Autore Topic: spigolature sulla Nicotiana tabacum  (Letto 46676 volte)

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spigolature sulla Nicotiana tabacum
« Risposta #15 il: 01 Marzo 2007, 19:26:03 »
Nel 1600 il tabacco,sia da fumo che da naso,è entrato nei salotti,cominciano ad essere conquistati all'uso del fumo anche gli intellettuali, scrittori e poeti, e coloro che con quest'usanza vogliono contestare i rigidi costumi dell'epoca. Ma è dagli inizi del '700 che scrittori e poeti parlandone in parte bene, in parte male, cominciano a fare entrare nelle loro opere il tabacco come principale protagonista.
Proprio in quest'epoca venne fondato dalle donne l'"Ordine della tabacchiera". Veniva, in questo periodo, fatto anche largo uso della pipa.
Viene inventato lo smoking,che più che un abito è un modo di essere,ovvero ,una perla di tolleranza e rispetto.
Si può ricordare che lo "smoking" era una giacca che veniva data dall'ospite ai suoi invitati, quando si ritiravano in una sala apposita, dopo cena, a fumare; siccome l'odore del tabacco poteva dare fastidio alle donne o a chi non fumava, i gentlemen si ritiravano in questa sala, infilavano la giacca, fumavano,discutevano di affari e quant’altro , successivamente rientravano presso gli altri convitati rimettendo la propria giacca.
Nella pittura molti artisti cominciarono a scegliere come soggetto il tabacco: un esempio è il fumatore di un quadro del '600 di Adriaen Brower e più tardi i fumatori di Van Gogh e di Cèzanne.
Anche nella musica troviamo qualche riferimento al fumo. Johan Sebastian Bach compone un Lied in onore del fumatore.

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« Risposta #16 il: 08 Febbraio 2008, 09:14:10 »
"Gli storici riportano erroneamente che la privativa sul tabacco fu inventata in Francia da Colbert.
Prove inconfutabili dimostrano invece che, ad inventare la tassa sul tabacco, fu Papa Alessandro VII.
in vari periodi furono adibiti a manifattura tabacchi, il monastero delle Domenicane di Santa Caterina a Magnanapoli, il convento delle Convertite presso la chiesa di S. Maria Maddalena al Corso, il convento delle Terziarie Francescane vicino alla chiesa di S. Margherita in piazza Apollonia e il convento dei Francescani annesso alla Chiesa dei SS. Quattro in Trastevere.
A metà del secolo scorso, la produzione di tabacco era suddivisa in tre diverse manifatture: nel convento di S. Margherita si produceva il tabacco da fiuto, nell'ospizio di S. Michele si producevano i sigari forti, ed infine nei locali attigui a Santa Maria dell'Orto si realizzavano i sigari leggeri.
Finalmente nel 1859 la Regia Pontificia dei Sali e Tabacchi, costituita nel 1854,ottenne l'autorizzazione a predisporre un progetto di costruzione di una grande manifattura.
L'incarico di redigere il progetto fu assegnato all'architetto camerale Antonio Sarti.
Nel 1860 iniziarono i lavori e come sede fu scelto il terreno attiguo alla chiesa di S. Maria dell'Orto.
La grande manifattura di tabacco era sostanzialmente gia’ pronta nel 1863.
La ricorda l'iscrizione "PIUS IX OFFICINAM NICOTIANIS FOLIIS ELABORANDIS A SOLO EXTRUXIT. ANNO MDCCCLXIII" presente sul fronte dell'edificio che oggi affaccia su piazza Mastai.
Palazzo che diventò poi sede della Direzione Generale dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.
Con l'unificazione del Regno d'Italia ed una legislazione unica della produzione, il nostro Stato divenne il primo produttore continentale di tabacco.

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« Risposta #17 il: 08 Febbraio 2008, 18:54:06 »
Ma parliamone un po', cosa è quello che infiliamo nelle pipe?

