Ritrovo Toscano della Pipa

Pipe => Le pipe estere => Topic aperto da: TheGatesOfFate - 12 Marzo 2005, 21:14:47

Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 12 Marzo 2005, 21:14:47
Non nego che le pipe fatte di legni diversi esercitano su di me un certo fascino. Abituati come siamo alla pipa in radica di erica ed alle sue convenzioni(affascinanti ma anche stancanti, se si vuole…) che convergono categoricamente ed implacabilmente sulla fiamma(magari fosse sempre perfetta!) o sull’occhio di pernice(magari fosse sempre fine ed uniforme!), quando non son sabbiate o rusticate, spesso ci dimentichiamo dell’uomo e della sua indole di ricerca. Sperimentare è affascinante ed appagante. A parte l’olivastro, che ormai è divenuto “comune” grazie anche all’estro del grande Tom Spanu, ci sono molti altri legni che possono divertire e soddisfare, se non addirittura stupire. Dal limone al ginepro(anche qui la diffusione è merito principalmente del Maestro Spanu, specie del limone, visto che pipe di ginepro ne ha fatte davvero poche), si può spaziare negli esotici legni africani, grazie al mitico pipemaker sudafricano Johan Slabbert, che commercializza in internet una serie di pipe col marchio Jobert.

Nel tempo ho acquistato diverse pipe da Johan, e devo dire che oltre ad apprezzare alcuni legni che mi hanno deliziato e stupito per fumabilità e sensazioni(soprattutto il Mopane, l’african blackwood il leadwood ed il bubinga, ma anche il black-hookthorn e l’olivastro africano), ho anche molto apprezzato la squisita professionalità di questo pipemaker(e da tempo ormai lo considero un amico vero), che a fronte di prezzi “umani” esegue spedizioni velocissime ed assicurate, senza sovrapprezzo(in pratica il prezzo che si legge nel sito comprende la spedizione).

Un discorso a parte meritano 2 grandi pipemakers(nonché anch’essi cari amici):
Trever Talbert e Joseph Prammer. Entrambi realizzano pipe in legno fossilizzato, per una fumata, antica quanto intrigante. Purtroppo tale materiale risponde a leggi restrittive di approvvigionamento, perciò è difficile poter acquistare una di queste pipe, nonché anche oneroso economicamente.

Un cenno lo meritano anche le pipe in eucalipto, pur se il pipemaker che se ne occupa non ha una produzione costante, né certamente una “mano” esperta. Ne risulta una pipa scandalosamente grezza nella lavorazione, ma pur sempre da provare come sensazione di fumata.

Infine mi pregio di citare la “pipa del fin del mundo”, creata nella “tierra del fuego”, in Argentina, usando un paio di legni stranissimi. Il primo si chiama LENGA e addirittura evoca una sorta di misticimo. Si tratta di un albero che pur sviluppandosi in altezza per decine di metri, vive su uno strato di terreno di pochi centimetri, e quando cade(per i forti venti) si rigenera. L’altro legno si chiama Cohihue e le pipe prodotte con tal legno vengono accessoriate con bocchini che spaziano tra il legno “carandai” e il corno di cervo rosso!! Nella produzione di tale pipemaker è comparsa di recente anche la pipa di “graffito”(credo sia grafite), che ancora non ho avuto modo di provare. A breve colmerò questa imperdonabile lacuna. Spettacolare è anche la lavorazione e l’originalità delle forme.

Se la cosa interessa, posso per il futuro continuare a parlare dell’argomento e descrivere le mie senzazioni di fumata per ogni “legno”, perché come avrete intuito, tranne che per la graffito, ho almeno un esemplare di tutti i legni citati, e li fumo con molto piacere!
Devo infine dire che molto tempo fa vidi una pipa di rosa, la quale mi incuriosì molto. Purtroppo non ebbi mai modo di trovarne sul mercato, perciò non ne posseggo ancora. Se qualcuno ha notizie di pipemakers che usano tale legno lo pregherei di segnalarmelo!

Infine segnalo i links, per chi fosse come me istintivamente portato alla sperimentazione:

Pipe Jobert – Sudafrica: http://www.jobertpipes.co.za/
Talbert Pipes – Francia: http://www61.pair.com/talbert/index.html
Prammer – Austria : http://www.pfeifen-prammer.com/
Pipa di Eucalipto – Ecuador : http://www.geocities.com/lubaqtemp/
Pipa del la fin del mundo – Argentina: http://www.pipaspiombo.8m.com/about.html
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 12 Marzo 2005, 22:28:02
Ho visto che anche maestri danesi hanno nei loro cataloghi pipe con materiali classificati come exotic wood,es Bjarne o Nording,per citarne un paio.
Avete informazioni più precise sul tipo di legno ?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 13 Marzo 2005, 08:54:32
Citazione da: "Aqualong"
Ho visto che anche maestri danesi hanno nei loro cataloghi pipe con materiali classificati come exotic wood,es Bjarne o Nording,per citarne un paio.
Avete informazioni più precise sul tipo di legno ?


In questi casi la definizione exotic wood credo si riferisca ai materiali usati per i vari inserti. Alcuni danesi amano gli inserti di legni(o altri materiali) lungo il cannello, di solito in prossimità del bocchino. Ebano, avorio e bosso i più gettonati. La pipa è in radica di erica, come sempre.

Aprirei una parentesi anche sui 2 pipemakers citati. I danesi hanno grandi maestri che lavorano da soli(per fortuna la maggioranza) ma anche piccole(o grandi) "fabbrichette" con diversi impiegati per un lavoro, diciamo, in serie. Stanwell è la più famosa(in Italia), anche perchè molto onestamente non si avvale di una figura di pipemaker vivente. Bjarne e Nording, pur avvalendosi di una figura emblematica, in realtà sono delle fabbriche con diversi impiegati. La filosofia quindi non si discosta da quella di Stanwell. Erik Nording sforna la bellezza di 50000(dicesi cinquantamila) pipe l'anno...Bjarne Nielsen ne sforna circa 12000.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 13 Marzo 2005, 13:32:57
per quanto riguarda gli inserti, ricordo alcune serie lanciate dalla Butz Choquin negli anni 90.

Per il resto: nelle campagne toscane erano assai diffuse pipe in ciliegio e in bosso intagliate dai contadini. Nel Chianti usavano anche le radici delle viti che venivano espiantate perchè non più produttive.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 13 Marzo 2005, 14:01:45
Citazione da: "Cristiano"
per quanto riguarda gli inserti, ricordo alcune serie lanciate dalla Butz Choquin negli anni 90.

Per il resto: nelle campagne toscane erano assai diffuse pipe in ciliegio e in bosso intagliate dai contadini. Nel Chianti usavano anche le radici delle viti che venivano espiantate perchè non più produttive.


Interessante la questione delle pipe in bosso o radici di vite.
Ne puoi procurare qualcuna?  :wink:
Per quel che riguarda il ciliegio le pipe in cherry ed anche in acero fanno parte di una tradizione consolidata. Se ne vendoo qui: http://www.corncobpipe.com/ insieme a quelle di "popcorn".
Si dice che il ciliegio dia una particolare soddisfazione di fumata, legata senz'altro alla inesorabile "consumazione" di tal legno durante la combustione. Dicono che la pipa bruci pian piano durante la fumata e che questo sia un impareggiabile contributo ad una fumata unica.
Alla fine le pipe di cherry costano poco e durano poco. Un'esperienza comunque da fare.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 13 Marzo 2005, 15:23:00
In Toscana era  usato anche l'Ornello durissimo da lavorare ma quasi indistruttibile,con cui facevano anche ingranaggi per mulini.
Per quanto riguarda i danesi purtroppo non ho  il link del sito di lingua inglese,il cui argomento era pipe costruite in legno,ricordo che mi aveva colpito particolarmente il fatto che danesi famosi usassero legno per le loro creazioni,le pipe erano quasi tutte senza innesti,anzi con flok e alcune parzialmente rusticate.
Soltanto una mi sembra di ricordare di Bjarne recava la specifica: Mun Ebony le altre ugualmente belle exotic wood.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 13 Marzo 2005, 18:27:25
Citazione da: "TheGatesOfFate"
Citazione da: "Cristiano"
per quanto riguarda gli inserti, ricordo alcune serie lanciate dalla Butz Choquin negli anni 90.

Per il resto: nelle campagne toscane erano assai diffuse pipe in ciliegio e in bosso intagliate dai contadini. Nel Chianti usavano anche le radici delle viti che venivano espiantate perchè non più produttive.


Interessante la questione delle pipe in bosso o radici di vite.
Ne puoi procurare qualcuna?  :wink:
Per quel che riguarda il ciliegio le pipe in cherry ed anche in acero fanno parte di una tradizione consolidata. Se ne vendoo qui: http://www.corncobpipe.com/ insieme a quelle di "popcorn".
Si dice che il ciliegio dia una particolare soddisfazione di fumata, legata senz'altro alla inesorabile "consumazione" di tal legno durante la combustione. Dicono che la pipa bruci pian piano durante la fumata e che questo sia un impareggiabile contributo ad una fumata unica.
Alla fine le pipe di cherry costano poco e durano poco. Un'esperienza comunque da fare.
il babbo di Roberto, il mio amico di Radda che venne al capodanno pipico 04 (qualcuno lo ricorderà senz'altro), aveva due o tre pipe in vite, che fumava addirittura il suo babbo.
Sono tradizioni perdute per sempre, come ben si potrà capire.

Bernardo, esperto di scienze forestali, potrà forse dare qualche testimonianza più approfondita sugli altri materiali.
Titolo: oltre la radica
Inserito da: coureur-des-bois - 13 Marzo 2005, 18:32:37
In questo momento non vi posso seguire in quanto sono pervaso da un rigurgito di violento classicismo che investe tutto il (mio) mondo della pipa.... figuratevi quindi la radica!
Voglio però darvi qualche ragguaglio professionale (se mi è permesso):
la radica di erica arborea è, indiscutibilmente, il miglior materiale perchè contiene elevate quantità di ossido di silicio o SiO2 (la silice), questa è una proprietà (le cause non sono del tutto note) che rende i fornelli particolarmente adatti a bruciare tabacco.
E' lo stesso fenomeno per cui la paglia di segale è poco degradabile e quindi utilizzata per le coperture dei tetti ( nord europa ) o in vivaistica  (zollatura delle piante) o ancora per intreccio ( cappelli di paglia ), mentre è inutilizzabile come lettiera e per fare letame.
Altre piante posseggono questa proprietà (le felci per esempio) che è connaturata alla natura dei terreni fortemente acidi (pH < 7).
Saluti chimico-botanici.
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 13 Marzo 2005, 20:32:42
Citazione da: "Aqualong"
In Toscana era  usato anche l'Ornello durissimo da lavorare ma quasi indistruttibile,con cui facevano anche ingranaggi per mulini.


Molto affascinante.
La mia curiosità mi spingerebbe a cercarne una, ma credo che sia ormai introvabile.


Citazione da: "Cristiano"

Sono tradizioni perdute per sempre, come ben si potrà capire.


