Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 224805 volte)

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #315 il: 21 Febbraio 2013, 14:31:31 »
SPIEGELMAN  SOL

Spiegelman, Sol. - Biologo (New York 1914 - ivi 1983),

......................................prof. di microbiologia all'univ. di Urbana dal 1949 e dal 1969 di genetica umana all'univ. di Columbia.



Uno dei padri della biologia molecolare e inventore della tecnica di ibridazione dell'acido nucleico, determinante per le future ricerche sul DNA
ricombinante .

Con la tecnica dell'ibridazione molecolare da lui sviluppata e con altre tecniche biochimiche ha eseguito importanti ricerche sui meccanismi di duplicazione degli acidi nucleici, sulla trascrizione dell'informazione genetica dal DNA allo RNA e da questo ai ribosomi e ha purificato alcuni degli enzimi che controllano questi processi. Nel 1981 gli è stato conferito il premio internazionale A. Feltrinelli.


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #316 il: 21 Febbraio 2013, 14:45:51 »
JOSEPH  SPENCE

Joseph Spence (3 agosto 1910 - 18 marzo 1984)

........................................è stato un chitarrista e cantante delle Bahamas.


E' ben noto per i suoi vocalizzi e ronzio durante l'esecuzione alla chitarra.. Molti musicisti americani, tra cui Taj Mahal,  The Grateful Dead,
Ry Cooder,  Catfish Keith,  Woody Mann e Olu Dara, oltre al chitarrista inglese John Renbourn, sono stati influenzati da e hanno variazioni registrate dei suoi arrangiamenti di canzoni gospel e delle Bahamas.

Nato a Andros, Bahamas nel 1910, Spence figlio di un pastore, ha iniziato da adolescente a suonare nella grande band zio Tony Spence.
Dopo aver lasciato la scuola ha lavorato come un pescatore di spugne, scalpellino, e falegname, e come raccoglitore nella coltura negli Stati Uniti.
Dopo aver viaggiato a lungo registrò famosi pezzi di chitarra che divennero presto importanti.
Il repertorio di Spence comprendeva calypso, blues, musica folk e canti sacri. Spence giocava con la chitarra acustica, e quasi tutte le sue canzoni registrate impiegare accompagnamento di chitarra in una goccia D messa a punto. Il potere della sua musica deriva dal movimento linee di basso e voci interne e un ritmo di guida che sottolinea con maschiatura piedi. Per questo mix si aggiunge colorazione blues e ritmi calypso per ottenere un suono unico e facilmente identificabile.
Egli è stato chiamato Thelonious Monk del chitarrista folk .

Morì nel marzo del 1984, all'età di 73 anni, a Nassau, Bahamas.

tradotto da Wikipedia Inglese

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #317 il: 21 Febbraio 2013, 14:52:28 »
LUIGI SANTUCCI

Luigi Santucci (Milano, 11 novembre 1918 – Milano, 23 maggio 1999)

...................................................... è stato uno scrittore, romanziere, poeta e commediografo italiano.


È ritenuto dalla critica il principale narratore milanese della seconda metà del Novecento.

La formazione e gli inizi come docente :
Consegue la maturità classica nel 1937 presso l’Istituto Leone XIII dei Padri Gesuiti. Nel 1941 si laurea in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica di Milano, discutendo con Mario Apollonio una tesi sulla letteratura infantile, pubblicata l’anno successivo con il titolo Limiti e ragioni della letteratura infantile, (Firenze, Barbera, 1942) poi completamente rivista e ampliata in La letteratura infantile (Fabbri editori, 1958). L’opera fu salutata nel 1942 con una nota di consenso da Benedetto Croce [1], cui non sfuggì la «buona analisi dell’anima dei fanciulli» e che definì l’autore «acuto e accurato».
Il giovane Santucci inizia ad insegnare nelle scuole superiori, prima a Gorizia, poi a Milano, facendo anche da assistente di Apollonio all’Università Cattolica [2]. Nel 1944 a causa della sua opposizione al regime fascista, deve espatriare in Svizzera, dove rimane per alcuni mesi. Rientrato a Milano, partecipa attivamente alla Resistenza, prima con i partigiani della Val Cannobina, in seguito collaborando a Milano alla fondazione del giornale clandestino L’Uomo, accanto a David Maria Turoldo, Dino Del Bo, Camillo De Piaz, Gustavo Bontadini, Angelo Merlin, Angelo Romanò.
Alla fine degli anni Quaranta Santucci collabora con molte autorevoli figure della cultura italiana - tutti suoi futuri grandi amici - come, per citarne alcuni: Carlo Bo, Primo Mazzolari, Vittorio Sereni, Nicola Lisi, Fabio Tombari, Giuseppe Novello, Cesare Angelini. Altri importanti incontri di quel periodo lo influenzano moltissimo [3], come quelli presso il celebre caffè letterario delle «Giubbe Rosse» di Firenze, dove Santucci incontra Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo e Mario Luzi; o quello con Elio Vittorini, che nel 1947 incluse il libro di Santucci, In Australia con mio nonno nella triade del Premio Mondadori accanto a Oreste Del Buono e Milena Milani (l’opera fu edita da Mondadori nello stesso 1947).
Nel 1950 si unisce in matrimonio con Bice Cima. Dalla loro felice unione nascono i quattro figli Michele, Agnese, Raimondo ed Emma.
 
Gli inizi dell'attività letteraria:
A partire dalla pubblicazione della raccolta di racconti Lo zio prete (Milano, Mondadori, 1951) Santucci si vedrà imporre l’etichetta di “scrittore cattolico”, da lui accolta non senza resistenze, preferendo modificarla in “scrittore cattolico del dissenso”. A questo proposito, in una tarda intervista del 1972 lo scrittore espliciterà la sua posizione:
« L’etichetta di scrittore cattolico, se incollata addosso sbrigativamente e puntigliosamente appunto come etichetta (ed è da tempo il mio caso), significa ben poco, serve ad alimentare confusione, pigrizia, archiviamento di personalità e problemi. […] In effetti non mi sento più interessato a Cristo come cattolico di anagrafe di quanto lo fossero i protestanti Martin Luther King o Albert Schweitzer; sono solo uno scrittore che vive oggi, coi suoi spasimi e alternative sempre più tese, una sua cristomachia. Fuori della foresta in cui mi arrabatto non posso sapere se troverò Cristo e non so quale Cristo troverò: certo non sarà un Cristo riduttivamente cattolico. »
(Non sparate sui narcisi, intervista a cura di P. Bianucci, «Gazzetta del Popolo», 25 marzo 1972)

E ancora difese tale libera posizione in un’intervista di qualche mese successiva:
« Ci sono stati due modi di accogliere questa mia qualificazione: un grande favore, un compiacimento e entusiasmo da parte dell’ala cattolica, talora debbo dire con qualche ingenua goffaggine; dall’altro versante, quello laico, sono stato naturalmente (direi legittimamente) ripudiato, squalificato e anche deriso (sappiamo che il bigottismo dei laici non è inferiore a quello dei cattolici…). »
(Quesiti a Santucci, intervista a cura di C. Toscani, «Il Ragguaglio librario», settembre 1972)
 
Tornando agli anni Cinquanta, questi furono un periodo di intensa produzione letteraria: nel 1953 Santucci collaborò con Angelo Romanò per la stesura di Chi è costui che viene? (Milano, Mondadori), nel 1954 la fitta attività saggistico-culturale si manifestò nella stesura dell''L’imperfetta letizia (Firenze, Vallecchi), mentre per la pubblicazione de Il libro dell’amicizia (Milano, Mondadori, 1960) Santucci fu affiancato da Angelo Merlin.
 
L'attività letteraria diventa prevalente :
 Nel 1962 abbandona l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’attività di scrittore. Nel 1963, l’anno in cui viene pubblicato per Mondadori Il velocifero, muore la madre Eva, provocandogli un grande dolore.
 Nel 1967, dopo essere stato finalista allo stesso premio nel 1964 con Il velocifero, vince il Premio Campiello con Orfeo in Paradiso (Milano, Mondadori, 1967).
 
La lunga e prolifica carriera di Santucci è stata sorretta dall’attenzione e dal prevalente consenso della critica, che non mancò neanche ai suoi testi teatrali. Già nel 1956 con L’angelo di Caino, dramma rappresentato ad Assisi da Giorgio Albertazzi e Gian Maria Volonté in occasione del Premio Pro Civitate Christiana, ottenne molto successo, ma è con l’opera in dialetto milanese Noblesse Oblige (Milano 1966, poi rappresentata nel 1993 da Gianrico Tedeschi) e con Ramon mercedario (Premio Istituto del dramma popolare di S. Miniato, 1981) che afferma soprattutto le sue doti di drammaturgo.
 
L’affacciarsi degli anni Sessanta fa emergere un nuovo aspetto dello scrittore: attraverso il percorso dei figli segue la stagione delle contestazioni giovanili con fervida immedesimazione, la stessa che lo guida nella stesura di Non sparate sui narcisi (Milano, Mondadori, 1971), in chiave fantastico-allegorica, tipica nell'autore.
Nel 1976 riceve a Varsavia il Premio Pietrzak. Dal 1981 coltiva un’intensa amicizia con mons. Gianfranco Ravasi, in particolare durante le vacanze estive a Guello.
 
Agli ultimi anni Novanta risalgono molte opere per bambini e ragazzi tra cui Una strana notte di Natale (Casale Monferrato, Piemme, 1992), Tra pirati e delfini (Milano, Bompiani, 1996), Le frittate di Clorinda (Firenze, Giunti, 1996).
 
Il 23 maggio 1999 muore a Milano, poco dopo l’uscita in libreria della sua ultima opera, Éschaton. Traguardo di un'anima (Novara, Interlinea, 1999). Quello stesso anno Santucci era riuscito a registrare su nastro una sorta di testamento spirituale e di bilancio della propria esitenza ed esperienza a beneficio dei figli [5], spronandoli ad affrontare la vita con generosità e raccontando di sé per un’ultima volta:
 
« Se dovessi sintetizzare in una formula, in un’espressione il mio essere stato scrittore, credo che sarebbe questa: che scrivo per lodare. […] Io ho lodato, ho cercato di applaudire, di risuscitare nella lode, quante più cose ho potuto. […] La lode, sì, come messaggio, come linguaggio, se non per salvare il mondo (per guarirlo ci vuole altro!), per aiutarlo, perché recuperi una qualche stima, una qualche fiducia in se stesso; perché esca dall’autodisprezzo, dalla disperazione, e ritrovi l’amabilità.[…]
 Perché senza un certo entusiasmo nei nostri confronti è poi quasi impossibile amare gli altri, si va a rischio al contrario d’infiltrare negli altri i nostri squilibri, il nostro scetticismo o addirittura pessimismo sull’umanità. […] E tutto quello che ho avuto l’ho davvero goduto, grazie penso alla mia natura di poeta, l’ho goduto (questo è molto importante) con consapevolezza. »
 
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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #318 il: 21 Febbraio 2013, 14:59:16 »
CESARE POLACCO

Cesare Polacco (Venezia, 14 maggio 1900 – Roma, 2 marzo 1986 - 85 anni )

..............................................................è stato un attore e doppiatore italiano.
 


