Autore Topic: Autori con la pipa in bocca  (Letto 364529 volte)

Offline Cristiano

  • Moderatore globale
  • Sovrano Grande Pipatore Generale
  • *****
  • Post: 7134
    • Mostra profilo
    • http://www.studiolegaleciani.it
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #270 il: 07 Aprile 2008, 09:56:42 »
in "Acque Morte" l'incommensurabile W.S. Maugham ci informa che la terribile moglie del Capitano Nichols sopportava solo il Player's Navy Cut
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

Cave Secretarium

www.studiolegaleciani.it

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #271 il: 09 Aprile 2008, 00:37:23 »
Una, Sua , piccola rarità,che schiude ancora un mondo di meraviglie.

J.R.R.Tolkien

Roverandom

A volte i due cani osarono stuzzicare i ragni: mordicchiando le ragnatele, liberando i raggi di luna e scappando via appena in tempo, con i ragni che lanciavano loro i lazo dalla cima delle colline. Ma Roverandom continuava a star di vedetta, in attesa del postino Mew e del giornale News of the World (per lo più assassini e partite di cal-cio, come sa perfino un cagnetto; ma qualche volta, in un angolino, c'è qualcosa di meglio).
Si perdette la nuova visita di Mew perché era intento a uno dei suoi vagabondaggi, ma quando tornò il vecchio stava ancora leggendosi le lettere e le notizie (e pareva anche di ottimo umore, seduto sul tetto con i piedi penzoloni oltre l'orlo, fumando un'enorme pipa di creta bianca, emettendo nuvole di fumo come una locomotiva e sorridendo a tutta bocca nel tondo viso rugoso).
Il vecchio posò la lettera (parlava di Artaserse, ed era molto divertente) e si tolse la pipa di bocca. «Devi proprio andare? Non puoi fermarti ancora? È stato un taale piacere conoscerti. Torna a trovarmi quando vuoi!» disse, tutto d'un fiato.

Finalmente arrivò al vasto portone... un arco dorato frangiato di coralli con una porta di madreperla adorna di denti di pescecane. Il batacchio era un enorme anello incrostato di cirripedi bianchi con i loro nastrini rossi pendenti; naturalmente Rover non ci arrivava, né sarebbe riuscito comunque a smuoverlo. Allora abbaiò, e con sua grande sorpresa gli uscì un latrato piuttosto forte. All'interno la musica cessò al terzo abbaiare, e il portone si spalancò.
E chi credete lo aprisse? Artaserse in persona, vestito di velluto color persica e calzoni di seta verde; aveva sempre una grossa pipa in bocca, solo che stavolta soffiava splendide nuvole color arcobaleno anziché fumo di tabacco; e non portava il cappello.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #272 il: 09 Aprile 2008, 01:20:30 »
Un grande evocatore di atmosfere crepuscolari e anche di storie molto fantastiche, ha vissuto molto senza mai abbandonare la sua pipa

FRITZ LEIBER
 1910 –1992

La sua popolarità sia tra i fan che fra i colleghi scrittori è stata notevole, e molti suoi romanzi e racconti hanno vinto il premio Hugo e il premio Nebula.

Figlio di due attori shakespeareani, Fritz Reuter Leiber Sr. (31 gennaio 1882 - 14 ottobre 1949, famoso a teatro e ad Hollywood dal 1916 fino alla sua morte) e Virginia (née Bronson), Leiber è sempre stato affascinato dal teatro e ha descritto compagnie shakespeareane itineranti
Leiber è stato pesantemente ispirato da Howard Phillips Lovecraft e Robert Graves nelle prime due decadi della sua carriera. A partire dalla fine degli anni cinquanta fu sempre più influenzato dai lavori di Carl Gustav Jung, in particolare dai concetti di anima e ombra e spesso questi concetti sono menzionati apertamente nelle sue opere.


La collina e il buco

Ben Shelley ingollò le ultime gocce di caffè, si spinse lontano dal tavolo e premette con il pollice il tabacco all'interno della sua pipa di erica. Tom spiegò il suo progetto.
Un ventilatore dalle pale di legno ansimava pesantemente sopra di loro facendo oscillare e tremolare alcune strisce di carta moschicida che pendevano dal soffitto.
Ben si soffermò ad accendere la pipa osservando il foglio. Poi rispose prontamente: «Un'altitudine di centotrentaquattro metri. E c'è anche un nome stampato vicino... "Il Buco". Poetico, vero? Ebbene, di cosa si tratta? Una cava di pietre?»
Ti dimostrerò che questa mappa è piena zeppa d'errori. D'accordo?»
Ben avvicinò un altro fiammifero alla sua pipa. Poi annuì. «Va bene, sono pronto. Ma non arrabbiarti quando ti accorgerai di essere entrato nella fattoria sbagliata.»

