Autore Topic: Il fumatore di pipa  (Letto 203866 volte)

Offline santi bailor

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #420 il: 15 Aprile 2013, 21:39:19 »
ancora lui
non mi sorprende, lo sai?
HMCIM

Onofrio del Grillo

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #421 il: 18 Aprile 2013, 20:25:26 »
PAOLO PIETRANGELI 


Strano personaggio: canta ancora Contessa « Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce e portate il martello scendete giù in piazza picchiate con quello
scendete giù in piazza affossate il sistema », ha lavorato per lungo tempo per la Fininvest di Silvio Berlusconi e vive in una villa di lusso su un'antica strada consolare romana.

Offline santi bailor

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #422 il: 18 Aprile 2013, 21:53:02 »
PAOLO PIETRANGELI 


ma è quello del tennis?
quando c'erano panattha e barazzutty, che tenpi!!!
HMCIM

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #423 il: 19 Aprile 2013, 10:59:00 »
....e c'era pure Lea Pericoli e Bertolucci.
Ma non il registaaaaa, il tennista ;)
ahh che tempi !!

rais

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #424 il: 20 Aprile 2013, 12:53:13 »
con commenti di Alfredo Pigna e la moviola di Carlo Sassi

Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #425 il: 09 Maggio 2013, 12:09:01 »
MIKE HAWTHORN

John Michael Hawthorn (Mexborough, 10 aprile 1929 – Guildford, 22 gennaio 1959)

......... è stato un pilota automobilistico britannico di Formula 1.

Vinse in carriera 3 Gran Premi, e fu Campione del Mondo nel 1958. È stato il primo pilota inglese a vincere il titolo mondiale. Inizio a corre ad alto livello nel 1952 e si ritirò nel 1958.
Scuderie : LD Hawthorn, AHM Bryde, Ferrari, Vanwall, BRM , categoria F1, collezionò 18 podi,
3 vittorie di gran premio, e un mondiale.Disputò 47 gran premi, 45 partenze e 4 pole position.

Mike Hawthorn fece il suo debutto alla guida della sua competizione 1934 Riley Ulster Imp, KV 9475, vincendo il 1.100 cc Classe di auto sportive Speed ​​Trials Brighton il 2 settembre 1950.  Nel 1951, alla guida di un 1 ½ litro TT Riley, Sport Brooklands Memorial Trophy Motor, una stagione-lungo periodo contest a Goodwood, vincendo di un solo punto.
Ha anche vinto il Trofeo Handicap Ulster a Dundrod e il Trofeo Leinster a Wicklow quello stesso anno.
Ha fatto il suo debutto in Formula Uno al Gran Premio del Belgio 1952, classificandosi al quarto posto. Ha vinto il suo primo Gran Premio, al nono tentativo, al 1953 Gran Premio di Francia a Reims.
Nel 1957, è unito al team ufficiale Ferrari, e divenne ben presto amico con Peter Collins, un collega inglese e pilota Ferrari. Durante la stagione agonistica 1958, i due inglesi entrarono in una rivalità con Luigi Musso, un altro pilota della Ferrari, che ha stimolato tutti e tre in una forte concorrenza. Mike è stato vincitore nel 1958 al Gran Premio di Francia a Reims, in cui Musso è stato ucciso, mentre era al secondo posto.

Vinse l'edizione della 24 Ore di Le Mans del 1955, dopo esser stato coinvolto nel famoso incidente che causò la morte di Pierre Levegh e di 83 spettatori. Viene ricordato anche per la vittoria al Gran Premio di Francia del 1953, durante il quale fu capace di tenere testa a Fangio.

Si ritirò dalle corse alla fine del 1958. Il 22 gennaio 1959, nei pressi del Guildford Bypass, perse il controllo della sua Jaguar Mk1 3.4 e uscì di strada, morendo sul colpo. A quanto pare, era impegnato in una sfida su strada aperta con la Mercedes 300 SL guidata da Rob Walker, il figlio del "re del whisky" e proprietario di una scuderia privata di Formula 1. La sua salma venne inumata nel Cimitero di West Street di Farnham, nel Surrey.

Un vero talento dell’automobilismo, Mike Hawthorn è diventato pilota lo quasi per caso. Classe 1929, una passione ereditata dal papà, molto entusiasmo e tanta grinta: questi i requisiti necessari per lui, per diventare uno fra i più temuti piloti dell’epoca.
Il debutto nel 1952 all’Eastern Trophy Goodwood è un meritato biglietto da visita nel mondo delle corse, non un semplice colpo di fortuna. Solo dopo alcuni mesi, il fenomeno si ripete e nella gara del Boreham, sotto il diluvio, Hawthorn ridicolizza gli avversari.
Dopo diverse prestazioni strabilianti, Enzo Ferrari si accorge di lui. Nell’ultima gara di stagione, nel circuito di Modena, Mike corre con una Ferrari, ma la sua performance non è proprio eccezionale, anche se sufficiente per chiudere il contratto con la Scuderia per la stagione successiva. E’ l’anno 1953 quando Hawthorn entra nello squadrone Ferrari e si aggiudica con il primo GP di Francia, il titolo di più giovane vincitore di una gara di Formula 1. A soli 24 anni Mike diventa un autentico eroe nazionale. Una stagione brillante che vede il pilota inglese non solo veloce in pista ma contrariamente al suo spirito molto libero, anche affidabile. La popolarità dell’asso inglese è alle stelle, al punto da essere annoverato tra i favoriti assoluti della stagione. Undici aprile 1954, circuito di Siracusa: Mike prova la nuova Ferrari al debutto assoluto, è in lotta per le posizioni di testa, e per evitare un ostacolo perde il controllo della sua vettura, sbattendo contro il muro di protezione della pista e prendendo fuoco. La scena è terribile, Mike si salva dal rogo per miracolo, ma il peggio per lui deve ancora venire.morte del padre, al quale era morbosamente legato, proprio un mese dopo il suo incidente lo porta nel più cupo degli sconforti. Una stagione da dimenticare, come quella seguente del 1955, l’anno della più grande tragedia dello sport automobilistico. E’ la 24 ore di Le Mans, una delle più ambite competizioni di sempre, un feroce duello fra Hawthom e Fangio tiene tutti col fiato sospeso. Nell’inevitabile sosta ai box, Mike nel tentativo di rientro, compie una mossa azzardata che innesca sul rettifilo di partenza una paurosa carambola. E’ la vera tragedia, ottantadue spettatori morti e oltre novanta i feriti. Mike, ancora una volta indenne, è costretto dalle regole del gioco a finire la gara e a vincere una delle edizioni più drammatiche della storia dei motori. Archiviata questa difficile stagione, il 1956 è l’anno di transizione per Mike che si trova a dover affrontare una scelta drastica.
Nel 1957 Hawthorn torna a Maranello per due buone stagioni. Non è più lo spericolato purosangue inglese, ma pur sempre il pilota veloce e vincente di un tempo. Il binomio vettura-pilota funzione, e la Scuderia Ferrari è all’apice della gloria, ma a rallentare la sua corsa, ancora una volta ci pensa il destino. Nel GP di Germania, Collins, l’eterno amico di Mike, all’inseguimento di Brooks, arriva lungo in curva, schiantandosi in un impatto tremendo che gli costerà la vita. Persa la voglia di correre, per Mike è fondamentale il sostegno del compagno di squadra Hill, che gli permetterà di vincere il tanto sospirato primo titolo.Hawthom è Campione del Mondo, ma proprio all’apice del suo successo decide di ritirarsi dalle corse. Meglio chiudere in bellezza per lui e dedicarsi alla sua famiglia e all’eterna passione di papà Lesile: il TT garage.

