Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 202555 volte)

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #405 il: 13 Marzo 2013, 12:42:03 »
RUDOLF BULTMANN

Rudolf Karl Bultmann (Wiefelstede, 20 agosto 1884 – Marburgo, 30 luglio 1976)

.................................................................................. è stato un teologo evangelico tedesco.
 

Fra i suoi allievi si contano, fra gli altri, Hans Jonas, Heinrich Schlier, Uta Ranke-Heinemann, Ernst Käsemann, Günther Bornkamm, Ernst Fuchs e Herbert Braun. Bultmann è noto principalmente per il suo programma di demitizzazione del messaggio evangelico.

Bultmann è figlio di un pastore protestante. Dal 1895 al 1903 frequenta il ginnasio umanistico nella vicina Oldenburg. Dopo la maturità studia teologia evangelica a Tubinga, Berlino e Marburgo, dove si laurea nel 1910 e, due anni dopo, ottiene l'abilitazione all'insegnamento, attività che svolge negli anni seguenti come docente privato. Fino al suo pensionamento nel 1951 ottenne cattedre a Breslavia (1916-20), Gießen (1920-21) e Marburg (1921-1951).
 
La sua Storia della tradizione sinottica del 1921 è considerata, ancora oggi, uno strumento essenziale della ricerca neotestamentaria persino da studiosi che respingono sia l'analisi di Bultmann relativa alle unità narrative di cui i Vangeli sarebbero composti e all'utilizzo nel Nuovo Testamento delle figure retoriche dei tropi, sia quella critica delle forme, di cui Bultmann è stato l'esponente di maggior rilievo.
 
Nella sua opera Nuovo Testamento e Mitologia, del 1941, Bultmann prospettò una demitizzazione del messaggio evangelico. Egli non voleva tanto rendere scientifico il messaggio neotestamentario, quanto far rilevare che il linguaggio mitico dei Vangeli trasmette una verità che non è immediatamente accessibile al pensiero scientifico. Di conseguenza il Gesù storico deve essere nettamente separato dal Cristo del kerigma.
 
Secondo Bultmann il linguaggio mitologico non è più comprensibile oggi all'uomo moderno, e la fede non può essere ridotta a un mero prendere per vera una serie di fatti miracolosi. Bultmann vorrebbe dunque spogliare il messaggio evangelico dal linguaggio mitologico e renderlo comprensibile all'uomo moderno. A tale scopo egli utilizza il metodo storico-critico e recepisce, dall'esistenzialismo di Martin Heidegger, il principio dell'interpretazione esistenziale, in base al quale il mito deve essere interpretato in base alla comprensione di sé dell'uomo che il mito medesimo intende comunicare.
 
Seguendo la idea proposta da vari autori della Scuola di storia delle religioni, come Hans-Joachim Schoeps, difende la teoria dell'ellenizzazione del giudeocristianesimo primitivo, che sarebbe stata realizzata da Paolo di Tarso sotto l'influenza delle religioni misteriche e dello gnosticismo. Secondo Bultmann, Paolo svincola Gesù di Nazaret dal suo ambito profetico giudeo e lo riveste del concetto di divinità presente nel redentore delle religioni misteriche.

da Wikipedia

seguono immagini

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #406 il: 13 Marzo 2013, 18:22:45 »
JACQUELINE KENNEDY

Jacqueline Lee Bouvier, detta Jackie (Jackie Kennedy, durante il primo matrimonio, Jackie O, durante il secondo),

................................................... coniugata Kennedy in prime nozze e Onassis in seconde nozze (Southampton, 28 luglio 1929 – New York, 19 maggio 1994 - 64 Anni ),

fu la moglie di John Fitzgerald Kennedy, 35° presidente degli Stati Uniti, First Lady dal 20 gennaio 1961 al 22 novembre 1963, data dell'assassinio del marito. Vedova, sposò poi l'armatore greco Aristotele Onassis.
 

Grazie alla sua grazia, cultura ed eleganza, è rimasta un idolo per le generazioni successive.
 
Tori Amos le ha dedicato nel 1998 una canzone, mentre nel 1995 il compositore statunitense Michael Daugherty ha composto un'opera lirica, Jackie O, che tratta alcune fasi della sua vita.