Era sposato con la doppiatrice Clelia Bernacchi.
Esordisce nel 1920 nella compagnia di Emilio Zago, con la quale interpreta gran parte del repertorio goldoniano e nel gruppo veneziano di Gianfranco Giachetti, che spazia dal repertorio in italiano a quello in veneto.
Nel 1928 si trasferisce a Roma, dove recita nelle compagnie di Alda Borelli, Tatiana Pavlova e Virgilio Talli.
Muore i primi di marzo del 1986 in seguito alle complicazioni di una broncopolmonite.
Il cinema :
Nel 1936 prese parte al kolossal Squadrone bianco di Augusto Genina, accanto a Guido Celano e Fosco Giachetti.
Pur essendo di origine ebraica, anche dopo il 1938 riuscì comunque a svolgere la sua attività artistica come dimostra la sua filmografia e l'attività nel doppiaggio. Nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, continuò a lavorare soprattutto alla radio ed a teatro, dove lavorò nella Compagnia del Teatro Nazionale di Guido Salvini e al Piccolo Teatro di Palermo. Inoltre, nel 1950, interpretò il ruolo di Mohamed nel film Totò sceicco di Mario Mattòli al fianco di altri grandi attori dell'epoca (tra cui Totò).
 
Il doppiaggio :
Molto attivo come doppiatore, inizia a frequentare gli studi di registrazione all'inizio degli anni trenta. Tra gli attori cui presta il suo caratteristico timbro di voce, dai toni particolarmente gravi, ci sono Ward Bond, Boris Karloff, Anthony Quinn, Buster Keaton e personaggi come il nano Gongolo in Biancaneve e i sette nani (doppiaggio originale), il cocchiere in Pinocchio, un corvo in Dumbo, l'araldo in Alice nel Paese delle Meraviglie, Denteduro ne Le avventure di Peter Pan (doppiaggio originale). Per circa 40 anni continuerà in questa attività, alternandola con quella di attore di teatro e cinema. Nel 1938 Cesare Polacco prestò la voce ad alcuni personaggi nei film di Larry Semon nella versione sonorizzata per la MINIATURA FILM.

Film cinema :
 Roma città aperta
 Muraglie, voce del "Tigre"
 
Film d'animazione :
 Denteduro in Le avventure di Peter Pan (ed. 1953)
 Corvo in Dumbo
 Araldo in Alice nel Paese delle Meraviglie
 Gongolo in Biancaneve e i sette nani (ed.1938)
 Postiglione in Pinocchio
La brillantina Linetti [modifica]
 
Dal 1957 al 1968 diventò celebre grazie a Carosello nel ruolo dell'infallibile ispettore Rock, protagonista delle scenette della brillantina Linetti. Coinvolto in piccole avventure gialle, concludeva immancabilmente le sue inchieste con una celeberrima frase pubblicitaria; in risposta al suo fedele assistente (interpretato dall'attore Giuliano Isidori) che gli diceva stentoreo: "Lei è un fenomeno, ispettore. Non sbaglia mai!", Polacco si toglieva con studiata lentezza il cappello e rispondeva "Non è esatto! Anch'io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti" (era quasi calvo). Ogni volta il pubblico televisivo invariabilmente attendeva le immancabili battute finali.

La televisione :
Caratterista dotato di una naturale eleganza, partecipò a diverse produzioni televisive, ricoprendo ruoli non di primo piano ma ai quali fornì il suo tratto originale: nel 1958 fu fra gli interpreti de Il teatro dei ragazzi, uno dei primi tentativi della RAI di coniugare la didattica del teatro all'intrattenimento giovanile; nel 1964 fu tra i conduttori di Biblioteca di Studio Uno.
 
Nel 1966 prese parte a Le avventure di Laura Storm mentre l'anno successivo fu nel cast de I promessi sposi di Bolchi, nella parte del Conte Zio. Sempre con Bolchi fu poi l'anno seguente anche ne Le mie prigioni, sceneggiato televisivo tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Silvio Pellico.
 
Nel 1969 vestì i panni di Grigorij Vasil'evic ne I fratelli Karamazov, mentre per la tv dei ragazzi recitò nello stesso anno nel ciclo Il leone di Venezia.
 
Fra le altre sue interpretazioni per il piccolo schermo si ricorda quella fornita in Anna Karenina, sceneggiato televisivo del 1974 diretto ancora da Bolchi.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #319 il: 21 Febbraio 2013, 15:08:55 »
MARCO PAOLINI

Marco Paolini (Belluno, 5 marzo 1956)

....................................è un drammaturgo, regista, attore e produttore italiano.


Autore e interprete di un repertorio che appartiene al cosiddetto teatro civile, si occupa di teatro dagli anni settanta. La sua attività si distingue per il gusto dello studio dei testi e della ricerca delle fonti e per l'accostamento continuo dei fatti a trovate teatrali spesso dissacranti e ironiche; i suoi spettacoli, in questo modo, affrontano tematiche complesse.
Paolini - i cui spettacoli sono per la gran parte sviluppati in monologhi spesso recitati in lingua veneta è considerato uno dei massimi esponenti della cosiddetta "prima generazione" di quel "quasi-genere" solitamente definito come teatro di narrazione:
un teatro che, sulla scia della lezione del Mistero Buffo di Dario Fo, si fonda sul racconto di un performer che - senza trucco, costumi o scenografia - assume la funzione di narratore, con la propria identità non sostituita, cioè senza interpretare un personaggio.
Si è soliti ascrivere alla prima generazione della narrazione, oltre a Paolini, anche Laura Curino e Marco Baliani: le voci più significative della "seconda generazione" sono invece Ascanio Celestini, Davide Enia, Giulio Cavalli e Mario Perrotta.
 
Fino al 1994 Paolini ha lavorato in vari gruppi teatrali: Teatro degli Stracci, Studio 900 di Treviso, Tag Teatro di Mestre e Laboratorio teatro settimo. Con quest'ultimo ha realizzato Adriatico (1987), il primo della serie degli Album, e ha partecipato all'allestimento di diversi spettacoli teatrali, rivedendo fra gli altri Shakespeare e Goldoni.
 
Negli anni novanta inizia a collaborare con la Cooperativa Moby Dick - Teatri della Riviera con cui ha realizzato spettacoli come Il racconto del Vajont, Appunti foresti, Il milione - Quaderno veneziano di Marco Paolini e i Bestiari (raccolta di spettacoli dedicati al recupero della cultura locale, in particolare veneta).
 
Proprio grazie a Il racconto del Vajont Paolini arriva al grande pubblico; lo spettacolo vince nel 1995 il Premio Speciale Ubu per il Teatro Politico, nel 1996 il Premio Idi per la migliore novità italiana e nel 1997 l'Oscar della televisione come miglior programma dell'anno per la trasmissione televisiva sulla tragedia del Vajont, trasmessa da Rai 2 in diretta dalla diga del Vajont il 9 ottobre 1997, anniversario del disastro.
 
Dal 1999 Paolini autoproduce i suoi progetti teatrali, editoriali e cinematografici attraverso l'attività della Società JoleFilm.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #320 il: 21 Febbraio 2013, 15:15:36 »
J.ROBERT OPPENHEIMER

Julius Robert Oppenheimer (New York, 22 aprile 1904 – Princeton, 18 febbraio 1967)

.................................................... è stato un fisico statunitense.


 Oppenheimer diede importanti contributi nel campo della fisica, in particolare alla meccanica quantistica, ma la sua fama è legata soprattutto alla costruzione della prima bomba atomica e alla crisi di coscienza che lo indusse a rifiutare quella della bomba all'idrogeno. Inoltre è stato il primo a capire l'effetto tunnel quantistico, con le sue ricerche si è avvicinato alla scoperta del positrone, portò avanti la teoria sulle piogge di raggi cosmici, e verificò il collasso di grandi stelle causato dalla forza gravitazionale.I suoi genitori, entrambi tedeschi di religione ebraica, erano emigrati negli Stati Uniti d'America da Hanau nell'Assia.
Dopo essersi laureato ad Harvard nel 1925, lavorò come studente ricercatore, per un breve periodo a Cambridge, presso il laboratorio di Joseph Thomson, un celebre fisico sperimentale.
Oppenheimer continuò le sue ricerche in vari altri centri di fisica europei, fra cui quelli di Leida, Gottinga e Zurigo.
Nel 1926 decise di continuare gli studi alla Georg-August e nel dicembre dello stesso anno spedì l'articolo La teoria quantistica degli spettri continui alla autorevole rivista tedesca Zeitschrift für Physik. Tre mesi dopo ottenne il dottorato e strinse amicizia con importanti fisici europei. Questo fu un periodo di svolta per gli studiosi di fisica che furono costretti a rivedere tutti i modelli tradizionali classici del passato. Nel biennio 1927-1928 Oppenheimer si mise in evidenza con le sue ricerche atte a semplificare l'indagine degli spettri molecolari e assieme a Born scrisse un trattato noto come l'approssimazione di Born - Oppenheimer che assurse come punto di riferimento per gli scienziati occupati nel settore molecolare.
Il 1928 fu soprattutto l'anno della scoperta dell'effetto tunnel che fu resa nota nel mese di marzo con un articolo di Oppenheimer per conto dei Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui spiegò che anche un debole campo elettrico fosse in grado di liberare gli elettroni dal nucleo originario. L'effetto tunnel è alla base del funzionamento di non pochi dispositivi elettronici quali giunzioni Josephson (1963), SQUID (1964), memorie non volatili allo stato solido quali EPROM, EEPROM, memorie flash, ma anche i dispositivi a punti quantici quali i transistor a singolo elettrone (Single Electron Transistor, SET). Un'altra importante applicazione di tale effetto è il microscopio a scansione a effetto tunnel (STM) inventato e realizzato per la prima volta presso il laboratorio IBM di Zurigo da Gerd Binnig e Heinrich Rohrer (1981).
Nei primi sei mesi del 1929, assieme a Wolfgang Pauli si fermò a Zurigo, prima di vagliare le offerte arrivate dall'America. La questione dibattuta, in quel frangente, era La teoria quantistica dell'elettrone di Paul Dirac, che oltre a suscitare consensi scatenò qualche critica per le contraddittorietà dello stato degli elettroni. Oppenheimer partecipò al dibattito e formulò le sue osservazioni alle teoria di Dirac, ed in questa occasione sfiorò la scoperta dei positroni, indicando che le lacune positive non potevano certo essere protoni, bensì particelle aventi una massa uguale a quella dell'elettrone.
Tornato in patria nel 1929, divise i suoi impegni fra l'Università di Berkeley e il California Institute of Technology, distinguendosi sia come ricercatore che come insegnante di fisica teorica. Fu impegnato, per lo più, dagli studi sull'acceleratore di particelle e sulle conseguenze dell'utilizzo dei deuteroni nel bombardamento di nuclei pesanti.
Nel 1939 pubblicò La contrazione gravitazionale con il quale gettò le basi teoriche sulle ultime fasi dei processi stellari, ipotizzando la presenza delle stelle di neutroni e dei buchi neri.
Oppenheimer eccelleva per chiarezza di idee, capacità di sintesi, intuizione e doti organizzative. Perciò, nel 1942, il Governo degli Stati Uniti lo chiamò a dirigere il Progetto Manhattan. A tal fine, Oppenheimer si circondò dei migliori fisici nucleari del mondo, costituendo il gruppo di ricerca più importante che sia mai esistito in tutta la storia della scienza. Ma, a differenza di molti suoi colleghi, fu sempre consapevole della propria parte di responsabilità per il lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki: I fisici hanno conosciuto il peccato fu il suo sconsolato commento dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima. Appena venti giorni prima durante il Trinity test aveva pronunciato un'altra terribile frase, ripresa dal Bhagavadgita: Sono diventato Morte, il distruttore di mondi.
Il suo dramma si manifestò nel dopoguerra quando, come presidente del comitato consultivo della commissione per l'energia atomica, si oppose alla costruzione della bomba all'idrogeno, ritenendo che un'arma di tale potenza non avrebbe risolto i problemi strategici degli USA ma piuttosto ne avrebbe abbassato il livello etico; sosteneva piuttosto l'utilità della realizzazione di armi nucleari tattiche. [2] Le sue posizioni furono quindi in antitesi con l'indirizzo dell'USAF, la cui componente prevalente era l'aviazione strategica e si scontrarono con le ambizioni di scienziati come Teller e politici come McCarthy, che colpì nel 1954 con un'inchiesta al termine della quale gli fu vietato l'accesso ai segreti atomici poiché in passato aveva manifestato simpatie comuniste. Fu grazie alla comunità scientifica che insorse per questa decisione con Einstein alla guida che nel giro di pochi mesi fu confermato nel ruolo di direttore e professore dell'Institute for Advanced Studies di Princeton, carica che mantenne fino alla morte.
 