…ed è un vero peccato…


Citazione da: "coureur-des-bois"
In questo momento non vi posso seguire in quanto sono pervaso da un rigurgito di violento classicismo che investe tutto il (mio) mondo della pipa.... figuratevi quindi la radica!
Voglio però darvi qualche ragguaglio professionale (se mi è permesso):
la radica di erica arborea è, indiscutibilmente, il miglior materiale perchè contiene elevate quantità di ossido di silicio o SiO2 (la silice), questa è una proprietà (le cause non sono del tutto note) che rende i fornelli particolarmente adatti a bruciare tabacco.
E' lo stesso fenomeno per cui la paglia di segale è poco degradabile e quindi utilizzata per le coperture dei tetti ( nord europa ) o in vivaistica  (zollatura delle piante) o ancora per intreccio ( cappelli di paglia ), mentre è inutilizzabile come lettiera e per fare letame.
Altre piante posseggono questa proprietà (le felci per esempio) che è connaturata alla natura dei terreni fortemente acidi (pH < 7).
Saluti chimico-botanici.
Bernardo


Indubbiamente la radica di erica possiede qualità superiori alla maggioranza dei materiali citati, quindi sono in parte d’accordo con te.
Tuttavia sono curioso di natura, perciò mi piace sperimentare nuovi legni e possedere pipe anche di legni diversi. Alla fine una siffatta “minoranza” sta anche bene nel mio monologo d’erica. Anche perché non si può mai sapere se prima o poi esce fuori qualche strano legno esotico che va anche meglio della radica d’erica…

Dissento un po’ sull’affermazione che la radica sia indiscutibilmente il miglior materiale per la costruzione di pipe, perché ha almeno 4 concorrenti agguerriti e universalmente riconosciuti tali:
1)La nobil schiuma
2)La clay(terracotta)
3)La porcellana
4)La quercia fossilizzata(detta “morta”)
ai quali aggiungerei il mopane ed il leadwood(in questo caso è mia personalissima opinione, perciò è un’aggiunta di mio arbitrio).
Direi quindi che la frase giusta doveva essere: La radica è sicuramente uno dei migliori materiali per la costruzione delle pipe, in virtù anche del fatto che da buon classicista violento dovresti apprezzare più la schiuma(in un classicismo “nobile”) e/o la terracotta(in un classicismo “standard”) e magari  relativo flake a lavorazione tradizional/britannica di squisito, puro virginia.

L’introduzione della radica di erica, per la costruzione delle pipe, è cosa relativamente recente(come tutti sappiamo). Perciò definirei la pipa di radica come lo stereotipo di pipa moderna, indi ricade in un accezione di modernismo. Il classico(nell’accezione pura del termine) ricade in un ambito di schiuma/terracotta.
A tal proposito mi piace citare un affascinante articolo dell’avvocato Roberto Marozzini da Fermo(caro amico e profondo intenditore di tabacchi nonché di pipe classiche) apparso nella rivista “amici della pipa” anno XXVI n°151, in cui narra la storia di una battaglia, legata ad una pregiata pipa di schiuma(di tradizione viennese) ed al Generale Napoleonico Lasalle.
In tal articolo(che cito soprattutto per l’affascinante storia raccontata e per la valentìa di Roberto nel narrare i fatti, giacchè le informazioni riguardanti i materiali delle pipe sono di comune conoscenza e reperibili anche da molte altre fonti) si dice che le pipe dell’epoca erano soprattutto di terracotta. Le schiume erano oggetti pregiati non accessibili a tutti. Si dice anche che i militari usassero pipe più consone agli strapazzi della “vita d’armi”(la terracotta è fragile) che nel caso dell’esercito napoleonico eran fabbricate a Cogolin con legni(essenze) varie. Principalmente bosso, pero, marasca e melo. Tutto ciò per dire che in un’ottica violentemente classicista son più consone le essenze citate in questa discussione piuttosto che la modernissima radica. Quindi caro Bernardo, seguici pure, da buon classicista, in questa folle discussione, e da specialista botanico, procuraci delle buone essenze da far lavorare magari a valenti pipemakers, affinchè si possa riassaporare l’antico, il classico, le sensazioni del passato.
Certo è che la schiuma e la terracotta sono i classici per eccellenza! Usati già nel 1700(come concezione di pipa non dissimile da quella che abbiamo oggi) sopravvivono tuttora vantando secoli di gloria sperimentata.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 13 Marzo 2005, 21:39:38
In caso di rinvenimento di essenze pipiche della vecchia tradizione artigiana-contadina,mi offro volontario a fare l'esperimento di fabbricazione pipica.
Anche perchè questo 3d mi ha messo una voglia compulsiva di costruzione pipica in olivo toscano,quindi quasi utopistica,o con altro legno nero-venato qualunque sia.
Titolo: oltre la radica
Inserito da: coureur-des-bois - 13 Marzo 2005, 23:00:18
Credette Cimabue ne la pittura
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,
sì che la fama di colui è scura:
così ha tolto l'uno a l'altro Guido
la gloria de la lingua; e forse è nato
chi l'uno e l'altro caccerà del nido.

Dante: Purg., XI, 94-99

Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 13 Marzo 2005, 23:14:17
Non è il mondan romore altro ch’un fiato
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 15 Marzo 2005, 00:16:47
In attesa della materia prima,per ora ho trovato il ciliegio,ho finito un esperimento in vecchia radicaccia di pipa alkemika che celebri la fine dell'inverno.
Le solite storie tipo la cornucopia in fondo all'arcobaleno etc.
Per i forti di stomaco che vogliono vederla la butto in galleria per alcuni giorni(la tengo poco niente paura!).
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/normal_4a.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 15 Marzo 2005, 22:12:40
Se fai degli esperimenti col ciliegio o altre cose fammi sapere che son curioso. Anche se non saprei proprio cosa consigliarti per il trattamento di tali legni. Magari posso chiedere a Spanu come si regola con Limone, Olivastro, ginepro & C. La radica la si bolle e poi la si stagiona, altrimenti rimangono i vari tannini e altre cosucce che oltre ad essere sgradevoli nella fumata potrebbero esser perniciose per la salute.
Coi legni di fusto non so che dirti...bolliti potrebbero spaccarsi(oppure no?) e non saprei neanche quali posson essere dannosi e quali no.

Parlando di ciò mi è tornata in mente una follìa che ho visto l'anno scorso:
Ero ad Arma di Taggia con Teddy Knudsen e Mimmo(Domenico Romeo), quando, per una sorta di delirio che accomuna entrambi, e cioè la fissazione incondizionata per la radica(tant'è che Teddy sta tentando di farsi il pavimento di casa completamente in radica di erica) durante la ebollizione dei ciocchi, in cui nell'acqua si forma quel colore rossastro dovuto ai tannini della radica, hanno immerso delle magliette bianche ottendendone un colorito che hanno definito "real red briar".
Come 2 pazzi si sono portati queste magliette al Chicago pipes show dove le hanno indossate e sfoggiate con fierezza per tutto il tempo della manifestazione e hanno ricevuto pure proposte di acquisto(naturalmente accettate!)
E poi ditemi se la pipa(o meglio la radica) non fa male alla salute...
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: mificrozet - 16 Marzo 2005, 00:00:21
Dal momento che possiedo alcuni ciocchi di ciliegio belli stagionati, sono 12 anni che riposano ignari nella legnaia, mi sono più volte chiesto se non avrei potuto utilizzarli per qualche realizzazione, la storia dei tannini mi ha frenato, difatti se li bollissi andrebbero a farsi benedire i 12 anni di stagionatura naturale, ho fatto qualche ricerca ed è venuto fuori che il tannino è presente anche nelle foglie di te e dunque ce lo sorbiamo normalmente, sarebbe poi così pernicioso se rimanesse latente nel legno ?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Marzo 2005, 00:20:51
Il tannino è presente anche nella buccia dell'uva e in quasi tutta la frutta,nei cerali,nella maggior parte dei legumi.
Ha una forte azione ossidante e gli vengono riconosciute propietà benefiche addirittura anticancerogene.
Nella radica stiamo parlando di un forte eccesso che va ridotto con bollitura e con sublimazione(stagionatura),nella bollitura vanno via anche resine etc.
Per quanto riguarda il ciliegio devo vedere ,comunque ho gia una mezza idea,poi descrivo quello che viene fuori.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 30 Marzo 2005, 19:08:22
Riprendo per dire che una "maraschina"l'ho fatta e la stò fumandoo da venerdì,provandola con vari tabacchi e sono, per il momento, molto stupito del risultato.
Foto segnaletica in galleria(per ventuali curiosi).
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/00000c3.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 06 Aprile 2005, 16:29:42
Solo per scrivere un pochino e muoversi in un momento di calma piatta,allego l'impressione e la resa in fumata con alcuni tabacchi naturali,nell'azzardata ipotesi che possa interessare:


Dunhill Nightcap:
Fumata fresca leggera assolutamente non piatta (anche se per me è un tabacco con poco corpo) sforzandomi ,molto per sentirlo, colgo un lievissimo sapore di "bitter" o di "mandorle"
ma puà essere la prima fumata oppure un impressione.
arivo in fondo con solo cenere,il fondo appena annerito,se non sapevo cosa fumavo avrei potuto definirla una buona radica,ricarico e riprovo,il nightcap che comunque continua a non piacermi.

Forte:
Nella ciliegia è decisamente più rotondo,ha perso un po' del gusto leggermente acre tipico, si fuma molto bene come fosse una mixture più completa, anche questo pizzico finisce con
sola cenere,anche con le fumate successive nessun sapore da attribuire al legno(unico neo mia moglie si in****a per l'odore quasi di toscano sparso per casa.
Toscano:
Come sopra ma più buono per sua natura.

Mescolone a pallettoni overo : 50 gr di Landtabak 50 Latakia 1 avana 1 toscano
Tendenza ad attenuare leggermente gli aromi particolarmente forti,nel caso
sarebbe una caratteristica e da non considerare un difetto di questo particolare legno.
quattro fumate molto piacevoli in successione.

