Autore Topic: La fascinazione della marca  (Letto 30959 volte)

Offline Cristiano

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La fascinazione della marca
« il: 23 Marzo 2005, 13:36:36 »
Se ne parlava anche venerdi sera... solo taluni marchi hanno una capacità fascinativa ed evocativa. A torto o a ragine io certe ditte le considero "meglio" a priori, perchè l'aura del marchio mi condiziona.

Per me è così con tre grandi: Castello, Dunhill e, ma un po' meno, Charatan. Non a caso sono le marche in ordine alle quali c'è il maggior sviluppo collezionistico.

Dite la vostra, please
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« Risposta #1 il: 23 Marzo 2005, 15:30:34 »
Indubbiamente è così: il nome fa il suo effetto! Ai tre citati, io ci aggiungo Ashton (ma è questione mia personale).
Però tolto il nome, non sempre ....  :wink:
il pessimo Slow

pipaluce

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« Risposta #2 il: 23 Marzo 2005, 15:50:02 »
Il nome spesso è una garanzia, ma non sempre. Nella mia borsa, insieme alle pipe di blasone, ne tengo anche alcune rigorosamente anonime che tuttavia fumano benissimo. Il nome serve a far colpo sugli amici  :lol:

Offline samael

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« Risposta #3 il: 23 Marzo 2005, 21:40:19 »
Citazione da: "pipaluce"
Nella mia borsa, insieme alle pipe di blasone


chi è Blasone, un oscuro pipemaker emiliano?  :D  :D  :D  :D  :D


ehm... :oops:

Offline Cristiano

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« Risposta #4 il: 23 Marzo 2005, 23:08:23 »
Citazione da: "samael"
Citazione da: "pipaluce"
Nella mia borsa, insieme alle pipe di blasone


chi è Blasone, un oscuro pipemaker emiliano?  :D  :D  :D  :D  :D


ehm... :oops:
tremenda!
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« Risposta #5 il: 09 Aprile 2005, 16:28:05 »
Il nome impresso può certamente dire molto sulla pipa che stiamo osservando, ma, probabilmente, non tutto. Se da una parte può esser una sorta di garanzia della bontà dell'oggetto, anche se non sempre è così, ad un profano quel nome può non significare assolutamente nulla. Credo che niente sia meglio dell'esperienza personale (osserva sperimenta e impara fa parte di me da sempre, nel bene o nel male). Una delusione piparia ottenuta da una Dunhill a seguito di un fortunato acquisto di una Brebbia possono sovvertire l'ordine dei marchi, per fare un estremo esempio.
Di certo c'è solo che il marchio della pipa evoca a grandi linee quanto spazio vuoto possa aver lasciato nel portafogli di colui che la addenta, qualificandone così o la grande passione per questi eleganti pezzi di radica, oppure un certo agio finanziario.
Dal canto mio, per il momento, non posso vantare di aver provato molti marchi; personalmente però, dinanzi ad una vetrina, dopo aver scrutato attentamente la/le pipa/e che mi interessa/no ne domando la marca... tanto se è amore, è amore a prima vista, o sbaglio? :wink:  :D
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Offline ismaele

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« Risposta #6 il: 09 Aprile 2005, 18:26:25 »
E il fascino delle Sasieni, dove lo metti Cristiano? :lol:  :wink:

Offline Cristiano

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« Risposta #7 il: 10 Aprile 2005, 10:56:49 »
Citazione da: "ismaele"
E il fascino delle Sasieni, dove lo metti Cristiano? :lol:  :wink:
vuoi proprio sapere dove TE lo metterei il fascino delle Sasieni? :twisted:
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« Risposta #8 il: 10 Aprile 2005, 16:45:41 »
Come in ogni cosa il nome è parte del gioco, certo è cosa diversa pavoneggiarsi con una Dunhill piuttosto che con un'anonima qualsiasi, io però rimango molto legato al rapporto qualità/prezzo e sono personalmente convinto che tenda sempre ad essere più vantaggioso nelle pipe senza grandi nomi, è un pò come comprarsi la Ferrari solamente per fare i 250 all'ora, però ci sono tante altre macchine che fanno i 250, costano molto meno e tante volte sono anche più comode, anche se la Ferrari è la Ferrari ...

Io comunque vado pazzo per le Butz-Coquin ...

 8O
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Offline Centauro

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« Risposta #9 il: 10 Aprile 2005, 17:02:42 »
Citazione da: "mificrozet"
Come in ogni cosa il nome è parte del gioco, certo è cosa diversa pavoneggiarsi con una Dunhill piuttosto che con un'anonima qualsiasi, io però rimango molto legato al rapporto qualità/prezzo e sono personalmente convinto che tenda sempre ad essere più vantaggioso nelle pipe senza grandi nomi, è un pò come comprarsi la Ferrari solamente per fare i 250 all'ora, però ci sono tante altre macchine che fanno i 250, costano molto meno e tante volte sono anche più comode, anche se la Ferrari è la Ferrari ...

Io comunque vado pazzo per le Butz-Coquin ...

 8O


Tutte le automobili sono in grado di fare i 100kmh. Ci sono le Ferrari, che ci mettono appena 4 secondi (come la recentissima F430), ci sono auto sportive che ce ne mettono 9, ci sono utilitarie che ce ne mettono 15 o più; un dato emerge, ed è quello che prima o poi ci arrivano tutte. Una ottima fiammatura permette di arrivare prima a quell'Optimum di gusto che la pipa in radiac sa regalare (il caso F430), mentre altre pipe ci metteranno di più ma ugualmente arriveranno ad un Optimum di gusto spesso paragonabile alle altre.
Ora, i 100kmh a bordo di una Ferrari hanno un prestigio ed un'eleganza che magari sono distanti da una bella MG, e qua entra in gioco anche il fattore marchio e bellezza dell'insieme.
Poi, mentre talune macchine si fermano a 200kmh, la Ferrari prosegue oltre andando nel più pessimistico dei casi a 250kmh; si può dire altrettanto di alcune pipe non in grado di raggiungere la bontà ed il gusto di taluni modelli limitati prodotti con radiche d'eccezione... e qui entrano anche in gioco i fattori del costo di una Ferrari rispetto, che so, ad una BMW...

Grazie a mificrozet per lo spunto "motoristico pipario", e scusatemi per il dilungamento! :wink:

PS: io invece saluto Ferrari, Porsche, MG e BMW negli specchietti dopo uno 0-100 in 2,4".... :D  :P
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Offline Cristiano

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« Risposta #10 il: 13 Ottobre 2005, 17:36:13 »
in questi giorni nei quali mi sto godendo la nuova Dunhill, mi trovo a crogiolarmi nella contemplazione sia della meravigliosa - e unica !!! - sabbiatura propria dell'alma ditta londinese, ma anche, e parecchio, dello white spot.