Gli anni '50 sono stati senza dubbio il periodo migliore per la F1 in Italia, almeno per quanto riguarda i driver. Nella classifica dei cinque piloti più vincenti di quel decennio (il primo nella storia del Circus), infatti, troviamo ben due nostri rappresentanti.
La graduatoria è composta anche da un britannico e da un australiano ma a dominare la classifica è un argentino, uno dei più grandi di sempre, Fangio.

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Offline StefanoG

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #426 il: 13 Maggio 2013, 12:35:22 »
ACHILLE OCCHETTO

Achille Occhetto (Torino, 3 marzo 1936)

.............. è un politico italiano. È stato l'ultimo segretario del Partito Comunista Italiano.


E' stato ultimo segretario del PCI (dal 1988) e il primo segretario del Partito Democratico della Sinistra (fino al 1994); è stato co-fondatore e vicepresidente del Partito del Socialismo Europeo nel 1990, deputato e presidente della Commissione Affari esteri della Camera (dal 1996 al 2001); membro del Consiglio d'Europa dal 2002 al 2006, eletto nel gruppo misto
della Camera dei Deputati dal 2001 al 2006.Il 14 dicembre 2007 ha aderito al movimento Sinistra Democratica di Fabio Mussi e a dicembre del 2009 al progetto costituente di Sinistra Ecologia Libertà.

Biografia :
All'anagrafe il padre avrebbe voluto chiamarlo Akel, in onore di uno scopritore danese del Mare Glaciale Artico, ma la burocrazia di regime vigente nell'Italia degli anni trenta del Novecento impose un più italiano "Achille". Ha conseguito la maturità classica nel 1953.

Iscritto alla FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) nel 1953, dà vita al Circolo Universitario Antonio Banfi, al quale nel 1956 farà approvare un documento di protesta per l’intervento sovietico in Ungheria. Nei primi anni sessanta, nei quali a Milano è eletto Segretario provinciale della FGCI e ricopre incarichi di responsabilità nell’UGI (Unione Goliardica Italiana) celebra il suo primo matrimonio con la giovane architetta Nina Ravelli.

Nel 1961 si trasferisce a Roma dove, prima di diventare Segretario Generale della FGCI, assume la direzione nazionale degli universitari comunisti e diventa Direttore del settimanale Nuova generazione. Conduce attraverso questo strumento le prime battaglie per il distacco dalla politica di Mosca, per la riabilitazione di Trotzky, Bucharin, Rosa Luxemburg e per la democratizzazione dei paesi socialisti.
In seguito al deludente XXI congresso del PCUS fa uscire un numero speciale di Nuova generazione, fortemente critico nei confronti dell’URSS per non avere dato seguito alle aspettative di rinnovamento annunciate nel XX congresso, con la clamorosa denuncia dei delitti di Stalin da parte di Kruscev. Fu quella l’occasione del suo primo rilevante incontro con la grande politica e con una forte personalità come Palmiro Togliatti. Infatti, avendogli inviato il numero speciale di Nuova generazione, Occhetto aveva chiesto al Segretario del PCI un incontro per riceverne un giudizio; con sua grande sorpresa si trovò per la prima volta a distanza ravvicinata davanti a un Togliatti paterno e quasi cospirativo che con fare di intesa gli disse che quella pubblicazione era buona, aggiungendo: ”Diffondetela, ma diffondetela soprattutto nel partito e non solo tra i giovani.” Questo incontro gli fece capire che la politica non era solo militanza, ma anche senso delle opportunità e che Togliatti aveva piacere che si facessero sapere e si dicessero cose che lui, con la sua responsabilità, non poteva ancora dire.
Fu segretario della FGCI dal 1963 al 1966, ed in seguito ebbe l'incarico di segretario regionale del PCI in Sicilia, venendo eletto consigliere comunale di Palermo nel 1971. In questo periodo si distinse nella sua lotta contro la mafia. In Sicilia ebbe anche due figli con Elisa Kadigia Bove, Massimiliano e Malcolm.

Nell’estate del 1964 pronuncia a Piazza San Giovanni, davanti a più di un milione di persone, una delle orazioni funebri al funerale di Togliatti, prendendo la parola subito prima dell’eroina della guerra civile spagnola Dolores Ibarruri.
Nel 1965 viene inviato da Luigi Longo, assieme a Giancarlo Pajetta, ad una una missione attraverso tutti i paesi del blocco sovietico per valutare le varie posizioni sulla guerra del Vietnam.
A Pechino incontra Mao Ze Dong e Deng Xiao Ping. In quella occasione la delegazione italiana rompe con i cinesi sulla questione della “coesistenza pacifica”. Il viaggio culmina con gli incontri ad Hanoi con Ho Chi Minh e Giap. Nel corso di un seminario con i massimi dirigenti vietnamiti e alla presenza dello stesso Ho Chi Minh Occhetto tiene una relazione sul tema: “Coesistenza pacifica e movimento di liberazione dei popoli”. Il viaggio termina con la consegna, nottetempo, di una bandiera dei partigiani italiani ai combattenti vietnamiti che si trovano al fronte. Di ritorno in Italia, Occhetto lancia una campagna di manifestazioni che dalla FGCI si stenderà all’insieme del movimento studentesco e che animerà quella che verrà chiamata “la generazione del Vietnam”.

Dal 1966 al 1969 è responsabile della Sezione centrale di Stampa e propaganda, e fa parte del ristretto Ufficio di segreteria, dal quale appoggia attivamente, assieme a Luigi Longo, il movimento del Sessantotto.
Eletto Coordinatore nazionale del PCI nel 1986, due anni dopo ne divenne Segretario Generale subentrando ad Alessandro Natta. Durante la sua segreteria il partito assistette al crollo del muro di Berlino e alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, e diede vita al Governo ombra del PCI. Considerata finita l'esperienza del comunismo, egli decise di sciogliere il partito per fondare un nuovo movimento all'interno della sinistra italiana di posizioni più verso la socialdemocrazia, chiamandolo Partito Democratico della Sinistra (dopo aver a lungo meditato di chiamarlo Comunità e Libertà ).