Il Premio Enrico Fermi, conferitogli nel 1963, volle essere il segno di una "riabilitazione" ufficiale, anche se tardiva, che gli Stati Uniti d'America concedevano allo scienziato che più di ogni altro aveva mostrato le contraddizioni laceranti dell'uomo di scienza di fronte all'impiego bellico dell'energia nucleare.
 
Gli sono stati dedicati un asteroide, 67085 Oppenheimer e un cratere di 208 km di diametro sulla Luna, il cratere Oppenheimer


« Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi. »
(Robert Oppenheimer)


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #321 il: 21 Febbraio 2013, 15:27:13 »
CHARLES MINGUS

Charles Mingus (Nogales, 22 aprile 1922 – Cuernavaca, 5 gennaio 1979)

............................................. è stato un contrabbassista, pianista e compositore statunitense.


Charles MGenio pazzo e "arrabbiato" per sua stessa definizione, studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso su consiglio dell'amico Buddy Collette.
Mingus, ossessionato dagli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti da parte sia di bianchi che di neri a causa delle sue origini meticce, è uno dei primi a fondere musica e politica nei propri brani e, inoltre, mostra subito una fortissima spinta a primeggiare.
Decide così di diventare il migliore bassista sulla scena, e ci riesce nel giro di pochi anni, studiando prima con Red Callender, che suonò con Louis Armstrong, e poi con Hernan Reinshagen - primo contrabbassista della filarmonica di New York - nel corso della sua carriera suona Illinois Jacquet, Dinah Washington; quando nel 1947 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione. Mingus è stato il primo a cercare di emancipare il ruolo del basso, cercando di non limitarlo alla mera scansione del tempo, ma cercando di fargli suonare dei fraseggi indipendenti da un punto di vista ritmico e melodico che creassero un contrappunto con le linee melodiche degli altri strumenti del gruppo.
Mingus ebbe una prima infarinatura musicale grazie ai canti gospel delle congregazioni religiose di Watt a Los Angeles, in cui trascorse i suoi anni da bambino, il blues ed il jazz delle origini sono state una delle fonti d'ispirazione per il compositore ma non le uniche, nel corso della sua vita, le sue fonti di ispirazione sono anche extra-jazzistiche, studia Richard Strauss e Arnold Schoenberg, non nasconde una passione per Claude Debussy e Maurice Ravel e si avvicina all'intellettualismo di Lennie Tristano. Nonostante il periodo in cui iniziò a suonare, il contrabbassista fu molto più influenzato da Duke Ellington piuttosto che da Charlie Parker. Il suo attaccamento ad Ellington, alla sua concezione del sound orchestrale anziché puramente solistico, valsero a Mingus il soprannome di Baron.
 Inizia a suonare un cool-bop da camera in trio con Red Norvo (vibrafono, leader) e Tal Farlow (chitarra), per poi entrare in contatto con i grandi beboppers neri (Bud Powell, Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Oscar Pettiford).
 
Nel 1952 fonda insieme a Max Roach la Debut Records, etichetta indipendente dall'esistenza difficile.
Nel 1953 partecipa a Toronto a un concerto con C. Parker, D. Gillespie, B. Powell e M. Roach, canto del cigno del bop.

Già dagli inizi degli anni Cinquanta, aveva già messo a punto un concetto di improvvisazione collettiva e, dal 1955 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che incorporano elementi hard-bop e free (da ricordare Pithecanthropus erectus e le sirene e i rumori di A foggy Day in San Francisco) e riscopre gli amori giovanili per i suoni messicani (Tijuana Moods) e per la church music (Blues and Roots).
Si susseguono nei suoi gruppi i migliori trombonisti (Britt Woodman, Eddie Bert, Willie Dennis, Jimmy Knepper, Quentin Jackson, Jimmy Cleveland), sassofonisti (Jackie McLean, John Handy, Shafi Hadhi, Benny Golson, Pepper Adams, Yusef Lateef, Jerome Richardson, Roland Kirk), trombettisti (Richard Williams, Johnny Coles, Don Ellis, Clark Terry, lo sfortunato Clarence Shaw), pianisti (Mal Waldron, Bill Evans, Horace Parlan, Toshiko Akioshi, Roland Hanna, Jaki Byard) e il fido batterista Dannie Richmond.
Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman, nel 1960 Mingus licenzia quasi tutti e fonda un quartetto con Eric Dolphy (sassofono alto, flauto e clarinetto basso), il giovane Ted Curson alla tromba e il fido Richmond, coi quali realizza Charles Mingus Presents Charles Mingus, uno dei suoi dischi più riusciti, contenente la versione più convincente di Faubus Fables, brano scritto contro il segregazionista governatore di Little Rock (Arkansas) Orval E. Faubus. A proposito di questo brano, bisogna dire che Mingus aveva scritto il pezzo per inserirlo nell'album Mingus Ah Um (1959), ma la Columbia aveva rifiutato che il musicista lo registrasse comprensivo del testo. Ma Mingus non si diede per vinto e ripubblicò il brano originale l'anno seguente, per la propria casa discografica (Candid Records), intitolandolo perciò Original Faubus Fables.
Con l'aggiunta di Booker Ervin (sassofono tenore al contempo churchy e acrobatico) e, in un brano, dell'ospite Bud Powell, il live ad Antibes è forse il miglior lavoro mai pubblicato - a pari merito con The Black Saint and the Sinner Lady, suite per balletto che riassume le radici musicali di Mingus e gli elementi della sua originalità.
Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni sia discografiche sia in concerto condotte in tutte le direzioni musicali (anche oltre il free), si chiude in modo emblematico con la tournée in Europa dell'aprile 1964, per la quale il musicista ha radunato un sestetto formidabile, anche se forse non perfettamente amalgamato: sezione ritmica composta da Mingus, Richmond e Byard, ai fiati Dolphy, il sassofono tenore Clifford Jordan e il trombettista Johnny Coles.
La band si esibisce ad Amsterdam, Oslo, Stoccolma, Copenhagen, Liegi, in Germania, in Italia (a Bologna e Milano) e a Parigi, in due concerti alla Salle Wagram (sera tra venerdì 17 e sabato 18 aprile) e al Théâtre des Champs-Elysées (mattina di domenica 19 aprile), documentati nel memorabile triplo LP The Great Concert of Charles Mingus.
Nonostante il gruppo suoni in maniera eccelsa, come testimoniano anche i molti bootleg - e i tre rari video registrati a Oslo, Stoccolma e Liegi di quei concerti e delle loro prove -, il tour è condizionato dalle intemperanze e mattane del leader, costellato di incidenti e sinistri presagi che culminano nel ricovero d'urgenza in ospedale di Coles, svenuto sul palco a Parigi la sera di venerdì 17 per una emorragia interna.
Quando la band fa ritorno negli USA, Dolphy non è con loro. Ha infatti deciso di fermarsi in Europa, dove ha formato un suo gruppo con il pianista Misha Mengelberg, il bassista Jacques Schols e il batterista Han Bennink.

Il 28 giugno, Dolphy viene colto da un attacco di iperglicemia diabetica a Berlino, cade in coma e il giorno dopo muore. Una settimana prima aveva compiuto 36 anni.

Per tragica ironia della sorte, uno dei cavalli di battaglia della sua ultima tournée con Mingus era un brano intitolato So Long Eric (per intero Don't Stay Over There Too Long, Eric): un esplicito invito rivolto dal bassista a Dolphy perché tornasse stabilmente con il suo gruppo quanto prima.

La morte di Dolphy (1964) è come un macigno, e dopo un paio di insuccessi organizzativi Mingus si ritira nel suo guscio di psicofarmaci fino alla fine del decennio.
 
Negli anni settanta torna lentamente sulla breccia, con un nuovo gruppo e nuove composizioni estese (Changes One and Two, con George Adams, Don Pullen, Jack Walrath e Richmond).
 
Nel 1977 gli viene diagnosticato il morbo di Lou Gehrig, e nonostante gli sforzi e i tentativi con una leggendaria guaritrice messicana, il grande musicista soccombe il 5 gennaio 1979, all'età di 56 anni: lo stesso giorno, sulla spiaggia di Acapulco, si arenarono 56 capodogli[4]. La morte lo coglie mentre lavora ad un progetto musicale congiunto con la cantautrice canadese Joni Mitchell, alla quale ha affidato alcune musiche (alcune anche del suo repertorio storico come Goodbye Pork Pie Hat) perché lei ne scriva le parole. Il disco vedrà comunque la luce e significativamente verrà intitolato dalla stessa Mitchell Mingus.
 
La vedova Sue Graham Mingus gestisce il lascito musicale attraverso la Mingus Big Band.


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #322 il: 21 Febbraio 2013, 15:34:39 »
THABO MVUYELWA MBEKI

Thabo Mvuyelwa Mbeki (Eastern Cape, 18 giugno 1942)

............................................. è un politico sudafricano, ..............già presidente del Sudafrica !!


Mbeki nacque nell'odierna provincia di Eastern Cape, in Sudafrica. Era figlio di Govan Mbeki (1910 - 2001), un attivista xhosa dell'African National Congress (ANC) e del Partito Comunista del Sudafrica. In casa c'erano un ritratto di Karl Marx e uno del Mahatma Gandhi. Mbeki seguì le orme del padre, entrando nell'ANC a 14 anni e dedicando la sua vita alla politica. Lasciato l'Eastern Cape, si trasferì a Johannesburg, iniziando a lavorare con l'attivista anti-apartheid Walter Sisulu.

Dopo l'arresto di Sisulu, di Nelson Mandela e di suo padre Govan, Mbeki abbandonò il Sudafrica per continuare la propria istruzione all'estero. Passò 28 anni in esilio, tornando in patria solo dopo la scarcerazione di Mandela. Passò la maggior parte di questi anni nel Regno Unito, ottenendo il master in Economia nell'Università del Sussex e poi lavorando negli uffici inglesi dell'ANC. Ricevette anche l'addestramento militare nell'Unione Sovietica e visse in diversi paesi africani: Zambia, Botswana, Swaziland e Nigeria.
Nel 1982, mentre Mbeki era in esilio, suo fratello Jama Mbeki fu assassinato da agenti del governo del Lesotho mentre cercava di fuggire dal Sudafrica.
Durante l'esilio il ruolo di Mbeki all'interno dell'ANC crebbe gradualmente di importanza. Nel 1984 divenne capo del dipartimento dell'informazione del partito, e nel 1989 del dipartimento internazionale. In questo periodo Mbeki ebbe come mentore Oliver Tambo. Nel 1989 Mbeki partecipò alle negoziazioni con il governo sudafricano che portarono alla legittimizzazione dell'ANC e al rilascio di numerosi prigionieri politici.
Nel 1993 Mbeki divenne segretario dell'ANC, passando alla carica di presidente del partito nel 1997. Fu eletto presidente della repubblica nel giugno del 1999, e il suo ruolo fu riconfermato nelle elezioni dell'aprile 2004.

Il 18 dicembre 2007 al congresso dell'ANC viene sconfitto da Jacob Zuma che, guidando il partito alle successive elezioni del 2009, diverrà Presidente del Sud Africa.
Mbeki ha rassegnato le sue dimissioni dalla presidenza il 22 settembre 2008 dopo esser stato accusato di interferire nelle indagini contro il suo ex vicepresidente, Jacob Zuma. Le dimissioni sono state accolte dal Parlamento il 24 settembre 2008.