E' mia opinione che non ci siano grosse differenze con una buona tradizionale
se non il leggero attenuarsi e arrotondarsi dei sapori più intensi e il leggerissimo sapore di bitter,
che comunque si percepisce sforzandosi molto a cercarlo durante la fumata.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 06 Aprile 2005, 16:33:29
Per dare il colpo di grazia allego caratteristiche del ciliegio raccattate in giro:


Sotto il termine comune di "ciliegio" vengono comprese tre specie: Prunus aviurn L. (ciliegio montano o selvatico, duracina, durone); Prunus cerasus L. (visciola, amarena, amarasca, marasca); Prunus mahaleb L. (megaleppo o ciliegio di S. Lucia).
Terre d'origine del ciliegio, come del resto di molte altre piante da frutto europee, sono ritenute il Medio Oriente, le regioni del Caucaso e dell'Armenia. Sui tempi e sulle modalità della sua diffusione in Europa sono state formulate diverse ipotesi, Secondo Plinio il Vecchio la sua coltivazione occidentale risale, al massimo, ad una cinquantina d'anni prima dell'avvento di Cristo. Ma questo dato contrasta con altre testimonianze e con reperti archeologici: solo 120 anni dopo la sua presunta introduzione in Italia da parte di Lucullo il ciliegio era già presente in Britannia e si ritrovava diffuso spontaneamente in tutti i boschi d'Europa; non solo, 75 anni dopo la data fornita da Plinio il Vecchio, Plinio il Giovane enumerava già ben otto qualità di ciliege (le aproniane - dal nome di Apronius, un gaudente epulone celebre in Roma - le ceciliane, le juniane o julianee, le duracine o pliniane, le lusitaniche, le laurine, le luteziane e le macedoniche), non solo coltivate nei dintorni di Roma ma già diffuse in tutta Europa, fin agli estremi della Lusitania. E' probabile, quindi, che l'introduzione del ciliegio in Europa sia databile a periodi precedenti, ed anzi il ritrovamento nelle palafitte di alcuni insediamenti svizzeri e francesi di noccioli di ciliegio anticipa la data alla preistoria. E' pertanto probabile che sia giunto in occidente con le prime migrazioni arianiche.
Ma allo stesso modo potrebbe essersi prima, o contemporaneamente, diffuso nella nostra penisola e successivamente, trasportato dagli uccelli, aver invaso gli areali del centro nord Europa. Prova ne sia che gli uccelli sono voraci del suo frutto e che il seme, dopo aver attraversato il loro apparato digerente, viene depositato ancora vitale;. secondariamente le piante di ciliegio spontanee sono distribuite nei boschi in modo sparso raramente in gruppi omogenea, suggerendo ciò un ruolo importante degli uccelli nella distribuzione casuale dei loro semi.
Attualmente è presente nelle regioni centro meridionali dell'Europa, spingendosi fino nelle regioni meridionali della Svezia.
CLASSIFICAZIONE
Nella classificazione del ciliegio i botanici non sono concordi. Linneo contemplava tre sole specie, come da noi indicato all'inizio. Ma il De Candolle, pochi decenni dopo Linneo, fondava un genere, il Cerasus, e ad esso attribuiva quattro specie: Cerasus avium, C. duracina, C. juliana, C. caproniana, comprendendo nelle prime due specie i ciliegi a foglie pendenti e nelle ultime due quelli a foglie erette ed a frutto acido. Altri autori hanno proposto ulteriori criteri di classificazione che non riportiamo.
Al genere Prunus appartengono 120 specie. A noi interessano in questa sede solo le tre prima citate. Le loro principali caratteristiche sono:
- Prunus mahaleb: chioma globosa, portamento basso e spesso arbustivo; tronco molto ramoso e diviso dal basso; poco longevo; usato come portainnesto e per il rimboschimento di pendii erti ed aridi; diffuso nell'Europa centro meridionale;
- Prunus avium: chioma piramidale, tronco eretto ed alto; patrimonio cromosomico diploide a sedici cromosomi; esigente in fatto di ambiente;
- Prunus cerasus: simile al precedente ma di dimensioni minori; patrimonio tetraploide a 32 cromosomi; pianta rustica e con attitudine pollonifera.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
Si tratta di una pianta che può raggiungere i 25 metri in altezza e che presenta un tronco diritto, il cui diametro può raggiungere i 70 cm. La corteccia si caratterizza per tipiche striature orizzontali. Le radici sono fittonanti e con micorrizie (associazione di radici di piante vascolari con ife fungine) .
Le gemme fiorifere sono distinguibili da quelle a legno per la maggior grossezza. Le foglie sono generalmente grandi, più o meno pendule, con la lamina ovale allungata, acuminate e con doppia dentellatura. I fiori, riuniti in mazzi di due-sei presentano il calice rossastro, i petali bianchi ed odorosi, gli stami da venti a trentacinque, con antere gialle.
Il ricettacolo del fiori di ciliegio è rivestito da tessuto che produce nettare ad alta concentrazione zuccherina: 55% nel ciliegio dolce e 28% nel ciliegio acido. Mentre il nettare del ciliegio dolce è ricco di saccarosio, quello di ciliegio acido ne è povero. Sui piccioli fogliari sono presenti nettari extrafiorali, peraltro raramente visitati dalle api.
I granuli pollinici appaiono triangolari in visione polare e ovalari in visone equatoriale. I granuli pollinici del ciliegio dolce misurano in media 33 x 41 millesimi di millimetro; quelli di ciliegio selvatico 39 x 46 millesimi di millimetro. In melissopalinologia il polline di ciliegio è indicato con la denominazione di "gruppo Prunus", comprendente i pollini di tutte le specie del genere Prunus. Il polline raccolto dall'ape appare di colore giallo marroncino.
Il frutto è una drupa pendula, ovoidale e cuoriforme, con la cavità di inserzione del peduncolo approfondita; il suo colore va dal giallo, al roseo, al rosso, al rosso scuro quasi moro. Il sapore della polpa può essere dolce od acidulo ed il succo talora incolore, talora fortemente colorato.
La fioritura avviene poco prima di quella del pesco (prima l'acido poi il dolce); in zone di collina e di pianura si verifica nel mese di aprile, mentre in zone montane più tardi, verso maggio giugno. Sull'epoca di fioritura influisce sia la cultivar sia il portainnesto: infatti il P. mahaleb la anticipa di 4-5 giorni. Nel ciliegio dolce la precocità di maturazione è legata alla precocità di fioritura, ma una fioritura precoce espone la piante al pericolo delle brinate tardive. Il ciliegio acido è autofertile, mentre quello dolce è autosterile. Le cultivar di ciliegio dolce sono autoincompatibili ad eccezione di alcune cultivar fra cui la Stella (canadese) e la Cristobalina (spagnola). La fecondazione del ciliegio dolce è complicata dal fatto che l'ovocellula ha vita breve, mentre il tubetto pollinico, emesso dal polline per raggiungere l'ovulo, richiede 2-3 giorni di preparazione, a 21°C, ma tempi maggiori a temperature inferiori. Per una buona impollinazione si richiedono varietà di ciliegio compatibile e con fioritura contemporanea, abbondante presenza di api nel frutteto e condizioni climatiche favorevoli.
TECNICHE DI COLTIVAZIONE
Il ciliegio acido è rustico ed adattabile in fatto di clima e di terreno.
Il ciliegio dolce richiede climi temperati perché può essere danneggiato sia dal freddi invernali che dalla brinate tardive; le temperature critiche sono -2,8°C per i bottoni fiorali e -2,2°C per l'allegagione. Il dolce è esigente anche in fatto di terreno, che deve essere fertile, fresco, permeabile e profondo. Non tollera il ristoppio e non può essere succeduto a se stesso.
Le forme di allevamento più diffuse sono in parete, in pianura, ed in volume in collina.
Il portainnesto per il ciliegio dolce deve presentare le seguenti caratteristiche: indurre un minor sviluppo della cultivar innestata, portare precocemente a frutto; affine alla maggior parte delle cultivar e che si possa facilmente moltiplicare per via agamica. I più usati sono Franco di ciliegio dolce, Ciliegio di Santa Lucia o megaleppo, ciliegio acido ed alcuni ibridi. La potatura di produzione del ciliegio si limita a pochi interventi. Importante la concimazione, sia di impianto che d'allevamento, effettuata secondo precise tabelle.
La raccolta manuale è onerosa; le rese sono basse, circa 8 kg/ora. La raccolta meccanica consente di raccogliere fino al 90% del prodotto con una riduzione dei tempo a 1/5, 1/10.
ASPETTI COMMERCIALI
Il ciliegio è una delle poche piante arboree da frutto non afflitte da problemi di eccedenza: per esso esistono interessanti spazi mercantili e si preannunziano, nei prossimi anni, numerose innovazioni tecnologiche.
La produzione italiana di ciliege è caratterizzata da una forte tipicizzazione: ogni regione possiede proprie varietà ben accette ed affermate sul piano commerciale, ma la sua espansione è limitata dal fatto che le singole superfici aziendali destinate al ciliegio sono condizionate dalla altissima e concentrata richiesta di manodopera per la raccolta del frutto. Se a ciò si aggiungono le possibili avversità atmosferiche durante la fioritura o durante la raccolta (bastano pochi giorni di pioggia) e la necessità di esitare il prodotto in pochi giorni, ci si rende conto del perché, nonostante le ciliege siano i frutti più costosi, la redditività aziendale della coltura sia più apparente che reale.
Si stanno quindi affannando nuove varietà autofertili e compatte, portainnesti nanizzanti, forme di allevamento che permettano la raccolta del frutto da terra, piante di rapida messa a frutto ecc. Ma la loro diffusione richiede una attenta sperimentazione e. quindi, divulgazione ed anche, soprattutto, un lento adattamento delle abitudini e delle preferenze del consumatore.
INTERESSE APISTICO
I fiori di ciliegio sono fortemente attrattivi per le api: offrono abbondanti quantità di nettare e di polline, in un periodo di intensa attività delle api. In annate favorevoli, in comprensori tipicamente cerasicoli e, qualora le famiglie siano state adeguatamente sviluppate per tempo, si possono ottenere mieli uniflorali di ciliegio. Normalmente, in particolare nelle zone collinari ricche di piante spontanee di ciliegio, il nettare raccolto viene utilizzato immediatamente dalle api. Il potenziale nettarifero del ciliegio è considerato di II classe, corrispondente a produzioni medie oscillanti tra i 25 ed i 50 kg per ettaro. Il polline di ciliegio, nei mieli italiani, si trova, generalmente, associato a quello di tarassaco, di salice e di vari altri fruttiferi ed, assieme a questi, può, talora, essere dominante, sebbene sia normalmente iporappresentato.
UTILIZZI IN ERBORISTERIA
Il ciliegio figura tra le principali piante medicinali per le sue grandi proprietà diuretiche.
Vengono utilizzati i peduncoli del frutto, preferibilmente quelli del ciliegio acido. Hanno proprietà diuretiche e sono considerati un sedativo delle vie urinarie. Si utilizzano come potente diuretico, come medicinale per cistiti, per insufficienze renali, reumatismi gottosi, sotto forma di decotto ottenuto facendo bollire 30 grammi di peduncoli del frutto, per trenta minuti, in un litro di acqua. Il decotto va consumato in giornata se si vuole ottenere una efficace azione diuretica, versandolo, bollente, su 250 grammi di ciliege fresche, facendo macerare il tutto per altri 30 minuti e passando poi il tutto con spremitura.
IL CILIEGIO NEI VECCHI TRATTATI
Da "L'Apicoltore" del 1874, precisamente dalla rubrica "Flora dell'apicoltore lombardo", abbiamo recuperato ampie notizie.