La svolta dal PCI al PDS, detta "della Bolognina", non fu accettata da circa un terzo dei militanti comunisti che diedero vita al Partito della Rifondazione Comunista.
Alle elezioni politiche del 1994 venne indicato come leader della coalizione di sinistra, denominata Alleanza dei Progressisti, che si contrappose al raggruppamento centrista dell'ex Democrazia Cristiana (il Patto per l'Italia) e al nascente centro-destra (Polo delle Libertà) di Silvio Berlusconi. Il risultato elettorale deludente e la vittoria del centro-destra lo spinsero a lasciare la segreteria del partito.
Negli anni successivi Occhetto ha continuato a occuparsi di politica, seppur senza ricoprire ruoli dirigenziali all'interno del PDS prima e dei Democratici di Sinistra dopo.Si è definitivamente allontanato dal partito nel 2004, quando decide di aderire ad un progetto unitario con Antonio Di Pietro, dando vita alla lista Di Pietro-Occhetto che si presenta alle elezioni europee del 2004 e raccoglie il 2,1% dei consensi. Anche in questo caso il risultato non è incoraggiante, in quanto il solo movimento di Di Pietro, l'Italia dei Valori, precedentemente aveva raggiunto risultati maggiori.
Occhetto, candidato in tutte le circoscrizioni, sebbene eletto deputato europeo, lascia l'incarico in favore di Giulietto Chiesa. Il 9 luglio la «separazione consensuale»: Di Pietro riprende in mano l'IdV, mentre Occhetto costituisce il 6 novembre l'associazione Il Cantiere per il bene comune, di cui lo stesso Chiesa fa parte, insieme a personaggi come Antonello Falomi, Diego Novelli, Paolo Sylos Labini ed Elio Veltri. Il suo dichiarato obiettivo è quello di condurre alla nascita di un nuovo soggetto politico di sinistra, europeo e socialista, alludendo anche ad una "Rifondazione della Sinistra" che comprenda gli attuali partiti che si riconoscono in quell'area, come i DS, i Verdi, lo SDI e Rifondazione.

A maggio del 2006, quando Di Pietro viene nominato ministro e abbandona l'incarico di europarlamentare; Occhetto gli subentra al Parlamento europeo, aderendo al gruppo del Partito del Socialismo Europeo (da indipendente) e venendo coinvolto nella Commissione giuridica e nella Commissione per gli affari esteri. Inizia una querelle con Beniamino Donnici, che afferma di essere lui il primo dei non eletti e rivendica il posto di europarlamentare, in quanto Occhetto vi avrebbe rinunciato (in favore di Chiesa) in maniera definitiva e per l'intera legislatura. Il 3 maggio la Commissione giuridica presieduta da Giuseppe Gargani ritiene che l'unico organo a stabilire la legittimità dei suoi membri sia lo stesso Parlamento europeo; così il 24 maggio viene posta ai voti la relazione Gargani che ritiene che il seggio vada assegnato ad Occhetto: essa ottiene 406 voti favorevoli e 125 contrari. Donnici deve, dunque, lasciare il seggio. Di Pietro interviene in difesa di Donnici, chiedendo al Consiglio dei ministri di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea, in quanto si tratterebbe di «un affare di Stato che rischia di calpestare le basi costituzionali della sovranità nazionale rispetto a quella europea». La vicenda si chiude definitivamente il 14 novembre 2007, quando il Tribunale di primo grado della Corte europea del Lussemburgo sospende l'esecuzione della precedente decisione del Parlamento europeo e accoglie il ricorso del subentrante. Occhetto, dunque, dopo 18 mesi, è costretto a lasciare il seggio di deputato europeo. A sua volta presenterà, poi, ricorso presso il Tribunale di ultima istanza della Corte di giustizia delle Comunità europee, che, il 13 gennaio 2009, ne respingerà l'impugnazione, confermando così la decisione di primo grado.

Il 14 dicembre 2007 ha aderito al movimento Sinistra Democratica di Fabio Mussi e a dicembre del 2009 al progetto costituente di Sinistra Ecologia Libertà.

Da Wikipedia

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #427 il: 27 Maggio 2013, 12:10:23 »
ENZO MIGNECO

Togo (Enzo Migneco) è nato a Milano nel 1937, .....Pittore, Artista


 .... a causa del secondo conflitto mondiale si è trovato a vivere" nomade" in continuo peregrinaggio da Adis-Abeba a Messina, a Roma, a Muccia (presso Macerata) e di nuovo a Messina ad iniziare dal 1946. Si considera a tutti gli effetti Siciliano poiché ha vissuto dalla
prima adolescenza in Sicilia e, negli anni 60 si è trasferito in quel di Milano. La Sicilia ha formato la sua cultura e i suoi più profondi
sentimenti, ed è questi che cerca di esprimere con le sue famose pitture, in cui compare tutta la terra ed il mare Siciliano.

Togo è indubbiamente un "figlio d'arte" e l'atmosfera respirata in famiglia ne ha certo influenzato la formazione culturale: lo zio Giuseppe è pittore di grande fama; lo zio Angelo (scomparso prematuramente) ha avuto grandi meriti come scrittore e umorista;
 
Ad iniziare dalla fine degli anni cinquanta, comincia a partecipare a mostre e rassegne di pittura organizzate a Messina
 
Alla fine de 1962 un po’ per sfuggire al clima provinciale, un po’ perché attratto dalla grande metropoli, si trasferisce a Milano città che in quegli anni, ancor più di oggi, rappresentava il centro di un mondo culturale di grande importanza.

Dopo la mostra alla Galleria Laurina di Roma del 1966, presentata da Carlo Munari, prepara e realizza la prima personale lombarda che è ospitata, nel 1967, presso la

Galleria 32; in catalogo un testo di Raffaele De Grada.

In quegli anni Togo frequenta giovani pittori lombardi suoi coetanei tra cui si segnalano Lino Mazzulli, Umberto Faini, Vitale Petrus; con loro espone sovente in mostre collettive come quella presentata a Palazzo Gotico di Piacenza nel 1971. Nel 1969 entra a far parte con Marzulli e Faini del Gruppo di pittori della Galleria Diarcon diretta da Pasquale Giorgio. 

Tra il 1969 e il 1970 inizia la sua ricerca nel campo dell'incisione, tecnica questa che andrà approfondendo con sempre maggior merito negli anni successivi.

Nel 1972 Togo viene segnalato da Raffaele De Grada nel catalogo Bolaffi della pittura e, sempre dallo stesso critico, viene presentata la personale organizzata alla Galleria Diarcon.

Dal 1973 al 1980 la sua attività espositiva avrà momenti anche molto significativi come ad esempio le mostre personali presso le Gallerie Palmieri di Milano con in catalogo un testo di Enzo Fabiani, e Busto Arsizio con una presentazione di Mario La Cava, e quelle organizzate dalla Galleria Diarcon. 

Partecipa nel 1976 alla Prima Rassegna Nazionale "Mediterranea 1", a Messina.

Nel 1980 inaugura la sua prima mostra di grafica che viene ospitata a Palazzo Sormani a Milano. E' il primo grande riconoscimento ad una attività di ricerca e di analisi ormai decennale.

La galleria Annunciata, diretta da Sergio Grossetti, ospita nel 1981 una sua personale; in catalogo una testimonianza di Paolo Volponi.

Sempre nel 1981, insieme ai pittori Mario Bardi, Julio Paz, Benito Tirolese, al critico Giorgio Seveso e Paola Mortara Bardi, costituisce lo spazio" Aleph", centro d'arte e di cultura, che aggrega artisti ed estimatori d'arte.

In questo spazio autogestito Togo espone nel 1982 una serie di disegni e grafiche, commentata in catalogo da Giorgio Seveso.

