Autore Topic: McCLELLAND chiude?  (Letto 15110 volte)

Offline RHODESIAN

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #45 il: 07 Marzo 2018, 19:09:22 »
Penso che, come dice Nic, la questione ponga all'attenzione molteplici aspetti interessanti sulle produzioni per noi interessanti. Il problema è che le economie di scala mal si adattano alla produzione artigianale, e viceversa, e le grandi aziende sono ovviamente molto sensibili anche a minime differenze nei costi e negli scarti. faccio un esempio semplice ma credo adatto allo scopo: un contadino che produce l'insalata per se e per gli amici, può anche permettersi una coltivazione biologica a "lotta integrata" e se qualche foglia la mangia una lumachina, poco male.
Se però produce la stessa insalata per andare a venderla al mercato, investendo dversi soldini, e pretendendo di camparci la famiglia, o usa i prodotti chimici che tengono lontane le lumache, o deve essere disposto a perdere buona parte del raccolto...
Chi produce prodotti "di nicchia", venduti magari a prezzi un po' più alti della media, può tranquillamente permettersi una ricerca qualitativa, che spesso è motivo di scelta da parte dei consumatori, con costi e scarti un po' più alti di quelli delle aziende che operano su produzioni massive...
E' un dato di fatto che normalmente la produzione artigianale abbia costi un po' più alti a fronte di una migliore qualità generale, rispetto ad una pur buona produzione di massa... Poi, naturalmente ci sono quelli che "fanno i furbi" anche tra gli artigiani.
La mia esperienza è questa: io lavoro con aziende che fanno prodotti naturali di qualità altissima, e se lo possono pemettere, in mezzo comunque a mille difficoltà, proprio perchè hanno produzioni limitate. Poi lavoro anche con aziende che, pur nel "naturale" hanno una buona produzione "industriale", ma non potrebbero permettersi in alcun modo le "vette" di eccellenza delle prime...
Credo che il problema principale, che riguarda tutti i settori, sia il fatto che al giorno d'oggi la passione, la cura dei dettagli e la ricerca della qualità più elevata, mal si conciliano con le economie di mercato, portando purtroppo sempre più spesso le piccole realtà a dover chiudere i battenti se non vogliono adeguarsi alla massificazione...
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

Offline Bartleby

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #46 il: 07 Marzo 2018, 22:09:55 »
Come qualcuno di voi sa da diversi anni lavoro in dogana, paesi BRICS specificatamente.
I "numeri" che vedo passare io vanno un po' all'incontrario di quanto sostenuto da Rho, che è vero ma soltanto all'interno di un mercato come può essere quello regionale-nazionale. Nel mio mondo lavorativo, più globale che locale, le realtà piccole-artigianali, che puntano senza compromessi al massimo del meglio del top del ecc.. ecc... sono quelle che lavorano - si - quantitativamente meno ma che hanno la più alta redditività e le migliori prospettive. Certo è che, a certi livelli, il cliente te lo devi andare a cercare - non è il cliente del mass-market insomma, e neppure quello del "chilometro zero" che è un'altra cosa ancora.

Preferirei di no.

Offline Sw4n

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #47 il: 07 Marzo 2018, 22:44:34 »
Al di la' delle dimensioni della produzione (e se cosi' fosse presto vedremo sparire anche altri produttori) non va per nulla dimenticato l'impatto delle normative FDA sul tabacco.

I produttori di tabacco dovranno sottoporre ogni nuova miscela (e per nuova si intende qualunque nuova messa sul mercato dopo il 2007) ad approvazione della FDA che carichera' anche una "user fee" %. Nel post del forum McClelland stimava in almeno mezzo milione di dollari solo per tenere quelle attuali sul mercato ma questa cifra potrebbe tranquillamente essere di piu' .
Stiamo parlando di parecchi soldi solo per tenere alcune miscele sul mercato, figuriamoci a volerne "testare" qualcuna nuova.
E McClelland da sempre era tra quelle a produrre miscele in edizione limitata o speciale.

E come notava anche la Mary di McClelland la normativa prevede anche che l'iter venga ricomincito daccapo anche se la produzione dovesse interrompersi momentaneamente per carenza di materia prima (ovvero i Red Virginia di cui si sta soffrendo la mancanza oggi a causa di un'annata disastrosa nel 2016).

Molti gia' vedono Germain sparire dal mercato USA (e quindi anche esoterica). Certo, c'e' in corso una class action contro questa decisione della FDA che rende di fatto la commercializzazione dei tabacchi un affare di grandi numeri e taglia fuori i tanti piccoli blender americani.

Vedremo come andra' a finire ma l'aria non e' buona e evidentemente non e' solo una questione di qualita' della produzione quando ti viene reso molto oneroso o impossibile portare avanti questa politica.
Perche' se e' vero che i prodotti di qualita' hanno ampie marginalita' unitarie, e' pur vero che i volumi (e quindi i guadagni complessivi) sono ridotti e cosi' i ricavi complessivi.