Mbeki è stata una figura influente della scena politica africana anche al di fuori del Sudafrica. Fu un promotore del NEPAD e dell'Unione Africana e svolse un ruolo rilevante nei trattati di pace in Rwanda, Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo. La sua visione politica mira al cosiddetto Rinascimento africano; secondo Mbeki, è prioritario per l'Africa smettere di dipendere dagli aiuti stranieri e cercare una soluzione interna ai propri problemi economici, politici e sociali.

Diventato presidente del Sudafrica nel 1999, Mbeki ha assunto posizioni fortemente critiche nei confronti della teoria virale sull'AIDS.
 
Successivamente, Mbeki è stato criticato per aver difeso il gruppo dissidente dell'AIDS fondato da Peter Duesberg, noto biologo molecolare sostenitore di ipotesi alternative sull'AIDS, famoso per le sue negazioni del legame tra il virus HIV e l'AIDS. Infatti, nel 2000, ha inserito Duesberg e altri membri del gruppo dissidente tra i componenti di una commissione tecnica sull'AIDS. In tale occasione le organizzazioni sanitarie internazionali hanno duramente stigmatizzato Mbeki.
 
A seguito di tali attacchi ha minimizzato la frequenza dei suoi interventi sul tema. Nonostante ciò è stato successivamente criticato per le posizioni assunte dal ministro della salute Manto Thsabalala-Msimang, che invitava ad abbandonare le terapie antiretrovirali in favore di rimedi tradizionali di efficacia non comprovata. Ha poi istituito una commissione su tali terapie guidata da Herbert Vilakazi, un sociologo fautore dei metodi tradizionali africani e detrattore della medicina scientifica.
 
Nonostante Mbeki abbia dichiarato, nel 2002, di ritenere che il virus HIV sia causa dell'AIDS, ha sempre sostenuto che i farmaci antiretrovirali della medicina occidentale siano un raggiro ai danni degli africani operato dai paesi più sviluppati. La politica sanitaria del Sudafrica, che sarebbe dotato di un'economia sufficiente a permettersi il fabbisogno di antiretrovirali, si è rivelata estremamente inefficace a causa dello scarso uso delle terapie mediche.
 
Altro clamore è stato suscitato dalla rimozione dal suo incarico di Nozizwe Madlala-Routledge, che fu nominata ministro della salute in seguito alla malattia di Thsabalala-Msimang, già precedentemente sostituita da Jeff Radebe. Madlala-Routledge si era dimostrata decisamente critica nei confronti di Thsabalala-Msimang e delle sue politiche sanitarie sull'AIDS, esprimendosi in favore della scienza medica. Le ragioni della rimozione dall'incarico non vennero dichiarate da Mbeki. Madlala-Routledge affermò che la sua rimozione sarebbe avvenuta a seguito di un viaggio in Spagna per una conferenza sull'AIDS, che non aveva ancora ricevuto l'autorizzazione di Mbeki; autorizzazione che fu negata, ma solo mentre il ministro era già in viaggio. Nonostante non avesse partecipato alla conferenza e fosse tornata con il primo aereo disponibile, Mbeki chiese le dimissioni, che non vennero rassegnate dal ministro, e procedette di conseguenza alla sua rimozione dall'incarico. Madlala-Routledge si difese affermando che viaggi senza esplicita autorizzazione presidenziale non erano rari e si erano verificati in precedenza senza conseguenze per i ministri coinvolti.


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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #323 il: 22 Febbraio 2013, 11:38:46 »
RAYMOND CHANDLER

Raymond Thornton Chandler (Chicago, 23 luglio 1888 – La Jolla, 26 marzo 1959 - 70 anni )

....................................................è stato uno scrittore statunitense di romanzi giallo-polizieschi.

Chandler nacque a Chicago, Illinois, nel 1888, da padre statunitense e madre irlandese; ma nel 1895, al divorzio dei genitori, fu portato dalla madre in Gran Bretagna. Nel 1907 prese la cittadinanza britannica e nel 1912 tornò negli Stati Uniti con la madre; nel 1917 si arruolò nell'esercito canadese e combatté in Francia.
 
Iniziò a scrivere pulp fiction per guadagnarsi da vivere e, dopo una parentesi lavorativa nel campo petrolifero, pubblicò il suo primo racconto nel 1933, all'età di quarantacinque anni, sulla rivista Black Mask. Il suo primo romanzo, Il grande sonno, è del 1939, cui seguì il contratto come sceneggiatore con la Paramount nel 1943. Scrisse nove romanzi, di cui uno incompiuto, e varie sceneggiature per Hollywood, tra cui le più importanti sono quelle de La fiamma del peccato (di Billy Wilder, 1944), The Unseen (di Lewis Allen, 1945) e L'altro uomo (di Alfred Hitchcock, 1951). Precipitato nel tunnel dell'alcolismo, tentò il suicidio nel 1955, un anno dopo la morte della moglie, Cissy Pascal. Prima di aver ultimato l'ottavo romanzo della saga di Marlowe, morì di polmonite a La Jolla, nel 1959.
 
Fu molto critico verso il romanzo giallo tradizionale per la sua mancanza di realismo che bene espresse nel saggio intitolato La semplice arte del delitto scritto nel 1944 per la nota rivista The Atlantic Monthly di Boston.
 
La semplice arte del delitto, come scrivono Massimo Bonfantini e Carlo Oliva[1], resta un testo molto interessante. Esprime idee sensate sul come costruire un romanzo giallo e su quali sono il significato e la funzione di questa forma di letteratura. E contiene, soprattutto, una durissima polemica contro il giallo "classico" degli anni venti e trenta (e naturalmente i suoi prodotti tardivi)."
 
Chandler si dimostra molto critico nei confronti dei romanzi di grande successo popolare, come quelli di Freemann Crofts, Doroty Sayers, Agatha Christie e il suo giudizio diventa ancor più duro verso i seguaci americani di questo genere letterario, soprattutto S. S. Van Dine. Si distingue da loro non solo per la trama dei suoi romanzi e racconti, ma anche per lo stile originale, accurato, efficace soprattutto nell'uso del discorso diretto, che ricorda per certi versi scrittori più considerati dalla critica, come ad esempio Hemingway.
 
Chandler seguì la strada della narrativa hard boiled, iniziata da Dashiell Hammett. Il suo personaggio di gran lunga più famoso è l'investigatore duro ma onesto, riflessivo, tormentato Philip Marlowe, portato sullo schermo con interpretazioni di vario calibro da attori come Dick Powell, Robert Mitchum, James Garner, Elliott Gould; indimenticabile nei panni di Marlowe soprattutto Humphrey Bogart.
 
Considerato a lungo niente più di un brillante artigiano, Chandler comincia a essere rivalutato come scrittore a tutto tondo; si è dedicata maggiore attenzione alla sua complessa biografia, che ne fa un vero e proprio intellettuale prestato al giallo, il suo forte legame culturale con la Gran Bretagna (dove aveva studiato); sono state notate numerose affinità tematiche e simboliche con il modernismo. Man mano che l'accettazione del giallo nell'ambito della letteratura in generale si fa sempre più diffusa, Raymond Chandler viene sempre più considerato un eccentrico esponente marginale del modernismo.
 
Nel 1955 con il libro The Long Goodbye (Il lungo addio) ha vinto il Premio Edgar Award.
da Wikipedia
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Scrittore statunitense di romanzi gialli e polizieschi, Raymond Thornton Chandler nasce a Chicago (Illinois) il giorno 23 luglio 1888.
Si trasferisce in Gran Bretagna nel 1895, quando i genitori divorziano.
Torna negli USA nel 1912. Non ancora ventenne, nel 1917 si arruola prima nell'esercito canadese, poi nella R.A.F. (Royal Air Force), combattendo la Prima guerra mondiale in Francia.
Lavora saltuariamente come giornalista e corrispondente. Inizia a scrivere per guadagnarsi da vivere e, dopo una breve parentesi in cui lavora come operaio in campo petrolifero.
Pubblica il suo primo racconto all'età di quarantacinque anni, nel 1933, su "Black Mask Magazine", rivista che pubblica storie di detective.
Il suo primo romanzo si intitola "Il grande sonno", e viene dato alle stampe nel 1939. E' subito un grande trionfo.
Il suo talento viene a galla e la casa di produzione cinematografica Paramount, nel 1943 gli propone un contratto come sceneggiatore.

Nel 1924 aveva sposato Cissy Pascal, di 18 anni più anziana, già divorziata due volte.

La sua produzione letteraria conterà nove romanzi, di cui uno incompiuto, e varie sceneggiature per Hollywood: le più importanti sono "La fiamma del peccato" (1944, di Billy Wilder), "The Unseen" (1945, di Lewis Allen) e "L'altro uomo" (1951, di Alfred Hitchcock).
 
Nel 1955 con il libro "Il lungo addio" (The Long Goodbye) vince il premio statunitense "Edgar Award", dedicato annualmente alle migliori opere gialle.
 
Raymond Chandler è molto critico verso il romanzo giallo tradizionale per la sua mancanza di realismo; segue così la strada della narrativa "hard boiled", iniziata da Dashiell Hammett. Il suo personaggio di gran lunga più famoso è l'investigatore duro ma onesto Philip Marlowe - cavaliere dei tempi moderni, cinico tuttavia profondamente onesto - portato sullo schermo con interpretazioni indimenticabili da attori come Dick Powell, Robert Mitchum, James Garner, Elliott Gould ma soprattutto Humphrey Bogart. Ma i produttori hanno un rapporto difficile con i suoi testi, spesso ricchi di sesso, corruzione, pornografia e omosessualità.

da biografieonline

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #324 il: 22 Febbraio 2013, 11:49:36 »
DICK POWELL

Dick Powell, all'anagrafe Richard Erwing Powell (Mountain View, 1904 – Los Angeles, 2 gennaio 1963),

.......................................... è stato un attore e regista cinematografico statunitense.


Esordì nel cinema come cantante in Cronaca degli scandali (1932) e partecipò poi alle migliori produzioni musicali degli anni trenta, una su tutte, La danza delle luci (1933) di Mervyn LeRoy. In questi film Powell interpretò quasi sempre il classico attor giovane di bell'aspetto, brillante ed ironico. Quando il genere musicale degli anni trenta iniziò a perdere smalto, l'attore riuscì a fare un decisivo salto di qualità, trasformando la propria immagine in quella di uomo forte, risolutivo, capace di qualsiasi azione.
 
In questo periodo diede le sue interpretazioni migliori nella commedia Avvenne domani (1944) di René Clair e in L'ombra del passato (1944), in cui prestò il proprio fisico asciutto ad un Philip Marlowe assai disincantato, per la regia di Edward Dmytryk, dal quale sarebbe stato diretto anche Missione di morte (1945). Raggiunta la maturità, Powell decise di passare dietro la macchina da presa dirigendo il discreto dramma Prigionieri della città deserta (1952), che comunque non portò nulla di nuovo rispetto ai canoni classici del noir anni cinquanta.
 