"Il ciliegio appartiene alla famiglia delle Rosacee, e sono tutte piante mellifere e pollinifere ... Per usufruire del fiori delle piante fruttifere bisogna rinforzare d'autunno gli alveari, e ciò allo scopo d'aver subito in primavera popolazioni forti, disponibili al lavoro... Il miele di tutte le piante da frutto è in generale liquido e bianco, saporoso e non aromatico ... Dal fatto che le sue foglie emanano una minima dose d'acido cianidrico o prussico - che è un potente veleno - taluno volle arguire che le api sfuggono codesto albero, come pure pel medesimo motivo sfuggono il Lauro ceraso, il Pesco ecc.. Il fatto dimostra il contrario, che anzi le api ronzano molto su questi fiori. - Il miele poi, quand'anche avesse assorbita dalla pianta, piccola dose d'acido prussico, detto acido volatizza lasciando il miele innocuo, appena che esso venga dalle api raccolto... Se nella stagione estiva si vedono le api visitare le foglie e i germogli del Ciliegio, ciò dipende, forse da rogiada melata, più spesso da un afide che riveste e danneggia questa pianta. Infine noteremo che il polline del Ciliegio acido è di color giallo zafferano, invece è giallo zolfino quello del ciliegio dolce". Dubini nel 1898, sul suo volume "L'Ape" così annotava: "La fioritura delle piante fruttifere precede talvolta di 10-15 giorni quella del Ravizzo. Egli è per opera delle api che queste piante vengono favorite nella loro fecondazione, perché le sole api si sono conservate in famiglie nell'inverno, e quindi possono, prime, fra gli altri insetti, uscire alla raccolta.
CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE
Il ciliegio ha una tessitura fine, una grana in genere dritta, di color bruno rosa pallido quando è tagliato di fresco. Il suo aspetto è a volte guastato da striature gommose e macchie. Il ciliegio europeo è un poco più pesante del ciliegio americano e di peso intermedio tra il mogano ed il noce. Alburno e durarne sono leggermente differenziati. L'alburno è stretto, giallastro mentre il durame è bruno rosato che si accentua notevolmente con la stagionatura e l'invecchiamento. I segati ricavati sul quarto presentano una bella lucentezza cui fanno spicco delle specchiature che ricordano quelle dell'acero. La fibratura è diritta, la tessitura media. In genere si leviga bene presentando, con la sola levigatura una bella lucentezza serica.

ESSICCAZIONE
Il ciliegio richiede attenzione nell'essiccazione poiché tende a distorcersi, ma una volta secco è moderatamente stabile in opera. Ha una buona forza per il suo peso, sebbene non sia particolarmente rigido. Si sega facilmente e si può lavorare sia con utensili manuali che a macchina, dando un eccellente finito. E' di durevolezza incerta, ed è meglio non usarlo in condizioni che favoriscano il marciume.

PESO SPECIFICO
Il peso specifico del legno ad un contenuto di umidità del 15 % è di 580 kg. per metro cubo.

USI PRINCIPALI
Il ciliegio è un legno decorativo usato per mobili ed in ebanisteria. Il ciliegio europeo è disponibile solo in quantità limitate e si tende ad usarlo per mobili speciali. Il ciliegio americano è più facilmente disponibile e commercialmente importante negli stati centrali dell'atlantico. E' usato per pannellature, mobili, falegnameria di alta classe e per piastre galvaniche. Viene impiegato per tutti i lavori di ebanisteria fine. La varietà americana Prunus serotina denominata anche black cherry , per il suo bel colore scuro ed intenso è particolarmente pregiata e viene utilizzata per costruire strumenti musicali, nelle costruzioni navali, per pipe, ed è particolarmente richiesta in ebanisteria per mobili di valore.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Slow - 06 Aprile 2005, 16:45:30
8O  un trattato!!!  8O


 :wink:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 06 Aprile 2005, 21:25:40
Strepitoso!!! Enzo, mi inchino e...ricordati di me :wink:  :lol:  :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: pipaluce - 06 Aprile 2005, 23:43:16
... e non l'avete mai sentito parlare di quando assisteva alle autopsie!!  8O   :lol:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 07 Aprile 2005, 00:21:17
O dai mi fai venire nostalgia di quei giorni
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: mificrozet - 07 Aprile 2005, 00:25:47
E' peggio sentire quando qualcuno ti racconta come faceva le autopsie ...

 8O
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 14 Aprile 2005, 22:36:51
Ho cominciato qualche prova sull'olivo toscano,sono stupito dai suoi mille colori e oltre ad inserire tanti inserti sulle ultime pipe,in attesa di fare una pipa interamente di olivo,ho provato a fare olivo e cuore di radica (che non ha niente a che fare col nome del club).
L'oggetto da l'illusione in foto di un vecchio  muro scalcinato ma assicuro che è levigatissima.
Inoltre segnalo che per il lavoro non ho usato colla fra i due legni e che la prima fumata è stata bella.
Come sempre(perdonate) foto in galleria.
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/normal_oldr.jpg)
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/normal_olivo.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 14 Aprile 2005, 23:10:01
Carissimo Aqualong, mi hanno appena regalato una pipa albanese - è la terza in mio possesso e devo dire che sono bruttine assai e pure mal fatte, ma fumano benissimo - Mi sembra non sia radica di erica, ma ciliegio: come faccio ad accertarmene? In ogni caso va molto bene, ci sto fumando picadura pura con gran godimento :D
Ciao
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 14 Aprile 2005, 23:26:56
Se è ciliegio si vede dalle venature,comunque loro usano anche il pesco,che mi dicono quasi uguale in fumata.
Proveremo poi.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Slow - 15 Aprile 2005, 09:46:31
Citazione da: "Aqualong"
Ho cominciato qualche prova sull'olivo toscano,sono stupito dai suoi mille colori e oltre ad inserire tanti inserti sulle ultime pipe,in attesa di fare una pipa interamente di olivo,ho provato a fare olivo e cuore di radica (che non ha niente a che fare col nome del club).
....


Davvero estrosa!
Io mi sono fatto fare due pipe in ulivo con cuore di radica. Solo che sono interamente in ulivo toscano, anche il cannello e tutto l'esterno: è stata solo inserita una camera di combustione in radica. Ne ho attizzata solo una per ora, e mi sembra che fumi bene. Il gusto non è così marcato come un'altra completamente d'ulivo che amo fumare, ma il cannello un po' incide e si sente che non è una pipa di sola radica.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 15 Aprile 2005, 21:36:11
mi prostro
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: PaperoFumoso - 16 Aprile 2005, 10:00:36
Faccio la riverenza :)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Centauro - 16 Aprile 2005, 16:32:13
Davvero interessante questo thread! :)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 16 Aprile 2005, 23:10:48
Dunque: è ovvio che se fossi Aqualong saprei con certezza se la pipetta albanese è di ciliegio (o altra rosacea, come il pesco). Ma non lo sono, ahimé. Eppure sono quasi certo che sia una cherry wood pipe. Mi dice la persona che me l'ha regalata che nella zona dove è stata fatta si lavora in effetti molto con quel legno. Una cosa è certa: la fumata ha un gusto eccellente, particolare, morbido e rotondo, direi anzi che migliora la mia miscela preferita - che mi preparo da solo. Ciò conferma quello che ho sempre pensato: non è necessario rivolgersi a grandi marche né spendere fortune per fumare bene: neppure una goccia di condensa, tiraggio esemplare, non si surriscalda in alcun modo. Certo che se avessi dovuto comprarla non l'avrei mai fatto: fa un po' ridere, ricorda certe pipette da tabaccaio di paese dei nostri nonni. Eppure... Che ne pensa il Sire?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Slow - 16 Aprile 2005, 23:22:44
Citazione da: "ismaele"
.... Eppure sono quasi certo che sia una cherry wood pipe. ...


la definizione è ambigua: per cherrywood s'intende oramai una *forma* di pipa, una bent poker con fondo inclinato. Pare che l'origine di tale "classificazione" sia da attribuire ad un particolare modello che la francese Ropp produceva appunto in legno di ciliegio. Tale forma ha poi mantenuto il nome "cherrywood" anche quando realizzata in radica ... :wink:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 17 Aprile 2005, 00:33:56
E' vero ci si può confondere, fra un secondo butto in galleria una ciliegia(perdonatemi ancora) ma non bisogna trarsi in inganno è radica.
 :wink:  :lol:
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/ciliegia.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 17 Aprile 2005, 19:29:45
Citazione da: "Slow"
Citazione da: "ismaele"
.... Eppure sono quasi certo che sia una cherry wood pipe. ...


la definizione è ambigua: per cherrywood s'intende oramai una *forma* di pipa, una bent poker con fondo inclinato. Pare che l'origine di tale "classificazione" sia da attribuire ad un particolare modello che la francese Ropp produceva appunto in legno di ciliegio. Tale forma ha poi mantenuto il nome "cherrywood" anche quando realizzata in radica ... :wink:


Verissimo ciò che dici, o Pessimo, ma mi sono attenuto alla definizione ricavata dal Bozzini-Oriani "La pipa dalla A alla Z".
Aloha e fumate cerasuole :wink:
Titolo: Cornetto all'olio
Inserito da: Aqualong - 02 Maggio 2005, 01:18:30
Il primo tentativo di pipa in olivo toscano è stato abbastanza laborioso,specialmente per toglire un certo odore di olio rancido del legno.
Comunque il pezzo di olivo centenario presenta mille ferite rimarginate dopo antiche battaglie,c'è tutta una storia scritta sopra,un albero che è sempre stato il simbolo della passione e del tormento,per la sua forma e la sua resistenza e sopravvivenza in condizioni precarie.
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10006/normal_00oli3.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 14 Novembre 2005, 10:13:24
Ri-uppo questa discussione,
che mi sembrava interessante, perchè si stava parlando di "essenze" diverse per costruire pipe, alcune delle quali appartengono alle preziose tradizioni del passato.
Rileggendo mi sono accorto di aver dimenticato una fabbrica interessante:
Hybrid Helephant Smoking pipes.
La caratteristica di tale ditta è quella di presentare al pubblico pipe, per lo più churchwarden, fatte di legni spesso anche durissimi e pregiati.
Si va dall'ebano all'acero, fino ad arrivare al Bocote(Cordia alliodora) al Cocobolo(legno bellissimo e pregiato).
Completano il panorama delle "essenze" il noce e il ciliegio.
C'è anche qualche pipa in radica.

Non posseggo pipe di questa ditta, e non ho mai fumato nell'ebano, che mi incuriosisce alquanto. Lo stesso dicasi per il Bocote e il Cocobolo.


http://www.hybridelephant.com/objects/pipes/index.html

P.s. Una domanda a Bernardo:
Secondo te, cosa dovrei aspettarmi dal Bocote e dal Cocobolo, per quel che riguarda resistenza e fumata?

Saluti.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 14 Novembre 2005, 12:44:50
ricordate quella vecchia serie BC con legni africani? guardo se ritrovo il numero di Adp che ne trattava.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: mificrozet - 14 Novembre 2005, 14:18:26
Queste pipe sono fatte di legno di Bubinga ed erano tipiche degli indiani delle Americhe.

