Ritrovo Toscano della Pipa

Generale => Generale => Topic aperto da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 12:18:55

Titolo: Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 12:18:55
In questi giorni ho ripreso il mio vecchio amico Scottish Flake di McConnell fumandolo con pipe differenti; ieri, tra le altro, l'ho fumato con una Savinelli Silver e, dopo le prime boccate, ho iniziato a pormi alcuni quesiti in merito al Sapore/gusto del tabacco in relazione alla pipa.
In effetti la Silver non è un esempio di aridità e secchezza (forse dovuto anche alla sostituzione del bocchino a seguito di una rottura accidentale), ma mi ha colpito come fosse posta in evidenza una certa caratteristica piccante, asprigna, che con altre pipe non percepisco, o solo parzialmente.
In sostanza mi sono chiesto realmente quanto e quali caratteristiche delle pipe incidano sul sapore del tabacco.
Prima premessa: naturalmente non mi ritengo un tecnico e quanto segue è dovuto esclusivamente a mie soggettive e personalissime impressioni.
Seconda premessa: credo che parlare di neutralità di una pipa sia in realtà impossibile, in quanto il sapore vero del tabacco sarebbe secondo me percepibile solo ed esclusivamente se potessimo fumarlo senza nessun mediatore, o contenitore che sia: in sostanza, per me, parlare di pipa neutra vuole semplicemente dire che quella pipa non esalta in modo particolare una o più caratteristiche del tabacco, ma NON che non contribuisca a conferigli un sapore.
Ciò che ho riscontrato, con diverse pipe di marchi differenti, è che ci sono pipe che, più che apportare o sottrarre qualcosa al gusto, conferiscono al tabacco fumato quella che gli in inglesi chiamano "smoothness", per la quale non trovo aggettivi in italiano appropriati, se non tipo "levigatezza", "rotondità", "vellutato", ecc.
Questa cosa, un po' a caso, tra le mie pipe la riscontro in particolare in una Charatan, nell'Ashton, in una Dunhill, in una Parker, in Amorelli, in Grenci, ed alcune altre, come un paio di Castello e di Ascorti, qualche Chacom.... Con queste pipe fumare (non ridete) diventa davvero "soave". Non che le altre non siano piacevoli, ma in queste qualunque miscela viene "arrotondata", "levigata" e quasi anche la corposità se ne avvantaggia.
Ho quindi cercato di osservare tutte le mie pipe ed ho tratto alcune conclusioni:
1) la forma per me è quasi fondamentale - per esempio tra tutte le mie pipe dublin solo una Castello ed un'Amorelli hanno questa caratteristica, le altre, che siano Dunhill, Ascorti o quant'altro, tendono ad enfatizzare una componente più asprigna ed acidula del tabacco,  non solo quando si arriva al fondiglio, ma fino dalle prime boccate. In sostanza, anche se buono, rendono il fumo un po' più "spigoloso" (spero renda l'dea). Lo stesso, ma si cade nell'ovvio, vale per le pipe particolarmente curve, indipendentemente dal marchio, se si forma condensa.

2) Non c'è una costante particolare nel marchio - Ho solo tre Dunhill, ma solo una garantisce  in pieno quella caratteristica piacevolezza e "morbidezza" totale; la Tanshell, che è una dublin, no, mentre la Redbark, solo in parte (anche se la trovo comunque splendida per altri versi); lo stesso posso dire di Ascorti (di cui ho una discreta rappresentanza), di Castello o di Savinelli. Questo per me in genere vale anche per la nazionalità: la presunta dolcezza delle Francesi, io la riscontro totalmente in Chacom, parzialmente in Jeantet, mentre reputo le Ropp le più "Inglesi" tra le Francesi, per esempio.

Posto che generalmente nelle produzioni la radica ha la stessa provenienza, stagionatura e trattamento, dalla stessa azienda in teoria dovrebbero uscire pipe  con livelli di qualità "estetica" diversi, ma con caratteristica di fumata simili. Ma, come ho scritto, tra le mie pipe questo non l'ho riscontrato pienamente.

Forse queste sono "cosine" mentali che mi faccio solo io, e forse dipende anche dal mio modo di fumare, ma secondo voi, oltre alla forma, quali sono le caratteristiche o gli aspetti produttivi che determinano il contributo al gusto di un tabacco? E' possibile conoscerle a priori osservando la pipa o conoscendo le varie serie dei vari marchi?



 
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 13:56:57
Ti risponde eppe che sempre parlava dell'intrinseco mistero della pipa
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:26:37
Era l'anno 2012 quando dopo una lunga diatriba su passionefumolento, sostenevo che la radica incide notevolmente sul gusto della fumata, e se sei abbastanza rodato di fumate ne puoi anche capire la provenienza, mi diedero del pazzo e come al solito mi bannarono, evidentemente il sostenere che alcume radiche, fra cui quelle menzionate da Rhodesian, in particolare le Amorelli, apportano in fumata una dolcezza finora mai riscontrata in altri legni non è cosa da tutti ma il buon Rho mi sa che sa il fatto suo.
Dopo qualche giorno l'amministratore del forum inviò una lettera a Totò, naturalmente dopo il mio ban, ed ecco cosa gli rispose:

"Qualche giorno fà, scrissi direttamente al Sig. Amorelli, chiedendo se è possibile riuscire a riconoscere una radica durante al fumata, sembra di SI. Questa la sua risposta";

Egregio Sig. XXXXXXXXXXXXXXXX
la ringrazio per i quesiti posti ai quali proverò a rispondere dal punto di vista tecnico, poi toccherà a Lei giudicare se confermare, smentire o approfondire le affermazioni dell’utente del forum cui fa riferimento. Partiamo dalla radica.

