese Stay Human )
 
Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011 - 36 anni )

...................................... è stato un reporter, scrittore e attivista italiano.

Vittorio Arrigoni, qui merita un ricordo, se non altro proprio perchè era uno dei nostri, nostri in quanto amante del fumo lento, amava
sia il sigaro toscano che la pipa, ma in specie amava fumare la pipa. Non discuto gli aspetti ideologici-politici, giornalistici della persona
poichè non mi pare sia il caso, ogni persona sia libera di trarre le libere considerazioni sul pensiero ed opera socio-politica ed giornalistica
della persona Arrigoni, qui mi limito a ricordare quelli che erano/sono dei nostri.

Nasce a Besana in Brianza, non lontano da casa mia e da casa dei miei svariati cugini, oggi provincia di Monza, da Ettore Arrigoni ed Egidia Beretta, piccoli imprenditori.
Aveva una sorella, Alessandra.
I nonni, antifascisti, avevano combattuto nella seconda guerra mondiale, la madre Egidia diverrà successivamente sindaco di Bulciago, il padre Ettore morirà nel dicembre 2011.
Dopo il diploma di ragioneria, lavora inizialmente nell'azienda di famiglia, nel mentre si dedica all'aiuto umanitario.
Era soprannominato "Vik".

Operazione Umanitaria :
Inizia all'età di vent'anni nell'Europa dell'est, in prevalenza con l'organizzazione non governativa IBO.
In Croazia, Russia, Ucraina, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca ma anche in seguito in Perù e poi ancora in altri paesi, opera nella ristrutturazione di sanatori, nella manutenzione degli alloggi per disabili o senzatetto e nell'edificazione di nuove abitazioni per profughi di guerra. Successivamente lavora in Africa (Togo, Ghana e Tanzania) con una cooperativa impegnata contro il disboscamento delle foreste alle pendici del Kilimangiaro e con l'ong YAP, per la quale si occupa della creazione di centri di socialità e centri sanitari.
 
Nel 2002 è inviato con la ong IPYL a Gerusalemme Est, nella stessa esperienza che vedrà la morte di Angelo Frammartino.
A Nablus, nel 2003, collabora con l'organizzazione del politico francese José Bové.
Da quell'anno diventa membro dell'ong International Solidarity Movement, una Omg non politica e, si interessa della causa palestinese dal punto
di vista umanitario, ma in seguito crescerà in lui una ideea che lo condurrà a schierarsi da una parte ideologica/politica ecc, schierandosi contro il comportamento dello Stato di Israele verso la popolazione della Striscia di Gaza, ma anche criticando apertamente la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell'amministrazione della Striscia e, quella di al-Fath in Cisgiordania.
In breve tutto ciò lo condurrà a divenire persona scomoda ed invisa a svariate organizzazioni politiche, militari.
 
Nel 2005 viene inserito a sua insaputa nella lista nera delle persone sgradite ad Israele.
Il 26 marzo dello stesso anno, per questa ragione, è fermato in ingresso alla frontiera con la Giordania.
Picchiato dai militari israeliani viene poi abbandonato in territorio giordano e soccorso da militari giordani.
Dopo un'interrogazione parlamentare sulla vicenda da parte del senatore Sauro Turroni al Ministero degli Esteri italiano, lo scrittore Amos Oz spiegherà ad Arrigoni che la presenza a Gaza era a suo parere sgradita poiché avrebbe potuto testimoniare contro Israele per crimini di guerra alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia.
 
Nell'estate 2006 partecipa come osservatore internazionale alle prime elezione libere nella Repubblica Democratica del Congo, accompagnato dal sottosegretario del Ministero degli Esteri italiano Patrizia Sentinelli e col supporto logistico-finanziario del II Governo Prodi.
 
Nel settembre 2007 parte in missione umanitaria in Libano, e presso il campo rifugiati di Beddawi lavora all'ampliamento della clinica locale.
 
Dopo la precedente espulsione, torna passando via mare nell'agosto 2008 a vivere a Gaza come attivista umanitario; al suo arrivo riceve la cittadinaza onoraria palestinese.
Dalla Striscia, diffonde informazioni sulle condizioni dei palestinesi gazawi. Nel novembre dello stesso anno è ferito, incarcerato e espulso dall'esercito israeliano per aver difeso 15 pescatori palestinesi che cercavano di pescare nelle proprie acque territoriali.
Rientra definitivamente a Gaza il 21 dicembre, a bordo della nave Dignity del movimento Free Gaza.
 
Arrigoni era un sostenitore della soluzione binazionale (uno stato laico, e unico per i due popoli) per risolvere il conflitto israeliano-palestinese, nonché un pacifista, nel processo di pacificazione palestinese, contro la pulizia etnica nei confronti dei palestinesi.

Reporter e Scrittore
Particolarmente attivo nella comunicazione via Internet, gestendo più canali di informazione su YouTube e alcuni blog, tra i quali anche uno personale di critica e poesia,[23] Arrigoni era reporter per il quotidiano Il manifesto, per PeaceReporter, per Radio 2 (Caterpillar),
Radio Popolare, per l'agenzia stampa InfoPal e commentatore per numerose altre testate italiane ed internazionali.
Con ManifestoLibri pubblica nel 2009 il libro Restiamo umani, raccolta dei propri reportage da Gaza, tradotto in inglese, spagnolo, francese e tedesco, con l'aggiunta di un'introduzione dello storico israeliano Ilan Pappé.
 
