Ritrovo Toscano della Pipa
Pipe => Le pipe estere => Topic aperto da: Cristiano - 05 Luglio 2008, 12:17:48
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Ho iniziato a fumare una bella Special acquistata su ibaia.
Prima carica ad Italia, 2/3 capienza. Buona resa. Non si avvertono problemi di tiraggio, nè soprattutto i fenomeni di condensa che avevo, invece, riscontrato, in precedenti Charatan (specialmente una faceva acqua peggio di una doccia).
Seconda e terza carica. Capienza intera con Balkan G e H. Resa buona. No acqua.
Quarta carica. Balkan G e H. Qualche sentore di tannino a fine fumata. Tiraggio ottimo, nessuna condensa.
Quinta carica. Silver Baroo. Ancora tannino. Continuo con tabacchi naturali e secchi onde favorire l'espulsione dei residui tanninici.
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e come è andata a finire? è diventata buona questa pipa ciaratanica?
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molto valida sulle Em, si
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Ma in che modo riuscite a capire in base alla casa costruttrice quali tabacchi fumare dentro la pipa? Sarà che ho ancora da fumare prima di dare giudizi di valore però se la radica è sempre italiana (escluso le Peterson per quanto so), che differenze ci devono essere fra dunhill e Castelllo?
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La differenza, ovviamente, è tutta nel gusto personale, esattamente come nel cibo c'è a chi piace il dolce ed a chi piace il salato, bisognerebbe provarle e poi capire quale si addice di più alle proprie necessità.
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Metterò sotto la mia Castello e la mia Dunhill per un serio confronto!
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Io preferisco la Castello, ha più personalità, almeno con le EM, le Dunhill che ho ormai le uso solamente con gli aromatizzati.
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poverette.
Castello, come ho detto molte volte, hanno, per me, una resa superiore sulla singola fumata. Le Dunhill hanno un rendimento più costante.
Non le impesterei con gli aromatizzati.
Mattia, può forse essere vero che la radica è tutta uguale (ma non lo è), diverso è il modo di lavorarla e di trattarla. Mai sentito parlare di oil curing, per esempio?
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Ecco, secondo il problema delle Dunhill è proprio in quelle tecniche di lavorazione che neutralizzano la radica, è un po' la stessa cosa che fa mia madre con il cibo, qualsiasi cosa cucina alla fine sa sempre di nulla.
:lol: :lol: :lol:
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Infatti: mi permetto di dire che, posto che si tratti della stessa radica, ma non sempre è così, si hanno diversi trattamenti e, soprattutto, diverse stagionature. Le Dunhill sono note nel mondo pipario per mantenere e conservare un gusto neutro che esalta il gusto e l'aroma del tabacco. Con altri marchi, soprattutto con le pipe artigianali italiane, avviene il matrimonio radica-tabacco per cui la radica dà un qualcosa di suo, sia pur a livello minimo, in fumata.
Anch'io sono dello stesso parere di Cristiano, cioè non userei le Dunhill per gli aromatizzati.
Premesso che uno può fumare di tutto in ogni pipa, per quanto mi riguarda dedico le pipe inglesi ai tabacchi inglesi o di gusto inglese. Sembrerà strano a dirlo, ma sono le pipe stesse che me li richiedono. Io non faccio altro che seguirle e fumare con loro!!!
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Infatti sono le stesse Dunhill che mi hanno chiesto il Kentucky Bird, a me non piace proprio quella caratteristica delle Dunhill di essere neutre, oserei dire snob, vogliono bruciare il tabacco ma non interagire con esso, certo con questa logica tutta la radica è uguale, basta sterilizzarla, ma a mio giudizio è proprio l'interazione radica/tabacco la forza delle pipe. Io ho Quattro Dunhill e tranne una, che fa schifo con qualsiasi cosa ci si metta dentro, delle altre tre due danno ottimi risultati con gli aromatizzati e la terza da buoni risultati con i naturali, soprattutto francesi, l'unica Castello che ho è invece assolutamente eccezionale con le EM e gli aromatizzati non glieli faccio neppure vedere in fotografia, sicuramente è una mia questione di gusti personali ma forse dipende anche dalla mia natura di non considerare il blasone di nessuno, non ritengo sconveniente dire che il 90% dei quadri di Picasso fanno schifo (a livello emetico), nonostante sia ritenuto, appunto, sconveniente parlar male di un simile maestro, per la Dunhill vale lo stesso, sono sicuro che togliendo il puntino bianco molti pareri potrebbero cambiare, oppure no, in fondo è il bello delle cose basate sull'empirismo.