1) Utilizziamo quasi esclusivamente il ciocco di erica sicula, raccolto nei monti Nebrodi - Peloritani da cioccaioli, figli e
nipoti a loro volta di cioccaioli che svolgono da sempre questo lavoro in un territorio loro assegnato dalla Forestale ad
uso pascolo. Un’erica per sviluppare un ciocco “significativo” deve avere 30 - 40 anni e quelli più belli crescono
misteriosamente la dove si arrampicano solo le capre!! E’ un preambolo per dire che il mondo che gravita attorno alle
pipe è veramente particolare: se vi capita di venire in Sicilia, vi faccio parlare con i cioccaioli che vi spiegheranno
quale emozione provano dopo avere cavato dal terreno il ciocco di quell’erica che è cresciuta insieme a loro.

2) Taglio del ciocco e bollitura dei pezzi in calderoni in rame.
I segantini (tutti calabresi) tagliano il ciocco secondo procedure d’esperienza e misure impartite agli inizi del secolo
scorso dagli inglesi. I segati vengono fatti bollire e dopo tre/quatto mesi sono commercializzati. La bollitura, un tempo
avveniva solo dentro vasche realizzate in rame. Successivamente quasi tutti i segantini hanno optato, non si sa bene
perché, per l’acciaio. Non vorrei dilungarmi troppo ma assicuro che c’è una gran differenza nel prodotto trattato:
quello bollito nella caldaia in rame, ha un colore caldo, mielato (biancastro nell’acciaio) e anche l’odore e il gusto
sono differenti. Poi è importante il cambio dell’acqua: non deve essere frequente, i pezzi vanno tirati fuori al
momento giusto….Si comprende dunque che se il produttore ha un buon rapporto (non solo economico) con il
segantino e gli spiega come vuole tagliata quella partita di ciocco, quanto tempo deve bollire (anche oltre 24 ore) in
calderoni esclusivamente in rame e altro ancora, stiamo ponendo la base per un materiale che ha una storia
quantomeno diversa da altri.

3) La stagionatura degli abbozzi.
Dopo tre/quattro mesi dalla bollitura, il segantino commercializza il prodotto. Le fabbriche acquistano gli abbozzi e gli
artigiani le placche fiammate. Alcuni “forzano” l’asciugatura in ambienti riscaldati prima o dopo la lavorazione
delle “teste” di pipe (quante volte abbiamo visto bocchini che si allentano dal cannello?) Personalmente ritengo che
solo una lunga stagionatura dell’abbozzo contribuisce a migliorare il rendimento del nostro lavorato (ce ne
accorgiamo nella lavorazione: quello “fresco” fa un truciolo lungo quando viene forato ed è molto “tenero” alla
carteggiatura quello lungamente stagionato è durissimo, picchiando due pezzi fra di loro si sente un suono quasi
metallico, è durissimo sotto i dischi di carteggiatura e il truciolo si polverizza subito). Dunque, non 6 mesi o un anno
ma molti di più, anche 10 o 15 di anni perché, assicuro per esperienza diretta, che la pipa è più buona, scalda meno,
è più leggera “sa” meno di legno, “si fa” prima, fa meno acqua……Ovviamente ciò comporta un grande sacrificio (in
termini economici) accumulare anno dopo anno segati di ciocco, scelti uno per uno e aspettare tanto tempo prima di
decidere di lavorarli correndo il rischio, come avviene, di vederli bucati dai tarli ( è noto che il tarlo è
un “buongustaio” predilige i legni pregiati e molto antichi). Dunque tanto tempo e buon clima per la stagionatura
prima della lavorazione.

4) La lavorazione
Non posso fare altro che parlare delle pipe fatte a mano in laboratori dove gli artigiani, da 1 a 5 o poco più
contribuiscono con il loro operato dalla ideazione del modello alla realizzazione del prodotto: il foro del fornello con la
giusta conicità e quello del cannello, con il suo diametro, alla base del fornello: il perno del bocchino in materiale
antirottura e senza camera d’espansione nel cannello, il bocchino con il dental di giusto spessore. Una lavorazione
senza fretta, rispettando i “suggerimenti” della venatura e lucidatura finale rigorosamente a carnauba per non
occludere i pori del legno. Se poi è necessario il “carboncino” all’interno, questo viene fatto solo con un tipo di legno.

Ho provato a sintetizzare cosa c’è dietro ad una pipa. Inoltre, è da tenere presente che è corretto dire fumare la pipa piuttosto che fumare nella pipa. Esalta il gusto del tabacco e sollecita tutti i sensi, gustativo, olfattivo, visivo, tattile e quello dell’udito (il suono delle boccate) e se a questo si aggiunge quel “sapere” profuso nell’oggetto e la storia che ho provato a raccontare, allora può essere che un fumatore, più informato e impressionato per le elaborazioni a volte stravaganti che realizziamo, riesce a “leggere” anche quelle emozioni che hanno costruito quelle pipe elette a preferite magari spiegandolo a modo suo con un entusiasmo che non riesce a trattenere.
E’ ovvio che tra fumare un avana e una mixture di tabacco, vi è differenza, ma qualche “somiglianza” c’è, dunque provi a fumare un sigaro con qualche incrinatura nella fascia oppure con macchie di muffe oppure ancora provi a fumare ad occhi chiusi il suo preferito senza poterne apprezzare la forma, la manifattura, il contatto….. e le volute di fumo azzurrino.
Spero di avere dato un contributo agli amici appassionati di degustazione del tabacco.

Cordialità
Salvatore Amorelli
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 18:28:39
Ti risponde eppe che sempre parlava dell'intrinseco mistero della pipa

Con tutto il rispetto sia per te che per Eppe, mi piacerebbe in realtà poter approfondire l'argomento.

Si parla di pipe "neutre"  ???, dolci  :P, aspre :-\
Capisco che ogni pipa è "un capitolo" a se, però un qualche criterio, una certa logica su basi tecniche, dovrà pur esserci! O no?
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:30:42
Molto bello grazie Capo
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:31:41
Ti risponde eppe che sempre parlava dell'intrinseco mistero della pipa

Con tutto il rispetto sia per te che per Eppe, mi piacerebbe in realtà poter approfondire l'argomento.

