Autore Topic: La pipa chioggiotta  (Letto 20351 volte)

Offline thor

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La pipa chioggiotta
« il: 19 Maggio 2005, 10:55:52 »
Ne possiedo una, in terracotta naturale con classica faccia barbuta e splendida canna in legno di marasca, acquistata molti anni fa e giunta a me intonsa. Da un mesetto la sto fumando e, debbo dire, con inatteso piacere.  :lol:
Ho letto che non necessita di rodaggio, poiché il materiale stesso di cui è fatta la pipa funge da crosta essendo stato cotto a temperature talmente alte da avere perso ogni traccia di quelle materie organiche e combustibili che alterano il sapore del fumo nelle pipe di legno (chi si è "divertito" almeno una volta a rodare una riottosa Peterson sa bene a cosa mi riferisco... :wink: ). Quel che posso testimoniare è che l'ho fumata una dozzina di volte in tutto fin ora e il sapore è identico alla prima: ottimo!
Qualcuno di voi ne possiede uno o più esemplari? Quali sono le vostre impressioni su questa pipa che è stata e rimane (grazie anche alla straordinaria figura di Giorgio Boscolo) una "gloria nazionale"?
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Offline ismaele

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La pipa chioggiotta
« Risposta #1 il: 19 Maggio 2005, 13:16:37 »
Boscolo è a una quarantina di km da casa, bisogna che gli  faccia una visita, tanto più che al convegno di Chioggia non ho potuto andare a vedere il suo laboratorio. Ho voglia di averne una, magari un Garibaldi...

Offline EVA01

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La pipa chioggiotta
« Risposta #2 il: 20 Maggio 2005, 09:34:32 »
....ho ancora la cicatrice della scottatura che mi son preso la prima volta che la fumai....ma non ho mollato!! 8O  :lol:

In effetti, è neutra e permette di godere appieno del gusto del tabacco.
Pecato, appunto, che la terracotta trasmetta tutto il calore all'esterno...
 :D
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Offline thor

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La pipa chioggiotta
« Risposta #3 il: 20 Maggio 2005, 10:29:31 »
Citazione da: "EVA01"
....ho ancora la cicatrice della scottatura che mi son preso la prima volta che la fumai....ma non ho mollato!! 8O  :lol:

In effetti, è neutra e permette di godere appieno del gusto del tabacco.
Pecato, appunto, che la terracotta trasmetta tutto il calore all'esterno...
 :D


Personalmente non ho tanto avvertito il problema perché amo fumare piuttosto lentamente. Ma questa è un'altra buona ragione per consigliare ai neofiti di comprare una chioggiotta: ottima pipa, costo contenuto e...si impara a fumare (spesso anche a proprie spese...tipo l'Emile di Rousseau, che rompe la finestra e per punizione deve dormire una notte al freddo! :wink: ). Non dimentichiamo che le pipe di schiuma e radica (i cosiddetti "materiali nobili") sono anche le più recenti. La più venerabile anzianità possono vantarla le spesso disdegnate pipe in argilla (fine XVI sec., pare fatte fabbricare per la prima volta a Londra da Sir Walter Raleigh), in terracotta (metà XVII sec.) e in porcellana (create nel 1690 da Johann Vilarius, medico austriaco).
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pipaluce

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La pipa chioggiotta
« Risposta #4 il: 20 Maggio 2005, 12:15:43 »
nessuno ha mai disdegnato le pipe in terracotta, almeno di quelli che conosco  io. Le pipe in terracotta offrono una fumata eccellente sotto molti punti di vista, ma ho sempre trovato una certa tendenza ad infiammarmi la lingua. Quindi mi sono fatto l'opinione che le pipe in terracotta sia abbastanza difficili da fumare. Cmq ogni tanto prendo le mie genovesine in terracotta bianca e le fumo con grande piacere.

pipaluce

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« Risposta #5 il: 20 Maggio 2005, 12:21:28 »
approposito: le pipe in argilla, sono da identificare con la terracotta, in quanto non è pensabile l'esistenza di pipe in argilla cruda. Di argille ne esistono di infinite tipologie e sono tutte più o meno adatte per essere cotte. Quelle destinate alle pipe sono principalmente di due tipi: argilla bianca e argilla rossa, la differenza sta nella presenza di alcuni minerali di cui sono composte: prevalente presenza di silicati di alluminio e magnesio per le prime, ossidi di ferro, manganese, ecc ecc per le seconde.
Le argille bianche secondo me danno una fumata più neutra, anche se ricca di sapore.

