Autore Topic: il vino è nemico dll'uomo...  (Letto 12846 volte)

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il vino è nemico dll'uomo...
« il: 16 Febbraio 2008, 17:06:36 »
chi fugge difronte al nemico è un codardo.
 buona sera mi presento, sono il famigerato novizio; da troppo tempo ormai leggevo in silenzio i vostri racconti, ed oggi che mi è cascato il mouse su questa discussione.
sono contento di vedere che c'è ancora gente che ricerca il piacere nei vini italiani, soprattutto poco conosciuti e bistrattati ingiustamente dal mercato.
un bel bere davvero la mitica bonarda, io dal canto mio, stasera apriro una bottiglia di barbera vivace... alla salute di tutti.

P.S. controllate che la bonarda abbia fatto una presa di spuma naturale e non
indichi in etichetta la dicitura "aggiunta di anidride carbonica"

Offline Aqualong

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il vino è nemico dll'uomo...
« Risposta #1 il: 16 Febbraio 2008, 17:29:47 »
Benvenuto novizio,finalmente ti decidi a scrivere. :D

Grazie del prezioso consiglio e per quelli futuri.
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Offline coureur-des-bois

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il vino è nemico dll'uomo...
« Risposta #2 il: 16 Febbraio 2008, 19:15:52 »
Ah, finalmente! Un possibile candidato Presidente RTP!
Un degno successore dell'attuale Presidente ubriacone!
Benvenuto, mio regale delfino ( anche se questi mammiferi vivono in acqua)!!! :lol:
Bernardo
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Offline samael

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« Risposta #3 il: 16 Febbraio 2008, 19:38:56 »
ben arrivato!  :D

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una scoperta inaspettata
« Risposta #4 il: 07 Marzo 2008, 19:10:43 »
per puro caso ho provato ad accendere la mia genovese "home made" con un bel 965, essendo stati fermi per molto tempo sia il tabacco che la pipa, lo ho subito ammollato con una generosa spruzzata di "pedros ximenes naturale" (vino liquoroso di base per la preparazione dello sherry). il tutto, una volta asciugato, nel forno, è stato acceso; con mia grande soddisfazione e stupore, sono stato avvolto da una nuvola di aromi mai provati con altri tabacchi.
adesso rimane solo una grande domanda: esistono gia tabacchi aromatizzati con questo tipo di vino? sono a conoscenza solo di un tipo al chianti(che potevano anche risparmiarsi di farlo)

P.S. e non era neanche troppo coramellone!!!

Offline coureur-des-bois

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« Risposta #5 il: 07 Marzo 2008, 23:15:00 »
Io il vino preferisco berlo! :wink:  :lol:
Bernardo
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« Risposta #6 il: 09 Marzo 2008, 11:57:47 »
anche io, e in notevoli quantita, ma considerati i risultati, meglio che caschi qualche goccia nel mio fornello che per terra.
sbaglio?!

Offline Aqualong

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« Risposta #7 il: 09 Marzo 2008, 17:01:10 »
Vino e olio se si versano porta male.
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« Risposta #8 il: 09 Marzo 2008, 17:31:47 »
sapevo che il sale porta male, se cade a terra, ma di olio e vino in vita mia ne ho versato sempre poco fuori dai bicchieri, speriamo comunque che la sorte mi perdoni, daltronde stavolta, il fattaccio è avvenuto in maniera voluta e misurata... ho provato anche con il vin santo sia secco che dolce, sempre con ottimi risultati

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provocazione culinaria
« Risposta #9 il: 11 Marzo 2008, 22:18:39 »
SFERE DI CIOCCOLATO RIPIENE DI MOUSSE AL TABACCO
PER 4:temperare 150g di cioccolata al 75% e rivestire gli stampi (possibilmente sferici). Portare al bollore 400g di latte e 100g di panna, aggiungere un quarto di sigaro toscano (il resto potete godervelo) sbriciolato e una scorza di limone. Mettere in infusione per 30 minuti poi colarlo strizzando bene la parte solida rimasta nel colino, mescolare e assaggiare. se risulta troppo delicata rimettere ancora in infusione (la cosa migliore nelle infusioni è assaggiare e decidere in base ai propi gusti). Montare 4 tuorli con 60g di zucchero, unire(sempre montando), 25g di zucchero di canna, 25g di fecola di patate e un cucchiaio di rum (meglio se jamaicano e agricolo, ma soprattutto abbondate); a questo punto unite l'infusione leggermente tiepida. Cuocete a bagnomaria fino a raggiungere 85°( seguite scrupolosamente le dosi e le temperature, perchè ricordate: la pasticceria è fisica e chimica applicata). fate raffreddare in frigorifero, nel frattempo togliete gli stampi che erano stati messi nello stesso e preparate a bagnomaria una salsa di cioccolato e rum( se non lo avete gia finito!!).
una volta freddato il composto riempite gli stampi che gia avrete staccato dalla forma e servite con la salsa ancora calda.

l' idea non è deltutto mia, lo ammetto, ma dello chef ed ex collega ENRICO PAZZOTTI del ristorante "la peca" di lonigo (Vicenza).
sempre con questa infusione, ma in quantita ridotte e l' aggiunta di burro io ci preparo un risotto.