Suerte!

Offline Cristiano

  • Moderatore globale
  • Sovrano Grande Pipatore Generale
  • *****
  • Post: 7134
    • Mostra profilo
    • http://www.studiolegaleciani.it
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #273 il: 09 Aprile 2008, 10:19:59 »
straordinario lo stralcio da Tolkien
"Bohhh tieniti le tue adorate dunhill e pipe da snobe i tuoi tabacchi da bancarella del mercato" Cit. toscano f.e.

Cave Secretarium

www.studiolegaleciani.it

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #274 il: 15 Aprile 2008, 23:01:55 »
Ancora Atmosfere............
Edgar Pangborn

(1909-1976) è uno dei più grandi autori  di genere fantastico, vincitore dell'International Fantasy Award e dell'Hugo e autore di Davy  e di tantissimi altri di successo , uno dei capolavori assoluti del genere fantastico e picaresco.

Davy

Nella traduzione italiana Davy L'Eretico

Minna Selig era molto graziosa, e lo era anche Bonnie Sharpe. Ricordo che per almeno sei mesi non riuscii a concentrarmi su una di loro senza sentirmi all'improvviso attratto dall'altra. Era il loro modo di divertirsi.
Il flautista e il cornettista si distanziarono leggermente e si sedettero a terra con un mazzo di carte. Una donna alta, con spalle larghe e capelli grigi, senza scarpe e coperta da un camice azzurro scolorito, si sedette sul gradino di uno dei grandi carri coperti, fumando una pipa di argilla con evidente soddisfazione. Il suonatore di tamburo aveva smesso di suonare ma era rimasto accanto alle ragazze; si era sdraiato calandosi sul volto un vecchio cappello di paglia da contadino che i bastoncini del tamburo tenevano bloccato contro un improvviso soffio di vento. Stud Dabney era speciale, per queste cose: Papà Rumley sosteneva che fosse lui l'inventore della quiete e della tranquillità.  

C'erano due cose, a sentire lui, che tenevano il diavolo lontano dai giovani: la verga di betulla e l'insegnamento, e delle due l'insegnamento era sicuramente la migliore.
Mamma Laura dava il suo contributo. Tranquilla e dolcemente filosofa in tutte le altre situazioni, capace di restare seduta senza muoversi per un'ora fumando la pipa e guardandosi intorno, Mamma Laura si trasforma-va in un demonio di energia di fronte a uno studente che mostrasse una certa inclinazione allo studio.
Qualsiasi comportamento andava bene - ringhi, improperi, un gergo che avrebbe fatto arrossire mio padre (e qualche volta ci riuscì davvero), ironia, elogi misurati, uno sbuffetto sulla guancia - qualsiasi cosa, persino un bacio o i dolcetti al miele che teneva nascosti nella sua cuccetta e che nessuno sapeva preparare tanto bene.
Era giustificabile qualsiasi comportamento potesse servire a inculcare nella mente di un giovane un brandello di verità che non sarebbe più andato perduto.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #275 il: 15 Aprile 2008, 23:06:35 »
Ancora...
Ray Bradbury

Paese D'Ottobre

«Buongiorno, signora maestra!»
La porta si aprì. La maestra l'aspettava, nella sua tonaca lunga e accollata di grossa stoffa grigia, con un cappuccio che le nascondeva il viso. Portava come al solito gli occhiali d'argento. Le mani inguantate di grigio gli fecero cenno d'entrare.
«Sei in ritardo.»
Alle sue spalle, il paese dei libri ardeva con i vivaci colori del fuoco appeso. I mattoni delle enciclopedie formavano pareti. Un ciocco divampava, nel camino così grande che vi si stava in piedi senza picchiare la testa.
La porta si chiuse, regnò un caldo silenzio. A questa scrivania, Dio un tempo si sedeva; i suoi passi avevano calpestato questo tappeto, mentre caricava la pipa di buon tabacco fragrante; da questa grande invetriata a colori aveva guardato fuori, con viso severo. La stanza odorava di Dio, di legno lucido, di tabacco, di cuoio, di monete d'argento.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #276 il: 19 Aprile 2008, 15:20:53 »
Un'altra ultima pipa...