Offline EVA01

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La pipa chioggiotta
« Risposta #6 il: 20 Maggio 2005, 12:53:30 »
Sire, hai cambiato lo sfondo per le foto??
 :D  :D  :lol:
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Offline thor

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« Risposta #7 il: 20 Maggio 2005, 13:14:05 »
Citazione da: "pipaluce"
approposito: le pipe in argilla, sono da identificare con la terracotta, in quanto non è pensabile l'esistenza di pipe in argilla cruda. Di argille ne esistono di infinite tipologie e sono tutte più o meno adatte per essere cotte. Quelle destinate alle pipe sono principalmente di due tipi: argilla bianca e argilla rossa, la differenza sta nella presenza di alcuni minerali di cui sono composte: prevalente presenza di silicati di alluminio e magnesio per le prime, ossidi di ferro, manganese, ecc ecc per le seconde.
Le argille bianche secondo me danno una fumata più neutra, anche se ricca di sapore.


Grazie della precisazione tecnica. Evidentemente, i dati che ho riportato si riferiscono all'inizio della produzione di pipe in argilla bianca (fine XVI sec.), nota anche solo come argilla, e rossa (metà XVII sec.), quest'ultima a volte impropriamente chiamata terracotta. :)
Comunque, spesso ho incontrato pipatori anche esperti che fumavano solo radica e schiuma, giudicando l'argilla un materiale povero e funzionale prima dell'avvento di materiali più adeguati. Sono felice che un esperto come te mi confermi che l'argilla (non so la porcellana) può dare soddisfazioni anche oggi. :D
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pipaluce

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« Risposta #8 il: 20 Maggio 2005, 13:23:34 »
Sulla porcellana non mi pronuncio più di tanto perchè il materiale è talmente duro e compatto che non riesco ad immaginare qualcosa di diverso da una inondazione di acquerugiola dopo pochi minuti dall'accensione. Analogamente eviterei anche tutte le terrecotte smaltate.

Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #9 il: 20 Maggio 2005, 13:45:39 »
Mi inserisco nella Vs dotta disquisizione su terrecotte e argille. La foto di Claudio non è del suo solito standard (tantoque dormitat pipalux?). sembrerebbe di gesso più che di argilla o terracotta...

Thor, un consiglio: fumatene un paio di terracotta e soprattutto di gesso e ti renderai conto che nulla è più soave che il fumo di queste pipette. la radica è suberba, bella da vedersi, da toccarsi, ma non si avvicina minimamente alla resa di una pipa di gesso. Chiedi ai soci di PES che hanno preso le calabasse antiche con fornello di gesso. Io credo non ci sia di meglio...

... e non si tratta di gusti, ma delle loro peculiarità strutturali e merceologiche.

Vediamo se per stasera riusciamo ad attivare la nostra biblioteca piparia...
Tzi
age quod agis

pipaluce

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La pipa chioggiotta
« Risposta #10 il: 20 Maggio 2005, 13:52:07 »
temo ci sia un quiquoqua, io le pipe di gesso tipo il gesso che si usa per la lavagna non le ho mai viste. Le pipe comunemente dette "di gesso", altro non sono che terracotta bianca, come quella dei piatti tanto per intenderci. Infatti la mia pipa nella foto è argilla cotta, sonante e durissima, niente a che vedere con il gesso.

Offline Aqualong

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« Risposta #11 il: 20 Maggio 2005, 14:26:38 »
Sarebbe interessante rivestire internamente una pipa con argilla,una analogia con i fornelli in schiuma.
Sapete se c'è chi ha già provato ?
Suerte!

Offline Ramingo

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« Risposta #12 il: 20 Maggio 2005, 17:24:26 »
Citazione da: "pipaluce"
Sulla porcellana non mi pronuncio più di tanto perchè il materiale è talmente duro e compatto che non riesco ad immaginare qualcosa di diverso da una inondazione di acquerugiola dopo pochi minuti dall'accensione. Analogamente eviterei anche tutte le terrecotte smaltate.

Il Ramazzotti le detestava parlando di gusto particolarmente acre ed immutabile nel tempo, ed assimilando i due generi.
Concordo inoltre col Sire quando afferma che le pipe di gesso non esistono, infatti sono così dette esclusivamente per il colore, che lo richiama, ma fatte effettivamente di argilla bianca (o caolino) cotta.
"Percussus resurgo."  Ramingo
Le mie pipe

Offline thor

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« Risposta #13 il: 20 Maggio 2005, 17:53:45 »
Citazione da: "pipaluce"
Sulla porcellana non mi pronuncio più di tanto perchè il materiale è talmente duro e compatto che non riesco ad immaginare qualcosa di diverso da una inondazione di acquerugiola dopo pochi minuti dall'accensione. Analogamente eviterei anche tutte le terrecotte smaltate.