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Se RTP mi appoggia, vorrei proporre un esperimento scientifico, in doppio cieco. Però avverto in partenza, potrebbe succedere d'inimicarsi qualcuno.
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@ DoctorPipe
Proponi, proponi!
@ Mificrozet
Ciò che hai detto è verissimo ed è la ragione per cui le Dunhill, oltre ad essere così rinomate, sono altrettanto ricercate dai fumatori. In effetti, anche io devo dire che con le Castello (3) ho un'ottima resa fumandoci le em. Però sono convinto che avrei lo stesso risultato fumandoci dentro sia naturali che aromatizzati. Le Castello sono proprio ottime pipe.
Ciò che mi piace delle Dunhill è la loro linea senza tempo e intramontabile, seria ed elegante, essenziale e quasi minimalista. Sono il corifeo dello stile inglese. Nulla è di troppo e inoltre hanno proporzioni tali da essere la base, se mai se ne potesse creare uno, di un canone pipario.
Come dici, d'altronde, è altrettanto vero che per un fumatore è un grande piacere sentire la propria pipa impregnata degli umori di un tabacco.
In conclusione un interrogativo: pipa ascetica (dunhill) o pipa erotica (le altre pipe che concedono tutte se stesse e la loro radica durante la fumata)?
Bel dilemma! Si potrebbe dire, tagliando la testa al toro: meglio sarebbe l'una e l'altra cosa!
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@Marlon
Non mi pare che sia nulla di paradossale nel preferire una dunhill per fumare dei tabacchi aromatizzati.
Il successivo e graduale reset della pipa ad altri sapori (diversamente invasivi) mi pare più spedito che con altre marche di pipe, leggasi non trattate o dalla radica troppo giovane e maccheronicamente assemblate.
Anzi, per tabacchi normalmente facili all'eccesso di gusto ed all'umidità in fumata, nulla di meglio che una pipa capace di limitarne "i danni".
Sempre ammesso che piaccia.
Per palati più pretenziosi, diversamente, sarà probabilmente più interessante utilizzare queste pipe per capire meglio le differenze che esistono tra tabacchi dello stesso genere o simili (i molti flake di virginia, le mille e più english mixtures). E le ragioni sono sempre le stesse; per alcuni intuibili, per altri verificabili e per qualcuno impossibili da capire e accettare.
Certo che, per onestà intellettuale verso se stessi e gli altri, bisognerebbe prendersi la briga di acquistare qualche esemplare nuovo di queste pipe e fumarsele per qualche tempo prima di formarsi un giudizio minimamente fondato.
Rimane il fatto che, secondo me, usare una dunhill per fumarci lo Skandinavik Aromatic (uno a caso) non equivale a far un dispetto alla pipa, al suo blasone, alle sue intrinseche potenzialità oppure al suo prezzo.
In questi casi... meglio forse soppesare il fumatore, anzichè la pipa.
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Certamente, Ramon. Il mio era un discorso puramente soggettivo. Cioè, per quanto mi riguarda, visti i miei gusti, dal momento che non costantemente fumo tabacchi aromatizzati, possiedo qualche pipetta dedicata a loro. In qualche pipa importante mi piace fumarci i tabacchi che più amo, il che non significa che nelle dunhill non ci si possa fumare il da Vinci o qualche naturale come l'Italia, il Forte o altri. Essendo pipe, ci si può fumare di tutto e, anzi, se è vero quello che dicono, che restituiscono fedelmente aroma e gusto di un tabacco, sono pipe molto versatili. Giusto anche quello che dici riguardo al resettaggio e riguardo al fatto che bisogna provare di persona il prodotto prima di poterlo giudicare, anche se alcuni marchi ormai hanno una storia tale, riconosciuta pressoché universalmente, che è difficile dire che certe notizie, condivise dai più, sono soltanto fole.