Fonda, con Leopoldo Paratore, le Edizioni dello Scarabeo, edizione di grafica e libri d’arte, che pubblicano una monografia del suo lavoro di incisore, a cura di Alberto Cavicchi. Espone con Alvaro al Grifone Arte di Messina, presentato da Lucio Barbera e al Museo Remo Brindisi di Lido di Spina.

Nel 1983 si presenta nuovamente alla galleria Annunciata con venti grandi incisioni a "puntasecca"; in catalogo una nota di Alberto Cavicchi.

Nell'estate dello stesso anno partecipa con Luigi Veronesi, Giovanni Cappelli e Julio Paz alla mostra" Grafica oggi-Quattro proposte di ricerca" presentata al Festival Provinciale dell'Unità di Milano con note in catalogo di Alberto Cavicchi.

Lo stesso critico presenta nel settembre successivo la mostra del "Gruppo Aleph" alla Galleria Massari I del Palazzo dei Diamanti di Ferrara e al Teatru Kalambur a Wrroclaw in Polonia.

Nel catalogo Bolaffi della grafica 1983 Togo viene segnalato dai critici Giorgio Seveso e Sebastiano Grasso.

1985 - Due sue opere sono riprodotte nella "Storia dell'Incisione Moderna" di Paolo Bellini, edita da Minerva Italica.

1986 - Espone presso la Galleria Mosaico di Messina, alla galleria Bonaparte presentato in catalago da Luciano Caramel e alla Villa Comunale di Trezzo sull'Adda con un testo critico di Romano Leoni; esegue un murale, "Il ritorno dell'emigrante", a Limina (Messina).

1988 - E' invitato alla mostra "Theotokos" a Tindari, curata da Giovanni Bonanno.

E’ di quest’anno una sua esposizione di grafica presso il Comune di Senigallia. Vince il Primo Premio per il disegno a Nova Milanese

 

1989 – E’ pubblicato il volume di Vincenzo Palumbo per le Edizioni D’Anna, "Poesia degli uomini senza miti" che riproduce, tra gli altri, un disegno di Togo eseguito per l’occasione e riprende l’articolo del 1961 "Celi e Togo, felice avvio di due giovani artisti".

Nello stesso anno l'Amministrazione Provinciale di Messina organizza al Teatro Vittorio Emanuele, una sua mostra antologica curata da Lucio Barbera. Sono esposti 60 oli realizzati a partire dal 1962 e 30 incisioni; nel catalogo delle Edizioni Mazzotta sono pubblicati testi di Luciano Caramel, Lucio Barbera e Paolo Bellini; Sergio Palumbo è autore del video "Togo arte per arte".

1991 - Otto sue incisioni, con un testo di Lucio Barbera (Togo, il segno e il sogno), vengono pubblicate su "Arte fantastica e incisione" delle Edizioni Giorgio Mondadori, a cura di Paolo Bellini; partecipa ad "Autoritratto d'artista", mostra curata da Giorgio Seveso su un'idea di Giovanni Billari.

E’ invitato da Renzo Bertoni alla Rassegna "Sicilia mito e realtà" al Museo Pepoli di Trapani.

1992 - Espone ancora alla Galleria Bonaparte presentato in catalogo da Tommaso Trini.

1993 - E' ospitato con oli ed incisioni nelle sale dell'Università Bocconi di Milano (nel catalogo delle Edizioni Torcular, un testo di Tommaso Trini) e alla Galleria Quasar a Monticelli d'Ongina; partecipa al Premio Suzzara.

1994 - E' invitato da Lucio Barbera, curatore della mostra "Artisti al Museo", per il Rotary Club, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.

1995 - Espone una serie di incisioni allo Studio d' Arte Grafica di Milano con una testimonianza in catalogo di Vincenzo Consolo, alla Galleria Nuvola Nera di Santa Croce sull' Arno e alla Galleria Radice di Lissone con un testo di Francesco Poli, alla terza Biennale di grafica di Castelleone e al Centro dell'Incisione di Milano "Vent'anni dopo".

1996 - L'Ente Mostra di Pittura "Città di Marsala" allestisce una sua personale presentata da Giuseppe Quatriglio.

E' invitato alla Biennale dell'Incisione Alberto Martini di Oderzo e al Premio Biella.

Espone a Messina alla Galleria Il Sagittario con un testo in catalogo di Lucio Barbera e a Milano alla Galleria Il Torchio; invitato da Renato Valerio dipinge, a Casoli, il murale "Il ritorno".

1997 - La Galleria Meceden di Milazzo presenta una sua esposizione con in catalogo un testo di Mariateresa Prestigiacomo; espone a Patti presso le sale dell'Ente Provinciale del Turismo e a Mantova alla Arianna Sartori Arte, partecipa alla seconda Rassegna dell'Incisione "Bianco e nero" di Modica. 

1998 - Nei mesi di marzo e aprile tiene un corso di incisione per l'Ente Mostra di Pittura Città di Marsala presso i magnifici ambienti dell'Ex Convento del Carmine. Espone 50 incisioni a Milano al Centro dell'Incisione Alzaia Naviglio Grande. E' presente a Palazzo Sarcinelli di Conegliano per le donazioni del nuovo museo. Partecipa in aprile, con 4 opere a "L'Isola dipinta", mostra a cura di Aldo Gerbino al Vittoriale, a Roma, e in settembre a "La Sicilia è un Arcipelago", a cura di Lucio Barbera, mostra ospitata all'Acquario di Roma poi a New York, Palermo e Messina e al primo Salone dei pittori siciliani contemporanei a Palermo; espone alla Galleria Brezia di Cosenza.

1999 - In aprile gli è assegnato il Premio Nazionale di Pittura Santhià. In ottobre a Palermo espone 10 incisioni assieme ad Attardi e Gambino presso la Galleria Studio 72 (la mostra è curata da Aldo Gerbino), a Milano 25 incisioni presso la libreria dell'Angolo (la mostra è curata da Gianni Pre) e a Messina presso l'Associazione Motonautica Peloritana " Il mare e i suoi colori", mostra curata da Lucio Barbera; partecipa a "Cyperus Papyrus, Aspetti dell'Incisione Italiana", curata da Renzo Margonari.

Nel novembre dello stesso anno è invitato a Bruxelles negli ambienti del Parlamento Europeo con 20 pitture recenti; partecipa alle Rassegne d'Incisione "L' Arte e il Torchio" a Cremona, al Museo Civico Ala Ponsone, nel 1999, 2003 e 2007.

2000 - In aprile, a Roma, gli viene assegnato il premio Antonello da Messina per le Arti Figurative. Viene eletto membro del Consiglio Direttivo della Permanente di Milano, incarico che ha mantenuto fino al 2006, e nel 2002, dallo stesso Ente gli viene affidata l'organizzazione della VIII Triennale Nazionale dell'Incisione assieme a Enrico Della Torre e Walter Valentini. E' invitato al 3° Premio Casoli, edizione dedicata alla grafica. Esegue una incisione originale per la traduzione di Vincenzo Palumbo del "Soliloquio d’un Fauno" di Mallarmè, pubblicata in volume, con una prefazione di Mario Luzi, per le Edizioni ETS di Pisa e presentata a Bruxelles, Milano e Messina.

2001 - E' invitato a "Il canto del mare" Rassegna curata da Giovanni Bonanno a Mazara del Vallo; espone una serie di incisioni alla galleria Rosaspina.