Ho la stessa sensazione al riguardo e, infatti, non mi sono ancora deciso ad acquistarne una nonostante fossi spinto a farlo da conoscenti austriaci, presso le cui zone (come anche in Trentino) posso testimoniare che sono ancora abbastanza diffuse e amate.
Secondo me, tutto dipende dalla ragione per la quale si acquista la pipa: se per l'estetica e dunque per mero collezionismo (so di non fumatori collezionisti) o per la "fumabilità" intrinseca dell'oggetto. Naturalmente, l'ideale sarebbe avere entrambe ma non sempre è possibile come nel caso dei suddetti materiali.
Credo che possiamo dirci tutti concordi almeno nell'affermare che la terracotta naturale possa fornire una valida alternativa al classico legno (radica e non solo, come ben sa chi possiede una o più Spanu!) e alla costosa schiuma. Non mi sembra conquista da poco... :D
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Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #14 il: 22 Maggio 2005, 18:09:13 »
Io ho importato dal Sudafrica Calabash con fornello in gesso, come si facevano alla fine dell'800. Ne ho ancora qualcuna, l'ultima è stata acquistata da un ns associato di PES (Lupopipatore). Neppure lui credeva che le facessero di gesso e che questo potesse fumare meglio di ogni radica. Io vi sfido, provare per credere! Anche se non è molto difficile da credere, data la porosità del gesso da presa. Respira meglio di qualsiasi radica, quindi la fumata è  fresca e asciutta.

L'unico inconveniente a mio avviso è che il fornelloè fissato alla zucca, 1quindi difficilmente intercambiabile, quando sarà saturo. Ma quello è un altro discorso. Forse i signori di una volta le buttavano o le facevano rifare (che è quello che ho in mente io, sostituendo il fornello di gesso con uno di schiuma di mare.

Vedo cmq che ci sono tante opinioni in materia, ma poche esperienze.
Ma una chioggiotta che sia una chioggiotta, l'avete mai fumata? provate e poi mi direte...

saluti
Tzi

p.s.: Per una migliore leggibiltà dovresti accorciare la foto, grazie
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Offline thor

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« Risposta #15 il: 22 Maggio 2005, 18:45:03 »
Citazione da: "tzi"
Io ho importato dal Sudafrica Calabash con fornello in gesso, come si facevano alla fine dell'800. Ne ho ancora qualcuna, l'ultima è stata acquistata da un ns associato di PES (Lupopipatore). Neppure lui credeva che le facessero di gesso e che questo potesse fumare meglio di ogni radica. Io vi sfido, provare per credere! Anche se non è molto difficile da credere, data la porosità del gesso da presa. Respira meglio di qualsiasi radica, quindi la fumata è  fresca e asciutta.


In effetti, non mi sembra così strano che ci siano pipe di gesso (naturalmente un gesso poroso e adatto all'uso, non quello che si usa nelle scuole! :? ). Personalmente non ne possiedo nessuna; però sarei molto curioso di comprarne dal momento che ho scoperto di essere particolarmente sensibile alle sfumature che forniscono alla fumata, con lo stesso tabacco, i diversi materiali. Sai darmi un recapito preciso dove trovarne o ordinarne? Resto scettico sulla porcellana ma, se trovassi una pipa di quel tipo, credo che la comprerei comunque...nel peggiore dei casi, la fumerei una volta e poi la terrei per collezione. Sto diventando un po' maniacale? :oops:  :wink:
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Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #16 il: 22 Maggio 2005, 18:51:07 »
Quando avremo finalmente il sito operativo, vai nella pipa di PES e dai un'occhiata alle calabasse sudafricane.

Ne abbiamo ancora qualcuna per i soci

Tzi
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pipaluce

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« Risposta #17 il: 22 Maggio 2005, 19:21:13 »
Citazione da: "tzi"
Io ho importato dal Sudafrica Calabash con fornello in gesso, come si facevano alla fine dell'800. Ne ho ancora qualcuna, l'ultima è stata acquistata da un ns associato di PES (Lupopipatore). Neppure lui credeva che le facessero di gesso e che questo potesse fumare meglio di ogni radica. Io vi sfido, provare per credere! Anche se non è molto difficile da credere, data la porosità del gesso da presa. Respira meglio di qualsiasi radica, quindi la fumata è  fresca e asciutta.

L'unico inconveniente a mio avviso è che il fornelloè fissato alla zucca, 1quindi difficilmente intercambiabile, quando sarà saturo. Ma quello è un altro discorso. Forse i signori di una volta le buttavano o le facevano rifare (che è quello che ho in mente io, sostituendo il fornello di gesso con uno di schiuma di mare.