Chester S. Geier
Autore americano specializzato in "Pulp"

L'ORA FINALE

Crendon guardò l'orologio. Cinque minuti a mezzanotte. Raccolse le pagine del suo ultimo manoscritto e le sistemò in una pila ordinata in un angolo della scrivania, mettendoci sopra un peso affinché nessuna brezza casuale potesse farli volare via. Mise un po' d'ordine sulla scrivania, facendo scivolare in vari cassetti i suoi numerosi foglietti, pagine d'appunti, matite. Poi caricò e accese la pipa, e si sedette ad aspettare.
Non si sentiva per nulla spaventato da ciò che stava per succedere. Era come se nell'ansia creativa della sua ultima fatica si fosse liberato dalla paura. Il suo essere sembrava pervaso da una grande calma.
Sul caminetto l'orologio batteva a ritmo accelerato; era simile ad un cuore di metallo che pompasse il sangue dei secondi attraverso le arterie del tempo. Stava piovendo più forte. Di tanto in tanto la luce dei lampi illuminava lo scuro rettangolo delimitato dalle finestre dello studio. I pezzi di legno nel camino si erano ridotti a pochi tizzoni incandescenti, cupi nella desolazione della cenere biancogrigia.
L'orologio prese a battere la mezzanotte. Crendon mise da parte la pipa e si stirò.
Dall'esterno arrivò la luce di un lampo insolitamente forte, seguita dal cupo rimbombo di un tuono. A Crendon sembrò quasi un segnale. Sentì quello che poteva essere definito come un vento freddo attraversare tutta la stanza. Il fuoco nel focolare si ravvivò improvvisamente.
Si udì bussare leggermente alla porta.
«Avanti,» disse Crendon con calma.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #277 il: 19 Aprile 2008, 15:23:04 »
Parlare troppo con la pipa in mano...ancora i fantasy di Fritz