Si ritiene che la parola spagnola tabaco derivi dalla lingua Arawak e in particolare dal dialetto caraibico Taino che (secondo Bartolomeo de Las Casas, 1552)
si riferiva con questo termine ad un rotolo di foglie della pianta oppure al tabago, una sorta di pipa a forma di 'Y', usata per aspirare il fumo per le vie nasali.
Altre fonti sostengono che il termine tabaco fosse già adoperato nella lingua spagnola per definire erbe officinali già a partire dal 1410 e fosse un adattamento
della parola araba tabbaq, che fin dal IX secolo indicava erbe di vari tipo.
La parola potrebbe essere quindi stata originariamente europea e successivamente usata per questa pianta americana.

Classe: Dicotyledonae
Sottoclasse: Gamopetalae
Ordine: Tubiflorae
Famiglia: Solanaceae
Specie: Nicotiana tabacum     


L'Attuale specie deriva dalla nicotiana rustica della Virginia ibridata con semi di altra nicotiana provanienti dalle Bermude tutto successe nel 1609, nella colonia di Jamestown in Virginia arrivò John Rolfe, che è considerato il primo ad essere riuscito a coltivare con successo tabacco per scopi commerciali in quelle zone. A quell'epoca, il tabacco coltivato in Virginia era della specie Nicotiana Rustica ed il suo sapore non era gradito dai consumatori europei, ma Rolfe aveva portato con sé dalle isole Bermuda alcuni semi...
Quì la storia diventa novella,l'ha filmata anche la Disney, sposa Pocahontas, la figlia del capo indiano Powathan,anche gli altri coloni  si dedicavano alle piantagioni di tabacco ma Rolfe, grazie alla nuova varietà che aveva introdotto, riuscì a fare fortuna coltivandolo nella sua tenuta di Varina ed esportandolo.
Dall' impollinazione dei fiori delle due specie,piano piano, si è evoluto l'attuale Virginia.

La pianta del tabacco appartiene alla stessa famiglia botanica dei pomodori, delle patate, dei peperoni e delle melanzane. Si tratta di una specie adattabile, che può essere coltivata senza costi elevati a latitudini variabili tra i 50° nord e i 40° sud.

Oltre cento paesi coltivano tabacco. Il maggiore produttore è la Cina, seguita da Stati Uniti, Brasile, India, Zimbabwe e Turchia. L’Italia con una quota di tabacco del 2% del totale, rappresenta l’ottavo produttore mondiale, nonché il principale produttore europeo. Il tabacco cresce bene anche nei terreni più poveri, fornendo ai coltivatori un’eccellente coltura alternativa. In molti casi risulta essere, in piccole estensioni di terreno, il più redditizio di qualsiasi altro raccolto. La coltivazione del tabacco si integra bene nelle rotazioni ecocompatibili, recando beneficio ai successivi raccolti di colture importanti per l'alimentazione, come il mais.

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« Risposta #18 il: 08 Febbraio 2008, 22:12:34 »
Entriamo nel merito e di più nel fornello:

Il genere "nicotiana" comprende complessivamente circa 50 specie; in origine molte di queste venivano usate come produttrici di tabacco prima che si affermasse la specie ibrida. La specie piu' usata dalle popolazioni amerinde era probabilmente la "nicotiana rustica", con contenuto piu' alto di nicotina ma di combustione piu' difficile. Proprio per favorire tale combustione venivano usati strumenti appositi: sono state trovate pipe di diversa fattura, risalenti fino a 2000 anni a.c. in molte localita’ del Sud America.
Anche la "nicotiana rustica" e’ un ibrido tetraploide: deriva da "nicotiana paniculata" e "nicotiana ondulata" ed e’ originaria della regione Andina. Si sarebbe quindi verificata nell' America del sud una ibridazione e una selezione indipendente di specie affini.
Tutte le piante di questo genere, da quelle ornamentali a quelle coltivate per la produzione del tabacco, contengono numerosi alcaloidi estremamente tossici, tra cui ricordiamo la nicotina:(ma anche piridina, piperidina e pirrolidina) 40-50 mg di questo alcaloide provocano la morte di un adulto. L'ingestione di foglie di tabacco provoca problemi al sistema nervoso, respiratorio e cardio-circolatorio. L'uso del succo di tabacco come insetticida può rivelarsi molto pericoloso.