Vedo cmq che ci sono tante opinioni in materia, ma poche esperienze.
Ma una chioggiotta che sia una chioggiotta, l'avete mai fumata? provate e poi mi direte...

saluti
Tzi

p.s.: Per una migliore leggibiltà dovresti accorciare la foto, grazie




Caro Pino, il discorso che hai fatto mi sembra un pò nebuloso e qui tento di riassumerne alcuni punti essenziali:
parli di una Calabash di provenienza africana e per la prima volta, cioè in questo forum, parli dell'esistenza di un fornello in gesso. Ne decanti le lodi come di una sostanza superiore a qualsiasi radica. Però il fornello è attaccato alla zucca e quindi non si è in grado di poter effettuare le normali e necessarie operazioni di pulizia. Poi, nonostante la meravigliosa bontà del fornello in gesso, dici che hai in mente di cambiarlo con uno in autentica schiuma di mare.
Ecco, questa mi sembra la dimostrazione che l'importante è sempre avere poche idee, ma confuse.  :lol:


ps
Le foto stanno bene come sono, tu intanto impara a pagare le bollette e a comprare Calabash vere.  :lol:

ps2
Spero di potere rivedervi presto online.

Saluti e baci.

Offline TheGatesOfFate

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La pipa chioggiotta
« Risposta #18 il: 22 Maggio 2005, 20:33:14 »
Mi sa che ha ragione il Sire...

e come direbbero gli inglesi: what a mess!
Nel senso che anche a me piacciono gli esperimenti, perciò ben vengano calabasse africane, gessi, legni arditi ed altro. Però...

...eh si, c'è un però.
Di fatto i riferimenti assoluti sono inequivocabili.
Radica, Schiuma, Clay(terracotta) e Porcellana sono i riferimenti.
Il resto è sperimentale, specie se deriva da strane costruzioni di zucca, gesso ecc.
C'è anche da dire che alla fine restano solo Radica e schiuma(come riferimenti, naturalmente. Poi se uno vuole sperimentare ci sono mille altre cose...)
Dico radica e schiuma perchè oltre ad essere collaudate, sono concepite per fumare in modo "moderno". Cioè sono concepite per l'uso dei tabacchi in commercio, per gli accessori in commercio, per le abitudini e tradizioni tramandate.

La clay e la porcellana non sono concepite per i tabacchi moderni, tantomeno è pensabile di fumarci dentro l'old ironside.
Nelle clay andrebbe fumato il tabacco com'era nel 1700 o nel 1800. Idem per porcellana.
Questo è il motivo per cui a qualcuno la porcellana, coi moderni tabacchi, sembra inaccettabile, e che la clay ustiona.

Con la porcellana provateci i tabacchi traditional, ammesso che vi piacciano. Nei cataloghi dei negozi svizzeri ne sono presenti alcuni...o trinciateci finemente dei sigari...
Con la clay non vale la pena pensare neanche ai virginia puri attuali. Meglio il taglio fine del forte allora...o magari certi tabacchi da sigaretta...
Non saranno come quelli del 1800, ma almeno come taglio ed umidità sono più consoni per questi materiali.
Ve lo immaginate un pipatore fine settecento che si appresta ad aprire una scatola di timm london 1000, e siccome la scatola è da 100g si preoccupa di non perdere umidità? Questo paradosso è per dire che i tabacchi d'allora dovevano esser necessariamente più secchi(avete presente il forte?), non addizionati(cioè veramente puri) e di taglio molto più fine. La questione è che, per tradizione, si è voluto lasciare le forme delle clay simili a quelle storiche, ma i tabacchi per quelle pipe non si trovano più!
Anche le pipe in radica fine ottocento eran piccine, molto più piccine di quelle attuali, e i tabacchi eran diversi.

Perciò non mi si cantino meraviglie di terracotte e gessi...
Oggi si fuma radica e schiuma(come regola). Poi ci si può dedicare anche ad una clay, o una marasca o un bubinga africano, mettendoci magari l'odyssey di Pease...
"E' duro essere religiosi quando certe persone non vengono mai incenerite da un fulmine..." (Bill Watterson)

Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #19 il: 22 Maggio 2005, 21:20:14 »
Rispondo al Sire per primo. Forse sono stato poco chiaro e me ne scuso, davo per scontato che la letteratura sulla chioggiotta e le pipe in gesso fosse nota.

Le pipe di terracotta come ogni cosa al mondo hanno vita limitata. I ricchi le fumavano un certo numero di volte (non poche), ma poi le buttavano; i poveri le riciclavano mettendole nel camino per far sciogliere il grumo di catrame che si era formato (e che limitava la loro porosità), ripulendole con cura. Questo succedeva pure con le pipe di gesso, che per la loro fragilità duravano ancora meno. Anche il bocchino di marasca o di sanguinella ha una vita limitata. Io li preferisco al metacrilato: ne ho una scorta e al momento opportuno li cambio.