Si parla di pipe "neutre"  ???, dolci  :P, aspre :-\
Capisco che ogni pipa è "un capitolo" a se, però un qualche criterio, una certa logica su basi tecniche, dovrà pur esserci! O no?
Basta Eppe, uno che fumava anche pipe stuccate senza per questo dolersene. Ma Eppe era Eppe e l'Ammannati l'Ammannati.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:31:49
Dopo qualche anno mi scrissi su lacompagnia, e come al solito scrissi che io il tabacco lo degustavo e non lo fumavo, anche li a breve mi bannarono, e per giunta fior di (p)rofessori mi derisero, contenti loro ..........
Ma lui era uno sborrone fumava dunhill, mica in Carlo Scott, Amorelli o Gamboni: robaccia per loro............
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:35:40
Molto bello grazie Capo

Figurati è un piacere, onorato che apprezzate e condividete e finalmente qualche utente che sposa il mio fumare.  :D
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:37:39
Credo che lo stesso discorso si possa fare per Corsellini, che è per la Toscana quello che Amorelli è per la Sicilia. Radica selezionata, ordinata nei minimi dettagli, fornello adeguatamente conico. Certamente Sandro ha lavorato sempre da solo e aveva, finchè ha prodotto, numeri ridottissimi. Ma questo cambia poco, in effetti.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 18:42:26
Era l'anno 2012 quando dopo una lunga diatriba su passionefumolento, sostenevo che la radica incide notevolmente sul gusto della fumata, e se sei abbastanza rodato di fumate ne puoi anche capire la provenienza, mi diedero del pazzo e come al solito mi bannarono, evidentemente il sostenere che alcume radiche, fra cui quelle menzionate da Rhodesian, in particolare le Amorelli, apportano in fumata una dolcezza finora mai riscontrata in altri legni non è cosa da tutti ma il buon Rho mi sa che sa il fatto suo.
Dopo qualche giorno l'amministratore del forum inviò una lettera a Totò, naturalmente dopo il mio ban, ed ecco cosa gli rispose:

Grazie Capo.
Quindi, in buona sostanza, secondo Amorelli, è tutto l'insieme, dall'estrazione alla produzione finale, che conferiscono alla pipa la capacità di caratterizzare in un modo piuttosto che nell'altro il gusto della fumata.
Lo capisco, ma quello che mi resta difficile, da fumatore normale, è riuscire ad individuare tutte queste caratteristiche dall'osservazione dell'oggetto.

Mi sembra che alla fine si debba andare sulla fiducia che si ha in questo o quel produttore.

Ora ti chiedo: secondo la tua esperienza e conoscenza del marchio, ad esempio, in tutte le Amorelli, indipendentemente dalla serie e da quanti asterischi hanno, si possono riscontrare analoghe caratteristiche nella fumata?
E la forma, quindi, secondo te non è determinante in tutto o in parte?
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:43:52
Ti risponde eppe che sempre parlava dell'intrinseco mistero della pipa

Con tutto il rispetto sia per te che per Eppe, mi piacerebbe in realtà poter approfondire l'argomento.

Si parla di pipe "neutre"  ???, dolci  :P, aspre :-\
Capisco che ogni pipa è "un capitolo" a se, però un qualche criterio, una certa logica su basi tecniche, dovrà pur esserci! O no?
Basta Eppe, uno che fumava anche pipe stuccate senza per questo dolersene. Ma Eppe era Eppe e l'Ammannati l'Ammannati.

Sul capitolo EPPE ci sarebbe da scrivere una enciclopepedia, nessuno penso al di fuori di quelli che stiamo qui possa capire la miscela del toscano o del Kentucky, sempre naturalmente che piaccia convivere con questo genere di fumata, solitamente i (p)rofessori e le dicerie o gli argomenti letti di qua e di la in particolare su "sapuri e pasta che brocculi" ti portano a rafforzare la miscela da te preferita, altra cosa come ben sapete è amalgare la miscela con Kentucky e l'aggiunta di quelli che per altri è base in questo caso diventa condimento.

Poi il grande EPPE sosteneva e consigliava che per fumare tali tipologie di Mix era meglio usare pipe sabbiate e rusticate, vedi oggi per esempio la Penna di Totò, le sabbiate di Gamboni e aggiungo anche i legni del buon Mimmo del Il Ciocco, per fare degli esempi, ma se gli chiedevano il perchè non lo sapeva neanche lui.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 18:44:13
Credo che lo stesso discorso si possa fare per Corsellini, che è per la Toscana quello che Amorelli è per la Sicilia. Radica selezionata, ordinata nei minimi dettagli, fornello adeguatamente conico. Certamente Sandro ha lavorato sempre da solo e aveva, finchè ha prodotto, numeri ridottissimi. Ma questo cambia poco, in effetti.

Mi sembra che una cosa cambi in particolare: i prezzi!!!
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:46:35
Un vecchio brocardo legale recita causae habent sua sidera. Lo stesso, probabilmente, vale pure per le pipe. Ognuna ha il carattere. Ciò non toglie che ogni marca abbia caratteri comuni, dovuti ai criteri di lavorazione, dalla scelta della radica, come ottimamente indicato dal Sig. Amorelli. Penso alle Castello: tutte hanno caratteristiche di eccellenza conferendo punte di sapore (spero che capiate cosa voglio dire) alle varie mix. Naturalmente alcune lo fanno meglio, altre peggio, ma sempre al di sopra dello standard caratteriale che è loro proprio.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:50:39
Infatti Eppe rimandava al mistero insondabile. Ma forse lo faceva per poesia. certo che un ciocco, per quanto bollito e trattato come mille altre, ben può essere che abbia il suo proprio caratterino. Forse per l'esposizione o per l'aver rimirato qualche tardigrado caro ad Eppe. Io non amo ridurre qualcosa di naturale come la radica a tecnica, anche se sicuramente questa incide eccome. Preferismo il criptopipismo letterario... Grazie a tutti per gli splendidi contributi. Prego Samael, appassionato di stucchi, di fare una ricerchina volta a stabilire le tecniche fabbricative dei medesimi, nell'ottica della uniformità della dispersione di calore rispetto alla radica medesima  ;D
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:51:17
Era l'anno 2012 quando dopo una lunga diatriba su passionefumolento, sostenevo che la radica incide notevolmente sul gusto della fumata, e se sei abbastanza rodato di fumate ne puoi anche capire la provenienza, mi diedero del pazzo e come al solito mi bannarono, evidentemente il sostenere che alcume radiche, fra cui quelle menzionate da Rhodesian, in particolare le Amorelli, apportano in fumata una dolcezza finora mai riscontrata in altri legni non è cosa da tutti ma il buon Rho mi sa che sa il fatto suo.
Dopo qualche giorno l'amministratore del forum inviò una lettera a Totò, naturalmente dopo il mio ban, ed ecco cosa gli rispose:

Grazie Capo.
Quindi, in buona sostanza, secondo Amorelli, è tutto l'insieme, dall'estrazione alla produzione finale, che conferiscono alla pipa la capacità di caratterizzare in un modo piuttosto che nell'altro il gusto della fumata.
Lo capisco, ma quello che mi resta difficile, da fumatore normale, è riuscire ad individuare tutte queste caratteristiche dall'osservazione dell'oggetto.

Mi sembra che alla fine si debba andare sulla fiducia che si ha in questo o quel produttore.

Ora ti chiedo: secondo la tua esperienza e conoscenza del marchio, ad esempio, in tutte le Amorelli, indipendentemente dalla serie e da quanti asterischi hanno, si possono riscontrare analoghe caratteristiche nella fumata?
E la forma, quindi, secondo te non è determinante in tutto o in parte?

Tutte le radiche Amorelli non mi hanno mai tradito e vado di virginia fin da subito, tanto so che son dolcissime ai primi puff e senza miele o puttanate varie, ho visto con i miei occhi le punzonature della stessa partita e ciocchi di radica, il fattore asterischi incide solamente sulla bellezza esteriore (fiamma più o meno stretta) poi per il resto fumano tutte alla grande certo nei pezzi più pregiati e fiammati incide notevolmente la radica più compatta e più legnosa; in quanto alle forme beh direi che come tutti gli altri marchi la dublin non è chimmey, una billiard non è una pot, una curvona non è una dritta classica ecc.; li sei tu a condurre la fumata.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:53:17
Credo che lo stesso discorso si possa fare per Corsellini, che è per la Toscana quello che Amorelli è per la Sicilia. Radica selezionata, ordinata nei minimi dettagli, fornello adeguatamente conico. Certamente Sandro ha lavorato sempre da solo e aveva, finchè ha prodotto, numeri ridottissimi. Ma questo cambia poco, in effetti.

Mi sembra che una cosa cambi in particolare: i prezzi!!!

fa parte della passione se vuoi di più devi sborsare di più, ricordo anche i vecchi pezzi del compianto Giancarlo Guidi, ahh che radiche stupende ad avercele ora..........
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:55:31
Giusto capo, c'è pure il fattore umano del fumatore, alla fine.
Ad ogni modo questo 3d caratterizza bene la politica di toscopipa.
Si va ad apprezzare chi sa fare il suo mestiere. Questo vuol dire andare contro corrente.
Contro la maggioranza che considera solo una forma (square panel. Bella, ma perchè solo quella?), ed osanna il tizio che, pur dicendo Corsellini che è l'unico delle nuove leve ad "avere disegno", bolle la radica nella pentola della pasta della mamma.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 18:56:08
Vogliamo parlare di Rinaldo, che io considero tra i top?
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 18:59:20
.... e le vecchie radiche sarde dei compianti Tom Spanu e Francesco Di Mento ( per i suca latte Vascello)
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 19:02:41
Dicci qualcosa delle Vascello, storica marca sempre sottovalutata ingiustamente. Ne ho una, comprata a due lire a fine anni 90 per caso, eccezionale.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 13 Settembre 2016, 19:02:49

Mi sembra che una cosa cambi in particolare: i prezzi!!!

fa parte della passione se vuoi di più devi sborsare di più, ricordo anche i vecchi pezzi del compianto Giancarlo Guidi, ahh che radiche stupende ad avercele ora..........

Veramente io mi riferivo al fatto che, rispetto a quello che si trova in giro, le Amorelli hanno davvero prezzi abbordabili: su Le Pipe o Floppy o Ebay si trovano oggetti anche sotto ai 100 euro o di poco superiori. Se penso, senza citare marche varie, a pipe "seriali", di serie (perdonate la ripetizione) non eccelse, a prezzi superiori o uguali, davvero ci sarebbe da porsi ben altre domande...
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 19:05:39
Infatti
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 19:06:26
Hai centrato in pieno Rho e non sono di parte, alcuni schiaffi li ho dati pure io a Totò per delle mancanze, ma il rapporto qualità/prezzo non si discute, per dirne un'altra, sfido qualsiasi radica bruciata al laser (ho visto la lavorazione la testa della pipa prende fuoco e alla fine ne esce un tizzone bruciato)
diventare strumento da fumo (PIPA) e non pippa.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: samael - 13 Settembre 2016, 19:12:21
difficilmente (e non di recente) ho letto così tanto buon senso in qualche forum pipico, grazie a tutti per gli spunti e per le riflessioni, che condivido totalmente.


Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 19:17:44
Dicci qualcosa delle Vascello, storica marca sempre sottovalutata ingiustamente. Ne ho una, comprata a due lire a fine anni 90 per caso, eccezionale.

Ne posseggo quattro, acquistate all'epoca da chi il commerciante lo faceva con passione, anche lui fumatore di pipa (cosa molto importante) e non come adesso che si acquista a colpi vertiginosi, spaventosi, al limite della legalità (mi ricordo un altro ban), dell'onestà, dell'essere furbo, cialtroneria di MP, e per altro ahimè un altro compianto Nello Privitera nella centralissima via Etnea di Catania e acquistate tutte insieme alle prime prime Carlo Scott OA poi vennero anche le castello, ma le Vascello avevano una marcia in più e costavano di meno e a tutt'oggi fumano che sembrano macchine senza tempo, le prime fumate sono state un pò ostiche ma verso la quindicesima e spesso anche verso la ventesima si aprivano e non c'erano Scott, Mastro, Il Ceppo che potevano stargli dietro; impressionante l'apporto della radica in fumata quel 965 made in England era stupendo in quel legno per non parlare della "smothness" Night Cap adesso hanno solo un neo, sostituire il bocchino con il mezzo marinaio.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 13 Settembre 2016, 19:20:32
amorelli è sicuramente il miglior italiano di fascia medio bassa, sia per la qualità della radica che per la finitura.
non credo abbia proprio rivali in tal senso, questo almeno finchè rimane sul classico.
il problema di amorelli sono, come già detto, le finiture al laser e i bocchini multicomponente.
problema ancor più grosso è quando tenta di avventurarsi nel mondo high-grade-con-prezzi-very-high-grade, con ossame e orpelleria varia.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 19:22:14
difficilmente (e non di recente) ho letto così tanto buon senso in qualche forum pipico, grazie a tutti per gli spunti e per le riflessioni, che condivido totalmente.

Caro Samael ho cercato, con la mia esperienza di far capire e cercar di far fumare in altro modo tanta gente, me ne hanno detto di tutti i colori (arrogante, sentenziatore, portatore di verità assoluta ecc. ecc.) oggi lo scoprire che invece c'è altra gente che collima i miei pensieri fa solo onore al forum che amministri.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 19:25:04
amorelli è sicuramente il miglior italiano di fascia medio bassa, sia per la qualità della radica che per la finitura.
non credo abbia proprio rivali in tal senso, questo almeno finchè rimane sul classico.
il problema di amorelli sono, come già detto, le finiture al laser e i bocchini multicomponente.
problema ancor più grosso è quando tenta di avventurarsi nel mondo high-grade-con-prezzi-very-high-grade, con ossame e orpelleria varia.

A parte l'orpelleria varia e l'ossame, c'è anche l'oro che in alcuni pezzi punzonati 5 asterischi riempiti d'oro meritano davvero e li diligentemente si mantiene sul classico
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Claudio Villa AldoBrandini CVAB - 13 Settembre 2016, 19:27:14
fornello adeguatamente conico

Ma infatti!
Fornello conico adeguato, anche questo incide sul di cui sopra al topic della discussione.
Ecco un altro spunto degno di nota!
Bellissima discussione!
Bravi ragazzi!

Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 19:56:56
Qualche cenno su Amici della Pipa due emeriti sconosciuti, Domenico Grenci e Dante Lavoratore uno a Brognaturo (CZ) e l'altro a Rovito (CS) li andai a trovare a metà/fine anni 80 Domenico era più famoso, pipe si che peccavano di costruzione ma radiche eccellenti, fumate indescrivibili legni mai trovati nel fumare quelle pipe, fiero di possederne qualche esemplare e acquistate per poche mila lire.
Un altro MAESTRO il grande Paolo Becker, ma qui mi fermo, fra chi legge c'è chi ne sa più di me, e se vuole può dare il suo contributo.

Molti si chiederanno: ma adesso si può fumare come allora ?
io rispondo sì, ma sviscerare ai (p)rofessori della domenica o chi in passato ha sputato su questi argomenti mi pare eccessivo, il consulto su "sapuri e pasta che brocculi" a questo punto diventa cosa buona e giusta.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Nic Salamandra - 13 Settembre 2016, 20:20:55
Il Mistero di mille realtà complicate.... Se una costante esiste, è ambientale intendendo il terreno, e ambientale intendendo i contatti del legno dal momento in cui è stato eradicato...sulla prima si presume Bosco Mediterraneo, comune come l olivo alla area del Nordafricana, del Vicino Oriente e dell Europa mediterranea; sulla seconda vattela a pesca.

Macchia Ligure, sicula, o algerina. Speculare sugli habitat per caratterizzazioni medie, è complicato. Più intuitivo discriminare per umidità di base, che cresce da Sud a Nord. Impressione: saporito leggero già rodato Sud; più insipido duro resistente ma anche evolutivo il Nord. Una Nuvola e una Petrson sono i paradigmi di questa polarità nelle mie impressioni.... Ma aggiungo che mi pare di fare più letteratura adesso, che in certi miei allegorici liberkoli  ::) ;)
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 13 Settembre 2016, 20:51:04
Sulla Nuvola OK, ma la Peterson ?? boh ???
E i danesi ?? Acquistavano radica da noi; adesso ? Boh ???
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 20:52:46
fornello adeguatamente conico

Ma infatti!
Fornello conico adeguato, anche questo incide sul di cui sopra al topic della discussione.
Ecco un altro spunto degno di nota!
Bellissima discussione!
Bravi ragazzi!
da qualche parte qui pipa luce scrisse delle proporzioni e della termodinamica dei fornelli di Sandro
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 13 Settembre 2016, 20:54:14
Grazie a dio abbiamo comprato molto negli anni non sospetti
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Nic Salamandra - 13 Settembre 2016, 21:01:39
Alla epoca Peterson si diceva Ligure. Quando avvertiti somiglianze con la supposta Toscana di Ilio Barontini, posi il seme delle affabulazioni, tra presunte conferme del modello interpretativo, concentrato nel precedente post... :-X
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 14 Settembre 2016, 08:42:23
Sperando possa essere un utile contributo, volevo allegare il file con l'articolo apparso su Smoking nel numero di settembre 1986, in cui venivano messe a confronto una serie di pipe, in modo abbastanza empirico, ma con delle costanti nell'esperimento che, a mio modesto parere, fanno si che sia resa abbastanza bene l'idea sulle caratteristiche di alcune radiche e della loro lavorazione, confermando determinate opinioni su Dunhill, Castello, Vascello, Charatan (di un tempo...), ecc.
Purtroppo è troppo grande, anche allegando una pagina alla volta da 1,5 mb. Se mi dite come posso fare lo rendo leggibile a tutti.




Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 14 Settembre 2016, 08:50:09
Alla epoca Peterson si diceva Ligure. Quando avvertiti somiglianze con la supposta Toscana di Ilio Barontini, posi il seme delle affabulazioni, tra presunte conferme del modello interpretativo, concentrato nel precedente post... :-X

Da qualche parte, ma non so l'affidabilità della fonte, ho letto che Peterson usa radica spagnola.

Credo comunque che senza dubbio il terreno, l'esposizione agli elementi metereologici, latitudine, longitudine ecc. siano determinanti nella formazione del ciocco e delle sue caratteristiche chimico/fisiche. Ad esempio da qualche parte avevo letto che la radica algerina è buona ma spesso con molte impurità e sassolini "incorporati" nel legno...

Sarei comunque curioso anch'io di sapere nelle nazioni dove non cresce l'erica arborea, da dove importano la radica.

Ci sono molte leggende / dicerie sul fatto che i Barontini (ilio o Cesare) producessero teste per blasonate marche estere...

Mah...
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Nic Salamandra - 14 Settembre 2016, 09:08:16
Tra le varianti imponderabili di inquinamento del ciocco dopo l espianto, un noto pippemaker mi citò l esempio di urina di Kane....ho sempre pensato a un esempio buffo, ma poi, riflettendo, ho pensato a cumuli esposti in ambienti rurali e para rurali, l attrazione del profumo potenziato di legno e sottobosco etc.... Non so forse è un problema collaterale, ma mi porrei seriamente il problema se esista una difesa adeguata d un elemento destinato ad essere irroratore nel palato e nello spirito del fumatore, che se particolarmente zellato s è preso una fiammatona abitata da un sordido agente, come quella antica pipì penetrata irrimediabilmente in una fibra nodale, senza poter essere distinta e individuata come tale né dal pippemaker né dallo sfigatissimo acquirente... :o
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 14 Settembre 2016, 10:48:12
Barontini fa o faceva le Stanwell
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Claudio Villa AldoBrandini CVAB - 14 Settembre 2016, 11:49:59
Beh sì, di minchiate sulla pipa, in particolare sulla radica, ne ho sentite sparare negli ultimi 20 anni.
Poi la cazzata si amplifica e diventa in breve di portata nazionale, internazionale e cosmica.
Di questi tempi accade che il "ragazzotto" o il "diversamente giovane", che inizia a a fumare la pipa, si documenta usando internet dove crede di trovare utili "informazioni". Come avviene in tutti i campi, internet serve a chi sa, per chi non sa non serve, anzi è dannoso.  Molti si stancano presto della pipa o del suo mondo virtuale o di entrambi. Alcuni di loro, però, sentono di avere la missione di auto-farsi professori della materia. A questi internet non basta. Essi vanno in cerca di "fonti" sicure che, quando trovate, li accolgono al loro arrivo sfregandosi le mani: "Eccone un altro che vuole sapere a cui spareremo una marea di cazzate per il nostro tornaconto!"

ad libitum
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 14 Settembre 2016, 11:55:24

Da qualche parte, ma non so l'affidabilità della fonte, ho letto che Peterson usa radica spagnola.


verissimo:  il cioccarolo era ocaña e, passando per parigi e roubaix,  mandava a bollire le placche in belgio da van impe, ad anversa, perchè-poi, per portarla in irlanda, bastava imbarcarla su o'ferribbot.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 14 Settembre 2016, 12:02:01
Tra le varianti imponderabili di inquinamento del ciocco dopo l espianto, un noto pippemaker mi citò l esempio di urina di Kane....ho sempre pensato a un esempio buffo, ma poi, riflettendo, ho pensato a cumuli esposti in ambienti rurali e para rurali, l attrazione del profumo potenziato di legno e sottobosco etc....

Anche a me era stata raccontata la stessa cosa  delle deiezioni animali come inquinanti della radica.
Per logica la ritengo molto più che plausibile. Devo però dire, sempre per logica, che i luoghi in cui si estrae la radica non ki sembrano comunemente frequentati dai cani, semmai lo sono le segherie, i depositi, ecc. (E su questo bisognerebbe chiedersi quali accorgimenti/precauzioni vengano prese dagli addetti). Naturalmente ciò non toglie che anche altri animali potrebbero lasciare i loro "ricordini" sulla pianta o sul terreno dove si sviluppa il ciocco.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 14 Settembre 2016, 12:05:12

Da qualche parte, ma non so l'affidabilità della fonte, ho letto che Peterson usa radica spagnola.


verissimo:  il cioccarolo era ocaña e, passando per parigi e roubaix,  mandava a bollire le placche in belgio da van impe, ad anversa, perchè-poi, per portarla in irlanda, bastava imbarcarla su o'ferribbot.

immagino quanto possa venire a costare un abbozzo o placca, con tutti questi trasporti di centinaia o migliaia di chilometri....
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 14 Settembre 2016, 12:15:37

Da qualche parte, ma non so l'affidabilità della fonte, ho letto che Peterson usa radica spagnola.


verissimo:  il cioccarolo era ocaña e, passando per parigi e roubaix,  mandava a bollire le placche in belgio da van impe, ad anversa, perchè-poi, per portarla in irlanda, bastava imbarcarla su o'ferribbot.

immagino quanto possa venire a costare un abbozzo o placca, con tutti questi trasporti di centinaia o migliaia di chilometri....