Seguirono altre produzioni di diverso genere, come la commedia Autostop (1956) (remake del classico Accadde una notte), e le pellicole belliche Duello nell'Atlantico (1957) e I cacciatori (1958). Concluse la sua carriera come produttore di film per conto di Budd Boetticher e Samuel Fuller e con altre regie, prevalentemente televisive. Morì prematuramente a causa di un linfoma.

da MyMovies che invece di lui scrive :
L' mpiegato dei telefoni, abbandonò il lavoro per una compagnia itinerante. Divenne cantante e presentatore di molti spettacoli, quindi venne chiamato a Hollywood per interpretare La cronaca degli scandali (1932). Ne conseguì un discreto successo che crebbe fino a renderlo protagonista di innumerevoli musical. Superata la crisi dovuta al decadere di questo genere cinematografico, l'attore si orientò verso ruoli drammatici che lo riportarono sulla cresta dell'onda. Nel 1952 diresse la sua prima pellicola (Prigionieri della città deserta) e proseguì in veste di regista fino al termine della sua carriera. In alcuni dei suoi film recitò accanto a Joan Blondell, la sua seconda moglie, dalla quale ha divorziato per sposare June Allyson.

da wikipedia/MyMovies

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« Ultima modifica: 22 Febbraio 2013, 11:51:36 da StefanoG »

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #325 il: 22 Febbraio 2013, 12:09:13 »
ROBERT  MITCHUM      ( fumatore di sigaro )

Robert Mitchum, all'anagrafe Robert Charles Durman Mitchum (Bridgeport, 6 agosto 1917 – Santa Barbara, 1º luglio 1997)

................................................................ è stato un attore e cantante statunitense.

 
È considerato uno dei migliori attori dell'epoca d'oro di Hollywood ed è citato nel brano One More Arrow (1983), composto da Elton John e Bernie Taupin; il noto critico Roger Ebert lo ha definito l'anima dei film noir.
 
Di sé amava dire:
« Sono una speranza per tutti. La gente mi guarda sullo schermo e dice: "Se ce l'ha fatta quel coso lì posso farcela anch'io." »

Robert Mitchum nacque a Bridgeport (Connecticut), il 6 agosto 1917, da James Thomas Mitchum, un lavoratore nei cantieri portuali e ferroviari, e da Ann Gunderson Mitchum, la figlia di un capitano della marina norvegese immigrato negli USA. Il padre morì in un incidente ferroviario quando Robert aveva solo 18 mesi e Ann fu costretta a trovare lavoro presso un giornale come linotipista. Durante la sua turbolenta infanzia, l'irrequieto Robert fu spesso coinvolto in risse e birichinate.
Nel 1929, Ann mandò il dodicenne Robert a vivere con i nonni a Felton (Delaware), ma il ragazzino fu subito espulso dalla scuola media per essersi azzuffato con il preside. Un anno dopo, nel 1930, Robert si trasferì con la sorella maggiore, la cameriera e attrice teatrale Julie (in origine Annette) Mitchum, a New York (più precisamente nel quartiere Hell's Kitchen).
 
Dopo essere stato espulso anche dalla Haaran High School, Robert lasciò sua sorella e iniziò a viaggiare attraverso gli Stati Uniti, spostandosi su vagoni ferroviari e in autostop, e mantenendosi con innumerevoli lavori, quali il minatore, lo scaricatore di porto, il pugile professionista, lo sterratore per i Civilian Conservation Corps.
In quegli anni si trovò coinvolto in numerose avventure, diventando uno dei tanti "ragazzi di strada" dell'era della Depressione. A Savannah (Georgia), fu arrestato per vagabondaggio e messo ai lavori forzati per sei giorni con un gruppo di detenuti. In quella stessa località, molti anni più tardi, avrebbe girato il film Il promontorio della paura (1962), nei panni proprio di un detenuto. Mitchum riuscì a scappare senza scontare del tutto la pena e ritornò dalla sua famiglia nel Delaware. Fu a quel punto della sua vita, mentre si riprendeva da vari infortuni per i quali rischiò anche di perdere una gamba, che incontrò la donna che poi avrebbe sposato, l'allora adolescente Dorothy Spence.
 
Nel 1936 Mitchum andò a vivere con sua sorella Julie a Long Beach (California), dove i due furono presto raggiunti dagli altri familiari.
Fu Julie che lo convinse ad unirsi alla locale cooperativa teatrale. Negli anni passati con la Players Guild di Long Beach, Robert si guadagnò da vivere come macchinista teatrale e attore occasionale. Scrisse anche molte commedie brevi che furono rappresentate dalla cooperativa. Secondo la biografia di Lee Server (Robert Mitchum: Baby, I Don't Care), Mitchum dimostrò un notevole talento per la poesia, scrivendo testi radiofonici, canzoni e monologhi per le esibizioni di sua sorella Julie nei nightclub. Nel 1939 compose un oratorio che, grazie al finanziamento di Orson Welles, venne eseguito all'Hollywood Bowl.
Nel 1940 ritornò all'est per sposare Dorothy e la portò con sé in California. Alla nascita del primo figlio Jim, soprannominato Josh (a cui seguiranno altri due figli, Christopher e Petrine), Robert ottenne un lavoro fisso come operatore macchinista con la Lockheed Corporation. Iniziò a soffrire di insonnia cronica e a perdere la vista, sintomi di un visibile esaurimento nervoso, causatogli dall'incapacità di affrontare questo impiego così "conformista".
Queste circostanze lo portarono a cercare lavoro come attore o comparsa nel cinema. Jack Shay, un funzionario della Paramount che aveva conosciuto, gli procurò un colloquio con Harry Sherman, il produttore della popolare serie Hopalong Cassidy, western di serie b adattati dai popolari romanzi di Zane Grey. Mitchum venne assunto per recitare la parte del cattivo in molti film della serie tra il 1942 e il 1943, e continuò ad assicurarsi il lavoro come comparsa e attore di supporto in numerose produzioni per vari studios. Dopo aver fatto una buona impressione su Mervyn LeRoy durante le riprese del film Missione segreta (1944), Mitchum firmò un contratto di sette anni con la RKO Pictures.
Dopo il western Nevada (1944), che non ottenne un grande successo, la RKO diede Mitchum in prestito alla United Artists per I forzati della gloria (1945). Nel film, Mitchum interpretò il solitario e riflessivo tenente Bill Walker, stanco della guerra e delle difficoltà quotidiane al fronte. Il film, che descriveva la vita di un normale soldato attraverso gli occhi del giornalista e corrispondente di guerra Ernie Pyle, interpretato da Burgess Meredith, fu un successo immediato di critica e di pubblico. Agli Academy Awards del 1946, ebbe quattro nomination per gli Oscar, compresa quella per Mitchum quale miglior attore non protagonista.
L'anno si chiuse con il western La bella avventura (1945) e con il dramma post-bellico Anime ferite (1946), in cui Mitchum interpretò il ruolo del reduce Bill Tabeshaw. L'attore era ormai in procinto di passare ad un genere che diede una svolta alla sua carriera e che arricchì la sua personalità di attore: il film noir.Mitchum sarebbe diventato l'attore emblema del genere conosciuto con il nome di film noir. La sua prima interpretazione in questo mondo di vicende di cronaca nera fu in Notte d'angoscia (1944), la storia di un serial killer psicotico. Il film, applaudito da Orson Welles e dai critici James Agee e Manny Farber, venne annoverato tra i migliori film di serie B mai girati.
Prestato alla MGM, Mitchum recitò poi in Tragico segreto (1946) di Vincente Minnelli, nei panni di un problematico e sensibile personaggio invischiato nei loschi affari del fratello (Robert Taylor) e della di lui sospettosa moglie (Katharine Hepburn). Primo noir diretto da Minnelli, il film però non fu ben accolto dalla critica.
In Il segreto del medaglione (1946), diretto da John Brahm, Mitchum vestì i panni dell'amareggiato ex-marito della femme fatale Laraine Day, mentre Notte senza fine (1947), diretto da Raoul Walsh, accostò le atmosfere dei film western a quelle del genere noir, con Mitchum impegnato a ricordare il suo passato e a trovare l'uomo responsabile dell'uccisione dei suoi familiari.
In Odio implacabile, altro film del 1947, Mitchum interpretò il sergente Keely, un veterano smobilitato che si mette alla ricerca dell'assassino di un soldato ebreo. Il film affrontò il problema dell'antisemitismo, del fallimento dei metodi militari e del difficile reinserimento dei reduci di guerra nella società postbellica. Diretto da Edward Dmytryk, fu uno dei film più acclamati dalla critica in quell'anno, con ben cinque nomination agli Academy Awards.
Dopo Odio implacabile, Robert Mitchum fu scritturato per Le catene della colpa (1947) di Jacques Tourneur, film che diede una decisiva svolta alla sua carriera.
Nel film di Josef von Sternberg L'avventuriero di Macao (1952), accanto a Jane Russell, Mitchum era vittima di uno scambio di identità sullo sfondo esotico di Macao. Il film Seduzione mortale (1952), di Otto Preminger, fu la prima delle tre collaborazioni tra Mitchum e l'attrice inglese Jean Simmons. Nel film, Simmons recita la parte di una pazza ereditiera che irretisce Mitchum, qui nei panni di un conducente di ambulanze. Nel 1954 fece coppia con Marilyn Monroe nel romantico e avventuroso film La magnifica preda (1954), nuovamente per la regia di Preminger.
Mitchum rimase sempre scettico sul proprio successo e mantenne un atteggiamento cinico e disincantato anche durante la maturità, sostenendo che la fama e la celebrità conquistate fossero dovute solo a un colpo di fortuna. Spesso sul set faceva scherzi agli attori e alle maestranze. La sua espulsione dal film Oceano rosso (1955) di William A. Wellman è stata spesso attribuita alle sue irriverenti trovate, in particolare a uno scherzo a cui sottopose uno dei manager del film, gettandolo nella Baia di San Francisco[senza fonte].
Anche se Mitchum continuava ad interpretare drammi di genere criminale, alcuni dei quali classificati come film noir, il 1955 segnò sia la sua ultima partecipazione al genere sia il suo debutto come attore freelance, nel thriller La morte corre sul fiume (1955), diretto da Charles Laughton. Basato su un romanzo di Davis Grubb, il film rappresentò una sorta di spartiacque nella carriera di Mitchum, offrendogli il ruolo di un predicatore psicopatico, che sposa la vedova di un rapinatore per cercare nella casa la refurtiva lasciata dal defunto.
L'interpretazione del violento criminale Max Cady nella pellicola Il promontorio della paura (1962), riportò su Mitchum l'attenzione del pubblico e della critica e ne riconfermò il naturale talento per ruoli di personaggi freddi e pericolosi. Gli anni sessanta furono però segnati da numerose interpretazioni minori e da opportunità mancate per la carriera dell'attore. Tra le "occasioni perdute" da Mitchum, si annoverano Gli spostati di John Huston, ultimo film interpretato sia da Clark Gable che da Marilyn Monroe, Patton, generale d'acciaio, film vincitore del Premio Oscar, e il poliziesco Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo con Clint Eastwood[senza fonte].
Mitchum apparve invece nel kolossal bellico Il giorno più lungo (1962), epopea dello Sbarco in Normandia, e in Anzio (1968), nella commedia musicale La signora e i suoi mariti (1964) con Shirley MacLaine, e nel western El Dorado (1966), un remake di Un dollaro d'onore (1959) di Howard Hawks, in cui Mitchum ebbe la parte dello sceriffo ubriacone che aiuta John Wayne, ruolo originariamente di Dean Martin.
Robert Mitchum si allontanò dal suo personaggio tipico con il classico La figlia di Ryan (1970) di David Lean. Nel film, osannato dalla critica, interpretò Charles Shaughnessy, un mite insegnante nell'Irlanda della Prima guerra mondiale. Il film fu nominato per quattro Premi Oscar (vincendone due) e Mitchum ebbe un notevole ritorno pubblicitario per la sua nomination come migliore attore, ma ancora una volta non fu premiato. Fu George C. Scott a ottenere l'Oscar per Patton, generale d'acciaio, un progetto che Mitchum aveva rifiutato per poter girare La figlia di Ryan.
 