Corsellini scrisse chiaramente che le pipe di Sherlock erano di gesso, vi sarà sfuggito. Gli inglesi fumavano pipe di zucca sudafricana (importata dalle loro colonie) con fornelli di gesso. Quelle che ho fatto venire dovrebbero essere simili a quelle fumate dal famoso detective. Il fornello è di gesso fissato con una vera alla zucca. Ora da noi si sa che tutto ciò che si mette si può anche togliere, io non ci ho provato, ma penso che si possa anche fare.

Ricordo al Sire che gli inglesi avevano le loro calabasse, che chiamavano appunto Calabash dal nome della cucurbitacea sudafricana. Le imperial austroungariche le chiamavano Strambach dal suo mercante ed erano un'altra cosa per il rapporto privilegiato con la Sublime Porta, che forniva il silicato di magnesio. Come vedi è tutta questione di politica internazionale...

Per quanto riguarda il cambio di fornello, io intendevo (ma mi sono spiegato male) quando fosse l'ora di cambiarlo per l'usura. Una volta fumare la pipa era un'arte ancora più difficile di oggi. I nobili e ricchi lasciavano ai poveri il compito di rodare le pipe. Anche la pulizia non era così semplice come ai nostri dì. Avete mai visto una tirolese? o una Chemnitz? immaginate il sig. Rossi che se la fuma in macchina?

Per ciò che concerne i tabacchi, concordo con il fermano Gate: una esatta filologia della pipata richede tabacchi coevi. Dimentichi però che le pipe sono moderne, benchè di terracotta. Mi sembra piccola cosa, invece, dire che la pipa brucia. Fumata correttamente una pipa non deve scottare, nemmeno una chioggiotta. Prova a far durare tre grammi di tabacco a costo della vita, vedrai che il fornello sarà tutto, meno che infuocato.

Non so se con questa chiosa sono riuscito a farmi intendere. Voi ditemi quello che avete capito e non provatevi a fare esegesi di ciò che vi è rimasto nebuloso, il resto lo estrapolo io.

Una cosa è certa che la foto pecca di megalomania come il suo autore.

Domani avremo il ns bel sito, rinnovato e luccicante (si spera) con tanti nuovi articoli. Ne sto preparando uno sulla più antica fabbrica di pipe.

La pipa 2005 non mi dispiace, saluti
Tzi
age quod agis

Offline TheGatesOfFate

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« Risposta #20 il: 22 Maggio 2005, 22:19:50 »
Citazione da: "tzi"

Per ciò che concerne i tabacchi, concordo con il fermano Gate: una esatta filologia della pipata richede tabacchi coevi. Dimentichi però che le pipe sono moderne, benchè di terracotta.



Le pipe sono moderne solo per quel concerne la data di fabbricazione.
Le clay, siano esse italiane o inglesi o americane, hanno mantenuto le forme storiche. Quelle forme non sono adatte agli attuali tabacchi. Non che non ci si possano fumare dentro, s'intenda...è come mandare una "giulia"(anche fosse un'esatta replica moderna) con la benzina verde.





Citazione da: "tzi"

Mi sembra piccola cosa, invece, dire che la pipa brucia. Fumata correttamente una pipa non deve scottare, nemmeno una chioggiotta. Prova a far durare tre grammi di tabacco a costo della vita, vedrai che il fornello sarà tutto, meno che infuocato.


Mica parlavo del fornello...parlavo della lingua. Visto che qualcuno più sopra se l'ha ustionata. Colpa dell'abitudine del fumar "moderno", e dei tabacchi inadeguati. Come vedi, non è "piccola cosa".

Comunque già a quei tempi le preziosissime schiume viennesi erano di classe superiore, ed i legni si iniziarono ad usare proprio per stemperare l'asprezza dei tabacchi d'allora(con pipe d'essenze piacevoli).
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Offline Cristiano

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« Risposta #21 il: 22 Maggio 2005, 23:00:40 »
allora la calabassa che spacciavi l'anno scorso aveva il fornello interno di gesso e non di schiuma?

Truffa, raggiro, grassazione :D

Pino, da' retta... datti all'ippica!!!! :D  :D

Già me lo vedo equusergosum! :roll:
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #22 il: 22 Maggio 2005, 23:46:48 »
Le pipe sono moderne solo per quel concerne la data di fabbricazione.
Le clay, siano esse italiane o inglesi o americane, hanno mantenuto le forme storiche. Quelle forme non sono adatte agli attuali tabacchi. Non che non ci si possano fumare dentro, s'intenda...è come mandare una "giulia"(anche fosse un'esatta replica moderna) con la benzina verde.