Gli alcaloidi sono un gruppo di composti assai variabili, non hanno una struttura molecolare di riferimento, derivano da aminoacidi oppure dall’acido mevalonico attraverso differenti vie biosintetiche. Sono molto diffusi nelle piante e il loro significato biologico è poco chiaro, anche se il fatto che sono attivi fisiologicamente sugli animali, anche a concentrazioni molto basse, è spiegabile come meccanismo di difesa contro gli erbivori.
Questo spiega anche la velocità del loro effetto,l'eventuale erbivoro che mangia qualche foglia deve stare male subito,non morirne per poter trasmettere la memoria della tossicità della pianta.

L'antico amerindo aveva scoperto che a dosi ancora più basse e soprattutto essicata bene,gli effetti  del fumarla nelle sue pipe di terra ,non erano così terribili.
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« Risposta #19 il: 09 Febbraio 2008, 22:13:48 »
Altro aneddoto sul toscano,del resto è il sigaro di casa ed alcuni di noi lo fumano nella pipa.


Carlo Levi, il famoso autore di “Cristo si è fermato a Eboli”, amava talmente il Toscano da ritenere l’amore di una bella donna e il poter fumare il Toscano i due più grandi piaceri che la vita potesse offrire.
Un gustoso aneddoto ha protagonista Carlo Levi come parlamentare e come buon fumatore nei nostri anni settanta, in piena caduta di qualità produttiva:
Un giorno si avvicinò al banco del governo brandendo un Toscano come un pugnale.
Poi si rivolse a Luigi Preti, allora Ministro delle Finanze, e dopo avergli sbriciolato il sigaro sul tavolo, proruppe:
“Il tuo sigaro, ministro Preti, è uno schifo. Se fosse fabbricato da un privato tu lo avresti fatto arrestare per frode in commercio. Il gusto è pessimo, la confezione orrenda. I tuoi sigari non tirano!”

Testo tratto da “Il Sigaro Toscano” - A. Santini


PS. Levi autoritratto:
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« Risposta #20 il: 10 Febbraio 2008, 16:14:01 »
A gli inizi del 1800 il tabacco veniva trasportato come il the nelle stive dei clipper In quegli anni s’iniziarono ad usare la liquirizia e altri aromi come agenti di concia.
I carichi di tabacco delle navi in transito dal Sud America alla Spagna erano spesso alterati dall’umidità dell’atmosfera: come rimedio i marinai spagnoli pensarono di spruzzare il tabacco con acqua di liquirizia, per mantenerlo fresco e dolce
Il metodo fu osservato da un tale Cavendish di Norfolk, in Virginia, che diventò così il primo ad utilizzare il  tabacco curato con liquirizia.

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« Risposta #21 il: 11 Febbraio 2008, 12:15:16 »
e così il danno fu fatto
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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« Risposta #22 il: 16 Febbraio 2008, 00:30:00 »
De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant

È conosciuta col nome di Santacroce
l’erba che cura gli occhi dei bambini,
che sana le piaghe e lenisce le ferite;
l’erba che risolve le scrofole e il cancro,
che risana ulcera e canceroma, che lenisce
scottature, che respinge la scabbia e che risolve
anche il morbo che deve il nome ad Impete.
Questa erba riscalda, dissecca, asciuga, purifica, chiarifica,
placa il dolor di denti, del ventre e della testa,
aiuta nella tosse persistente e nelle contrazioni di stomaco;
conferisce a milza e ai reni, anche all’utero
e doma i funesti veleni delle frecce.
Quest’erba giova contro tutti gli accidenti
fa bene alle gengive, concilia il sonno,
riveste di carne le ossa scarnificate
ed è d’aiuto per le deficienze del torace e dei polmoni.
Nessun’erba, anzi, è più potente, nessuna così
eccellente, nei mali di quest’ultimi due.
Quand’era nunzio della Sede Apostolica, nel Paese
Lusitano, ce la portò Prospero Santacroce
per uso e comodo della gente di Roma
perché, prima del tempo, sollevasse il legno antico
della Santa Croce ogni cristiano, di cui oggi
la Repubblica gioisce; e perché questa famiglia illustre
e della nostra salute e dell’anima e del corpo amica,
fosse chiamata della Santa Croce.