2002 - Espone al Centro dell'Incisione di Milano assieme a Tano Santoro e Tono Zancanaro, presentato in catalogo da Sergio Spadaro; partecipa a "Arte a Milano oggi nella collezione del Museo della Permanente", a Urbino, Casa di Raffaello e a Vigevano, Castello Sforzesco.

2003 - Il suo lavoro appare nella cartella "Cento artisti per un museo" alla Galleria La Regina di Quadri di Modica. La cartella è stata esposta nel 2005 al Centro dell'Incisione di Milano, a Chieri, Bad Seben (Germania) e Berlino.

Dal 1999 al 2004 è stato titolare della cattedra di Incisione presso l'Accademia di Belle Arti "Aldo Galli" di Como. Dallo stesso anno e fino al 2005 ha avuto un contratto col gruppo editoriale Telemarket che ha proposto per televisione, in esclusiva, la sua opera pittorica.

2004 - Espone in collettiva alla Brambati Arte di Vaprio d'Adda, in catalogo un testo di Ivan Croce. Pubblica, con la Est Ticino di Turbigo (Mi), una cartella di sei incisioni con testi di Terenzio Baronchelli e Pinuccio Castoldi.

2006 - Espone con Enrico Della Torre e Ugo Maffi alla Brambati Arte: la mostra è curata da Ivan Croce; è invitato alla IV Biennale dell'Incisione Contemporanea "Città di Campobasso", a Piraino nella mostra "La donna e il mare" curata da Giovanni Bonanno, alla Permanente di Milano nella rassegna "Ventipiùcento"; per le edizioni Avatara è pubblicato un catalogo "Togo opere recenti" con un testo critico di Angela Manganaro e una poesia di Guido Oldani.

2007 - Con Giancarlo Colli, Gioxe De Micheli, Ugo Sanguineti e Alberto Venditti pubblica, con la Est Ticino, una cartella di incisioni curata da Terenzio Baronchelli, con un testo critico di Giorgio Seveso; assieme a Michele Cannaò e Tano Santoro, per le Edizioni AvatarA, è presente nella cartella d'incisioni" Per Amore" corredata da un testo di Angela Manganaro e tre poesie inedite di Juan Gelman, Franco Loi e Guido Oldani. Partecipa a Mantova alla rassegna "La vite, l'uva e il vino nell'Arte contemporanea" alla Galleria Arianna Sartori. Presenta trenta incisioni alla Orientalesicula 7 punto arte di Messina. A Ficarra (Me) è presente con quattro opere alla rassegna "Magnificat" organizzata da Giovanni Bonanno.

Espone a Villa Genovesi, S. Alessio (Me), presentato in catalogo da Giovanna Giordano.

Nei mesi di novembre e dicembre presenta, assieme ad Alvaro, "Conversazioni" opere recenti, alla Permanente   di Milano. La curatela della mostra e il testo critico in catalogo sono di Angela Manganaro.

2008 - E' invitato ad esporre una serie di opere recenti alla Galleria d'Arte Moderna "Tono Zancanaro" a Capo d'Orlando

 2009 - Espone assieme a Michele Cannaò, Tano Santoro e Alberto Venditti, una serie di incisioni alla Biblioteca Comunale Cassina  Anna di Milano e alla Fondazione Granata-Braghieri di Imbersago (Lecco).  Le due mostre sono curate da Angela Manganaro su progetto di Giulio Crisanti. 

E’ invitato,con cinque opere, alla mostra di pittura e scultura “Astratta/Informale” di Gravedona. 

Partecipa al progetto di Vittorio Ferri “Domino” assieme a Sonja Aeschlimann, Alvaro, Michele Cannaò, Ignazio Moncada, Sara Montani, Augusto Sciacca, Susan Post. 

Durante il “VI Convegno di Primavera” dell’Ordine dei medici, al Teatro Vittorio Emanuele, a Messina, riceve una targa quale riconoscimento al suo lavoro d’artista. 

 All'interno di un progetto della Provincia Regionale di Messina è invitato a esporre, in una mostra personale, opere di pittura e incisioni a Taormina nelle sale della "Fondazione Mazzullo" nel Palazzo dei Duchi di S. Stefano. In catalogo una presentazione di Lucio Barbera.

2010 - Espone alla Galleria San Carlo di Milano la sua ultima produzione in una personale dal titolo "Forme pure di colore", presentata in catalogo da Francesco Poli.

Per l'Associazione "Roberto Boccafogli " con Sara Montani è docente e responsabile del laboratorio "La Stamperia" de "La Fabbrica del Talento", centro di attività espressive e socializzanti a Milano.

da togopittore.net

seguono immaggini

Come si potrà notare dalle immagini, e anche da quello che spesso racconta, Migneco è un amante sincero del fumo lento, della
pipa in particolare.
 
 

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #428 il: 28 Maggio 2013, 10:14:35 »
....SEGUE ....ENZO MIGNECO

Enzo Migneco (Togo) nasce a Milano il 20 luglio 1937, ma vive gli anni della sua giovinezza a Messina, città di origine della famiglia
è qui che risiede fino a 25 anni  ed è qui che inizia da adolescente i suoi primi approcci con l'arte.
Proprio la Sicilia lo condizionerà positivamente nelle tematiche artistiche, lo spirito della terra Siciliana, i colori, il mare, i sapori i gusti
la luce intensa confluiscono all'unisono a generare in Migneco un arte che esprime positivamente la Sicilia e, i suoi ricordi.
Ricordi in quanto Migneco dipinge per ricordi, facendo una sintesi del visto e vissuto, dei sentimenti e mesciando il tutto.
Migneco è indubbiamente un "figlio d'arte" e l'atmosfera respirata in famiglia ne ha certo influenzato la formazione culturale:
lo zio Giuseppe Migneco è pittore di grande fama; lo zio Angelo (scomparso prematuramente) ha avuto grandi meriti come scrittore e
umorista; ma non solo i perenti e la terra Siciliana a formare Migneco e la sua arte, molto ha condizionare è Milano e la vita
creativa della città del primo dopoguerra, 1962 - Ritorna a Milano, attratto dalla vita culturale ed artistica della metropoli, ed apre uno studio nel quartiere di Brera, in via Palermo 5, una via ricca di artisti e gallerie d'arte.
Togo deciderà in seguito di trasferisi a Milano, per sfuggire alla vita provinciale ma soprattutto attratto dalla Milano del
dopoguerra ricca di vitalità lavorativa e culturale, artistica, una città che attirava artisti da tutta Europa, qui conosce grandi nomi
dell'arte postmoderna del dopoguerra ed evolve la sua arte generando uno stile personale che, ha dato a Togo notorietà e successo,
riconoscimenti e aprendogli le porte alle più importanti mostre Italiane.
Migneco, compie gli studi superiori all'Istituto Tecnico per Ragionieri di Messina, ma il suo vero interesse è la pittura. Del resto in famiglia vive quotidianamente a contatto con l'arte ed è pertanto continuamente stimolato in questa direzione.
Studia quindi privatamente pittura diplomandosi all'Istituto d'Arte di Palermo.
La fine degli anni Cinquanta lo vede partecipare a mostre e rassegne artistiche a Messina, dove tiene anche la sua prima personale.
Nel 1962 ritorna a Milano, attratto dalla vita culturale e artistica della metropoli, ed apre uno studio nel quartiere di Brera, in via Palermo 5. Dal 1969 al 1977 lavora in esclusiva con la Galleria Diarcon di Milano, diretta da Pasquale Giorgio, che dopo tre mostre personali gli allestisce, nel 1977, la prima antologica, presentata da Raffaele De Grada.
Trasferisce lo studio nella sede attuale in via Gaetana Agnesi, 10 nel corso del 1973 e vi installa un torchio calcografico iniziando una fervida attività incisoria che culminerà, qualche anno più tardi (1980), nella grande mostra di grafica allestita a Milano presso le sale di Palazzo Sormani.
Nel 1981 dà vita, con Mario Bardi, Julio Paz, Benito Trolese, Giorgio Seveso e Paola Mortara Bardi, ad uno spazio espositivo autogestito con l'intento di aggregare artisti ed esperti d'arte, l'Aleph - Centro d'Arte e Cultura, mentre l'anno seguente fonda, con Leopoldo Paratore, le Edizioni dello Scarabeo. Ritorna all'Annunciata due anni dopo presentando venti grandi incisioni realizzate con la tecnica della puntasecca.