ehhhhh... va sapè!
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 14 Settembre 2016, 12:36:45
Barontini fa o faceva le Stanwell

e i danesi acquistavano e/o acquistano la materia prima da noi
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 14 Settembre 2016, 13:50:50
Beh sì, di minchiate sulla pipa, in particolare sulla radica, ne ho sentite sparare negli ultimi 20 anni.
Poi la cazzata si amplifica e diventa in breve di portata nazionale, internazionale e cosmica.
Di questi tempi accade che il "ragazzotto" o il "diversamente giovane", che inizia a a fumare la pipa, si documenta usando internet dove crede di trovare utili "informazioni". Come avviene in tutti i campi, internet serve a chi sa, per chi non sa non serve, anzi è dannoso.  Molti si stancano presto della pipa o del suo mondo virtuale o di entrambi. Alcuni di loro, però, sentono di avere la missione di auto-farsi professori della materia. A questi internet non basta. Essi vanno in cerca di "fonti" sicure che, quando trovate, li accolgono al loro arrivo sfregandosi le mani: "Eccone un altro che vuole sapere a cui spareremo una marea di cazzate per il nostro tornaconto!"

ad libitum

Mi sembra che in certi ambienti (internet in generale, facebook, certi forum, ecc,) se uno acquisisce un minimo di seguito, anche immeritatamente, ciò che scrive diventa subito  "verità", magari a scapito di chi la verità la dice davvero, ma senza avere seguito e quindi non fa testo, o viene rifiutato. Come possiamo chiamarla: "cyberidiozia"? Mentana ha coniato il termine webete, che mi sembra spesso molto appropriato...
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Nic Salamandra - 14 Settembre 2016, 17:54:54
Mah ROH infatti.... Un ciocco è strutturato da decenni di lavorio della Natura, l eventuale penetrazione di contaminanti è da supporre su fasi successive, di maggiore permeabilità...è un territorio abbastanza minato, resta
Quella strana osservazione del pippemaker, e quanto ne può conseguire in speculazioni nostre.... Però resta anche per me che la pipa diventa umana dopo un battesimo, che a è la disponibilità d acquisto, e prima i suoi "diritti civili" mi pajono cadere in una giurisdizione di cui è facile temere l Arbitrio... :-\
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 14 Settembre 2016, 21:55:57
sapuri e radica che deiezioni e cane?
non credo, anzi credo di credere, o meglio,  non vorrei credere al fatto che <<u segantinu>>, spesso, non sappia da dove arriva la radica, tanto è il bailamme nel multi-rapporto utente/tabaccaccaro/ciokkarolo/kamionista,fornitore-del-settore.
poi, che poi, a seguito di "u bullitura che acqua e funte", la radica, nel pro-cesso di asciugatura, si trasformi un cesso-de-facto  in seguito a entalpici-et-misteriosi processi fermentativi-più-o-meno-urei-indotti, è un'altro konto.
un konto che si paga salatho al momento del venireeahhaahhaha in pos-sesso del tanto agognato pezzo di legno.
ma poi, che ce frega a noi der segantino?
perzonalmente, da parecchi anni a kwesta parker, ho ristretto il parko pipe a una decina di dunhill, le parker di cui all'altro topichhex e qualche foundation, mentre le altre marke sono state <<ittate a mari co tutti u sakketti>>perchè, simplemente, non facevano per me.
di dunhill non buone ne ho avute qualcuna,  indubbiamente, ma di savinelly non buone ne ho avute fin troppe.
il bokkaglio di metagrillato? giast for the pipe enemiess!
d'altronde, l'equazzione-dello-zozzone che recita più o meno nei termini <<nun te sfonnà subito cor primo>> , si risolve, appunto, nun sfonnandosi cor primo... nun ce so cazzi, nun poi canbià la natura delle cose, e, li facioli co le cotiche, lo sapemo, abbasseno l'entropia der sistema, istanza antitetica rispetto alle dinamiche universali.
bisognà dumkue avè pazzienza e rinuncìà ar 'subbito' pé gioì der 'dopo'.
con questo cosa voglio dire?
non lo so, ma sicuramente le pipe c'entrano poco con le perversioni synergiche di mente e palato, frakkui, sapemo pure kwesto, nun bisogna da may gnente pe scontato!
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Cristiano - 15 Settembre 2016, 10:28:34
Sinceramente non ho problemi col metacrilato. Anzi, debbo dire che lo preferisco. Sarà l'abitudine..
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Claudio Villa AldoBrandini CVAB - 15 Settembre 2016, 11:12:16
Come sappiamo, c'è metagrillato e metagrillato, c'è ebanite e ebanite. Come sappiamo, l'ebanite dunhill degli anni 50-60 nun se batte. Come sappiamo, il metagrillato delle  Becker, specialmente quello degli ultimi 10/15 (?) anni di utilizzo prima del cambio in favore dell'ebanite, è meno vetroso di altri ed abbastanza confortevole. Come sappiamo, la vera differenza la fa la sagomatura del bocchino rispetto alle nostre esigenze. Come sappiamo, il bocchino partecipa molto al conferimento del sapore del fumo del tabacco e quindi della pipa. Come sappiamo, il "primo" sapore della pipa è il sapore del suo bocchino.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 15 Settembre 2016, 12:29:06
giast for teh pipe enemiess!
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 15 Settembre 2016, 16:47:49
All'atto dell'acquisto bisogna ben distinguere il metagrillato dal metacrilato e l'ebanite dall'ebbanitte, attenzione da non confondere il bocchino con il boccaglio, quello lo vedo egregiamente nella bocca del sub.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 16 Settembre 2016, 09:21:21
nun se legge gnente
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 16 Settembre 2016, 13:48:15
nun se legge gnente

stasera proverò ad allegare i files "apribili"
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 16 Settembre 2016, 17:37:25
in quel periodo del 1986, c'erano anche i modern talking con atlantic is calling!
https://www.youtube.com/watch?v=CB57CuT4smM (https://www.youtube.com/watch?v=CB57CuT4smM)
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: rais - 16 Settembre 2016, 20:47:45
Corri troppo nel 1982 come non ricordare gli Imagination con Just An Illusion, un po come oggi con i tabacchi pluricolorati e commemorativi dell'America, e quelli a 25/30 euro a latta che appunto illudono, ma fanno fighi.

