Autore Topic: Cosa state fumando?  (Letto 1347920 volte)

Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1380 il: 31 Maggio 2013, 15:45:05 »
Park Lane t in Savinelli Sigla,....tabacco che amo molto nella mia pipa preferita una Savinelli Sigla rustica nera semicurva,
pipa non costosa abbastanza economica ma neppure tanto, una di mezzo, in compenso una pipa che fuma in modo eccellente
capace di domare tutti i tabacchi, migliorarli, renderli docili e molto molto dolci  aaahh che pipa.

Durematt la Promessa.
Non saprei dire se è un requiem per il romanzo giallo, direi semplicemente che è un grande libro. Una storia di ostinazione, disperazione, sconfitta. Grande l'ambientazione e grandissimo il distacco del narratore. Ne hanno fatto anche un film molto bello, per quanto diverso (con Jack Nicholson).
Durematt descrive perfettamente emozioni, angosce, timori che si sente diventeranno realtà. L'autore gioca con il genere giallo tradizionale e lo fa ambientando proprio nella gelida e rigorosa Svizzera, luoghi descritti molto bene, la storia di un commissario che, piuttosto che seguire pedissequamente le regole convenzionali delle indagini poliziesche e analizzare razionalmente la realtà, segue indubitabilmente il suo intuito per risolvere il caso di una bambina brutalizzata e uccisa in un bosco. Durrenmatt dimostra la pochezza dell'ordine e della logica e lo fa nella maniera più semplice tirando in ballo il caso. Cos'è l'uomo rispetto al fato?
L'ordine non può che soccombere di fronte al caos, il destino è immutabile, certi eventi ed angosce cambiano per sempre la vita delle persone, le profonde e sentite intuizioni di un uomo finiscono per essere ridotte a nulla e la logica umana scompare sovrastata dalla follia.
E' un monito all'ambizione umana all'onnipotenza, un monito a tornare alla umiltà e a riconoscere la grandezza sopra di noi della vita, dei
suoi eventi della pochezza umana.
Altro ottimo lavoro di Durrenmatt, dopo "Il sospetto, altro grande capolavoro dell'autore che consiglio vivamente,magnifico. da non perdere.
Un giallo che è un capolavoro. E' lento ma si legge d'un fiato. E' un'investigazione poliziesca, ma è anche un'investigazione della natura umana. Mentre leggevo sentivo qualcosa di grandioso e assoluto che c'è in questo libro, ma non si riesce a metterlo a fuoco. Quando
lo si finisce e si sedimentano le emozioni i pensieri le parole scritte, si comprende si capisce il senso profondo capito.
Qui dentro ci sono tre elementi che mi accompagneranno per sempre.
1. Una storia originalissima (tra l'altro scritta con maestria) che tra vent'anni l'avrò ancora viva in mente e non si sarà annacquata e confusa che altre storie che ho letto.
 2. Un personaggio (Matthai) che è epico, potente, umano nella sua follia.
3. Un disvelamento della realtà odierna.
Dürrenmatt quando ha scritto questo libro nel 1956 non poteva certo immaginare che 40anni dopo avremmo assistito a scene dove uno afferma una cosa, davanti cento persone e venti telecamere, e il giorno dopo quando gli chiedono conto di quello che ha detto dice:
" non è vero non l'ho mai detto".
Questo libro parla anche del valore della parola data !
Parla del suo valore nei confronti degli altri e nei confronti di se stessi !
Del prendersi un responsabilità, del mettersi in gioco e di pagare in prima persona...
......e infine del destino cinico e baro che alla fine ha sempre la meglio su tutti!
Davanti ai tristi eventi di stragi di giovani donne giornaliere questo romanzo è più che mai attuale ed universale.
Da non perdere.

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Offline gigionaz

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1381 il: 31 Maggio 2013, 16:17:39 »
Grande, Stefano!

Io niente libro adesso, ma mi gusto il mio plug (forte-italia-virginia green mountain-toscano-latakia-brandy). Anche se non ancora 'invecchiato' mi piace. In Savinelli.
« Ultima modifica: 31 Maggio 2013, 16:20:09 da gigionaz »
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Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1382 il: 31 Maggio 2013, 18:00:31 »
Grazie Gigionaz, molto gentile :)

....il tuo Plug mi ha tanto incuriosito, cosa intrigante.
Pensavo fosse impossibile farsi da se un Plug, invece...
e tu ci sei riuscito molto bene.
Comunque, geniale.
Magari ci proverò pure io, mi compro una morsa, e mi faccio o, faccio fare una scatoletta di legno da pressare e, via con l'esperimento.
Però non ho capito una cosa che pare banale ma non mi è chiaria.
Perché metti strati di tabacco divisi da una carta da forno o similare ?...poi, come fai a toglierla ? e quando ?
Io pensavo si pressasse tutti gli strati insieme senza dividerli dalla carta da forno....mah..boh
Comunque prima di dovrò attrezzare poi si vedrà....cosa intrigante.
Beh buone fumate, di vero gusto ;)

toscano f.e.