(http://www.fretwellflutes.com/Images/OtherPictures/HeaderPipeStems.jpg)

Questi invece sono degli Humidor fatti con lo stesso legno di Bubinga

(http://www.elfumador.com/savoybubingalarge.jpg)
(http://www.elfumador.com/savoybubingasm.jpg)
(http://www.elfumador.com/savoybubingaxtra.jpg)
Titolo: oltre la radica....
Inserito da: coureur-des-bois - 14 Novembre 2005, 16:27:42
Chi l'avrebbe detto che questa passione per la pipa mi avrebbe portato a rispolverare i miei vecchi tomi universitari?
Cocobolo : Dalbergia retusa, una Leguminosa, America centrale coste del Pacifico.
Come nota personale, penso che sia inutilizzabile per le pipe dato il suo residuo oleoso che nelle polveri di lavorazione è anche irritante.
Si usa per lavori fini, anche bottoni ed in qualche maniera è avvicinabile ad ebano e palissandro.
Bocote: Cordia dodecandra, una Boraginacea, America centrale, Antille, Venezuela.
Legname profumato, almeno allo stato fresco, ho pertanto qualche dubbio per le pipe. Anche questo è un legname usato per falegnameria fine.
Ma perchè scomodare il mondo? Teniamoci la nostra buona vecchia, mediterranea, radica!
Bernardo
Titolo: Re: oltre la radica....
Inserito da: TheGatesOfFate - 14 Novembre 2005, 21:54:32
Citazione da: "coureur-des-bois"

Ma perchè scomodare il mondo? Teniamoci la nostra buona vecchia, mediterranea, radica!
Bernardo


Bernardo,
Saresti disposto a mangiare tutti i giorni solo ed esclusivamente lasagne?
Per quanto vogliano esser buone o posanno piacerti, non credo...  :twisted:
Titolo: oltre la .....
Inserito da: coureur-des-bois - 15 Novembre 2005, 14:05:55
Se l'alternativa alle lasagne all'uovo o fatte con la semola di grano duro, è la pasta di riso o di soia, continuo a mangiare lasagne! :wink:
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: mificrozet - 15 Novembre 2005, 14:17:14
Ma dai ! Si può variare ... un giorno lasagne, un altro cannelloni, un altro amatriciana ...

(http://www.zingarate.com/forum/images/smiles/eusa_drool.gif)(http://www.zingarate.com/forum/images/smiles/eusa_drool.gif)(http://www.zingarate.com/forum/images/smiles/eusa_drool.gif)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 13 Dicembre 2005, 22:43:25
Riprendo il discorso nell'ennesimo momento di stanca ,ho trovato un PDF dove sono elencati i legni tossici e irritanti,naturalmente in inglese e la maggior parte sono tossici per chi deve lavorarli,esempio l'olivo la cui segatura irrita chi la ingerisce o respira,o a chi  gli entra sempre negli occhi (devo usare gli occhiali o sono rogne) oppure il cedro rosso o l'oleandro di cui sono tossici tutti gli usi.
Dunque ho fatto una pipina di olivo fine leggera e con un fornello cimney per fumarmela con i trinciati,non vi annoio con la foto perchè non c'è verso di metterla,siete fortunati.
La volta scorsa provando il ciliegio ho notato che i trinciati più tosti si addolciscono,si arrotonda il sapore e come questa sia da considerare una qualità e non un difetto,con il fornello dell'oliva pieno di semois trovo invece che il sapore è accentuato,senza sentire l'acredine che mi aspettavo,da una pipa di olivo alle prime fumate,poi provo il toscano e vi racconto.
Intanto ribadisco che sarebbe propedeutico per il sito poter allegare foto e files.
 8)  :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 13 Dicembre 2005, 23:12:57
Lo webmaster,da me interpellato, dice che sarà ben lieto se qualcuno vorrà dare una sistemata al sito risolvendone i problemi atavici.

Peraltro, sempre qualcuno, è stato da tempo dotato delle password.

Quindi qualcuno si dia da fare.

Capito qualcuno? :lol:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 14 Dicembre 2005, 00:10:19
La parola magica c'è ,ma nelle foto non si entra,forse occorre anche la bacchetta, o forse la colpa è di Voldemort.
 8)  :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 14 Dicembre 2005, 12:55:44
Ti faccio chiamare da Karibil
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 15 Dicembre 2005, 00:57:11
Dunque avuta la bacchetta, allego il pdf sui legni tossici
http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10002/toxicwood.pdf

La pipa invece è questa
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10002/normal_oliv.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Psicoblu - 15 Dicembre 2005, 01:32:48
Bellina!!!!!! :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 15 Dicembre 2005, 20:49:34
si ma come si fa a mettere le foto?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 15 Dicembre 2005, 22:28:27
Bisogna creare un'album in Coppermine e poi traslarle qui,non c'è altro modo al momento.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Dicembre 2005, 12:52:56
Dunque,a questo punto, posso dire tranquillamente che se l'olivo è ben trattato è buono anche con le EM.
Poi a me piace molto per farne inserti,infatti ritengo non spezzi la line del cannello come una veretta,ma la continui riprendendo anche la tonalità del colore.

(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10002/normal_pal.jpg)

Oppure accentua il contrasto col bocchino,naturalmente sono mie opinioni.
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10002/normal_cart.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: saxar - 16 Dicembre 2005, 22:03:18
Complimenti Aqualong, sei davvero un bravo pipe-maker (perché poi non si dice fabbrica-pipe...mah).
Titolo: Maggiociondolo
Inserito da: Aqualong - 18 Gennaio 2006, 15:10:25
La vecchia tradizione contadina aveva fra i molti legni per costruire pipe l'Ornello,sinonimi: Avorniello,Avornello,Alburno,Laburno,maggiociondolo,falso ebano,nome scientifico Alburnus Anagyroides.
Il legno è uno dei più duri e resistenti che esistano in natura,veniva usato anche per costruire ingranaggi per ruote di mulini,ne parla anche il calafato Subbia nel "Mulino del Po" di Bacchelli,vantandosi di essere uno dei pochi capaci a lavorare l'ornello,in epoca più moderna viene usato per costruire archi,stecche da biliardo e vari usi di piccola ebanisteria.
La pianta è fortemente velenosa,infatti fiori foglie e radici contengono la Citisina un potente alcaloide,con proprietà anche allucinogene,ma come il Pentothal o altre droghe del tipo induce arresto cardiorespiratorio anche in piccole dosi.
(http://www.vetpharm.unizh.ch/gif/gpl_pic/pic_045.gif)
La scorza,invece è un ottimo lassativo,veniva usato anticamente in erboristeria,credo che i Certosini confezionino ancora le loro pillole,insieme a cascara,boldo etc.
L'alburno e il durame del tronco sono con tracce inferiori al nanogrammo per milionesimo di litro,di entrambe le molecole.
La spiritualità e la superstizione legata a questo legno viene da molte citazioni es:

Don Augustin Calmet  "Dei vampiri di Ungheria"

......Trapassano loro il cuore con un paletto che deve essere di frassino,carpine o laburno..

Un'altra teoria di ignoto che riporto:
...a causa della sua tossicità che ne fa un arbusto piuttosto pericoloso se ingerito incautamente, nel medioevo pare le streghe lo adoperassero per realizzare alcune bevande psicoattive che davano loro il senso dell' abbandono del peso corporeo. Questo fatto che si può interpretare come il così detto "volo della strega", in quanto durante i loro raduni estatici esse cercavano di trasferire la loro coscienza e consapevolezza in altri mondi, portava le streghe a farsi riconoscere tra di loro utilizzando una verga, un bastone (simbolo fallico della natura al maschile),che rappresentava l' emblema della loro arte, questi era di maggiociondolo, simbolo del volo e della vittoria sui vincoli del corpo e della materia. Ora forse da qui nasce il mito della strega che vola sulla scopa. Infatti durante l' inquisizione molte "verghe sospette" furono camuffate da scope infilate in mazzi di saggina e passarono così per normali utensili. Però dato che la verga era di maggiociondolo (tradizione versiliese) che faceva "volare" ora la strega vola sulla scopa.....

Una descrizione da un vecchio trattato del Giardino dei seplici:

L' avornio è arbore piccolo, il quale simigliantemente nasce nell' alpi, la cui corteccia data in cibo, o in beveraggio, mirabilmente muove il ventre.

Una delle tante descrizioni in rete:

(Laburnum anagyroides, fam. Leguminose), detto anche avorniello, vive allo stato spontaneo nei boschi delle regioni montagnose di tutta l'Europa centro-meridionale fino ai 1500 metri, ed è una delle specie arboree caratteristiche delle faggete. È presente anche a quote superiori, dove però viene spesso sostituito dal maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum).
Viene spesso piantato per consolidare ed arricchire il terreno, onde preparare l'insediamento di specie più esigenti. Ha una chioma irregolare, formata da rami ascendenti e arcuati, e può raggiungere i 7 metri di altezza; la corteccia, liscia e bruna, ha lenticelle evidenti; le foglie sono composte da tre foglioline ovali, appuntite, verde-grigiastre nella pagina superiore e grigie-blu, coperte da una peluria argentea, nella pagina inferiore. I fiori gialli, riuniti in grappoli penduli, in primavera creano un piacevole effetto a cascata, emanando un delicato profumo; i frutti, che rimangono sulla pianta in inverno, sono baccelli brunastri della lunghezza di 3-4 centimetri, contenenti semi neri.Fino a qualche tempo fa il legno, molto duro, era richiesto come sostituto dell'ebano (era conosciuto anche come "falso ebano"). Tutte le leguminose sono piante che migliorano il terreno, perché vivono in simbiosi con batteri azotofissatori (Rhizobium leguminosarum) siti entro particolari "tumori" delle radici.
 8)  :D

All'ombra del maggiociondolo dormiva il gattopuzzolo da "Le cronache di Narnali"
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 18 Gennaio 2006, 15:22:23
Naturalmente sto provando a lavorarlo,anche se con difficoltà data la sua durezza,ho spezzato tre lame di sega di quelle economiche per fare una fetta, dal mezzo tronco gentilmente fornitomi dal Prence, che ringrazio nuovamente.
Un prototipo:
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10002/normal_laburno.jpg)
Titolo: oltre la ...
Inserito da: coureur-des-bois - 18 Gennaio 2006, 21:18:46
Una pedante tiratina d'orecchie sulla terminologia:
ornello, orniello, avorniello, ecc., sono termini volgari che designano il Fraxinus ornus, l'altra specie del gen. Fraxinus che in Europa annovera anche il principale rappresentante cioè il Fraxinus excelsior.
L'ornello (toponimo celebre in Toscana è Ornellaia) è un piccolo albero, raramente supera i sei/sette metri, che più spesso si trova nei cedui dei suoli compatti e argillosi del nostro Appennino. Robusto e flessibile, ha tutte le caratteristiche del fratello maggiore, ma purtroppo, date le sue ridotte dimensioni, non può fornire assortimenti da lavoro e finisce per lo più nelle stufe e nei caminetti.
Diverso è il maggiociondolo, correttamente descritto e individuato da Aqualong, che invece appartiene alla Famiglia delle Papilionacee (già Leguminose) volgarmente conosciuto come maggio e da cui deriva
"piantar maggio" piacevole attività eterosessuale, svolta spesso in
camporella e favorita dai gradevoli tepori di primavera.
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 18 Gennaio 2006, 21:30:03
Mi inchino e ringrazio!
 :D  :D
Titolo: oltre la....
Inserito da: coureur-des-bois - 18 Gennaio 2006, 21:38:12
Io invece resto meravigliato della sapiente trasformazione pipica di un legno che ritenevo sostanzialmente anonimo.
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 19 Gennaio 2006, 22:37:36
Intanto ringrazio per il complimento,anche per postare un po' in un momento di stasi dovuto anche ad epidemie di fillossera informatica.
Volevo poi precisare che dalle mie parti i vecchi mastri d'ascia e i calafati quando parlano di quel legno lo chiamano ornello,anche se è evidente che si riferiscono al maggiociondolo dato il lavoro descritto,ovvero oggetti di discreta misura,un po' come nel pratese chiamano ceppatelli tutti i porcini,mentre in altre zone con quel nome chiamano solamente quelli con gambo lungo e cappello piccolo.

 :D  :D
Titolo: oltre la ...
Inserito da: coureur-des-bois - 20 Gennaio 2006, 17:41:59
Ho verificato approfonditamente: per il volgare avorniello è possibile l'identificazione col maggiociondolo - Laburnum anagyroides - che in passato quei volubili dei botanici sistematici, chiamavano Cytisus laburnum.
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 20 Gennaio 2006, 21:09:34
Ohibò, mi chiedevo leggendo le erudite discettazioni xero-fito-filologiche dell'Ebanista Pratese e del Trapper: ma dove poteva mai nascere mastro Geppetto se non in terra di Toscana? Terra di ciocchi, cioccaioli e "marangoni", come si dice nella Serenissima. E pipaioli! E anche stavolta dico a Enzo: bravo! Mi pare di vedere (per quel che si capisce in effigie) che tu stia progredendo nell'esecuzione e nella fattura. O no?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 21 Gennaio 2006, 11:43:40
Ipse dixit .
 :D  :D








aloha
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 26 Gennaio 2006, 17:50:07
Voglio continuare ad annoiarvi,ma con questo freddo scrivo solamente per scaldare l'ambiente. :D
Sono meravigliato dal risultato,sono almeno 15 giorni che fumo quella pipa continuamente,almeno tre cariche consecutive per volta,il fornello è appena annerito,nessun cattivo sapore,assenza totale di umidità,buonissima con l'EM.
Naturalmente sono ancora vivo,non avevo dubbi sull'assenza di Citisina di quel legno.è stato usato fino ai primi del novecento e poi sostituito con la radica,per me in fumata è migliore,più leggero ,più resistente.
Unico problema la sua durezza,capisco il motivo per cui è stato soppiantato,oltre alla maggiore bellezza della radica.
Anche se sono tranquillo,l'ho fatto anche dosare i risultati sono nel 3d sopra,per  la seconda pipa ho scansato i nodi e seguito un pò le venature,è praticamente venutà da se e mi inquieta il fatto che mi ricordi vagamente la forma di un cobra. :D
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_ornello.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: samael - 26 Gennaio 2006, 18:17:40
bella e belle venature! ma è pesante come, più o meno della radica?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 26 Gennaio 2006, 18:43:48
Molto meno pesante a parità di volume-grandezza, approssimato, con la rtp dello scorso anno, una 15 di grammi in meno,circa.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Ramingo - 26 Gennaio 2006, 23:33:42
Citazione da: "Aqualong"

Anche se sono tranquillo,l'ho fatto anche dosare i risultati sono nel 3d sopra,per  la seconda pipa ho scansato i nodi e seguito un pò le venature,è praticamente venutà da se e mi inquieta il fatto che mi ricordi vagamente la forma di un cobra. :D
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_ornello.jpg)



Bella, mi piace davvero!! Tra sei mesi, se sei ancora vivo, la compro! :twisted:  :lol:  :roll:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Febbraio 2006, 15:13:14
La forma del serpente persiste anche con legni diversi,
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_maggio.jpg)
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_toscoli.jpg)
mi è rimasta nella testa,devo resettare,proverò a tornare per un po' alla radica e a forme più ortodosse.
Intanto esamino anche la possibilità di un altro legno, bello e anche lui mistico.
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_pallina.jpg)
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/corn.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Febbraio 2006, 20:04:28
Mi sussurrano in un orecchio che certe forme hanno ugualmente un significato più o meno evidente,
speriamo portino fortuna.
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_corn3.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Psicoblu - 16 Febbraio 2006, 20:10:39
Citazione da: "Aqualong"

(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_ornello.jpg)



Belle veramente!!! :D

Che legno è??
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Febbraio 2006, 20:26:46
L'ornello.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 23 Febbraio 2006, 12:14:52
Archiviato il problema forme e con l'olivo tosco che è uno splendore,vi strarompo con due linee di scuola pratese classica.
 :D  :D  8)
Occhio di Ra
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_ra.jpg)

questa è un regalo che mi sono fatto ieri
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_reg.jpg)
questa ot con il cartello "fine colonna"
(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/dub2.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: samael - 23 Febbraio 2006, 13:13:38
molto bello l'occhio di Ra, peccato per il bocchino che mi sa di gelatina al lampone :D :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 23 Febbraio 2006, 13:32:57
Dal vivo il colore è più intonato,il flasch sbianca,comunque,mi dicono, i bocchini alla fragola non hanno sapori strani.
 8)  :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Fantomas - 31 Marzo 2006, 18:31:34
...non vedo l'ora di provare il maggiociondolo, o ornello...
e se poi ha effetti allucinogeni?....
......MEGLIO!!!
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 25 Giugno 2006, 17:14:44
Citazione da: "TheGatesOfFate"

Infine segnalo i links, per chi fosse come me istintivamente portato alla sperimentazione:

Pipe Jobert – Sudafrica: http://www.jobertpipes.co.za/
Talbert Pipes – Francia: http://www61.pair.com/talbert/index.html
Prammer – Austria : http://www.pfeifen-prammer.com/
Pipa di Eucalipto – Ecuador : http://www.geocities.com/lubaqtemp/
Pipa del la fin del mundo – Argentina: http://www.pipaspiombo.8m.com/about.html
Pipe di ciligio, acero e mais – USA: http://www.corncobpipe.com/


A distanza di un anno e mezzo dall’inizio di questa discussione devo purtroppo aggiornare la situazione. Tra i links da me indicati all’epoca sono ormai “validi” solo quelli di Talbert, di Prammer e di corncobpipe.

- Il sito delle pipe Jobert non esiste più. Johan Slabbert(classe 1942), infatti, da un anno a questa parte ha avuto enormi problemi di salute che lo hanno costretto a non costruire più pipe. Ed il suo giovane allievo Leon Duprez(pipe Leo) è morto suicida ben prima che iniziassimo questo 3D.

- Il progetto della “pipa di eucalipto” si è arenato prima ancora di iniziare. Il sito funziona ma è congelato da anni. E non è mai iniziata la produzione delle pipe.

- Il sito della “pipa del la fin del mundo” è rimasto invariato da anni ed i titolari non rispondono più alle e-mails e quindi è impossibile ordinare pipe.

Di tanti “legni” all’epoca illustrati, perciò, ora è possibile solo comprare le pipe di quercia fossile di Prammer e Talbert(se si ha la fortuna di beccarle, perché spessono sono tutte “sold”) e le “pannocchiette” americane di corncobpipe, insieme ai modelli di “softwood”(ciliegio e acero) da quattro soldi.

Per il resto bisogna affidarsi all’olivastro ed il limone di “Tommy” Spanu, oppure al buon animo di qualche amico hobbista sperimentatore.  :roll:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Fantomas - 25 Giugno 2006, 20:07:21
..oggi caricando il maggiociondolo a Bergerac, mi stavo chiedendo:
quante pipe ci sono in giro fatte di questo legno???
nessuno ha avuto effetti "strani"?
...io purtoppo no, a parte quelli dati dalla fumata buonissima!!!
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 25 Giugno 2006, 20:44:48
Citazione da: "Fantomas"
..oggi caricando il maggiociondolo a Bergerac, mi stavo chiedendo:
quante pipe ci sono in giro fatte di questo legno???
nessuno ha avuto effetti "strani"?
...io purtoppo no, a parte quelli dati dalla fumata buonissima!!!



Tossico e non poco! io ci andrei molto cauto...  :wink:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Fantomas - 25 Giugno 2006, 20:53:29
Tossico e non poco! [/quote]
chi???
il legno non penso proprio!
io, magari...
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 25 Giugno 2006, 21:12:41
Citazione da: "Fantomas"
Tossico e non poco!
chi???
il legno non penso proprio!
io, magari...


La pianta(se è realmente maggiociondolo) è tutta tossica. Forse le foglie diventano più "blande" quando compaiono i frutti, forse...per il resto è tutto tossico. Attualmente questa pianta causa il maggior numero di casi di avvelenamento e morte nell'uomo.
Certo, le dinamiche di una fumata di pipa sono un po' diverse rispetto al mangiarsi il legno, le foglie o le bacche...però io un po' di attenzione la "presterei" comunque...

V. http://www.bdp.it/parco/schedari/piante-velenose/maggio-vel.htm



Citazione da: "TheGatesOfFate"

Pipe Jobert – Sudafrica: http://www.jobertpipes.co.za/
Talbert Pipes – Francia: http://www61.pair.com/talbert/index.html
Prammer – Austria : http://www.pfeifen-prammer.com/
Pipa di Eucalipto – Ecuador : http://www.geocities.com/lubaqtemp/
Pipa del la fin del mundo – Argentina: http://www.pipaspiombo.8m.com/about.html
Pipe di ciligio, acero e mais – USA: http://www.corncobpipe.com/

A distanza di un anno e mezzo dall’inizio di questa discussione devo purtroppo aggiornare la situazione. Tra i links da me indicati all’epoca sono ormai “validi” solo quelli di Talbert, di Prammer e di corncobpipe.

- Il sito delle pipe Jobert non esiste più. Johan Slabbert(classe 1942), infatti, da un anno a questa parte ha avuto enormi problemi di salute che lo hanno costretto a non costruire più pipe. Ed il suo giovane allievo Leon Duprez(pipe Leo) è morto suicida ben prima che iniziassimo questo 3D.

- Il progetto della “pipa di eucalipto” si è arenato prima ancora di iniziare. Il sito funziona ma è congelato da anni. E non è mai iniziata la produzione delle pipe.

- Il sito della “pipa del la fin del mundo” è rimasto invariato da anni ed i titolari non rispondono più alle e-mails e quindi è impossibile ordinare pipe.

Di tanti “legni” all’epoca illustrati, perciò, ora è possibile solo comprare le pipe di quercia fossile di Prammer e Talbert(se si ha la fortuna di beccarle, perché spessono sono tutte “sold”) e le “pannocchiette” americane di corncobpipe, insieme ai modelli di “softwood”(ciliegio e acero) da quattro soldi.

Per il resto bisogna affidarsi all’olivastro ed il limone di “Tommy” Spanu, oppure al buon animo di qualche amico hobbista sperimentatore.  :roll:


Ho dimenticato di citare:
http://www.hybridelephant.com/objects/pipes/index.html

"Questi" ancora le vendono le pipe di “legni diversi”.   :)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 25 Giugno 2006, 21:47:17
Anchi'o ho citato la velenosità della pianta,basta leggersi il 3d,comunque velenosa non tossica,è molto diverso.
Poi mentre nella corteccia ci sono ancora blande tracce di citisina,tantè che i frati la usano come lassativo,nel legno tagliato è  assente,per stare più tranquillo l'ho fatta dosare ed è risultata completamente assente.
Sai a me piace lavorare co i piedi per terra,provare toccare con mano e essere totalmente sicuro,non mi accontento di nozioni di seconda terza mano.
 :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 25 Giugno 2006, 22:38:41
Citazione da: "Aqualong"
Anchi'o ho citato la velenosità della pianta,basta leggersi il 3d,comunque velenosa non tossica,è molto diverso.
Poi mentre nella corteccia ci sono ancora blande tracce di citisina,tantè che i frati la usano come lassativo,nel legno tagliato è  assente,per stare più tranquillo l'ho fatta dosare ed è risultata completamente assente.
Sai a me piace lavorare co i piedi per terra,provare toccare con mano e essere totalmente sicuro,non mi accontento di nozioni di seconda terza mano.
 :D


...beh, apprezzabile il metodo empirico. :D
Se faccio come dici e rileggo il 3D vedo solo una gran confusione iniziale tra orniello e Maggiociondolo.
Per quel che si può cercare in rete o in testi secifici leggo una costante convergenza sulla velenosità e tossicità dell'intera pianta.
Non credo che l'indagine chimica di un legno sia così immediata, ma non sono un "addetto ai lavori".
Se non avete avuto "effetti collaterali" visibili fumando nel legno, ciò non vuol dire che non ci sono o che il legno non è tossico e/o velenoso.
So per certo però che una sostanza che agisce sul SNC è tossica.  :P

Salutoni,

Fabio.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 25 Giugno 2006, 23:14:16
Ti spiego , la citisina e l'anagirina sono due basi azotate che interagirebbero sulle basi azotate delle sinapsi della muscolatura liscia,per un fenomeno  di sostituzione,questo causa un miorilassamento a dosi blande e la morte a dosi più alte ,per il motivo che uno smette di respirare.
Ci sono altri effetti collaterali,dovuti ad una reazione dell'organismo per liberarsi della sostanza,sempre quando è in dosi eccessive,che sono il vomito e tutta la sua sequela di disturbi.
Un veleno come detto sopra ha delle dosi in cui è letale,sotto quelle dosi può essere consumato anche regolarmente,faccio l'esempio del prezzemolo è velenoso non è tossico,quindi può essere consumato regolarmente perchè non ha effetti cumulativi,se superata la quantità ha gli stessi effetti della cicuta.
Il Laburnus anagiroides faccio il suo nome e cognome sicuramente ha traccie di veleno nel legno quando la pianta è intera,dovuto al transito di linfa etc. e potrebbe essere pericoloso per un eventuale castoro famelico,mentre grosse concentrazioni sono in tutte quelle parti ricche di clorofilla per legami covalenti azoto ossigeno.
Una buona  concentrazione letale anche in fiori e baccelli.
Il legno non è assolutamente resinoso ed ha una grande porosità che gli consente una volta tagliato di asciugarsi in tempi brevissimi,le stesse foglie quando asciutte hanno una virosità ridotta,tantè che nelle citate tisane del volo di strega venivano usate foglie molto secche.
Torniamo all'analisi e all'empirismo,ho lavorato per molti anni anche a stretto contatto con la tossicologia,anche se il mio lavoro era basato sulla radioimmunologia,e proprio in quel laboratorio ho portato i campioni,il secondo della Toscana,dove abbiamo fatto molti test incrociati per cercare le due molecole.
Risultato inferiore a 0,001 nanogrammi per millilitro e questo risultato la macchina lo da anche a non mettere niente nella provetta.
Voglio sottolineare anche che non ho mai usato vernici velenose per la finitura delle pipe,un argomento sollevato subdolamente da altra persona,
non sei il primo come vedi.
Le mie conclusioni sono che quando fumo la mia pipa di maggiociondolo,ornello,laburno anagiroide,la sostanza più velenosa che aspiro è quella che ho inserito nel fornello e che accendo col fiammifero.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 26 Giugno 2006, 07:53:23
Citazione da: "Aqualong"

Voglio sottolineare anche che non ho mai usato vernici velenose per la finitura delle pipe,un argomento sollevato subdolamente da altra persona,
non sei il primo come vedi.


Non era certo mia intenzione affermare che le tue pipe sono velenose o tossiche, né che tu usi vernici o prodotti velenosi. Non mi pare di averlo detto. E nel mio intervento non c’era l’intenzione  di criticare il tuo lavoro. Nel caso specifico della pipa di maggiociondolo la questione è stata sollevata da Fantomas con la domanda:

Citazione da: "Fantomas"

nessuno ha avuto effetti "strani"?



Conoscendo la pianta di maggiociondolo quale protagonista di spiacevoli cronache locali(avvelenamenti di animali, bambini ecc.) ho pensato che forse meritava una qualche cautela.
Ma ho parlato di pianta, specificando subito che molto probabilmente il fumare una pipa di maggiociondolo non comporta gli stessi effetti dell’ingestione di foglie o bacche:

Citazione da: "TheGatesOfFate"

Certo, le dinamiche di una fumata di pipa sono un po' diverse rispetto al mangiarsi il legno, le foglie o le bacche...però io un po' di attenzione la "presterei" comunque...



Mi spiace quindi che tu abbia interpretato il mio intervento come un attacco al tuo lavoro.



Citazione da: "Aqualong"
Ti spiego , la citisina e l'anagirina sono due basi azotate che interagirebbero sulle basi azotate delle sinapsi della muscolatura liscia,per un fenomeno  di sostituzione,questo causa un miorilassamento a dosi blande e la morte a dosi più alte ,per il motivo che uno smette di respirare.
Ci sono altri effetti collaterali,dovuti ad una reazione dell'organismo per liberarsi della sostanza,sempre quando è in dosi eccessive,che sono il vomito e tutta la sua sequela di disturbi.
Un veleno come detto sopra ha delle dosi in cui è letale,sotto quelle dosi può essere consumato anche regolarmente,faccio l'esempio del prezzemolo è velenoso non è tossico,quindi può essere consumato regolarmente perchè non ha effetti cumulativi,se superata la quantità ha gli stessi effetti della cicuta.


Ribadisco di non essere un “addetto ai lavori” però ho notato leggendo in giro che la citisina(a differenza dell’anagirina) interviene come agonista sui recettori nicotinici(che sono coinvolti in funzioni cognitive e trofiche) ed è in grado di passare la barriera emato-encefalica.
Non per nulla la citisina(ancora una volta a differenza dell’anagirina) è sottoposta a studi e modificazioni strutturali per la cura delle malattie neurodegenerative del SNC.
Avendo dovuto approfondire in passato le dinamiche dei recettori nicotinici(in una di quelle “inutili” lezioni di corsi di perfezionamento a scopo pedagogico, dove, per “riempire” l’orario ti “sparano” lezioni condotte dai ricercatori dell’università) ho capito(da ignorante) che non mi piace avere a che fare con una sostranza del genere.



Citazione da: "Aqualong"

Il Laburnus anagiroides faccio il suo nome e cognome sicuramente ha traccie di veleno nel legno quando la pianta è intera,dovuto al transito di linfa etc. e potrebbe essere pericoloso per un eventuale castoro famelico,mentre grosse concentrazioni sono in tutte quelle parti ricche di clorofilla per legami covalenti azoto ossigeno.
Una buona  concentrazione letale anche in fiori e baccelli.
Il legno non è assolutamente resinoso ed ha una grande porosità che gli consente una volta tagliato di asciugarsi in tempi brevissimi,le stesse foglie quando asciutte hanno una virosità ridotta,tantè che nelle citate tisane del volo di strega venivano usate foglie molto secche.
Torniamo all'analisi e all'empirismo,ho lavorato per molti anni anche a stretto contatto con la tossicologia,anche se il mio lavoro era basato sulla radioimmunologia,e proprio in quel laboratorio ho portato i campioni,il secondo della Toscana,dove abbiamo fatto molti test incrociati per cercare le due molecole.
Risultato inferiore a 0,001 nanogrammi per millilitro e questo risultato la macchina lo da anche a non mettere niente nella provetta.


In generale(e per scelta personale, si intenda…) non ho molta simpatia per le conclusioni della ricerca chimica o farmacologica. Mi preoccupa l’assenza di “conclusioni definitive”.
Parliamo di un “campo” di studio che, ad esempio, prima ci “propina” caramelle alla formaldeide quale disinfettante orale miracoloso, e poi ci dice(a distanza di anni ma elegantemente) che può essere potenzialmente cancerogena.
E che dire delle tendenze alternative? L’omeopatia…
Da qualche anno a questa parte ho sofferto spesso di mal di denti. In presenza di dolori particolarmente acuti gli antidolorifici da banco(aspirina, tachipirina ecc.) sono risultati particolarmente inefficenti. Il dentista mi ha proposto una soluzione omeopatica, col risultato di prendersi un bel “vaffa…” dal sottoscritto.
Poi un giorno, in presenza di un dolore particolarmente insopportabile ho provato l’arnica omiopatica col risultato di aver visto il dolore sparire. Successive prove incrociate(allopatiche/omeopatiche) mi hanno convinto che in effetti l’arnica abbatte miracolosamente il mal di denti.
Devo quindi “scontrarmi” con la teoria delle dosi infinitesimali, ed ove la diluzione omeopatica è di livello altissimo(1k, 100K, 1M) devo accettare che la sostanza attiva non è più presente nella preparazione omeopatica neanche a livello infinitesimale e quindi l’azione verrebbe svolta da una cosiddetta “memoria” dell’acqua.
Il fatto che tali medicine(almeno nel caso dell’arnica) abbiano un effetto(che addirittura si vuole più potente nelle diluzioni più spinte, per la cura di fasi acute) è sufficiente a farmi stare alla larga da situazioni in cui una data sostanza(velenosa e/o tossica che sia) sia stata presente in un determinato mezzo(in questo caso il legno) anche se può essere dimostrata la successiva assenza, per timore appunto di un “effetto memoria di tipo omeopatico”.
Magari in altri legni(anche la radica) vi sono sostanze pericolose che vengono eliminate o che verranno evidenziate come tali in un prossimo futuro.
Però allo stato attuale nei legni convenzionali “da fumo” nulla è considerato così pericoloso come la citisina del maggiociondolo.
Perciò per ora…”occhio non vede, cuore non duole”.

Sono anch’io convinto che la sostanza più tossica in una pipa deriva dalla combustione del tabacco, ma vorrei avere a che fare, possibilmente, solo con quella. Lo scopo del resto è fumare tabacco.
Che poi la nicotica possa averere anch’essa interazioni coi recettori nicotinici, beh, questo è un altro discorso. Non a caso alcuni studi americani(tutti da verificare) indicano i fumatori quali soggetti “più a riparo” verso le malattie neurodegenerative del SNC.

Salutoni,

Fabio.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 14 Agosto 2006, 21:02:11
Corbezzolo
Descrizione: È un arbusto sempreverde, molto ramificato, con foglie sclerofilliche, tipico della macchia mediterranea. Spesso, in condizioni climatiche favorevoli, assume portamento arboreo raggiungendo anche i 10 metri di altezza. La corteccia ha una colorazione bruno-rossastra e si stacca in sottili scaglie. La disposizione dei rami è sparsa sul fusto. La colorazione nei giovani rami è ocraceo-rossastra. Le fogli persistenti e coriacee, semplici alterne, con il margine dentato, brevemente picciolate, sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide nella parte superiore e verde chiaro inferiormente, a volte riunite in verticilli. Sulle nervature è presente una colorazione rossastra. E’ una pianta con fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze terminali a pannocchia con asse pendulo. I fiori in numero di 15-30, sono bianchi e campanulati, formati da un piccolo calice, larghi 5-10 millimetri. Il frutto è rappresentato da una bacca globosa e carnosa, di colore rosso con superficie granulosa. Il frutto è edule e saporito.