Questo epigramma satirico di Castor  Durante, volto a scoraggiare l’uso del tabacco e intitolato nella sua versione originale in latino , fu pubblicato nel 1587 ad Anversa dall’editore Gilles Everaerts.
Castor Durante, cittadino romano, archiatra di Sisto V, professore di Botanica alla Sapienza, uno dei più noti botanici del suo tempo, era nato a Gualdo Tadino nel 1529, o nel 1530 .
L’epigramma  circolò manoscritto a Roma, prima di essere pubblicato... , fece scandalo e il cardinale Prospero Santacroce era persona potente,inoltre gli introiti del tabacco cominciavano ad essere notevoli.....
Dopo il 1587 Castor Durante, pur avendo annunciato la pubblicazione di altri suoi testi, non diede alle stampe alcuna altra opera nuova; anzi, lasciò l’incarico di sovrintendente dell’Orto Botanico di Roma e la cattedra universitaria e si ritirò a Viterbo, dove un tempo aveva esercitato la professione di medico e dove viveva il suo fratello gemello Polluce, stimato leguleio ,morì a Viterbo nel 1590 .

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« Risposta #23 il: 12 Marzo 2008, 22:08:22 »
Nel 1930  l'orientalista Stefan Przeworski scrisse sul ritrovamento di oggetti curiosi che lui catalogò come pipe. (1200 - 850 a.c.). Questi oggetti erano principalmente usati come "incensieri", si soffiava attraverso il tubo della pipa per mantenere le braci ardenti e bruciare meglio l'incenso, ma bassorilievi di epoca fenicia ci dimostrano anche che il tubo si usava per "inspirare" e quindi fumare. E molto più probabile che i marinai fenici avessero appreso la pratica di aspirare il fumo, opposta a quella di soffiare i vapori di incenso, da una delle civiltà incontrate ai confini del mondo conosciuto. Ma dove esattamente, e da chi ? E che connessione esiste tra le pipe siriane e la presenza di tabacco e cocaina nell'antico Egitto?

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« Risposta #24 il: 29 Marzo 2008, 12:30:21 »
Una storia in più sulla sacralità della pipa,che ha fatto il giro del mondo,per diventare poi tutta italiana.  :D

Turtle Heart è un indiano americano appartenente alla tribu’ degli Ojibwe conosciuti in Italia con il nome di Chippewa, Ahnishinabe, questa nazione (come viene definita la zona tribale dagli indiani pellerossa) è la più vasta del Nord America e Canada e comprende i grandi laghi del nord.
Turtle Heart nasce in Georgia U.S.A nel 1949, all’età di 22 anni consegue la laurea in medicina e subito viene arruolato nell’esercito in missione per il Vietnam. L’esperienza della guerra lo porta ad una profonda riflessione sull’umanità e lo conduce in seno alla sua tribù d’origine dove riceverà dagli anziani istruzione e pratica sui misteri e la religione indiana facendone un sacerdote della Pipa Sacra, dopo anni di pratica volta alla propria formazione, gli anziani lo eleggono a portavoce internazionale per la divulgazione dei riti cerimoniali tribali mandandolo in missione per “fare il giro del mondo della Pipa Sacra”. Egli diviene a sua volta un anziano, dopo aver conseguito insegnamenti in tutte le tribù degli Stati Uniti divenendo un esponente unico nel suo genere in quanto depositario di più culture ormai estinte e di oggetti sacri antichissimi. Formatore per altri sacerdoti indiani, ottiene di presenziare nelle carceri dove vi sono detenuti indiani e dar loro la possibilità di celebrare le proprie cerimonie,  con altri sette compagni celebra a New York nel 1984 una cerimonia di quattro giorni dove presenziano 10.000 persone di tutte le razze. Collabora con professori di alcune università americane delle facoltà di sociologia, psicologia, medicina, con centri di meditazione, leader politici e sociali ed incontra altri leader religiosi quali il Dalai Lama del Tibet . Il progetto è un impegno ed una promessa che lo vincola indissolubilmente in quanto questa cultura si va perdendo ed insieme ad essa molti insegnamenti che possono migliorare la vita di ogni individuo e quindi dell’umanità. Per noi italiani non sempre e semplice comprendere quale tipo di persecuzione razziale il popolo anglossassone ha perpetuato a danno delle popolazioni tribali causandone lo disgregamento culturale e religioso improntato su un perfetto equilibrio tra uomo natura e spirito divino.