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1383 il: 01 Giugno 2013, 10:02:02 »
antica riserva

Offline gigionaz

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1384 il: 01 Giugno 2013, 20:27:13 »
dunhill 965 in Dr Hardy tutto il giorno a passeggio per Firenze.

Per il plug ti spiego di là. Vedrai che le risposte sono semplici.
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Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1385 il: 03 Giugno 2013, 12:43:24 »
Questa mattina, dopo un digiuno dalla pipa di 2 giorni accendo Park Lane 7 in Savinelli Sigla,
il digiuno del fine settimana mi farà apprezzare ancor di più questo amato tabacco,....oggi come libro posto :
Mordecai Richler in : La versione di Barney


La versione di Barney è un romanzo dello scrittore canadese Mordecai Richler.
Il romanzo è irriverente, ironico, scorretto. Privo di linearità temporale, con flashback narrativi che si intersecano, offrendo una sapiente regia che mette a nudo un personaggio che detesta la banalità, il conformismo culturale e sociale, le regole del perbenismo. Ne viene fuori un amore incondizionato per la vita, e l'assoluto sarcasmo per chi ne coglie soltanto il calcolo, l'interesse.
Il libro, pubblicato nel 1997, è il racconto della vita dell'ebreo canadese Barney Panofsky, scritta in forma di autobiografia.
Questo romanzo, quando uscì in Italia trovò subito, grazie ad una forte pubblicità donata dal passaparola dei lettori, un largo
pubblico un cospicuo successo, la critica lo battezzò come un capolavoro assoluto e, divenne presto per un certo tipo di lettore
e, appartenente ad una data fascia culturale, esistenziale, forse politica, uno dei libri a riferimento della propria cultura.
Io, lo segnalo in quanto tale, ma anche in quanto buon libro e basta.
Richler ha sempre smentito che Barney fosse in qualche modo un suo alter ego, anche se esistono numerose analogie fra
la vita dell'autore e quella raccontata nel suo romanzo. Il libro ha avuto grande successo internazionale, e in particolar modo
come già detto, in Italia, dove nel 2001 è divenuto un vero e proprio caso letterario con più di 100.000 copie vendute.
Nel 2010 è stata realizzata una trasposizione cinematografica del romanzo: il film, diretto da Richard J. Lewis ed interpretato
da Paul Giamatti e da Dustin Hoffman, è stato presentato in concorso alla 67ª Mostra del cinema di Venezia.