Gli anni settanta videro Mitchum protagonista di alcuni gangster movie. In Gli amici di Eddie Coyle (1973) interpretò un anziano gangster preso a metà fra FBI e i suoi amici criminali. Yakuza (1975) di Sidney Pollack riprese una tipica storia noir ambientandola nel mondo della malavita giapponese.
L'interpretazione del detective invecchiato Philip Marlowe in Marlowe il poliziotto privato (1975), adattamento del romanzo Addio mia amata di Raymond Chandler, fu apprezzata da pubblico e critica. Mitchum reinterpretò lo stesso ruolo
Nel 1982 Mitchum interpretò l'allenatore Delaney nel film Correre per vincere (1982), girato a Scranton (Pennsylvania) e adattato dalla commedia di Jason Miller, vincitrice nel 1973 del Premio Pulitzer.
 
Mitchum si dedicò anche alla televisione con Venti di guerra (1983), miniserie televisiva ad alto budget. L'adattamento di Herman Wouk fu trasmesso dalla ABC e vedeva Mitchum nei panni di "Pug" Henry, un ufficiale della Marina, sullo sfondo degli eventi che portarono al coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale. A questo fece seguito Ricordi di guerra (1988), che seguiva l'America durante la guerra. Nello stesso anno Mitchum tornò al grande schermo come memorabile co-protagonista di Bill Murray in S.O.S. Fantasmi (1988), rilettura di Canto di Natale.
 
Nel 1991 ottenne il premio alla carriera dal National Board of Review e nel 1992 il premio Cecil B. DeMille Award dai Golden Globe Awards. Nel 1991 partecipa con un cameo a Cape Fear - Il promontorio della paura (Cape Fear), diretto da Martin Scorsese, remake di Il promontorio della paura (Cape Fear), diretto nel 1962 da J. Lee Thompson.
 
Pur continuando ad apparire in diversi film negli anni novanta, come Tombstone e Dead Man di Jim Jarmusch, Mitchum rallentò gradualmente i suoi ritmi di lavoro. La sua ultima apparizione cinematografica fu in TV, con James Dean: Gara con il destino. Morì il 1º luglio 1997 a Santa Barbara, California per un enfisema e per le complicazioni di un tumore ai polmoni. Lasciò la moglie Dorothy, i figli James e Christopher (entrambi attori) e la figlia Trini. Anche i suoi nipoti Bentley Mitchum e Carrie Mitchum sono attori.
 
Si è largamente pensato, per almeno un decennio, che la sua morte avrebbe fatto riscoprire i suoi film ma la morte di James Stewart, avvenuta il giorno dopo, oscurò immediatamente la morte di Mitchum dai mezzi di informazione principali

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #326 il: 22 Febbraio 2013, 12:17:11 »
KENNY CLARKE

Kenny "Klook" Clarke (nato Kenneth Clarke Spearman, nome poi cambiato in Liaqat Ali Salaam; Pittsburgh, 9 gennaio 1914 – Parigi, 26 gennaio 1985)

..................................è stato un batterista statunitense, uno dei principali innovatori dello stile bebop.


Proveniente da una famiglia di musicisti, Clarke iniziò la sua carriera suonando con Roy Eldridge nel 1935. Dopo essersi trasferito a New York, Kenny divenne il batterista stabil del Minton's Playhouse all'inizio degli anni 1940 e, come tale, prendeva regolarmente parte alle famose jam session che vi si svolgevano a tarda ora, nelle quali prese forma lo stile che fu poi detto bebop. A Clarke (che per questo venne soprannominato "Klook" o "Klook-mop") viene attribuito il merito di aver dato vita alla tecnica di usare il piatto ride per tenere il tempo (la tecnica standard - che Clarke chiamava "spalare il carbone" - era fino ad allora di tenere il tempo sul rullante e sulla cassa).
 
Lo stile introdotto da Clarke utilizza il piatto per il tempo e il rullante e la cassa per gli accenti.
 
« Tutti i batteristi devono essere grati a Kenny per l'introduzione di questo stile »
(Ed Thigpen)
 
A partire dal 1951, Clarke fu per un certo periodo il batterista di studio della Savoy Records, che gli permise di figurare su un gran numero di fondamentali registrazioni. Negli stessi anni fu tra i membri fondatori del Modern Jazz Quartet: sostituito nel 1955 da Connie Kay, Clarke emigrò a Parigi, dove continuò a suonare con i musicisti americani di passaggio, formando anche a questo scopo un trio, "The Bosses", con Bud Powell al piano e Pierre Michelot al basso. Nel 1961, su idea del produttore italiano Gigi Campi, Clarke fondò, assieme al pianista belga Francy Boland, un vera e propria big band con musicisti Europei e Americani, una formazione che fu in attività per undici anni.
 
Dopo questa esperienza, Clarke continuò un'attività free-lance fino alla sua morte.


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« Risposta #327 il: 22 Febbraio 2013, 12:29:46 »
JOHN COLTRANE

John William Coltrane (Hamlet, 23 settembre 1926 – New York, 17 luglio 1967 - 40 anni )

...................................................... è stato un sassofonista e compositore statunitense.
 
Tra i più grandi sassofonisti della storia del jazz, ha sicuramente lasciato un segno profondo nel tessuto di questa musica. "Trane", come fu anche soprannominato, è stato uno dei più importanti innovatori del jazz degli anni sessanta, ponendosi come cerniera tra la poetica del bebop e la rivoluzione del free jazz.
Il pensiero musicale di Coltrane, colto nelle diverse fasi della sua evoluzione, ha creato folle di proseliti e di imitatori tutt'oggi attivi sui più disparati palcoscenici del mondo. Il passaggio breve ma intenso di questo grande musicista sulla scena del jazz ha marcato un profondo discrimine tra la musica degli anni cinquanta e quella degli anni seguenti: in appena un secolo di storia, il jazz si è trasformato da musica popolare in musica colta.
Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze postume tra cui la canonizzazione, da parte della African Orthodox Church con il nome di Saint John William Coltrane. La chiesa di San Francisco a lui dedicata, la Saint John William Coltrane African Orthodox Church, utilizza musiche e preghiere di Coltrane nella propria liturgia.
Unico figlio di John Robert Coltrane, sarto e con l'hobby della musica (suonava l'ukulele e il violino) e di Alice Blair, crebbe con la cugina Mary a High Point. A dodici anni perse il padre e fu poi colpito da altri lutti familiari. A tredici anni entrò nella banda dei boy scout come clarinettista e al liceo iniziò a suonare anche il sax contralto.
Nel 1943 si diplomò e si trasferì in cerca di lavoro a Philadelphia, frequentando la "Omstein School Of Music". Nel 1945 svolse il servizio militare alle Hawaii, come clarinettista della banda militare della Marina. Tornato a Philadelphia entrò nel gruppo di Joe Webb e quindi in quello di Eddie Vinson, passando al sax tenore e dedicandosi al rhythm and blues. Nel 1948 entrò a far parte dell'orchestra dell'Apollo Theater di Harlem a New York. A Philadelphia suonò ancora con i fratelli Heath, con Cal Massey, con Howard McGhee e con l'orchestra di Dizzy Gillespie, in cui suonava il sax contralto. Nel 1951 l'orchestra si trasformò in un settetto e Coltrane passò nuovamente al sax tenore: con questa formazione registrò il primo pezzo a Detroit il 1 marzo.
Nel 1952 entrò nel gruppo di Earl Bostic e nel 1953 iniziò ad avere problemi con il consumo di eroina, a causa della quale venne licenziato dal gruppo di Jonny Hodges.
Nel 1955 si sposò con Juanita Grubbs (Naima) e iniziò a collaborare con Miles Davis.
John Coltrane è diventato vegetariano tra il 1960 e il 1961.
Quando Rollins tornò a ritirarsi dalla scena, come faceva di tanto in tanto, Davis dovette trovare un sostituto. Philly Joe Jones convinse Miles a chiamare Coltrane per un provino. Davis all'inizio non era entusiasta perché aveva ascoltato Coltrane anni prima in una sessione con Rollins, che era stato nettamente superiore. Dopo il provino, però, ne fu impressionato. Coltrane conosceva tutti i brani, teneva anche i tempi velocissimi, aveva un'esecuzione fluida, armoniosa, senza intoppi.
 Coltrane si comportò come sempre: sfruttò l'occasione di incontro con un collega più esperto per fargli mille domande. Davis era un uomo che guardava la realtà con occhio lucido, disincantato, talora cinico. Era privo di autentica fede religiosa, in fondo anzi diffidava delle religioni. Nell'organizzare la sua musica non diceva nulla, non spiegava niente a nessuno, manteneva il segreto sulle strutture, sulle soluzioni armoniche, su tutto. Spesso dava le spalle al pubblico per inviare, non visto, segnali gestuali ai suoi. Oppure sussurrava loro all'orecchio.
 La musica di Davis si offre all'ascolto come un oggetto sonoro liscio, perfetto, senza cuciture visibili, che non si può capire e smontare. Coltrane, al contrario, aveva una visione del mondo intrisa di irrazionale: divorava libri su qualunque argomento che non fosse scientifico, e talora anche libri di scienza, che comunque leggeva come se fossero libri sapienziali. Però in musica era concreto, pragmatico, materialista: di ogni nota, accordo, progressione, voleva sapere che cos'è, come si fa, come si chiama.
 Non sorprende che i due, a prima vista, non si siano amati. Queste incongruenze di carattere infastidirono tantissimo Coltrane, al punto che decise di andarsene. Intanto il quintetto di Davis aveva firmato impegni per l'autunno e Davis dovette quasi pregare Coltrane di tornare. Il 26 ottobre 1955 il quintetto di Davis con Coltrane entrò in sala di incisione e incise per la Columbia quattro pezzi, Ah-Leu-Cha Two Bass Hit, Little Melonae e Budo, usciti poi sparsi in vari dischi. Essi aprono una serie aurea di incisioni per la Columbia e la Prestige Records effettuate nell'arco di un anno esatto: l'ultima è del 26 ottobre 1956. L'eleganza sembra essere la caratteristica principale di questo quintetto: tutto è liscio, piano, basso e batteria sono fusi in tutt'uno, il ritmo è elastico e incalzante, mai la minima sensazione di sforzo è avvertibile.
 La sensazione di unità espressiva era dovuta sia alle ripetute prove sia all'affiatamento. Ogni pezzo era arrangiato con cura, ma l'arrangiamento è nascosto, spesso consiste di piccoli scintillanti tocchi isolati: una nota, un accordo del piano, un frammento melodico interpolato.Oltre ai concerti vi erano poi continue conferenze stampa. Le foto che furono scattate in quei giorni lo ritraggono molto ingrassato, e, in circa metà di esse, con una mano sul fegato. A pochi confessò la sua sofferenza. Aveva mal di testa continui, e sempre più forti. Tornato dal Giappone, ingoiava aspirina in dosi inquietanti. George Wein gli propose una tournée in Europa. Rifiutò: «non sto bene, disse, non me la sento». Wein gli offrì di rinviare la data a suo piacimento. Ma Coltrane non voleva partire affatto. In realtà, diversi fattori stavano ormai congiurando contro la sua salute. Gli anni dell'eroina avevano provocato guasti terribili. Coltrane avrebbe dovuto curarsi con regolarità ma aveva un irrazionale terrore dei medici; non faceva neppure controlli. La sua paura per i medici era di fatto sfiducia nella scienza. La frequentazione delle filosofie orientali doveva averlo indotto in uno stato di passiva accettazione del destino, ivi inclusa la morte. Da tempo si era convinto di dover morire presto, e della morte parlava spesso, con chiunque. Egli affrontò quindi il destino senza opporvisi, senza curarsi. Da un altro lato, la certezza della morte imminente lo indusse ad andare avanti nella sua ricerca artistica senza più remore. Come in una folle corsa verso la fine di tutto. A Ravi Shankar, per telefono, Coltrane apparve triste e frustrato: cercava qualcosa di nuovo, ma non sapeva cosa. Il 26 dicembre 1966 diede un concerto al Village Theater di New York con Algie DeWitt, suonatore di baia (un tamburo a clessidra usato nei culti voodoo), Ornar Ali alla conga, il trombettista John Salgalo e il bassista Sonny Johnson, più il suo quintetto. Questo ensemble stranamente assortito non ha lasciato dischi; ma testimoni hanno raccontato che la musica era di un'intensità selvaggia e soverchiante.
Nel 1967, tra febbraio e marzo, registrò il materiale confluito poi negli album Expression e Interstellar Space. Il primo disco è in quartetto, e fu l'ultimo alla cui uscita egli attese personalmente; fu pubblicato poco dopo la sua morte. Esso contiene una musica ancora nuova e diversa, di sublime bellezza, in cui tutte le ricerche, le inquietudini, i conflitti, le violenze che segnano l'intera sua opera sembrano conciliarsi sotto il segno di una ritrovata serenità. L'iniziale, brevissimo Ogunde Varere è un commosso addio alla vita: sopra i fluttuanti arpeggi del pianoforte, Coltrane intona una lirica melodia, che suona del tutto originale, diversa da qualsiasi altra melodia antica o moderna, e al tempo stesso profondamente familiare. Essa infatti nasconde una struttura di blues. Offering ed Expression sono pagine analoghe, più ampie, che attraversano tratti convulsi, ma che alla fine planano di nuovo nella stessa atmosfera di pace ultraterrena. A parte va considerato il brano più lungo dell'album, To Be. In esso Coltrane suona il flauto che era appartenuto a Eric Dolphy, e Sanders lo affianca all'ottavino. A quattro pianeti — Marte, Venere, Giove, Saturno — sono per l'appunto intitolati i quattro brani dell'altro album, Interstellar Space, uscito nei primi anni settanta. Dal punto di vista strutturale, la musica è simile a quella di Expression: in ambedue si ritrovano tra l'altro le procedure già descritte per Meditations, in particolare il trasporto di brevi motivi su scale diverse. Il carattere è però tutt'altro: Coltrane, al sax tenore, dialoga con Rashied Ali, e la presenza dell'incendiario batterista si trasforma in occasione di estenuante sfida. Lascia allibiti lo stoicismo di Coltrane, che si sottopose a simili sforzi nelle condizioni in cui era. Il linguaggio rotolante, inarrestabile come una lingua di colata lavica, che si ascolta nei concitati assolo degli album precedenti qui appare denudato, messo allo scoperto, e mostra una così rigorosa logica architettonica da reggere l'ascolto da solo. In quei vertiginosi giochi di scale su scale, che innervosirono gli ascoltatori già nei concerti del 1960, sono in realtà applicate ferree regole di combinazione, permutazione, trasporto di centro tonale e di modo. Chi riesca ad afferrarne i motivi e gli sviluppi trova in questa musica una ricchezza esaltante, inesauribile, unita a squarci di purissima poesia, come nel delicato Venus o nel tracotante Jupiter. L'ultima seduta di incisione si tenne il 17 marzo. Si registrò un solo brano, Expression, probabilmente perché Alice era in gravidanza avanzata. Due giorni dopo nasceva il terzo figlio della coppia, Oran.
Il 23 aprile Coltrane apparve con il quintetto al Centro di Cultura Africana fondato da Olatunji a Harlem. La struttura era appena nata, su progetto di Olatunji e altri, incluso Coltrane, che la sostenne finanziariamente con generosità. Suonò, dicono, bene come sempre, e a lungo come sempre. Un solo particolare tradisce le sue reali condizioni: suona seduto. Ciò nonostante, in quello stesso aprile Trane rinnovò il contratto con la Impulse! per due anni.