 ::)
Ma perchè non vai dal medico?! E che ci vado a fare... Non voglio mica smettere di bere o di fumare...

Offline Nic Salamandra

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #48 il: 08 Marzo 2018, 10:41:51 »
Grandi!, con questi ultimi tre post siamo imho decollati. Perfetta l’analisi di Rho con la chiosa che qui non si parla di filiera cmnq breve, e più che insalata e lumache vedrei “foie gras” e combutta fiscale- sanitaria, come dice Claudio, a strozzare un intero sistema. Foie gras perché la bontà non c’entra con una genuinità necessariamente ecologica, quanto piuttosto con  una tipicità manifatturiera. Mi par d’aver capito (lo riferisco per essere confermato-integrato-smentito) che in California si impongono le scritte anti cancro nel caso non si adottasse il BIO (come in questo caso e a prescindere dai danni della semplice combustione)…. Altra distanza da insalata e lumachine ma essendo possibile una tutela uso come da noi DOCG e DOP, evidentemente questa non la si vuole adottare per la fattispecie inthopica. Di certo c’è anche su questo una politica nazionale che poi viene “recepita” individualmente dai singoli Stati. Ci entrasse in tutto o in parte Trump, il protezionismo inthopico sarebbe da lui trattato non a difesa dei piccoli ma dei grandi, insomma globalista pro domo sua e non liberale vero.  Le piccole economie separate devono essere inglobate e non devono competere… il degustatore inthopico è pericoloso rispetto l’utile compulsivo. Vedete dove si arriva?

La cosa fa ricordare quando si volevano eliminare i forni a legna per una direttiva europea… Il bruciato fa certo male ma poi sorge il ragionevole dubbio dato dal fatto che  (uno su tanti) il mercato dell’elettricità e della produzione standardizzata  si trovano  guarda caso dalla parte dell’Interesse. Quotando infine Baffo, una fattispecie come quella di una MacCelland (per tipicità, non deperibilità, qualità, filiera allungabile all’infinito) sarebbe proprio la più potenzialmente trionfante, esattamente come una Cantina di Brunello che voglia  fare le cose in quel modo lì, facendo botti di denaro fino All’ Estremo Oriente. Ma non sei lobby e non sei vino… sei schiacciato in una spietata discriminazione e semplicemente muori.
« Ultima modifica: 08 Marzo 2018, 10:44:33 da Nic Salamandra »
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Offline Cristiano

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #49 il: 08 Marzo 2018, 11:29:02 »
Il lusso regge sempre caro Ramon
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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #50 il: 08 Marzo 2018, 15:45:18 »
Il lusso regge sempre caro Ramon

Infatti non mi sembra che quanto da me sostenuto sia in contrasto con quello che ha correttamente spiegato Ramon. Forse non ho evidenziato abbastanza il fatto che chi ha produzioni di nicchia, magari vendute a prezzi piuttosto alti, di solito non ha problemi a livello commerciale. Se però parliamo di approvvigionamento di materie prime di altissima qualità, parlando di prodotti naturali, posso garantire che produzione di massa davvero non si conciliano in modo facile con questo tipo di scelte. Questo non vuol dire che chi fa produzione su vasta scala non possa avere un prodotto mediamente buono; semplicemente che non può raggiungere vette di qualità come piccoli artigiani disposti a spendere molto sia per l'acquisto della materia prima, che per i relativi scarti di inadeguate. Ovviamente tutto questo si calcola in denaro e comporta che piccole produzioni altamente qualitative abbiano necessariamente prezzi decisamente più alti delle produzioni massificate. A questo punto sorge solo il problema se il mercato è in grado di reggere quei prezzi oppure no, cioè se, per esempio, siamo disposti a pagare 20 30 o 40 euro per una latta di tabacco rispetto ai  9 / 10 euro richiesti per un onorevole livello qualitativo di prodotto diciamo industriale. Naturalmente queste considerazioni in Italia sono drogate da un fisco esoso che Applica oltre il 70% di tasse sul prodotto, facendo sì che le differenze in termini di prezzo tra un prodotto è un altro aumentino vistosamente... Ma questo, secondo me, è un po' un altro discorso
« Ultima modifica: 08 Marzo 2018, 15:48:57 da RHODESIAN »
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Offline caporaiss

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #51 il: 08 Marzo 2018, 16:01:49 »
Morto un papa se ne fa un altro, e chi si accontenta gode.
La picciriddata è ingenua, il colpo di porco è voluto.