Jacqueline Lee Bouvier nacque in una famiglia dell'alta società newyorkese, come primogenita di John "Jack" Vernou Bouvier III (1891 - 1957), un broker di borsa di origine francese, e di Janet Lee Bouvier (1906 - 1989), figlia di un direttore di banca. Jacqueline ebbe una sorella più giovane, Caroline Lee (nota come Lee Radziwill) nata il 3 marzo 1933. I suoi genitori divorziarono nel 1940 e la madre si risposò nel 1942 con Hugh D. Auchincloss, Jr., erede della Standard Oil.
Dal lato paterno, Jacqueline discendeva da Michel Bouvier (1792-1874), appartenente Van Salees, una stirpe di mercanti di origine francese, olandese, inglese che si era stabilita a New Amsterdam (il primo nome con il quale era nota New York) nel XVIII secolo. Dal lato materno aveva discendenze irlandesi.Jackie trascorse le vacanze estive dei primi anni della sua vita nella tenuta dei nonni paterni a East Hampton, dove ebbe modo di praticare l'equitazione divenendo un'esperta cavallerizza e vincendo numerosi trofei e medaglie. Questo è un costume molto diffuso tra le famiglie di buona condizione sociale degli USA. Jacqueline era molto legata a suo padre, per questo soffrì molto quando questi cadde vittima dell'alcolismo. Coltivò numerosi interessi quali la lettura, la poesia, la fotografia e la pittura.Jacqueline frequentò la Miss Porter's School dal 1944 al 1947, poi il Vassar College dal 1947 al 1948 (dove venne anche nominata "debuttante dell'anno" nella stagione 1947-48) e, infine, la George Washington University, dove ottenne la laurea in belle arti nel 1951.
 Nel 1949 si recò a Parigi per un soggiorno di studio alla Sorbona, dove rimase affascinata dalla Francia e dalla sua cultura, sviluppando un senso del gusto e dell'eleganza che si sarebbe manifestato successivamente in molti aspetti della sua vita. Parlava correntemente italiano, francese e spagnolo, qualità che sfruttò nella campagna presidenziale del marito registrando discorsi per gli immigrati.Come primo lavoro, il Washington Times-Herald le affidò una serie di inchieste fotografiche da realizzare intervistando personaggi noti nella capitale statunitense. Grazie a questo incarico divenne conosciuta negli ambienti politici di Washington, ed ebbe modo di incontrare il suo futuro marito John Fitzgerald Kennedy, allora giovane congressista del Massachusetts.
Dopo un effimero fidanzamento col broker di borsa John Husted Jr., il 12 settembre 1953 Jacqueline sposò Kennedy, quando era senatore e astro nascente del Partito Democratico statunitense. Le nozze si svolsero a Newport (Rhode Island) e fu tenuto un sontuoso ricevimento per 2000 invitati.
La coppia ebbe quattro figli:
 Arabella Kennedy (nata morta, 1956)
 Caroline Bouvier Kennedy (n. 1957). Quest'ultima si è sposata nel 1986 con Edwin Arthur Schlossberg, e ha avuto tre figli: Rose (1988), Tatiana (1990) e John (1993).
 John Fitzgerald Kennedy Jr. detto John-John, (1960-1999)
 Patrick Bouvier Kennedy (nato e morto a 2 giorni nell'agosto 1963)
La coppia passò i primi due anni di vita coniugale a Georgetown. Fu un periodo caratterizzato da diversi problemi di salute del marito, dovuti a traumi spinali riportati in guerra, a seguito dei quali dovette sottoporsi a due interventi chirurgici e passò lunghi periodi di convalescenza.Jacqueline ebbe un'ammirazione, ricambiata, per suo suocero (che ne riconobbe il grande potenziale come moglie di un politico) e fu vicina anche a suo cognato Robert, detto Bobby. A differenza però dei membri della famiglia Kennedy, appassionati di sport e di competizioni, Jackie predilesse uno stile di vita più tranquillo e riservato.All'inizio della campagna per le elezioni presidenziali, Jacqueline cominciò ad affiancare costantemente suo marito attraverso tutti gli Stati Uniti; la sua seconda gravidanza le impedì tuttavia di portare a termine l'impegno per un preciso divieto dei medici dovuto all'esito sfavorevole della prima.
 Nel voto dell'8 novembre 1960 Kennedy sconfisse di misura Richard Nixon, divenendo il 35° Presidente degli Stati Uniti d'America: Jackie Kennedy divenne una delle più giovani First Lady della storia.
 Come First Lady (titolo che non gradiva in quanto le sembrava il nome di un cavallo), Jacqueline Kennedy si trovò a condurre una vita sotto i riflettori, ma tentò sempre di educare i figli al riparo dall'occhio dei media. La sua predilezione per la haute couture e la scelta di piatti francesi per i menu dei ricevimenti alla Casa Bianca le procurò critiche da parte dei commentatori più bigotti e sciovinisti, ma ciò non impedì di farla assurgere, grazie al suo spiccato buon gusto e alla raffinatezza degli abiti creati per lei dallo stilista Oleg Cassini, ad icona riconosciuta dell'eleganza occidentale.
 La sua riconosciuta abilità sociale ebbe effetti positivi sulle relazioni internazionali statunitensi. È rimasto leggendario il suo savoir faire con il generale De Gaulle a Parigi e con il leader sovietico Nikita Kruscev, che rimase da lei affascinato nel corso del summit di Vienna, evento che pure fu un insuccesso politico di suo marito John.
 La sua sensibilità artistica e storica le permise anche di occuparsi personalmente degli interni della Casa Bianca, ripristinando gli arredi originali e curandone l'allestimento; per l'occasione, il 14 febbraio 1962 Jackie Kennedy effettuò una celebre visita guidata alla Casa Bianca che fu trasmessa dalla televisione.
 La coppia presidenziale si distinse in prima linea per il coinvolgimento in eventi sociali e culturali. Il loro interesse per l'arte, la musica e la cultura rivoluzionò anche lo svolgimento dei ricevimenti ufficiali, in quanto Jackie e John vollero circondarsi di artisti, celebrità e premi Nobel, che parteciparono ai pranzi e alle cerimonie, mescolandosi alle autorità politiche.
Il 21 novembre 1963 Jacqueline e John lasciarono la base aerea militare di Andrews, prima si fermarono a San Antonio, e poi andarono a Houston per una visita alla NASA. La loro ultima fermata quel giorno fu a Ft. Worth. Il giorno successivo i due volarono all’aeroporto di Dallas. Un breve tragitto in auto doveva portarli al Trademart dove era previsto che il presidente tenesse un discorso. Jackie era seduta nella berlina presidenziale accanto a suo marito quando questi fu colpito e ferito mortalmente alla testa in Piazza Dealey.
 Il vice presidente Johnson e sua moglie seguivano su un'altra auto della sfilata. Dopo che il Presidente fu colpito, Jacqueline abbracciò John dicendo «Ti amo tanto Jack». Provvide a far convocare un sacerdote per fargli avere l'assoluzione e l'Estrema Unzione. Dopo la morte di suo marito rifiutò di rimuovere le macchie di sangue dal suo abbigliamento e protestò perché le avevano lavato il sangue dal volto e dalle mani. Continuò ad indossare il famoso vestito rosa con cui appare accanto a Johnson durante il giuramento per la nomina Presidente. Jacqueline disse a Lady Bird Johnson: «Voglio che vedano ciò che hanno fatto a Jack»[1]. Il coraggio e il contegno dimostrato nei momenti successivi all'assassinio del marito le procurarono un'enorme ammirazione.
 Jacqueline Kennedy, tenendo i figli per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew ed accese la fiamma eterna sulla sua tomba nel cimitero nazionale di Arlington. Il London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà».
 In seguito Jacqueline condusse un lutto di un anno, durante il quale non fece apparizioni pubbliche, decise di vendere la casa in Virginia dove aveva intenzione di trascorrere con suo marito gli anni successivi all'incarico presidenziale e acquistò un lussuoso appartamento nella Quinta Strada a New York per poter avere maggior riservatezza.
 Onorò degnamente la memoria di suo marito recandosi presso la sua tomba in numerose occasioni pubbliche e private e partecipando ad eventi commemorativi. A Boston fece costruire la Biblioteca John Fitzgerald Kennedy, che venne inaugurata nel 1979 da Jimmy Carter.
Jacqueline fu molto vicina anche a suo cognato Robert nel corso della sua campagna presidenziale, dispensando consigli e comparendo in molte occasioni pubbliche, ma il 6 giugno 1968 anche Robert fu assassinato. A questo punto Jacqueline, temendo che tutti i Kennedy potessero essere in qualche modo "nel mirino", decise di lasciare gli Stati Uniti e, dopo soli quattro mesi, il 20 ottobre 1968, sposò l'armatore greco Aristotele Onassis (che già conosceva da anni, conoscenza che aveva dato adito a voci di una loro eventuale, mai ammessa e mai provata, precedente relazione), che per lei interruppe la lunga storia d'amore con la cantante lirica Maria Callas.
 Col secondo matrimonio, Jacqueline perse la protezione dei servizi segreti americani, ma finì tra le braccia di un uomo che aveva denaro e potere a sufficienza per garantirne l'incolumità e lo status sociale cui era abituata. La relazione coniugale era stata puntigliosamente regolata da un contratto pre-matrimoniale, stilato dagli studi legali di fiducia dei coniugi. Vi era previsto di tutto, dal numero minimo di fine settimana che i coniugi dovevano trascorrere insieme ogni anno, a quale percentuale del patrimonio del marito le sarebbe toccata a titolo di "alimenti", in caso di divorzio, commisurata al numero di anni che sarebbe durato il matrimonio. Si tratta d'una prassi molto diffusa nell'alta società americana.
 Il matrimonio tra Jacqueline e l'armatore non funzionò apparentemente bene: la coppia raramente trascorse il proprio tempo insieme più di quanto garantito dal contratto e Jacqueline finì per dedicarsi ai viaggi e allo shopping. Nonostante Onassis si trovasse bene con i figliastri Caroline e John (il figlio Alexander diede al giovane John le prime lezioni di volo, e per ironia del destino entrambi sono morti in seguito a incidenti aerei), la figlia Christina Onassis non legò mai con Jacqueline.
 Quando Onassis morì, il 15 marzo 1975, la vedova poteva essere titolare di una cospicua eredità, ma la legge greca imponeva un tetto alla somma che un cittadino straniero poteva ereditare, e la disputa apertasi fra lei e Christina finì col farle accettare una liquidazione definitiva di 26 milioni di dollari. Per sposare Onassis, si era convertita alla Chiesa ortodossa greca. Di conseguenza, in base al Codice di Diritto Canonico allora vigente, era incorsa in due scomuniche: come scismatica e come "concubina" (Onassis era divorziato). Ciononostante, ogni anno si presentava regolarmente alla messa dell'anniversario del marito e si accostava all'eucarestia. Tale suo comportamento (riprovevole anche dal punto di vista della Chiesa Ortodossa, che talvolta ammette i cattolici ai propri Sacramenti, ma non consente mai che i propri fedeli, tanto più se sono dei neo-convertiti, ricevano i Sacramenti in altre Chiese) e la mancanza di reazioni pubbliche al riguardo delle Autorità ecclesiastiche, provocarono le proteste di molti, che, nelle sue stesse condizioni canoniche, si vedevano negare i sacramenti. Rimasta nuovamente vedova, si riconciliò con la Chiesa cattolica.
Negli ultimi anni della sua vita Jacqueline visse a New York, dove collaborò con alcune riviste come esperta di arte egizia, e a Martha's Vineyard con Maurice Tempelsman, un industriale e commerciante di diamanti di origine belga che sembra, ma non ci sono prove certe, abbia sposato in articulo mortis. Continuò ad essere oggetto delle attenzioni dei media, come la nota vicenda con il paparazzo Ron Galella, che la inseguì continuamente, nella sua vita privata, per immortarla in scatti fotografici. Jacqueline denunciò Galella e, dopo il processo, il paparazzo fu obbligato a mantenere una distanza di 15 metri da lei.

Nel 1994 le fu diagnosticato un linfoma non-Hodgkin che la condusse alla morte il 19 maggio dello stesso anno, all'età di 64 anni, nel suo appartamento nella Fifth Avenue.
 
Jacqueline Kennedy è sepolta a fianco del suo primo marito, John Fitzgerald Kennedy, nel Cimitero Nazionale della Contea di Arlington.

Pare che fosse una fumatrice di Pipa, ma la cosa non piaceva ai consiglieri della Casa Bianca per cui, le chiesero di essere riservata ed evitare di fumare, pare fumasse
in casa per non essere vista ......

Da Wikipedia
seguono immagini
« Ultima modifica: 13 Marzo 2013, 18:37:50 da StefanoG »

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #407 il: 13 Marzo 2013, 18:36:28 »
PAOLO PIETRANGELI

Paolo Pietrangeli (Roma, 29 aprile 1945)
.........................................è un cantautore e regista italiano.