Fritz Leiber

Rump-titti-titti-tum-TA-ti

L'antropologo culturale si portò al centro del cerchio. Aveva un'aria molto rassicurante col fumo scuro che usciva dalla pipa e la mascella forte e il tweed signorile, anche se, dopo avere afferrato la pipa con la destra, nascose tutte e due le mani dietro la schiena e le tenne lì, ben ferme.
«Gente», disse, secco, «le mie ricerche su questa faccenda sono tutt'altro che concluse, però ormai sono arrivato al punto di sapere che abbiamo a che fare con quello che potremmo definire un simbolo assoluto, un simbolo che è la somma di tutti i simboli. Contiene tutto... nascita, morte, accoppiamento, omicidio, possessione divina e demoniaca, tutta quanta la vita, tutta... a un livello tale che dopo averlo guardato, o ascoltato, o creato per un po' non si ha più bisogno della vita.»
Lo studio era immobile. Gli altri cinque intellettuali guardarono Norman. Lui si mise a ondeggiare sui talloni come un normalissimo professore universitario, ma le sue braccia si irrigidirono visibilmente. Norman strinse ancora di più le mani dietro la schiena lottando con la terribile spinta ossessiva.
«Come dicevo, i miei studi non sono conclusi, ma è chiaro che non c'è il tempo di continuarli. Dobbiamo agire in base alle conclusioni che ho tratto dalle prove raccolte sinora. Riassumerò in breve. Dobbiamo presumere che la specie umana possegga davvero un inconscio collettivo che si estende per migliaia di anni nel passato e, per quanto ne so, nel futuro. Possiamo rappresentare questo inconscio collettivo come un grande spazio buio in cui a volte, con estrema difficoltà, possono passare dei messaggi radio. Dobbiamo anche presumere che la frase musicale e le chiazze di vernice nera ci siano giunte dalla radio interiore di un individuo vissuto più di un secolo fa. Abbiamo ragione di credere che questo individuo sia, o sia stato, un antenato diretto del nostro Tally, a livello della settima generazione. Era uno stregone. Era affamato di potere. Ha trascorso la vita alla ricerca di un incantesimo che agisse sul mondo intero. A quanto sappiamo, alla fine trovò l'incantesimo, ma morì troppo presto per poterlo usare. Non riuscì nemmeno a tradurlo in suoni o simboli scritti. Pensate a quanto si sarà sentito frustrato!»
«Norm ha ragione», disse Tally, annuendo lentamente. «A quanto mi hanno raccontato, era un uomo molto malvagio e molto testardo.»
Il cenno di Norman fu più veloce. L'attenzione si concentrò di nuovo su di lui. Gocce di sudore gli colavano dalla fronte. «Questa cosa ci è arrivata in quel certo momento... per l'esattezza è arrivata a Tally e attraverso lui a Simon... perché le nostre sei menti, rafforzandosi a vicenda, erano aperte, pronte a ricevere le trasmissioni dell'inconscio collettivo e perché c'era... c'è... questa persona all'altro capo della linea, desiderosa di far giungere il messaggio attraverso un suo discendente. Non possiamo dire esattamente dove si trovi l'individuo che ha trasmesso. Una mente scientifica direbbe che si trova in una parte in ombra del continuum spaziotemporale, mentre una mente religiosa potrebbe suggerire che si trova in paradiso o all'inferno.»
«Io propenderei per quest'ultimo posto», intervenne Tally. «Era destinato a finirci.»
«Per favore, Tally...», ribatté Norman. «Ovunque sia, dobbiamo agire nella speranza che esista una controformula, un simbolo negativo, lo yang di questo yin che il tuo antenato vuole o voleva trasmettere... Qualcosa che metta fine al diluvio di follia che abbiamo scatenato sul mondo.»
«È qui che non posso essere d'accordo con te, Norm», intervenne Tally, scuotendo la testa con mortale serietà. «Se il mio vecchio pentabisnonno è riuscito a mettere in moto qualcosa di brutto, non accetterà mai di fermarla, specialmente se sapesse come fare. Ti ripeto che era un uomo molto malvagio e...»
«Per favore, Tally! Il carattere del tuo antenato potrebbe essere cambiato nel suo nuovo ambiente. Potrebbero esserci forze superiori che stanno agendo su di lui... In ogni caso la nostra unica speranza è che lui possegga e sia disposto a trasmetterci la controformula. Per ottenere questo risultato dobbiamo cercare di ricreare artificialmente le condizioni che si sono verificate in questo studio al momento della prima trasmissione.»
Un dolore acuto si dipinse sul suo viso. Norman tolse le mani da dietro la schiena. La pipa cadde sul pavimento. Lui guardò la grossa vescica che il fornello bollente aveva fatto apparire su una palma.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #278 il: 19 Aprile 2008, 19:13:01 »
Un macabro puzzle da risolvere con la pipa in bocca........

Peter Coleborn

Membro della «British Fantasy Society», è un autore del tutto nuovo, da scoprire quindi, ed il suo racconto va inquadrato in un'ottica tutta particolare, da riscrittura disincantata di obsoleti scenari.