tratto da vari siti web d'arte.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #429 il: 19 Giugno 2013, 17:30:42 »
WILLIAM CONRAD

William Conrad, all'anagrafe William Cann (Louisville, 27 settembre 1920 – Los Angeles, 11 febbraio 1994),

 è stato un doppiatore, attore e regista statunitense conosciuto in USA per la sua decennale attività radiofonica (dalla fine degli anni trenta a inizio anni sessanta) caratterizzata dal timbro baritonale.


Come attore ha partecipato a un centinaio di produzioni nell'arco di cinquant'anni, ma deve la sua popolarità soprattutto ai ruoli di protagonista in due serie televisive di successo: Cannon (1971-1976), dove interpretava il detective Frank Cannon, e Due come noi (1987-1992), nel ruolo del procuratore Jason Lochinvar "Fatman" McCabe.
Veterano dei drammi radiofonici lavora fin da giovane come annunciatore, scrittore e regista. Nel dopoguerra, nel 1946, debutta nel cinema con 'I gangsters', di Robert Siodmak, cui seguono, fra le altre, le interpretazioni in 'II terrore corre sul filo' e 'East side, west side'. Prima di recitare da protagonista Conrad è stato voce narrante di diverse serie televisive e radiofoniche fra le quali 'Il fuggitivo' e 'The invaders' in tale ambito è divenuto popolare per aver interpretato lo sceriffo Dillon nella serie 'Gunsmoke', ruolo che ha poi ceduto a James Arness nel passaggio della serie in tv. Dopo il successo della serie televisiva 'Cannon' (il celebre detective interpretato dal 1971 al 1976) l'attore interpreta, sempre per la tv, anche 'Nero Wolfe' (1981), e fino al 1992, la parte di un giudice in 'Jake and the Fatman'. Ha ottenuto un successo inaspettato anche come narratore nel cartone animato 'Rocky and Bullwinkle'. Conrad lavora anche alla produzione e alla regia di film come 'An American dream' e 'First to fight' oltre che di diverse serie per la tv.
Muore a Los Angeles per un infarto.

da Wikipedia e comingsoon

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #430 il: 20 Giugno 2013, 11:18:44 »
appena sotto il margine inferiore, chi è che sta fumando?
HMCIM

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #431 il: 20 Giugno 2013, 16:56:31 »
FRED TRUEMAN

Frederick Sewards ("Fred") Trueman  (6 febbraio 1931-1 luglio 2006) è stato un giocatore di cricket inglese con lo status di professionista,
in seguito divenne un autore e giornalista. Generalmente riconosciuto per essere stato uno dei più grandi giocatori al mondo di Cricket nella storia del cricket.
Ha rappresentato l'Inghilterra in 67 partite di test ed è stato il primo giocatore di bocce a prendere 300 wicket in una carriera.
Lui e Brian Statham hanno aperto il bowling Inghilterra insieme per molti anni e ha formato una delle più celebri collaborazioni bowling nella storia del test di cricket. Trueman era un difensore eccezionale, soprattutto in slittamento gamba,  un utile battitore ordine in ritardo che ha fatto tre secoli prima classe.

Di Trueman talento, l'abilità e la popolarità sono stati tali che il primo ministro britannico Harold Wilson scherzosamente lo ha descritto come "il più grande Yorkshire vivente". Tuttavia, Trueman è stato omesso da numerose squadre Inghilterra perché era spesso in conflitto con la costituzione di cricket che ha spesso criticato per la sua percepita "snobismo" ed ipocrisia.

Dopo il suo ritiro dal gioco, Trueman è diventato un personaggio mediatico attraverso il suo lavoro in televisione e come commentatore radiofonico schietto  per la BBC, lavorando principalmente su Test Match Special.

tradotto da Wikipedia Inglese

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #432 il: 20 Giugno 2013, 17:11:21 »
ALBERTO GIOLITTI

Illustratore - disegnatore - artista  .....Roma 14 Novembre 1923 - 15 Aprile 1993 ( 70 anni )