A maggio, andò a visitare sua madre a Philadelphia, insieme ad Alice, quando ebbe un'improvvisa fitta allo stomaco. Piegato in due, si chiuse in camera sua, rifiutando ogni cura. Ne usci poco dopo: non riconosceva più sua madre e sua moglie. Tornarono a casa subito. Alice gli fissò una visita. Ci andò, stavolta. Lo ricoverarono per una biopsia, ma rifiutò di protrarre la degenza e telefonò ad Alice e si fece portar via.
 
La domenica fu di nuovo ricoverato d'urgenza all'ospedale Huntington.
Morì alle quattro del mattino di lunedì 17 luglio 1967, stroncato da un tumore al fegato.

Lo Stile : I primi tratti caratteristici dello stile di Coltrane furono fissati al tempo in cui suonava al Five Spot Café. In quel periodo egli mise a punto la tecnica detta "Sheets of sound". I suoi soli si componevano di frasi lunghe e veloci, suonate in sedicesimi (semicrome) o in trentaduesimi (biscrome), in modo da fondere fra loro le note, in un continuo glissando. Questo modo di suonare era del tutto nuovo. A differenza di Charlie Parker, Coltrane usava le frasi di sedicesimi per conferire al brano più fluidità e, come si vedrà, un particolare senso ritmico.
 
Nello stesso periodo Coltrane venne spinto da Thelonious Monk a esplorare nuove sonorità. In particolare egli cercava il modo di ottenere, dal sax tenore, due o tre suoni contemporanei. Un chiaro esempio di questa tecnica si può trovare nel brano Harmonique. Questa tecnica incuriosì anche il celebre Sonny Rollins.
 Suonando con Monk, Coltrane apprese il modo di esplorare tutte le possibilità improvvisative del brano, impegnandosi così in lunghi soli, durante i quali usava particolari suoni, rumori, fischi, grugniti. È importante sottolineare come tutto ciò fosse già presente nel sound del rhythm and blues.
 
Coltrane, tuttavia, si servì di queste tecniche, non in senso meramente virtuosistico, ma per chiare finalità musicali. Egli inoltre allargò le risorse tecniche del sax tenore, mediante le estensioni, l'utilizzo dei registri estremi, timbriche particolari, diteggiature alternative utilizzate per il loro effetto sonoro, armonici, differenti modi di alterare il suono con l'intensità del fiato. Coltrane fu il primo ad esplorare i suoni del sax soprano. Egli ottenne da questo strumento un sound sinuoso e serpentino. La grana del suono del sax soprano può definirsi scarna e funzionale al senso religioso della musica di Coltrane. La musica creata con questo strumento è fatta di melodie sinuose ed eteree, di carattere mistico. Basti ascoltare la celebre esecuzione di My favorite Things, contenuta nell'album omonimo.
L'approccio tecnico armonico della stile coltraniano è vario e complesso. Il suo modo di suonare andò perfezionandosi durante il periodo in cui egli approfondiva il bebop. Alla fine di questo apprendistato la musica di Coltrane aveva un alto grado di complessità.
 Durante il periodo tonale, corrispondente al periodo dello hard bop, Coltrane giunse a padroneggiare qualsiasi tipo di situazione armonica, fino ad introdurre proprie soluzioni. Tipico esempio di quanto detto sono i Coltrane changes. La riarmonizzazione istantanea dei brani era una caratteristica degli hard-boppers, ma la complessità dell'approccio di Coltrane va oltre questo discorso. Innanzitutto egli approfondì l'uso delle scale, utilizzando, in aggiunta alle scale tipiche del bebop, scale indiane, orientali, pentatoniche, ecc. Ciò contribuì non solo ad allargare il sound ma a fornire al solista maggiori possibilità di esplorazione armonica. Questo approccio imponeva inoltre il superamento dei vecchi cliché del bebop. Inoltre Coltrane contribuì anche al rinnovamento ritmico dell'improvvisazione.
 
Durante il periodo modale, che va dal 1961 al 1965, anno in cui fu pubblicato A Love Supreme, Coltrane improvvisa utilizzando i modi delle scale di riferimento piuttosto che gli accordi. Egli si impegna anche in una rilettura del blues in senso modale o orizzontale. La Atlantics pubblicò nel 1962 l'album Coltrane Plays the Blues. Nel 1963 uscì l'album Ballads dove, nonostante il senso tonale della composizioni, il fatto che gli accordi si succedano in tempo lento consente un approccio modale dell'esecuzione.

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« Risposta #328 il: 22 Febbraio 2013, 12:39:15 »
JACQUES COUSTEAU

Jacques-Yves Cousteau (Saint-André-de-Cubzac, 11 giugno 1910 – Parigi, 25 giugno 1997)

.................................................è stato un esploratore, navigatore, militare e oceanografo francese


Da giovane venne ammesso all'École navale (Accademia Navale) di Brest e divenne un ufficiale cannoniere della Marina Militare Francese, il che gli diede l'opportunità di fare i suoi primi esperimenti subacquei. Nel 1936 sperimentò un modello di occhiale subacqueo, forse il progenitore delle moderne maschere.
Si sposò nel 1937 con Simone Melchior, figlia di un dirigente dell'Air Liquide, con la quale ebbe due figli: Jean-Michel (nato nel 1938) e Philippe (nato nel 1940 e morto nel 1979 in un incidente di volo durante le riprese di un documentario). Nel 1991, un anno dopo la morte della moglie per cancro, ha sposato Francine Triplet (poi Francine Cousteau), una hostess dell'Air France, con la quale nel frattempo aveva avuto due figli: Diane Cousteau (nata nel 1980) e Pierre-Yves Cousteau (nato nel 1982).
Cousteau prese parte alla seconda guerra mondiale come spia e durante il conflitto trovò il tempo di inventare, nel 1943, assieme ad Emile Gagnan, il primo tipo di equipaggiamento per lo Scuba diving, l'Aqua-lung. Il famoso erogatore monostadio Cousteau-Gagnan "Mistral" diverrà negli anni a seguire il prezioso strumento che aprirà le porte del mondo sommerso a migliaia di appassionati.
Negli anni dopo la guerra, ancora ufficiale di marina, sviluppò delle tecniche per lo sminamento dei porti francesi e per l'esplorazione dei relitti.
Nominato presidente delle Campagne Oceanografiche Francesi, nel 1950 Cousteau ricevette in affitto, dal milionario irlandese Thomas "Loel" Guinness M.P., per il prezzo simbolico di un franco francese l'anno, un cacciamine costruito dalla Royal Navy. Cousteau, ribattezzantolo "Calypso", lo ristrutturò e trasformò in nave da ricerca e base di supporto per missioni oceanografiche.
 
Con la Calypso, Cousteau esplorò le acque più interessanti del pianeta, compresi alcuni fiumi. Durante questi viaggi produsse molti libri e film, uno dei quali, Il mondo del silenzio, vinse il primo premio al Festival di Cannes nel 1956. Questi lavori furono di grande aiuto nel rendere popolare la biologia sottomarina.
Nel 1959, per il grande prestigio acquisito in campo subacqueo e scientifico, fu coinvolto nella fondazione e nominato presidente della CMAS (Confederation Mondiale des Activitè Sous Marine), che in realtà aveva come scopo principale quello di organizzare gare di pesca subacquea a livello internazionale, contrariamente a quello che Cousteau stesso voleva che fosse, e cioè più un organismo per la diffusione della subacquea e della ricerca in campo marino. Tale argomento assunse sempre i toni della polemica e venne sempre messo in discussione, tanto che Cousteau, infine, chiese che tale attività venisse espunta dallo statuto e che non fosse più praticata a livello agonistico. Per i grandi interessi di molti questo non venne mai accettato dalla maggioranza del consiglio nelle varie animate riunioni, caratterizzate sempre da toni aspri e fortemente polemici, tanto che nel 1973 Cousteau rassegnò le dimissioni e non volle più avere niente a che fare con la CMAS.
Negli anni sessanta la popolarità di Cousteau era sempre più in crescita a livello internazionale e nel mondo scientifico.
Nell'ottobre 1960, un grosso quantitativo di scorie radioattive dell'EURATOM stava per essere scaricato in mare. Le Commandant organizzò una campagna pubblica che ottenne ampio supporto popolare. Il treno che trasportava le scorie venne bloccato da donne e bambini seduti sulle rotaie, e rispedito indietro. Il rischio di contaminazione radioattiva venne così evitato.
A Monaco, nel novembre seguente, una visita ufficiale del presidente francese Charles De Gaulle si tramutò in un dibattito sugli eventi dell'ottobre 1960 e sugli esperimenti nucleari in generale. L'ambasciatore francese aveva già suggerito che il Principe Ranieri evitasse l'argomento, ma il presidente (a quanto pare) chiese a Cousteau, in tono amichevole, di essere gentile nei confronti dei ricercatori nucleari e Le Commandant (sempre a quanto pare) replicò: "No signore, sono i suoi ricercatori che devono essere gentili nei nostri confronti". Durante questa discussione Cousteau scoprì che il motivo degli esperimenti e delle ricerche francesi era dato dal rifiuto da parte degli americani di condividere i loro segreti nucleari con gli alleati.
 