Durante l'Operazione Piombo fuso, il suo blog Guerrilla Radio, nato nel luglio del 2004,e i suoi reportage ottengono notorietà internazionale in quanto unico cronista sul campo all'inizio dell'operazione.
Il sito di Arrigoni diviene per alcune settimane uno dei blog più visitati in Italia.
 
In quel periodo è anche oggetto, assieme ad altri membri dell'International Solidarity Movement (ISM), di minacce esplicite da parte di un sito web ("Stoptheism"), ritenuto essere vicino ad ambienti dell'estrema destra israeliana.
 
Nel 2010, dopo aver in più occasioni dichiarato stima per lo scrittore Roberto Saviano e il giornalista Marco Travaglio («antipode del giornalista medio italiano, a cui una intera generazione di disinformati deve la Ricomparsa dei Fatti», al quale nel 2008 aveva dedicato un canale YouTube), critica duramente alcune forti affermazioni pro-israeliane di entrambi.
All'inizio del 2011 viene querelato per diffamazione con il parroco Giorgio De Capitani dalla giornalista del TG1 Grazia Graziadei, a causa di un duro articolo sulla giornalista scritto da Arrigoni nel giugno 2010.
 
Il 4 gennaio 2011 ripubblica sul proprio blog il manifesto dei giovani di Gaza Gaza Youth Breaks Out in segno di protesta e a favore della loro rivendicazione di libertà e democrazia sia dall'occupazione israeliana sia dall'oppressivo regime di Hamas che, contrastava in modo pacifico.
Nelle ultime settimane della sua vita prende posizione a favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi, con l'auspicio di giungere a maggiore libertà e istituzioni democratiche per le popolazioni musulmane coinvolte.

Rapimento e Morte :
Dopo aver ricevuto minacce di morte da parte di alcuni esponenti dell'area filoisraeliana, m anche da esponenti di Hamas, la sera del 14 aprile 2011 venne rapito da un gruppo terrorista dichiaratosi afferente all'area jihadista salafita, all'uscita dalla palestra di Gaza nella quale era solito recarsi. In un video immediatamente pubblicato su YouTube, in cui Arrigoni viene mostrato bendato e legato, i rapitori accusano l'Italia di essere uno "stato infedele" e l'attivista di essere entrato a Gaza "per diffondere la corruzione". Viene inoltre lanciato un ultimatum, minacciando l'uccisione di Arrigoni entro il pomeriggio del giorno successivo, e chiedendo in cambio della sua liberazione la scarcerazione del loro leader, Hisham al-Saedni, più noto come sceicco Abu al Walid al Maqdisi, e di alcuni militanti jihadisti detenuti nelle carceri palestinesi.
 
Il giorno successivo, il corpo senza vita di Arrigoni viene rinvenuto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un'abitazione di Gaza; secondo le forze di sicurezza di Hamas, la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento.
L'autopsia svolta successivamente all'Istituto di medicina legale dell'Università Sapienza di Roma confermò i rilievi palestinesi.

Indagini e Processo :
Nei giorni seguenti, le indagini delle forze di sicurezza di Hamas conducono all'individuazione dei presunti responsabili del rapimento; il 19 aprile 2011 le forze armate di Gaza penetrano nel campo profughi di Nuseirat per eseguire gli arresti. Due terroristi - tra cui il capo, il giordano Abdel Rahman Breizat - rimangono uccisi in un conflitto a fuoco mentre un terzo viene fermato.
Fonti dell'organizzazione salafita hanno successivamente dichiarato che la responsabilità del rapimento sarebbe da attribuirsi a una loro cellula impazzita e fuori controllo.
 
Il processo per omicidio inizia a Gaza l'8 settembre 2011 a carico di quattro soggetti (Abu Ghoul, 25 anni, Khader Jram, 26 anni, Mohammed Salfi, 23 anni, e Hasanah Tarek) e si conclude il 17 settembre 2012 con due condanne all'ergastolo per omicidio e altre due a 10 anni e 1 anno di carcere rispettivamente per rapimento e favoreggiamento.
La famiglia Arrigoni in quell'occasione si era dichiarata contraria alla pena di morte per gli assassini.

Reazioni Internazionali e funerali :
L'omicidio di Arrigoni ha suscitato sdegno e proteste in tutto il mondo, ed è stato condannato unanimemente dalle Nazioni Unite e da vari capi di stato. Le autorità della striscia di Gaza hanno tributato un "saluto solenne" con centinaia di partecipanti alla salma di Arrigoni prima del suo trasferimento verso l'Italia.
 
Per rispettare le volontà di Arrigoni, la famiglia ha disposto che la salma tornasse in Italia passando dall'Egitto e dal valico palestinese di Rafah anziché dal territorio di Israele.I funerali, svoltisi a Bulciago, hanno visto la partecipazione di migliaia di persone giunte da tutta Europa. L'assenza di rappresentanti del governo italiano e di un riconoscimento pubblico in memoria di Arrigoni hanno causato forti polemiche.
 