Dai un'occhiata alle pipe di radica fine 800 e alle nostre: sono uguali eppure i tabacchi fumati erano diversi...




Mica parlavo del fornello...parlavo della lingua. Visto che qualcuno più sopra se l'ha ustionata. Colpa dell'abitudine del fumar "moderno", e dei tabacchi inadeguati. Come vedi, non è "piccola cosa".

A sentirti ragionare mi viene il sospetto che tu non abbia mai fumato una chioggiotta...
Tzi
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Offline tzi

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« Risposta #23 il: 22 Maggio 2005, 23:52:40 »
Citazione da: "Cristiano"
allora la calabassa che spacciavi l'anno scorso aveva il fornello interno di gesso e non di schiuma?

Truffa, raggiro, grassazione :D

Pino, da' retta... datti all'ippica!!!! :D  :D

Già me lo vedo equusergosum! :roll:


Ho una magnifica pipa con testa di cavallo che potrei fumare...

Per quanto riguarda la calabassa, appena me ne sono accorto l'ho detto a chi voleva acquistarla, come ho anche detto che fumava benissimo: tutta cenere bianca alla fine...

Vi vedo un po' distratti, saranno i mille impegni...
tzi
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Offline Aqualong

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« Risposta #24 il: 23 Maggio 2005, 00:35:22 »
Ogni tanto sfioriamo ,appena,un argomento molto interessante, che andrebbe approfondito in apposito 3d, ovvero il paragone con la pipa in tempi abbastanza lontani e l'uso odierno,in special modo l'uso che ne facciamo noi.
Per spegarmi meglio, una sessantina di anni or sono(ieri) un fumatore di pipa mediamente ne possedeva un paio, fumava in casa sempre la solita pipaccia e quella più bellina la fumava fuori,se andava all'osteria (da i' vinaio) a farsi i' mezzo litro portava sempre la brutta.
Quella bellina per andare al cinema o al varietà (a i' casino),quindi rotazioni di pipe dell'epoca,tabacchi dell'epoca,divertimenti,mezzi di locomozione, etc e molte spiegazioni ci apparirebbero spontanee su come erano i trinciati,la grossezza delle pipe e altro.

Ovvia mettiamolo sù questo 3d, sicuramente sarebbe utile e storico.
Suerte!

Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #25 il: 23 Maggio 2005, 01:05:14 »
Fino alla fine dell'800 i poveri fumavono la pipa e i ricchi il nobile sigaro.

Poi qualche snob incominciò con la pipa. Ma rimase un arnese per poveri perchè si bruciava tutto il tabacco e non c'era spreco. Con le macchine automatiche per le sigarette, se ne poterono sfornare moltissime a costi molto ridotti, quindi i giovani poveri furono anch'essi attratti dalle sigarette. Status symbol e praticità. I vecchi continuarono a fumarsi le povere pipe che per lo più si fabbricavano da sé con legno di bosso, gelso o altri.

Nel frattempo anche qualche nobile e/o ricco si era convertito alla pipa: Edoardo VII e il senatore Agnelli, per citare solo due casi emblematici. Tutto l'entourage che faceva cornice ai due personaggi passò alla pipa: a Londra per il re sorsero le migliori fabbriche di pipe (che facevano fare anche  in Italia da terzisti - vedi Dunhill); e Torino divenne una capitale italiana della pipa, dove i migliori negozi (Diapede e altri) si facevano fabbricare le pipe con il loro nome.

La pipa povera sopravvisse nelle campagne fino alla II guerra mondiale. Gli Yankees ci portarono le loro ambite sigarette e l'amore per la pipa svanì, salvo poi rinascere come cult per intellettuali e snob.

Ora la pipa povera non esiste più, essa è sempre più uno strumento artistico, griffato e firmato con molti punzoni. Tutti gli artigiani giurano sulla verginità della nonna che la radica è ottima e calabrese. Pochi sanno invece che anche noi la importiamo dalla Corsica e dalla Francia.

Tzi
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« Risposta #26 il: 23 Maggio 2005, 01:09:52 »
A parte che "il famoso detective" era esistente solo nella fantasia di Sir Conan Doyle, l'attribuzione della calabash ad Holmes è cosa piuttosto recente e anche del tutto arbitraria, in quanto nei romanzi non si fa mai menzione di tale pipa. Inoltre lo scritto di Corsellini, seguendo il filo immaginativo di Conan Doyle e del suo personaggio, compie una specie di contro indagine semi seria ma con un certo carattere di intelligenza.
Ma siccome tu sei, a ragione, un esperto di pipe chioggiotte, forse sarebbe il caso di limitare il discorso delle pipe di gesso a queste, in quanto almeno io è la prima volta che sento parlare del gesso vero e proprio anche per le chioggiotte. Ricordo, a scanso di equivoci, che se una qualsiasi argilla è passata per un forno di cottura, non si può chiamare gesso. Il gesso è veramente un'altra sostanza (solfato di calcio e, qualche volta, carbonato di calcio per i gessetti da lavagna), che a tutt'oggi mi risulta totalmente estranea nell'uso pipario. Le uniche pipe di gesso che ho visto in vita mia sono state quelle nel tiro al bersaglio del luna park. Però attendo lumi.

