E' che quando l'unico veicolo "massiccio" di promozione sono i forum e internet, si rischia di veder naufragare gli eventi... il "popolo silenzioso" dei pipatori difficilmente viene raggiunto, se non tramite le tabaccherie (l'unico posto frequentato almeno "di striscio").
Quello che ho notato io sia con questa manifestazione bolognese sia con la grande fumata è una certa indifferenza da parte dei tabaccai o rivenditori. a cio si aggiunga anche la totale indifferenza del fumatore di pipa di vecchio stampo che ama trastullarsi con dunhill e castello e poca altra roba e che si vede ancora in quella specie di torre d'avorio che si chiama snobismo. Anche per quanto riguarda i propositi fatti a Cagli mi pare che non si sia mosso alcunchè. Ad ogni modo sono lungi dal pensare che questi eventi non possano servire a nulla. Sicuramente non danno la visibilita' che si vorrebbe dare alla pipa.
Sono d'accordo in parte con quanto dice il signor Fabio. Molti produttori e artigiani erano presenti per dare visibilita' al loro prodotto, con la consapevolezza che magari non avrebbero venduto nulla. Castello e Dunhill di sicuro non hanno bisogno di queste manifestazioni ma artigiani altrettanto validi ma sconosciuti come Posella, ad esempio, sicuramente sì. Poi è chiaro che l'elemento propulsore del mercato è e rimane il negozio. Certo mi fa specie vedere un blasone come Baldo Baldi vendere delle pipe a prezzi che non sono di certo da "bancarella".Io non ho criticato il fumatore di vecchio stampo, ho solo detto che il suo atteggiamento non aiuta queste manifestazioni, cercando di capire come mai non decollano fino in fondo. Sono d'accordo con il signor Fabio quando dice che durante questi eventi dovrebbero vietare la vendita. Ma poi quanta gente verrebbe tra artigiani e visitatori? Insomma è un cane che si morde la coda. D'altro canto, molti artigiani, a ragione o a torto, hanno acquisito fama proprio grazie a manifestazioni di questo tipo. Che poi molti di questi possano o meno essere validi è un discorso che tralascerei.
A proposito di manifestazioni piparie, mi segnalano su altro sito questa finissima analisi sul fatto che taluni artigiani non vadano ad esporre a Cagli o altrove.Quoto: Per me conta il prodotto ed il venditore...del luogo me ne inpipo , da sempre il commercio si basa sulla ''visibilità'' del prodotto e la festa marchigiana ormai è una vetrina di un certo livello...lo stesso discorso, a quanto mi è stato riferito, è stato fatto da Corsellini...che a mio parere non ha motivi per tirarsela più di tanto ...anche lui come Castello ed altri fà le sue boiate.Non credo che faremo molta strada....
..il “pergole torte...
Citazione da: "TheGatesOfFate"..il “pergole torte...Buongustaio! :lol:
Beh, nel forum dei "toscanacci" è d'obbligo parlare di certi capolavori!
Se devo essere sincero fino in fondo direi che preferisco i cosiddetti "supertoscani", che sono ispirati alla inarrivabile produzione francese. Quindi Solaia, Sassicaia, Ornellaia...che si basano sul Cabernet, in "contrasto" con la tradizione di sangiovese.
Pur non avendo affatto simpatia per il sangiovese(la mia frase di solito è: "non bevo nessun cazzo di sangiovese", che prende ispirazione dal film "sideways", dove uno dei protagonisti dice: "non bevo nessun cazzo di Merlot"...) devo ammetere che certe produzioni toscane di sangiovese grosso(visto che alla fine è un vitigno "trasformista" ed i vari "cloni" sono molto diversi tra loro, con risultti diversi) hanno tutta la mia stima, e le bevo volentieri.
Le Pergole Torte e Brunello Biondi Santi in pruimis. Così non è invece per il marchigiano "Solo" di Dezi(100% sangiovese, tanto osannato in giro, dai grandi "maestri").Secondo il mio parere, qui nelle marche bisogna rivolgersi ad altri vitigni.L'Akronte di Boccadigabbia(100% Cabernet Sauvignon), così come il Kurni di Oasi degli angeli(100% Montepulciano) sono prodotti stupendi(ai vertici della produzione italica), e, guarda caso, non contengono sangiovese. :wink:
Ma stiamo divagando...dicevamo di Smokestyle?
Esempio: il Consorzio del Chianti Classico..
Anche io, però, preferisco il Cabernet, solitamente accoppiato al Sauvignon.
Io invece, come l'attore Paul Giamatti, "non bevo nessun cazzo di Merlot" o ne bevo poco Appropoò: bellissimo film. Istruttivo al massimo; a mio giudizio un capolavoro di un'ora e mezza.
Vedo che sei ferrato e per giunta in un'altra passione anche a me comune.
Se ti capita, prova "L'Insoglio del Cinghiale" di Campo di Sasso, Bibbona. E' un Antinori di tutto rispetto ad un prezzo, considerato il prodotto, decisamente basso.
Carissimo,il cabernet sauvignon è il nome di un unico vitigno. Quindi non vi è “accoppiamento” di sorta. Quando un vino è 100% cabernet sauvignon, è monovitigno, o meglio detto “in purezza”.
E' la base di tutti i bordolesi e perciò è considerato il vitigno principe.Così come il cabernet franc. Però raramente troverai un cabernet franc in purezza, data la difficoltà di questo vitigno a farsi apprezzare in percentuali elevate. Diciamo che è come il perique, è stupendo in piccole percentuali, come "condimento". ;-)
Quel film mi è piaciuto moltissimo. Apprezzo però più lo spirito goliardico(che in alcune scene mi ha fatto letteralmente impazzire) rispetto alla parte “istruttiva”. In effetti di “cavolate” ve ne ne sonouna marea. Se ci fai caso, non fanno neanche “l’avvinamento” del bicchiere. Nel senso che degustano diversi vini nello stesso bicchiere, senza nemmeno “avvinare”, tanto per citare una delle mille “bestemmie vinarie”.
Trovare persone con gli stessi interessi fa piacere anche a me.
Hai portato un esempio “atipico”. Parliamo di un IGT dove si vuole il cabernet franc in maggior percentuale rispetto al cabernet sauvignon. Lo si può fare in un vino da 10Euro(a cui si possono perdonare le incongruenze strutturali), in vini più importanti sarebbe considerato un esperimento “ardito”.Personalmente conosco un solo vino dove l’alta percentuale di cabernet franc riesce ad offrire un prodotto di pura eccellenza: si chiama chateau cheval blanc. ;-)
Purtroppo l'imposizione americana del monovitigno sta sconquassando le nostre tradizioni.Esempio: il Consorzio del Chianti Classico permette ora, per una migliore penetrazione sul mercato americano, di "gallare" il sangiovese puro.Il mitico uvaggio del Barone Ricasoli (Sangiovese, Trebbiano, Canaiolo, Malvasia del Chianti), scompare e travolge anche i poderi: le vigne di uve bianche vengono espiantate e al loro posto sangiovese, sangiovese, sangiovese....
Noi bergamaschi saremo presenti il sabato 22 settembre 2007.