Tra le molte manifestazioni di affetto, vi fu anche quella di Moni Ovadia, che ha definito Arrigoni "un essere umano che conosceva il significato di questa parola.

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:46:58 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #268 il: 19 Febbraio 2013, 11:23:00 »
ORSON  WELLES

George Orson Welles (Kenosha, 6 maggio 1915 – Hollywood, 10 ottobre 1985 - 70 anni )

.................................... è stato un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense.

 
È considerato uno degli artisti più poliedrici del Novecento in ambito teatrale, radiofonico e cinematografico, tutti campi in cui raggiunse risultati di eccellenza. Conquistò il successo all'età di ventitré anni grazie allo spettacolo radiofonico La guerra dei mondi, trasmissione che scatenò il panico in buona parte degli Stati Uniti, facendo credere alla popolazione di essere sotto attacco da parte dei marziani.
Questo sensazionale debutto gli diede la celebrità e gli fece ottenere un contratto per tre film con la casa di produzione cinematografica RKO, da realizzare con assoluta libertà artistica.
Nonostante questa vantaggiosa clausola, solo uno dei progetti previsti poté vedere la luce: Quarto potere (1941), il più grande successo cinematografico di Welles, considerato tutt'oggi "il più bel film della storia del cinema" secondo un sondaggio di Sight & Sound che ha interpellato oltre 250 critici e registi cinematografici.
 
La carriera successiva di Welles fu ostacolata da una lunga serie di difficoltà e inconvenienti che non gli permisero di continuare a lavorare a Hollywood e che lo costrinsero a trasferirsi in Europa, dove il regista continuò a cercare di realizzare le sue opere finanziandosi soprattutto con apparizioni in film altrui. Fra i suoi molti progetti, Welles riuscì a realizzare e dirigere film come:
Macbeth (1948), Otello (1952), L'infernale Quinlan (1958), Il processo (1962), F come falso (1975) ed altri.
 
La sua fama è aumentata dopo la sua morte, avvenuta nel 1985, e attualmente viene considerato uno dei più grandi registi cinematografici e teatrali del XX secolo.
Nel 2002 è stato votato dal British Film Institute come il più grande regista di tutti i tempi.
Palma d'oro a Cannes nel 1952 (all'epoca sotto la denominazione di Gran Prix du Festival), ha ricevuto tra gli altri riconoscimenti l'Oscar alla carriera nel 1971.

« Ho avuto più fortuna di chiunque altro. Certo, sono anche stato scalognato più di chiunque altro, nella storia del cinema, ma ciò è nell'ordine delle cose. Dovevo pagare il fatto d'aver avuto, sempre nella storia del cinema, la più grande fortuna... »
 (Orson Welles)

Orson Welles nasce a Kenosha (Wisconsin), secondogenito di Beatrice Ives, pianista e suffragetta che aveva scontato una condanna per posizioni politiche fortemente radicali, e di Richard Welles, proprietario di una catena di fabbriche di furgoni e inventore dilettante, discendente da una ricca famiglia della Virginia. Fin dalla nascita, gli eclettici e facoltosi genitori impartiscono al figlio un'educazione poco convenzionale e lo trattano come il ragazzo prodigio della famiglia, indirizzandone il precoce talento verso differenti forme artistiche: il piccolo Orson impara subito a suonare grazie agli insegnamenti di sua madre e inizia presto a dedicarsi anche alla pittura.
Welles fa la sua primissima apparizione teatrale all'età di tre anni, in qualità di comparsa nel Sansone e Dalila, rappresentato all'Opera di Chicago, cui segue la parte del bambino in una versione della Madama Butterfly. Nel 1919 i suoi genitori si separano, al culmine di un tempestoso matrimonio, e Orson segue la madre a Chicago, a fianco della quale frequenta ambienti artistici e intellettuali. Il 10 maggio 1924, Beatrice Welles muore improvvisamente all'età di quarantatré anni. La dolorosa perdita della madre avrà un profondo effetto nelle scelte artistiche di Orson, che torna a vivere con il padre e abbandona per sempre la carriera musicale.
Il dottor Maurice Bernstein, vecchio amico di famiglia dei Welles, stimola nel ragazzo l'amore per il teatro, regalandogli una lanterna magica, una scatola di colori e un teatrino di marionette, con i quali il giovanissimo Orson inizia a cimentarsi nella messa in scena di spettacoli tutti suoi, dove fornisce di volta in volta personalmente la voce a tutti i personaggi.
All'età di dieci anni, durante il periodo della sua prima formazione scolastica a Madison (Wisconsin), Welles si dedica alle rappresentazioni studentesche della scuola e dirige ed interpreta il suo primo spettacolo teatrale a Camp Indianola: Il Dottor. Jekyll e Mr. Hyde. Successivamente intraprende gli studi alla Todd School di Woodstock (Illinois), una scuola d'avanguardia diretta dal professor Roger Hill, che Orson citerà più volte come maestro e come colui che gli ha fornito gli spunti artistici e letterari su cui si baserà la sua futura carriera.
Durante i cinque anni trascorsi alla Todd School, Welles prosegue le proprie esperienze teatrali e letterarie, recitando in tragedie e drammi storici shakespeariani, e cimentandosi perfino nella magia e nell'illusionismo, forme artistiche che rimarranno tra i suoi più grandi interessi futuri. In questo periodo dirige anche una versione del Giulio Cesare di Shakespeare, con la quale vince il premio dell'Associazione Drammatica di Chicago per la migliore realizzazione teatrale scolastica.
 