Fra l'altro, dato che Pipaluce è tra i massimi esperti Dunhill, la sabbiatura segue un procedimento particolare, specie nelle Shell (la stessa bellezza la riscontravo sabato nella pipona di Bernardo presa da Agide)?
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« Risposta #11 il: 13 Ottobre 2005, 22:46:24 »
Cristiano, io ti ringrazio, ma non sono per niente un massimo esperto Dunhill. Gli esperti, quelli veri, sanno vita, morte e miracoli delle Dunhill. Tanto per farti un esempio, a seconda della linea della pipa, sono in grando di dirti non solo l'anno di produzione, ma anche l'artigiano e il capomastro del laboratorio Dunhill che ci hanno messo le mani. Nel mio caso mi accontento di sapermi districare tra le varie sigle, anni di produzione, linee e stili.
Sono contento che ti ci stai trovando bene.  8)

Offline Cristiano

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« Risposta #12 il: 14 Ottobre 2005, 15:15:32 »
non ti sminuire...
sai rispondere alla mia curiosità? il procedimento della sabbiatura delle Shell è particolare o è solo una mia impressione che sia diverso da altre sabbiature ancorchè prestigiose?
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« Risposta #13 il: 14 Ottobre 2005, 15:26:08 »
che la sabbiatura delle Dunhill sia particolarmente accurata, restituendo una impressione di una nitida scultura naturale, non è prerogativa assolutamente esclusiva. Ad esempio Mastro e, a suo tempo, Fiamma di Re, hanno prodotto sabbiature simili e anche più profonde rispetto a Dunhill. La nitidezza e la profondità della sabbiatura dipendono innanzitutto da un buon ciocco ben venato e poi dalla sottigliezza del getto di sabbia. Naturalmente un getto di sabbia sottile che produca una "scultura" particolareggiata e nitida, richiede più tempo e cura rispetto ad una sabbiatura fatta con una grana di sabbia più grossa. E' comunque documentato che Dunhill sabbiasse le pipe già a partire dagli anni 20 e che abbia sempre considerato una tale operazione per niente secondaria al finissaggio liscio, universalmente ritenuto più pregiato. Ad esempio, le sabbiate chiare Tanshell hanno prezzi non troppo dissimili dalle lisce.

Offline coureur-des-bois

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« Risposta #14 il: 14 Ottobre 2005, 16:07:35 »
Per la mia poca esperienza, trovo che Ceppo esegua una sabbiatura molto accurata e lasci una patina opaca alla radica, che a me sembra molto elegante. La vostra discussione mi ha mosso al confronto diretto ( della sabbiatura ) e francamente devo dire che Rossi è molto bravo!
N.B.: curva Ceppo 20€, Dunhill 300€.
Bernardo
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Offline Cristiano

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« Risposta #15 il: 14 Ottobre 2005, 19:52:08 »
non credo che una curva Ceppo costi, ancorchè sabbiata, solo 20 Euro.
Per il discorso Rossi ne abbiamo già parlato una volta a tavola a Radda: poco importa l'esecutore se il prodotto è d'eccellenza.

Dice, giustamente il Sire che la Mastro sabbiava assai bene ed ho un esemplare che conferma.
Per quanto però posso vedere, circa Dunhill, la sabbiatura delle Shell mi pare diversa sia dalle Tanshell che dalle Red Bark. Sarà solo una mia impressione?

Diversa, più a "grana grossa" è la sabbiatura delle Castello Old Antiquari, che asseconda assai bene la venatura del ciocco, creando spesso un'esaltazione nel ring grain.

Assai particolare la sabbiatura delle Rinaldo Sahara che crea un'immagine di duna nel deserto.
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Offline coureur-des-bois

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« Risposta #16 il: 14 Ottobre 2005, 21:11:24 »
Un paio d'anni fa, feci un giretto a Pesaro. Rossi mi fece guardare quello che c'era e scelsi; totale: due pipe 40 euri.
La scelta era su poche pipe, ma tornai a casa contento!
Bernardo
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Offline samael

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« Risposta #17 il: 15 Ottobre 2005, 14:18:10 »
Ieri mi trovavo (casualmente..........) da Castellana, a chiedere informazioni su una Peterson's ordinata qualche tempo fa.. si trattava di un modello della serie Return of Sherlock Holmes, quindi di gamma medio-alta.. Non essendo ancora arrivata, ho chiesto di vedere qualcos'altro sullo stesso prezzo e, tra bellissime Rinaldo (di cui ho solo temporaneamente rimandato l'acquisto) e più economiche Parker o Savinelli, la scelta è caduta su una (per me) stupenda Castello Old Antiquari G.
Al di là della bellezza dell'oggetto in sè, sicuramente è entrata in gioco una suggestione, una vera e propria fascinazione, per la quale, più o meno a parità di prezzo, ho virato decisamente sulla Castello...


e ora ve la faccio vedere perchè sono contento!  :D


Offline Aqualong

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« Risposta #18 il: 15 Ottobre 2005, 15:09:52 »
Notevole!
 :D
Suerte!

Offline Cristiano

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« Risposta #19 il: 15 Ottobre 2005, 15:31:10 »
si parlava, appunto di sabbiature da Maestri...



Francesco ma quante pipe compri? sei il maggior contagiato del famigerato "morbo di pipaluce" :D
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Offline mificrozet

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« Risposta #20 il: 15 Ottobre 2005, 15:42:28 »
Lo stavo pensando anche io, solamente a Sansepolcro ne aveva ben 3 da inaugurare.

 :D
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Offline coureur-des-bois

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« Risposta #21 il: 15 Ottobre 2005, 17:32:55 »
Molte le vince! :lol:
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Offline samael

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« Risposta #22 il: 15 Ottobre 2005, 17:54:47 »
avevo rotto il salvadanaione degli spiccioli ed ero ricco (per un attimo...)!

tra l'altro, quello del salvadanaio è un ottimo metodo per regalarsi acquisti fuori programma!  :D  8)

Offline mificrozet

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« Risposta #23 il: 15 Ottobre 2005, 21:30:08 »
Ottimo sistema davvero, si creano "fondi neri" a costo zero.

 :wink:
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Offline longonibruno

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« Risposta #24 il: 16 Ottobre 2005, 00:45:59 »
Se parliamo di fascino, metterei pure le Savinelli, le Caminetto, le Peterson e le schiume scolpite (bene).

Comunque tutti i marchi storici riescono a colpire subito l'attenzione dei pipastri, compresi i novelli fumatori (vedi Mastro, Comoy's, Parker...).

Discorso a parte per le danesi: cominciano ad attrarti al primo segno di cedimento verso le forme classiche e, se non stai attento, rischi di trovarti col portafoglio vuoto  e con un parco mostri di tutto rispetto.

Credetemi: lo dico per esperienza e non è detto che fumino meglio delle italiane o delle inglesi.

Offline ismaele

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« Risposta #25 il: 16 Ottobre 2005, 01:41:17 »
Oh che bel Castello... :wink:
Davvero splendida la sabbiatura e la linea, Sam

Offline Psicoblu

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« Risposta #26 il: 16 Ottobre 2005, 13:28:01 »
Citazione da: "Cristiano"


Francesco ma quante pipe compri? sei il maggior contagiato del famigerato "morbo di pipaluce" :D


Davvero!!! hai l'acquisto compulsivo!!!! :wink:  :D

Comunque veramente bella la Castello, mi piace molto :!:
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Offline Cristiano

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« Risposta #27 il: 16 Ottobre 2005, 16:31:46 »
Citazione da: "longonibruno"
Se parliamo di fascino, metterei pure le Savinelli, le Caminetto, le Peterson e le schiume scolpite (bene).

Comunque tutti i marchi storici riescono a colpire subito l'attenzione dei pipastri, compresi i novelli fumatori (vedi Mastro, Comoy's, Parker...).

Discorso a parte per le danesi: cominciano ad attrarti al primo segno di cedimento verso le forme classiche e, se non stai attento, rischi di trovarti col portafoglio vuoto  e con un parco mostri di tutto rispetto.

Credetemi: lo dico per esperienza e non è detto che fumino meglio delle italiane o delle inglesi.
concordo sulle VECCHIE Caminetto, forse sulle Peterson. Assolutamente improponibile un confronto con le Savinelli, secondo me.

Circa le forme danesi, ognuno ha a che fare con il proprio gusto, più o meno sobrio.
Per la fumata, fumano bene ma non meglio di altre.
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« Risposta #28 il: 14 Novembre 2007, 09:50:53 »
Riprendo il tema, perchè credo sia interessante.

C'è una diffusa e matura consapevolezza che le Savinelli, almeno a partire dalla serie Punto Oro, siano pipe eccellenti e di resa probabilmente superiore ad altri più blasonati produttori.