La trama è la seguente :
Barney Panofsky (produttore televisivo di successo) è un ricco ebreo canadese figlio di un poliziotto che, passati i sessant'anni, decide - apparentemente controvoglia - di scrivere una autobiografia. Il motivo che spinge Barney a scriverla è dare la sua "versione" dei fatti che hanno portato alla morte del suo amico Bernard "Boogie" Moscovitch, e liberarsi così dall'accusa di omicidio mossagli nel libro "Il tempo, le febbri" dallo scrittore Terry McIver, compagno di Barney al tempo del suo lungo soggiorno a Parigi.
Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in "sitcom" decisamente popolari e altrettanto redditizie.
Nel corso della stesura delle sue memorie tuttavia i ricordi di Barney diventano via via confusi: gli episodi del suo passato si intrecciano indissolubilmente con gli avvenimenti del suo presente. Così l'intero romanzo risulta essere una serie di flashback disordinati: i racconti delle giornate del "vecchio" Barney (acciaccato, abbandonato dalla moglie ed alcolista irrecuperabile), si mescolano alla girandola dei ricordi d'una vita ricca di avvenimenti e incontri straordinari.
Il romanzo è strutturato in tre parti, una per ciascuna delle tre mogli di Barney: la prima, la pittrice Clara Charnofsky, morta suicida a Parigi; la ciarliera "Seconda Signora Panofsky", una ricca ereditiera che Barney sposa senza troppa convinzione e dalla quale divorzia presto; Miriam, il vero grande amore di Barney, dalla quale avrà tre figli (Michael, Saul, Kate), con i quali Barney ha un rapporto conflittuale. In realtà, a causa delle continue digressioni, episodi concernenti tutte e tre le donne sono presenti in ciascuna delle tre parti del romanzo.
Le memorie di Barney vengono poi pubblicate postume, con l'inserimento di pignole note a piè di pagina a correzione delle sviste di Barney, dal figlio Michael che è inoltre autore del poscritto dell'opera, in cui si spiegano i motivi dei vuoti di memoria di Barney (che è infatti affetto dal morbo di Alzheimer) e nelle quali viene infine chiarito il mistero sulla morte di Boogie.
Questo romanzo è un libro molto ironico, comico, il protagonista riesce a catturare il lettore e finire per essere un amico particolare,
un parente stretto, nonostante abbia combinato guai e creato problemi anche seri, nonostante sia una persona difficilmente da prendere a modello a causa del caratteraccio e del suo essere rissoso, litigioso, della dissoluzione morale ecc, riesce comunque a catturare i lettori e, forse anche proprio per questo essere così umanamente vero,  riesce a farsi amare, riesce a portarci dalla sua parte.
L'architettura narrativa è magistrale, la storia a tratti anche molto commovente; l'intreccio "giallo" che percorre tutto il romanzo è tenuto ben saldo e sciolto in modo sapiente con un finale tra i più indovinati che io ricordi (quante storie oggi hanno finali deludentissimi?). Lungi dall'essere prolisso e inaccurato, il romanzo ha invece una struttura studiatissima: la tensione si fonda su un espediente di narratore inaffidabile (Barney), alla cui "versione", appunto, non si sa fino all'ultimo se credere o no; a questa voce narrativa si aggiunge poi quella del pedantissimo figlio di Barney, che con i suoi commenti aggiunti in nota cerca goffamente di correggere i toni troppo caustici (o troppo veri?) del padre, oltre che i suoi lapsus. In questo gioco di verità e menzogne l'autore riesce tra l'altro a trasformare il libro che teniamo in mano in una metafora della narrativa, che è tanto vera quanto, per sua stessa natura di "fiction", mendace e ingannevole. Il romanzo è inoltre un interessantissimo ritratto del Canada francofono (è ambientato a Montreal), che mostra il lato becero e affaristico del nazionalismo indipendentista nel Québec. Leggetelo, e giudicatelo come volete, il lettore ha sempre ragione. Ma se questo non è un gran bel libro, allora non so quale altro lo sia, a mio avviso è un libro magnifico.

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« Ultima modifica: 03 Giugno 2013, 12:44:58 da StefanoG »

Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1386 il: 04 Giugno 2013, 11:11:32 »
Questa mattina finalmente riesco a trovare un po di serenità e, dopo aver tanto corso a destra e a manca, è da questa mattina presto
che corro per ragioni di lavoro, mi sento una trottola ma, adesso stop, pausaaa....mi lascio scivolare in poltrona con la pipa fra le mani, Mac Mabern Mixture Scottisch Blend in Moretti rustica semicurva  aahh che pace :)


