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Le pipe Italiane / Design pipario
« il: 13 Ottobre 2017, 13:57:08 »
Faccio una considerazione a margine.
Secondo me, in linea di massima, i nuovi pipemaker che frequentano FB & simili (come Azzinari, Volpe, e altri) sono molto misurati nell'esplorare nuove forme e, rispetto ai loro colleghi più naif degli anni 90, più frequentemente si richiamano a linee classiche o quanto meno già conosciute (anche quando sconfinano nel freehand storicizzato).
Forse, e dico forse, questo è anche il frutto di 10 anni di discussioni sui forum che hanno portato ad una certa timidezza complessiva nell'osare.
Questa tendenza, da un lato, me li rende simpatici perché nel classico e nel già visto io come fruitore ho più mezzi e più esperienza accumulata e quindi sono più incline a dargli un plauso oserei dire.. quasi a prescindere; per simpatia.
Dall'altro lato, tuttavia, non posso non osservare un eccessivo, per quanto ottimo, manierismo combinato però ad una scarsezza di visioni "nuove".
Per rimanere in Italia i design primogeniti di un Becker, di un Tombari, di un Sordini, di un Safferling (solo i primi che mi vengono in mente) rimangono LA cifra stilistica che reputo necessaria per distinguere un vero artigiano da un capacissimo falegname. Per me, senza offendere nessuno per carità, c'è - ancora oggi - un po' di differenza.
Secondo me, in linea di massima, i nuovi pipemaker che frequentano FB & simili (come Azzinari, Volpe, e altri) sono molto misurati nell'esplorare nuove forme e, rispetto ai loro colleghi più naif degli anni 90, più frequentemente si richiamano a linee classiche o quanto meno già conosciute (anche quando sconfinano nel freehand storicizzato).
Forse, e dico forse, questo è anche il frutto di 10 anni di discussioni sui forum che hanno portato ad una certa timidezza complessiva nell'osare.
Questa tendenza, da un lato, me li rende simpatici perché nel classico e nel già visto io come fruitore ho più mezzi e più esperienza accumulata e quindi sono più incline a dargli un plauso oserei dire.. quasi a prescindere; per simpatia.
Dall'altro lato, tuttavia, non posso non osservare un eccessivo, per quanto ottimo, manierismo combinato però ad una scarsezza di visioni "nuove".
Per rimanere in Italia i design primogeniti di un Becker, di un Tombari, di un Sordini, di un Safferling (solo i primi che mi vengono in mente) rimangono LA cifra stilistica che reputo necessaria per distinguere un vero artigiano da un capacissimo falegname. Per me, senza offendere nessuno per carità, c'è - ancora oggi - un po' di differenza.