Resta però che quando prendo una Savinelli non ho quella "soddisfazione" quella emozione che provo quando mi accingo a fumare una Dunhill, una CAstello o una Charatan. Anche se spesso fumo meglio nella Punto Oro che nella Shell.

E' un fatto soggettivo, sicuramente, ma molto diffuso.
E', mi scuso se mi ripeto, la fascinazione della marca, quell'elemento sovrastrutturale che Dunhill e Castello hanno e che Savinelli non ha.

Secondo Rhodesian dipende anche dal fatto che Savinelli, al contrario di Dunhill e Castello, ha in catalogo pipe entry level di basso prezzo.

Certamente con quello che costa una Oscar non ci si compra una Sea Rock Briar.

Ed è una notazione giusta.
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Offline Piero

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« Risposta #29 il: 14 Novembre 2007, 10:30:09 »
Quando si parla di fascino a me vengono in mente Dunhill naturalmente, Caminetto e Castello in ordine (a me i baffetti fanno battere il cuore da sempre) e anche Winslow ma non ho ancora ben capito perchè.

Dovendo scegliere tra 2 billiard un paio di mesi fa allo stesso prezzo scontatissimo scelsi una Caminetto non perfetta del valore commerciale di 100 Euro al posto di una Savinelli fiammatissima di 200 Euro.  
Così come si viene attratti a volte da una donna non bellissima ma di fascino e non si viene attratti a contrario da una super gnocca.

Offline ismaele

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« Risposta #30 il: 17 Novembre 2007, 11:33:09 »
Cristiano, che ne dici di questa Savinelli? Ha fascino abbastanza?

http://picasaweb.google.com/caloverre/SAVINELLISTRAIGHTGRAIN/photo#5132689420666115634

Offline RHODESIAN

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« Risposta #31 il: 18 Novembre 2007, 01:00:39 »
Citazione da: "Cristiano"

Resta però che quando prendo una Savinelli non ho quella "soddisfazione" quella emozione che provo quando mi accingo a fumare una Dunhill, una CAstello o una Charatan. Anche se spesso fumo meglio nella Punto Oro che nella Shell.
...
Secondo Rhodesian dipende anche dal fatto che Savinelli, al contrario di Dunhill e Castello, ha in catalogo pipe entry level di basso prezzo.
...



E' un po' come quando la Fiat, dopo le varie 500, 600, 850, ecc. produsse la 130, che era un'ottima berlina che stava tranquillamente al pari delle blasonate Mercedes e Bmw. Fu un "fiasco" commerciale proprio perchè, a detta degli analisti, l'immagine troppo popolare della Fiat mal si adattava ad un'auto lussuosa di gamma alta.

In sintesi è l'annosa questione se è meglio il minimo del massimo od il massimo del minimo...

In fondo, se devo investire 200 euro, preferisco farlo nel minimo del massimo (Old Antiquary, Tanshell, ecc.) o nel massimo del minimo (Giubileo Oro, Autograph, ecc.)?

Per quanto mi riguarda, credo che Savinelli esprima il meglio di se, come rapporto qualità/prezzo/immagine proprio con la punto oro che, come direbbe un mio amico: "fa fine, non impegna e ... sta bene col blu..."

Detto questo, credo che in ogni fumatore ci sia quella componente un po' snob, un po' narcisista e di autocompiacimento, per cui quando fumiamo una pipa blasonata, che ci è anche costata un bel o' di soldini, ci sentiamo già parzialmente appagati per il solo fatto di possederla e poterla fumare.

Nello specifico di Savinelli, in sostanza, penso che pesi molto il fatto che attorno a questo marchio non si è mai creato quell'alone di leggenda, il mito che invece contraddistingue le varie Castello, Charatan o Dunhill.

In fondo, però, penso anche che se tutte le nostre scelte fossero razionali, vedremmo in giro solo billiard, di produzione industriale, probabilmente sabbiate, di dimensioni non superiori ad un gruppo 3 (scala Dunhill). Per fortuna non è così...
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

Offline ismaele

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« Risposta #32 il: 19 Novembre 2007, 14:17:53 »
Non sono mai stato deluso da una Savinelli

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« Risposta #33 il: 19 Novembre 2007, 16:50:38 »
Citazione da: "ismaele"
Non sono mai stato deluso da una Savinelli
non è questo il punto. Anch'io non sono mai stato deluso da una Savinelli, ma neppure da una Ceppo o da una Stanwell.... Il mito, dice bene Vittorio, è mito
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« Risposta #34 il: 19 Novembre 2007, 17:33:34 »
D'accordo, il mito ha pur sempre quel "qualcosa" in più che agli altri manca. Io però sono poco disposto a pagare cifre da capogiro per un mito. Tanto più che se dunhill può essere (può?) la Ferrari delle pipe, Savinelli non è affatto la Fiat - tanto per rimanere nell'ambito della metafora automobilistica. Direi una Lancia, ovviamente dei tempi d'oro!
Del resto la fama, la considerazione, il rispetto di cui gode Savinelli all'estero è enorme. Se mito non è poco ci manca... :wink:

Offline Cristiano

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« Risposta #35 il: 19 Novembre 2007, 17:56:24 »
Non ha quella allure che ha invece la Castello. Che poi le Savinelli possano avere elementi qualitativi di assoluta eccellenza è fuori di dubbio.
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La fascinazione della marca
« Risposta #36 il: 19 Novembre 2007, 21:19:31 »
Citazione da: "ismaele"
D'accordo, il mito ha pur sempre quel "qualcosa" in più che agli altri manca. Io però sono poco disposto a pagare cifre da capogiro per un mito. Tanto più che se dunhill può essere (può?) la Ferrari delle pipe, Savinelli non è affatto la Fiat - tanto per rimanere nell'ambito della metafora automobilistica. Direi una Lancia, ovviamente dei tempi d'oro!
Del resto la fama, la considerazione, il rispetto di cui gode Savinelli all'estero è enorme. Se mito non è poco ci manca... :wink:


Non intendevo urtare la tua sensibilità verso questo ottimo marchio italico, ma qui stiamo parlando di qualche cosa che va al di là della qualità intrinseca dell'oggetto.

Io fumo tranquillamente e con molto piacere Savinelli (a parte una Oscar, fumo con regolarità le altre sei Savinelli che possiedo) e, volendo esprimere un giudizio sintetico, trovo che nessuna di loro arrossisca o abbassi gli occhi di fronte ad una Dunhill o ad una Castello. Ma questo riguarda solo le prestazioni "pure".

Anche io, come te, sostengo che non sono più (un tempo spendevo davvero troppo) disposto a spendere centinaia di euro per l'oggetto pipa, soprattutto dopo avere constatato che con molto meno fumo benissimo lo stesso. Ma anche qui siamo nel campo del razionale.

Questo topic parla di una cosa che va al di la, che riguarda il gusto del possesso, il piacere di avere qualche cosa di "esclusivo".

Anche se con i dovuti distinguo, è lo stesso motivo per cui si vende l'abbigliamento firmato, che non necessariamente è di migliore qualità rispetto ad una buona produzione industriale. Non dico che sia giusto, ma è umano.

Per quanto mi riguarda, Savinelli è rapportabile ad una produzione industriale molto buona, al pari di Stanwell o, per chi le apprezza, di Peterson, ma resto convinto che marchi storici quali Dunhill o Charatan abbiano un altro fascino.

Al di la della qualità reale o presunta, Castello ha saputo creare un alone particolare intorno a se con distribuzioni centellinate (una volta si diceva che Castello era famoso per le pipe "che non aveva"), innovazione assolute (il bocchino in metacrilato), ecc.

Savinelli è da sempre, a torto o a ragione, associato al concetto di una buona o ottima produzione industriale, ma niente di più: niente leggende o miti. Difficile trovare collezionisti di Savinelli, come invece ce ne sono per Dunhill o Charatan.