Figlio del regista Antonio Pietrangeli, negli anni sessanta inizia a comporre canzoni a sfondo socio-politico, inserendosi ben presto nel filone della canzone di protesta. Dal 1966 fa parte del Nuovo Canzoniere Italiano. Alcune delle sue composizioni divengono estremamente popolari all'interno dei movimenti giovanili di sinistra a partire dalle agitazioni del 1968. Due in particolare si trasformano in veri e propri 'inni', il cui successo perdurerà negli anni a seguire: 'Valle Giulia' e, soprattutto, 'Contessa', entrambe incise con la seconda voce di Giovanna Marini, altra grande interprete delle canzoni di protesta.
 
Nel 2008 Ala Bianca pubblica “Antologia”, doppio Cd che racchiude buona parte della sua produzione. In tutto 48 brani, tra i quali cinque inediti: “Paure. Magari no (la Commessa)”, “La questione meridionale”, “Dibattito sulle sorti della sinistra e mozioni contrapposte in una notte desolata di Chianciano Terme (Sliding door)”, “Fiore di Gaza” e “Addio padre madre addio(clandestino)”.
Valle Giulia è ispirata dagli avvenimenti del 1º marzo 1968, quando presso la facoltà di architettura dell'università di Roma, situata in via di Valle Giulia, avviene il primo grave scontro tra gli studenti che occupano la Facoltà e le forze dell'ordine.
 
Valle Giulia :
Il ritornello della canzone, non siam scappati più, non siam scappati più, "fotografa" quel che avviene effettivamente: il primo esempio in Italia di contrapposizione diretta tra studenti e polizia.

Contessa :
La fama di Paolo Pietrangeli è però dovuta soprattutto a Contessa, vera e propria colonna sonora del '68 italiano. Pare che Pietrangeli l'abbia scritta ispirandosi a una conversazione 'intercettata', in modo del tutto involontario, in un elegante 'caffè' di Roma. Contessa diviene negli anni seguenti una canzone popolare nella vera accezione del termine. E della canzone popolare riprende stile e andamento, nonché l'argomentare che propaganda il parallelismo tra lotte operaie e studentesche (una delle 'parole d'ordine' dell'attività del movimento studentesco che infatti nel 1969 va a saldarsi con il montante 'autunno caldo' delle proteste operaie).
 
L'attività cantautoriale di Pietrangeli non si interrompe negli anni e continua tuttora. Tra le canzoni scritte in anni successivi a 'Contessa', è da ricordare Il vestito di Rossini, con la trouvaille dell'aria della canzone ispirata a una cavatina di Gioacchino Rossini.

Sul finire degli anni sessanta, parallelamente all'attività musicale, Pietrangeli inizia ad occuparsi attivamente di cinema. È aiuto regista con Mauro Bolognini de L'assoluto naturale (1969), con Luchino Visconti in Morte a Venezia (1971) e con Federico Fellini in Roma (1972). Nel 1974 è ancora aiuto regista con Paul Morissey in due film direttamente ispirati da Andy Warhol: Flesh for Frankenstein e Blood for Dracula.
 
Nello stesso 1974 debutta come regista con un documentario di forte impatto politico: Bianco e Nero, un viaggio nel mondo del neofascismo e una denuncia delle collusioni tra una parte dello Stato e settori eversivi dell'estrema destra.


Nel 1977 dirige Porci con le ali, tratto dall'omonimo best-seller di quegli anni. Nel 1980 torna alla regia per I giorni cantati, cui partecipa come interprete anche Francesco Guccini.
 
Negli anni successivi 'abbandona' di fatto la regia cinematografica per dedicarsi a tempo pieno alla regia televisiva e realizza sulle reti Fininvest programmi di vastissimo successo popolare come Maurizio Costanzo Show e Amici [1]. La sua vita si divide tra il lavoro in TV e i concerti in giro per l'Italia, dove comunque sempre privilegia spazi di intervento politico come manifestazioni popolari e realtà di base come sedi di partito e centri sociali. Il sodalizio televisivo con Maurizio Costanzo non viene incrinato neanche dall'ingresso in politica del presidente della Fininvest, Silvio Berlusconi, come leader del centro-destra, nel 1994.

Pietrangeli stesso si candida alla Camera dei deputati nel 1996, con Rifondazione comunista, risultando non eletto. Nel 2001 si presenta al Senato nel collegio Roma-Tuscolano: ottiene il 5,5% dei voti e non ottiene il seggio. Nello stesso anno, con Wilma Labate e Roberto Giannarelli, dirige Genova. Per noi, un documentario dedicato alle giornate del G8 di Genova, sfociate negli scontri tra manifestanti e forze di polizia e nella morte di Carlo Giuliani.
 
Nel 2009 Aderisce al partito di Nichi Vendola, Sinistra Ecologia e Libertà.

Da Wikipedia
Seguono immagini
 

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #408 il: 13 Marzo 2013, 18:50:40 »
DRAGOLJUB MIHAILOVIC

Dragoljub "Draža" Mihailović (in cirillico serbo: Драгољуб "Дража" Михаиловић; conosciuto anche con il soprannome di Чича o Čiča)
(Ivanjica, 27 aprile 1893 – Belgrado, 17 luglio 1946 - 53 Anni )

................................................................. è stato un generale jugoslavo durante la seconda guerra mondiale.


In particolare fu fondatore e capo delle formazioni chiamate Esercito Jugoslavo in Patria (Jugoslovenska vojska u otadžbini), talvolta chiamati anche semplicemente "Cetnici", movimento di resistenza a base etnica serba, di stampo monarchico-conservatore, anticomunista fedele a re Pietro II che a seguito dell'invasione della Jugoslavia da parte delle potenze dell'Asse si trovava in esilio a Londra. Tale movimento non solo collaborò ampiamente con l'occupatore nazista, ma si segnalò ugualmente per le numerose stragi ed eccidi commessi sulla popolazione non serba (soprattutto croata e bosniaca, ma anche ebraica e rom). L'obbiettivo dei cetnici infatti era la costituzione di uno stato etnicamente puro, o quasi, comandato dai serbi per i serbi.
 
Mihailovic fu inizialmente contattato da Tito, nella prima e nella seconda offensiva anti-partigiana, in Serbia, ma, nonostante alcuni episodi di collaborazione, fra i due eserciti non vi fu mai una vera alleanza, rifiutata da Mihailovich per le sue idee anticomuniste, perché non accettava una posizione subalterna rispetto a Tito e, soprattutto, perché i suoi progetti (liberazione della Iugoslavia e reinsediamento della monarchia e del governo in esilio a Londra a Belgrado) erano incompatibili con quelli di Tito. A partire dal 1944 fu abbandonato dagli alleati occidentali, che videro in Tito un comandante più coerente con le necessità belliche e politiche.
 
Il suo quartier generale era situato sulle alture serbe del Ravna Gora.
 
Dopo la liberazione, Mihailovic fu catturato dall'OZNA nei pressi del confine austriaco mentre tentava di abbandonare il paese. Fu processato dal Partito Comunista di Jugoslavia, condannato a morte e giustiziato. Gli Alleati seppero in anticipo che si voleva la sua morte ma decisero di non intervenire e di lasciarlo al suo destino per non guastare i futuri rapporti con il Maresciallo Tito, il leader su cui avevano puntato nella loro politica nei Balcani dopo la fine della guerra.

Per lo sforzo profuso da lui stesso e dalle sue formazioni nel salvataggio di oltre cinquecento aviatori alleati precipitati sulla Jugoslavia durante il secondo conflitto mondiale, il Presidente USA Harry Truman lo insignì postumo della Legione al Merito, una tra le più alte onorificenze statunitensi. In precedenza aveva ottenuto, dal generale Charles de Gaulle, la Croce di guerra.


27 aprile 1893 - 17 luglio 1946
Nato a Ivanjica
Morto a Belgrado
Etnia : Serba
Religione : Serbo-ortodossa
Dati militari :  Nazione servita Jugoslavia
Forza armata : Regio Esercito Jugoslavo
Esercito : Jugoslavo in Patria
Anni di servizio : 1910 - 1946
Guerre : Guerra di Liberazione Popolare della Jugoslavia e Prima guerra mondiale
Decorazioni : Croce di Guerra -  Legione al Merit


Da Wikipedia

seguono immagini

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #409 il: 13 Marzo 2013, 19:03:53 »
ROBERT BRASILLACH

Robert Brasillach (Perpignano, 31 marzo 1909 – Montrouge, 6 febbraio 1945)

...................................................................è stato uno scrittore, giornalista e critico cinematografico francese



Principalmente noto per essere stato l'editore di Je suis partout, un giornale nazionalista che appoggiò diversi movimenti fascisti ed espresse supporto per Jacques Doriot.
 