Nel settembre del 1962 diede vita al primo esperimento Précontinent, in cui i suoi collaboratori Albert Falco e Claude Wesny alloggiarono per una settimana alla profondità di 10 metri all'interno di una campana subacquea battezzata Diogene per l'occasione, dotata di elettricità, telefono, televisione ed acqua dolce, che veniva alimentata dalla superficie. Gli acquanauti vivevano nella campana respirando continuamente aria compressa e quindi in saturazione e durante il giorno effettuavano escursioni subacquee fino alla profondità di 25 metri.
Nel 1963, assieme a Jean de Wouters, Cousteau sviluppò una macchina fotografica subacquea chiamata "Calypso-Phot", che venne in seguito brevettata dalla Nikon diventando la "Calypso-Nikkor" e quindi la "Nikonos".
Nello stesso anno Cousteau mise in opera l'ambizioso progetto Précontinent II, dove in Mar Rosso nella laguna Shaab-Rumi vicino Port Sudan, vennero calate in mare due case subacquee. Una a 10 metri di profondità in grado di ospitare fino a 8 acquanauti, l'altra a 25 metri destinata ad ospitarne 2. La casa grande era a forma di stella marina con una sala centrale dotata di apparecchiature varie, schermi televisivi, telefono, manometri per il controllo del gas ecc. con grandi oblò a forma di finestre in cui si effettuavano le riunioni e si consumavano i pasti. Da questa sala centrale si dipartivano quattro corridoi cilindrici, di cui due riservati agli alloggi, il terzo adibito a cucina con un laboratorio di biologia ed il quarto come via comunicante con il mare grazie a un passaggio aperto sul pavimento. La casa piccola era come una campana subacquea con due ambienti, il piano inferiore come uscita per l'esterno e quello superiore come abitazione. La miscela respirabile era composta da aria e elio a circuito chiuso con il tasso di ossigeno controllato e il biossido di carbonio eliminato con calce sodata. I primi acquanauti compirono parecchie immersioni a 25 metri per costruire la casa più piccola, dove 2 uomini rimasero per più di una settimana compiendo immersioni fino alla profondità di 50 metri. L'esperimento durò in totale 28 giorni e gli acquanauti furono riportati alla superficie senza problemi dove effettuarono la dovuta desaturazione.
 
Assieme a Jean Mollard creò l'SP-350 (detta Soucoupe plongeante a causa della forma a scodella), un sottomarino biposto che poteva raggiungere una profondità di 350 m sotto la superficie dell'oceano. I test del mezzo ebbero successo e vennero proseguiti nel 1965 con due veicoli che raggiunsero la profondità di 500 m.
Cousteau divenne direttore del Museo Oceanografico di Monaco, creò un Gruppo di Ricerca Sottomarina a Tolone, fu il capo del Conshelf Saturation Dive Program (esperimenti di immersione a lunga durata, le prime colonie sottomarine abitate) e fu uno dei pochi stranieri ad essere ammesso nella National Academy of Sciences.
 Nel 1973 Cousteau fondò The Cousteau Society (associazione di diritto statunitense non a scopo di lucro) per la protezione della vita oceanica, che oggi conta più di 300.000 membri; essa è basata a Chesapeake ed è guidata, dalla morte di Cousteau nel 1997, dalla presidente Francine Cousteau.
Nel 1977, assieme a Peter Scott, ricevette il premio internazionale per l'ambiente dell'ONU, e pochi anni dopo anche l'American Liberty Medal da Jimmy Carter, allora presidente degli Stati Uniti.
Nel 1981 Cousteau fondò la Fondation Cousteau (associazione di diritto francese non a scopo di lucro); èssa è basata Parigi, dal 1992 ha cambiato nome in Équipe Cousteau ed è guidata, dalla morte di Cousteau nel 1997, dalla presidente Francine Cousteau.
Ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà, tra le più prestigiose onorificenze statunitensi, il 23 maggio 1985 dal Presidente Reagan[2].
Nel 1992 venne invitato a Rio de Janeiro, per la conferenza mondiale sull'ambiente e lo sviluppo, organizzata dall'ONU, divenendo un consulente regolare dell'ONU e della Banca Mondiale.
Nello stesso anno divenne Presidente del Consiglio per i Diritti delle Generazioni Future.
 
Jacques Cousteau morì il 25 giugno 1997 ed è sepolto nella cappella di famiglia al cimitero di Saint-André-de-Cubzac, in Francia.
Cousteau amava definirsi un "tecnico oceanografico". Egli fu in realtà un sofisticato amante della natura, specialmente di quella marina. Il suo lavoro permise a persone di tutti i continenti di visitare la vita che sta sotto la superficie oceanica ed esplorare attraverso la televisione.
 
I lavori prodotti da Cousteau hanno anche creato un nuovo tipo di comunicazione scientifica che gli causò qualche critica da parte degli accademici tradizionali. Il cosiddetto divulgazionismo, una forma semplice e comprensibile di condivisione dei concetti scientifici, venne ben presto utilizzato anche per altre discipline e divenne una delle caratteristiche più apprezzate delle moderne trasmissioni televisive. L'informazione documentaristica trovò nelle parole di Cousteau un semplice schema da seguire.
Oggi la figura di Cousteau è ammirata e benvoluta in tutto il mondo, grazie ai molti che amano il mare, e viene considerata con una sorta di devozione, in quanto simbolica dell'avventura, della natura e dell'esplorazione.
La Carta dei Diritti delle Generazioni Future è stata proposta da Jacques-Yves Cousteau e dalla sua équipe in collaborazione con l'UNESCO e da questa approvata nel 1991; ha raccolto, attualmente, adesioni in più di 100 Paesi.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #329 il: 22 Febbraio 2013, 12:45:18 »
BING CROSBY

Harry Lillis Crosby, noto come Bing Crosby (Tacoma, 2 maggio 1903 – Madrid, 14 ottobre 1977),

..................................................................è stato un attore e cantante statunitense.
 
La sua incisione di White Christmas, la canzone scritta da Irving Berlin, è uno dei dischi più venduti di tutti i tempi.
Amico d'infanzia di Al Rinker, il fratello minore della cantante Mildred Bailey, grazie alle conoscenze della quale, appena terminati gli studi, i due ragazzi entrarono a far parte dei Rhythm Boys diretti da Paul Whiteman. Crosby si impose all'attenzione nazionale proprio grazie alla famosa Whiteman Orchestra, con la quale fece il suo debutto cinematografico nel film Il re del jazz nel 1930.
 
Nel 1910 viene soprannominato "Bing" per via di una rubrica settimanale del quotidiano locale Spokesman-Review, chiamata The Bingville Bugle, della quale Crosby, già all'età di 7 anni, era fervido lettore
Dopo quel film (al quale partecipò come componente della Whiteman Orchestra, senza avere il suo nome inserito nel cast), il suo primo ruolo riconosciuto fu in Come il pirata nero nel 1931, al fianco di Douglas Fairbanks Sr.
 
La carriera cinematografica di Bing Crosby coprì ben quattro decenni, dagli anni trenta fino agli anni sessanta, con una ottantina di film all'attivo. Furono principalmente commedie musicali, dove egli poté mettere a frutto il suo talento canoro. In alcuni film diede prova comunque delle sue capacità di recitazione in ruoli drammatici.
 
Nel 1944 vinse l'Oscar al miglior attore per l'interpretazione di Padre O'Malley nella commedia La mia via.
 
Sulla scena formò un lungo sodalizio con il comico Bob Hope. I due attori girarono assieme undici film, da La danzatrice di Singapore del 1940 a Astronauti per forza del 1962.
 
Tra i suoi film più noti, citiamo anche Bianco Natale (1954), al fianco di Danny Kaye, La ragazza di campagna (1954) e Alta società (1956), (entrambi con Grace Kelly), I 4 di Chicago (1964), con Frank Sinatra e altri componenti del Rat Pack.
La canzone White Christmas (in italiano Bianco Natale) fu scritta da Irving Berlin per la colonna sonora del film La taverna dell'allegria (1942). Bing Crosby, dopo averla ascoltata per la prima volta, non ne fu particolarmente colpito, tanto da dire al famoso compositore: "Ecco un'altra delle tue canzoni per piangere".
 
Il brano fu un successo planetario. Ricevette l'Oscar per la migliore canzone e il 3 ottobre 1942 raggiunse il primo posto nella classifica americana. Da allora, White Christmas è sempre riapparsa in classifica ogni anno in prossimità del Natale e ha venduto oltre 30 milioni di copie nel mondo solo nella versione di Bing Crosby. La prima versione fu pubblicata anche in Italia dalla Fonit, ma la censura del regime fascista ne vietò la trasmissione alla radio; il brano divenne quindi popolare solo con la fine della Seconda guerra mondiale.
 
White Christmas fu il più importante, ma non l'unico, successo "natalizio" di Bing Crosby. Silent Night (versione inglese di Stille Nacht), I'll be home for Christmas, Too-Ra-Lo-Ra-Loo-Ral, Rudolph, the red-nosed reindeer furono tra i pezzi più noti del suo repertorio, conosciuti e amati non solo negli Stati Uniti, ma anche all'estero. Bing Crosby fu così l'iniziatore di una nuova tradizione: le canzoni pop di Natale. Fino ad allora, le carols anglosassoni e i brani di musica classica erano stati l'unica colonna sonora delle festività natalizie
In carriera Bing Crosby collezionò 21 dischi d'oro e vendette oltre 500 milioni di dischi in tutto il mondo.[3] I suoi singoli arrivarono per ben 38 volte al numero 1 della hit parade americana, un record che non fu raggiunto né da Elvis Presley né dai Beatles.
 
Fu il primo artista a ricevere il Grammy Award alla carriera, nel 1962.
Bing Crosby fu molto attivo anche alla radio e in televisione. Condusse numerosi programmi radiofonici tra gli anni Trenta e Cinquanta, presentò uno spettacolo televisivo nel 1964-1965 e collezionò numerose apparizioni in televisione.
 
Bing Crosby preferiva registrare in anticipo i suoi programmi radiofonici. Tale richiesta, da parte di un personaggio così popolare, fu un fattore determinante nello sviluppo e nell'adozione da parte dell'industria radiofonica della registrazione audio su nastro magnetico. Lo stesso accadde successivamente per la televisione: Bing Crosby chiese di registrare in anticipo le puntate di uno show, e questo diede l'avvio all'uso della videocassetta.

Bing Crosby era un grande appassionato di golf, e partecipò spesso a tornei di beneficenza.
Ironia della sorte, proprio su un campo da golf nei pressi di Madrid, venne colpito da infarto e morì il 14 ottobre 1977 a 74 anni.

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