Non dimentichiamoci che, purtroppo, una cosa che costa tanto è esclusiva e, giusto o sbagliato che sia, quando questa esclusività è associata ad una buona o ottima qualità, diventa ambita, desiderata. Questo contribuisce ad aumentarne il mito e la "fascinazione" del marchio.
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

Offline Cristiano

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« Risposta #37 il: 20 Novembre 2007, 11:25:59 »
Concordo perfettamente con Vittorio
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Offline Piero

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« Risposta #38 il: 20 Novembre 2007, 12:44:01 »
e se la Dunhill improvvisamente mettesse in commercio una pipa a 30 euro e ne distribuisse a piene mani in tutte le italiche tabaccherie?

Che fine farebbe la fascinazione del marchio?

Offline Aqualong

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« Risposta #39 il: 20 Novembre 2007, 12:54:18 »
Farebbe in poco tempo la stessa fine di quei marchi,che fanno passare tutti i giorni stock di pipe nuove su Ebay,a prezzi molto più bassi di quelli ufficiali.
Suerte!

Offline Cristiano

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« Risposta #40 il: 20 Novembre 2007, 15:40:03 »
No, ci sarebbe lo stesso effetto che abbiamo avuto per altre marche: vecchie e nuove Charatan, vecchie e nuove Caminetto, Barling pre e post transition, Ceppo era Imperatori, da cesto, nuova gestione Rossi...
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« Risposta #41 il: 20 Novembre 2007, 15:50:36 »
Esiste già. Un vero collezionista NON compra Dunhill posteriori al 1975. Un motivo ci sarà ?

 8)
Inglesi ... gente che correva nuda dietro una marmotta quando noi già s'accoltellava un Giulio Cesare !

Offline Cristiano

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« Risposta #42 il: 20 Novembre 2007, 17:28:53 »
Io ne ho di prima e di dopo... e mi son trovato ugualmente bene
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Offline ismaele

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« Risposta #43 il: 20 Novembre 2007, 20:23:07 »
Carissimo Rhodesian, non sono affatto offeso, ci mancherebbe! E di che dovrei offendermi poi? Le tue osservazioni sono acute e condivisibili, resta per me che non sono disposto (e non ne avrei la possibilità) a spendere centinaia di euro per una pipa, seppur di gran nome e indubitabilmente ottima e fascinosa e bellisima, a meno che non mi capiti a tiro qualche colpaccio - come mi è capitato talvolta.
Riconosco a dunhill ciò che è di dunhill, ma credo ci sia stata pure molta esagerazione e un po' di spocchia nel creazione del mito di mr Alfred...
Per quanto gratificante sia possedere bei pezzi ed esemplari prestigiosi penso che Savinelli rappresenti il perfetto punto di incontro tra qualità, estetica e prezzo: ma ovviamente è un'opinione e come tale...opinabile  :lol:

PS: sia chiaro: le dunhill sono gran belle e buone pipe!

Offline RHODESIAN

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« Risposta #44 il: 20 Novembre 2007, 22:00:28 »
Citazione da: "Piero"
e se la Dunhill improvvisamente mettesse in commercio una pipa a 30 euro e ne distribuisse a piene mani in tutte le italiche tabaccherie?

Che fine farebbe la fascinazione del marchio?


Premettendo che lo ritengo pressocchè impossibile, credo equivarrebbe a dichiarare palesemente che tutte le argomentazioni tecniche (stagionatura della radica, procedimento con oil cure, decine e decine di passaggi di lavorazione e severissima selezione di controllo qualità) pesupposti fondamentali del mito, sono solo ed esclusivamente chiacchiere.

Con i costi della materia prima attuali, i processi di lavorazione dichiarati e supposti di una Dunhill, 30 euro equivarrebbero ad una vendita al di sotto del costo industriale del prodotto, ergo: o fino ad ora ci sono state raccontate grandi balle, o ci sarebbe in atto un cambiamento totale a livello produttivo, cioè non sarebbero più Dunhill.
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Offline RHODESIAN

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« Risposta #45 il: 20 Novembre 2007, 23:03:41 »
Citazione da: "ismaele"

...
penso che Savinelli rappresenti il perfetto punto di incontro tra qualità, estetica e prezzo...


Caro Ismaele, come ho già scritto, su questo la penso esattamente come te.

Mi sto sempre più convincendo che per un pipatore, sia molto difficile districarsi nella fitta trama di spinte compulsive emozionali, motivazioni tecniche e dare una parvenza di ponderatezza a scelte che spesso sono tutto tranne che razionali.

Credo che nelle nostre valutazioni spesso si mettano in relazione elementi di valutazione che poco hanno a che vedere l'uno con l'altro.
In fondo il fascino non sempre, o non necessariamente, deve comportare delle motivazioni logiche e razionali a sostegno.

Approfondendo la questione, almeno secondo il mio punto di vista, si può constatare che certi marchi devono il loro attuale fascino a motivazioni che si perdono nella storia della vita del marchio, a volte per ragioni tecniche, altre per suggestive storie legate alla nascita ed allo sviluppo del marchio.
Ad esempio, quanto era a suo tempo affascinante le rivalità tra "seguaci" di Dunhill e "fedelissimi" di Charatan? Quale colpo ha subito il fascino di Charatan quando questa è passata di proprietà al gruppo a sua volta proprietario di Dunhill?
Altro esempio: Caminetto nasce da un incontro tra due maestri pipai (Ascorti e Radice) che, narra la leggenda, dopo una cena, sulla carta di una tovaglietta, hanno sancito l'atto di nascita della Caminetto, che si è subito contraddistinta per forme particolari, rusticature a "gocciolato di cera" ecc.. quanto può essere rimasto di questo nella produzione di modelli in serie, con tutto il rispetto per Roberto Ascorti, per quanto di buona qualità possano essere le attuali Caminetto?
Per quanto mi riguarda, dopo la morte di Scotti, Castello ha perso parte del suo fascino: so benissimo che io ho iniziato a fumare Castello quando Scotti probabilmente aveva già smesso di lavorarle direttamente, ma la sua mancanza, per me, fa sembrare le pipe "meno" Castello di una volta; è irrazionale, lo so! Ma il fascino non deve per forza essere razionale.

La fortuna ed il fascino di Mastro de Paja, dopo tutti i passaggi di proprietà e la totale assenza dei fondatori artefici del mito, ha ancora senso oggi come oggi?

Credo che Dunhill debba il suo fascino anche alla capacità che ha avuto di farlo rimanere intatto nel tempo, facendo passare assolutamente in sordina il fatto che è parte di un gruppo multinazionale e che l'ombra di Sir Alfred non si aggira più nei reparti di lavorazione per redarguire un allora giovane Bill Ashton Taylor, che aveva scartato una sabbiata per l'eccessiva profondità della sabbiatura... Dunhill è riuscita a passare quasi indenne dai passaggi di proprietà e generazionali, mantenendo inalterata l'immagine di qualità elevatissima (vera o presunta poco importa) dei suoi prodotti.

Queste pensieri nascono in parte da una mia piccola esperienza personale che mi ha fatto riflettere: io posseggo un Longines d'oro a cipolla (ovviamente totalmente meccanico), ereditato da un prozio, che ha abbondantemente superato il mezzo secolo. So perfettamente che un qualsiasi Swatch o un Casio sono infinitamente più precisi, pratici e comodi di quel vecchio è grosso orologio con carica manuale; ma il fascino che quella "cipolla" quasi antica, di quelle che "non ne fanno più", è infinitamente superiore a quello di qualsiasi perfetto ed efficiente evoluto meccanismo tecnologico attuale.

In sintesi: forse il fascino non è nella qualità reale di un prodotto, ma nella sua storia, nelle particoli vicissitudini che hanno fatto da corollario alla sua produzione, nel carattere e nella vita delle persone che hanno contribuito a crearlo. Ecco perchè penso che ci siano molte pipe, anche ottime, che non avranno, per quanto tecnicamente ineccepibili, il fascino di altre, non necessariamente migliori.
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Offline ismaele

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« Risposta #46 il: 21 Novembre 2007, 02:47:39 »
Non avrei saputo dire meglio quanto tu hai così lucidamente ed appassionatamente espresso e che condivido in toto
Un affettuoso saluto e chi sa che prima o poi non ci si incontri!

Offline Cristiano

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« Risposta #47 il: 21 Novembre 2007, 10:50:53 »
Citazione da: "ismaele"
a meno che non mi capiti a tiro qualche colpaccio - come mi è capitato talvolta.
la lingua batte dove il dente duole....
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Offline ismaele

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« Risposta #48 il: 21 Novembre 2007, 15:10:31 »
Ma non era una dunhill quella... :wink:  :roll:  :D

Offline Cristiano

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« Risposta #49 il: 21 Novembre 2007, 17:25:55 »
no ma me l'ha fregata il solito bucaniere :lol:
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« Risposta #50 il: 22 Novembre 2007, 22:28:00 »
Citazione da: "ismaele"
Non avrei saputo dire meglio quanto tu hai così lucidamente ed appassionatamente espresso e che condivido in toto
Un affettuoso saluto e chi sa che prima o poi non ci si incontri!


Ti ringrazio e spero anche io che prima o poi ci si riesca a conoscere di persona.
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Offline coureur-des-bois

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« Risposta #51 il: 23 Novembre 2007, 09:19:21 »
Citazione da: "Cristiano"
Citazione da: "ismaele"
a meno che non mi capiti a tiro qualche colpaccio - come mi è capitato talvolta.
la lingua batte dove il dente duole....


La lingua batte dove il clito ride! :lol:
Bernardo
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Offline longonibruno

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« Risposta #52 il: 16 Dicembre 2007, 17:45:08 »
Personalmente ho un debole per le vecchie (meglio dire prime) Caminetto e per tutte le Castello Sea Rock nere.

Onofrio del Grillo

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #53 il: 02 Aprile 2014, 09:21:32 »
...e che l'ombra di Sir Alfred non si aggira più nei reparti di lavorazione per redarguire un allora giovane Bill Ashton Taylor, che aveva scartato una sabbiata per l'eccessiva profondità della sabbiatura...

Forse era il fantasma.

Offline santi bailor

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #54 il: 02 Aprile 2014, 10:08:29 »
la fasci-nazione, eh?  mo kvando zèrah lui!
HMCIM

Offline Cristiano

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #55 il: 02 Aprile 2014, 13:48:19 »
...e che l'ombra di Sir Alfred non si aggira più nei reparti di lavorazione per redarguire un allora giovane Bill Ashton Taylor, che aveva scartato una sabbiata per l'eccessiva profondità della sabbiatura...

Forse era il fantasma.
potrebbe anche essere vero perchè Alfred morì nel 59 e Bill entrò alla Dunhill quindicenne appunto nel 59
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Offline Cristiano

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #56 il: 02 Aprile 2014, 13:49:56 »
...e che l'ombra di Sir Alfred non si aggira più nei reparti di lavorazione per redarguire un allora giovane Bill Ashton Taylor, che aveva scartato una sabbiata per l'eccessiva profondità della sabbiatura...

Forse era il fantasma.
potrebbe anche essere vero perchè Alfred morì nel 59 e Bill entrò alla Dunhill quindicenne appunto nel 59. Solo che Alfred è morto il 2 Gennaio, quindi la cosa dovrebbe risalire a Capodanno....
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Onofrio del Grillo

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #57 il: 02 Aprile 2014, 14:33:39 »
...e che l'ombra di Sir Alfred non si aggira più nei reparti di lavorazione per redarguire un allora giovane Bill Ashton Taylor, che aveva scartato una sabbiata per l'eccessiva profondità della sabbiatura...

Forse era il fantasma.
potrebbe anche essere vero perchè Alfred morì nel 59 e Bill entrò alla Dunhill quindicenne appunto nel 59. Solo che Alfred è morto il 2 Gennaio, quindi la cosa dovrebbe risalire a Capodanno....

Effettivamente teoricamente concordo.

Alfred in punto di morte rompeva il cazzo a Bill che, al primo giorno di lavoro (per giunta festivo), già scartava le pipe in lavorazione che riteneva non idonee.

William ne avrebbe tratto ispirazione...

rais

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #58 il: 02 Aprile 2014, 16:57:54 »
Le Pierre Cardin hanno sicuramente un fascino, chiedere ad Antoine vi svelerà i trucchi più nascosti della imponente casa parigina. IMMOMIMMO.

Offline longonibruno

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #59 il: 13 Giugno 2014, 22:55:47 »
Oh che bel Castello... :wink:
Davvero splendida la sabbiatura e la linea, Sam

Antanicamente parlando, Castello piscia sopra a tutti (in Italia).
Andate su ebay, per vedere cosa il mondo intero pensa delle pipe.
Ci sono artigiani, che non riescono a piazzare pipe nuove allo stesso prezzo di una Castello (o Dunhill) usata.
Dopo tanti anni un motivo ci sarà,
P.S.: Guardate anche a quanto vengono vendute le monete d'argento di San Marino e Vaticano...  :o

rais

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #60 il: 28 Maggio 2015, 20:33:30 »
Infatti anticamente Castello pisciava adesso ha bisogno del catetere, collezionisti di bo nordh, sixten, bang e altri mostri sacri della pipa, adesso chissà perchè preferiscono Becker e Gamboni.

Tante cose.

Offline Claudio Villa AldoBrandini CVAB

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #61 il: 13 Novembre 2015, 21:15:28 »
Sentoparlare di queste pipe di radice e però di radice di quale pianta?
Io studio l'ignoranza, sondo la stupidaggine, anatomizzo la puerilita', faccio la vivisezione di cio' che e' grottesco e imbecille sull'esistenza del prossimo...documento adattissimo per arricchire il museo della cretineria (Petrolini)

Offline slipknor

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #62 il: 14 Novembre 2015, 15:19:47 »
Non saprei, però per me son valide

rais

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #63 il: 14 Novembre 2015, 18:20:07 »
Io leggendo qua e la ho visto scrivere che è come la radice della liquirizia e si estrae con falce e martello o se preferite pala e picu, e quello che si estrae da sotto la terra è un pezzo grosso di legno di dimensioni suppergiù quando la testa di colui che ha vissuto da giovane a Parigi (che purtroppo non è una giostra mobile, considerati gli ultimi avvenimenti) spesso c'azzecco, poi ci sono molte fase di lavorazione fino a formare il prodotto finito, nella fasi di lavorazione non ci ho capito un gran chè, pero ho capito che prima viene fatta riposare  sotto i teloni di tela, poi fatta bollire, ecco alcuni artigiani mi hanno detto che è importante il contenitore, ma quasi tutti ormai bollono dove gli viene prima, spesso anche nelle pentole Lagostina e quelle dell'Ikea, poi ho letto che viene fatta stagionare, ecco c'è chi stagiona pochi anni e quindi cerca subito il guadagno e poi t'imbroglia che è stagionata 10 anni, e poi invece c'è chi stagiona veramente 10 anni e anche di più e molti scrivono che è impossibile e bastano anche pochi mesi, io francamente sotto questo aspetto ho molta confusione perchè ognuno dice la sua, e poi comprano pipe ovunque e la fanno vedere nei forum e tutti gli dicono che è bellissima, spesso ho detto che facevano cagare e mi hanno bannato, quindi ho capito che i forum servono per scrivere quello che dicono loro e non puoi mai dire la tua, tornando alla radica poi si fa la pipa quindi dopo la stagionatura, ma questo io l'ho sempre visto scrivere nei forum, qualcuno scrive che smacchina, ma non so che significa mentre altri le fanno a mano, poi però a visto i video su iu tube e ho visto invece che ci sono molti macchinari, per esempio seghe elettriche, torni, trapani di precisione e quindi mi è sorta sempre più confusione fra quello che scrivono e quello che ho visto su iu tube, poi mi sono accertato che fatto a mano è forse l'autoerotismo e quindi non saprei.
Spero di esservi stato d'aiuto se qualcuno ne sa di più è meglio così mi toglie molti dubbi.

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Offline Cristiano

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #64 il: 07 Aprile 2017, 16:30:25 »
Tiro su questa discussione, che ne pensate?
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Offline enrikon

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #65 il: 07 Aprile 2017, 17:39:00 »
Non sono particolarmente sensibile al marchio, però purtroppo il marchio spesso ha anche a che vedere con una qualità superiore, e siccome fumare la pipa per me è un piacere e non un vizio, ho finito per avere quasi solo Castello e Dunhill.
Castello per una qualità dei materiali fantastica, una vera Rolls Royce della pipa; Dunhill per gli shape, i più belli e perfetti per purezza di linee.

Offline Nic Salamandra

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #66 il: 07 Aprile 2017, 19:54:41 »
Confesso d avere il vizio della Patonza, ma selettivo anziché no   ;D
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Offline Cristiano

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #67 il: 09 Aprile 2017, 22:15:25 »
Vizio invero assai diffuso
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Offline Nic Salamandra

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #68 il: 10 Aprile 2017, 08:19:53 »
Vizio invero assai diffuso

Einfatti... per cui metafora cogente. Sono stato bravo dai... ::) ;D
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Offline RHODESIAN

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #69 il: 12 Aprile 2017, 00:42:40 »
Interessante quanto difficile argomento, che meriterebbe davvero un'ampia ed approfondita analisi (parlo delle pipe, perché per le "patonze" ho capito che è molto difficile sia analizzarle che classificarle, non parliamo poi di capirle...)

Intanto, giusto per buttare due o tre spunti qua e la, direi che bisogna distinguere tra fascinazione del marchio per moda o per qualità.

Sotto questo aspetto, mi sembra prima di tutto evidente che molti marchi oggi hanno ormai ben poche delle caratteristiche che le hanno rese famose ed affascinanti. Mi riferisco in particolare a quei marchi passati sotto l'egida di grandi gruppi come Cadogan, per esempio.

Più in generale, mi chiedo quanto qualunque marca di pipe, artigianale o seriale che sia, possa mantenere gli standard qualitativi di produzione che l'hanno resa famosa nel tempo, data la minor reperibilità di materia prima e, con essa, la minor reperibilità di materia prima di qualità.

Non voglio fare il solito discorso per cui era senz'altro tutto migliore quello che si faceva prima, ma ci sono situazioni oggettive: Charatan di oggi può essere davvero paragonata a quella degli anni 70 / 80, prima che diventasse "francese" per poi tornare "inglese"?

E ancora: una moderna Caminetto, vale davvero di più di un'Ascorti di 20/30 anni fa?

La domanda nasce dalla considerazione che la fascinazione del marchio derivi dalla qualità. Ma è sempre così?

Mi chiedo, per esempio, perchè pipe che sono costruite con radica eccelsa, come Grenci, piuttosto che Posella, per non parlare del compianto Tom Spanu, non hanno realmente mai "sfondato" rispetto a molti marchi nettamente inferiori (alla prova della fumata) senza stare a farne i nomi, visto che si tratta di giudizi personali.

Eppure mi rendo conto che anche io, quando allungo la mano per prendere una pipa dalle rastrelliere, spesso sono più portato in automatico verso pipe che sono semplicemente più "blasonate" di altre e solo la razionalità mi richiama verso pipe che, puntualmente, mi danno grandi soddisfazioni anche se teoricamente di livello inferiore.
Quindi so che io stesso subisco la "fascinazione" del marchio.
Dunhill è DUNHILL e il solo fatto che susciti tante discussioni da la misura di quanto grande sia questo marchio e del fascino che esercita... Lo stesso vale per Castello...

Io temo che la fascinazione del marchio sia purtroppo spesso legata al prezzo: se una pipa costa tanto le viene attribuita quasi automaticamente più importanza di una pipa che costa meno, indipendentemente dalle qualità reali degli oggetti in questione.

Ho spesso letto di fumatori orgogliosi delle proprie reject Savinelli, ma mai gliele ho viste fumare in pubblico... Chissà perchè...
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NCH

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #70 il: 12 Aprile 2017, 08:38:27 »
La fascinazione della.......... boh! ;D

Offline Nic Salamandra

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #71 il: 12 Aprile 2017, 10:17:04 »
Einfatti, Rho ha ripreso il senso. Oltre la Patonza subisco la fascinazione di molte-non tutte-singole Marche, e ho una specie di vizio per Spanu senza aver mai conoscito nè Lui nè una Sua Pipa. Subisco la fascinazione persino per Dunhill s Castello: ma come pei tabacchi, la "riduzione" al (presunto) Alto, che conterrebbe e supererebbe il resto rendendolo inutile o utile solo a fumatori minori se non addirittura minorati, rappresenterebbe, ove prendesse piede (l'ha già preso?), una ctastrofe culturale... inthopicamente intendendo, ma il discorso vale anche per molto OT. :)
« Ultima modifica: 12 Aprile 2017, 10:20:25 da Nic Salamandra »
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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #72 il: 12 Aprile 2017, 11:59:05 »
Vittorio il prezzo fa la sua parte. Questo perchè gli si ascrive prestigio. Ma come ogni regola c'è l'eccezione. Una Penzo costa quanto una Castello, però Castello è Castello. Torniamo a Castello, la fascinazione deriva anche dal fatto che Scotti le distribuiva con grande parsimonia. E' noto che tabaccai che salivano a Cantù per chiedere 50 pipe venivano via con 3. Quindi, esclusività.
Poi viene la moda. vedi la 55. Tutto giusto quello che dici di Grenci-Posella-Spanu
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« Risposta #73 il: 13 Aprile 2017, 00:55:04 »
Vittorio il prezzo fa la sua parte. Questo perchè gli si ascrive prestigio. Ma come ogni regola c'è l'eccezione. Una Penzo costa quanto una Castello, però Castello è Castello. Torniamo a Castello, la fascinazione deriva anche dal fatto che Scotti le distribuiva con grande parsimonia. E' noto che tabaccai che salivano a Cantù per chiedere 50 pipe venivano via con 3. Quindi, esclusività.
Poi viene la moda. vedi la 55. Tutto giusto quello che dici di Grenci-Posella-Spanu

Sono perfettamente d'accordo ed è un po' quello che cercavo di dire quando ho scritto che Dunhil è Dunhill e tutte le discussioni con sostenitori e detrattori confermano il fatto.
Ciò che tu scrivi, però aggiunge un elemento importante alla questione fascinazione perchè porta in risalto la "leggenda" che ingigantisce il mito e contribuisce così pesantemente al  fascino del marchio. Infatti si diceva che "Castello è famoso per le pipe che non ha..."
E penso che si possa essere tutti concordi sul fatto che tra pipe apparentemente simili per concezione, come Ashton e Dunhill, non c'è paragone in termini di fascinazione del marchio, anche se i prezzi sono simili e le caratteristiche qualitative di Ashton, dal mio punto di vista, non hanno nulla (ma proprio nulla) da invidiare a Dunhill.
Però una cosa manca ad Asthon: la storia, la leggenda, il mito che Dunhill ha saputo creare ed alimentare.
Credo che questo si possa ascrivere al fatto che alcuni marchi come Ashton, anche se di ottima qualità, sono nati in diversa epoca, quando i miti (tutti o quasi) erano già in decadenza ed il mercato della pipa si stava già riducendo di parecchio.
A questo possiamo aggiungere che la storia di molti marchi è ed era circoscritta a questo o quel dirigente, piuttosto che artigiano, di questa o quell'azienda che hanno  aperto il loro laboratorio ed hanno iniziato a produrre e commercializzare in proprio oggetti costruiti in base ad un know how acquisito altrove, in un periodo di contrazione del mercato dovuta a cambiamenti di costumi e cultura che ci hanno relegati ad un manipolo di appassionati. Forse troppo pochi per creare nuovi miti. Un mercato ristretto, quindi, nel quale l'attenzione all'economia, le regole del mercato stesso, oltre al cambiamento dei ritmi e dei gusti, hanno forse contribuito ad impedire ai produttori stessi di potersi creare la propria storia, la propria leggenda...
Famosi fumatori di pipa, uomini di sport, politica e spettacolo (da Bearzot a Pertini e Lama, passando per Sadat e continuando con Bing Crosby o il nostro Mike Bongiorno, Simenon, ecc.) non esistono più da anni e con la loro scomparsa hanno contribuito a rendere sempre meno "visibile" la pipa nel mondo facendo si che, più di altri, i pipatori si trovano spesso costretti a guardare al passato, per ritrovare una adeguata "dimensione", di cui fanno parte solo alcuni marchi di grande fascino.
« Ultima modifica: 13 Aprile 2017, 00:58:04 da RHODESIAN »
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #74 il: 13 Aprile 2017, 09:19:06 »
Come acquistare una pipa a 390 euro senza sapere da chi e dove è stata fatta!

Davidoff

Davidoff's first pipes date from 1974 and were commissioned by various companies, notably Butz-Choquin and the Cuty Fort Group.

It appears the pipes are now made in Italy, as the website states the following about their pipes:

Creation of the Davidoff Pipe entails a meticulous, detailed process performed by only the most skilled Italian pipemakers. This dedication is why the Davidoff Pipe upholds a standard of quality and design found in no other pipe in the world. Made of the finest and carefully selected briar, each Davidoff Pipe features a flawless, hand-finished bowl and perfectly fitted, hand-cut acrylic stem. The Davidoff Pipe is available in three beautiful designs and finishes -- sandblasted black, red brilliant and natural light brown.
Da Pipedia

foto da un negozio

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #75 il: 13 Aprile 2017, 10:44:40 »
prima le faceva la Chacom. Ora in Italia, chi dice Barontini, chi dice Gigi
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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #76 il: 14 Aprile 2017, 08:54:05 »
prima le faceva la Chacom. Ora in Italia, chi dice Barontini, chi dice Gigi

A volte sembra che Barontini produca pipe per mezza Europa.
Strano, quasi incredibile, che quelle col suo marchio non abbiano mai "sfondato".

Mah.... misteri del mondo della pipa
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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #77 il: 14 Aprile 2017, 11:20:09 »
Sicuramente fa le Stanwell. Cè chi dice faccia anche le teste delle Dunhill che poi vengono finite a Londra...
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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #78 il: 14 Aprile 2017, 11:41:30 »
Sicuramente fa le Stanwell. Cè chi dice faccia anche le teste delle Dunhill che poi vengono finite a Londra...

A me tutti i "si dice" lasciano molto perplesso...

Quello che io mi chiedo è: se ha una produzione di qualità buona, tanto da produrre Stanwell (che, ricordo, a suo tempo sembrava essere il produttore di Larsen... mah!...) o addirittura Dunhill, come è possibile che le sue pipe non hanno mai incontrato il gusto ed il favore dei fumatori, tanto che barontini è letteralmente sparito dai negozi?

Ecco, questo per me è un mistero...
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Offline samael

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #79 il: 14 Aprile 2017, 12:17:05 »
come dice il proverbio, il diavolo fa le teste ma non i bocchini  ;D ;D ;D

comunque basterebbe guardare i vari filmati della fabbrica della Dunhill (o meglio: basterebbe guardare una dunhill) per rubricare tutto a leggenda metropolitana

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #80 il: 14 Aprile 2017, 12:25:46 »
Leggenda direi di no. Anche nella guida del Rutzen si diceva che le teste erano prelavorate altrove.
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Offline samael

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #81 il: 14 Aprile 2017, 12:50:08 »
https://www.youtube.com/watch?v=7Qb4QnhOBbY

in diretta da Livorno  ;D ;D ;D

(c'era anche l'altro video della fabbrica a Walthamstow, da qualche parte)

Offline enrikon

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #82 il: 14 Aprile 2017, 13:57:01 »
Vabbè, ma chi ti dice che nelle prime immagini, quelle relative alla sbozzatura, non siano davvero da Barontini?  ;D ;D ;D

Poi questi programmi sono degli spottoni pubblicitari, 'gnamo.

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #83 il: 14 Aprile 2017, 13:57:32 »
https://www.youtube.com/watch?v=7Qb4QnhOBbY

in diretta da Livorno  ;D ;D ;D

(c'era anche l'altro video della fabbrica a Walthamstow, da qualche parte)

Caro Francesco, credo poco anche al fatto che una produzione seriale sia fatta interamente a mano, come nel video. Forse, o senz'altro, le Free Hand. Le produzioni seriali, con modelli standard, prevedono di solito macchine a "controllo numerico", dove l'intervento manuale è riservato agli ultimi passaggi della produzione ed al finissaggio.
Ripeto che per me il problema è un altro: se Barontini fa Stanwell, che a sua volta produce Larsen, vuole dire che Barontini fa le Larsen? E se sono così bravi a fare pipe per gli altri, perché non sono stati in grado di fare pipe col loro marchio apprezzate dal mercato?
Se qualcuno mi sa rispondere mi fa davvero un grande favore...
« Ultima modifica: 14 Aprile 2017, 14:03:21 da RHODESIAN »
...e attribuirete alla vostra pipa la strana facoltà di fumarvi

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #84 il: 14 Aprile 2017, 14:31:55 »
https://www.youtube.com/watch?v=7Qb4QnhOBbY

in diretta da Livorno  ;D ;D ;D

(c'era anche l'altro video della fabbrica a Walthamstow, da qualche parte)

Caro Francesco, credo poco anche al fatto che una produzione seriale sia fatta interamente a mano, come nel video. Forse, o senz'altro, le Free Hand. Le produzioni seriali, con modelli standard, prevedono di solito macchine a "controllo numerico", dove l'intervento manuale è riservato agli ultimi passaggi della produzione ed al finissaggio.
Ripeto che per me il problema è un altro: se Barontini fa Stanwell, che a sua volta produce Larsen, vuole dire che Barontini fa le Larsen? E se sono così bravi a fare pipe per gli altri, perché non sono stati in grado di fare pipe col loro marchio apprezzate dal mercato?
Se qualcuno mi sa rispondere mi fa davvero un grande favore...
La Stanwell ha trasferito da noi i tre torni semiautomatici per i suoi modelli quindi, a parità di radica la pipa è sostanzialmente fatta dal tornio quindi non ha importanza dove venga fatta, ancora più avanzati sono due modelli a scansione computerizzata che ha Molina, metti il prototipo in posizione, viene scannerizzato e poi viene replicato tutte le volte che vuoi, circa 10 minuti ogni replica, vanno successivamente tolte le sbavature e completato il resto.

Per quanto riguarda Dunhill mi viene in mente la prima volta che andai, nel 1970, poi tornai altre 2 volte, a Carlsbad, New Mexico, dove ci sono le più belle caverne visitabili degli USA (Carlsbad Caverns National Park), in paese c'era un picccolo museo western, come molti nella zona, ed il cartello all'ingresso diceva più o meno:
Noi non abbiamo il fucile che uccise Billy The Kid, perchè già ce l'hanno altri 9 o dieci musei della zona, ne abbiamo di uguali, venite a vederli, solo 3 dollari.