A VOI L' IMPLACABILE GIUDIZIO

Offline Cristiano

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« Risposta #10 il: 12 Marzo 2008, 18:02:46 »
sto cercando di convincere mia moglie alla prova...

magari mantechiamo il tutto con cacciucco?
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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« Risposta #11 il: 12 Marzo 2008, 20:09:45 »
Ma se per tenere un piede sulla strada e uno sull'Olimpo o se preferisci il Parnaso,perchè non fare una bella pila di roventini,con tutti i loro significati mistici?
Ale pensaci un po' e dicci se è possibile.
 :D  8O
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« Risposta #12 il: 12 Marzo 2008, 21:43:29 »
Aprile 2003 USA

New York,bando al fumo: ristorante italiano crea menù al tabacco
NEW YORK (Reuters) - Un ristorante newyorchese ha inventato un metodo per sfuggire al bando anti-tabacco che vige dalla scorso fine settimana in tutti i locali pubblici della città. Il ristorante italiano Serafina Sandro ha svelato infatti ieri un menu "Tobacco Special", con molte specialità come gli gnocchi fatti con il tabacco e filetti mignon con una salsa al vino e al tabacco, guarniti con tabacco secco. C'è pura la panna cotta al tabacco per dessert, seguita da un bel bicchiere di grappa, ovviamente aromatizzata al tabacco. "Non avevo mai pensato che il tabacco potesse avere un gusto così buono", ha detto il comproprietario del ristorante Fabio Granato. "E assaggiarlo è meglio che fumarlo". Il suo socio Vittorio Assaf ha detto che ringrazia il sindaco Michael Bloomberg, che ha voluto il bando delle sigarette, per la sua ispirazione. Secondo la nuova legge, sigarette e sigari sono banditi da quasi tutti i bar e i ristoranti della città, per proteggere la salute dei 13mila lavoratori dei locali che invece hanno sempre permesso il fumo. "Bravo Bloomberg", ha detto. "E' grazie a Bloomberg che abbiamo deciso di cucinare con il tabacco. E' l'invenzione di una nuova spezia in cucina".

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« Risposta #13 il: 12 Marzo 2008, 22:08:48 »
Citazione da: "Aqualong"
Ma se per tenere un piede sulla strada e uno sull'Olimpo o se preferisci il Parnaso,perchè non fare una bella pila di roventini,con tutti i loro significati mistici?
Ale pensaci un po' e dicci se è possibile.
 :D  8O

la stessa cosa che dissero a Nannoni (maestro distillatore), oggi però dalle sue distillerie esce e si vende la famosa "grappa al sigaro".
oppure molto più semplicemente i nuovi inpianti di sirha: uva da taglio che conferisce al san giovese, appunto gli aromi di tabacco e spezie che il mercato internazionale richiedeva ai nostri "super tuscan".
al fine della ricetta prova a farti anche solo una crema pasticcera, facendo prima bollire il tuo 1/4 di sigaro nel latte, poi mi dirai.
intanto io carico una peterson con il mio 965 truccato al vin santo.

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« Risposta #14 il: 12 Marzo 2008, 22:13:22 »
Va bene ma i roventini?,il tabacco dopo... :D
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« Risposta #15 il: 12 Marzo 2008, 22:30:07 »
il roventino si mangia e non si inpila, e se lo vuoi bisogna che vai a montopoli alto dalla macelleria Falcini, che ha il grande pregio di allevare in propio suini ,bovini e ovini.
sconsiglierei comunque l' accostamento con spezie forti come tabacco, rovinerebbe una merce cosi rara e delicata, ma se propio si deve io proverei volentieri con del tabacco virginia, imfuso prima in vino trebbiano a freddo, poi ridotto a gelatina, come si fà con lo chardonnay

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« Risposta #16 il: 12 Marzo 2008, 23:52:24 »
Si impilano per portarli in tavola più caldi possibile,prima di togliere il primo si cosparge di parmigiano abbondante,a seguire col secondo etc..
Alternativa : andrebero magiati espressi,ovvero stare pronti con il semelle aperto,aspettandoli al varco uno ad uno. 8)
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« Risposta #17 il: 13 Marzo 2008, 09:32:03 »
L'ultima grande sbafata di roventini (avevo trovato il sangue nella piana pistoiese zona di eccelsi norcini) l'ho fatta dieci anni fa: 21!!!