Dopo la liberazione della Francia nel 1944 venne giustiziato in seguito al processo e al rifiuto di De Gaulle di concedere la grazia, a causa della sua politica collaborazionista verso il Terzo Reich. La sentenza rimane un caso controverso nella storia giuridica francese, perché basata su "crimini intellettuali" piuttosto che su azioni militari o politiche

Biografia :
« "PRESIDENTE: La Corte condanna Brasillach Robert alla pena di morte; ne ordina la fucilazione. UNA VOCE DAL PUBBLICO: È una vergogna! BRASILLACH: È un onore…!". »
 Nato da genitori di origine catalana, Brasillach rimase ben presto orfano di padre, ufficiale dell'Armata coloniale francese, ucciso in Marocco nel 1914.
 Si trasferì con la madre e la sorella Suzanne prima a Sens dove frequentò il liceo, poi a Parigi per entrare al liceo Louis-le-Grand e all’École normale supérieure nel 1928 (suoi compagni furono: Jacques Talagrand conosciuto come Thierry Maulnier, Roger Vailland e Maurice Bardèche che diventerà suo cognato sposando la sorella Suzanne). Questo periodo è a lungo descritto nei primi capitoli di Notre avant-guerre, libro di memorie scritto nel 1939-1940.
 Si fece presto conoscere come critico cinematografico e letterario scrivendo per la Revue française, la Revue universelle e nel 1931 iniziò la collaborazione alla pagina letteraria dell’Action française. Sempre nel 1931 pubblicò un saggio critico, Présence de Virgile e l’anno successivo Le Voleur d’étincelles, suo primo romanzo. Brasillach era già considerato negli anni 30 come uno dei più grandi talenti della Francia letteraria. Le sue simpatie ideologiche lo avvicinarono all’Italia di Mussolini e alla Spagna dove si recherà diverse volte e da questi viaggi trarrà lo spunto per scrivere l’ Histoire de la guerre d’Éspagne in collaborazione con Bardèche nel 1936. Fu presente al congresso di Norimberga del 1937 di cui riferirà in Cent heures chez Hitler.
 
Dal 1931 alla guerra collaborò con l'Action française, il celebre quotidiano di Charles Maurras, per il quale stravedeva salvo prenderne le distanze nel momento in cui le loro strade differirono: Maurras si spostò a metà del decennio verso una maggiore diffidenza nei confronti dei tedeschi mentre Brasillach uscì dallo scetticismo antigermanico per abbracciare in modo più diretto le politiche fasciste e naziste. Questa adesione rimase tuttavia su un piano ideale più che concreto, sul piano di un giovane anti-borghese e anticonformista che vedeva nel fascismo «la poesia stessa del secolo XX».[2]
 
Scrisse quindi anche altri romanzi, tra cui i più celebri sono Les sept couleurs, La Conquérante e Six heures à perdre. Tra i saggi va ricordato anche quello su Léon Degrelle, belga che fu a capo di un grande movimento popolare, dove affluivano migliaia di giovani.
 
Sostenitore del Fascismo e del Nazionalsocialismo prima della guerra e poi durante il conflitto, fu, dal 1937 al 1943 (con l'intervallo della prigionia tedesca dal 1940 al 1941 a seguito della chiamata alle armi e della sconfitta francese) caporedattore del settimanale fascista Je suis partout, nel quale lasciò trasparire la sua critica aspra verso gli Ebrei[3], il Fronte Popolare francese, la Terza Repubblica francese e la sua ammirazione per il nazionalsocialismo. Nel 1943, fu scavalcato da Pierre-Antoine Cousteau, collaboratore militante, alla testa del settimanale. Convinto della giustezza delle sue idee, Brasillach fu paradossalmente allontanato a causa della sua linea: fascista convinto, rivendicava un fascismo alla francese, che fosse alleato col nazionalsocialismo tedesco e non un semplice clone; pur favorevole alla vittoria della Germania, la giudicava sempre meno probabile e rifiutava di annunciarla pubblicamente come certa.
 
Processo ed esecuzione :
 Dopo lo sbarco in Normandia, Brasillach si rifiutò di fuggire all’estero, nascondendosi nel Quartiere latino a Parigi. Nel settembre del 1944, essendo stata arrestata sua madre con l'accusa di collaborazionismo, si costituì alla Prefettura di polizia di Parigi, consegnandosi alle autorità per salvare l'anziana donna.
 Il nuovo governo francese guidato dal generale De Gaulle procedette immediatamente contro i rappresentanti del governo di Vichy e dei collaborazionisti. La prima condanna fu pronunciata nell’ottobre del 1944 contro l’editore della rivista antisemita Aujourd’hui, Georges Suarez ed eseguita il 9 novembre del 1944. Sempre nel 1944 ebbe luogo il processo contro il direttore politico (1928-1943) della rivista antisemita Gringoire, Henri Béraud. Di conseguenza, Brasillach fu arrestato immediatamente e rinchiuso nella prigione di Fresnes (attuale Val-de-Marne) dove attese il suo processo, che ebbe luogo nel gennaio del 1945 davanti alla corte di assise della Senna. Il giorno stesso fu condannato a morte dopo un processo durato venti minuti. La sua difesa fu affidata a Jacques Isorni, che fu pure, qualche mese più tardi, difensore del maresciallo Pétain già a capo della cosiddetta "Repubblica di Vichy". Alla lettura della sentenza una voce dal pubblico urla indignata: “È una vergogna!”. Calmissimo, Brasillach ribatte: “È un onore!”.
 Nei giorni che seguirono, una petizione di famosi intellettuali tra i quali Paul Valéry, Paul Claudel, François Mauriac, Daniel-Rops, Albert Camus, Marcel Aymé, Jean Paulhan, Roland Dorgelès, Jean Cocteau, Colette, Arthur Honegger, Maurice de Vlaminck, Jean Anouilh, Jean-Louis Barrault, Thierry Maulnier ecc., sostenuta anche dagli studenti parigini e molti accademici, implorò al generale De Gaulle la grazia per il condannato a morte. Il generale respinse la domanda e all'alba del 6 febbraio Brasillach fu fucilato al forte di Montrouge. Fu sepolto nel cimitero di Charonne, nel XX arrondissement di Parigi.
 Il 6 febbraio 1945 cadeva fucilato al Forte di Montrouge. Aveva appena gridato "Vive la France!". Uomo di pensiero e di brucianti passioni, poeta e romanziere, aveva dato intima adesione al Fascismo non tanto per la sua ideologia quanto per la poesia e il giovanile lirismo che in esso aveva trovato; e mai, nemmeno sul punto di essere condannato a morte soltanto per la sua idea, rinnegò quel che aveva creduto e quel che aveva amato. Dalle lettere scritte durante la prigionia, si evince come Brasillach auspicasse una possibile riconciliazione franco-tedesca, in chiave europeista e anti-americana.
 Nelle fonti de Gaulle depositate negli Archives nationales, è stata ritrovata una nota relativa a “l’affare Brasillach” recante una lista delle accuse pendenti sullo scrittore. Tra esse, egli è accusato di essere “uno dei responsabili dell’assassinio del ministro e deputato Mandel”, personalità di cui egli invocava regolarmente la morte nel suo giornale "Je suis partout" (per contromisura all'uccisione di Philippe Henriot) e per cui de Gaulle provava stima e rispetto[4].
 
La critica cinematografica :
Brasillach fu affascinato dal cinema molto presto. Il frutto di questa passione, oltre a numerose cronache nei giornali, è la sua Histoire du cinéma pubblicata per la prima volta nel 1935, che sarà oggetto di una nuova edizione nel 1943 e scritta in collaborazione con il cognato Maurice Bardèche. Contrariamente ai critici dell’epoca, Brasillach adotta per il cinema un punto di vista politicamente neutro, tranne qualche aggiunta antisemita di circostanza nel 1943. La sua sete di cinema lo porta a frequentare assiduamente Henri Langlos del Circolo del cinema. Benché entusiasta dei classici (Charles Chaplin, Georg Wilhelm Pabst, René Clair, Jean Renoir...) e dei film hollywoodiani (John Ford, Frank Borzage, King Vidor...) fece prova di gusti originali e mostrò una insaziabile curiosità per il cinema straniero. Fu anche il primo a parlare in Francia del cinema giapponese e particolarmente di Yasujiro Ozu, Kenji Mizoguchi e Heinosuke Gosho. In prigione, lavorò alla terza edizione della sua Histoire du cinéma e preparò un adattamento del Falstaff che sperava di girare con Raimu.


Era un fumatore di pipa, tant'è che nei suoi ultimi scritti, durante la prigionia a Fresnes, non avendo a sua disposizione una penna, utilizzò per scrivere un pennino attaccato al cannello della sua pipa, come scrive in una sua lettera.



da Wikipedia

seguono immagini  ( della foto sotto non sono sicuro ho forti dubbi....sorry )
« Ultima modifica: 13 Marzo 2013, 19:07:23 da StefanoG »

Offline santi bailor

  • Cavaliere del Curapipe di bronzo
  • *****
  • Post: 383
    • Mostra profilo
    • ao
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #410 il: 13 Marzo 2013, 21:20:06 »
Sarò ripetitivo, ma ANTHONY fuma la pipa!
HMCIM

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #411 il: 14 Marzo 2013, 09:32:48 »
si ma...mahh Anthony chi ???

