Tabacchi > Aromatici

Yasmine

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Bartleby:
Che mi risulti unico o quasi unico tabacco per pipa (a secco) prodotto in Tunisia.
Costo 9 dinari al pacco, cioè 3 euro. Lo cito come curiosità per il turista più che altro.
Si chiama “Yasmine” ed è un scaferlati scuro aromatizzato al gelsomino (aromatizzazione nazional-popolare questa che rimanda alla recente “rivoluzione dei gelsomini” tunisina tra le altre cose).

Una recensione francese entusiasta lo descrive come: “ un tabac a utiliser au WC dans ses cas “  ;D
Conoscenti siculo-ragusani, marinai, invece me ne parlavano benino per quel prezzo, il che mi fa venire il sospetto che forse esista anche una versione non aromatizzata. Boh. Proverò.

enrikon:
Prova ed educici!

Cristiano:
Interessante, a parte il gelsomino

Nic Salamandra:
Beh, a parte il benaltrismo capiscitorio del “francese”, monotonamente cessista (profumatore del c., scaricato nel c.) e “sessista” (piace alla mia ragazza etc…) in versione “trivial”, per cui non suggerirei-sarebbe inutile- un pizzico di ego-eurocentrismo in meno, ma almeno un pizzico di nozioni elementari in più, la fava tonka abita gli scaferlati francesi non appena si presentano per sola pipa (Narval Bleu) laddove i cubetti, esattamente come i panetti di cartone del Forte fino a poco tempo fa, sono-erano multi uso. Di più, la cumarina abita assai tradizionalmente- trasversalmente  e bene gli scuri (sia fired che dark air) robusti, ne è un esempio il sopravvissuto Cob Flake. L’Amsterdamer tradizionale, ben rieditato proprio in Francia (ora MacB) aveva le due versioni in un taglio praticamente da rolllo: quella “amaranto”, naturale,  è passata pochissimo da noi, ma francamente, anche mettendomi nei pani d’un “capiscitore” di taglio diverso dal mio, penso che quella azzurra, alla fava tonka, fosse migliore senza se e ma, per lo meno nella pipa.

Il Clan ha avuto un destino simile: la versione in “bianco e nero” (ma sempre “scozzese”), la naturale, è durata poco… ma anche qui, benché il melange era più chiaro dello stesso Amsterdamer e dunque forse meno indicata l’aromatizzazione su  tabacchi chiari di loro delicati e oltretutto “calorosi”, i leggendari tempi della “Lingua di Cervo” volgono a vantaggio della linea “aromatic”, sia nell’impatto popolare che in ottica (personalmente parlando) “critica”. Sul Fliyng Dutchman il discordo è parzialmente lo stesso: in verità il Regular in latta bianca (ne gustai una da 100 gg.), pur altrettanto meteorico, era una cosa unica e fantastica,  il “trinciato assoluto” della specie, roba nel suo specifico di prima linea accanto a tutte le altre eccellenze anglo-americane, che vi pajano e piacciano.

Tornando allo “scaferlati aromatic” in versione coloniale magrebina, la sostanza del giudizio non può riguardare il versante Cumarina-eo Gelsomino… a occhio la prima ci risulterebbe più “familiare”, ma anche il gelsomino ha notevoli trascorsi nelle tabacchiere (i petali) e addirittura in fumata (semi secchi)… un tratto dunque di sopravvivenze più che altro “retrò” panmediterranee,  con legami interni forse attinenti al Narghilè, e dunque alla cultura delle melasse che contengono il tabacco, anziché esserne infibrato e compattato come nei navali anche europei primitivi. Poi, se a Nord l’aromatizzazione era finalizzata agli ambienti chiusi (dato il clima), in Tunisia, patria di fumatori perenni anche casalinghi senza possibilità d’opposizione, si può immaginare una attinenza simile.

Post dai molti spunti questo di Baffo, certo da confrontarsi- integrarsi, come auspica Enrikhon, con chi sta lì. Magari, la visione uso “Montenegro alla Pescatora” dei siracusani folkapiscitori che danno il metro alla “competenza-infantilismo-effemminatezza” (inthopicamente parlando)a chi poco dista ma molto nel suo specifico sa, è forse da integrarsi con altre vedute anch’essa.  ;D


Claudio Villa AldoBrandini CVAB:
Sarei curioso di provarlo, potrebbe non essere male questo "mediterranean soapy".

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