E qualcuno era aromatizzato al cacciucco
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« Risposta #18 il: 13 Marzo 2008, 13:06:24 »
"In roventino veriitas"
Ricetta modello base
Mettere il sangue in una zuppiera, salatelo, pepatelo e aggiungeteci la farina sciolta in poca acqua fredda. Ponete sul fuoco un padellino di ferro nel quale avrete posto una puntina di strutto (oppure olio). Quando sarà ben caldo 'rovente' versateci qualche cucchiaiata di sangue, in modo da ottenere una frittatina molto sottile. Cuocete il roventino da entrambe le parti, l'arte è quella di farlo volare in aria rovesciandolo, e servitelo caldo con o senza formaggio.
Variazioni
Con pinoli tritati finissimi insieme alla farina.

Versione COOP :due cucchiai di farina bianca, la scorza di un limone, un po’ di noce moscata, un uovo, un pizzico di sale. Si procede amalgamando il tutto, si aggiunge il sangue, si mescola bene, passando poi il tutto da un colino. Anche la cottura ha un rito da osservare: in una teglia dal diametro di 15 / 20 centimetri, appena unta e ben calda, si versa un romaiolino del preparato; appena rappreso rivoltare nella padella, quindi appena cotto in un piatto piano, spolverato di parmigiano. Si riunge la padella e via col secondo che andrà messo poi, nel piatto sopra all’altro Non ne verrà una fila troppo alta perché dei freschi panini saranno pronti a riceverli.

Quelli dolci lasciamoli ai Pratesi-Pistoiesi etc..
 8O  :D  :D
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« Risposta #19 il: 13 Marzo 2008, 16:40:25 »
Da noi, questa delizia chiamasi migliaccio e mi ricordo che, quando ancora non imperversavano le USL, si vendeva fuori delle macellerie cotto in grandi teglie e i passanti se lo portavano a casa avvolto nella carta gialla.
Bernardo
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« Risposta #20 il: 13 Marzo 2008, 23:11:01 »
non disperate o voi cuori nostalgici, esistono ancora posti dove si possono assaggiare tutte codeste prelibatezze dei tempi che furono, uno è appunto la macelleria Falcini di Montopoli, che già citavo, oppure il falaschi di san Miniato, od ancora La bottega del San budello a stia (vicino prato vecchio) che è anche un mio mezzo parente.
tutti questi santuari enogastronomici godono del patrocinio dello sloow food, quindi intoccabili da quei repressi, burocrati (e anche un pò stitici a mio avviso) che non anno di meglio da fare che bacare il cervello della gente, andando a gir a dire che il sangue del magliale può trasmettere le malattie, quando sono propio loro che dovrebbero fare i controlli del caso per vedere se la bestia è sana o meno.
oltretutto devo dire che mica si consumava crudo!!! sopra gli 85° muore tutto persino le spore si inibiscono.

P.S. la ricetta della coop fa un pò pena, la prima la posso passare

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« Risposta #21 il: 13 Marzo 2008, 23:20:50 »
cosa ne pensate del peposo dell' inpruneta?

Ingredienti per 4 persone:
Muscolo di manzo 500 gr.
6 spicchi di aglio
3 pomodori maturi
4 fette di pane secco ( raffermo ) non salato.
Sale e pepe
Tagliate il muscolo di manzo a pezzetti e mettetelo in un tegame abbastanza fondo. Tritate l’aglio, spellate i pomodori e tagliateli a pezzi piuttosto grandi facendo attenzione a togliere i semi per eliminare l’acidità, poi unite il tutto alla carne nel tegame. Salate e pepate, ma attenzione, dal momento che il nome del piatto è “peposo” si deve essere generosi con il pepe, vi consiglio di metterne almeno una cucchiaiata. Coprite con acqua e fate cuocere a fuoco lento per due o tre ore, durante le quali dovrete girare gli ingredienti ogni tanto e aggiungere acqua se il peposo si asciuga eccessivamente. Mentre la carne cuoce abbrustolite le fette di pane raffermo, e al momento di servire in tavola disponetele nei piatti e distribuitevi il peposo. Famose sono anche le variazioni della ricetta dove, sostanzialmente a cambiare è il tipo di carne utilizzato, si va dalla lepre al cinghiale. Un consiglio un po’ più ardito è di spruzzare con vino Chianti o Sangiovese il peposo quando si asciuga per aromatizzarlo di più, ancora una piccola variazione sono l’aggiunta di alloro e qualche bacca di ginepro.