Si prega l'incaricato di specificare nome, cognome " anagrafica " del succitato Anthony, inserire dati salienti sua vita e, completa biografia.
In calce firma e, foto varie ed esaustive.

saluti

per il
il Kommintern....Josef Stalin

Offline santi bailor

  • Cavaliere del Curapipe di bronzo
  • *****
  • Post: 383
    • Mostra profilo
    • ao
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #412 il: 14 Marzo 2013, 11:58:51 »
si ma...mahh Anthony chi ???

Questo, l'omm di candicandi
HMCIM

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #413 il: 15 Marzo 2013, 15:59:34 »
VALENTIN DANILOV

Valentin Danilov ( Russo : Валентин Данилов, nato nel 1948  )

.............................................................................. è un fisico russo, la sua ricerca si occupa dell' effetto della attività solare nello spazio e sui satelliti .



Novembre 2004, è stato dichiarato colpevole e condannato a 14 anni per spionaggio .
Molti scienziati e organizzazioni per i diritti umani, sia in Russia che in tutto il mondo hanno protestato,  perché le informazioni che passato alla Cina erano stata già rese pubbliche nel 1992 dallo stesso Danilov. 

Danilov era a capo della Thermo-Physics Centre a Krasnoyarsk State Technical University (KTSU).
Nel 1999, firmò un contratto tra il KSTU e il Cina Aerospace Science and Technology Corporation .
KSTU avrebbe dovuto fare un banco di prova usato per emulare effetto di spazio su satelliti artificiali.

Nel Febbraio 2001 Danilov è stato arrestato dalla FSB , accusato di spionaggio, ma  venne rilasciato su cauzione 2 OTTOBRE 2002.
E 'stato assolto da una giuria per tutte le accuse, il 29 dicembre 2003.

9 Giugno 2004 - la Corte Suprema della Russia rovesciata assoluzione Danilov di spionaggio. Nel novembre 2004, un altro giuria ha condannato Danilov di spionaggio . Successivamente è stato condannato a 14 anni di carcere per tradimento . Secondo le organizzazioni per i diritti umani, la sua condanna era ingiustificata, perché Danilov fornì documenti al giudice che dimostrarono che tutte le "informazioni segrete" erano da tempo  rese pubbliche, per tango egli diffuse notizie scintificamente note al mondo intero.

Secondo una dichiarazione di Amnesty International ", come nel caso di Igor Sutyagin , il suo primo processo finitì in assoluzione , il giudice concluse che l'accusa non aveva stabilito le violazioni della legge.
Nel giugno 2004, la Corte Suprema della Russia annullò però la sentenza di assoluzione, a seguito di un secondo processo a porte chiuse, con difesa scelta dal governo, Valentin Danilov è stato condannato in seguito a ciò per, tradimento (articolo 275 del codice penale russo),  condannato a 14 anni di carcere nel novembre 2004 .

Danilov è stato rilasciato sotto condizionale in Krasnoyarsk nel mese di novembre 2012.

Oggi è sotto vigilanza e, vorrebbe continuare la sua carriera scientifica a Novosibirsk. 



da wikipedia

seguono immagini

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #414 il: 15 Marzo 2013, 16:08:42 »
PRANAB KUMAR

Pranab Kumar Murkhejee (Mirati, 11 dicembre 1935)

..........................................................................è un politico indiano , Presidente dell India.


 
Dopo una breve carriera accademica fu eletto al Rajya Sabha (camera alta del Parlamento indiano) nel 1969 e nel 1973 divenne viceministro dello Sviluppo Economico.
 
Dal 1982 al 1986 fu ministro delle Finanze, dal 2004 al 2006 ministro della Difesa e dal 2006 al 2009 ministro degli Esteri.
 
Nel 2012 viene eletto Presidente dell'India.


da wikipedia Italia

seguono immagini

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Pranab Kumar Mukherjee ( / p r n ə ə b k ʊ m ɑ ː r m ʉ k h ə r dʒ i ː / , nato il 11 dicembre 1935) è il 13 ° e attuale Presidente dell'India , in carica dal luglio 2012. In una carriera politica in oltre sei decenni, Mukherjee è stato un importante leader del Congresso Nazionale Indiano e occupato diversi portafogli ministeriali nel governo dell'India . Prima della sua elezione a presidente , Mukherjee è stato ministro delle Finanze dell'Unione 2009-2012, e la parte superiore del Congresso la risoluzione dei problemi.

Mukherjee ha ottenuto la sua rottura in politica nel 1969, quando il primo ministro Indira Gandhi ha aiutato farsi eleggere al Rajya Sabha , la camera alta del Parlamento indiano , con un biglietto Congresso. A seguito di un aumento eccezionale, è diventato uno dei luogotenenti più fidati di Indira Gandhi, e un ministro nel suo gabinetto dal 1973. Durante il controverso di Emergenza Interno del 1975-77, fu accusato (come molti altri leader del Congresso) di commettere eccessi lordi. Servizio Mukherjee in un certo numero di capacità ministeriali culminarono con la sua prima esperienza come ministro delle Finanze nel 1982-84. Mukherjee è stato anche presidente della Camera nel Rajya Sabha 1980-1985.

Mukherjee è stato messo da parte dal Congresso durante la premiership di Rajiv Gandhi , figlio di Indira. Mukherjee aveva visto se stesso, e non gli inesperti Rajiv, come il legittimo successore di Indira dopo il suo assassinio nel 1984. Mukherjee ha perso nella lotta per il potere che ne derivano. Ha formato il suo partito, il Rashtriya Samajwadi Congresso , che si è fusa con il Congresso nel 1989, dopo aver raggiunto un compromesso con Rajiv Gandhi. Carriera politica Mukherjee rivivere quando il primo ministro PV Narasimha Rao lo ha nominato Commissione Pianificazione testa nel 1991 e ministro degli Esteri nel 1995. A seguito di questo, come anziano statista del Congresso, Mukherjee è stato l'architetto principale di Sonia Gandhi ascensione 's per la presidenza del partito nel 1998.

Quando il Congresso-condotta United Progressive Alliance (UPA) è salito al potere nel 2004, Mukherjee, mai un leader di massa, ha vinto un Lok Sabha (la casa eletto dal popolo bassa del Parlamento), sede per la prima volta. Da allora fino alle sue dimissioni nel 2012, era praticamente Mukherjee numero-due del primo ministro Manmohan Singh governo 's. Ha tenuto una serie di cabinet chiave portafogli- Difesa (2004-06), delle relazioni esterne (2006-09) e delle Finanze (2009-12), a parte dalla voce di vari gruppi di ministri (Goms) e di essere Leader della Casa nel Lok Sabha. Dopo aver ottenuto la nomina del UPA per la presidenza del paese, nel luglio del 2012 Mukherjee comodamente sconfitto PA Sangma nella corsa alla Rashtrapati Bhavan , vincendo il 70 per cento del collegio elettorale- voto.

tradotto da wikipedia India

« Ultima modifica: 15 Marzo 2013, 16:11:10 da StefanoG »

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #415 il: 20 Marzo 2013, 18:31:25 »
GASTON REBUFFAT

Gaston Rébuffat (Marsiglia, 7 maggio 1921 – Parigi, 31 maggio 1985)

....................................................................... è stato un alpinista e guida alpina francese.

 
È stato uno dei più forti alpinisti francesi degli anni '40 e '50, con diverse prime salite e molte ripetizioni delle vie più difficili dell'epoca. La sua via del 1956 sulla parete sud dell'Aiguille du Midi, allora inviolata, è divenuta una via classica.
 
È stato il primo alpinista a completare la trilogia delle pareti nord delle Alpi e a salire tutte e sei le classiche pareti nord delle Alpi, tra il 1945 (Grandes Jorasses) e il 1952 (Eiger

Inizia ad arrampicare a 14 anni nelle falesie vicino a casa, presso le Calanques e alla montagna di Sainte Victoire. D'estate compie le prime ascensioni sul massiccio degli Écrins e sul Monte Bianco. Nel 1941 entra nella Jeunesse et Montagne, una associazione nata dalla Armée de l'air, l'aeronautica militare francese. Qui conosce Lionel Terray che diverrà suo compagno in molte scalate. Nel 1942 diviene guida alpina e nel 1945 entra a far parte della Compagnie des guides de Chamonix.
 
Nel 1945, insieme a Édouard Frendo, compie la seconda salita della via Cassin sulla parete nord delle Grandes Jorasses. Ad essa seguiranno le altre cinque classiche pareti nord delle Alpi, che si concluderanno con l'Eiger nel 1952.
 