Nel 2003 Turtle Heart arriva in Italia con la Pipa Sacra invitato da un piccolo gruppo di italiani che hanno lavorato con lui a questo progetto negli Stati Uniti, il gemellaggio con la cultura italiana lo ha portato a Pantelleria dove ora si è stabilito,definitivamente, con la sua pipa e la sua moglie italiana. Come in America, egli ha aperto un laboratorio artistico dove scolpisce legno e pietra lavica e dipinge sulle pendici del vulcano.

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« Risposta #25 il: 30 Marzo 2008, 23:08:08 »
Tenacia premiata.
Nel 1864 George Webb, un coltivatore di Brown County in Ohio, piantò i semi della varietà Red Burley che aveva acquistato e, quando spuntarono, notò che alcune piantine avevano un aspetto biancastro e malaticcio. Le trapiantò ugualmente nei campi e queste finirono per svilupparsi comunque, mantenendo però il loro colore molto chiaro. Una volta essiccate, le foglie presentarono una fibra estremamente sottile e il loro proprietario le presentò come una curiosità alla fiera di Cincinnati. L'anno seguente Webb decise di coltivare 40000 m² di terreno con i semi di queste particolari piante e la sua audacia fu premiata all'asta dei raccolti. Si vide che, una volta trattate, queste foglie avevano un sapore dolce e possedevano capacità di assorbimento maggiore rispetto a quella delle altre varietà. Il "White burley" (tabacco bianco sottile) diventò così il principale ingrediente sia del tabacco da masticare, che delle misture da pipa e sigaretta. Attualmente il prodotto è chiamato quasi sempre soltanto Burley, dato che il Red Burley, una varietà a foglia scura coltivata a metà del XIX secolo non viene più prodotta.
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« Risposta #26 il: 02 Aprile 2008, 00:27:23 »
L'origine delle cimette.... :D

L’imposizione, il 31 dicembre del 1803, di monopoli su sali, tabacchi e polveri da sparo da parte della Repubblica Italiana costituita da Napoleone Bonaparte dopo la sua prima spedizione nella penisola diede il via all’epoca romantica del contrabbando lariano, è allora che prende il via quell’incessante flusso di merci di monopolio da una parte all’altra del confine. Alle merci si aggiunsero, durante gli anni del Risorgimento, le persone: i patrioti italiani, per sfuggire ai poliziotti austriaci, ricorsero spesso all’aiuto degli spalloni, ed alla loro conoscenza dei sentieri che attraversavano la frontiera montana.
Gli svizzeri non adottarono mai sanzioni contro il contrabbando.
Nel 1848, a Brissago, nella parte elvetica di Lago Maggiore, venne impiantata una fabbrica di sigari. Finanziata dai fuoriusciti italiani, produsse sigari del tutto uguali a quelli della fabbrica imperiale di Venezia.


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« Risposta #27 il: 06 Luglio 2008, 15:14:58 »
Un brano tratto da un vecchio manuale,che ad un secolo e mezzo è ancora molto moderno.
Ho tolto dal capitolo la parte riguardante l'oppio ed altro,sarebbe stata OT,
tanto ormai è risaputo da tutti quanto l'uso sia dannoso e nefasto .