Nel 1930 il padre muore e lascia il quindicenne Orson sotto la tutela del dottor Bernstein (in seguito immortalato dall'attore Everett Sloane nel personaggio di Mr. Bernstein in Quarto potere). L'anno seguente il ragazzo si diploma alla Todd School e, dopo aver frequentato brevemente il Chicago Art Institute, ottiene dal dottor Bernstein il permesso di rinviare l'iscrizione all'Università Harvard e di partire per l'Irlanda per una sorta di "giro artistico" con l'obiettivo principale di sfondare nel mondo della pittura. Spostandosi per mezzo di un carretto trainato da un asino, che molte volte usa come tetto per la notte, Welles dapprima visita le Isole Aran e poi si trasferisce a Dublino, dove esaurisce il denaro a sua disposizione.
« Quando arrivai a Dublino dovetti vendere l'asino all'asta, ed anche me stesso. Penso che avrei potuto trovare un onesto lavoro come giardiniere o lavapiatti: purtroppo diventai attore »
(Orson Welles)
 
Welles decide di tentare la strada del teatro e si presenta quindi a Hilton Edwards, direttore del Gate Theatre di Dublino, sostenendo di essere un "famoso attore newyorkese" e ottenendo un ingaggio fra gli attori principali. La sua prima interpretazione è il duca Karl Alexander del Wűrtenberg nell'edizione teatrale di Jew Sűss.
Nel 1933, dopo aver lavorato per due anni come regista e attore in diversi spettacoli anche presso l'Abbey Theatre, Welles decide di trasferirsi a Londra per cimentarsi nel teatro inglese, ma gli viene rifiutato il permesso di lavoro; è costretto quindi a rientrare negli Stati Uniti, dove torna a realizzare spettacoli presso la Todd School e collabora con Roger Hill alla stesura di una serie di saggi su Shakespeare che appariranno nella collana editoriale Everybody's Shakespeare.
Nel 1934 il diciannovenne Welles si sposa con Virginia Nicholson, dalla quale avrà una figlia, dall'insolito nome di Christopher, nata nel 1937 quando Welles aveva 23 anni. Nello stesso anno gira il suo primo cortometraggio alla Todd School, The Hearts of Age (1934) nel quale interpreta la grottesca figura della Morte e a cui partecipa anche la moglie Virginia nel ruolo di un'anziana gentildonna.
 
Questo breve film muto in 16 mm, dal contesto simbolico e drammatico, si ispira all'opera di registi dell'epoca, da Erich von Stroheim a Luis Buñuel, ai surrealisti francesi. Già in questo cortometraggio, si nota come la composizione dell'immagine caratterizzi in maniera evidente la tecnica registica di Welles e come la accompagni nel suo svolgersi. L'immagine presenta luci forti, in contrasto con sequenze oscure più delineate, e ricca di elementi scenografici che ne rendono l'aspetto barocco e ridondante.
In soli quattro minuti la pellicola, che si rifà evidentemente a registi come Griffith, Stroheim, Murnau (immagini in negativo) ed all’avanguardia surrealista francese, contiene in nuce già tutti gli elementi della futura produzione cinematografica di Welles.
Anche l'accuratezza del trucco è già un elemento fondamentale e rivela una tendenza che Welles svilupperà nel corso della sua carriera di attore, quella del camuffamento e del travestitismo dei propri lineamenti, attraverso l'utilizzo di elaborate tecniche.