Sulla salita delle sei pareti nord e su altre arrampicate realizza nel 1955 il film documentario Étoiles et Tempêtes, in italiano Stelle e Tempeste. Il film vince il Trento Filmfestival del 1955.[1]
 
Nel 1950 prende parte alla spedizione francese all'Annapurna, la prima spedizione a raggiungere la vetta di un ottomila. Ne fanno parte gli alpinisti Maurice Herzog, Jean Couzy, Marcel Schatz, Louis Lachenal e Lionel Terray. Herzog e Lachenal raggiungono la vetta il 3 giugno.
 
È stato un apprezzato scrittore di libri di montagna, come le guide sui massicci del Monte Bianco e degli Écrins e i racconti delle sue imprese.
 
Sono celebri inoltre alcune sue foto che lo ritraggono in piedi in cima ad aguzzi pinnacoli nel massiccio del Monte Bianco, come sulle Lame di Planpraz (copertina di Il massiccio ) del Monte Bianco - Le 100 più belle ascensioni) e sulla Aiguille de Roc.
 
È morto di malattia nel 1985 a Parigi, a 64 anni.


da wikipedia

seguono immagini

Offline santi bailor

  • Cavaliere del Curapipe di bronzo
  • *****
  • Post: 383
    • Mostra profilo
    • ao
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #416 il: 20 Marzo 2013, 21:46:27 »
ho trovato questo, sarà vero?
HMCIM

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #417 il: 10 Aprile 2013, 12:13:22 »

Alexander "Sasha" Shulgin Theodore  (nato il 17 giugno 1925)

............................................... è un americano farmacologo , farmacista , autore e droga sviluppatore .


 Shulgin è attribuita l'introduzione MDMA ("ecstasy") per gli psicologi alla fine del 1970 per psicofarmaci uso.
 Ha scoperto, sintetizzato, e esaminata in laboratorio oltre 230 composti psicoattivi, e li ha valutati per la loro psichedelica e / o entactogenic potenziale.
Nel 1991 e nel 1997, lui e sua moglie Ann Shulgin autori dei libri PiHKAL e TiHKAL , descrivono il loro lavoro e le esperienze personali con questi farmaci psicoattivi , suddivise in due classi di composti organici - fenetilamine e triptamine .
Alcune delle scoperte di Shulgin includono composti della famiglia * 2C (come 2C-B ) e composti della famiglia DOx (come DOM ).
Dovuto in parte al vasto lavoro di Shulgin nel campo della ricerca psichedelica e la psicofarmacologia di droghe psichedeliche , ha da allora è stato soprannominato il "padrino del psichedelici.

Shulgin è nato a Berkeley , in California a Theodore Stevens Shulgin (1893-1978)  e Henrietta D. Shulgin (1888-1960).
Theodore è nato a Orenburg , Russia , che si trova appena a nord del Kazakistan , ed è emigrato per gli Stati Uniti nel 1923, mentre Henrietta è nato a Illinois .  Sia Theodore e Henrietta erano insegnanti della scuola pubblica nella contea di Alameda . 

 Shulgin ha cominciato a studiare  chimica organica ad Harvard University studente con borsa di studio.  Nel 1943, all'età di 19 anni, ha abbandonato la scuola, e si unì alla Marina degli Stati Uniti , dove alla fine si è interessata in farmacologia .  Dopo aver prestato servizio nella Marina Militare (un veterano della seconda guerra mondiale), è tornato a Berkeley , California, e nel 1954 ha conseguito il dottorato di ricerca  in biochimica dalla University of California, Berkeley .  Attraverso la fine del 1950, Shulgin completato post-dottorato di lavoro nel campo della psichiatria e farmacologia presso l'Università di California, San Francisco .  Dopo aver lavorato presso Bio-Rad Laboratories come direttore di ricerca per un breve periodo, ha iniziato a lavorare presso Dow Chemical Company come chimico ricercatore senior. 

 E 'stato in questo momento che ha avuto una serie di psichedeliche esperienze che hanno contribuito a plasmare i suoi ulteriori obiettivi e di ricerca, a partire da una esperienza con la mescalina. Egli scriverà più tardi che tutto quello che ha visto e pensato :
.. "era stata determinata da una frazione di grammo di un solido bianco, ma che in nessun modo potrebbe sostenere che questi ricordi erano state contenute all'interno del solido bianco ...  inteso che, il nostro intero universo è contenuto nella mente e, nello spirito.
Possiamo scegliere di non trovare l'accesso ad essa, possiamo anche negare la sua esistenza, ma è davvero lì dentro di noi, e non ci sono sostanze chimiche in grado di catalizzare la sua disponibilità. "

Attività professionali di Shulgin ha continuato ad inclinarsi in direzione della psicofarmacologia , promosso dalle sue esperienze personali con sostanze psichedeliche.  Ma in questo periodo non era in grado di fare molto di ricerca indipendente.  La sua possibilità di ulteriori ricerche è venuto con il suo sviluppo di Zectran , la prima biodegradabile pesticida, un prodotto altamente redditizio.  Risultati umiltà insolito nel suo famoso libro PIHKAL, Dr. Shulgin limita i suoi giorni di pesticidi presso Dow Chemical a una frase in 978 pagine.  Tuttavia, Dow Chemical Company, in cambio di brevetto prezioso di Zectran, Shulgin ha dato grande libertà.  Durante questo tempo, ha creato e brevettato farmaci quando Dow ha chiesto, e ha pubblicato i risultati su altri farmaci in riviste come Nature e il Journal of Organic Chemistry .  Alla fine, Dow Chemical ha chiesto che egli usa più il loro nome sulle sue pubblicazioni. [6]

 Nel 1965, Shulgin lasciato Dow per perseguire i propri interessi, ed è diventato un consulente privato, spesso anche classi di insegnamento nelle università locali e al San Francisco General Hospital .  Attraverso il suo amico Bob Sager, capo della US DEA 's Laboratories occidentale, Shulgin formato un rapporto con la DEA e cominciò a tenere seminari di farmacologia per gli agenti, fornendo la DEA con campioni di vari composti, e, occasionalmente, serve come perito in tribunale .  Ha anche scritto un libro di riferimento di contrasto definitivo [8] sulle sostanze controllate [6] e ha ricevuto diversi premi dalla DEA. [6]

 L'8 aprile 2008, all'età di 82 anni, ha subito un intervento chirurgico per sostituire una difettosa della valvola aortica . [9] Il 16 novembre 2010 il dottor Shulgin subito un ictus.  Ci si aspetta di recuperare pienamente. [10] Nel dicembre del 2010, ha subito un altro colpo, seguito da pelle-innesto chirurgico per salvare il suo piede sinistro da una amputazione.  A causa di Alexander e Ann di gravi difficoltà finanziarie per alcuni anni, il sito web all'indirizzo CaringBridge è stato avviato a ricevere donazioni per il pagamento per i servizi medici per curare l'ulcera. [11] Alexander Shulgin soffre di demenza, e la moglie sta ora cercando di vendere una parte di loro proprietà per raccogliere più soldi.

La Ricerca Indipendente :
Al fine di svolgere lavoro di consulenza con la DEA, Shulgin ha ottenuto un DEA Tabella I licenza per una analisi di laboratorio, che gli ha permesso di possedere e di sintetizzare qualsiasi farmaco altrimenti illecito.  Shulgin istituito una sintesi chimica di laboratorio in un piccolo edificio dietro la sua casa, che gli ha dato una grande autonomia carriera.  Shulgin usato questa libertà di sintetizzare e testare gli effetti delle droghe psicoattive .
 Nel 1976, Shulgin è stato introdotto per MDMA da un dottorando nel gruppo di chimica farmaceutica ha consigliato alla San Francisco State University. MDMA era stato sintetizzato nel 1912 da Merck e brevettata nel 1912 come prodotto intermedio di sintesi di un altro, al fine di bloccare i concorrenti, ma non è mai stata esplorata a sé stante.  Shulgin è andato a sviluppare un nuovo metodo di sintesi, e nel 1976, ha introdotto la chimica di Leo Zeff , uno psicologo da Oakland , California .  Zeff utilizzato la sostanza nella sua pratica in piccole dosi come un aiuto per parlare di terapia .  Zef ha introdotto la sostanza di centinaia di psicologi di tutto il paese, tra cui Ann Shulgin , che Alexander Shulgin ha incontrato nel 1979, e sposò nel 1981. [6]