Offline tzi

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La pipa chioggiotta
« Risposta #27 il: 23 Maggio 2005, 01:36:50 »
Credimi, Sire, si son fatte pipe di gesso (solfato di calcio - gesso da presa) e di altri tantissimi materiali, direi tutti i legni, prima di approdare alla radica. Limone, ulivo, gelso, ciliegio, faggio e altri. Ma anche i metalli erano usati per fare attrezzi da fumo.

Io stesso da ragazzino le facevo col legno di gelso, allora abbondante nel ns povero Veneto, per nutrire i bachi da seta, che nelle campagne chiamavano cavalieri. Rendevano nulla ma davano l'impressione di aiutare il meschino bilancio. Così tutte le campagne e le aie erano circondate da siepi di gelso che davano bacche bianche dolcissime, simili a more.
Il legno era percorso da una linfa simile all'odierno polistirolo che si toglieva con un ferro incandescente. Svuotato il fornello e il bocchino, si incastravano i due dopo averli temprati al fuoco, attenti a non farli ardere. Come per il caffé si usava la cicoria, così invece del tabacco si fumava semi di finocchio e altri surrogati.

Mi hanno portato un sacchetto dall'Ukraina e sembran semi di finocchio, segno che anche oggi qlc usa il surrogato del tabacco. Quando lo aprirò potrò dirti che cosa contiene, di sicuro non è trinciato.

Hai visto le pipe ukraine? le fanno con legni bizzarri.

Hai letto l'articolo su Gruszevski, che ha fatto le prime pipe di pietra per non potersi permettere un ciocco di radica?

Saluti
Tzi
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« Risposta #28 il: 23 Maggio 2005, 11:33:19 »
Caro Pino, mi spiace ma quanto tu dici mi appare piuttosto ambiguo: se andiamo a guardare bene, sono ben pochi i materiali che non sono stati usati per costruire le pipe. Ma qui parliamo di pipe vere e di materiali che hanno costituito una tradizione nel tempo. Quindi la mia domanda era:
esistono chioggiotte in gesso?
In quali altri ambiti è rappresentata ed è documentabile la produzione di pipe in gesso?
(per gesso intendo il solfato di Calcio).

E, per favore, non mi portare ad esempio la calabash dei poveri, perchè non ci sarebbe nemmeno una base per discutere.  :lol:

Offline tzi

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« Risposta #29 il: 23 Maggio 2005, 12:32:38 »
Tutte le olandesi erano di gesso

tzi
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« Risposta #30 il: 23 Maggio 2005, 12:41:00 »
Citazione da: "tzi"
Tutte le olandesi erano di gesso

tzi


e io qui ti volevo!
tu probabilmente ti riferisci alle olandesi di Gouda, ok?
Guarda bene la pipa nella foto, perchè trattasi di pipa indiscutibilmente in terracotta bianca prodotta nella fine degli anni 80. Anche gli esemplari vecchi ed antichi che mi è capitato di esaminare nel tempo, di pipe olandesi in "gesso", sono indiscutibilmente di terracotta bianca.


Offline tzi

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« Risposta #31 il: 23 Maggio 2005, 13:36:32 »
Bellissimo Robinson Crosoe!
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Offline TheGatesOfFate

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« Risposta #32 il: 23 Maggio 2005, 15:28:57 »
Citazione da: "tzi"

Dai un'occhiata alle pipe di radica fine 800 e alle nostre: sono uguali eppure i tabacchi fumati erano diversi...

A sentirti ragionare mi viene il sospetto che tu non abbia mai fumato una chioggiotta...


Su queste basi ritengo inutile protrarre ulteriormente la diatriba, giacchè non è affatto vero che le pipe di radica fine ottocento sono uguali a quelle attuali...che normalmente la più grande vintage che si vede in giro è grande si e no come una dunhill gruppo 2...