Mi riferisco alla particolare radica di Dunhill, nel nostro caso, al trattamento "oil cured" e ai vantaggi e alle caratteristiche che ne derivano, alla capacità di "resettare" il gusto. E poi, se sei il Ramon che intendo io, abbiamo avuto il piacere di parlare dello stesso argomento altrove. Se sei tu, ti informo che i tuoi consigli mi sono stati preziosi nell'acquisto di una Dunhill del gruppo 3.
un caro saluto
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Carissimo, sono io.
Ci siamo capiti benissimo: diffidare da inflazionati luoghi comuni distribuiti gratuitamente e neppure (per minima onestà, o curiosità) verificati personalmente.
A proposito, sulla "radica italiana" una mia recente fortunosa scoperta: parrebbe che qualche giovine imprenditore italiano sia andato recentemente fino a Batumi (ti lascio il piacere di scoprire dove sia...) per comprare partite di ciocchi di radica... onde importarla nel Belpaese e quindi venderla per quello che non è: radica italiana.
Certamente un modo facile di arricchirsi a discapito della credulità dei fumatori che cercano il "made in italy" e che ha brutalmente compromesso il sito originario (al punto da far intervenire il governo locale).
Lo "stupro botanico" dell'affarista forse si è già concluso ma non so ancora quanta radica sia giunta sino a qui e quindi lavorata ad hoc.
La troveremo in una Castello? In una Dunhill? Oppure... chissà.
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Sono contento, Ramon, di ritrovarti qui, in RTP.
Quanto hai detto dimostra che, nell'ambito pipario, c'è sempre qualcosa che, per un verso o per l'altro, sfugge. In questo caso non è l'artigiano che spaccia per italiana una radica che non lo è, ma il venditore da cui i mastri pipai ignari si servono.
Ho l'impressione che questo discorso - del fatto cioè che non si possono avere garanzie al 100% su ciò che si acquista - interessi anche il tabacco. E forse il peggioramento di alcuni trinciati dipende proprio dal cambio di materia prima, da qualche partita che viene venduta per quella richiesta quando, in realtà, non lo è. Chissà...
Ora ti mando un PM, così ti racconto della Dunhill.
Ciao e a presto
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Mi sembra più che ragionevole utilizzare per gli aromatizzati una pipa che s'impregna poco e che resta sempre neutra nonostante i tabacchi usati. Non dimentichiamo inoltre che gli aromatizzati sono i tabacchi preferiti di una buona fetta di fumatori, e quindi è del tutto naturale che anche loro, se hanno soldi e voglia, possano fumare i loro aromatizzati in Dunhill.
Tornando all'oggetto del Topic, mi sembra di capire che per Cristiano la destinazione natura le delle Charatan semprano essere le miscele inglesi.
Visto che la "destinazione" delle pipe sembra un argomento interessante, apro un altro topic ad hoc.
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io non fumo aromatizzati per cui...
che vuol dire sterilizzare la radica? :roll:
ogni pipa conferisce un carattere alla radica, fosse anche la neutralità
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Sterilizzare la pipa vuol dire neutralizzarla una cosa neutra è neutra, per definizione, quindi non trasferisce nulla, come l'acqua distillata, insapore, inodore, incolore. Un procedimento che neutralizza la radica la rende un componente inerte, a questo punto, se inerte, un materiale vale l'altro, perché perdiamo tempo a parlare di radiche italiane, greche o spagnole, se vengono neutralizzate una vale l'altra.
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io non ho pipe inerti
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Se hai delle Dunhill ed affermi che sono neutre allora hai delle pipe inerti, se non cedono nulla al tabacco e da esso nulla traggono sono inerti eccome, l'italiano non è un'opinione.
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il non conferire gusto è di per se gusto
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L'assenza di qualcosa non è cosa, il non conferire gusto è inerzia, è come un piatto che accoglie il cibo ma non gli trasmette nulla, un piatto trasmette gusto al cibo ? Il fatto che il piatto non trasmetta gusto al cibo non può essere considerata una componente del gusto, difatti un piatto è inerte, esattamente come una pipa che non trasmette alcun gusto a ciò che brucia, inerte. Un contenitore nulla più.
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Ok ragazzi,
abbiamo capito le vostre rispettive opinioni sulla neutralità. Credo che ognuna sia rispettabile.
:wink:
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tra ceramica e radica c'è una bella differenza.
Comunque io sono molto più rispettabile di Marcello :lol:
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io non ho pipe inerti
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Caro Doctor, se ogni opinione è rispettabile dico la mia: quando spiegando qualcosa si è a corto di conoscenza specifica (o di argomenti) è abitudine far uso di paragoni, più o meno azzeccati a seconda di chi li fa. Su altri siti ho letto che alcuni paragonano la pipa al calice da degustazione per il vino (!), qui leggo di piatti. In futuro leggeremo chissà quale altro paragone, a mio avviso sempre sbagliato, perché la pipa è unica nel suo genere e non c'è parallellismo che tenga, specie per spiegare qualcosa che di fatto, come dice Cristiano, non esiste: l'inerzia.
Idem dicasi per la già menzionata "sterilizzazione".
Per evitare confusione a chi legge anzitutto sarebbe necessario utilizzare un lessico consono all'oggetto trattato.
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io non ho pipe inerti
Se insisti nel dire che le le tue Dunhill sono neutre hai delle pipe inerti, come detto l'italiano non è un'opinione, se non cedono nulla e non prendono nulla sono inerti, esattamente come la ceramica, è la stessa cosa, un elemento inerte è proprio un elemento che non interagisce.
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Io (per fortuna) in questo forum non ho funzioni da moderatore, ma il mio intervento era esattamente finalizzato a evitare che la discussione trascenda, cosa che in questo forum avviene assai raramente, ed è il motivo per cui vi scrivo volentieri. O si sta tra gentiluomini o non si sta.
Per quanto riguarda il linguaggio, mi permetto un'osservazione di cultura generale, sperando di evitare la pedanteria. Nessuna branca del sapere nasce con un linguaggio suo proprio, ma il linguaggio tecnico si sviluppa nei diversi ambiti e poi diviene in qualche modo canonico negli stessi ambiti. A Ramon, a questo proposito, dico: l'uso dell'analogia è spesso indispensabile, penso a quanto viene utilizzato anche in altre forme di sapere. Analogia voul dire: quacosa di uguale e qualcosa di diverso. Questo giustifica il tirare in ballo piatti, bicchieri e quant'altro serva per esprimere i propri concetti. Evidentemente il glossario tecnico della pipa (con i suoi pochi termini, alcuni mutuati dall'inglese, es. "mild") non è sufficiente. Non sono d'accordo pertanto con la tua opinione che, essendo la pipa un unicum inanalogabile, non se ne possa parlare in termini analogici. Ciò porterebbe, all'estremo, a non parlarne per niente (pipologia apofatica).
La questione neutro- inerte mi sembra solo provocatoria:
Cristiano intede per neutra una radica che influenza il gusto il meno possibile (per quanto possibile ad una radica). Questa mi sembra la terminologia più frequentemente adottata per descrivere il fenomeno e tutto sommato la più corretta. Mificrozet utilizza il termine "inerte", che in italiano ha sì quel significato che lui gli attribuisce, però sfortunatamente esiste anche un'accezione più tecnica del termine, quella chimico-fisica, che non è altrettanto corretta se parliamo di radiche. Infatti è per lo più adottata dai fumatori per indicare l'assoluta estraneità ai fenomeni combustivi delle ceramiche. Nessuna radica sarà mai "inerte" dal punto di vista chimico fisico, e quindi nessuna radica sarà mai "neutra" quanto una ceramica. Ma queste cose le sapete meglio di me.
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Allora, e poi lascio definitivamente la palla senza necessità di alcuna moderazione esterna, dovrebbe essere sufficiente fumare per alcuni mesi un paio di chestnut ed un paio di shell nuove (dello stesso shape e gruppo) ovviamente utilizzando il medesimo tabacco.
Presumo che dopo questo "test comparato" le idee dovrebbero chiarirsi.
Essendo a modo mio credente, trovo ottimo lo spunto di Doctor: pipologia apofatica! Sempre meglio della pipologia "per sentito dire".
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... sfortunatamente esiste anche un'accezione più tecnica del termine, quella chimico-fisica, che non è altrettanto corretta ...