 Dopo giudiziose auto-esperimenti, Shulgin arruolato un piccolo gruppo di amici con i quali ha testato regolarmente le sue creazioni, a partire dal 1960.  Hanno sviluppato un modo sistematico di classifica degli effetti dei diversi farmaci, conosciuti come Shulgin Rating Scale , con un vocabolario per descrivere le visive, uditive e sensazioni fisiche.  Lui personalmente testato centinaia di farmaci, principalmente analoghi di varie fenetilamine (famiglia contenenti MDMA , mescalina , e la famiglia * 2C ) e triptamine (famiglia contenente DMT , psilocina e LSD ).  Ci sono una serie apparentemente infinita di piccole variazioni chimiche, i quali producono variazioni di effetto-qualche piacevole e alcuni spiacevoli, a seconda della persona, sostanza, e la situazione-che sono tutti meticolosamente registrate in quaderni di laboratorio di Shulgin.  Shulgin ha pubblicato molte di queste relazioni oggettive e soggettive nei suoi libri e le carte. [6]

 Nel 1994, due anni dopo la pubblicazione del PiHKAL , la DEA ha perquisito il suo laboratorio.  L'agenzia ha chiesto che Shulgin girare la sua licenza per violazione dei termini della licenza, e lui è stato multato $ 25.000 per il possesso di campioni anonimi inviati a lui per i test di qualità.  Nei 15 anni precedenti la pubblicazione del PiHKAL, due annunciati e commenti in programma non è riuscito a trovare nessuna irregolarità. [13] Richard Meyer, portavoce di San Divisione Campo Francisco del DEA, ha dichiarato che: "E 'nostra opinione che quei libri sono praticamente libri di cucina su come rendere le droghe illegali. Gli agenti mi dicono che in laboratori clandestini che hanno fatto irruzione, hanno trovato le copie di quei libri ". [6]

 Negli ultimi anni, Shulgin ha lavorato su una serie di N-allylated triptamine tra cui 5-MeO-DALT e 5-MeO-MALT

TRADOTTO
DA WIKIPEDIA USA

seguono immagini

Offline StefanoG

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2241
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #418 il: 10 Aprile 2013, 12:30:09 »
ALEXANDER SHULGIN.. sulle droghe
LA FILOSOFIA DIETRO LA SCRITTURA DI PIHKAL

(tratto dall'introduzione di PiHKAL, di Alexander Shulgin, scopritore del 2-CB e di altri composti e farmaci, e principale studioso mondiale dell'MDMA. Tradotta dal blog Pihkal Italia)

LA FILOSOFIA DIETRO LA SCRITTURA DI PIHKAL(tratto dall'introduzione di PiHKAL, di Alexander Shulgin, scopritore del 2-CB e di altri composti e farmaci, e principale studioso mondiale dell'MDMA. Tradotta dal blog Pihkal Italia)Sono un farmacologo ed un chimico. Ho speso la maggior parte della mia investigazione in età adulta sull'azione delle droghe, come sono state scoperte, cosa sono, cosa fanno, come possono essere d'aiuto - o dannose. Ma il mio interesse è posto in qualche modo al di fuori della farmacologia convenzionale, nell'area che ho trovato più appagante e affascinante, quella delle droghe psichedeliche. Gli psichedelici possono essere definiti come composti che non danno luogo a dipendenza fisica, e che alterano temporaneamente lo stato di coscienza di qualcuno.
L'opinione prevalente in questo paese è che ci siano droghe che hanno uno stato legale e sono relativamente sicure o che perlomeno hanno un rischio accettabile, mentre altre droghe siano illegali e non hanno nessun posto legittimo nella nostra società. Nonostante questa opinione sia ampiamente condivisa e vigorosamente sostenuta io credo, in tutta onestà, che sia falsa. È un tentativo di dipingere le cose bianche o nere quando, in questo campo, come nella maggior parte della vita, la verità è una sfumatura di grigio.
Lasciatemi spiegare il perché di questa posizione.Ogni droga, legale o illegale, ha un vantaggio. Ogni droga presenta dei rischi. E ogni droga può essere abusata. In definitiva, credo che stia ad ognuno di noi mettere su una bilancia il vantaggio rispetto al rischio e decidere quale pesi di più. I vantaggi hanno un ampio spettro. Possono includere cose come curare malattie, lenire il dolore fisico o emotivo, intossicazioni e rilassamento. Certe droghe - quelle conosciute come psichedeliche - permettono un aumento nell'introspezione personale ed un'espansione degli orizzonti mentali ed emotivi.
Anche i rischi sono svariati, spaziando da danni fisici a disturbi psicologici, dipendenza, e violazione della legge. Così come ci sono differenti vantaggi con persone differenti, ci sono anche rischi differenti. Un adulto deve prendere le proprie decisioni sull'esporsi, o meno, ad una droga specifica, disponibile o bandita dalla legge, misurando il bene ed il male potenziali con il suo proprio criterio. Viene da sé che l'essere ben informati gioca un ruolo indispensabile. La mia filosofia può essere distillata in quattro parole: sii informato, poi scegli.
Personalmente ho deciso che alcune droghe avessero un'importanza sufficiente a farmi accettare i rischi. Altre, non le ho trovate abbastanza benefiche. Ad esempio, io uso una quantità moderata di alcool, in genere sotto forma di vino e - al momento - i test sulle funzioni vitali del mio fegato sono completamente normali. Non fumo tabacco. Prima sì, con una certa frequenza, ma poi ho abbandonato. Non è stato il rischio per la salute a farmi vacillare, ma il fatto di esserne diventato completamente dipendente. Quello era, nella mia visione, un prezzo inaccettabilmente alto.
Ogni decisione del genere è mia, basata su ciò che so di una droga e cosa so di me stesso.
Tra le droghe che sono al momento illegali, ho deciso di non usare marijuana, sentendo che quest'intossicazione da fattanza e l'alterazione benigna della coscienza non compensano adeguatamente la fastidiosa sensazione di star perdendo tempo.
Ho provato l'eroina. Questa droga, ovviamente, è uno dei problemi più preoccupanti della nostra società, al momento. In me, produce un'onirica sensazione di totale pace, senza alcun accenno di preoccupazione, stress o dolore. Ma c'è anche una perdita di motivazione, di allerta, e di percezione su ciò che si deve fare. Non è la paura della dipendenza a farmi decidere di non assumerne; è il fatto che, sotto la sua influenza, nulla mi sembra particolarmente importante.
Ho anche provato la cocaina. Questa droga, in particolare nella sua forma "crack", ha un effetto celebre oggigiorno. Per me, la cocaina stimola aggressività, uno stimolante che mi dà un senso di potere e di esserne padrone, di essere sulla cima del mondo. Ma c'è anche l'ineluttabile coscienza, in fondo, che non è un vero potere, che io non sono davvero sulla cima del mondo, e che, quando l'effetto della droga sarà finito, non avrò guadagnato nulla. C'è una strana sensazione di falsità sul proprio stato. Non c'è introspezione. Non c'è apprendimento. In un suo modo peculiare, trovo che la cocaina sia una droga di fuga come l'eroina. Con entrambe, scappi da quello che sei, o - per dirla meglio - da ciò che non sei. In ogni caso, sei alleviato per un breve tempo dalla coscienza delle tue inadeguatezze. Francamente preferirei conoscere le mie piuttosto che fuggirne; così c'è, in definitiva, una soddisfazione molto più grande.
martedì 9 novembre 2010Introduzione
LA FILOSOFIA DIETRO LA SCRITTURA DI PIHKAL