La Radio :
Nell'estate del 1938 Welles (che nel mese di maggio è già apparso sulla copertina di Time) e la compagnia Mercury Theatre diventano una presenza quotidiana nelle trasmissioni dell'emittente radiofonica CBS, con il programma Mercury Theatre on the Air, nel quale vengono proposte reinterpretazioni audio di classici od opere letterarie popolari. Alcuni dei testi reinterpretati sono: Dracula, L'isola del tesoro, The 39 Steps, Il conte di Montecristo, Giulio Cesare, Sherlock Holmes, Oliver Twist.
Memorabile rimane la trasmissione del 30 ottobre 1938, durante la quale il ventitreenne Welles interpreta un adattamento radiofonico scritto da Howard Koch de La guerra dei mondi, romanzo di fantascienza di H. G. Wells; il programma scatena il panico in gran parte degli Stati Uniti, dato che molti radioascoltatori credono che la Terra stia effettivamente subendo l'invasione da parte di una bellicosa flotta di astronavi marziane.
Welles sa che la CBS trasmette su frequenze vicine a quelle della più seguita NBC, dove nello stesso momento vanno in onda le trasmissioni di Edgar Bergen e Charlie McCarthy, ma sa anche che Bergen, in un momento ben preciso della sua trasmissione, manda sempre in onda uno stacco musicale durante il quale il pubblico tende a cambiare stazione: è in quel momento che Welles decide di far atterrare i suoi marziani. La scelta si rivela efficace perché gli Stati Uniti piombano nel caos. Secondo la testimonianza di molti collaboratori, tra cui l'assistente personale Alland, l'executive della CBS Davison Taylor piomba in camera di registrazione dopo 15 minuti ed esclama, rivolto a Welles: "Per Dio, interrompi questo coso! Là fuori la gente è impazzita!". Poco dopo Welles risponde al direttore generale della CBS Paley (giunto in ciabatte e accappatoio) che gli intima di chiudere la trasmissione: "Interrompere? Perché? Devono avere paura, mi lasci continuare!" Salvo poi dichiarare il contrario in tutte le interviste successive. A dire il vero, Welles pensa che l'adattamento sia noioso, e non vorrebbe proporlo, ma è costretto ad usarlo in mancanza di altro materiale interessante a disposizione.
Credendo che gli eventi descritti nella trasmissione siano autentici, gli ascoltatori del programma sono presi dal panico, senza capire che si tratta in realtà di un semplice spettacolo radiofonico. La vicenda narrata nel romanzo viene interpretata da Welles come una reale radiocronaca, con l'unico intento di risultare avvincente per il pubblico. L'adattamento del romanzo simula infatti un notiziario speciale, che a tratti si inserisce sopra gli altri programmi del palinsesto, per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi marziane a Grovers Mill (New Jersey). Il risultato è fin troppo realistico e va oltre le aspettative dell'autore stesso. La vicenda si trasforma in un enorme ritorno pubblicitario per Welles, tanto che la RKO si fa avanti proponendogli un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood.
« Per quello che abbiamo fatto sarei dovuto finire in galera, ma al contrario, sono finito a Hollywood »
(Orson Welles)

Welles a Hollywood :
« Il cinema è un mestiere... Nulla può essere paragonato al cinema. Il cinema appartiene al nostro tempo. È la cosa da fare. »
(Cahiers du cinema n. 165, 1965)
Welles ha già realizzato due film prima del suo vero debutto in Quarto potere. Il primo, Too much Johnson (1938), è destinato a essere inserito all'interno dell'omonima farsa teatrale (in tutto mezz'ora) che però non viene mai messa in scena. Welles ha detto del film, dopo che l'unica copia andò perduta nel 1970 nell'incendio della sua villa di Madrid: "Era un bel film. Avevamo creato una Cuba da sogno a New York. L'ho guardato 4 anni fa e la stampa era in ottime condizioni. Sapete, non l'avevo mai montato. Pensavo di metterlo insieme per darlo a Joe Cotten come regalo di Natale qualche anno, ma non l'ho mai fatto."
Anche il secondo film, The Green Goddess, non è mai stato visionato da nessuno.
Fin dal momento del suo arrivo a Hollywood, il 22 luglio 1939, Welles riceve tiepide accoglienze: pochi invitati presenziano al ricevimento in suo onore, mentre i giornali e i caricaturisti ironizzano subito sulla sua barba (che aveva fatto crescere per un ruolo teatrale). Welles però ignora questi atteggiamenti e si concentra sul suo progetto e sulle sue ambizioni di regista.
 
Il successivo 21 agosto sottoscrive con la RKO Pictures il più vantaggioso contratto mai offerto da uno studio:
in qualità di attore, sceneggiatore, regista e produttore, il cui compenso è previsto in 50.000 dollari di anticipo, oltre al 20% degli incassi lordi, per la realizzazione di tre film. Il contratto concede inoltre a Welles la libertà artistica assoluta, una libertà che chiunque a Hollywood avrebbe desiderato, e che costituiva probabilmente uno dei motivi che tanta invidia stava suscitando nei confronti del nuovo arrivato.
 
Per il suo primo progetto alla RKO, Welles rimane a lungo indeciso, lavorando inizialmente ad un adattamento del romanzo Cuore di tenebra (Heart of Darkness) di Joseph Conrad. La sceneggiatura, che viene realizzata in poco tempo, prevede alcune variazioni rispetto al romanzo: nel testo originale di Conrad, la storia si svolge partendo dal Tamigi a Londra fino ad arrivare nel cuore della giungla attraverso la risalita del fiume Congo; nella versione di Welles, l'azione viene attualizzata e si sposta a New York, con il fiume Hudson che sostituisce il Tamigi. Il personaggio di Marlow diventa americano e quello di Kurtz assume delle caratteristiche che lo etichettano come un nazista. Ma l'elemento essenziale di questa versione di Welles non sta nella concezione della trama, quanto soprattutto nell'originalità di concepire la tecnica filmica, aspetto che mai prima di allora era stato affrontato a Hollywood.
 