L'ESUMAZIONE

Il Dr. George Stirland era perplesso: rilesse i risultati del laboratorio più volte. Si sporse in avanti sulla sedia, con i gomiti sulla scrivania e la testa appoggiata nelle mani. Sospirò, allungò un braccio per prendere la pipa e si rilassò indietro sulla sedia.
«Max,» chiamò alla fine, «che ne pensi di questi?» Il Dr. Maxwell Sykes, attraverso la stanza, prese i risultati dalla scrivania di Stirland. Diede un'occhiata alla prima pagina.
«La coppia della bomba!? Una coppia di terroristi direi, con le mani maldestre. Qual è il problema, George?»
«È difficile a dirsi precisamente. Lo sai, i due sono letteralmente andati a pezzi: i loro corpi sono stati trovati scaraventati oltre un'area considerevole. Ha reso quasi impossibile il lavoro del medico legale ma,» Stirland fece una pausa perché le sue parole avessero maggiore effetto, «sono sicuro che uno di loro era morto prima dell'esplosione.»
«Hmm... questo presenterà un quadro completamente diverso della faccenda. Ma,» chiese Sykes, «che cosa ti preoccupa veramente? Abbiamo già avuto a che fare con casi come questo, no?»
«Il giovane, che abbiamo identificato come Abbotson, è morto nell'esplosione. L'altro, molto più vecchio direi, è un mistero. Tuttora rimane non identificato. È morto prima dell'evento.» Stirland fece una pausa, tirando boccate dalla sua pipa ed espirando denso fumo blu.
«E allora?»
«Abbotson non era di grande statura, era quasi piccolo infatti. Deve aver fatto abbastanza fatica a trasportare l'esplosivo da solo. Non poteva aver trasportato anche il corpo. Non vi è nessuna prova di un terzo partecipante.»
Sykes cominciava ad annoiarsi per il modo di fare sconnesso di Stirland. «Vieni al dunque, George. Il giovane ha potuto uccidere il più vecchio, poi, per qualche ragione, la bomba è esplosa.»
«No!» Stirland guardò fisso negli occhi dell'amico. «Doveva essere morto da parecchie ore, forse anche giorni, prima di essere fatto a pezzi dall'esplosione. Ci sono delle autolisi ma, in generale, i suoi tessuti sono in uno straordinario stato di conservazione. Non imbalsamato, e» Stirland aggiunse, «ci sono delle orme che conducono alla scena che corrispondono ad un individuo del suo peso ed altezza.»
Sykes si sedette su una sedia accanto alla scrivania. Il suo unico commento fu: «Così...»
Stirland si strinse nelle spalle. «Aveva una strana dentatura: canini potenti. Te li mostrerò più tardi. Aveva anche uno sconosciuto gruppo sanguigno. Infatti,» aggiunse, «direi quasi che non aveva un gruppo. È così...»
«Strano,» suggerì Sykes.
«Sì, stranissimo. Ci sono centinaia di incongruenze in questi risultati.» Stirland prese la lista, e la lasciò cadere indietro sulla scrivania. «Ci sono così tante contraddizioni, Max. Dio sa cosa riferirò al Magistrato.»
Il Dr. Stirland riposava nella sua poltrona di pelle nera, con gli occhi socchiusi e tirava boccate dalla pipa. Il fumo del tabacco si alzava pigramente, accarezzando il suo viso, verso il soffitto.
Attraverso la sottile nebbia blu, da sotto le pesanti palpebre, egli guardava l'occhio che galleggiava dentro un vasetto di formalina. L'occhio, aveva deciso, apparteneva alla più anziana delle vittime della bomba. Nonostante il suo stato danneggiato, apparentemente aveva ripreso il suo sguardo fisso, splendendo di una luce innaturale. Un brivido corse lungo la schiena del dottore, mentre quello lo guardava. Egli quasi credeva che l'occhio potesse ancora funzionare, potesse ancora vedere! Era una sciocchezza, naturalmente.

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #279 il: 21 Aprile 2008, 00:48:30 »
Ho avuto i 4 dvd della serie Murder Rooms - BBC
I titoli:
Il Mistero Delle Ossa
Il Metodo
Gli Occhi Del Paziente
La sedia del fotografo
Ambientati in suolo inglese nella metà dell'800 ,parlano della giovinezza di Arthur Conan Doyle,in modo romanzato trasponendo il personaggio di SH in un professore della facoltà di medicina frequentata da Doyle,si capisce che poi ne ispirerà la creazione.
La fiction ricostruisce il carattere dello scrittore e involontariamente aggiunge particolari negativi alla sua biografia,ma sorvoliamo,a me non è mai piaciuto.
Le ricostruzioni di scene di vita dell'epoca sono a dir poco minuziose,curati i costumi degli attori e delle numerosissime comparse.
Ci sono numerose scene di carattere macabro ,del resto lui è l'assistente di un chirurgo,che fa anche il medico legale per passione,alcune piuttosto forti.
Ci sono poi molte inquadrature di bordelli e di disperate lavoratrici per strada,affronta senza falsi storici, L'ostracismo verso le donne appena ammesse al pari degli uomini nelle università.
Si sprecano le scene di miseria, fame,degradazione umana,i reduci della guerra dei boeri,le loro mutilazioni etcc..,non appesantisco arrivo alla conclusione.
Non si vede una pipa,eppure Doyle fumava anche a letto,ne un sigaro,ne una sigaretta,nessuno fuma,neanche nelle scene di massa dei sobborghi di Londra,fiumi di birra e di gin,ma il tabacco non l'avevano inventato.
E' evidente che nelle prossime serie future di Sherock Holmes,invece della pipa gli metteranno in mano un lecca lecca,mostreranno magari che si faceva,come è noto, le pere di cocaina al 10 per cento,mostrarlo sarà lecito ed educativo.
Penso che probabilmente gli inglesi battono troppe testate nei lampioni perchè distratti dal troppo uso del telefonino.

http://www.michelinolagrasta.it/2008/03/09/londra-lampioni-imbottiti-per-distratti/

Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #280 il: 21 Aprile 2008, 13:00:56 »
Per rifarmi la bocca ho riguardato un vecchissimo film.