Alberto nasce a Roma il 14 novembre 1923. La sua famiglia è proprietaria dal 1900 del Caffè-Gelateria Giolitti, uno dei più conosciuti di Roma, situato nei pressi della Camera dei Deputati; qui Alberto ci lavora per un breve periodo.
 Il ragazzo dimostra però di avere una chiara propensione al disegno, cosicché, all'età di quattordici anni, incoraggiato da un amico di famiglia, va a portare i suoi lavori alla Casa Editrice A.V.E. (Anonima Veritas Editrice) di Roma, che proprio nel 1937 inizia la pubblicazione de "Il Vittorioso". L'importante settimanale cattolico gli pubblica i disegni di "I senza paura", realizzati su testi di Colombini, ma la serie viene interrotta nell'agosto 1943 per gli eventi bellici.
 Intanto Alberto frequenta il Liceo Artistico, l'Accademia delle Belle Arti e la facoltà di Architettura, ma poi è costretto ad interrompere gli studi perché chiamato a prestare il servizio militare.
 Successivamente riprende a disegnare e realizza, sempre per la A.V.E., "Le avventure di Italo Nurago" e "Il fortino assediato" su testi di Rainuzzo. Nel 1947 per gli "Albi dei Quattro Cerchi", supplemento a "Il Vittorioso", Alberto disegna "L'oasi del mistero" (Cerchio Rosso), ancora su testi di Rainuzzo, mentre per gli "Albi del Vittorioso" realizza "Alfa e Omega" (serie Jim Brady) e "Dick e Martin" (Serie Giraffone), entrambi su testi di Sorgi, e il western "Dick & Martin".
 Dopo un breve rodaggio anche come scenografo, cartellonista cinematografico e insegnante, il primo gennaio del 1946 Alberto prende una decisione ardita: parte per l'Argentina, in quell'epoca autentica fucina di disegnatori di fumetti. A Buenos Aires lavora per la Editorial Lainez e la Columbia Hermanos disegnando, fino al 1949, racconti polizieschi e adattando per il fumetto romanzi classici, come, ad esempio, "Quo Vadis?".Nel giugno del 1949 Alberto si trasferisce a New York, dove avvia una felice e lunga collaborazione con la Dell Publishing, che ha una sezione fumetti chiamata Dell Comics. In realtà dal 1938 questa Casa editrice ha stretto un accordo con la Western Publishing, originaria del Wisconsin, che ha l'ufficio editoriale anche a New York; secondo tale accordo la Dell finanzia e distribuisce ciò che la Western produce. Quindi, lavorando effettivamente per la Western, e lo farà per ben 33 anni, Alberto disegna tavole dei vari personaggi apprezzati del momento: "Indian Chief", "The Challenge of Zorro" (1956), "Tonto" (dal nome dell'indiano che faceva da spalla al celebre Lone Ranger) , "The Cisco Kid", "Jungle Jim", "Tarzan", e vari altri albi singoli di genere storico-avventuroso, come "Gulliver's Travels", per la realizzazione del quale, nel 1955, gli viene conferito il "Thomas Alva Edison Award" quale miglior racconto destinato ai ragazzi oltre gli otto anni. Inoltre disegna "Alexander the Great" (1956), "The Christmas Story", "Aladin and the Marvellous Lamp".
 Dal 1956 al 1962 Alberto disegna anche storie di genere western, adattando al fumetto le fortunate serie televisive di quel periodo: "Sergeant Preston of the Yukon", "The Lone Ranger's Famous Horse Hi-Yo Silver" (dal 1956 al 1960), "Gunsmoke", un albo dedicato al presidente Abraham Lincoln (1958), "Tales of Wells Fargo" (1959), "Have Gun, Will Travel"(1960-62), "Boris Karloff" (1962).
 Da New York, Alberto va a soggiornare a Lake Placid e poi a Lake George, vicino al confine col Canada, quando disegna "Sergeant Preston of the Yukon", i cui episodi sono spesso ambientanti tra nevi e slitte trainate da cani.
 Dopo un periodo di permanenza a Roma nel 1953, l'anno seguente ritorna negli USA, in Florida, e nel 1955 diventa cittadino americano quando sposa Joan, dalla quale ha due figli. Resta negli USA fino al 1962, poi rientra definitivamente a Roma con la famiglia, ma continua a disegnare per gli Stati Uniti; infatti, dalla fine del 1960, ereditando il personaggio da altri artisti, disegna gli albi di "Turok, son of stone" (suo primo episodio il n. 24), ed ora continua stando in Italia, fino al n. 130 di aprile 1982. L'idea del personaggio di Turok probabilmente fu dell'editore Matt Murphy, ma fonti eminenti assicurano che le prime storie furono scritte da Alberto Giolitti, pur non disegnandole.
 Nel 1962 la Western Publishing decide di porre fine alla collaborazione con la Dell Comics ed inizia a pubblicare in proprio gli albi a fumetti utilizzando il marchio "Gold Key Comics". Infatti Turok, fino ad allora stampato col marchio "Dell", dal n. 30 di novembre 1962 porta in copertina il logo "Gold Key". Gli albi dal n. 127 al 130 (oltre al 131 stampato in bianco-nero) sono invece pubblicati col logo "Whitman imprint", Casa editrice di Chicago (ex Hammerung-Whitman Publishing Co) che era stata rilevata dalla Western nel 1915 quando già si occupava di letteratura per i giovani.A fine 1968 Alberto inizia a disegnare albi ispirati ad un'altra fortunata serie televisiva americana: Star Trek. Quindi in contemporanea con Turok, Alberto, senza aver mai potuto vedere un episodio di Star Trek in Tv, lavorando quindi da fotografie fornite dall'editore (che gli fornisce anche i modellini dell'astronave e degli oggetti usati dai protagonisti) disegna 25 episodi, a cominciare dal n. 3 (dicembre 1968) fino al n. 36 (marzo 1976), quando col n. 38 di luglio (il n. 37 fu la ristampa del n. 5 di Alberto) la serie viene rilevata e continuata dal disegnatore Alden McWilliam, che la porta avanti regolarmente fino alla sua conclusione, n. 61 di marzo 1979. Il n. 62, disegnato da Frank Bolle, non viene stampato.
 Per la realizzazione delle due serie di Turok e Star Trek, Alberto si avvale spesso della collaborazione di altri artisti: Giovanni Ticci, Massimo Belardinelli, Giorgio Cambiotti, Mario Pedrazzi e Angelo Todaro. Nel frattempo Alberto disegna tavole per altre storie: "Freedom Agent" (1963), "Twillight Zone" (dal 1963 al 1970), "Lord Jim" (1965), vari episodi in "Ripley's Believe It or Not" (1965-66 e 1978), "Laredo" (1966), "Voyage to the Bottom of the Sea" (dal 1966 al 1970), alcuni episodi di "Tarzan" (1967), "King Kong" (1968), "Cow Boy in Africa" (1968), "Sword for Hire" per l'annuale (1969) di "Hurricane" della Fleetway di Londra, "Beneath the Planet of the Apes" (1970), alcuni racconti per "Mistery Comics Digest" (1972 e 1975) e l'episodio "Dominus" pubblicato su "Starstream" (1976).
 Al suo rientro in Italia nel 1960, Alberto aveva dato vita allo "Studio Giolitti", un'agenzia editoriale di disegnatori e scrittori di fumetti per lavori destinati al mercato estero. Lo Studio acquisisce sempre più nuovi artisti fino a riunirne in pochi anni una cinquantina, non solo italiani; tra questi ci sono Franco Caprioli, Sandro Chiarolla, Roberto Diso, Giancarlo Alessandrini, Enrico Bagnoli, Ruggero Giovannini, Renato Polese, Giovanni Ticci, Ugolino Cossu, Angelo Todaro, Massimo Rotundo, Franco Saudelli, Alberto Salinas, Paolo Morales, Massimo Belardinelli, Giorgio Cambiotti, Romano Felmang, Umberto Sammarini e Nevio Zeccara, che aveva disegnato i primi due albi di Star Trek.
 La produzione dello Studio è inizialmente rivolta alle pubblicazioni in Germania: Bastei Verlag, situata in Bergisch Gladbach, vicino a Colonia, (albi "Buffalo Bill" e "Lasso" che presentava il personaggio "Reno Kid"), Moewig Verlag in Monaco (albo "FBI") e Pabel Verlag in Rastatt (albo "Perry" ); e a molte di quelle della I.P.C. Fleetway di Londra. Poi produce anche per gli Stati Uniti, realizzando anche albi comici con i personaggi celebri della Warner Bros: Bugs Bunny, Daffy Duck, Porky Pig, ecc.
 Sul finire degli anni sessanta lo Studio realizza disegni anche per il mercato italiano; sono prodotte tavole per "L'Uomo Mascherato", "Mandrake", "Flash Gordon" (per i Fratelli Spada Editori) e per i fumetti per adulti, "Jacula", "Cosmine", "Super Black", "Oltretomba", "Terror" ed altri (per la Ediperiodici di Milano).
Nel 1976 Alberto inizia la collaborazione con Bonelli Editore disegnando circa una trentina di tavole di Tex Willer, ma poi si ferma per i troppi impegni ai quali è sottoposto; la storia viene terminata da Giovanni Ticci e stampata col numero 188 e titolo "Sabbie insanguinate", storia continuata nel 189.
 Nel 1986 Giolitti disegna per Comic Art, su testi di Giorgio Pedrazzi, "Cinque anni dopo", una storia "dopobomba" ambientata negli Stati Uniti. Nel 1989, con lo pseudonimo di Gilbert, Alberto ritorna nella squadra di Tex disegnando lo Speciale Tex n. 2, "Terra senza legge", su soggetto e sceneggiatura di Claudio Nizzi. La collaborazione continua negli anni seguenti, ed infatti i suoi disegni sono presenti sugli albi di Tex n. 357 ("La mano nella roccia", luglio 1990), 358 ("Il tesoro della città perduta", agosto 1990), 373 ("Falso allarme", settembre 1991), 374 ("La pistola nascosta", ottobre 1991), 431 (stampato a settembre 1996 col titolo "La strage di Red Hill", episodio ambientato in territorio canadese molto vicino al confine con gli Stati Uniti – per Alberto una specie di ritorno al "Sergeant Preston of the Yukon"), 432 ("Polizia a cavallo", ottobre 1996) e 433 ("Due pistole per Jason", novembre 1996), quest'ultimo terminato ancora da Ticci, dalla pagina 32 in poi, per via della improvvisa e inaspettata morte di Alberto, avvenuta a Roma il 15 aprile del 1993.