Nella visione del giovane regista, Marlow non è infatti mai visibile in scena, in antitesi con la versione di Conrad, in cui invece Marlow è il narratore in prima persona di tutta la vicenda; la concezione wellesiana in effetti sostituisce il personaggio con l'obiettivo della macchina da presa, nel quale si identifica lo sguardo del protagonista. Solo in alcuni punti si può vedere una sigaretta accesa o l'ombra del personaggio.
L'idea di Welles è quella di prestare la voce a Marlow e di interpretare anche il personaggio di Kurtz (anche se, poco prima del fallimento del progetto, ha già deciso di rinunciare).
Il ruolo di protagonista femminile viene affidato all'attrice Dita Parlo, mentre parte del cast è composto da attori provenienti dal Mercury Theatre, i quali, grazie a Welles, hanno ottenuto a loro volta un contratto con la RKO.
Il progetto però fallisce per molteplici circostanze. La Parlo viene arrestata in Francia con l'accusa di collaborazionismo, la RKO non si dimostra disposta a riporre fiducia in una tecnica registica così rivoluzionaria, mentre il budget del film si rivela troppo alto, vista anche la necessità di allestire un set che ricostruisca gli ambienti africani.
« Credo di essere fatto per Conrad. Secondo me, ogni storia di Conrad è un film. Non c'è mai stato un film da Conrad, per la semplice ragione che nessuno l'ha mai fatto com'è scritto. La mia sceneggiatura era fedelissima a Conrad. E io credo che appena qualcuno farà come dico si ritroverà un successo fra le mani »
(Orson Welles)
 Senza perdersi d'animo, Welles si dedica al secondo progetto con la RKO e decide di girare Smiler with a Knife, un film poliziesco.
Anche in questo caso, la pellicola non vedrà mai la luce, si dice per la rinuncia da parte delle due interpreti scelte, Carole Lombard e Rosalind Russell, le quali temevano di rovinare la propria reputazione partecipando ad un film diretto da un regista alle prime armi. Come in seguito dichiarò Welles, in realtà Carole Lombard gli era amica e lo appoggiava, ma la casa di produzione dell'attrice non le diede il permesso di partecipare al film.

Quarto Potere :
« Quarto potere racconta la storia dell'inchiesta fatta da un giornalista di nome Thompson per scoprire il senso delle ultime parole di Charles Foster Kane. Poiché il suo parere è che le ultime parole di un uomo devono spiegare la sua vita. Forse è vero. Lui non capirà mai cosa Kane volesse dire, ma il pubblico, invece, lo capisce. La sua inchiesta lo porta da cinque persone che conoscevano bene Kane, che lo amavano e lo odiavano. Gli raccontano cinque storie diverse, ognuna delle quali molto parziale, in modo che la verità su Kane possa essere dedotta soltanto - come d'altronde ogni verità su un individuo - dalla somma di tutto quello che è stato detto su di lui. Secondo alcuni Kane amava soltanto sua madre, secondo altri amava solo il suo giornale, solo la sua seconda moglie, solo se stesso. Forse amava tutte queste cose, forse non ne amava nessuna. Il pubblico è l'unico giudice. Kane era insieme egoista e disinteressato, contemporaneamente un idealista e un imbroglione, un uomo grandissimo e un uomo mediocre. Tutto dipende da chi ne parla. Non viene mai visto attraverso l'occhio obiettivo di un autore.
Lo scopo del film risiede, d'altra parte, nel proporre un problema piuttosto che risolverlo. »
(Orson Welles)


da Wikipedia .....segue

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« Ultima modifica: 19 Febbraio 2013, 12:47:26 da StefanoG »

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #269 il: 19 Febbraio 2013, 11:50:50 »
Segue dalla Prima

ORSON WELLES

Quarto Potere :
Come afferma Welles, il terzo film previsto dal contratto con la RKO inizia a prendere forma già durante la progettazione di The smiler with a knife. Oltre a Welles, lavorano alla sceneggiatura anche John Houseman e il neo assunto Herman J. Mankiewicz. Il film in principio deve intitolarsi Welles, poi passa a chiamarsi American, fino a prendere il suo titolo definitivo, Citizen Kane (letteralmente Il cittadino Kane, titolo italiano: Quarto potere).
 