Giorgio Ferroni

Nel 1932, dopo essersi laureato in Giurisprudenza, svolse per breve tempo l'attività di vicepretore di Napoli, preferendo dedicarsi a quella di critico cinematografico su La Ruota. Un anno dopo, nel 1933, divenne assistente regista di Gennaro Righelli e nello stesso tempo iniziò a lavorare per l'Istituto Luce come regista di cortometraggi, attività con la quale vinse i Littoriali con il documentario Pesca nel golfo. Nel 1938 continuò la carriera come direttore tecnico-artistico, prima della Incom e poi della Ferroni cortometraggi. Dopo avere collaborato come aiuto regista al celebre film storico Scipione l'Africano, diretto da Carmine Gallone, si dedicò alla regia di lungometraggi,uno dei quali, L'ebbrezza del cielo, girato nel 1940, parzialmente a colori e in gran parte documentaristico, suscitò l'entusiasmo della critica contemporanea. Il lavoro di documentarista fu la sua principale attività almeno fino al 1959 (da ricordare, fra i suoi migliori risultati, 1940, fuoco nel deserto); tuttavia, non mancò di dimostrare le sue efficaci capacità descrittive e narrative anche in altre opere, come Pian delle Stellee Tombolo, paradiso nero. Al 1956 risale uno dei migliori lungometraggi a carattere documentario girati in Italia, Vertigine bianca.Dal 1961 in poi diresse numerosi film dei più diversi generi (storico, mitologico, avventuroso, horror), dimostrando grande professionalità e ottima tecnica; dal 1965 fu solito firmarsi con lo pseudonimo di Calvin Jackson Padget.

Il mulino delle donne di pietra

Regia: Giorgio Ferroni
Interpreti: Pierre Brice, Dany Carrel, Scilla Gabel, Wolfgang Preiss, Robert Boehme, Marco Guglielmi, Liana Orfei, Olga Solbelli
Italia, Francia 1960

Alla sua prima incursione nell'horror, dopo un passato nel peplum e nel western ,confeziona una pellicola di raffinata eleganza. Come un sapiente scultore cesella le inquadrature, predisposte quasi esclusivamente in interni, rifinendole con pennellate fulgide di colore. Colori che non hanno nulla da invidiare alle coeve produzioni Hammer e che, forse non è azzardato rilevare, precedono le suggestioni di Mario Bava. La macabra danza inscenata dalle statue del carillon assume un valore ipnotico e richiama, in più di una circostanza, le atmosfere de La maschera di Cera di Andre De Toth. I punti di contatto con il film interpretato da Vincent Price sette anni prima sono reperibili anche nella centralità della figura del mad artist e nella sua ossessione per una figura femminile (Susy nel caso di Henry Jarrod/Vincent Price; la figlia Helfi per Gragorius Wahl) oltre che nel rogo finale col quale si chiudono entrambe le pellicole.
Le pipe sono al centro di ogni scena,sottolineano i momenti di tranquillità prima che la trama precipiti nel noire più denso.
Esprimono anche neanche troppo casualmente una diversificazione fra "buoni e cattivi",fra personaggi tetri e solari,come nelle trdizioni western dove il protagonista ha un cappello bianco e gli altri nero,quì i "mostri" fumano pipe curve nere ed eleganti,i buoni corncobb o dritte chiare.






Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #281 il: 25 Aprile 2008, 23:19:44 »
Ci sono eventi in cui la pipa non si apprezza.....
HARLAN ELLISON

Nato a Cleveland, Ohio, il 27 maggio '34.
Agli inizi degli anni '50 comincia a pubblicare racconti su tutte le riviste specializzate.
Esordisce professionalmente a 17 anni, con un racconto pubblicato su "Weird Tales".
1949 in seguito alla morte del padre. Più volte Ellison lasciò la casa, passando da un lavoro all'altro. Frequentò l'Università dell'Ohio per 18 mesi prima di venire espulso per aver colpito un professore.
Nel 1955 si trasferì a New York per intraprendere la carriera di scrittore. Nei due anni successivi pubblicò più di 100 storie brevi e articoli soprattutto relativi alla fantascienza.
Ha scritto sceneggiature telervisive per "The Outer Limits", "Star Trek" e "Starlost" ed altri telefilm non di Sf.