                                    MANUALE DEL FUMATORE
                        COLTIVATORE ED ANNUSATORE DI TABACCO
                                                 DI
                                  GIACOMO SORMANNI
--------
--------
MILANO 1866
PRESSO L'EDITORE CESARE CIOFFI
V, DI CHIARAVALLE N.12




                          Delle diverse qualità di tabacco
                                                 e
                           Delle diverse speze di fumatori


Il tabacco che si deve fumare a preferenza-De gustibus non est disputandum-
Il contadino,il manoale etc.,fumano il tabacco forte-L'impigato il madio-
L'alta aristocrazia ,il dolce-Rivista-I fumatori per progetto dei sigari di trenta,
o cinquanta centesimi,o delle cigarette-Le donne che della fuma si servono per reclame-
Lo studente,il soldato e la pipa-I bassi uffiziali i sigari toscani-I fumatori alla turca o chinese-


Quale tabacco si deve fumare a preferenza? ecco una questione difficile a sciogliersi.
A mio avviso,però,le varie qualità di tabacco e di sigari sono addette a questa ed a
questaltra persona ,a seconda dei paesi che abita,degli usi e dei costumi suoi.
Del resto siccome de gustibus non est disputandum,il miglior tabacco è quello che  più piace.
Difatti se applicassimo questa tesi a gli amatori del vino,troviamo i partigiani del nostranello,del piemontese,
del petit bordeaux,ecc.
Il contadino,il manuale amano a preferenza il tabacco forte,gl'impiegati,la persone del medio ceto preferiscono
quelle tra il forte e il dolce,l'alta aristocrazia che non fuma che cigarillos,roma,cigarettes,ecc. s'attiene a quello
dolce.
Da tutto questo si può trarre la conseguenza: dimmi che tabacco fumi e ti ditò chi sei.
Del resto quante differenti qualità di tabacco vi sono,altrettante specie di fumatori noi riscontriamo.
Quanti sono gli uomini altrettante sono le opinioni,dice un proverbio latino e noi aggiungiamo:
quanti sono i fumatori,altrettanti gusti troviamo,nella stessa guisa delle foglie della foresta che nessuna assomiglia all'altra,vediamo che nessun fumatore assomiglia al fumatore suo vicino.

Passiamo una breve rivista.

Prima di tutto noi abbiamo i fumatori per progetto,quelli che si mostrano attillati all'ultima moda,sul corso
col sigaro in bocca.
Questa specie è fumatrice di una forza mediocre,fuma è vero,ma per far vedere che fuma,nella stessa guisa che certi tali si mostrano
sulla bottega d'un caffè o d'un restaurant,collo stuzzicadenti in bocca.
Per loro il sigaro non è che una specie di reclame,d'ornamento come croce dei soliti santi,in quell'ora in cui tutti sono al passeggio,
sembra vogliano dire al colto pubblico:
Osservateci,noi teniamo in bocca un zigaro d'estera qualità,un zigaro che costa almeno trenta centesimi,noi non fumiamo che
zigari di lusso,e atteggiandosi alle più comiche posizioni,saranno ben felici se qualche amico li avrà veduti in quella guisa,
con un sigaro di trenta centesimi,o mezzo franco in bocca.
quelli che non si sentono di fumare zigari di trenta o cinquanta centesimi,o perchè loro no piacciono,o meglio perchè la loro borsa
non consuona colle loro idee di grandezza ,e non ponno assoggettarsi a spendere tutti i giorni sessanta centesimi di lira,per
farsi vedere a fumare zigari di lusso,s'attengono alle cigarettes,dichiarandosi partigiani dei fumatori francesi,che delle cigarettes
hanno formato la loro fuma per diletto,in ogni maniera non imitateli.
Chi fuma cigarettes sarà sempre un pessimo fumatore,il quale inoltre ci scapiterà di salute,perchè nulla v'ha di più nocivo che
il fumaretal genere bastardo di zigaro.
Oh!! ma ecco una gentile signora elegantemente abbigliata,pettinata all'ultima moda,che fuma su quel balcone e pare che col zigaro in bocca voglia sfidare il mondo intero!.
Il suo appartamento è messo con un lusso asiatico,da tutta la sua persona esala un soave profumo.
Chi è? una buona vivente,passatemi la frase,che del zigaro si serve per accalappiare gli studenti,i campagnuoli,i gonzi,
e qualche volta anche coloro che pretendono di saperne a lungo in fatto di donne.
E chi è quel giovane che col pouf in testa,la pipa in boca,insegue quella sarterella dalla fisionomia brunotta e simpatica?
Uno studente,uno studente pel quale la pipa è una cara e prediletta compagna.
Per ultimo diremo che il soldato fuma pure nella pipa,ma la sua è più modesta di quella dello studente,perchè di gesso.
Ma essa è per lui una cara compagna,un sollievo alle sue fatiche.
I bassi uffiziali invece s'attengono generalmente ai zigari toscani,non vogliono degradarsi sino alla pipa,
ma in via economica si danno a quel zigaro,che nello stesso tempo è il meno costoso e il più forte.

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« Risposta #28 il: 08 Luglio 2008, 00:47:54 »
Avevo annunciato un dizionario,a puntate,per annoiarvi un po'.
Cominciamo con pochi termini in lingua romagnola:

bresa
la brace,quello che è acceso nel fornello

brustighè
il fornello e bruciacchiato,abbrustolito

burnisa
la brace che si stà spengendo,quasi tutta cenere

calezna
la gromma,il catrame,la fuliggine,quello che rimane nel cannello e sulla scovolino

Caratena
pipa di argilla rossa con cannuccia di marasca (ciliegio amarena), in uso presso i contadini, i barcaioli, i marinai, gli scariolanti etc.. della bassa Romagna fino alla seconda guerra mondiale (parente della pipa Chioggiotta ha però una sua origine ben definita); speciali quelle prodotte a Faenza, da sempre famosa per la ceramica.
Di uso con tabacco povero, ovvero il trinciato FORTE (o di prima) o con il trinciato COMUNE (o di seconda); a volte, quando pioveva, veniva fumata col fornello rovesciato per risparmiare un fiammifero.
Detto popolare "Se vut fume alzir pepa ad terra e canel d'zris" (se vuoi fumare leggero pipa di terra e cannello di ciliegio)

fujàza
tabacco da pipa

marogna
la crosta di carbone dentro il fornello

zèndra
la cenere

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« Risposta #29 il: 17 Luglio 2008, 00:37:02 »
Proviamo a cominciare:

A  &  B


ADDITIVI.
Per essere ammessa nella lista degli additivi autorizzati in tutta Europa, è sufficiente che la sostanza sia autorizzata in un solo paese dell' Unione,anche la Svizzera è inclusa.
Ogni additivo viene valutato in base alla sua non tossicità alimentare.
Questo significa che deve essere inoffensivo quando viene mangiato.
Eccone un breve elenco:
furfurolo: olio volatile che dà aroma al tabacco; mentolo: usato per dare aroma;
estratto di radice di Angelica: contiene sostanze cancerogene; cacao: benché con il cacao in polvere si faccia una ottima bevanda, il cacao bruciato e fumato nella sigaretta si sospetta sia pericoloso per la salute;
liquirizia: l'estratto di liquirizia serve per aggiungere aroma, mantenere il tabacco umido e farlo bruciare meglio. Un componente dell'estratto (l'acido glicirrico), bruciato, dà origine a idrocarburi aromatici policiclici cancerogeni;
zuccheri: di canna, di barbabietola e di frutta, sono, fin dall'inizio secolo, i principali additivi nelle sigarette delle più importanti marche americane, in cui costituiscono circa il 4% del peso del tabacco. Bruciando assieme al tabacco lo zucchero aumenta la produzione di catrame. Certe forme di zucchero, come il caramello o lo zucchero invertito, quando si scaldano producono catecolo, che è uno dei maggiori agenti cancerogeni che si conoscano nel fumo.
glicerina e glicoli: servono per mantenere umido il tabacco; la glicerina, bruciando, produce acroleina, che inibisce l'azione delle ciglia che servono ad espellere dai polmoni le sostanze dannose, aumentando così il rischio di bronchiti croniche e di enfisema.
Naturalmente questo tipo di rischi sono legati al consumo di sigarette,anche se nei tabacchi da pipa queste sostanze spesso di origine alimentare hanno una consistenza,quantitativa più pesante che nelle "bionde" e alcuni aromi sono completamente sintetici .
La corretta fumatata assolutamente senza traspirazione con tabacchi con grado di umidità giusto, in modo da evitare temperature eccessive,o fumo con molto vapore,sono una discreta garanzia di drastica riduzione dei rischi,oltre all'accurata pulizia e al riposo della pipa.
I tabacchi più naturali sono anche  meno dannosi di quelli "zuccherini",quelli più nicotinici o più forti diminuiscono la durata della fumata e anche gli eventuali piccoli danni,denti gialli,lingua e mucose irritate etc.
I gusti sono estremamente personali,ma,certi tabacchi con aromi molto spiccati tipo vanilla o ciliegia,o altri,andrebbero scelti fra le marche che li fanno per tradizione da molti anni,per evitare il più possibile la chimica,per esempio la tradizione americana su questi tabacchi con additivi alimentari è centenaria,altre sono recentissime.