Sono d'accordo, ma non sono stato io ad associare per primo l'analisi chimica del gusto giusto e di quello sbagliato, io sono convinto che il gusto non è catalogabile e non esiste la possibilità di stabilire in laboratorio quale sia il gusto perfetto poiché ognuno di noi ha la sua lingua ed il suo olfatto, purtroppo però, su questo forum, altri hanno messo in mezzo gli esami di laboratorio ed usato termini chimici e paragoni da medicina legale per stabilire l'esattezza di un certo modo di gustare la pipa, pur non essendo d'accordo con questa filosofia assolutista non ho fatto altro che adeguarmi al linguaggio usato da altri per essere meglio compreso.
:wink: :wink: :wink:
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Signori siete incredibili, chiunque abbia letto gli interventi precedenti e non sia un appassionato avrà pensato di essere alla presenza di frequentatori di Dickensiani club inglesi nei quali si disserta su concetti aulici, eterei e, mi si passi, "evanescenti", dando vita a battaglie puntigliose e Ciraniche (si lo so è Francese...), ma sempre a colpi di fioretto.
Adoro questo clima.....bello....mi sa di circolo cultulrale, eh bei tempi quando ci si trovava davanti al circolo della chiesa o dell' ARCI a parlare di massimi sistemi e ci si infervorava per difendere le proprie convizioni e si scommetteva, si scherzava, ci si burlava l'un dell'altro...
Karibil :D
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io non ho pipe inerti
Se insisti nel dire che le le tue Dunhill sono neutre hai delle pipe inerti, come detto l'italiano non è un'opinione, se non cedono nulla e non prendono nulla sono inerti, esattamente come la ceramica, è la stessa cosa, un elemento inerte è proprio un elemento che non interagisce.
l'ho detto io?
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in ogni caso non mi pare si stia trascendo. Si tra discutendo tra appassionati ed amici. Io non me ne ho di quanto dice Marcello e sono sicuro che neppure Marcello si sia offeso di alcunchè.
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Ma si,un po' di spirito bizantino non guasta.
Nell'Impero D'oriente la discussione su “quanti angeli potessero danzare su la punta di una fibula” perdurò per almeno 3 secoli fu chiusa da Termostato da Cirene quando dichiaro "e ce n'è quante cen'entra"(scusate la pessima traduzione dal greco).
Introdusse, poi, onde evitare i lunghi sofismi che avrebbero potuto trascendere nell'ordalia un famoso test: "Test o Croce".
dal "Codex Sophistés Coloniensis" :D :D :D
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Anche io, sulla scia di quanto detto da DoctorPipe, confesso di essere giunto volentieri in questo luogo virtuale proprio perché mi sembra - come è appunto il caso della vexata quaestio sulla definizione di "neutro" - non si arrivi a trascendere come in altri luoghi.
Pax et bonum!
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Termostato da Cirene ....
dal "Codex Sophistés Coloniensis" :D :D :D
Questo è bizantinismo antanico, con scappellamento a destra!!
:lol: :lol:
La prossima citazione sarà di Giuliano La Prostata!
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Ma si,un po' di spirito bizantino non guasta.
Nell'Impero D'oriente la discussione su “quanti angeli potessero danzare su la punta di una fibula” perdurò per almeno 3 secoli fu chiusa da Termostato da Cirene quando dichiaro "e ce n'è quante cen'entra"(scusate la pessima traduzione dal greco).
Introdusse, poi, onde evitare i lunghi sofismi che avrebbero potuto trascendere nell'ordalia un famoso test: "Test o Croce".
dal "Codex Sophistés Coloniensis" :D :D :D
In realtà la questione fu riaperta nel secolo scorso da Azelio Piattola Ronchi, il quale, utilizzando quale cavia la giunonica fantesca Argia, dimostrò che tramite l'introduzione rettale della fibula, le possibilità si moltiplicavano. Gli fu avverso, in questo, il suo pur caro amico Martin Heidegger. Arbitra della accademica tenzone fu la Prof.ssa Mirella Pelagalli Ribelli che sentenziò: "mportasega".
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A Cristià, in pratica è una sorta di "supercazzola prematurata"... :D
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in effetti credo che tutto si risolverà tra quintana o setta