La donna della domenica è un film del 1975 diretto da Luigi Comencini e, tratto dall'omonimo romanzo del 1972 di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. E' proprio questo libro ciò che pongo alla vostra attenzione, non che il film non meriti tutt'altro, anche il film del 1975 è davvero
un gran bel film ma, il libro da cui parte tutto è decisamente un libro meraviglioso, un libro che all'epoca ruppe gli schemi del filone, genere,
giallo, dialoghi azzeccati, ottimo stile lessicale ecc...un libro meraviglioso.
Il romanzo è ambientato a Torino e narra dell'indagine del commissario Santamaria sull'omicidio dell'architetto Garrone, personaggio che conduce una vita di squallidi espedienti a margine della Torino "bene". L'architetto viene trovato ucciso nel suo pied-à-terre con il cranio sfondato da un fallo di pietra. Tra i protagonisti della vicenda ci sono anche gli amici Anna Carla Dosio e Massimo Campi. La prima è la moglie di un ricco industriale, il secondo è un giovane della buona borghesia torinese che trascina stancamente una relazione omosessuale con Lello Riviera, piccolo impiegato comunale con velleità da intellettuale. Anna Carla e Massimo sono tra i primi sospettati, poiché Garrone fa parte, insieme con altri personaggi, di un loro "teatrino privato", nel quale stigmatizzano i vizi, le affettazioni, il cattivo gusto dei loro conoscenti. Stanca del personaggio di Garrone, Anna Carla propone a Massimo, in una lettera risentita, poi non spedita ma finita ugualmente nelle mani della polizia, di "eliminarlo" dalla loro vita. Da quel momento i due saranno coinvolti, loro malgrado, nel'indagine. Anche Lello, avvertendo che la sua relazione con Massimo è prossima alla fine, si appassiona all'indagine, per spirito di rivalsa: arriverà - senza accorgersene del tutto - vicino alla verità, e finirà ucciso dall'assassino di Garrone presso il Balon, il mercatino delle pulci di Torino. Il commissario Santamaria (che al termine della vicenda avrà un'avventura con Anna Carla) arriva alla soluzione del caso attraverso un proverbio piemontese, La cativa lavandera a treuva mai lo bon-a pèra (La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra). Attorno ai personaggi principali ruotano numerose altre figure, delle più diverse estrazioni sociali: le anziane sorelle Tabusso, rintanate con la domestica nella loro villa in collina, assediata da un florido traffico di prostitute e clienti; il gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si rifornisce di cornici al Balon; l'americanista Bonetto, un intellettuale immaturo, perso dietro improbabili, inutili (e probabilmente immaginarie) schermaglie culturali con odiati colleghi. Per tale ricchezza di personaggi e per la profondità dell'analisi psicologica il romanzo costituisce un vivido ritratto della società torinese di quegli anni.
Una società italiana (anni'70) pubblicamente virtuosa e privatamente viziosa, cicale-perditempo della ricca borghesia piemontese osservate ed indagate da un'operosa formica-commissario meridionale. Consigliato: a chi ama i gialli conditi con abbondanti dosi di costume & società,
Leggendo il libro un paio di volte, ovvero la seconda, svincolati dalla ricerca del colpevole, si nota davvero la grandiosità di questa opera letteraria per motivi vari, si gustata appieno la prosa letteraria e le pennellate con cui gli autori sbeffeggiano la " high society " torinese dei 70; il modo di parlare, lo stile nel comportamento, del vestire, le abitudini di una certa società a bene ecc, devo dire che con una prosa letteraria veramente alta ed elegante riescono nel loro vero intento di renderci insopportabile la borghesia metropolitana; infine, per la eleganza della prosa raggiunta dai due.
In somma, libro molto bello. Sia per la trama sia, e direi soprattutto, per l'elevata capacita' di scrittura degli autori che rende la lettura estremamente piacevole e, lo consiglio vivamente a tutti :)

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Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1387 il: 04 Giugno 2013, 14:52:48 »
Dopo pranzo e, dopo un buon caffè : MacBaren Mixture in Savinelli Sigla

Offline maubise

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1388 il: 05 Giugno 2013, 19:58:50 »
come Stefano, ma in Brebbia ;D
se in questa vita dovessi recuperare il tempo perduto... farebbero prima a riconcepirmi.
maubise

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1389 il: 06 Giugno 2013, 08:54:09 »
poco sto smettendo

Offline Cristiano

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1390 il: 06 Giugno 2013, 09:57:58 »
PL7 in Autograph
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1391 il: 06 Giugno 2013, 10:21:29 »
Park Lante 7 in Moretti

Offline StefanoG

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1392 il: 06 Giugno 2013, 11:48:58 »
Proseguo la mattina con una seconda carica di Park Lane 7 in Savinelli sigla.
Questa pipa mi sta dando larghe soddisfazioni regalandomi da ieri sera un Park Lane 7 tornato ad alti livelli di gusto,
era tanto che non sentivo nel P L 7 così tanto buon gusto ed aroma, odo con sfumature decise tutto il gusto
cioccolatoso e lievemente di pane caldo che solo questo tabacco sa donarmi, per alcuni può sembrare strano
ma davvero il suo gusto aroma di cioccolato per me è molto evidente, specialmente nel primo trequarti di pipa poi,
scema pian piano e si appiattisce e il tutto diviene più piatto legnoso ed erbaceo ma pur sempre godibile.
Ho riletto di recente qualche pagine di un romanzo che lessi tempo fa ed ora mentre fumo ho sul tavolo questo libro
così pubblico :

Opinioni di un clown (ted. Ansichten eines Clowns) è un romanzo scritto nel 1963 dallo scrittore tedesco Heinrich Böll.