Sono un farmacologo ed un chimico. Ho speso la maggior parte della mia investigazione in età adulta sull'azione delle droghe, come sono state scoperte, cosa sono, cosa fanno, come possono essere d'aiuto - o dannose. Ma il mio interesse è posto in qualche modo al di fuori della farmacologia convenzionale, nell'area che ho trovato più appagante e affascinante, quella delle droghe psichedeliche. Gli psichedelici possono essere definiti come composti che non danno luogo a dipendenza fisica, e che alterano temporaneamente lo stato di coscienza di qualcuno.
L'opinione prevalente in questo paese è che ci siano droghe che hanno uno stato legale e sono relativamente sicure o che perlomeno hanno un rischio accettabile, mentre altre droghe siano illegali e non hanno nessun posto legittimo nella nostra società. Nonostante questa opinione sia ampiamente condivisa e vigorosamente sostenuta io credo, in tutta onestà, che sia falsa. È un tentativo di dipingere le cose bianche o nere quando, in questo campo, come nella maggior parte della vita, la verità è una sfumatura di grigio.
Lasciatemi spiegare il perché di questa posizione.
Ogni droga, legale o illegale, ha un vantaggio. Ogni droga presenta dei rischi. E ogni droga può essere abusata. In definitiva, credo che stia ad ognuno di noi mettere su una bilancia il vantaggio rispetto al rischio e decidere quale pesi di più. I vantaggi hanno un ampio spettro. Possono includere cose come curare malattie, lenire il dolore fisico o emotivo, intossicazioni e rilassamento. Certe droghe - quelle conosciute come psichedeliche - permettono un aumento nell'introspezione personale ed un'espansione degli orizzonti mentali ed emotivi.
Anche i rischi sono svariati, spaziando da danni fisici a disturbi psicologici, dipendenza, e violazione della legge. Così come ci sono differenti vantaggi con persone differenti, ci sono anche rischi differenti. Un adulto deve prendere le proprie decisioni sull'esporsi, o meno, ad una droga specifica, disponibile o bandita dalla legge, misurando il bene ed il male potenziali con il suo proprio criterio. Viene da sé che l'essere ben informati gioca un ruolo indispensabile. La mia filosofia può essere distillata in quattro parole: sii informato, poi scegli.
Personalmente ho deciso che alcune droghe avessero un'importanza sufficiente a farmi accettare i rischi. Altre, non le ho trovate abbastanza benefiche. Ad esempio, io uso una quantità moderata di alcool, in genere sotto forma di vino e - al momento - i test sulle funzioni vitali del mio fegato sono completamente normali. Non fumo tabacco. Prima sì, con una certa frequenza, ma poi ho abbandonato. Non è stato il rischio per la salute a farmi vacillare, ma il fatto di esserne diventato completamente dipendente. Quello era, nella mia visione, un prezzo inaccettabilmente alto.
Ogni decisione del genere è mia, basata su ciò che so di una droga e cosa so di me stesso.
Tra le droghe che sono al momento illegali, ho deciso di non usare marijuana, sentendo che quest'intossicazione da fattanza e l'alterazione benigna della coscienza non compensano adeguatamente la fastidiosa sensazione di star perdendo tempo.
Ho provato l'eroina. Questa droga, ovviamente, è uno dei problemi più preoccupanti della nostra società, al momento. In me, produce un'onirica sensazione di totale pace, senza alcun accenno di preoccupazione, stress o dolore. Ma c'è anche una perdita di motivazione, di allerta, e di percezione su ciò che si deve fare. Non è la paura della dipendenza a farmi decidere di non assumerne; è il fatto che, sotto la sua influenza, nulla mi sembra particolarmente importante.
Ho anche provato la cocaina. Questa droga, in particolare nella sua forma "crack", ha un effetto celebre oggigiorno. Per me, la cocaina stimola aggressività, uno stimolante che mi dà un senso di potere e di esserne padrone, di essere sulla cima del mondo. Ma c'è anche l'ineluttabile coscienza, in fondo, che non è un vero potere, che io non sono davvero sulla cima del mondo, e che, quando l'effetto della droga sarà finito, non avrò guadagnato nulla. C'è una strana sensazione di falsità sul proprio stato. Non c'è introspezione. Non c'è apprendimento. In un suo modo peculiare, trovo che la cocaina sia una droga di fuga come l'eroina. Con entrambe, scappi da quello che sei, o - per dirla meglio - da ciò che non sei. In ogni caso, sei alleviato per un breve tempo dalla coscienza delle tue inadeguatezze. Francamente preferirei conoscere le mie piuttosto che fuggirne; così c'è, in definitiva, una soddisfazione molto più grande.
Personalmente credo che, con le droghe psichedeliche, i modesti rischi (un'occasionale esperienza difficile o forse del malessere fisico) sono più che bilanciati dal potenziale di apprendimento. E questo è il motivo per cui ho scelto di esplorare quest'area particolare della farmacologia.
Cosa intendo dire con "potenziale di apprendimento"? È una possibilità, non una certezza. Posso imparare, ma non sono forzato a farlo; posso arrivare a capire possibili modi di migliorare la qualità della mia vita, ma solo i miei sforzi possono portare i cambiamenti desiderati.
Permettetemi di chiarire le ragioni per le quali trovo che l'esperienza psichedelica sia un tesoro.
Sono assolutamente convinto che c'è una gran quantità di informazioni dentro di noi, con miglia di conoscenza intuitiva arrotolate nel materiale genetico di ogni singola cellula. Qualcosa di simile ad una libreria contenente una miriade di tomi, ma senza un cartello d'entrata. E, senza accedervi, non c'è modo nemmeno di iniziare ad intuire l'estensione e la qualità di ciò che vi si nasconde. Le droghe psichedeliche permettono l'esplorazione di questo mondo interiore, e fanno luce sulla sua natura.
La nostra generazione è la prima, da sempre, ad aver fatto della ricerca dell'autocoscienza un crimine, se percorsa con l'utilizzo di piante o composti chimici per aprire le porte della psiche. Ma la necessità di diventare coscienti, di svegliarsi, è sempre presente, e aumenta di intensità man mano che si avanza negli anni.
Un giorno, guardando il volto di una nipote appena nata, ti troverai a pensare che la sua nascita non ha creato alcuno strappo nel tessuto temporale, scorrendo questo dallo ieri al domani. Realizzi che la vita appare continuamente in forme diverse ed in differenti identità, ma qualunque cosa sia che dà una forma ad ogni sua nuova espressione non cambia nulla.
"Da dove viene la sua anima unica?" ti chiedi,"E dove andrà la mia anima unica? C'è davvero qualcos'altro lì fuori, dopo la morte? C'è uno scopo, a tutto? C'è un ordine superiore e una struttura che dia un senso ad ogni cosa, o ci sarebbe, se solo riuscissi a vederla?".
Senti la necessità di chiedere, di sondare, di usare il piccolo tempo che ti potrebbe essere rimasto per te stesso, per cercare un qualche modo di unire tutti questi fili spezzati, per capire cosa stia chiedendoti di essere compreso.
Questa è la ricerca che è stata parte della vita umana dai suoi primissimi momenti di coscienza. La coscienza della sua propria mortalità - coscienza che lo separa dai suoi cari animali - è ciò che dà all'Uomo il diritto, la licenza, di esplorare la natura della sua stessa anima e del suo spirito, di scoprire ciò che può sulle componenti della psiche umana.
Ognuno di noi, in qualche momento della propria vita, si sentirà uno straniero nella terra straniera della propria esistenza, assetato di risposte a domande che sono cresciute dal profondo della sua anima e non se ne andranno.
Sia la domanda che la risposta hanno una stessa fonte: se stessi.
Questa fonte, questa parte di noi, è stata chiamata con molti nomi nella storia dell'uomo, il più recente dei quali è "l'inconscio."
I freudiani lo temono e gli junghiani ne sono estasiati. È la parte profonda che ti tiene d'occhio quando la tua mente conscia scivola via, che ti suggerisce cosa fare in un momento di crisi, quando non c'è tempo per ragionamenti logici e per prendere decisione. È il posto in cui possono essere trovati demoni ed angeli e tutto ciò che c'è in mezzo.
Questa è una delle ragioni per cui considero gli psichedelici un tesoro.
Possono dare accesso a parti di noi che hanno risposte. Possono, ma ripeto, non necessariamente e probabilmente non lo faranno, a meno che quello sia lo scopo con cui vengono utilizzati.
Sta a te usare bene questi strumenti, nel modo giusto. Una droga psichedelica può essere paragonata alla televisione. Può essere rivelatoria, molto istruttiva, e - con una ponderata cura nella scelta dei canali - un modo per raggiungere straordinarie intuizioni. Ma per molte persone, le droghe psichedeliche sono semplicemente un'altra forma di intrattenimento; non si cerca nulla di profondo e quindi, di solito, nulla di profondo si trova.
La possibilità degli psichedelici di dare accesso all'universo interiore credo sia la loro proprietà più importante.
Dall'alba dei nostri tempi su questa terra, l'uomo ha cercato e usato specifiche piante che gli dessero l'effetto di alterare il modo di interagire con il suo mondo e comunicare con gli dei e con se stesso. Per molte migliaia di anni, in ogni cultura conosciuta, c'è stata una parte della popolazione - di solito gli sciamani, i curatori, i medicine-man - che ha utilizzato questa o quella pianta per raggiungere un'alterazione nello stato di coscienza. Queste persone hanno usato gli stati alterati per migliorare le proprie abilità diagnostiche per utilizzare le energie curative trovate in fondo al mondo degli spiriti. I capi tribali (nella successiva civilizzazione, le famiglie reali) si immagina utilizzassero piante psicoattive per aumentare la loro saggezza e conoscenza come capi, o forse semplicemente per evocare forze dal potere distruttivo che li aiutassero in una qualche battaglia.

IL SEGUITO E' REPERIBILE SU...http://pihkal-ita.blogspot.it/2010/11/introduzione.html

 Il testo è scaricato dal medesimo sito sopra riportato

Offline gigionaz

  • Venerabile Pipatore a vita
  • *****
  • Post: 194
    • Mostra profilo
    • Le magnifiche sorti, di Gigionaz
    • E-mail
Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #419 il: 15 Aprile 2013, 21:11:07 »
Rivoluzione! Per tutti i diavoli!