Ecco, in Brianza, stando alle voci, tutti o quasi hanno fatto o fanno le teste Dunhill, poi ci sono le fazioni francofile!
Certo che la Premiata Ditta non aiuta a capire, almeno nei filmati d'antan di Savinelli si vedono le brave lavoratrici che mettono lo stucco!

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #85 il: 14 Aprile 2017, 14:43:38 »
mi tocca a citare cvab... ::)


potete inoltre andare a vedere le foto di una gita qui:

http://www.leroiducigare.be/pipes/dunhilloflondon.html



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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #86 il: 14 Aprile 2017, 14:47:26 »

La Stanwell ha trasferito da noi i tre torni semiautomatici per i suoi modelli quindi, a parità di radica la pipa è sostanzialmente fatta dal tornio quindi non ha importanza dove venga fatta, ancora più avanzati sono due modelli a scansione computerizzata che ha Molina, metti il prototipo in posizione, viene scannerizzato e poi viene replicato tutte le volte che vuoi, circa 10 minuti ogni replica, vanno successivamente tolte le sbavature e completato il resto.
...
...
Ecco, in Brianza, stando alle voci, tutti o quasi hanno fatto o fanno le teste Dunhill, poi ci sono le fazioni francofile!
Certo che la Premiata Ditta non aiuta a capire, almeno nei filmati d'antan di Savinelli si vedono le brave lavoratrici che mettono lo stucco!

Grazie NCH. Con questo confermi in linea di massima quello che ho sempre pensato delle produzioni seriali.
Resta in sospeso l'altra mia domanda.
A questo punto mi incuriosisce la produzione di Molina. Sai dirci qualcosa di più?



[/quote]
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« Risposta #87 il: 14 Aprile 2017, 14:58:11 »
Non posso dire molto riguardo ai clienti per motivi di serietà professionale, ti aggiungo che sono i due attrezzi più evoluti al mondo e un paio d'anni fa erano gli unici, le pipe escono perfette, se paghi per radica ottima avrai ottimi prodotti, se vuoi risparmiare sulla radica .........inoltre puoi anche mandare la tua radica e farti lavorare quella.
I dua apparecchi sono simili ma hanno differenze di software, i prototipi "madre", quando lavorano per terzi, sono inviati dai committenti.

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #88 il: 14 Aprile 2017, 16:37:05 »
Non posso dire molto riguardo ai clienti per motivi di serietà professionale, ti aggiungo che sono i due attrezzi più evoluti al mondo e un paio d'anni fa erano gli unici, le pipe escono perfette, se paghi per radica ottima avrai ottimi prodotti, se vuoi risparmiare sulla radica .........inoltre puoi anche mandare la tua radica e farti lavorare quella.
I dua apparecchi sono simili ma hanno differenze di software, i prototipi "madre", quando lavorano per terzi, sono inviati dai committenti.

Grazie per la precisazione e l'approfondimento
Io, però mi riferivo alla produzione Molina In genere... Su Ebay si vede roba a 10 euro... Non è che poi si scopre che sono le stesse pipe che si acquistano a 100 col marchio Savinelli o qualche altro,  per esempio?
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« Risposta #89 il: 14 Aprile 2017, 16:43:33 »
mi tocca a citare cvab... ::)


potete inoltre andare a vedere le foto di una gita qui:

http://www.leroiducigare.be/pipes/dunhilloflondon.html



Non voglio polemizzare per forza, ma in una visita guidata in azienda ti fanno vedere quello che vogliono, non certo quello che vuoi tu, o che non gli torna comodo mostrare...
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« Risposta #90 il: 14 Aprile 2017, 17:38:20 »
Certo, ma inscenare tutto un simile teatrino (con scenografie pure complesse, tra figuranti-artigiani e barre di ebanite), boh...mi sembra un po' da teoria del complotto (anche cercando di non passare da creduloni). Diciamo che, seguendo l'insegnamento di Occam, non vedo perché complicare una cosa abbastanza semplice: le pipe Dunhill le fa la Dunhill...

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« Risposta #91 il: 14 Aprile 2017, 18:16:35 »
Escluderei che Molina produca per Savinelli. Sicuramente, e non ne fanno misteri, gran parte della produzione è conto terzi (e per il mercato americano). Guardate che anche Bartoli lavorava così.
« Ultima modifica: 15 Aprile 2017, 20:52:23 da Cristiano »
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« Risposta #92 il: 14 Aprile 2017, 21:27:20 »
Dunhill, dalla celebre serie di documentari " come è fatto "

https://www.youtube.com/watch?v=MYnTrQDhGTk

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« Risposta #93 il: 14 Aprile 2017, 22:59:51 »
Certo, ma inscenare tutto un simile teatrino (con scenografie pure complesse, tra figuranti-artigiani e barre di ebanite), boh...mi sembra un po' da teoria del complotto (anche cercando di non passare da creduloni). Diciamo che, seguendo l'insegnamento di Occam, non vedo perché complicare una cosa abbastanza semplice: le pipe Dunhill le fa la Dunhill...

Non occorre inscenare nulla. Basta mostrare la produzione di free hand. Tenendo anche conto poi che in molte realtà aziendali ci sono persone addette proprio a mostrare le fasi di cicli produttivi.
Comunque, senza voler per forza escludere che le Dunhill le faccia la Dunhill, ho davvero forti dubbi che una produzione su vasta scala, con diffusione a livello mondiale, possa essere tutta fatta da un artigiano col tornio e tutte lavorazioni manuali, senza alcun passaggio automatizzato.
E tutto questo, senza alcuna teoria del complotto.
Tra l'altro, faccio notare che per me, non è "riduttivo" il fatto che ci siano alcune fasi "semi-automatizzate", posto che i controlli di qualità, a partire dalla scelta e preparazione della radica, alla selezione dagli abbozzi ed al controllo qualitativo di ogni fase della lavorazione.

Anche nella costruzione di autovetture da tantissimi anni esistono processi quasi interamente automatizzati, per tutti i costruttori. Però ci sono marchi che da sempre sono sinonimo di qualità ed altri che non lo sono...
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« Risposta #94 il: 15 Aprile 2017, 02:18:41 »
No, anzi, figurati, se ci fosse una macchina in grado di produrre pipe stilisticamente perfette e tecnicamente efficaci non avrei niente da dire, anche perché il sudore dell'artigiano con la fresa non è certo garanzia di qualità da nessun punto di vista e di certo non aumenta (di per sé) la bontà della fumata

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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #95 il: 15 Aprile 2017, 10:01:49 »
OK buona Pasqua. La mia parte è visualizzare certe angolazioni, tipo impresa costume griffe linee attese-volute riconoscibili (con fascinazione un po marziale in questi casi);personalità autoriali nel senso di artigianato concettuale: dunque uso più espressione etc...fino a definizioni di standard per Autorità e non scomposizione di fattori mutevoli (come sotto le armi),ciò che definiii in termini argomentativi, dunque non dogmatici, il placebo della griffe...ma anche i temi soliti noti vedo sono altrettanto inesauribili, e anche questa è la magia delle NS amate fattispecie.... :)
« Ultima modifica: 15 Aprile 2017, 19:14:52 da Nic Salamandra »
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« Risposta #96 il: 15 Aprile 2017, 12:55:16 »
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Re:La fascinazione della marca
« Risposta #97 il: 15 Aprile 2017, 14:57:13 »
Bravo. Punto. Speriamo che chi non replica da stampini totalmente pre definiti (macchina o mano poco ci quaglia) non da problema a constatare tracciabilità e qualità delle basi, efficienza e bellezza dei suoi manufatti, affascini sempre di più, al di là di pollici dritti e versi di deputati Ro(it) vailer ;)
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