Questa volta Welles punta a scrivere un soggetto completamente originale, senza trarre spunto dalla letteratura, come era solito fare anche in teatro. Il soggetto viene ispirato dalla figura del magnate della stampa William Randolph Hearst e la trama del film riprende a grandi linee molti riferimenti alla vita di Hearst: la ricchezza dei genitori di Kane dipende da una miniera d'oro, esattamente come per i genitori di Hearst; nonostante i grandi possedimenti ereditati, Kane si interessa quasi esclusivamente del suo piccolo giornale, e lo amplia fino a farlo diventare una pubblicazione a tiratura nazionale, creando un impero editoriale le cui prese di posizione saranno tutt'altro che imparziali; Kane si sposa due volte, la seconda con un'attrice-cantante-ballerina (Hearst era legato all'attrice Marion Davies), e tenta senza successo di entrare in politica; la realizzazione di Xanadu ricorda la residenza che Hearst si fece costruire (un castello che divenne famoso anche per gli avvenimenti mondani legati al mondo del cinema e a Hollywood); Kane acquista ogni genere di opera d'arte per il solo gusto di possederla, esattamente come fa Hearst con la sua mania per il collezionismo; negli ultimi anni di vita, Kane si ritira a vita privata, isolandosi per evitare ogni contatto umano.
Altre interpretazioni ritengono invece che il film possa essere stato ispirato da Julien Brulatour, proprietario della Kodak, oppure dall'eccentrico produttore Howard Hughes, come riportato in F come Falso.
Quale co-protagonista del film, nel ruolo di Jedediah Leland, giornalista e amico di Kane, Welles chiama uno dei componenti della compagnia del Mercury Theatre, l'attore Joseph Cotten, la cui amicizia e collaborazione professionale con Welles proseguirà anche negli anni futuri.
Le riprese di Quarto potere, la cui sceneggiatura ha richiesto tre mesi di lavoro, prendono il via il 30 luglio 1940, mentre il montaggio inizia il 23 ottobre dello stesso anno. La stampa specializzata in gossip inizia ad interessarsi al film e i pettegolezzi arrivano all'orecchio di W.R. Hearst, grazie a Louella Parsons, una celebre columnist che scrive sui suoi giornali e che, allo stesso tempo, è un'estimatrice di Welles; secondo la Parsons, Welles sta girando un film basato sulla vita di Hearst, e quest'ultimo va su tutte le furie. Grazie alla potenza del proprio impero editoriale, il grande magnate della stampa inizia un'opera di boicottaggio nei confronti del film e della RKO.
La data d'uscita di Quarto potere è prevista in origine per il 14 febbraio 1941, ma viene rimandata più volte, tanto che Welles minaccia la RKO di inadempienza contrattuale per questo ritardo. La polemica smuove la casa di produzione, che sta cercando di sfruttare la pubblicità creata dalla controversia per lanciare il film; la data di uscita nelle sale di New York e Los Angeles viene finalmente fissata per il 9 aprile 1941.
Quarto potere non ottiene un grande successo di pubblico, principalmente a causa dell'opera di boicottaggio intrapresa dai periodici dell'impero editoriale Hearst, mentre le recensioni della critica accolgono invece il film come uno dei più grandi capolavori del cinema di sempre. Con Quarto potere, Orson Welles scardina le pratiche del cosiddetto 'cinema delle origini' rifondando, di fatto, le tecniche della ripresa cinematografica. Rielaborando meccanica, ottica e illuminotecnica, ricostruisce e migliora lo stile di maestri del 'primo cinema' come David Wark Griffith (autore de La nascita di una nazione) dai quali trae ispirazione e suggestioni. Welles fonde elementi eterogenei del teatro e del cinema, ricostruendo il punto di vista dello spettatore con inquadrature virtuose e mai osate fino a quel momento, o cambi di luci fondamentali, come per esempio la dissolvenza della luce da punti diversi dello schermo e la sparizione degli attori uno dopo l'altro (innovazione poco considerata da Welles, che la credeva in uso nel cinema e che ritiene ripresa dalle sue abitudini teatrali, ma una delle poche che ammette di aver inventato).
Con il ruolo del protagonista Charles Foster Kane, Welles dimostra inoltre la propria sensibilità e abilità interpretativa, arrivando a coprire tutte le fasi dell'esistenza del personaggio, dalla prima giovinezza, in cui Kane è un baldo e idealista direttore di giornale, passando per la mezza età, quando Kane è all'apice del suo carisma e della sua spavalderia, fino alla vecchiaia, in cui si è ormai trasformato nel megalomane magnate dell'editoria, la cui umanità è rimasta soffocata dall'immenso potere conquistato.
Di fondamentale importanza per l'interpretazione di Welles è anche l'abilità del truccatore Maurice Siederman, il cui impegno riesce a rendere estremamente convincenti i vari passaggi dell'esistenza di Kane, dai venti ai settantasette anni. Anche nelle scene che ritraggono Kane da giovane, Welles è sempre pesantemente truccato.
« Riuscivo appena a muovermi, per via del corsetto e del cerone sul viso. Norman Mailer, una volta, ha scritto che quando ero giovane ero il più bell'uomo che mai si fosse visto. Grazie tante! Era tutto merito del trucco di Quarto potere »
(Orson Welles)
 
Ma l'aspetto più innovativo del film è costituito dall'uso, per la prima volta consapevole e sistematico, della profondità di campo (deep focus) e del piano sequenza. La prima tecnica viene studiata e approfondita dal celebre direttore della fotografia Gregg Toland, che ricorse a speciali lenti e ad una potentissima illuminazione del set.
A livello di scrittura, l'innovazione principale sta invece nel ricorso all'uso sistematico di flashback, contrario allo stile classico dei film.
Il regista, nelle interviste successive, ha poi sempre affermato che molte delle innovazioni a lui attribuite non erano affatto tali; per essere riuscito a farle apparire come sue, Welles si definirà - nel film F come Falso (1973) - un illusionista.

