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Amarcord, le mie prime pipe

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Cristiano:
Il 3d su Parker mi ha fatto tornare in mente le mie prime pipe. Il mondo della pipa mi era presente da tanto tempo, specialmente dopo che avevo visto una foto di Oscar Mammì nel suo Studio contornato da pipe e barattoloni di tabacco. Dopo la maturità, nel 1992, ero andato in vacanza a La Thuile. Spinto dal fatto che il Beato Frassati fumava la pipa - quindi era roba buona e giusta - mi recai al tabaccaio del paesello, il quale mi ammannì, per Lire 15.000, una billiard strastuccata (ma io ne ignoravo il senso) marcata "Elleci Primus" con un pacchetto di Amphora Mild o Light (non ricordo) e un curapipe. Dai e ridai riuscii a caricarla e fumarla. Solo che ignoravo l'esistenza degli scovolini e quindi dopo un po' mi si intasò tutto e ovviai col fil di ferro, finchè il tabaccaio di Radda in Chianti mi rivelò l'esistenza di tali utilissimi strumenti. Poco dopo comprai, da Tonarelli in Piazza Stazione a Firenze, una Raffaello Firma, anch'essa piena di stucco. La settimana dopo scoprii, da Del Santo a Siena, il 965, che fu una folgorazione (all'epoca la scritta Dunhill era quella bella e c'era anche la patente reale sulla scatola). Fumavo poco in quegli anni, ma trovai il 3Nuns, il Dunhill Ready Rubbed. Incappai nel perfido Black Ambrosia e anche nell'Amsterdamer. Tutto a casaccio, s'intende. Non sapevo cosa fosse il Latakia e cercavo roba dolce, tra cui un inverecondo Savinelli che puzzava da far schifo di liquerizia.
La svolta, nel 1997. Per festeggiare il superamento dell'esame di Diritto Civile II (il famigerato Prof. Messinetti), andai da Ugo al Cantaccio di Prato che, insieme alla già citata Parker Jockey Club (si proseguiva per la via dello stucco), mi omaggiò di una copia di "Amici della Pipa". Mi si aprì un mondo, ampliatosi dalla frequentazione di Castellana e di alcuni giovani pipatori in facoltà. Sempre da Ugo comprai poi una boccettina Oscar. Ancora, da Giovanni, una prince Savinelli Champagne (lo stucco non mi abbandonava, ma ora sapevo che era un "male"). In Luglio, sempre a festeggiamento di un esame andato bene (Procedura penale), Giovanni mi dette una splendida Ceppo rusticata, tuttora una delle mie pipe preferite.
Al mare entrai in possesso dello splendido volume "Il grande libro delle pipe" di Liaebert e Maya. Quindi, a Settembre, comprai da Ugo una Viprati (senza stucco!) e qualche tempo dopo una Mastro sabbiata. Per Natale, Elisa mi regalò una Old Antiquari di forma Calabash, con una grana meravigliosa. Da lì non mi sono più fermato...
Ricordo che una volta, un esperto pipatore, mi disse che una pipa non doveva costare più di 100mila Lire...

Nic Salamandra:
Da neofita del Basso Impero, facile sia incappato nell Amphora Light, o magari ultra.... Se era il Mild, azzurro netto senza striscette, Imho, la migliore cosa tra le fattispecie dopo l Hollandia e su quel punto saresti partito molto bene e, anche se il genere è diverso, mejo assai del Park Lai (mmazza che rima).... Riaverlo quel Mild li!!!!

Cristiano:
Se era azzurro era il Midl. Anzi sono sicuro che fosse il mild

samael:
I miei ricordi sono certamente più freschi: Ferragosto 2004, banchetto in un paesino marittimo (mi pare Monteverdi (PI)) pieno di pipe grezze. Tentazione irresistibile di comprarne una, una billiardina col bocchino a sella, che sopravvisse lo spazio di una settimana, e da quel giorno un precipitare di acquisti compulsivi, iniziati con le varie Brebbia, Gasparini e così via, impolverate sugli espositori dei tabaccai di provincia. La mia prima pipa "vera" fu la Corsellini RTP 2004, mi sa.
Tra l'altro il mio avvicinamento alla pipa avvenne in piena epoca internet e penso che questo abbia condizionato necessariamente la mia esperienza con lento fumo, accelerando certi processi che altrimenti avrebbero richiesto una sedimentazione maggiore.

Il primo tabacco fu il Brebbia n. 8, di cui ho un piacevole ricordo...alla fine poteva andarmi molto peggio!  ;D Il secondo Savinelli Armonia ( ::)), poi passai all'Early Morning e rapidamente al Balkan Sobranie bianco.

RHODESIAN:
Primi anni 80, penso 83 o 84. Ho iniziato, per smettere con le sigarette, con Butz Choquin e poi Brebbia. Ero cliente di un tabaccaio ultra specializzato nella manutenzione sia di pipe che di accendini (era addirittura in grado di modificare i "Saffa" ed i "Ronson" per farli diventare "da pipa"). Non aveva però molte marche e, soprattutto di quelle particolarmente prestigiose.
Per mesi sono andato avanti acquistando Butz Choquin (4), Brebbia (3), una Stanwell sabbiata nera che, incoscientemente, ho regalato; e poi BBB, e varie altre "economiche" (Talamona, Lorenzo, ecc.) che sono strate davvero un'inutile, anche se piccolo, spreco di denaro. Allora continuavo a sperimentare: penso di avere sciupato qualche chilo di buon tabacco in miscele davvero improbabili.
Comunque non riuscivo a trovare piena soddisfazione fino a quando Il mio spacciatore di pipe ha introdotto dapprima Ascorti (ho conosciuto sia Pierangelo che Roberto), di cui ricordo la mia prima pipa rusticata: una Business Ks, da 88.000 lire, che ancora oggi apprezzo, seguita poi daverie "sorelle". Poi il grande acquisto: la mia prima Dunhill, una Redbark canadese, fantastica, che solo successivamente, con una maggior maturità di fumatore, ho imparato ad apprezzare pienamente per la sua leggerezza estrema (29 gr. per una canadese molto lunga, sono davvero pochi) e per le sue altre grandi qualità, nonostante pareti molto sottili che inizialmente non riuscivo a gestire per l'eccessiva irruenza della fumata. Ho iniziato a leggere tutto quello che riuscivo a trovare su pipe, tabacchi, ecc. (A.d.P, Smoking, Extra-Extra, libri vari, ecc.). Il problema è che poi i gusti cambiano: a 23 o 24 anni volevo solo piponi da mezzo etto di tabacco, perché cosi pensavo di fumare più a lungo. Così, ora che apprezzo le pipe ultra leggere, relativamente piccole e super classiche, mi trovo con due canadesi Ascorti da quasi 60 gr., oltre ad una serie di altre pipe "da mano", o da denti d'acciaio (partendo da Ashton, per passare da Radice, ecc.), che per quanto buone, ricevono le mie attenzioni davvero moooolto raramente. Una cosa che ho capito dai miei inizi di fumatore è che non consiglierei mai a nessuno di cominciare con pipe particolarmente economiche, ma piuttosto di trovare un buon compromesso tra qualità e prezzo per un oggetto già "buono": qualche euro in più potrebbe equivalere ad una pipa sfruttata ed apprezzata nel tempo, rispetto a pochi euro in meno per pipe buttate poi via, o abbandonate irrimediabilmente dopo il primo oggetto di qualità acquistato; sempre che non si sia smesso prima proprio a causa di quella pipa...

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