AROMA.
Caratteristica del fumo di tabacco,
percepita dall'odorato, quindi il profumo che si diffonde intorno
a noi quando fumiamo,che spesso ci trasforma in veri e propri arbre magic.
Quanti di noi si sentiranno dire: non fumare in salotto quello che odora di aringhe,
fuma quello che sa di nutella.

AROMATICO.
La leggenda dice che sia la qualità di molti tabacchi naturali,
ma spesso è un prodotto della chimica,per arricchire quei tabacchi,
che altrimenti andrebbero subito a finire nella spazzatura.

AROMATIZZANTI.
Legione di additivi per lo più sintetici,
ma anche, nella migliore delle ipotesi, di natura alimentare.
Ovvero zuccheri,sciroppi e melasse,miele,cacao,liquirizia,vanillina,
essenze alcoliche varie,olii aromatici come bergamotto,agrumi etc..
Concentrati di altri tabacchi,spesso di sintesi.
Avana
Tipo di tabacco chiaro coltivato nell'isola di Cuba e in altre località dell'America Centrale, ricercato e apprezzato per il suo aroma; da il nome anche al sigaro confezionato con quel tabacco “Vi piacciono i sigari? Questo è un vero Avana” (Malaparte). Per estensione, color nocciola chiaro, simile a quello del sigaro omonimo, anche come agg.: un vestito avana.
gia ampiamente trattato nel presente 3d
http://www.toscopipa.com/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=523&postdays=0&postorder=asc&start=0
BLEND.
Miscela composta da più tipi di tabacchi.

BLENDER.
Il creatore di sublimi miscele,ovvero come ci sentiamo
dopo aver mischiato un po' di avanzi.

BODY.
corpo,forza,spessore,da non confondere con la
quantità nicotinica.

BRENTA.
 pianta di bassa statura, molto resistente all’azione del vento, di notevole aroma e rusticità: una varietà di tabacco, spuntata dopo un secolo di lavorazione.
Tre  i tipi colturati: il Cuchetto, pregiato per il suo aroma, ma ben presto abbandonato perché troppo delicato; l’Avanetta, dalla foglia piccola, ma di buona qualità, nelle due forme liscia e bollosa; l’Avanone, molto produttivo, ma di pregio inferiore, detto anche Campesano dal paese di Campese, dove veniva coltivato. Da ricordare anche il Nostrano Gentile, un ibrido, simile all’Avanone, ma con un numero più elevato di foglie.

BRIGHT.
Letteralmente chiaro e brillante. Originariamente
usato per definire i tabacchi Virginia.

BURLEY.
Tabacco tipico delle miscele
americane, per il gusto neutro si associa facilmente
ad ogni altro, ottima combustione e
grande capacità di assorbire gli aromatizzanti,
pochissimo corpo.
Se aggiunto ad una mix sbilanciata sull'acuto,
ingentilisce fino ad arrivare all'appiattimento.

Suerte!