« Il film appare subito come qualcosa di incommensurabile, tanta è la sua portata e la sua novità, summa della tecnica cinematografica, laboratorio di nuove sperimentazioni, tragedia shakespeariana avvolta in atmosfere dell'assurdo e nel vuoto esistenziale. Il significato del film è ancora più complesso. La personalità di Kane è misteriosa nella sua linearità: un idealista? un approfittatore? un megalomane? Perché ci teneva tanto che la moglie diventasse una star? Un egoista incapace di amare? Perché costruì la finzione del giornale? Perché costruì la finzione della moglie star? Perché la finzione di Xanadu? "Rosebud" rimane un mistero, e tale rimane la personalità di Kane, e anche la congettura che il primo spiegherebbe la seconda. Forse non esisteva nessun movente, e nessun significato. O forse quell'informazione da sola non sarebbe servita a nulla. Il vero senso del film sta nella "ricerca del significato", più che nel significato in sé, una potente metafora della condizione umana. La risposta a questa ricerca sta nel cartello NO-TRESPASSING. Ma Kane "non ha significato": è un uomo senza principi e senza personalità. Kane è soltanto l'insieme dei propri gesti e delle proprie parole, che non hanno altro significato che quello di essere i suoi gesti e le sue parole. Esattamente come il grande ammasso di oggetti nel castello di Xanadu, che non fornisce altra personalità al castello che quella di essere un ammasso disordinato di oggetti. Kane riduce tutto e tutti ad oggetti: perciò è incapace di comunicare emozioni. Kane è inutile; e non a caso il suo ruolo nel film è trascurabile, fa soltanto da tema di discussione per i protagonisti, che sono i narratori e il giornalista »
(Piero Scaruffi su Quarto potere)
 Secondo le classifiche dell'AFI e del BFI, e di molti altri critici, Quarto potere viene considerato il "Più bel film della Storia del Cinema".

Il secondo film che Welles dirige per la RKO (in cui non compare come attore, ma solo come voce narrante) è il più sobrio e tradizionale L'orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons, 1942), adattato dall'omonimo romanzo di Booth Tarkington, vincitore del premio Pulitzer. Con questa pellicola, i dirigenti della casa di produzione ripongono le speranze di recuperare gli investimenti persi con il parziale flop commerciale del film precedente.
Il film racconta la saga degli Amberson, una famiglia dell'alta borghesia che vive a Indianapolis durante il periodo in cui il progresso tecnico e industriale proveniente dall'Europa (simboleggiato dall'arrivo e dall'affermazione dell'automobile) inizia a minarne la supremazia sociale. L'inventore Eugene Morgan (Joseph Cotten), divenuto proprietario di una fabbrica di automobili, è da sempre innamorato di Isabel Amberson (Dolores Costello), la matriarca della famiglia, la quale torna a frequentarlo dopo la morte del marito. Questo amore viene ostacolato dal di lei figlio George Minafer (Tim Holt), il quale continua a mantenere lo spirito altezzoso e l'atteggiamento aristocratico che ha sempre caratterizzato gli Amberson.
Welles considera questa pellicola addirittura migliore di Quarto potere, ritenendola una realizzazione più matura, più studiata e con una tecnica registica già differente dal primo film. La composizione dell'immagine ha un taglio meno barocco e le innovazioni sono meno coraggiose di quelle apparse in Quarto potere, ma si nota comunque un'abilità registica enorme, con un'eccellente fotografia, diverse creazioni di montaggio e un uso eccezionale dei piani sequenza.
In sostanza, il film ha tutte le premesse per diventare un grande successo e una grande opera d'arte cinematografica; ma anche in questo caso Welles trova davanti a sé una strada irta di difficoltà, poiché sono in agguato nuovi scontri con la casa produttrice.
Durante le riprese, il governo degli Stati Uniti chiede a Welles di realizzare un film documentario sull'America meridionale. Welles lascia dunque il paese per cominciare le riprese di It's All True, dopo aver montato la prima copia di bozza di L'orgoglio degli Amberson, pensando di poter continuare a inoltrare tramite telegramma le istruzioni finali ai suoi collaboratori.
A questo punto la RKO, già in difficoltà finanziarie e spaventata da un possibile nuovo insuccesso commerciale, prende il controllo della pellicola dallo staff della Mercury Production di Welles e opera un taglio di oltre 50 minuti di girato, mentre alcune scene, comprese quelle finali, vengono rifilmate ed aggiunte o sostituite a quel che resta della prima versione. La pellicola originale tagliata, compreso il finale originale che Welles aveva girato, va irrimediabilmente perduta. L'intervento della RKO, che attenua fortemente i toni nostalgici e agrodolci de L'orgoglio degli Amberson, è solo il primo di una lunga serie di persecuzioni e dannose interferenze da parte dei produttori, che Welles dovrà affrontare nel corso di tutta la sua carriera a Hollywood.
 Durante la lavorazione de L'orgoglio degli Amberson, Welles è contemporaneamente impegnato come attore sul set di un'altra pellicola, la spy-story Terrore sul Mar Nero, tratta da un romanzo di Eric Ambler e girata in simultanea in un vicino teatro di posa. Scritto e interpretato assieme a Joseph Cotten, il film viene frettolosamente realizzato di notte e non convince la casa di produzione, che lo farà uscire soltanto nell'agosto del 1943, limitandone la durata a 71 minuti e ricavandone scarso successo. Welles, che nel film impersona il sanguinario e caricaturale colonnello Haki, capo della polizia segreta turca, riesce in un primo tempo ad ottenere dalla RKO la facoltà di rigirare il finale e di integrare la storia con la voce narrante di Joseph Cotten, ma questo tentativo non gioverà comunque al film.
 
da Wikipedia

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