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Il Pipa Club Italia nella bufera

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Cristiano:
Molti hanno visto sui social la nuova bufera che si è scatenata sul PCI. Non conosco bene i fatti e non mi sbilancio. La cosa è ben triste. Non so chi abbia ragione e chi torto, e non mi interessa più di tanto. Noi, per quanto agnostici del lento fumo, abbiamo sempre voluto bene al PCI e, quando ne era Presidente il compianto Carlo Lodi, abbiamo collaborato, nell'ottica di un progetto che avrebbe dovuto fare della Federazione qualcosa che usciva dallo stretto ambito delle competizioni per avvicinarsi al mondo per così dire "epicureo".
Mi preme, poichè vengo tirato in ballo nel noto j'accuse della dr.ssa Orefice, precisare con gli amici alcune cose.
Ebbi, non ricordo bene quando, incarico dai probiviri, tra cui Sandro Corsellini,  di tentare una mediazione con Emilia, cui, è noto, mi lega antica amicizia, allo scopo di dirimere le controversie insorte tra la stessa ed il PCI. Questo feci, senza successo, con correttezza professionale e senza prendere le parti di alcuno.
Debbo avvertire che qualunque ricostruzione diversa di questi fatti troverà da parte mia l'opportuna risposta nelle sedi preposte.
Mi preme, ad ogni modo, esprimere la mia vicinanza, e quella, credo, di tutto Rtp, al nostro socio onorario Alessandro Corsellini.

caporaiss:
Mi potresti segnalare qualche social

enrikon:
La passione per la pipa, per come la intendo io (e non credo di essere il solo) non ha niente ma niente a che vedere con intrallazzi vari, interessi privati, cadreghini da conservare o conquistare, ambizioni personali, ecc...

Cristiano:
Mah, io non so nemmeno che tipo di intrallazzi ci possano essere in una realtà così piccola e marginale. Rilevo solo, perchè questo più di tutto mi ha disturbato, che il Corsellini Pipa Club esiste da decenni, si è sempre chiamato così, ha vinto tutto quello che c'era da vincere ed ha fatto la storia del PCI. Che se ne chieda l'estromissione mi pare un fuor d'opera.

Nic Salamandra:
Mah non so che questione sia, si capisce che è complicata, dal bandolo quasi inafferrabile, ma delicata e che per giunta si propone a un pubblico che comprede disinteressati-non lettori-non possibilitati a leggere dei e nei social, ove pure si anniderebbero intricati retroscena...

Dunque mi "astengo" (no Rik. ;D) e mi limito a discutere alcune affermazioni generali sulle realtà "piccole"...proprio esse infatti possono ambire alla definizione di una Centralità Rappresentativa; che dunque abbia bisogno di un pensiero rappresentativo che sappia omologare i consumatori per orientarne e circoscriverne i comportamenti.

Naturale che sia così, forse è addirittura un bene, ma diventa un bene maggiore in presenza di suggestioni e stimoli (alla "collettività") del tutto antitetici, altrimenti ci si trova a dire e fare sempre le stesse cose...

Non c'entra niente, ripeto, ho solo estrapolato uno spunto da cose esposte a commento generale sun ns. mondo. :)

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