Le chioggiotte le ho fumate e le ho. Non per passione, nè per particolare motivazione se non quella dell'esperimento. Complice la ricerca e le conferenze organizzate da Paolo del club fermano ed il suo interesse per le "clays" italiche. Lui dice che se ne facevano anche qui in zona(a Massignano), insieme ai fischietti. Se ne trova qualcuna, provo anche quelle locali...
"E' duro essere religiosi quando certe persone non vengono mai incenerite da un fulmine..." (Bill Watterson)

Offline ismaele

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« Risposta #33 il: 23 Maggio 2005, 18:25:12 »
Dunque, mettiamo un po' di ordine.
Con il complemento di specificazione "di gesso" si intendono pipe fatte di argilla bianca: su questo non c'è né può esservi dubbio alcuno. Non esiste trattato o storia della pipa scritto da chicchessia che non lo dica, vedi per noi italiani gli arcinoti libri del Bozzini.
Il gesso propriamente detto è solfato bi-idrato di calcio e ha colore che va dal bianco al giallastro, dal bruno al grigio. E' tenero (grado 2 della scala di Mohs) , leggero, sfaldabile, trasparente con lucentezza serica: l'alabastro, infatti, è un gesso. E' poco solubile in acqua. Il g. usato in edilizia (intonaci, rivestimenti, cementi) è sotto forma di g. cotto, trasformato cioè per riscaldamento in solfato anidro. Così ridotto ha proprietà leganti: miscelato con acqua forma una massa densa e plastica che indurisce: è detto g. da presa, mentre impastato con colle diventa stucco.
Usi: costruzioni, decorazioni per interni, poiché NON ha elevata stabilità all'azione dilavante dell'acqua. Lo si usa per produrre stampi, data l'elevata capacità di aumentare di volume, per cui penetra in ogni cavità (statuaria, , dove viene impiegato per i calchi). Usato per chiarificare i vini e nella traumatologia ortopedica (m'hanno messo il gesso!).
Passiamo all'argilla, alla terracotta, alla porcellana, alla maiolica.
L'argilla è classificata come roccia sedimentaria incoerente, derivata da sedimentazione appunto di granuli visibili solo al microscopio, mentre il gesso si configura come una cristallizzazione monoclina in aggregati o in fibre.
La finezza dei granuli dell'argilla la rendono impenetrabile all'acqua (impermeabilità). Essi sono composti da quarzo, felspati, calcite e da minerali tipici detti argillosi, come p. es. la caolinite (caolino). In associazione al calcare costituisce le marne. E' usata universalmente nella produzione di laterizi, della terracotta, delle ceramiche.
Dicesi invece terracotta l'argilla cotta: essa può essere vuoi bianca (e c'è chi la scambia per gesso...) vuoi colorata solitamente di rosso, bruno o bruno-rossastro - p. es. nei laterizi. Le pipe di Gouda sono d'argilla bianca, quelle napoletane e chioggiotte d'argilla rosso-brunastra, o per la presenza di minerali che conferiscono tale colorazione naturale o per l'aggiunta di essi durante la lavorazione.
 "Ceramica" è nome d'origine greca, significando in quella lingua "kèramos" nient'altro che l'italiano "argilla". Essa altro non sarebbe che la terracotta, e così era nel passato più lontano, quando si era imparato a sottoporre l'argilla a cottura con calore elevato. E' però consuetudine ormai designare con tale nome sia le terrecotte non vetrinate a pasta porosa - come i laterizi - sia quelle vetrinate - come maioliche, terraglie, faenze - e ancora quelle a pasta compatta e poro chiuso - come le porcellane.
Le pipe non potrebbero mai essere fatte in gesso a causa delle proprietà chimico-fisiche che non lo consentirebbero, ma solo ed esclusivamnete partendo dall'argilla.
Avremo pertanto le Gouda, le chioggiotte, le napoletane e simili e le pipe in porcellana, diffuse tra Sette e Ottocento, soprattutto in area tedesca, come le Reggimentali e le Gesteckpfeifen. Se ne sono fatte anche a Capodimonte.
Contenti? Soddisfatti? Convinti?
Ora non rompete più gli zebedei :wink:

P.S.: giuro sulla capa del Sire che quanto sopra è tutta farina del mio sacco e me ne assumo la responsabilità davanti al sacro dio del calumet :roll:  :lol:  :D
Aloha

Offline Cristiano

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« Risposta #34 il: 23 Maggio 2005, 18:30:46 »
Sire sei bellissimo...

Pino, tu che parli di distrazione è il colmo!!!
D'ALTRA parte noi siamo impegnati a ricordarci di rinnovare l'abbonamento del sito :twisted:  :twisted:  :twisted:  tiè piglia e porta a casa :P
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

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« Risposta #35 il: 23 Maggio 2005, 19:26:51 »
Ah bè, se lo giuri sulla mia capa, allora deve essere per forza una cosa seria...  :roll:   8O   :lol: