Autore Topic: Autori con la pipa in bocca  (Letto 329623 volte)

Offline Aqualong

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Autori con la pipa in bocca
« Risposta #165 il: 14 Ottobre 2006, 22:47:58 »
Jefferson Bass

Un nuovo autore - Jefferson Bass (pseudonimo dell’antropologo forense Bill Bass e del giornalista Jon Jefferson) e un protagonista fisso — il dottor Bill Brockton, che guarda caso svolge la professione di antropologo forense. Ne scaturisce un personaggio profondamente autentico, proprio perché è il ritratto narrativo di una persona unica al mondo: i suoi autori.


Rigor Mortis



«Che c'è dentro quella roba, Waylon? Pensavo che il Copenaghen fosse soltanto tabacco, ma lì dentro c'era qual-cosa che mi ha travolto come un treno merci.»
Waylon sollevò un dito per interrompere la mia tirata, poi scese dal pick-up e ci girò attorno fino ad arrivare dalla mia parte. Protendendo verso l'al-to le braccia grosse come tronchi, mi prese e mi mise giù come un bambi-no e cominciò a farmi camminare per il parcheggio. «È solo tabacco, Doc, ma in qualche modo pompano la nicotina, non so come. Non se ne parla molto, però la nicotina può dare una bella botta se uno ne prende abbastan-za. Un labbro pieno di tabacco da masticare vale quanto dieci Camel senza filtro. Se non ci si è abituati ci si ritrova col culo per terra. Diavolo, lo sa-pevo; dovevo pensarci prima di sventolarle quella scatoletta sotto il naso.»
Scossi la testa. «Sono un ragazzo cresciuto, Waylon. Non ero costretto a prenderlo.» Passeggiare aiutava, ma mi sentivo ancora stordito. «Quand'e-ro bambino, mio nonno fumava la pipa. Prince Albert. Non mi è mai piaciuto il fumo di sigaretta, ma adoravo il profumo della pipa del nonno. Ogni volta che veniva a trovarci, lo imploravo di farmi fare una boccata con la sua pipa. Diceva sempre: 'No, ti sentirai male', ma lo supplicavo e piagnucolavo finché non capitolava. E invariabilmente mi sentivo male. Però non era niente in confronto a questo. Mi sorprende che questa roba sia legale.»
«Legale o no, non fa differenza. È come la droga, in qualche modo uno se la procura lo stesso. Proprio come i liquori di contrabbando, l'erba o i combattimenti di galli. Quello che mi spaventa è che vedo ragazzini di die-ci o dodici anni che già si fanno una scatoletta al giorno. Perderanno le labbra e la lingua prima di arrivare ai quarant'anni.» Si grattò il mento. «Io ho cominciato tardi e si può dire che mi modero. Probabilmente non mi cadrà la bocca fino ai sessantacinque anni.»

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Offline coureur-des-bois

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pipatrice
« Risposta #166 il: 01 Febbraio 2007, 11:14:54 »


Simonetta Agnello Hornby: vi posso assicurare che questa bella signora, avvocato e scrittrice, fuma la pipa.
Bernardo
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Offline ismaele

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Autori con la pipa in bocca
« Risposta #167 il: 01 Febbraio 2007, 11:36:08 »
Ho letto la sua biografia, interessante! Ma di' la verita', come sai che fuma la pipa? Conoscenza diretta?  :wink:

Offline coureur-des-bois

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Agnello Hornby
« Risposta #168 il: 01 Febbraio 2007, 12:05:14 »
No! Ho visto una foto (se non era semplice posa), in cui sfoggia una dritta, foto che non ho trovato nel web.
Bernardo
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Offline coureur-des-bois

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Autori con la pipa in bocca
« Risposta #169 il: 10 Febbraio 2007, 12:40:36 »
Un grande italiano, Paolo Caccia Dominioni.

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« Risposta #170 il: 26 Febbraio 2007, 12:29:41 »
Celebriamo la riapertura di rtp con:. :D  :D  :D

Marcel Duchamp (1887-1968)

Dal 1904 è a Parigi e qui si occupa di cose diverse: esegue caricature per i giornali, si interessa di teatro, gioca a biliardo,a scacchi,,fuma la pipa, lavora presso una biblioteca, viaggia in automobile.
Le sue prime esperienze pittoriche mostrano una facilità di assimilazione delle principali notivà stilistiche del momento: dal neoimpressionismo al fauvismo, dal simbolismo al futurismo.
Generalmente viene considerato uno dei maggiori rappresentanti del dadaismo, benché egli non abbia mai accettato l’appartenenza a questo gruppo. Ma è soprattutto nell’ambito del cubismo che egli si muoveva con maggior disinvoltura.


Successivamente insieme a Man Ray ha usato molto anche la foto per le sue coreografie espressive.


La pipa e gli scacchi sono sempre al centro delle sue bellissime e geniali opere.





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Offline Cristiano

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« Risposta #171 il: 26 Febbraio 2007, 16:40:52 »
Citazione da: "coureur-des-bois"
Un grande italiano, Paolo Caccia Dominioni.

eh si, quello che onorò i nostri caduti di el alamein
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Offline coureur-des-bois

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« Risposta #172 il: 26 Febbraio 2007, 18:24:02 »
Eh sì, Paolo Caccia Dominioni conte di Sillavengo (1896-1992) ingegnere, architetto, scrittore, progettista e pittore ( una grafica magnifica ).
A lui si deve il recupero delle salme dei soldati caduti nel deserto e la realizzazione del Sacrario di El Alamein.
Combattente volontario nella Grande Guerra e comandante del XXXI guastatori nel secondo conflitto è decorato al valore.
Consiglio la lettura della sua opera più conosciuta " El Alamein 1933-1962"
che è anche un famoso best seller.
Bernardo
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Offline Ramingo

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« Risposta #173 il: 27 Febbraio 2007, 23:33:57 »
Purtroppo, di uomini del genere han buttato lo stampo....
"Percussus resurgo."  Ramingo
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Offline Aqualong

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« Risposta #174 il: 04 Ottobre 2007, 14:48:01 »
Alan E. Nourse

"I Mercenari"

Il medico si mise a sederedi fronte a Jeff e offrì una sigaretta da una scatola sulla scrivania.
Jeff scosse la testa,no grazie disse,non fumo.
Tra l'altro penso che oggi siano leggermente illegali.
Il dottore sogghignò leggermente, grazie a noi,siamo noi quelli che hanno fatto includere il tabacco  tra le cose illegali.
Si appoggiò comodamente allo schienale della poltrona,riempì una pipa e l'accese.
Comunque a volte il tabacco aiuta,nella conversazione,calma i nervi dicono.

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« Risposta #175 il: 04 Ottobre 2007, 16:14:53 »
saluto con gioia la ripresa di quest'alma sezione del forum
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« Risposta #176 il: 05 Ottobre 2007, 00:43:09 »
Giovanni Magherini Graziani

Fioraccio (1886)

Levammo le spine al carro, e adagio adagio c'incamminammo verso il camposanto.
La serata era brutta, voleva piovere.
Fuori del Camposanto non c'era da stare, perché ci avrebbero veduti.
«Dove ci riponiamo?».
«È meglio entrar dentro».
Cecco prese la chiave aprì il cancello ed entrammo. Ma richiudere di dentro non si poteva.
«Lascia accosto», diss'io, «tanto se vengono, non passano dal cancello,
scavalcano il muro».
«Ma ci vedono qui».
«Dov'è la buca?»
«Lì accosto alla stanza mortuaria».
«Allora stiamo nella stanza».
«Nella stanza?»
«E dove? Non c'è altro posto, mi pare».
C'era una panchetta ci mettemmo a sedere. Io accesi la pipa.
«Che ti metti a fare?», mi disse Cecco, «se vedono il fuoco se ne accorgono subito che siamo qui».
«Già, e tu credi che io voglia star qui tutta la notte senza neppur fumare? mi addormento».
Si fece qualche altra parola, e poi ci chetammo; non avevamo voglia di discorrere né lui né io. Non si sentiva altro rumore che quello dei pipistrelli, che entravano ed uscivano dalla porta; si udiva solamente qualche cane abbaiare da lontano, e friggere la pipa. Tirava vento acquaio e si sentiva veramente bene l'orologio di ***. Batterono le undici e poco dopo mi parve che ci fosse qualcuno a camminare nella strada.
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« Risposta #177 il: 06 Ottobre 2007, 00:52:25 »
La preda più pericolosa
Questo racconto si trova in centinaia di antologie,e ne è stato tratto una decina di film
Il brano che segue avvalora la tesi che il fumo fa male alla salute.
Richard Connell
Famoso oltre per i suoi trillers,per le scenografie dei film del regista Frank Capra e altri holliwoodiani dell'epoca,ad esempio le trame dei film di Abbott e Costello (Gianni e Pinotto)



Rainsford, steso sulla sedia a sdraio, continuò pigramente a fumare la sua pipa favorita. La sensuale sonnolenza della notte stava entrando in lui «È così buio» pensò «che potrei dormire senza chiudere gli occhi: la notte sostituirebbe le mie palpebre...».
Un rumore secco ed improvviso lo fece sobbalzare, Rainsford lo sentì sulla destra, e le sue orecchie, bene addestrate, non potevano ingannarlo. Di nuovo sentì il rumore, poi un altro ancora. Da qualche parte, nel buio, qualcuno aveva sparato tre colpi di fucile.
Allarmato, Rainsford balzò in piedi e si avvicinò rapidamente al parapetto. Tese lo sguardo verso il punto da cui erano arrivati gli spari, ma era come se tentasse di vedere qualcosa attraverso una coltre. Allora salì in piedi sul parapetto, tenendosi bene in equilibrio, per avere una visuale più ampia; la pipa urtò contro il sartiame, e gli cadde di bocca. Si allungò per afferrarla, ma un grido rauco gli uscì dalle labbra quando si accorse che il suo corpo si era troppo proteso in avanti, e che aveva perso l’equilibrio.
Il suo grido venne rubato dalle acque del mare caraibico, caldo come il sangue, che subito si richiuse sopra la sua testa.
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« Risposta #178 il: 06 Ottobre 2007, 11:48:58 »
Grazie per Magherini Graziani, perla poco conosciuta
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« Risposta #179 il: 06 Ottobre 2007, 13:16:39 »
Fred Vargas
(pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau) (Parigi, 7 giugno 1957) è una scrittrice francese.
Nata da madre chimica e da padre surrealista, Fred è il diminutivo di Frédérique; Vargas, è lo pseudonimo usato da sua sorella gemella, Joëlle (Jo Vargas), pittrice contemporanea che a sua volta lo ha mutuato dal cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza.
È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (CNRS), ed esperta in medievistica. Ha lavorato a lungo sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all'uomo.
Vargas ricerca innanzi tutto la precisione e la "sonorità" delle parole. Poi sviluppa i suoi personaggi. Atipici, logorati dalla vita, ma sempre là, pronti a battersi. Fred Vargas ama dipingerli con cura, tanto fisicamente che psicologicamente. Offre loro un vissuto, un passato, e una consistenza, che rendono credibili i loro intrecci.
 
Sotto I Venti Di Nettuno

Nonostante i vetri anneriti dal sudiciume, il padiglione non era abbandonato, come aveva creduto la signora Coutellier. Come sperava Adamsberg, alcuni segni indicavano una presenza puntuale: la sporcizia del pavimento interrotta, una poltrona di vimini pulita e, sull'unica mensola, tenui tracce, probabilmente di qualche pila di libri. Lì andava a rintanarsi Maxime Leclerc durante le tre ore del lunedì e del giovedì, a leggere su quella poltro-na al riparo dagli sguardi della donna di servizio e del giardiniere. Poltrona e lettura solitaria che fecero venire in mente ad Adamsberg suo padre che apriva il giornale, con la pipa in mano. Un'intera generazione aveva fumato la pipa e ricordò con esattezza che il giudice ne possedeva una, di schiuma, diceva sua madre con ammirazione.
«Lo sente?» disse al giovanotto. «L'odore? L'odore di miele del tabacco da pipa?»

La venerazione è un'e-mozione di gioventù. Oggi potrebbe avere fra i trenta e i quarant'anni. Gli uomini di questa generazione non fumano la pipa, o molto di rado. L'occupante dello Schloss fumava la pipa e aveva i capelli bianchi.

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