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #52 il: 08 Marzo 2018, 16:52:18 »
Morto un papa se ne fa un altro, e chi si accontenta gode.
Penso anch'io, solo che MCC aveva prodotti facilmente reperibili, sebbene fuori Italia. Di quella qualità e di pari reperibilità non vedo molto. Peretti non è altrettanto accessibili. A proposito Francesco, da conoscitore di Peretti, confermi che la materia prima la prendevano da MCC o è una bufala? E se si, dove si riforniranno ora? C'è il rischio che anche Peretti tiri giù il bandone?
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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #53 il: 08 Marzo 2018, 17:26:18 »
Ma la questione qui è la morte del "Papato"....

Vedete, quando uno è focalizzato in una posizione unica al mondo, può mettere una bottega piccolo piccola e scavalcare tutto l'ambaradan della pubblicità prezzolata, camuffata o meno da critica che sia. Mi spiego, un Magnate Russo va a Montalcino e le cantine se le fa tutte, se gliene aggrada una piccolissima, il giorno dopo parte un odine stratosferico.

Il Vino è altra cosa, l'abbiamo detto, ma MCcelland nel suo tipo era cantina unica oltreché in posto unico... altre cmnq non vantavano quella posizione e nessuno è venuto a sostituire. Finita la Foglia Magica? Non parlandosi di specie selvatica ma di espedienti e stanziamenti e protezioni agricole entro tutto un sistema così dedicato e delicato, semplicemente tale sistema  NON lo si vuole.

Poi vediamo se magari in qualche altro Stato covano resistenze altrettanto splendide che possano ancora destreggiarsi, capaci di sostituire per lo meno immaginativamente quello che era McC, cioè papa e papato in fusione unica. ::)
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Offline Cristiano

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #54 il: 08 Marzo 2018, 18:02:29 »
Quei red virginia scelti campo per campo... Adieu https://www.youtube.com/watch?v=SvcZf7NHMUQ
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Offline caporaiss

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #55 il: 08 Marzo 2018, 19:32:11 »
Morto un papa se ne fa un altro, e chi si accontenta gode.
Penso anch'io, solo che MCC aveva prodotti facilmente reperibili, sebbene fuori Italia. Di quella qualità e di pari reperibilità non vedo molto. Peretti non è altrettanto accessibili. A proposito Francesco, da conoscitore di Peretti, confermi che la materia prima la prendevano da MCC o è una bufala? E se si, dove si riforniranno ora? C'è il rischio che anche Peretti tiri giù il bandone?

Veramente io sapevo il contrario che Peretti dava la roba ai Mc, comunque a listino attualmente dai Peretti mancano lo Scottish e il London, due gioiellini.
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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #56 il: 08 Marzo 2018, 20:42:00 »
Al di la' delle dimensioni della produzione (e se cosi' fosse presto vedremo sparire anche altri produttori) non va per nulla dimenticato l'impatto delle normative FDA sul tabacco.

I produttori di tabacco dovranno sottoporre ogni nuova miscela (e per nuova si intende qualunque nuova messa sul mercato dopo il 2007) ad approvazione della FDA che carichera' anche una "user fee" %. Nel post del forum McClelland stimava in almeno mezzo milione di dollari solo per tenere quelle attuali sul mercato ma questa cifra potrebbe tranquillamente essere di piu' .
Stiamo parlando di parecchi soldi solo per tenere alcune miscele sul mercato, figuriamoci a volerne "testare" qualcuna nuova.
E McClelland da sempre era tra quelle a produrre miscele in edizione limitata o speciale.
Lo ammetto, non sono un poeta e questa spiegazione mi convince di più  8)

Offline Bartleby

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #57 il: 08 Marzo 2018, 22:21:14 »
Beh, se è così come illustrato da Sw4n, e richiamandomi alla "morte del papato" ipotizzata da Nic, allora prepariamoci ad una sorta di nuova Antologia di Spoon River in chiave pipo-tabagica statunitense. Grande o piccola cosa? Come diceva il nostro Pavese: "E' inutile discutere: se uno non sente da sé la solennità tragica e definitiva..." E' comunque anche vero che i fumatori di pipa hanno una loro collina ben piena di simili eventi.
« Ultima modifica: 08 Marzo 2018, 22:24:39 da Ramon »
Preferirei di no.

Offline Sw4n

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #58 il: 08 Marzo 2018, 23:30:33 »
A proposito Francesco, da conoscitore di Peretti, confermi che la materia prima la prendevano da MCC o è una bufala? E se si, dove si riforniranno ora? C'è il rischio che anche Peretti tiri giù il bandone?

Ho chiesto loro e mi hanno confermato che 3 delle loro miscele hanno risentito della chiusura di McClelland.

Attendo di sapere quali e se la situazione verra' risolta.  ::)
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Offline samael

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Re:McCLELLAND chiude?
« Risposta #59 il: 09 Marzo 2018, 00:44:55 »
Azz proprio ora che ho in programma una trasferta bostoniana... ::)

Comunque per me meglio l’oxford del London, speriamabbène