SOLDATO

Sims strinse le spalle sotto il suo cappotto e frugò nelle tasche in cerca della pipa. Il tabacco si era rovesciato fuori del fornello e ne poteva sentire sotto le dita i grani ruvidi sparsi sul fondo della tasca. Il pubblico usciva lentamente dalla sala guardandosi in volto l'un l'altro senza parlare. Come se la gente si fosse resa conto di quello che poteva succedere, come se stesse cercando una soluzione.
Sims propose quella soluzione. Le petizioni erano là, appese al grande cartello... identico a quelli che erano stati dislocati in tutta la città. Quando la gente fu nell'atrio, Sims sollevò il foglio bordato di nero:
FIRMATE QUESTA PETIZIONE! IMPEDITE CHE ACCADA QUELLO CHE AVETE ASCOLTATO QUESTA SERA!
La gente si accalcava attorno al tavolo delle firme, anche se Sims sapeva che ormai era solo un gesto di solidarietà: il corpo legislativo aveva preso la sua decisione quel mattino stesso. Non ci sarebbero più state guerre... a certe condizioni. E la notizia si era diffusa per mezzo di registrazioni di trasmissioni via cavo, di comunicati stampa, e tutti avevano fatto la loro parte. Simili decisioni sarebbero state prese in tutto il mondo.
Qarlo era riuscito da solo a compiere quel miracolo che l'Umanità attendeva da sempre.
Sims smise di ricaricare la pipa e gettò uno sguardo al manifesto appeso davanti all'ingresso.


Suerte!

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #282 il: 25 Aprile 2008, 23:26:07 »
Un triste addio,con la pipa per darsi un contegno di normalità.

RICHARD MATHESON

Nel 1943 si diploma alla Brooklyn Technical High School ed entra subito nell'esercito, dal quale viene congedato perché ferito in azione. Tornato civile studia giornalismo all'Università del Missouri, e già nel 1950 pubblica il suo primo racconto, Nato d'uomo e di donna.
Diventa in breve lo scrittore sceneggiatore preferito di Alfred Hitchcock,Roger Corman,l'allora esordiente Steven Spielberg.
Per citare una delle sue tante opere "Duel",libro e sceneggiatura.

Ritorno

Il professor Robert Wade stava per mettersi a sedere sull'erba folta e profumata, quando vide sua moglie Mary spuntare come un razzo da dietro l'Istituto di Scienze Sociali e precipitarsi verso il campus.
A quanto pareva era arrivata correndo fin da casa... ottocento metri buoni. E con un bambino in grembo. Wade strinse rabbiosamente i denti sul cannello della pipa.
Qualcuno l'aveva informata.
Vide che era tutta rossa e senza fiato, mentre correva attorno al marciapiede ellittico che fronteggiava l'Istituto di Arti Liberali. Si costrinse ad al
zarsi in piedi.
Adesso stava scendendo il largo vialetto che costeggiava per tutta la lunghezza il gigantesco Centro di Scienze Fisiche, dalla facciata di granito. Il suo petto si alzava e si abbassava rapidamente. Lei sollevò la mano destra e si ricacciò indietro i riccioli castani.
Wade la chiamò. «Mary! Da questa parte!» E fece un gesto con la pipa.
Lei rallentò, ansimando nell'aria fresca di settembre. I suoi occhi scrutarono l'ampio campus illuminato dal sole fino a quando non lo vide. Poi scese dal marciapiede e corse sull'erba. Lui notò l'accorata espressione di paura che le deformava i lineamenti, e la sua rabbia svanì. Perché gliel'avevano detto?
Mary si lanciò verso di lui. «Mi avevi promesso che questa volta non ci saresti andato» gli disse, con le parole che le uscivano fuori fra gli ansimi. «Avevi detto che questa volta ci sarebbe andato qualcun altro.»
«Shhh, tesoro» cercò di calmarla. «Riprendi fiato.»
Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca della giacca e le asciugò delicatamente la fronte.
«Robert, perché?» gli chiese.
«Chi te l'ha detto?» replicò lui. «Avevo chiesto di non dirti niente.»
Lei si ritrasse e lo fissò. «Di non dirmi niente!» esclamò. «Te ne saresti andato senza farmelo sapere?»
«Ti sorprende che non volessi spaventarti?» replicò lui. «Specialmente adesso che aspetti un bambino?»
«Ma Robert,» disse lei «una cosa come questa dovresti dirmela.»
«Vieni,» disse lui «sediamoci su quella panchina.»
Attraversarono il prato, abbracciati.
«Avevi detto che non saresti andato» gli ricordò lei.
«Tesoro, è il mio lavoro.»
Raggiunsero la panchina e si misero a sedere. Lui le appoggiò un braccio sulle spalle.
«Sarò a casa per cena» le disse. «È il lavoro di un pomeriggio.»
Lei assunse un'aria inorridita.