USI: Oltre alla produzione del miele amaro, importante in regioni quali la Sardegna ed assai conosciuto per le sue proprietà antisettiche, il frutto si presta ad un moderato consumo fresco, specie se associato a quello di altri piccoli frutti del bosco. La sua trasormazione consente l’ottenimento di marmellate, gelatine, sciroppi, canditi, fermentati e distallati. Le foglie e la corteccia contengono principi attivi utilizzati in erboristeria ed una notevole quantità di tannini sfruttati a livello industriale, sopratutto per la produzione di coloranti e per la concia delle pelli. Il corbezzolo, inoltre, rappresenta una fonte alimentare importante per gli animali che vivono nella macchia e, recentemente, è in atto un certo interesse da parte dell’industria florovivaistica che utilizza sia l’intera pianta che le fronde recise. E’ una specie con una grande capacità di reazione agli incendi e trova impiego anche nei rimboschimenti e nel consolidamento delle dune.

Usi e curiosità: Del corbezzolo si utilizzano le foglie, le radici e i frutti. La fronda recisa con i frutti immaturi viene utilizzata per decorazioni ornamentali. Il legno è adatto per la lavorazione al tornio e per essere levigato. In Sardegna è particolarmente conosciuto per la produzione del tipico miele amaro dalle proprietà antisettiche e utilizzato spesso nella cura delle affezioni bronchiali. Inoltre, la sua trasformazione consente l’ottenimento di buonissime marmellate.

In Sardegna lo spiedo classico per arrostire su purceddu è in legno di corbezzolo,perchè non brucia anche se gettato sulla brace con il maialotto o l'agnello infilati,viene usato più e più volte come fosse uno spiedo metallico.
Il legno è di color rosso con venature nere,la radica ha dei motivi complicatissimi,è durissima a segarla a mano (garantisco)più o meno come l'ornello o il corniolo.



A fine inverno mi sono procurato un pezzo di radica di corbezzolo,con l'dea di provare a tirarci fuori una pipa,con tutta calma ho finito un prototipo ad inizio estate e ho, provato a fumarla.
In fumata è risultata molto buona,delicata con un leggerissimo dolce-amaro di fondo,è il suo sapore,a me piace molto,soprattutto con EM e naturali,con i dolci non l'ho provata che tanto non li fumo.
Somiglia molto alla radica di erica,più dura in lavorazione,in un mese fumata di continuo non ha fatto crosta,come fa anche l'ornello.
Il legno partecipa poco alla combustione,non ho voluto ne verniciarla ne cerarla,trattandosi di un prototipo.
Comunque ha un color conchiglia molto piacevole con venature stranissime,opportunamente colorata e cerata sicuramente svilupperà dei contrasti superbi.
Unico difetto il materiale è praticamente irreperibile e quindi resterà quasi unica.


(http://www.toscopipa.com/coppermine/albums/userpics/10001/normal_protocorb.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: ismaele - 14 Agosto 2006, 22:39:43
Corbezzoli, che pipa!


 :lol:  :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: EVA01 - 16 Agosto 2006, 17:35:18
Controcorbezzoli!!
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 16 Agosto 2006, 19:32:22
Ok quisquiglie e pinzillacchere.   :D  :D  8)
(http://www.calabash.it/components/com_simpleboard/uploaded/images/599.gif)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Ramingo - 16 Agosto 2006, 23:34:46
In effetti è proprio bella, complimenti Enzo!!
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 20 Agosto 2006, 22:09:58
Citazione da: "Aqualong"
Ok quisquiglie e pinzillacchere.   :D  :D  8)
(http://www.calabash.it/components/com_simpleboard/uploaded/images/599.gif)


...e poi, caro Enzo, rileggendo tutto il 3D mi sono accorto che l'intento compulsivo di usare "legni diversi" t'è venuto appena è nata questa discussione!
Perciò è anche merito un pochino dell'odioso" TheGatesOfFate se oggi la tua produzione è composta da molte e variegate "essenze".
Perciò perchè non ti procuri un bel legno di rosa e non realizzi una serie di 10 billiard spigots simili a questa nell'aspetto:

(http://www.museodellapipa.it/club/bill.jpg)

ed infine non le presenti a Bologna(visto che esponi), "marcate"sull'argento con la dicitura: "TheGatesOfFate's shape- 2006 by Aqualong", e numerate da 1 a 10?
Naturalmente donando il primo esemplare a TheGatesOfFate, affinchè sia "tested and approved"...
 :lol:  :lol:  :lol:  :lol:
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 20 Agosto 2006, 22:26:03
Non capisco perchè usi la definizione odioso,per il resto credo sarebbe troppo complicato.
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 20 Agosto 2006, 22:33:55
Beh, per alcuni Gates è odioso!   :twisted:
Lo so che è un "tantino" complicato. però la billiard è carina!  :P
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 20 Agosto 2006, 23:09:31
Potresti intanto trovare le  le 10 radiche di rosa.
 :D  8O
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: TheGatesOfFate - 21 Agosto 2006, 00:10:30
Citazione da: "Aqualong"
Potresti intanto trovare le  le 10 radiche di rosa.
 :D  8O


Dai Enzo! io scherzavo...mica vorrai andare davvero a Bologna con 10 spigot billiards col "Super SilverMark/Hallmark" di TheGatesOfFate!  :twisted:  Non te le compra nessuno(anche se quella pipa ha una linea davvero strepitosa, e col legno di rosa sarebbe una "figata pazzesca")!!



P.s. Il legno di rosa ce l'avrei pure...ma è lo spigot che mi preoccupa...a farlo uguale!  :P
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 17 Aprile 2007, 19:35:11
Riapro questo 3d in un momento di mortorio,l'argomento è più o meno il solito,ovvero leggende metropolitane pipiche e loro verifica.
Non divagherò sulle solite voci ,quali: il ciliegio che brucia,che fuma male e quant'altro in questo momento facilmente verificabili con pipe alla mano,nel senso che pipe di quel legno in giro,ora ve ne sono,e alcuni come me le fumano tutti i giorni già da qualche anno e con tabacchi molto secchi,che scaldano,perchè è il suo scopo naturale,bune fumate goduriose.
Vorrei invece,parlare sulla impossibilità di eseguire sabbiature profonde su legni come il ciliegio e l'olivo,o almeno questo è quanto si sente sempre dire in giro,motivato dal fatto che tali legni non reggerebbero un tale trattamento e poi l'olivo è bello liscio ed a sabbiarlo perde il suo carattere.
Intanto si può dire tranquillamente che quello che perde in soldoni è qualche quindicina di grammi,che nel caso ipotetico sarebbe un toccasana essendo l'olivo pesante,guadagna in temperatura aumentando la superficie e la fumata in teoria dovrebbe migliorare,anche se chi ci fuma EM sa bene come in questo legno siano ottime.
Inoltre secondo me mantiene tutto il suo carattere di legno con venature complicatissime,che sono spesso associate alla passione dell'albero,alla sua lotta per sopravvivere in terreni e con climi spesso ostili.
Ho fatto qualche prova e a me il risultato piace,naturalmente ho dovuto elaborare tutto un procedimento,perche non è impossibile sabbiarli,ma nemmeno facile, mi permetto di mostrare un esempio,perdonate la qualita scarsa della foto.
(http://farm1.static.flickr.com/198/463021671_403f706765.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: saxar - 17 Aprile 2007, 22:02:59
La pipa con l'inserto in bambù è semplicemente strepitosa!!
Titolo: oltre la ....
Inserito da: coureur-des-bois - 17 Aprile 2007, 22:23:22
Sembra un manico d'ombrello!!!! :lol:  :lol:  :lol:
Bernardo
Titolo: Re: oltre la ....
Inserito da: Aqualong - 17 Aprile 2007, 22:29:57
Citazione da: "coureur-des-bois"
Sembra un manico d'ombrello!!!! :lol:  :lol:  :lol:
Bernardo

Una poi è un cartuccione :D
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: saxar - 17 Aprile 2007, 22:49:00
Eh Bernardo Bernardo...sapessi l'ombrello... :D  :D
Titolo: Re: oltre la ....
Inserito da: coureur-des-bois - 18 Aprile 2007, 08:56:07
Citazione da: "Aqualong"
Citazione da: "coureur-des-bois"
Sembra un manico d'ombrello!!!! :lol:  :lol:  :lol:
Bernardo

Una poi è un cartuccione :D


Il cartuccione è unico e irripetibile! :lol:
Bernardo
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 19 Aprile 2007, 11:13:15
Enzo cosa succederebbe a provare una sabbiatura del ciliegio? che trame ha?
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Aqualong - 19 Aprile 2007, 12:52:39
Prendo in prestito una foto,più o meno così:
(http://www.fumarelapipa.com/uploads/newbb/2382_461d4380022bb.jpg)
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 19 Aprile 2007, 18:29:11
è molto più simile all'erica rispetto all'ulivo, mi pare
Titolo: Oltre la radica
Inserito da: saxar - 19 Aprile 2007, 21:57:59
Le venature sono più leggere.
P.S.
La pipa è mia!! :D  :D  :P  :P
Titolo: Re:Oltre la radica
Inserito da: rais - 19 Marzo 2015, 16:07:06
Oltre la Radica ma quella con R maiuscola non c'è nulla; per esempio la morta è a mio avviso un bisiniss commerciale, in fumata fa cagare sia con le latakiose che con i mediterranei, molti invece affermano il contrario, ma si sa dopo aver speso centinaia di euro devono dire quello in giro, l'ho provata anch'io e mi avevano detto di non farlo, rammarico il mio denaro buttato e parlo di una Duca.
L'unico legno con cui si fanno rispettare i mediterranei è il ciliegio, il corbezzolo si fessura e spesso addirittura si spacca, l'ulivo o olivastro o meglio ancora l'olio d'oliva è meglio metterlo in una bella spaghettata.
La voce che sento in giro "la schiuma rende meglio con i mediterranei" è una gran cazzata.

Tante cose
Titolo: Re:Oltre la radica
Inserito da: Cristiano - 19 Marzo 2015, 16:32:22
Mah io ho quattro schiume in totale, di cui una mai fumata per timore reverenziale, essedo una bauer del vecchio conio cesellatissima. Mi ci trovo bene un po' con tutti i tabacchi, ma la radica resta la radica. Con la schiuma c'è il giochino del culottage...
Titolo: Re:Oltre la radica
Inserito da: rais - 20 Marzo 2015, 09:59:23
Ci mancherebbe la schiuma è la dea delle pipe, ma sicuramente non ha la resa migliore con i mediterranei/naturali come erroneamente si legge in giro, ma si sa i capiscitori e i super esperti  ne sanno mooooooooooooooooooolto di più  :D :D :D :D ;D

Tante cose.