Cara Cinzia, non è facile ricordare una donna forte come Te. Non si dovrebbe fare, ma principio dalla fine, o quasi. Una ventina di giorni fa venni a visitarti all'Ospedale di Prato, quella brutta costruzione che pare fatta con il Lego e che si riscatta solo per l'intitolazione al Nostro Patrono Santo Stefano. Ormai per Te non c'erano più speranze e Tu, malgrado che Enzo e Francesco, accanto al Tuo capezzale, cercassero di convincerTi del contrario, lo sapevi perfettamente. Eri troppo intelligente per farTi ingannare e per ingannare Te stessa. Ormai la bestiaccia maledetta aveva compiuto il suo sporco lavoro: era solo questione di tempo.
Tuttavia, mi sorridesti e mi chiedesti di me, del mio infarto, di Elisa e delle "bambine" che avevi tenuto in braccio quando davvero erano tali e non due spilungone come ora. E poi volesti sapere di Daniele, di Francesco (di cosa potesse farsene di così tante pipe), del Maestro Corsellini. E rievocammo le gite in Maremma da Paolo Borzi....
Già, perchè Tu, oltre ad aver scritto, da campionessa, pagine importanti del mondo del lento fumo europeo, eri stata una colonna di Rtp. L'espressione non Ti piacerà, ma eri la SIGNORA del Toscopipa.
Da sempre. Rivedo tutto. Le cene a Radda, quelle dal Ricchi in Piazza Santo Spirito, le sortite a Cagli, la cena a Parma per il compleanno di qualcuno che non sapevamo troppo bene chi fosse, fino a quella che sarebbe stata l'ultima ribotta, nel Luglio 2018 da Daniele.
E Ti rivedo alternare la pipa con le sigarette che mai eri riuscita ad abbandonare.
Le Tue battute, i Tuoi ricordi di una Firenze che non c'era più, le chiacchiere sui vari personaggi che popolano il piccolo universo dei fumatori di pipa.
Oggi, in rete, tutti i pipa clubs Ti piangono, perchè in tutti noi avevi lasciato un segno, di simpatia, di buon umore, di eleganza.
Di Rtp eri l'immagine: giocosa, spensierata, beffarda come solo noi Toscani possiamo essere, spregiosi ma fondamentalmente buoni, come ci avevano insegnato gli amici Perozzi, Melandri, Sassaroli, Necchi e Mascetti.
Ho impresse in testa le ultime battute che ci scambiammo in ospedale. Volevi sapere se, dopo l'infarto, avevo smesso con la pipa. Io ti risposi che avevo molto ridotto, ma che ancora qualche fumata la facevo. Tu mi dicesti, con un sorriso che certamente Ti costava fatica: "meno male".
Meno male, dico io, che la vita mi ha fatto conoscere Cinzia Cecconi, coniugata Foresti.
In Paradisum deducant Te Angeli.