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« Risposta #22 il: 14 Marzo 2008, 01:12:47 »
Ricordo un paio di cene a base (tra l'altro) di peposo memorabili, organizzate presso una fornace imprunetana che, approfittando delle ultime infornate di ceramica, metteva a tavola mezzo paese. Le mangiate più devastanti di cui il mio povero corpo ha memoria.

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« Risposta #23 il: 14 Marzo 2008, 10:08:33 »
In realtà credo che nell'impasto del roventino ci sia anche brodo.

Circa le prelibatezze: Casa Porciatti a Radda in Chianti, con la soprassata, il buristo (salume a base di sangue di maiale), le famose salsicce, i fegatelli con la foglia d'alloro.

E' nei nostri link

P.s.
La scorsa settimana su La Nazione c'era una paginata sul cacciucco ove si specificava che le c sono 5....
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« Risposta #24 il: 14 Marzo 2008, 10:13:48 »
provo invidia per te, io che mi vanto del fatto che mi manchi solo d'assaggiare la carne di cristiano(non il nostro), non sono mai riuscito ad assaggiare un peposo preparato con la ricetta in cottura originale.
quello che preparo io deve essere al confronto una sbiadita copia.
ancora vivissimi complimenti ed un seggerimento: abbinamento perfetto  ad un peposo è il pomino rosso di frescobaldi.

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Cacciucco
« Risposta #25 il: 18 Marzo 2008, 19:45:10 »
Parola di Pellegrino Artusi:

Cacciucco! Lasciatemi far due chiacchere su questa parola, la quale non è intesa che in Toscana e sulle spiagge del Mediterraneo, per la ragione che né paesi che costeggiano l' Adriatico, è sostituita dalla voce brodetto.
A Firenze invece, il brodetto è una minestra che s'usa per Pasqua, d'uova, cioè una zuppa di panein brodo, legata con uova frullate e agro di limone.
La confusione di questi e simili termini fra provincia e provincia in Italia, è tale che poco manca a formare una nuova Babele.
Dopo l'unita della patria mi sembrrava logica conseguenza il pensare all'unita della lingua parlata, che pochi curano e molti osteggiano, forse per un falso amor propio e forse anche per una lunga e iveterata consuetudine ai propi dialetti.
Tornando al cacciucco, dirò che questo, naturalmente, è un piatto in uso più che altrove nei posti di mare, ove il pesce si trova fresco e delle specie occorrenti al bisogno.
Ogni pescivendolo è in grado di indicarvi le qualita che meglio si addicono a un buon cacciucco; ma buono quanto si voglia, è sempre un cibo assai grave e bisogna guardarsi dal farne una scorpacciata.
Per grammi 700 di pesce, trinciate fine mezza cipolla e mettetela a soffriggere con olio, prezzemolo e due spicchi d'aglio intero.
Appena che la cipolla avra preso colore, aggiungete grammi trecento di pomodori a pezzi, o conserva, e condite con sale pepe.
Cotti che siano i pomodori, versate sui medesimi un dito d' aceto se forte, e due se debole, diluito in un buon bicchier d'acqua.
Lasciate bollire per qualche minuto, poi gettate via l'aglio e passate il resto spremendo bene.
Rimettete al fuoco il succo passato, insieme col pesce che avrete in pronto, come sarebbero, parlando dei più comuni, sogliole, triglie, pesce cappone, palombo, ghiozzi, canocchie, che in toscana chiamansi cicale ed altre varieta della stagione, lasciando interi i pesci piccoli e tagliando a pezzi i grossi.
Assa ggiate se sta bene il condimento; ma in ogni caso non sara male aggiungere un pò d'olio tenendosi piuttosto scarsi sul soffritto.
giunto il pesce a cottura e fatto il cacciucco, si usa portarlo in tavola in due vassoi separati; in uno il pesce asciutto, nell'altro tante fette di pane, grosse un dito, quante ne può intingere il succo che resta, ma prima asciugatele al fuoco senza arrostirle.

Amen dico io.

Non a caso si dice che pellegrino Artusi fumasse la pipa, ma non ho mai potuto appurare la fondatezza di quest'altra questione; che peraltro non nè rimarrei stupito, inquanto il fumare la pipa, è l'unica forma di fumo tollerata dei più grandi gourmet, chef e sommelier che conosca.