Si incurvò e ricominciò a piangere. Lui le porse il fazzoletto, con un'espressione impotente sul viso.
«Ascoltami» le disse. «Tu pensi che John mi lascerebbe andare se ci fosse qualche pericolo? Pensi che il dottor Phillips farebbe una cosa del genere?»
«Ma perché proprio tu?» chiese lei. «Perché non uno studente?»
«Non abbiamo il diritto di mandare uno studente, Mary.»
Lei fissò il campus, tormentando il fazzoletto.
«Lo sapevo che sarebbe stato inutile parlare con te» disse.
Lui non seppe cosa replicare.
«Oh, lo so che è il tuo lavoro» disse Mary. «Non ho il diritto di lamentarmi. È solo che...» Si girò verso il marito. «Robert, non mentirmi. Sarai in pericolo? C'è qualche possibilità che tu... non torni indietro?»
Lui le sorrise con aria rassicurante. «Tesoro, non ci sono più pericoli di quanti ce ne fossero l'altra volta. In fin dei conti è...» Si interruppe mentre lei gli si stringeva contro.
«Non potrei più vivere senza di te» gli disse. «Questo lo sai. Morirei.»
«Shhh» fece lui. «Non parlare di morte. Ricordati che adesso dentro di te ci sono due vite. Non hai più il diritto di disperarti da sola.» Le sollevò il mento con la mano. «Perché non sorridi?» le disse. «Fallo per me. Ecco, così va meglio. Sei troppo bella per piangere.»
Lei gli accarezzò la mano.
«Chi te l'ha detto?» le domandò.
«Io non faccio la spia» rispose lei con un sorriso. «In ogni caso chi me lo ha detto presumeva che io già lo sapessi.»
«Be', adesso lo sai» disse lui. «Sarò di ritorno per cena. Più semplice di così.» Cominciò a rimuovere la cenere della pipa.

Suerte!

Offline coureur-des-bois

  • Gran Maestro Charatanico
  • *****
  • Post: 799
    • Mostra profilo
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #283 il: 27 Aprile 2008, 11:33:43 »
Vi segnalo un breve racconto di una mia concittadina, Maria Pia Oelker, "Al caffè degli studenti" su www.ghiozzo.it. alla rubrica Bella Copia.
Bernardo
Amplius invenies in sylvis quam in scriptis

Offline Aqualong

  • Cavaliere di San Dunillo
  • *****
  • Post: 2240
    • Mostra profilo
    • http://www.pipe-aqualong.com/
    • E-mail
Autori con la pipa in bocca
« Risposta #284 il: 27 Aprile 2008, 14:36:14 »
Opinioni...

CORDWAINER SMITH
Corwainer Smith è lo pseudonimo di Paul Myron Anthony Linebarger, nato nel 1913 e prematuramente scomparso nel 1966.
Docente universitario, politologo, consulente militare, sinologo, a lui si debbono alcuni volumi fondamentali per comprendere la Cina (soggiornò a lungo in Europa, in Giappone e in Cina) libri sulla guerra psicologica e fu uno dei primi a descrivere il cosiddetto "lavaggio del cervello". Insomma un uomo dell'establishment (ebbe un ruolo fondamentale nell'ascesa di Chiang Kai-shek prima della presa del potere da parte di Mao.

IL GIOCO DEL TOPO E DEL DRAGO

Woodley sedette, e accese un'antica pipa. In quella pipa faceva bruciare una cosa che lui chiamava tabacco. Era un'abitudine un po' sudicia, ma gli dava un aria ardita e avventurosa.

Suerte!