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #433 il: 20 Giugno 2013, 17:25:10 »
FRANCESCO CASORATI

Francesco Casorati è nato a Torino nel 1934 da Felice e dall'inglese Daphne Maugham, entrambi pittori, e il quotidiano rapporto con l'attività dei genitori e con l'ambiente di artisti che frequenta la casa paterna ha certamente influenzato la scelta di intraprendere anche lui l'attività artistica. Particolarmente intensa è l'inizio della sua attività espositiva, avviata nel 1954 con la mostra personale alla galleria del Sole a Milano e documentata dalle numerose collettive; sempre negli anni Cinquanta, insieme a giovani pittori torinesi quali Aimone, Campagnoli, Carretti, Chessa, Ruggeri, Saroni, Soffiantino e Tabusso, lo si vedrà presente alla galleria la Bussola di Torino, alla galleria S. Matteo di Genova, alla galleria delle Carrozze di Roma e alla galleria Spotorno di Milano. E’ ammesso, nel 1956, per accettazione alla XXVIII Biennale di Venezia, dove è premiato e partecipa all' “Esposizione della giovane pittura italiana” a Mosca, alla "Mostra di 60 maestri del prossimo trentennio" a Prato e nel 1959 alla VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma. Dal 1956 al 1957 vive a Parigi e nel 1958 a Roma sia per cercare di rompere il forte rapporto con la personalità del padre sia per aprirsi a nuovi orizzonti oltre le mura cittadine. Al ritorno l'esperienza maturata è documentata dalla personale alla galleria La Bussola di Torino, presentata da Luigi Carluccio.

Il lavoro dei decenni successivi si manifesta in una serie di personali in numerose città italiane ed europee e alla ricca partecipazione ai principali premi ed esposizioni in varie città, tra cui alla XXXI Biennale di Venezia con una personale di incisioni e testo in catalogo di Guido Ballo e alla IX Qua-driennale d'Arte di Roma.

Nel 1959 si sposa con Paola Zanetti ed abbandona definitivamente la convivenza con i genitori. Collabora in più riprese ad attività teatrali realizzate dal musicista Sergio Liberovici; progetterà tra l'altro gli elementi pittorici nello spettacolo «Un fucile, un bidone, la vita», prima opera all'interno del «Teatro libero», fondato da Liberovici e dal regista Roberto Guicciardini, allestito dal Teatro Stabile della Città di Firenze nel 1965.

Mostre antologiche o personali in spazi pubblici gli sono state dedicate: mostra personale alla Galleria civica d'Arte Moderna, Castello di Portofino (1979); mostra antologica nel Palazzo Robellini, a cura della Città di Acqui Terme e della Regione Piemonte (1982); mostra personale al Palazzo dei Diamanti a Ferrara (1985); mostra antologica nel Battistero di San Pietro, a cura del Comune di Asti (1991); mostra personale nell'Antico Castello sul mare, a cura del Comune di Rapallo (1996); mostra antologica nella Sala Bolaffi a Torino, a cura della Regione Piemonte (2000); mostra personale alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bra (2006). Dal 1998 a tuttoggi è presente con una installazione luminosa in varie strade di Torino, iniziativa del comune di Torino " Luci d'artista".

Accanto all'attività pittorica ha anche mantenuto un rapporto con l'insegnamento svolto dapprima al Liceo Artistico di Torino (1959-1975), in seguito all'Accademia Albertina di Torino, dove è stato titolare della cattedra di Decorazione sino al 1984, anno in cui ha scelto di andare in pensione per potersi dedicare completamente alla pittura.

" Cosa vuol dire amare la pittura?.... Vuol dire non solo fare della pittura, ma soprattutto amarla sopra ad ogni altra cosa, vuol dire vederla non solo nei dipinti ma ovunque, nelle strade, nei prati, nei posti belli e in quelli brutti, sui muri scrostati, nelle pietre rotte, nelle nuvole , nel mare, nelle pozzanghere e soprattutto nei pensieri, nel pensare sempre pittoricamente.

Per, credo, mia inclinazione naturale ho sempre avuto un rifiuto agli schemi di moda operanti in pittura, tutti i vari "ismi" che sono passati nella mia lunga vita mi hanno sfiorato, a volte affascinato, ma credo di aver quasi sempre fatto liberamente le mie scelte poetiche. Non ho mai amato in modo particolare la pittura pittoricistica, sono sempre stato un costruttore d'immagini; la mia maniera di dipingere è pensando e non operando emotivamente sul quadro: il momento esecutivo, per me, non è particolarmente creativo bensì artigianale, sovente piacevole e sempre molto faticoso. Amo il quadro che sto facendo quasi fosse un oggetto che dovrà essere ben eseguito, accarezzato e curato in tutte le sue parti, per assurdo mi piacerebbe dipingerlo anche di dietro.

Il mio lavoro è diventato via via più intimista, il tessuto pittorico è condotto con un amore, direi, ossessionante, i contenuti letterari, che continuano ad esserci, sono attinti da un repertorio di immagini, sono dei pretesti per fare della pittura.

La mia attenzione principale è quella di dipingere degli spazi armonici, giusti, ben equilibrati e condotti correttamente; la mia ambizione e la mia speranza è che questi lavori siano anche dei momenti poetici."

Venuto a mancare il 18 Febbraio 2013 a causa di un infarto.

Ha dedicato la sua vita all’arte e per dipingere usava proprio lo studio in cui anche il padre era solito chiudersi a lavorare, uno studio
mitico, reso mitico dal padre e reso forse ancor più profondamente importante dal figlio.

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rais

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Re:Il fumatore di pipa
« Risposta #434 il: 20 Giugno 2013, 20:41:01 »
 :o :o
« Ultima modifica: 20 Giugno 2013, 22:04:35 da caporaiss »