Ambientata nel periodo della ricostruzione industriale tedesca successiva al secondo conflitto mondiale.
La vicenda si svolge tutta in un arco temporale di circa tre ore.
Hans Schnier è un giovane clown che vive a Bonn, città dove si trova la casa in cui si svolge l’azione descritta nel romanzo. Dopo l’ennesima rappresentazione fallimentare, rientrato nel suo alloggio, Hans si lascia andare a una lunga commiserazione su se stesso e su ciò che più lo tormenta: l’abbandono da parte della sua fidanzata Maria.

L’unione di Hans con Maria, fervente cattolica, era stata sempre osteggiata dagli esponenti dei comitati cattolici locali. La coppia, oggetto di pressioni sempre maggiori, si era lasciata andare ad alterchi via via più accesi fino alla definitiva separazione. Alla fine, Maria aveva deciso di unirsi a un uomo, anch’egli cattolico, e di avere una relazione stabile e “borghese”.

Ad Hans, rimasto solo, non rimane che rifugiarsi nella malinconia di un amore ormai irrimediabilmente perduto e riguardare il suo passato, anche se da sotto la sua maschera di clown è l’unico a leggere la propria vita senza il filtro delle ipocrisie nel quale è cresciuto e nel quale la sua storia d’amore è naufragata, e alla cui fine comunque egli stesso non è stato estraneo. Prorompente critica all'ipocrisia borghese legata alla ricostruzione post-bellica (velati riferimenti al piano Marshall e alle sue relative conseguenze politiche), alla negazione acritica del passato, compreso
la cultura ottocentesca tedesca e hitleriana nazista e, egli nota l'indifferenza dei tedeschi verso ciò che è stato
una mancanza di mea-culpa, il tentativo di scarica le colpe del passato ad un capo espiatorio visto nel nazismo e nella figura dei loro leader, la sua è una critica alla ipocrisia del popolo che non si accolla le proprie colpe e prosegue verso una rinascita ricca di ipocrisie, ad un senso di vergogna e di estemporanea nuova appartenenza di "rinascita", il romanzo è un capolavoro formale assoluto.
Nel libro di Böll nessun personaggio ha qualità veramente positive: neppure lo stesso protagonista Hans, che ha la sua parte di responsabilità nella separazione con Maria. Questo evita al lettore il rischio di identificazione con qualsivoglia carattere per guardare il quadro generale in cui la vicenda si svolge. La Germania post-nazista affrontò un lungo periodo di miseria economica e sociale, prima di avviare il processo ricostruttivo. L’analisi di Böll affronta il versante borghese di questa rinascita: il lungo lamento del clown è l’occasione per l’autore di descrivere le convenzioni di quella borghesia conservatrice dapprima favorevole o, comunque, non ostile al nazismo e, una volta tornata la Germania alla democrazia, pronta a riproporre nel nuovo quadro sociale i suoi riti e i suoi pregiudizi.
Bella la scrittura e interessanti gli argomenti trattati. La Germania immediatamente post seconda guerra mondiale con le sue contraddizioni e le sue potenzialità, che si intrecciano con la vita spezzata del clown Hans, lasciato dalla sua amata Maria e con la sua carriera distrutta dalle ultime pessime performance. Il tutto inserito nel più generale contesto di una critica complessiva al cattolicesimo, pienamente condivisibile nelle sue ipocrisie portate all'eccesso. Nota curiosa secondo me è il fatto che il libro racconta tre ore della vita di Hans, tre ore a partire dal ritorno nella sua città natale di Bonn dopo l'ennesimo fallimentare spettacolo fino al momenti in cui decide di scendere in strada armato di chitarra e cappello. In queste tre ore telefonerà a tutte le persone che conosce ed inoltre riceverà pure la visita di suo padre. Tre ore intense, in cui l'autore riesce ad esprimersi a livelli altissimi di stile. Un libro che di sicuro consiglio.
Melanconico ma non triste. Un flusso di coscienza che ti rapisce fino alla fine. Un capolavoro, e lo si percepisce sin dalle prime pagine che ti conquistano.

toscano f.e.

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1393 il: 06 Giugno 2013, 17:18:38 »
un libro bellissimo.

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Re:Cosa state fumando?
« Risposta #1394 il: 06 Giugno 2013, 18:12:27 »
Si, concordo è un gran bel libro, non di facile accesso a mio avviso poiché tutta l'opera è permeata di un clima pesante,
per talune persone potrebbe essere tedioso, pesante, a seconda del proprio stato psichico, ma resta un opera superba.