https://www.youtube.com/watch?v=uY4cVhXxW64
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Claudio Villa AldoBrandini CVAB - 16 Settembre 2016, 20:56:33
Corri troppo nel 1982 come non ricordare gli Imagination con Just An Illusion, un po come oggi con i tabacchi pluricolorati e commemorativi dell'America, e quelli a 25/30 euro a latta che appunto illudono, ma fanno fighi.

https://www.youtube.com/watch?v=uY4cVhXxW64

 ;D

NO CAPO NO PARTY !
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 16 Settembre 2016, 21:37:38
ho inserito i file in allegato.
In questo modo dovrebbero essere "apribili" e ingrandibili.
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 16 Settembre 2016, 21:42:24
Come sappiamo, c'è metagrillato e metagrillato, c'è ebanite e ebanite... ... Come sappiamo, la vera differenza la fa la sagomatura del bocchino rispetto alle nostre esigenze. Come sappiamo, il bocchino partecipa molto al conferimento del sapore del fumo del tabacco e quindi della pipa. Come sappiamo, il "primo" sapore della pipa è il sapore del suo bocchino.

Sono pienamente daccordo. Trovo che a seconda di come viene fresata / sagomata l'apertura ci sia davvero una bella differenza tra una pipa e l'altra. Mi è bastato dover sostituire il bocchino a d alcune pipe, a causa di rotture accidentali, per poter confermare tutte le cose che hai scritto.

In ogni caso io, pur preferendo in genere l'ebanite, per la sua minor durezza, non ho in generale nulla contro un bocchino in metacrilatto, purchè sia prodotto in modo idoneo, chiaramente.

Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 16 Settembre 2016, 21:47:34
All'atto dell'acquisto bisogna ben distinguere il metagrillato dal metacrilato e l'ebanite dall'ebbanitte, attenzione da non confondere il bocchino con il boccaglio, quello lo vedo egregiamente nella bocca del sub.

A parte la sagomatura, l'esecuzione dei fori e dell'innesto, come distingui un metacrilato dall'altro?
Su una pipa nuova come riconosci un'ebanite di migliore qualità rispetto ad un altra?

Io ho notato che col passare del tempo, ci sono bocchini che tendono semplicemente ad ingiallire (anche in modo quasi non totalmente "reversibile"), mentre altri, per esempio i Dunhill, tendono a formare come dei piccoli cristalli (di zolfo?) in superficie...

Però, quando le pipe sono nuove, non so quali elementi /caratteristiche dovrei considerare per capire se un materiale è o no migliore id un altro...
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: samael - 17 Settembre 2016, 09:44:24
Grande Rhodesian, grazie dell'articolo!
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 17 Settembre 2016, 10:58:27
Grande Rhodesian, grazie dell'articolo!

 :)
Io a suo tempo lo avevo trovato molto interessante. Credo contenga anche conferme "tecnico/pratiche" a quelle opinioni personali legate a gusti e sensazioni individuali circa la qualità di questo o di quel marchio
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: Chauncey Gardiner - 17 Settembre 2016, 13:32:38
Però, quando le pipe sono nuove, non so quali elementi /caratteristiche dovrei considerare per capire se un materiale è o no migliore id un altro...

come detto non considero il metagrillato, perchè prodotto da nemici della pipa.
la bontà dell'ebanite si vede anche dal dente che, in caso di uso normale da parte del precedente proprietario, non dovrebbe presentare smussature: indice di materiale elastico e poco vetroso.
il disco per la lucidatura, nella sua natura abrasivo-oleosa, tende a consumare di più l'ebanite dura e vetrosa  che non quella più morbida ed elastica.


riguardo all'articolo, interessante, sul serio.
però mi sembra di leggere i test-pippa sull'hardware: completamente inutili, se poi ci metti sopra windows (recentemente anche osx)  che appiattisce ogni lieve differenza, esattamente come un black cavendish fa con la radica :)
Titolo: Re:Del sapore del tabacco e delle pipe in cui lo si fuma
Inserito da: RHODESIAN - 17 Settembre 2016, 19:32:50
Però, quando le pipe sono nuove, non so quali elementi /caratteristiche dovrei considerare per capire se un materiale è o no migliore id un altro...
...
la bontà dell'ebanite si vede anche dal dente che, in caso di uso normale da parte del precedente proprietario, non dovrebbe presentare smussature: indice di materiale elastico e poco vetroso.
il disco per la lucidatura, nella sua natura abrasivo-oleosa, tende a consumare di più l'ebanite dura e vetrosa  che non quella più morbida ed elastica.

Ok. Grazie per l'informazione. Ma questo vale solo per le pipe usate. Mi pare di capire che per il nuovo si va sulla fiducia del marchio...


riguardo all'articolo, interessante, sul serio.
però mi sembra di leggere i test-pippa sull'hardware: completamente inutili, se poi ci metti sopra windows (recentemente anche osx)  che appiattisce ogni lieve differenza, esattamente come un black cavendish fa con la radica :)

In effetti gli stessi autori specificano che c'è una buona dose di "empirismo". Penso anche che la pura tecnica si sposi male col gusto individuale, con la componente emozionale e sensoriale. E' però vero che questo esperimento conferma il fatto che quando, ad esempio, si dice che Dunhill o Castello hanno una marcia in più, non è detto a caso; così come quando il Capo sostiene la qualità della radica di Vascello, non è perché è "fissato" ma lo fa perché ha ragione...
Ciò che voglio dire è che in un ambiente in cui tanti sputano sentenze, senza alcuna base oggettiva, questo esperimento può fornire più di una risposta a diverse domande.
Ad esempio, io ho sempre sostenuto che le mie Butz Choquin sono (meglio erano, visto che non le fumo più da lustri...) rubinetti aperti, qui posso trovare anche una spiegazione razionale legata a fattori tecnici. Ciò non toglie che ci siano tantissimi fumatori che si trovano perfettamente a proprio agio con quel marchio e che fumino in pipe Butz Choquin con grandissima soddisfazione... e con tutta la mia stima...